Seguii automaticamente lo sguardo della ragazza che si spostava verso la teiera fumante e la tazza vuota posta accanto al piatto di biscotti nel vassoio argenteo sul davanzale di pietra. Jane era sempre stata timida, anche quando tra di noi c'era stato un rapporto più "intimo", e sicuramente non aveva perso nel tempo quella sua sfaccettatura caratteriale. Quello che mi sorprese, invece, fu la rassegnazione pessimistica, quasi tendente all'indifferente, di quelle parole:
"E' solo che è passato talmente tanto tempo.. Non mi aspettavo di rivederti" Neanche fosse trascorso un secolo... Eppure io riuscivo a ricordare tutto benissimo.
Anzi, erano stati proprio quei ricordi a risollevarmi nei momenti difficili trascorsi con mio padre.
Ma d'altra parte, nessuno dei due aveva cercato di rintracciare l'altro, e anzi, Jane forse nemmeno sapeva dove mi trovassi. Chissà, forse chiedendo tra gli insegnanti avrebbe potuto sapere. Anche se ero della convinzione che venire a conoscenza di determinate cose per vie indirette non è mai il massimo.
Mancanza di entrambi? Forse. Ma forse più mia. A sparire ero stato io, dopotutto; l'indifferenza, per me sopraggiunta col tempo, per la ragazza, forse, sorta concomitantemente alla mia partenza, ci aveva a quanto pare separati più di quanto avrei potuto pensare, immaginare... Mi venne da chiedermi: Chissà se qualche volta mi hai pensato. Da quando non mi hai più visto, neanche un minimo di preoccupazione?
Potevo essere morto, stando alle sue parole insolitamente gelide. Che fare... non avrei mai pensato che si potesse cadere così nell'indifferenza, cancellando tutto il passato.
Mi passai una mano tra i capelli, quasi a volerli rigare dando loro un certo ordine... ovviamente non ci riuscii. Avevano sempre loro la meglio. Sospirai. Ascoltare quelle parole, che indirettamente manifestavano il chiaro sentimento di lontananza della ragazza nei miei confronti, mi aveva lasciato sconcertato. Una tazza di thè? Cosa sarebbe mai potuto cambiare tra il chiudere lì quella conversazione e soffermarsi ancora a parlare di sentimenti vuoti. La ragazza, però, mi sembrò gentile, come sempre.
E in fondo, fino a qualche minuto prima i miei sentimenti nei suoi confronti erano rimasti immutati.
E certamente, mi sarebbe dispiaciuto troncare lì quell'incontro due anni dopo l'ultimo.
Sorrisi, di un sorriso leggermente amaro, e mi avvicinai al davanzale poggiando la schiena contro lo stesso. Presi uno di quei favolosi biscotti al burro e lo passai tra le dita prima di addentarlo per un quarto. Quel piatto ricolmo di biscotti era l'unica cosa rimasta di dolce nel raggio di qualche metro.
Masticai lentamente quel dolce boccone per assaporarne fino in fondo gli aromi. Decisamente buono.
"Già... giusto il tempo per dimenticarmi. Non è così, Jane?"
Dissi dopo essermi liberato la bocca.Ero stato troppo duro? Non seppi valutare. D'altronde avevo solo risposto con fermezza a tanta indifferenza. Me ne sarei pentito? Probabilmente. Ma cosa c'era da perdere adesso che vedevo svanire tutto come un castello di carte.