La bacheca galeotta, Clizia e Ralphus...

per Clizia quelle parole potevano essere comparse da sole, come la persona che le aveva pronunciate.
Infatti, Ralphus comparve all'improvviso dietro le sue spalle, mentre la ragazzina era assorta
a contemplare quel foglio appeso in bacheca. La parola Ballo spiccava.
In realtà il giovane Grifondoro passeggiava di lì per caso, con altri Grifondoro, quando vide
l'inconfondibile biondina dei Corvonero.
Erano passati alcuni giorni da quella serata in Giardino e per un po' i due non si erano visti.
Eppure nelle parole dette da Ralphus non c'era gioia, ma malinquore,
forse rammarico.
Lui sapeva il perchè.

Il suo sguardo era serissimo.
Brutti ricordi. Contemplava anche lui quel foglio appeso lì sulla bacheca,
ma sembrava che quel semplice
pezzo di carta
potesse farlo del male. Lo rendeva un po' nervoso.
Sembrava che Ralphus lo stesse minacciando
con gli occhi.
Dopo qualche secondo, spostò lo sguardo verso Clizia.
Non riuscì a sorridere, ma cercò almeno di nascondere quel suo stato d'animo.
Aveva ascoltato le sue parole, ma stava cercando di bloccare i propri pensieri, costringendoli
a non tornare al Ballo precendente, quello di San Valentino.

le sue parole
sembrava esprimere tanti stati d'animo, ma nessuno di questi poteva definirsi positivo.
Con l'altro ballo si era lasciato con una persona; aveva deciso di cambiare atteggiamento,
essere più freddo, a volte insensibile.
Il nuovo Ballo non faceva che riscoprire quelle amarezze.

La Corvonero in quel momento aveva
lo stesso comportamento di Ralphus quando venne alla conoscenza del Ballo.
L'emozione di parteciparvi e andare insieme a qualcuno gli sembrava piacevole.
Invece ora il nuovo Ballo lo annoiava. Poteva dire di odiarlo. Gli sembrava scontato.
Anche se forse si sarebbe annoiato anche non partecipando.

si permise una risata ironica,
dato che per lui la cosa non dava nè felicità
nè allegria.

La Corvonero lo fissava.
Era leggermente più alto di Clizia. Eppure l'enfasi che aveva dato a quelle parole,
che sicuramente avevano un tono quasi di sfida, cancellava quel particolare.
Aveva messo in dubbio le sue doti di ballerino. Di certo non era un campione,
ma sapeva cavarsela abbastanza bene, soprattutto grazie alla madre.
Non se la sentì di fare l'offeso...

ma non lo disse.
Il tono delle parole, il suo sguardo, i suoi occhi, tradivano l'amarezza che provava in quel momento.
Clizia riusciva a ricordargli anche particolari che invece gradiva non rammentare.

Il tempo trascorreva
durante l'ennesima chiacchierata tra i due studenti.
Oltre al loro semplice significato, le parole di Clizia esprimevano senz'altro curiosità.
Sull'argomento aveva indovinato, anche se non c'era molto da indovinare.
Si trattava della dama, o per meglio dire, della sua ex, anche se di ex c'era poco:
sono stati insieme pochissimo tempo e in pochissimo tempo si sono lasciati.
Con fatica rispose...

in alcun modo quello fu un tentativo
per spianare la strada ad un probabile invito.
Con difficoltà quella sera, Ralphus Simonson poteva fare la comparsa al Ballo.
Anche se, pensando a tanti piccoli particolari che era riuscito a comprendere di Clizia,
un pizzico di preoccupazione fu inevitabile, soprattutto se la Corvonero
sarebbe riuscita ad andarci con qualcuno.

Clizia sembrava non preoccuparsi del fatto
di andare da sola al ballo.
I sensi di colpa iniziavano a farsi sentire in Ralphus. Quando sapeva di poter rimediare a qualcosa,
difficilmente il giovane Grifondoro si tirava indietro. Far andare da sola la Corvonero al Ballo,
non sapere cosa fare quella serata e tanti altri piccoli particolari,
si scontravano con i suoi problemi e quell'odio che sembrava provare per il Ballo.
Capì che il rimorso sarebbe stato enorme, così, prendendo un lungo respiro...

la bocca del ragazzo
mutò in un sorriso, ma Ralphus non sapeva bene se la risatina
fosse voluta o meno.
Fatto sta che ora sorrideva, ma soprattutto era ansioso di sapere
la risposta della ragazza.

Aveva indovinato il motivo
di quell'improvviso cambiamento di programma. Ma preferì non tirarsi indietro.
Restava sempre il fatto che quella sera, se non andava al Ballo, sarebbe rimasto in camera,
o in altri parti della scuola, da solo.
Obbligo o non obbligo di portarla, sarebbe stato più saggio partecipare.

sperò di aver convinto la ragazzina
con quelle sue parole.
Ma soprattutto sperava che non se la prendesse per quella sua decisione,
inaspettata e in particolar modo che sembrava essere stata presa
giusto per accontentarla.
Almeno partecipando al Ballo, i due avrebbero passato altro tempo insieme.