Posts written by MasterHogwarts

view post Posted: 28/4/2024, 17:32     respectless - La Capitale del Mondo Magico
antefatto
→ circa 13 anni fa, luogo imprecisato
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Non era mai successo, non con Didi in sua presenza. Non era mai successo, non in pieno giorno. Non con tanta forza da oscurare il cielo e raggelare lo stagno in piena estate.
Non quando erano soli, senza papà a reggere mamma sotto braccio, non in un pomeriggio di raccolta come quello. La promessa di trovare i funghi per la zuppa serale, e quelle piccole vene di magia distillate dai faggi maldestri - o così li chiamava Adam - per le pozioni calmanti di mamma.
Tuttavia, il bimbo non può sapere che Pandora non sarebbe dovuta uscire dalla serra, che quel mantello con cui l'ha coperto in velocità per portarlo con sé, non è normale. «MAMMA!»
Così, quando lei interrompe la corsa vicino al villaggio, e si piega su ste stessa, spinge il figlio in acqua, prima che il suo grido smuova le acque.


respectless
→ Atelier delle Modernerie di Camillo, orario di chiusura





«Una banshee...» si ripete, Adam, lentamente. Non perché tu non capisca, ma perché lui non si capacita di come tu non conosca la tua stessa natura. «... un presagio, un'antica creatura, sei il megafono della m-» orte.

«Quando è morta suor Prudenzia»

Lo vedi masticare la sua stessa anima nel momento in cui gli racconti tutto - o tutto quello che sai, dipende sempre dai punti di vista. Non distoglie lo sguardo da te, ma un accenno di dolore non sfugge alla sua stessa presa. C'è sempre quel fanale in coda che non fa che lampeggiare una scritta ovvia nel suo cuore "avrei dovuto esserci". Non può che pensarla così.
«Anche la seconda volta è morto qualcuno?» abbassa il tono, in un sussurro serioso tra te e lui, solo voi due, perché lì non c'è nessun altro. Quel che è peggio, è che nessuno ti ha detto niente di tutto questo, e mentre tu gridavi fino a vuotare i polmoni, lui segnava i muri di un carcere magico in America latina.
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«Non sei pazza, questa cosa esiste davvero, lo è anche per nostra ma- per Pandora.» ti si fa più vicino, perché tu possa leggere in lui un appiglio più profondo, radicato nel tenerci così tanto a te. Non ti nasconde, ora, l'affetto che prova, che muta la sua espressione in un costante incolparsi da solo.
«Diciamo che ero pronto all'eventualità, ma speravo che non ti succedesse, non così lontana da me. Papà mi aveva preparato ad aiutarti se ti fosse successo e fossi andata in panico» Anche Pandora è andata in panico la prima volta? E quante altre volte, dopo quella?
«Non proprio, non sono venuto fin qui per caricarti di compiti, sono venuto a cercarti perché volevo rivederti, dirti chi ero... chi sono. Ma è vero che c'è una cazzo di spada sulle nostre teste, solo che non è ancora così vicina da farci a pezzi, per questo sei siete ancora al sicuro. »
Sfiata, non c'è nulla di ciò che ti ha detto che sa piacergli o che lo conforti in alcun modo, solo quel ricamo tra cuciture sbagliate, il segno tangibile che gli mancavi davvero. «Bevi qualcosa?»




view post Posted: 23/4/2024, 11:03     respectless - La Capitale del Mondo Magico
respectless
→ Atelier delle Modernerie di Camillo, orario di chiusura
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Adam non ti ascolta, anche se qualcosa in lui scatta quando gli chiedi di non toccarti. Qualcosa che lo rende inerme nei confronti di una distanza che - non a causa sua - vi ha reso estranei. Nei suoi occhi quel dolore non se ne va, non che sia l'uomo dei mille abbracci ma... fa male ugualmente, e questo lo spinge a non arretrare. Lui è la terapia d'urto di cui non avevi bisogno. E non ne hai quando il presagio si fa largo, ti costringe a suddividere l'attenzione in scomparti. Nessuno dei quali reca salvezza o dolcezza. Puoi sentire i rumori a cui eri abituata fin da bambina. Quella porta, in fondo all'ala sud, che cigolava sempre perché nessuna ci si metteva ad oliarne i giunti. Le luci che nel loro sfarfallare elettrico, ricordano i vespri serali, la via in cui venivate condotti per prenderne parte. Cresciuti con Dio, ma vissuti come pagani. Maghi, streghe, piccoli demoni in seno al Signore, di cui certo solo lui avrebbe potuto prendersene cura. Ed Adam lo vede, nei tuoi occhi non sa leggere altro che questo, l'orrore a cui ti hanno costretto quei genitori che ripudia. Ora magari li ripudiate in due. Ma se tu sei così, per genetica che sia, è anche colpa sua. Regge male il suo stesso ringhio, «» ti sussurra, in una supplica, vicino abbastanza da guardarti negli occhi e non vederci altro che il vetrino opaco, annacquato da ciò che tu vedi, non esiste.

Suor Prudenzia si scuote nei tuoi incubi. "Di nuovo, altre dieci volte" sembra dire, insistendo perché quel marchio da te non vada più via. La ragazzina che nessuno voleva, il peso rimasto ad affondare l'orfanotrofio. Mai abbastanza per i ben pensanti, decisamente troppo per chi sperava in un agnellino da allevare. Ogni volta era solo colpa tua. E lei non mancava un momento per rimarcarlo, fosse mai che ne dimenticassi. Tu che in Sam hai visto l'àncora e l'abbandono, e i segreti, e gli sbagli e quell'amore fraterno e solido. Ma Sam non è qui, ed è dalla voce di Adam che devi farti guidare perché Prudenzia non si volti, non ti mostri ciò che resta di lei da quella volta, sotto troppa terra, che lascia cadere sul pavimento dell'Atelier. E' così che il passato ti perseguita? Oh, ma prima... prima che tu possa usare la forza che hai per sottrarti alla vista, Suor Prudenzia si volta. La sua ombra, due occhi infossato, il telo a coprirle il capo decomposto, allunga una mano verso Adam, gli sfiora la gola con dita ossute e pallide, e dove lei passa, un alone rosso macchia il collo di tuo fratello. Un solo lampo, prima che tu possa chiudere gli occhi e riaprirli sul mondo reale. [-15PM]

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«Cazzo-... bentornata» sfiata, prendendo un respiro che ha trattenuto per tutto il tempo. Non si è accorto di averti stretta con entrambe le mani, ed ora piano piano - seppur diffidente rispetto alla tua stabilità - scioglie la presa.
Leggi l'allarme nel suo sguardo, ma leggi anche la rabbia per queste circostanze di merda, e le dita un po' gli tremano quando se le passa in volto per riprendere la calma che ha ostentato fino ad adesso.
Torna a guardarti con un ringhio stretto in gola. «Sei già una banshee» sentenzia, non è certo una domanda questa, lui ne ha potuto riconoscere i segni, e ti puoi chiedere il perché. «Quanto-... da quanto?» ha bisogno di calcoli che spiega dopo. «Cristo, odio essermi perso ogni fottuta cosa fino ad adesso!» lo vedi stringere i pugni e odiare ogni cazzo di respiro che l'ha portato fin qui. «Quante volte hai urlato da quando lo sei diventata?» perché deve chiederti tutto questo adesso?


Hai allontanato il presagio, ma questo sforzo ti costa qualche PM



view post Posted: 21/4/2024, 15:34     Il Caso Malala Wisk - La Capitale del Mondo Magico
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L'aria è in presagio, si rende portatrice di segreti, identità e promesse di riscatto. Ha in sé la celebrazione di uno scacco matto, un colpo decisivo che pone fine al turbamento. C'è molto, in gioco. Il tuo tirocinio, il tuo esordio al mondo lavorativo, il tuo rischio vero e proprio. In gioco ci sei anche tu, Megan. E lo sai, è evidente: qui, ora, c'è un punto di contatto. Più volte hai avuto occasione di ritirarti, di andare via. Lo ha fatto il ragazzotto dai tratti orientali, l'ha fatto Rebecca pur involontariamente. La pattuglia che ha pedinato la zona, dal primo mattino, è notevolmente dimezzata; oltre gli Obliviatori più esperti, di carriera vera e propria, siete rimasti in pochi. Forse era previsto? Mr Khalwa, d'altronde, non sembra esserne né infastidito né dispiaciuto. Ti lascia spazio, si fa indietro. Un passo, poi un altro. Quasi è come se ti mandasse in avanscoperta, sulla linea di battaglia. Eppure, tu più di tutti potrai afferrare il senso della ritirata dell'uomo. Ti lascia spazio non perché abbia paura, affatto. Potrebbe mettere fine alla cornice con pochi, fulminei sortilegi. Mr Khalwa ti offre la scena perché è orgoglioso, perché tu sei giunta fino alla fine. Hai seguito le indicazioni, rendendole proprie. In molti, prima e dopo di te, non seguono l'esempio: per molti, difatti, le regole di Mr Khalwa — uno specchietto riassuntivo che di per sé appare enciclopedico — sono caotiche, e poco nitide. Non hanno la stoffa dell'Obliviatore, e per loro la memoria resta una porta sigillata. Per te, Megan, è Confine.
Il tuo incantesimo è un dardo. Spezza l'assetto statico del momento, si allinea in leggerezza alla dinamica forza del vento; è un colpo secco, dritto al bersaglio, e non manca nessuno degli Angeli. La triade celeste rovina al suolo, in arresa demoniaca. Le loro bacchette scivolano, distanti dal contatto delle dita; le mani si prostrano a difesa, cercano di attutire la caduta. Nulla, tuttavia, possono contro la perdita repentina di memoria. Sono spaesati, e ti accorgi di come l'Oblivion riesca ad operare lungo altri sensi, al di fuori della sola mente. Non dormono, non svengono. L'azione è più sottile, a tratti infida: difatti, gli Angeli si crogiolano nell'incertezza, e le loro bocche sillabano domande inaudite. Presto sono portati via, Ministeriali in arrivo, altri in partenza. Tutto intorno l'aria è elettrica, ma si spegne: il vento, la magia in extremis, infine il riverbero azzurrino delle Passaporte. Noti una barella, e un'altra, e un'altra ancora. Anche tu sei ferita, ma sei in piedi. Graffi, tagli e stille di sangue non ti abbattono. Sei stanca, probabilmente, ma sei viva.
«Ben fatto, Megan.» Di nuovo, Mr Khalwa ti si avvicina. Non ti sfiora, non ti stringe la mano. Sembrerebbe una figura distante, ma il suo volto è illuminato da un sorriso sincero, e vivido. Con un colpo di bacchetta evoca a sé una pergamena, già arrotolata: ha lo stemma del Ministero, in ceralacca, e il simbolo degli Obliviatori. Ha la sua firma, in calce. Resta a mezz'aria, in attesa che tu la prenda. Accanto vi è poi una borsa di tela, subito apparsa in un tintinnio.
«Questo è il tuo attestato per lo stage svolto e terminato con successo, più una piccola retribuzione in Galeoni. Qualora tu scegliessi una strada ministeriale, che sia come Obliviatrice o meno, questo giorno farà la differenza come esperienza. E, sai, non tutti avrebbero potuto farcela.» Ti fa un occhiolino, e un cenno del capo. Veloce, in modo ufficiale. Non si trattiene oltre, ti invita semplicemente a seguire le pattuglie affinché vi scortino al San Mungo. Le Passaporte sono già attive: c'è solo una piuma in volo, brilla d'azzurro. Sfiorala, e ti porterà via.

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Highams Park muta in un limbo di vita e non-vita, creature diurne si arrestano all'immortalità dei notturni: Alfie Terrier, Albert Scottdale, e tanti, tanti altri. Siete pedine di una scacchiera in fiamme, basta un passo falso affinché cadiate del tutto. Se la terra è in cenere, il cielo è in pianto: l'esordio dell'Incantesimo Recanto è spezzato, giacché Alfie Terrier è scomparso per sempre. Il suicidio dell'ex produttore musicale è già pagina vivida sui giornali del mondo magico, la Gazzetta del Profeta vi si fionderà da qui a breve come un avvoltoio sulla preda più ghiotta. Quante altre note a piè pagina dovrà delineare, però? Il necrologio è funesto, si rende presente: le fiamme, difatti, non si fermano, e profanano l'esistenza del giorno stesso. Risalgono come lingue di serpe, sfidano le gocce di magia piovana di Ministeriali e Medimaghi: è un fuoco più forte, impavido ed estremo, cui nulla può un colpo di bacchetta alla rinfusa. Occorre determinazione, una presa ferrea. Intervenire, agire, fuggire, non c'è altra soluzione. Così ti accorgi, Adeline, di ombre volatilizzatesi intorno; hanno in sé la memoria di cavallette, un insetto dopo l'altro che sfuma in colore, fumo e lampi di luce. I più si Smaterializzano, chi si allontana, chi trova rifugio altrove. Dovresti fare lo stesso, qualcuno ti grida di metterti al sicuro. Qualcuno — voci familiari, oramai indistinte — ti prega di proteggerti, di distanziarti il più possibile dall'incendio. La terra arde, sotto di te. Brucia la stessa pelle delle tue gambe, s'innalza lungo le caviglie; le fiamme più audaci e frenetiche ti pizzicano le braccia, brandelli di carne, di sangue e tessuto. Il dolore è lancinante, ti appanna la vista, ma è fortunatamente soltanto superficiale: il fuoco ti raggiunge e s'arresta, una mano invisibile vi si chiude in palmo e lo ingloba perfettamente. Il tuo sortilegio, l'Extinguo, compie il proprio operato e ti offre respiro. La verità è nel tuo sacrificio: lì c'è l'etica che ti appartiene, il giuramento che hai svolto alle orme del San Mungo. Avresti potuto evitare ogni dolore, oggi. Ed essere fuggiasca, come tanti altri. Invero, sei presente: per il prossimo.
Albert Scottdale è vigile, ora. Noti i suoi occhi in tempesta, il fremito di una vita che si riplasma; la trasformazione non è pronta, il rituale è incompleto. Il fuoco, improvvisamente, si rende mostruoso. Quasi è come una bomba, un vortice d'ardesia e d'oro, è un firmamento in stelle recise. Il Magisterium, difatti, è una benedizione. Il tuo intervento è un allarme universale, Aiden. La bacchetta trema, al peso di magia avanzata: eppure, sei in comando e in controllo. Il fuoco sembra impreparato, e tenta l'ultima rappresaglia. Ti brucia la pelle delle cosce, risale fino al bacino; ti scortica carne e vestiti, rivoli di sangue che spezzano nuovamente il respiro. L'acqua che ti ricopre, ora che sei uscito dal lago, è una protezione di leggerezza. Ma le fiamme si ritirano, un tornado splendente che la tua bacchetta attira a sé e cancella, in definitiva. Restano sbuffi lontani, di cenere. I Medimaghi intervengono, repentini: chi per coprire nuovamente di terra Scottdale, chi per imporgli un sonno necessario; chi per soccorrere te, Dottoressa Walker. Torna, difatti, il tirocinante del San Mungo: il Dr. Pierce ti prende sottobraccio, Adeline. E ti parla, ti parla continuamente. Ti ringrazia, e omaggia il tuo coraggio. Quanto riuscirai ad ascoltare, ora che l'adrenalina sfuma via? Ti sarà spiegato tutto, al San Mungo. E così a te, Aiden. Mentre l'Agente Raziah ti raggiunge e si presta a servizio, scorgi il riverbero del tuo distintivo e comprendi che il Quartier Generale, finalmente, sia stato avvisato. Ti raggiungeranno, ti faranno domande. Daranno ad entrambi risposte, concludendo un puzzle più grande e complesso del previsto. Questa, d'altronde, non è una storia a lieto fine: Malala Wisk è stata uccisa, anni addietro. Alfie Terrier, ex produttore musicale, ha fatto di tutto per conquistare la carriera e l'amore della Veela cantante; e senza riuscirci, ha ucciso anche lei. Il marito ha cercato verità, cadendo in una trappola mefistofelica. Lui, Albert Scottdale, ha scoperto tutto. Ed è stato ucciso, alla stregua della moglie. Ucciso, e gettato nel fiume: ma la morte è gentile, torna a galla.

Questa è una storia d'omicidio e di giustizia.
E voi, insieme, avete scritto il suo finale.

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Caso Malala Wisk – Il Profeta parliamo delle prime ore dell'alba, quando il corpo privo di vita di Albert Scottdale – nonché marito della oramai defunta star musicale Malala Wisk – viene rinvenuto nei pressi del lago da una coppia anziana che passeggiava da quelle parti. Si tratta per certo del caso di cronaca nera più intricato e complesso della storia Londinese. [...] Quesiti irrisolte che con l’aggiunta di nuovi elementi potrebbero portarci finalmente alla chiave del mistero.


Complimenti di cuore, siamo giunti alla fine della nostra avventura. La trama del Caso Malala Wisk, benché trasversale, è parte della storia generale di questo luogo: si dipana da anni, con interventi, articoli e richiami di vario genere. Finalmente, l'omicidio trova risposta ufficiale.

Vi chiedo un ultimo intervento di chiusura entro il 30 Aprile, 23.59, dopodiché le Passaporte vi porteranno al San Mungo in attesa di guarigioni. In assenza di Medimaghi e/o Infermieri disponibili, vi sarà inviato il Master.

Per il vostro gioco eccellente fin dall'inizio, vi premio in questi termini:

Megan Haven • stage ministeriale
attestato, 5 Galeoni | +1 Exp + 1 salute, corpo, mana

Adeline Walker • quest lavorativa
25 Galeoni | +1.5 Exp +2 salute, corpo, mana

Aiden Weiss • quest lavorativa
30 Galeoni | +2 Exp +2 salute, corpo, mana

Conti aggiornati. Grazie ancora per la partecipazione.


Adeline Walker
Punti Salute 150/216
Punti Corpo 120/163
Punti Mana 130/156

Proroghe 2/3
Assenze 0/3
Aiden Weiss
Punti Salute 200/305
Punti Corpo 190/256
Punti Mana 255/277

Proroghe 3/3
Assenze 2/3
Megan M. Haven
Punti Salute 280/312
Punti Corpo 215/241
Punti Mana 255/261

Proroghe 3/3
Assenze 0/3

view post Posted: 11/4/2024, 14:44     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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→ Atelier delle Modernerie di Camillo, orario di chiusura
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Accetti il suo biglietto, e questo gli permette di prendere fiato ancora una volta. «Biblico» sussurra quando lo enunci tu. In qualche modo, di nuovo, il suo ghigno trema. Non ha mai pensato, in tutti questi anni, a che effetto gli avrebbe fatto la tua voce. Ancora meno la tua voce impegnata a chiamarlo per nome. Si aspetta che, crescendo, sarebbe stato "Didi" anche per te, come per mamma. Che lo avresti insultato quando ti rompeva troppo le scatole ma che ti avrebbe fatto giocare con i suoi giochi perché non sarebbe mai stato geloso.
Forse troppo innamorato di quel fagottino che eri, avrebbe tollerato le tue angherie da bimba ribelle fino allo stremo, magari salvo in quegli anni in cui sarebbe stato a scuola, un po' lontano da te. Ma sempre con l'idea di tornare a casa e trovarti lì a crescere. Era già pronto ad insegnarti a gestire le particolarità dei vostri genitori e tutti quei sogni masticati via dal dolore. E' diventato un cacciatore di taglie perché... «Pensavo che, almeno, non potendo più trovare te, avrei cercato altri stronzi fino alla fine dei miei giorni.» Sputa fuori, non richiesto, quando il suo vecchio lavoro spicca tra le lettere fluttuanti.

E quanto era bravo a ripescare topi di fogna nei peggiori bordelli. Peccato che tu non abbia mai potuto vederlo in azione, e peccato che lui sia stato un Cacciatore solo per pochissimi anni. Un altro sogno strappato alla radice.

«Linsey?» interrogativo, cerca un filo che non trova, e si fa avanti. Più tu incespichi trai roveti dei ricordi, e più lui sgrana gli occhi. Assorbe, quasi respira la tua angoscia, la paura di quei momenti, e la rabbia che in lui scatena l'averti saputa tanto scossa per tutti quegli anni. Frammentata nell'idea di non andare bene mai a nessuno.
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«Ehi, ehi no... certo che non è stata colpa tua» ha capito, ma non sa Niahndra. Non era lì, ma qualcosa nel suo moto lo porta vicino, tanto vicino da stringerti una spalla. Tu, in fondo, hai potuto sfiorarlo in ogni tua minaccia. La rabbia malcelata dai suoi lineamenti non è per te, ma per quello che ti è successo.
«Noi non abbiamo-.. anche tu, non hai niente in Scozia. Linsey era un nostro elfo domestico» ragiona, guardalo, sta facendo i suoi calcoli, finendo anche lui in strani vicoli ciechi. «Non erano loro a bloccare le adozioni, era papà-» lui forse ancora degno di essere chiamato così. «- senti io ho lottato come ho potuto per non farti portare via da noi, da...me» una pausa, utile a riprendere il filo.

Ma tu non sei qui. E lui se ne accorge. Lui cambia nel momento esatto in cui tu zittisci la "vecchia". Un lamento di morte, un'eco lontana ma ora, improvvisamente a due passi. Le luci del retrobottega sfarfallano, si rompono una ad una rendendoti annebbiata la vista, ed impossibile riconoscere il vero dal falso.
«Merda. Nì, guarda me» Adam stringe la presa, dolcemente, non vuole che pensi alla vecchia che ti sta distraendo adesso.

* Anche se, beh, ignorare Suor Prudenzia è un male molto grave, richiede punizioni severe, puoi leggere i passi della donna nella coda degli occhi, puoi vederli agitarsi in quel suo sguardo malefico.
Cos'hai sbagliato stavolta? Chi hai indisposto? Quale dei tuoi "amichetti" odiosi è andato a dirle fesserie su di te? Tu non la vedi, ma lei incombe, la tonaca macchiata, infangata. E' il fantasma mortifero di una suora dai metodi discutibili, e ti sfiora, ma più ti volti a cercarla e meno la vedi. I battiti accelerano, la tua presa sul biglietto viene a mancare.
La dolcezza di un mondo ovattato, senza pensieri che si affollino è temporanea, perché uno solo sa soffocarli tutti stringendoli in una mano e bloccando loro il respiro. Non riesci a vederla finché lei non si ferma. Prudenzia, di spalle, dietro Adam. Lui che, serio, ti guarda dritto negli occhi.
Ma lì, nel riflesso d'acqua scura in cui annegano, alberga il profondo disappunto che lei aveva nei tuoi confronti. «Non darle retta, guarda me».


* Si è attivato un PRESAGIO legato alla tua natura di Banshee, puoi assecondarlo come tentare di tirartene fuori, a te la mossa.



view post Posted: 8/4/2024, 16:18     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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I momenti di stasi, in fondo, non servono altro che ad arrivare dritti al sodo. Non ci si immerge nella vasca di uno squalo senza una gabbia che regga per bene alle sue testate. Chi dei due sia lo squalo, è da capire, ma certo il sangue attira entrambi in un unico punto. Che sia per morso o per difesa, anche questo non spetta a me dirlo.
Tutte queste tessere, i frammenti, le polaroid che Cain lancia sul tavolo tra gli ingredienti distrutti, non puoi rimetterle insieme da sola. Ma lui non si ferma davanti a questo, ti osserva tutto il tempo dopo la sua affermazione. Ha lanciato una bomba, neppure l'unica di oggi.
Sta fisso qui, a guardare se arretri, se il suo passato può diventare un punto di rottura in questo specchio informe. Lui che in te si rivede ma che sa non hai osato tanto quanto ha osato lui. Per fortuna?
Non ti augurerebbe mai la vita che ha passato, né sa bene come prendere il discorso per girarlo in modo che sia più chiaro, lui ti guarda ancora come se non avesse fatto altro che aspettare di vederti di nuovo.

Al tuo ennesimo "Cain", lui ti corregge in un ringhio. «Adam» almeno ora hai un nome, qualcuno con un'identità reale da prendere e stracciare via tra i denti. Mordi meglio i suoi tendini, ancora non hai fatto abbastanza per farlo retrocedere. Sancisce - questo nome - la fine dei giochi, la fine dei misteri e l'approcciarsi che avete alla realtà, per quanto tu ne sappia. Solleva il mento, compie un altro mezzo passo avanti, le braccia molli lungo i fianchi. Già, perché il suo porta bacchetta è vuoto?
Ma tu vuoi sapere se Sam è in pericolo e questo, in qualche modo, è un secondo pugno nello stomaco di Adam. Non si cura nemmeno di incassarlo, sul volto gli si dipinge l'espressione rognosa di prima, e prende un respiro che gli costa quasi avesse fratture invisibili dall'addome al ventre.

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«Al momento no, nessuno di voi due lo è, stai tranquilla» rivela, sconfitto, quasi sottovoce, con un tono che rasenta le corde più basse che può usare. «Vorrei dirti che sono venuto qui solo perché mi mancavi, e per vedere come stavi, Canetta, ma è più complicato di così.» Ironizza, ma con una tristezza che muta rapidamente in repressione, in rabbia che serpeggia nel suo stesso sangue.
«Io-» non tentenna, si blocca proprio, stringe i pugni. Poi si corregge. «- noi dobbiamo fare una cosa» Solido, torna a guardarti negli occhi. «Ma vorrei che ci arrivassimo con calma e che mi dicessi prima che cazzo è successo la tua "ultima volta" con Sam. E voglio rispondere alle tue domande, a partire da una-» Sfila dalla tasca dei pantaloni un biglietto da visita. E' nero, professionale, le scritte sono in rilievo, si animano solo se le tocchi. «Io ero questo»

SE prendi il biglietto che lui ti passa, spingendolo lungo le venatura del tavolo, quest'ultimo si anima per una scritta che fluttua davanti a te:

Adam Joshua Alistine | Cacciatore di Taglie
Autorizzato in autonomia dal M.A.C.U.S.A.





view post Posted: 6/4/2024, 13:47     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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Collega. Roba strana nel calderone. Cain si appunta sillaba per sillaba quello che stai dicendo, raccoglie le briciole dei tuoi discorsi - sebbene finora siano stati più i ringhi che le affermazioni, a colpirlo.
Il retrobottega si è evoluto in base ai tuoi studi, come una stramba area sperimentale, laddove a volte il tuo "capo" compie le sue ricerche, ed il tuo collega i suoi affari, tu hai ricavato l'angolo del pozionista ribelle. O così almeno è come lo chiama Cain nella sua testa.
Immaginava che avrebbe attirato la tua attenzione con il suo sfoggio magico - benché ti sarà preso comprensibile come lui non possa fare altrimenti - ma non credeva avrebbe surclassato tutte le altre domande che ti affollano la testa. L'aria che respirate non è solo satura di fumi che vengono ventilati via, ma anche di una vita che nessuno ha vissuto. «Che roba strana ci mette il tuo collega?»
Lui non è stato tuo fratello, se non in quello strappo vitale per i tuoi primi mesi di vita. E tu non sei stata sua sorella, quando per tutta la vita - fino ad ora - non hai fatto altro che imparare ad aggredire l'ennesimo rifiuto.

Sei stata tanto brava ad assorbire atteggiamenti e schemi, da aver rognato anche a Sam quando poi ha trovato il cavillo giusto per adottarti lui, per tenerti con sé. Un giusto patto tra cani randagi.
Come puoi notare tu stessa, il "trucco" di Cain ha funzionato laddove è riuscito, ma certamente metà della tua dispensa andrà buttata e Misurino sarà più che lieto di fornirti quanto hai perso con questo "scherzetto" dal passato.
Uno scherzetto che, allibito, ti guarda senza più trattenere il suo ghigno. Infila le mani in tasca e scuote piano la testa. No, non si aspettava partisse da qui la vostra conversazione e puoi vedere come, nel suo accennare qualcosa, lui poi tenda a rimangiarsi incipit di frasi, solo per calibrare le parole nel modo più giusto. Ma perché tanti sforzi?

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«No» soffia, divertito, gioca a modo suo come se tu gli avessi appena lanciato contro un grosso gomitolo ed allora dovesse trovare il modo di mandartelo contro di nuovo, solo perché tu possa azzannarlo e divertirti. Si fa appena più vicino, ispeziona anche lui il tuo tavolo da lavoro, ma sei tu a restare il centro focale della sua attenzione. Ti studia in un modo così familiare, speculare si può dire.
Oh non sai quanta voglia - invece - avrebbe di insegnarti tutto quello che sa, ma non si fida del modo in cui porgi i tuoi ramoscelli d'ulivo, forse perché non crede nei miracoli.
«Me l'ha insegnata un compagno di cella sudafricano, studiava a Uagadou» tu non gliel'hai chiesto, ma lui non perde occasione per lasciarti qualcosa di suo, briciole che ti lascia raccogliere come lui si sofferma a raccogliere un fagiolo sfuggito al suo "trucchetto".
«Ci ha messo sei anni e tutta la sua pazienza»




view post Posted: 4/4/2024, 10:22     respectless - La Capitale del Mondo Magico
antefatto
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«M-mamma?» il bambino poggia, timoroso, la mano sulla porta irta di crepe impolverate. Nell'altra mano stringe una lettera stropicciata e sporca di terra. La porta cigola aprendosi in un piccolo spiraglio.
«Lo sai che non mi piaci quando titubi» la voce della donna s'insinua come una spina sotto il polpastrello. Il bambino ingoia l'ansia d'un colpo solo, aguzza la vista, raddrizza la schiena e si fa avanti, da bravo ometto di casa. «Oh, eccoti qui amore mio» la donna allunga una mano verso il figlio, gli avvolge il fianco e se lo porta vicino. Lo studio è una serra, inglobato da piante rampicanti invasive e con il profumo di mille spezie pestate sul tavolo. La madre è solita rintanarsi qui da quando... «C- ehm. Cos'è questo?» curioso, armato delle migliori intenzioni, il bimbo si lascia andare alla coccola ma poi gli occhioni blu si fissano sul pestato di vaniglia e rosmarino. I capelli corvini della madre lo avvolgono come una tetra cornice, una tenda inamovibile, ma lui le resta vicino, il cuore tremolante come la fiammella sotto il calderone d'argento.
«Cos'hai in mano, Didi?» sempre con un tono carezzevole, la donna fa scivolare una mano in cerca della carta stretta in quella del figlio. Uno strappo veloce, non eccessivamente brutale. «Sono un mago, mamma» fiero, con occhi luccicanti, Didi la guarda. Lei dispiega la lettera, porta il sigillo spezzato della Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny.
«Il mio bambino perfetto» dolcemente macabra, la madre gli lascia un bacio trai capelli altrettanto corvini. Il bimbo sospira, sollevato. Ma non tace.
«E se lo sono io, allora anche Ni-» ci pensa lo schiaffo di mamma a zittirlo.


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→ Atelier delle Modernerie di Camillo, orario di chiusura





Ah il buon vecchio calderone infranto al suolo, era proprio quello che ci voleva, mh? Tu che ti ritrovi l'ennesimo disastro trai piedi e - alle tue spalle - tuo fratello che in tutta la sua altezza, osserva la scena impassibile. Non muove un muscolo, consapevole - a ragione - che tu sia capacissima di sistemare il fallimento anche da sola. Almeno all'inizio. Gli è impossibile non fare una radiografia anche al retrobottega. Mastica via un ghigno che gli si dipinge spontaneo in volto nel sentirti imprecare. Lo tira via come se fosse qualcosa di semplicemente rimasto incastrato trai denti.
Ed è tutto, un insieme dall'odore pungente di ingredienti che non dovevano mescolarsi, e boccette che nell'infrangersi si sono mescolate le une con le altre. Due colpetti di tosse da Cain, solo perché i fumi hanno raggiunto anche lui.
Ma il fuoco di spegne al tuo comando, nulla rischia più di andare in fiamme senza controllo, e sì, come un cavaliere sulla carcassa di una vittima da infilzare, richiami il liquido che non è più utile a niente. Borbotta, in effetti, si lamenta inanimato, ma si lascia riassorbire, alla fine.

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Al calderone però non devi pensare molto, perché Cain si muove. Misura il resto dei danni a spanne, più o meno come riesce, poi estende un braccio - mano aperta, palmo verso il caos - e chiude gli occhi. Per un attimo non accade niente, poi i pezzi di peltro e leghe di metallo iniziano a vibrare, con loro anche il vetro delle boccette e gli ingredienti recuperabili. Un turbine elegante li riordina com'erano prima. Certo non può revitalizzare quello che è morto, o che è stato contaminato, non sta riavvolgendo il tempo, ma tutto torna nei propri contenitori.
Non dice nulla a riguardo, non ti guarda, non esprime alcun commento. Da ciò che puoi leggergli in muso, l'ha fatto perché è abituato, non perché tu avessi bisogno di aiuto. Apre gli occhi. Quello non è affar suo, si forza di dirsi. «Quindi... penso avrai qualche domanda, oltre il veleno che, vedrai, non appartiene solo a te. E' di famiglia anche lui»






Edited by MasterHogwarts - 6/4/2024, 14:48
view post Posted: 3/4/2024, 07:56     +17Promozioni e Retrocessioni - News & comunicazioni

Momenti di felicità per il castello!
Da oggi il nostro Camillo Breendbergh sarà Supplente di Trasfigurazione.

Preparatevi a grandi lezioni e sorprese. Sono certo che il suo approccio innovativo vi travolgerà!

view post Posted: 3/4/2024, 07:55     A.A.A. Cercasi adulto promettente che possa fare da Supplente - Primo Piano



Edgar Zwick stava dando il meglio di sé.
Non solo non diede compiti alla classe, cosa che portò del giubilo nei banchi più lontani, ma rasserenò gli studenti facendogli capire che era più interessato alla pratica.
Che quello fosse il punto di svolta? Che quei modi di fare permettessero di ricevere una lezione più dinamica rispetto alle solite pagine da studiare?
Non che la McLinder fosse antiquata, questo no, ma la novità portava sempre freschezza e gioia.

Spiegato ai giovani cosa potevano fare, Camillo, si avviò verso Mathias Prime e lo rassicurò.
Senza dare giudizi sul suo operato, ma complimentandosi del mezzo successo, spiegò quanto aveva detto alla classe con calma, ripercorrendo tutti i passaggi.
In quel caso, il Corvonero, capì da dove nasceva il suo errore. La concentrazione doveva essere una parte importante in quella esecuzione e lui non gli aveva dato la giusta importanza.
Passo dopo passo, seguì tutti i consigli del supplente e quindi riuscì a sistemare la problematica.

-Ragazzi, direi che la lezione è finita. -

Sentenziò la segretaria scolastica che fino a quel momento era stata in disparte.
Senza dire nulla privatamente a Camillo, aggiunse:

-Potete salutare il vostro supplente, sono certa che presto affronterete altre lezioni con lui. -

Facendogli un occhiolino, la segretaria uscì di classe.
Edgar Zwick aveva fatto un ottima lezione, Camillo aveva ottenuto il posto di lavoro.





Bene, siamo giunti al termine! Sono lieto di comunicarti che da oggi sei il nuovo Supplente di Trasfigurazione. Hai la possibilità di fare un post di chiusura entro e non oltre il 07/04. In caso contrario, chiuderò la role in questo modo.
A questo punto ti chiedo la cortesia di metterti in contatto con il Preside. Sono certo ti saprà dare le giuste direttive!

Complimenti!
view post Posted: 2/4/2024, 15:00     respectless - La Capitale del Mondo Magico
antefatto
→ circa 18 anni fa, luogo imprecisato
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«Signorino?» il corridoio è silenzioso, la villa è spenta, piove da interminabili giorni. Ma la culla non è vuota, il lettino che spettava alla bimba - in cui neanche ha potuto riposare - è adesso il regno di un fagottino di ben 8 anni. Il bambino non molla la presa dal lenzuolo che stringe in petto. Con occhi arrossati, guarda l'elfo che è entrato in stanza. «Signorino, la cena è pronta»«NO!» Grida, con forza in risposta alla gentilezza. Ringhia, strepita ad ogni passo che l'elfo compie in sua direzione. «NON HO FAME!»


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Grattano le corde vocali, ed i ricordi che si affollano dietro il suo sguardo. E tu, per quanto distante dalla verità che ti viene sbattuta in muso, puoi vedere con chiarezza i segni del tuo passaggio. Ma, rispetto ad altre vittime, ad altri morti, altri feriti, non sei la sola che ha calpestato la sua terra. Non sei la prima ad aver sferzato la frusta, o affondato i denti nella carne - una volta ben più tenera di così. Non sei la prima che si arrampica sulla sua schiena con un pugnale pronto ad incidere vertebra per vertebra, né l'unica che finora abbia voluto sezionarlo parte per parte. Qualcuno ha provato a pesargli gli organi interni, e forse quel "26" è un marchio? Eppure, oltre ciò che vedi, non si scompone. Ti avrebbe lasciato scoprire di lui ogni cosa, anche a fronte dei ringhi che vi lanciate contro a vicenda, di cui poi non restano che soffi nella bufera.
Ciò che "Cain" conserva, lo conserva da anni ormai, e per proteggerlo ha fatto quello che ha dovuto fare. Il fine giustifica, eccome, i mezzi.
Allora per lui potreste rimanere così, comete instabili ad un passo da un buco nero. Pronti a farvi inghiottire e sparire, oppure a deviare e salvarvi con tutte le perdite di detriti del caso.

E tu hai ragione, Niahndra. Qualcuno si è davvero impegnato parecchio perché tu restassi con le suore, in un orfanotrofio da cui sei uscita - forse - solo perché Sam si è voluto prendere cura di te, contro ogni tua rimostranza. Forse per quel fratello di cui Cain non vuole sapere nulla, che ti sei scelta, ed ha scelto te rispetto ai Morton che non ti hanno voluta. Quante volte ti sei chiesta perché non andassi bene per loro? Come per tutti gli altri, mh?

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«Lo immagino» parla anche lui, dopo un'infinità, dopo averti guardato in silenzio, con dolore. Dopo le tue parole che sono risuonate nella loro legittima durezza. E' qualcosa che lui odia. Odia non aver potuto fare niente per portarti via prima, per venire a prenderti. Come invece a lui era stato promesso che sarebbe successo. Certo, ma si vede. Si vede il modo in cui rilascia la presa sui tessuti quando anche tu riponi una delle tue tante armi.
Lui non finge, non pretende di sapere ciò che non sa, ma Cristo quanto brucia il non aver saputo fare nulla per aiutarti. E lo fa, quel passino indietro - giusto lo spazio di un respiro in più da lasciarti - quando la bacchetta ti torna al fianco.
Prende un respiro, accetta la tua tregua. Spinge però più a fondo ciò che prova, perché la superficie è frastagliata, logora, stanca, come è stanco lui - ma non te lo da a vedere, starebbe in piedi tre giorni ancora senza soffrirne solo per preservare l'idea di stoicità. «Una cosa alla volta» clona il tuo tono. Si porta una mano al petto, sfiora la croce che hai toccato, la stringe. « Ma prima credo ti convenga partire dal-» ma si interrompe, perché un borbottio intenso, quasi il rombo di un tuono, si agita alle tue spalle «-... che cazzo hai là dentro esattamente?» poi, il tonfo del calderone che si rompe.



Per ovvie ragioni, in questo prossimo post ti sono concesse due azioni.



view post Posted: 2/4/2024, 09:02     respectless - La Capitale del Mondo Magico
antefatto
→ circa 18 anni fa, luogo imprecisato
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«Posso tenerla, papà?» Il bambino tira il tessuto dei pantaloni di suo padre. L'uomo si china sulle ginocchia, sorridendo - con gli occhi spenti. Sono in corridoio, è passato un mese da quando le grida di una nuova bimba hanno invaso la tetra villa. Un mese di silenzi, di litigi soppressi all'arrivo del bambino, curioso, che sembra non voler stare lontano dalla sorellina. Ha chiesto più volte che la culla venga messa nella sua cameretta, ma è inascoltato.
Papà è un uomo alto, brizzolato, con gli occhi di un blu oltremare. «Ehi, ehm si, si fai piano» nell'accucciarsi lascia delicatamente la bimba tra le braccia del figlio. «Si lo so» bofonchia, assorto a farsi mordicchiare un dito dalla neonata. «Canetta, grrrr» ridacchia, e la bimba gli afferra il dito con le mani tozze e le unghie affilate, graffiandolo, entusiasta.
«Hai il caratteraccio che hai tu» sbuffa papà, con affetto, rialzandosi. «Te la lascio un po', poi la ridai a Kim per portarla alla mamma» «Mh mh»



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Non sei solo tu ad essere dove ti voleva lui. Lui è dove voleva stare, e te ne puoi accorgere quando non distoglie lo sguardo da te. Non ti stacca gli occhi di dosso, e la tua ispezione la accoglie come se fosse davanti ad una bestia affamata. Lui con gli altri è molto peggio di così, e l'hai visto quando non ha esitato a stringere Charles per il bavero.
Ti lascia fare, ma sta attento. Ti lascia mollare la presa sulla giacca, solo per percepire, con un respiro trattenuto, il tuo muoverti in cerca della croce. E' il pendente più evidente, ma nel farlo attraversi un pezzo di storia, Niahndra. I tatuaggi che puoi vedere sono linee di inchiostro principalmente nere, ogni tanto c'è qualche sbuffo di rosso, e solo uno di quelli - che ancora non vedi - ha venature di giallo. Puoi vedere due "D" incastrarsi lungo il pettorale sinistro, l'accenno di qualcosa che sembra un paio d'ali di corvo occupare probabilmente lo sterno - non puoi vederlo per intero. Due versetti di un sonetto trascritti, che scivolano sotto la giacca e si mostrano più a destra. Sono indecifrabili, il tatuaggio è vecchio e fatto male, il tatuatore ha lasciato esplodere l'inchiostro sotto pelle e molte lettere si sono espanse, incollandosi. Sul collo, opposto al capo indiano, c'è un Dobermann con la maschera di Batman. Il cane ha un orecchio mozzato, rovinato dagli anni. Lungo la carotide, in orizzontale, la scritta "Abstemious", forse ad indicare la fine di un percorso di recupero. Accanto, una croce simile a quella che tu stringi tra le dita.
Poi, l'ultimo che vedi è un cuore formato da piccole croci, c'è un numero dentro, un "26".

"Cain" lo conosce l'effetto delle sue parole, eppure ti usa solo la grazia di esprimerle in dolcezza. Perché non ti vuole attaccare, non trae alcun piacere dal sentirti tanto tesa nei suoi confronti. Non tu che ti scioglievi ogni volta che ti lasciava mordicchiare una falange o due, ti ci saresti fatta i denti sulle sue dita, e lui avrebbe portato quelle cicatrici con fierezza.

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Ma quella che proprio non si aspetta, è la tua risposta. Lo senti stringere i denti, sfregano tra loro come fauci richiuse a forza da un laccio stretto. Le mani stringono jeans e pelle fino a intorpidirsi. Il suo sguardo vacilla, velato per un istante tra la rabbia e quel senso d'odio viscerale che scava una voragine in petto. E' indeciso, come le tue emozioni si sono palesate in una carrellata di lampadine malamente accese, le sue si infiammano fino a spegnersi, in un tonfo sordo.
«Diciamo che questa cosa tu non l'hai appena detta, ed io non l'ho sentita» incassa, malissimo. E' ferito, anche se il graffio non si nota, da qualche parte sta sanguinando, lasciando tracce lungo il pavimento, a marchiarne i passi. «Credi-» fa un passo avanti, non è minaccioso, è solo arrabbiato. E' solo ferito. «- che ti avrei lasciata da sola se avessi saputo che eri viva?» Avrebbe preferito spiegarti le cose con più calma, ma ha appena mandato a fanculo il suo stesso piano. «Ti cerco da sempre» sibila, greve.



view post Posted: 26/3/2024, 16:39     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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«Ah...» lui ti aspetta, Niah. Si aspetta ogni mossa adesso, così da sterminare il resto dei tuoi nervi, uno ad uno. Infatti è lì dove serve che sia quando tu ti volti. Distante abbastanza per non trovarvi subito muso a muso, ma vicino a sufficienza perché tu riesca ad afferrarlo. In fondo non ha alcun'intenzione di scappare. Alza il mento per fare quasi spazio alla tua bacchetta.
Non è una resa quella di Cain. Non alza le mani, non le muove a dir il vero, le sue braccia restano lungo il busto, così come i piedi sono ben piantati a terra, riesci a malapena a minacciarlo. Ma non ti fa la grazia di ridere di te, anzi. Tu sei seria, lui è serio. Non sembra essere venuto fin qui per deriderti.
«Molto meglio» commenta, però. Nei suoi occhi - che ora vedi drasticamente più vicini di prima - si agita un mare in tempesta.
Non l'hai colto alla sprovvista con i tuoi modi, no... ma la vicinanza, è quella che lo apre in due. Schiude le labbra solo per serrarle di più, per respirare, perché adesso ha tutta la tua attenzione. Stringe i pugni.

Sono secondi che si dilatano in interi minuti, battiti di ciglia e ore di viaggio in treno. Tutta la vita che avete vissuto separati, gli passa davanti agli occhi. Eppure non muove un muscolo, cerca solo di capire come parlarti ora che la parte più divertente l'avete già superata, e non puoi scappargli - sebbene le redini le stringa tu al momento.

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«Adesso-» rimarca lui, mostrandoti i denti a sua volta. Il corpo rigido, la gola spinta contro la punta della tua bacchetta. Non si sottrae per nulla. Sta qui, pronto a rivedere tutta la rabbia e tutto quello che hai dovuto tenerti addosso per anni. Il vuoto, l'assenza, quello stupido abbandono marchiato nelle ossa. O così pensa sia successo: quando ti hanno portata via da lui aveva a malapena la capacità di capire che cosa stesse succedendo. Gli hanno sempre - però - promesso che sarebbero tornati a riprenderti.
Un'altra bugia che ha scavato in lui fino a spingere il suo cuore tanto in basso in una cava inesplorata. E' lì che raggrinzisce ogni giorno, soltanto adesso sente come sia tornato a battere. Lo senti anche tu, contro le nocche con cui ti appoggi per stringergli la giacca.
E ti guarda negli occhi, fisso, cementificato ma con il respiro tanto profondo da discordare con i suoi stessi nervi tesi. «- adesso ascolti quello che tuo fratello è venuto a dirti» perde lentamente mordente nel parlare, il ringhio si trasforma in un sibilo, in un battito di troppo che gli viene portato via. Le pupille si restringono appena. E' il controllo quello che cerca. «E sono disarmato» sottolinea con un ghigno, alludendo alla bacchetta. Ma non fa niente perché tu possa staccarti da lui, o smetterla di stringerlo.

«Canetta» sbuffa, docile. E' un nomignolo che atavicamente riconosci, tuo.





Edited by MasterHogwarts - 26/3/2024, 16:58
view post Posted: 25/3/2024, 18:45     A.A.A. Cercasi adulto promettente che possa fare da Supplente - Primo Piano



Edgar Zwick portó sollievo tra gli studenti.
Il sapere della sparizione della McLinder per loro fu lutto nazionale, tuttavia venir a conoscenza che esisteva comunque un docente/ supplente temporaneo gli dava speranza.
Come dire, il ciclo della vita continuava imperterrito; dopo un addio, c’era sempre un benvenuto.

Data un’ottima risposta alla domanda, spiegato l’incantesimo senza risultare un professore pignolo e all’antica, Camillo notò i ragazzi procedere con l’ esercitazione pratica.
Non ve ne era nessuno particolarmente goffo, ma solamente uno, il Corvonero Mathias Prime, che non riusciva a rendere la sua matita della stessa consistenza della carta.
Difatti l’oggetto in alcuni punti risultava più morbido, in altri più duro. Cosa poteva fare per migliorare?
Mentre la Darmont osservava il docente per vedere come avrebbe aiutato il ragazzo, il solito Grifondoro domandó:

-Prof, che compiti abbiamo da consegnarle per la prossima volta?-

In quel caso, il discorso sulla “temporaneità “ venne meno. Era il caso di elargire i compiti oppure era meglio lasciare quei piccoli pazzi in balia della gioia di non vedersi assegnato nulla?





Prossima scadenza: 29 marzo alle 23:59

Ultimi sforzi. Ci siamo.
view post Posted: 25/3/2024, 09:28     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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«Sei carina» è la voce di un bimbo, solo, lungo un corridoio tanto scuro. Dietro di lui, la porta chiusa della stanza dei genitori, lì dove imperversa una lite che non può sentire. In questo momento nemmeno la concepisce, perché non c'è nulla che riesca a distrarlo dalla bimba che dorme. È un fagottino tra le sue braccia, l'ha conosciuta qualche giorno prima, e da allora pare che abbia già imparato a tenerla ed un pochino anche a cullarla. Da dieci minuti non faceva che piangere, poi l'ha presa lui e lei ha smesso. Gli occhioni azzurri sono rimasti aperti giusto qualche secondo, e poi quando il bambino le ha sorriso, lei ha ripreso a dormire.«Però devi dormire, la mamma non ti tiene qui se piangi così tanto» La voce del bimbo si abbassa piano piano.


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Quante bugie si possono raccontare ad un bambino? Qual è il limite che nel devia la crescita? Oh, Cain non se l'è mai chiesto, perché tutto è diventato rabbia e la rabbia beh, non ha mai uno sfogo razionale. Infatti adesso che ti sta davanti e che la vede dipingersi sul tuo volto, solleva il suo. Si mantiene in una posizione dominante, perché così gli è stato insegnato e così ha imparato in tutti quegli anni dietro... lontano da casa. Non si stupisce nel vederti tirar fuori le zanne, mentre mostri con candore dove e quando i limiti vanno rispettati, i tuoi soprattutto e quelli che imponi con paletti incassati nel terreno. «Ma non è la mia sola arma» la sua faccia da culo, con cui continua a guardarti, stavolta il ringhio basso se lo stringe ben saldo in gola. I denti stridono in silenzio gli uni sugli altri, la mandibola schiocca in un disappunto che è perfetto. Tu lo sei ai suoi occhi. Lo eri diciotto anni fa.

Sei pronta ad attaccare e lui lo sente, per questo ti parla. Per questo usa qualche parola che serva ad infilarsi nei tuoi ingranaggi e farli andare più veloci, in un surriscaldamento che può spezzarli, quasi spegnerli. Si chiede in quali altre cose tu sia come lui, se anche tu hai bisogno di andare a mille prima di sentire il vuoto di un meccanismo che si inceppa.
Il timer lo prende al volto, come quel "vaffanculo" a cui non risponde, se non con uno sguardo eloquente dal "vacci piano, ragazzina" che resta palese. Come palese è quello che pensi tu di lui.

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Il timer lo sgretola tra le dita, questo senza smettere di guardarti. Pare non respiri, se ti concentri, prima di voltargli le spalle puoi vedere come il suo volto si scurisca appena. Avete giocato, si, ma adesso si fa sul serio. E lui non stava mentendo prima. «Credi che non lo sappia quanti anni sono passati? Ho-ho contato ogni fottuto giorno.» Come i carcerati, sbarrandoli a cinque a cinque sui muri di casa.
Oh ma puoi andare verso il retrobottega, ma non da sola, con un gesto secco della mano la porta dell'Atelier viene sigillata, e così lui, rapido, oltrepassa il bancone.
«Voltarmi le spalle è una mossa del cazzo» duro, è già pronto a seguirti, non ha nessuna intenzione di perderti di vista. Forse non sei ancora abbastanza con le spalle al muro.
«Hogwarts non ti ha insegnato niente?» lo sai cosa sta facendo, forse puoi capire perfino cosa vuole da te.



view post Posted: 23/3/2024, 21:59     respectless - La Capitale del Mondo Magico
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«Mhf» Sbuffa, ironico. Il modo che hai di squadrarlo non passa inosservato. Lo lusinga e non ha intenzione di sottrarsi alla tua ispezione, dopo che la sua si è prolungata mezz'ora.
Oltre ciò che di lui credi di aver già visto, gli occhi possono caderti su una croce che porta al collo, è di stampo cristiano, non sembra un accessorio mediocre. Dopo gli anni passati al Wizard Store, puoi capirne la composizione: la catenina è in vero argento, la croce è in oro bianco.
E, là dove la scollatura della maglia lascia intravedere altra pelle, nuovi tatuaggi si arrampicano, tra cui un capo nativo americano lungo tutto il lato sinistro del collo.
Le sue dita tamburellano poco, ma si fermano - così come si fa statico lui - quando la tua voce torna a spezzare il silenzio. Serio, non ti dà alcun segnale di ricezione della tua minaccia. Il suo respiro è regolare, le vene in vista sul collo non pompano più sangue di prima. La mascella non stringe nessuna morsa ed i suoi movimenti restano lenti, forse impercettibili. Il blu dei suoi occhi è un pozzo senza fondo, non si contano i metri che un gelone percorrerebbe prima di tuffarsi in quelle acque scure.

Vuoi chiamare la sicurezza, e lui non mette in dubbio che lo faresti, lo sente come il tempo l'abbia ridotto lui stesso all'osso spingendoti così in fretta all'angolo. O convincendosi di averlo fatto.
Solleva la mano dal bancone, il movimento è atto solo a compiere mezzo passo indietro, in rispetto del tuo territorio. Sul volto si dipinge l'accenno di un sorriso.
Questa danza la conoscete entrambi, e non c'è niente ora che smentisca le tue sensazioni. Devi azzannare, devi ringhiare, rizza la schiena, Niah!

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«Ti ho tenuta tra le braccia quando sei nata, Niahndra, non chiamerai nessuna cazzo di sicurezza» soppesa le parole, il tono scava come un ringhio. Sei stata brava - ti sta dicendo - ma ora, zitta e ascoltami.
Il tuo nome gli scivola sulle labbra, pronunciato alla perfezione. E lui non si perde un secondo dell'effetto che le sue parole potrebbero farti, gode della loro esposizione masticandole una alla volta. Il suo è un accorato messaggio di speranza, un aggancio che gli espone il collo per invitarti a spingere un affondo, ad azzannare, perché - forse per la prima volta dopo tantissimo tempo - troveresti pane per i tuoi denti.
«Adesso io non ho dubbi ch-» e scatta il timer. Perfetto, funzionale, ti ricorda gli ultimi passaggi della pozione corroborante che, con tutto l'appoggio del capoccia dell'Atelier stai testando nel retrobottega. «Fallo smettere, io e te dobbiamo parlare» Te lo sta ordinando.



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