| Il ragazzo sorrise quando vide che Nicole aveva accettato di alto grado le sue scuse e stava rispondendo ai suoi baci senza nemmeno una predica; per Alfier era bellissimo stare con quella ragazza,riusciva a rispecchiarsi (o quasi) nei suoi occhi,anche se tuttavia amava che i loro caratteri fossero in contrasto. Dopo un po' che l'ebbe baciata la guardò e la ascoltò restandole sempre comunque vicino,senza fare altro e guardandosi un po' in giro: era finito anche lui nella trappola amorosa come molti altri studenti lì. Scosse la testa a quel pensiero e guardò la sua Corvina,il suo piccolo corvo che era nelle sue mani e tra le sue braccia e non avrebbe più potuto fuggire via; sembrava che la serpe,come la storia dopotutto aveva insegnato,fosse riuscita nuovamente a sedurre e far cadere in tentazione: ancora,per l'ennesima volta. Gli occhi del ragazzo erano semi-brilli e i capelli erano tutti gettati all'indietro,tranne parte dei lunghi capelli albini che gli cadevano sugli zigomi coprendo in parte gli occhi,ma candidamente come fiocchi di neve,candidi e lisci. Si fece prendere le mani da Nicole e sorrise,senza dire niente: non c'era bisogno di parole per descrivere quel bellissimo momento. Sarebbe stato tuttavia necessario per far si che quella voglia di "completezza" arrivasse nuovamente alle labbra di Alfier,che bramavano ancora un piacere che gli era stato negato,per quiei pochi giorni sembratigli un'eternità. Così dopo aver sorriso al "Ti amo" della piccola Nicole tornò a baciarla con dolcezza,fregandosene per un momento della gente che dietro di lui doveva passare e scendere dalle scale; si appiattì contro il muro avvicinandosi Nicole e continuando a baciarla guardando abbastanza male tutti quelli che li disturbavano. Mandò al diavolo un attimo la rabbia e decise di dedicarsi solo all'amore che stava spruzzando da ogni poro della pelle per via della sua ragazza,più che bella,più che attraente: una vera Ragazza con la "r" maiuscola; il tipo di fidanzata che tutti avrebbero voluto avere,perché nonostante il suo (costante) caratteraccio,sapeva rubarti il cuore come nessun altro era riuscito a fare nella vita del Demon. E tra tutti quei pensieri sdolcinati,quasi si dimenticò dell'elemento principale,che sarebbe stato oggetto di discussione in quei giorni: o meglio,che già era oggetto di discussione e che era soltanto alle porte per poter essere realizzato; il lussureggiante ballo di SAN VALENTINO. A quel pensiero Alfier sembrò ancora svenire,si morse un labbro e sembrò volesse inscenare un pianto frenetico,dovuto al panico e al fatto che lui San Valentino lo aveva sempre passato mangiando i cioccolatini che riusciva a rubacchiare dalle scatole zeppe delle sue amiche. Si allontanò da Nicole e con un piccolo inchino,in cui divenne ugualmente paonazzo e rosso dalla vergogna,sorrise imbarazzato: -Posso avere l'onore di invitarti al ballo..?- Inizialmente quelle parole erano tirate con la forza,ma ad Alfier sembrarono uscite naturalmente,anche se sembravano tutte semplici da dire,furono uno sforzo tremendo per il ragazzo,abituato di certo a toni e a riverenze molto meno educate e geniali di quelle. Respirò a fondo e si alzò da quell'inchino restando tuttavia sorridente,riavviandosi i capelli con le mani,sistemandoli con le stesse; lo sguardo alto e fiero cercava di non lasciar intravedere nessun sentimento "debole",ma fu' difficile se non quasi impossibile. -Vogliamo fare qualcosa? Ti compro una scatola di cioccolatini? Oppure sei allergica?!- Chiese Alfier mordendosi il labbro inferiore,nuovamente per il panico che stava dimostrando dalla velocità stratosferica con cui aveva posto quelle domande una dietro l'altra,senza attaccare la spina del cervello alla presa elettrica. Diede un pugno con la parte esterna della mano e alzò lo sguardo al cielo,tentando di calmarsi: sospirò e guardò di nuovo Nicole: -Scusami- Disse nuovamente,per l'ennesima stupida scenata. Si guardò intorno,non seppe perché lo fece ma un raptus di follia prese completamente la sua mente: -IO AMO QUESTA RAGAZZA!- Cominciò a urlare,facendosi sentire da tutti gli studenti presenti,non vergognandosi tuttavia nemmeno un po' di quello che aveva appena fatto; lo ripeté una,due,tre volte finché non prese le mani di Nicole e con serietà e calma la guardò aspettando una sua reazione.
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