Know Their Destiny, Quest - Brooke & Tristan

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view post Posted on 26/4/2008, 19:40
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Il Fato

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Osservo' la ragazza, che non si voleva avvicinare. Fece un sorriso, tiepido.

-non sono mica cattiva...-

Ora, che aveva ricucito la maggior parte dei tagli, almeno quelli piu' profondi, si provo' a sollevare.
Barcollo' un attimo...

-che male...-

Le labbra vermiglie si tinsero di una smorfia, di dolore.

-mi ci sono smaterializzata...-

rispose poi, con gli occhi fissi sulla giovane. Continuo'

-non e' sicuro stare qui...e' meglio che tu te ne vada-

la voce era seria ora, decisa su quel consiglio prezioso


------

Osservo' la benda avvilluparsi attorno alla ferita della coscia, mentre inizio' a parlare verso il giovane

-ma che ci fai qui? e' un posto pericoloso...come avrai potuto notare...-

disse la giovane donna con un sorriso sprezzante, ironico




Quando ella ebbe finito di parlare, in lontanaza, si poterono udire delle sguzzi magici, e la voce di un giovane fanciullo gemere. Erano grida, di puro terrore.

-no...-

un flebile sussurro scaturi' dalla labbra vermiglie della donna, mentre ora, Tristan la vide sollevarsi malamente, mentre Brooke, invece, la vide solamente muoversi, distogliere l'attenzione da lei, per concentrarla lontana.
Per ambo i ragazzi ora, la figura di donna sconosciuta, si mosse, affaticata, continuando a camminare tra le fronde, mentre ora, lentamente, prendeva forma di un pettirosso. Siu libro' in volo, lasciando perdere le sue tracce, ma lasciando dietro di se, la scia del suo sguardo. Era verso la casa che andava
.

 
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.:Brooke Davis:.
view post Posted on 28/4/2008, 20:53




Forse le precauzioni prese dalla piccola Brooke erano troppe e anche ingiustificate,ma in quel luogo tutto era possibile e nulla poteva assicurarle che quella giovane donna non nascondesse un qualcosa dietro quell'aspetto da bambola...Tutto in quel luogo suggeriva massima attenzione e,prendere precauzioni,non era certo un male,piuttosto un ottima mossa...Bisognava muoversi con la massima prudenza,seppur a volte - come minuti addietro,quando la ragazzina si era accinta a salvare la vita della donna - gli indugi dovevan essere messi da parte,per lasciare ampio spazio a istinto e speranza...Speranza che tutto vada bene e che il tutto non porti ad errori madornali,errori che implichino una maggiore difficoltà nel percorso da affrontare,se non addirittura un completo stop,indesiderato quanto mai in quel momento di smarrimento eccezionalmente fisico ed emotivo...E la donna parve carpire i pensieri e la titubanza della Grifondoro dal gesto della ragazza,che negava l'aiuto di lei per essere curata da quella ferita,fonte di perenne e costante dolore,attenuato in quel momento soltanto dall'attenzione della ragazzina verso la donna dalla chioma rossa...Ascoltò le sue parole,non udendole però realmente,non carpendone il reale significato,e non avendo nessuna intenzione di farlo:oh,quanto era testarda a volte...La vide muoversi traballante e lamentarsi del dolore provocato dalle varie ferite che sembravano sfregiarle il corpo,quasi come simbolo della potenza di ciò che l'aveva stretta fin allora in una morsa quasi fatale per lei...Sembravano essere passate ore da quando Brooke era riuscita a liberare la donna da quel groviglio,eppure bastava voltarsi ad osservare con maggiore attenzione la donna e la stessa ragazza per rendercisi conto di quanto breve fosse il lasso di tempo trascorso in quei minuti e di quanto quel senso di paura fosse ancora tangibile nelle due,nonostante il corretto compimento del tutto...
Le spiegazioni che seguirono rimasero molto sul sommario,ma la ragazza non ebbe neppure il tempo d'indagare che ancora una volta il silenzio regnante in quel luogo venne infranto...Furono attimi e qualcos'altro sembrò sferzare l'aria densa e oscura del labirinto,facendo sì che si espandesse per esso in maniera ancor più terribile della volta precedente:quella voce maschile portò inesorabilmente il pensiero della ragazza a Tristan,lo stesso ragazzo che dall'altro lato della barriere aveva temuto per la sorte della ragazza udendo le precedenti urla della donna...L'organo pulsante nel petto della ragazzina ebbe un sussulto,e quasi Brooke non si accorse dell'incespicare della rossa,finchè non la vide divenire un meraviglioso pettirosso,in una trasfigurazione perfetta...La seguì con lo sguardo,rimanendo ferma in un primo istante per poi muovere qualche veloce passo verso la direzione presa dall'ormai uccello...Passo dopo passo lasciò che lo sguardo la precedesse in un percorso a lei ignoto,mentre l'organo pulsante continuava frenetico il suo battere...L'espressione contratta ad ogni passo per l'ancora presente ferita al polpaccio,una mano stretta alla bacchetta mentre i passi si susseguivano sempre più veloci,così come il crescendo dei battiti cardiaci di lei:con la mano libera andava a stringere un frammento di fianco,mentre le sue gelide dita entravano in contatto col lembo di fianco in vista,in netto contrasto col calore che questo emanava...Non le importava nulla delle fitte che sembravano aver preso pieno possesso di quel suo camminare velocemente,mentre il respiro le diveniva affannoso e alla vista veniva trasmessa l'immagine di una casetta...Sperò con tutta se stessa che quel nuovo strazio non appartenesse al ragazzo dei Corvonero...Non avrebbe retto a tanto...
Continuò la sua avanzata verso quel lontano ma ben visibile abitacolo...

 
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Tristan Cohen
view post Posted on 29/4/2008, 14:28




Tristan rimase alquanto stupito del sorriso che gli rivolse la ragazza che aveva appena salvato... Era un sorriso troppo ironico, e allo stesso tempo troppo assurdo e totalmente fuori luogo, per una situazione del genere... Quella donna si trovava in quel luogo già da più tempo rispetto al ragazzo, eppure aveva ancora la capacità di sorridere, dopo essere sfuggita miracolosamente alla morte... Oppure era tutto già previsto dalla vecchia divinatrice, che era stata causa di tutto ciò... Tristan non sapeva più cosa pensare... Che quello strano luogo, avesse il potere di condurre la mente degli uomini all'oblio? Era certo che se mai fosse uscito vivo da quella situazione, difficilmente avrebbe dimenticato gli eventi che di li a poco si sarebbero susseguiti... Inoltre c'era qualcosa di inquietante, nel sorriso di quella giovane ragazza... Un qualcosa che portò Tristan a pensare che quella donna, fosse in qualche maniera strettamente connessa con quel luogo in cui si trovava in quel momento... Improvvisamente parve distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi, quasi a ridestarsi da quei pensieri che lo opprimevano, e si preparò a dare una risposta alla domanda che la giovane gli aveva posto... Ma non ne ebbe il tempo... Il silenzio che regnava in quel luogo, venne distorto da alcuni rumori poco indistinti, e da altre urla, ma questa volta appartenenti ad una inconfondibile voce maschile... Fu una sorta di deja-vù... Solo alcuni minuti prima, Tristan aveva ascoltato un urlo femminile, che in un primo momento aveva creduto che appartenesse alla sua Brooke, ma che poi si rivelò appartenere alla giovane ragazza che gli stava di fronte... Mentre pensava a ciò, la donna riuscì a sollevarsi restando in posizione eretta, voltò le spalle a Tristan e cominciò ad incamminarsi in direzione della provenienza dell'urlo, fin quando assunse improvvisamente, le sembianze di un pettirosso... Ormai nella mente di Tristan, regnava il caos più totale... In alcuni istanti, si erano susseguiti gli eventi più incredibili... Non c'era più traccia della giovane donna che aveva salvato dai rovi, e l'unica cosa sensata da fare, sembrava proseguire nella stessa direzione, per scoprire la fonte di quelle ulteriori e strazianti urla... Cercando di non pensare al peggio e a cosa avrebbe potuto assistere poco più avanti, strinse la bacchetta nella mano destra, e si incamminò verso il punto in cui si era librata in volo la donna, nelle sembianze di un piccolo pettirosso...

 
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view post Posted on 1/5/2008, 00:17
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Il Fato

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Entrambi, confusi dal susseguirsi rapido di eventi, ora pero' in un qualche modo si facevano trasportare da essi.

Il silenzio alleggiava come uno spettatore attorno a loro. Solo il rumore, di un qualche bastoncino spezzato, di rovi, di un qualcosa che sim muoveva attorno a loro.
Quel posto, sembrava essere vivo, avere una propria esistenza, un proprio moto di pensieri.
E il cielo, ora si andava ad rannuvolare. Un fulmine, ando' a colpire un albero, spoglio e oramai defunto, dandogli cosi' l'ultima fiammata di vita.

E l'ardere del fuoco, che rimaneva li, sollevato, ando' a spegnersi guradulalmente, perche' ora, tra i fulmini, una pioggia fastidiosa, tipicamente inglese, prese a scendere.
Entrambi, ora, si muovevano in direzione dell'urlo, della casa in lontananza.

 
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.:Brooke Davis:.
view post Posted on 1/5/2008, 14:43




Difficile raccapezzarsi in un luogo dove tutto sembrava muoversi autonomamente,dove ogni singolo elemento che formava l'angusto labirinto sembrava aver una propria "intelligenza" e una propria consapevolezza sul come e quando agire...Come era avvenuto momenti addietro per la donna,stretta in un groviglio di rovi che sembravano godere del dolore provocatole,e sembravano richiedere maggiore forza a loro stessi per far sì che la donna esalasse il suo ultimo respiro...E così sarebbe stato se l'intervento tempestivo di Brooke non l'avesse liberata da quella morsa...
Ora perfino il tempo sembrava andare in concomitanza con l'andamento emotivo della ragazza...Un'agitazione totalmente differente da quella precedente,un'agitazione molto più accentuata e palpabile...La paura che quelle urla appartenessero al ragazzo la costrinse a rallentare il passo in un primo momento,con la bacchetta stretta fra le mani,quasi a volerla spezzare,tanto era forte la pressione che la ragazzina sembrava esercitare per il nervosismo su di essa...E il tempo sembrava volerla ostacolare nel suo attaccamento a quella razionalità che era rimasta,quel miserabile briciolo che per lei costituiva un appiglio contro la disperazione più totale...
Una sottile e fastidiosa pioggerellina cominciò a farsi strada dal cielo,scendendo con regolarità e andando a bagnare leggermente la divisa della ragazzina che,nella fretta,sembrava aver lasciato il mantello nel luogo precedente senza essersene accorta...Nemmeno in quel momento parve rendersene conto,immersa com'era in quella bolla d'ansia e agitazione,mentre alle sue orecchie arrivavano suoni indistinti e fievoli rumori di piccoli rami spezzati sotto i passi ora più veloci della Grifondoro...Neppure il dolore al polpaccio sembrava avere la stessa intensità,o forse era il continuo pulsare del sangue alle orecchie di lei ad impedirle di percepire il tutto come realmente doveva essere...La bolla in cui era chiusa era di puro torpore a livello fisico...Neppure i piccoli rametti che,spuntando dalle compatte siepi,ogni tanto andavano a graffiarle le gambe sembravano essere motivo di fastidio per lei:era altro a scombussolarla così terribilmente...Le urla maschili sembravano susseguirsi senza tregua mentre il passo della giovane aumentava gradualmente,divenendo quasi una forsennata corsa nell'avvicinarsi a quella casa che tanto le incuteva timore...I passi si susseguivano molto velocemente a tal punto che il respiro di lei,nonostante l'affannosità raggiunta per i sentimenti d'angoscia fosse già abbastanza,risultò ancor più spasmodico di quanto non fosse...L'avanzata della ragazza era veloce,mentre stringeva forte la bacchetta tra le mani nel tentativo di trovarsi alla fonte di quelle urla nel minor tempo possibile e preparata,nei limiti del possibile...
La pioggia continuava a picchiettare regolare,cadendo da quella coltre di nuvole nere e soddisfatte che borbottavano minacciose sul capo della ragazzina...Oh,quanto avrebbe voluto trovarsi in tutt'altro posto,perfino nel tanto odiato locale che aveva sbeffeggiato poco prima di quella sorta di "teletrasporto" avvenuto a causa della vecchia e raggrinzita megera...Non avrebbe mai più posto troppa fiducia in nessun altro,questo era certo...La situazione in cui si ritrovava era troppo spiacevole per avere anche la benchè minima probabilità di essere riprodotta...Quella solitudine forzata,quel dubbio tortuoso che s'insinuava in lei,l'oscura ed incognita destinazione...
A cosa avrebbe portato tutto ciò?
Qual'era stato lo scopo della veggente?
Per quanto ancora il tutto si sarebbe protratto?

 
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Tristan Cohen
view post Posted on 1/5/2008, 19:59




Mentre Tristan proseguiva, addentrandosi nei meandri di quel luogo ormai familiare, qualcosa sembrava seguire i suoi movimenti... Una presenza costante... Inutile guardarsi attorno durante il cammino... Gli occhi di Tristan, non sarebbero riusciti a scorgere niente, se non alberi e rovi, dai quali si guardava bene dall'avvicinarsi... Quel luogo sembrava animanto da un'entita immateriale, che produceva ogni tanto qualche rumore indistinto, e che davano a Tristan la costante sensazione di essere osservato... Persino gli alberi, sembravano avere propri occhi per guardare, e per accorgersi che un intruso si stava aggirando nella loro casa secolare... E quelle urla, che ogni tanto squarciavano il silenzio, erano sempre più vicine... Tristan si stava certamente avvicinando al luogo dal quale provenivano... Ancora una volta pensò a cosa potesse essere così brutale, da provocare quelle urla di puro dolore... E ripensò alla ragazza trasfiguratasi in un pettirosso... Quando le urla furono arrivate anche alle sue orecchie, era sembrata molto preoccupata... Era forse a soccorrere il ragazzo, che si stava recando nelle sembianze del pettirosso? Eppure non sembrava in buone condizioni, per affrontare qualunque cosa stesse provocando quel dolore straziante... Poi il suo pensiero andò a Brooke... E si rammaricò di aver allontanato da lei la sua mente, negli ultimi istanti... Dov'era finita Brooke? Che stesse vivendo come Tristan, altre assurde situazioni? Il pensiero della ragazza, gli fece accelerare il passo... Ed ecco che il cielo, denso di cupe nuvole, si illuminava del classico bagliore, che precede un fulmine... E con sorpresa di Tristan, il fulmine cadde proprio a pochissima distanza dal punto in cui si trovava, dritto su di un albero... Le fiamme cominciarono a propagarsi anarrestabili... Ma forse, la fitta pioggia che cominciò a discendere dal cielo, avrebbe dato sollievo a quelle povere foglie... L'attenzione di Tristan, venne richiamata nuovamente da quell'urlo, più vicino del solito... Si affrettò nuovamente a procedere, bacchetta alla mano...

 
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view post Posted on 3/5/2008, 20:33
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Il Fato

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L'enorme abitazione, si stagliava sulla cima di un piccolo colle. Non vi erano ne arbusti, ne siepi, era uno spazio aperto, dove la casa, in stile vittoriano, si stagliava tra la pioggia e i boati dei fulmini. Rombi, che oscuravano tutti gli altri rumori.

Vi era una stanza, illuminata, al secondo piano, centrale e perpendicolare all'enorme entrata, incastrata in mezzo a due colonne che reggevano un malconcio balconcino. Ma impossibile da inviduare, se dietro al vetro, in quella stanza di luce, vi fosse realmente un qualcuno.

 
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.:Brooke Davis:.
view post Posted on 6/5/2008, 17:00




Un fulmine aveva squarciato minuti addietro il cielo,dirigendosi inarrestabile contro il tronco di un albero,dividendolo in due metà e costringendolo ad abbattersi al suolo mentre il fuoco,propagatosi molto velocemente sin dall'inizio,veniva spento da quella lenta ma costante pioggerellina che veniva giù inesorabile dalle cupe e brontolose nubi che oscuravano il cielo...Minuto dopo minuto l’andamento della pioggia cresceva,mentre ad essa si univa un ululante e freddo vento che andava a muovere le fronde ora cespugliose degli alberi,ora i rami secchi di questi ultimi,in un suono che aveva ben poco di rassicurante…Il continuo tuonare cui il cielo e l'intero spazio circostante era soggetto metteva a tacere qualunque altro rumore avesse avuto l'ardire di ricrearsi,impedendo l'arrivo di altro alle orecchie della Grifondoro,se non il frenetico scrosciare della pioggia,che s'abbatteva con violenza sul corpo della ragazzina,ormai zuppa...Il passo di lei,appesantito da quella costante d'acqua che non accennava a liberarla da quel peso ingombrante,mantenava un andatura di costante velocità nella sua avanzata verso la villa,a tal punto che in pochi minuti la vista le fu completamente sgombra da qualsiasi altra cosa mentre l'abitazione prendeva meglio forma rispetto al precedente aspetto,sbiadito dalla lontanaza che aveva avuto...La mastodontica abitazione si stagliava in un paesaggio appena verdeggiante:aspetto malconcio e traballante struttura,lasciavan poco spazio all'immaginazione...Un malandato balconcino retto da due colonne altrettanto meste,primeggiava nella visuale frontale che si aveva della casa...Sembrava una di quelle enormi ville abbandonate e dimenticate nel tempo e tutto sembrava combaciare,se non per un "piccolo" dettaglio:una finestra illuminata al secondo piano...Causa la pioggia,risultava impossibile determinare se all'interno vi fosse qualcuno,mentre anche le urla maschili erano state attenuate dalla ferocia della tempesta in corso,in un moto di quasi sollievo per la ragazza che,con respiro maledettamente spasmodico,rimase qualche istante ferma dinanzi il portone d'entrata,incerta sul daffarsi...Entrare sarebbe probabilmente stato un suicidio ma a quel punto la fanciulla sembrava non avere altre possibilità di scelta se non quella di avanzare verso quella barriera legnosa e solida che costituiva l'entrata verso una situazione altrettanto ignota...Pose la mano sulla fredda e bagnata superficie,cercando di riprendere respiro dopo quella frenetica corsa che le aveva mozzato letteralmente il fiato...I capelli erano completamente bagnati,così come la divisa e il viso della ragazzina,stanca,infreddolita e spaventata come non mai...La bacchetta stretta saldamente in mano mentre si piegava cingendo con un braccio il suo stesso ventre,troppo scossa per poter avanzare o rimanere alzata...La mente farfugliava soluzioni inudibili alle orecchie di lei,china sulle ginocchia nel tentativo di trovare respiro e coraggio...La ferita al polpaccio pulsava con dolorosa frenesìa a causa dell'affaticamento,mentre rivoli di sangue continuavano a scendere per la pelle chiara della Grifondoro,stavolta lavati via dalla pioggia scrosciante,nonostante il dolore non fosse attenuato...Trascorsero alcuni minuti prima che la ragazzina fosse tornata in grado di riproporre una posizione totalmente eretta,nonostante il braccio di lei continuasse a cingere imperturbabile la vita di lei...Decise così di approssimare una fasciatura per evitare che,tra la debolezza della corsa,le palpitazioni accellerate del cuore e l'angoscia costante che era in agguato,altro si aggiungesse al suo stato d'animo...Strappò così una manica della camicia andandola a stringere al polpaccio,nonostante il lembo di vestiario fosse completamente zuppo...Fu così che,approssimata la fasciatura,alzò lo sguardo mentre,togliendo il braccio dalla posizione semi-protettiva che aveva assunto,andava a spingere il portone d'entrata con un movimento lento e appesantito...Movimenti per inerzia erano quelli che caratterizzavano l'andamento della ragazzina,ormai giunta sul ciglio dell'abitacolo...
E a quel punto?



Edited by .:Brooke Davis:. - 6/5/2008, 19:54
 
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Tristan Cohen
view post Posted on 6/5/2008, 19:20




Il temporale continuava ad oscurare quello strano luogo, e continuava incessantemente a produrre fulmini perlacei, che si stagliavano lucenti nel cielo... Tristan continuava a camminare, cauto, ma allo stesso tempo cercando di accelerare il passo, anche perchè improvvisamente non sentiva più le urla che avevano destato la sua attenzione precedentemente... Se le urla erano cessate, poteva non essere necessariamente un fatto positivo... E la strana atmosfera di quel luogo, non erano certo favorevole a indurre Tristan ad essere ottimista... In quel momento, il silenzio veniva smosso soltanto dal rumore costante della pioggia che scorreva e si schiantava sul terreno, e dei fulmini, che ad intervalli regolari esplodevano nel cielo... A Tristan parve improvvisamente di scorgere qualcosa in lontananza... Una sagoma scura e di grandi dimensioni, che si stagliava imponente all'orizzonte... Alzò la bacchetta magica, temendo chissà cosa... Quel luogo era capace di far immaginare le situazioni e le fattispecie più assurde... Ma in realtà, avvicinandosi, scopri che la sagoma che aveva visto in lontananza, altro non era che un grande edificio... Sembrava quasi una montagna, nel bel mezzo di un deserto... Non era circondata da nessun albero e da nessuna siepe, quasi a voler significare che qualsiasi forma di vita, anche vegetale, non aveva alcun desiderio di stanziarsi in prossimità di quell'edificio... Poteva anche essere stata un'abitazione imponente, poichè Tristan ne riconobbe la pregevole architettura, ma ciò non gli impediva di provare una sorta di timore reverenziale, all'idea di doversi addentrare nell'edificio... Ma all'improvviso, notò che una finestra al secondo piano, situata esattamente sopra l'ingresso principale, era illuminata... L'attenzione di Tristan, fu destata inevitabilmente da quell'apertura, poichè era l'unica in tutto l'edificio ad essere illuminata... Ma non riusciva a scorgere nulla al suo interno... L'unico modo per arrivare fin lassù, era quello di entrare in quella strana casa... Proseguì in direzione dell'ingresso, allungando la mano verso la maniglia, e preparandosi ad entrare...

 
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view post Posted on 14/5/2008, 20:45
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Il Fato

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//scusate il ritardooo T.T mi spiace tanto ciccini//

Ambo i ragazzi si trovarono davanti all'enorme portone, di un bel legno tinteggiato di verde. Si ergeva sotto un piccolo balcone soretto da due colonne. Entrambi i ragazzi ora stavano al riparo dalla piogerellina fitta.

Nel bel mezzo della pesante porta, una perfetta ricostruzione in ottone del volto di una donna. O forse e' meglio dire una sfinge. Aveva gli occhi chiusi, le labbra serrata in una morsa, il volto magro, scavato sulle guancie e i capelli, incisi alla perfezione, che cascavano lungo i lati del viso.
Immobile, come una statua di sale, e cosi' terribilmente somigliante alla realta.
 
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.:Brooke Davis:.
view post Posted on 17/5/2008, 20:41




Una giovane ed esile figura alla penombra di una tenue luce proveniente da una finestra posta al secondo piano dell'edificio:era quello che chiunque in lontananza avrebbe benissimo visto...Un'ombra lontana,sbiadita dalla fitta coltre di pioggia che si abbatteva con incessante violenza al suolo,bagnandolo e facendo sì che piccoli corsi d'acqua,formatisi approssimativamente,scendessero per il piccolo colle,ove era posta l'abitazione...Una fitta edera pervadeva le mura dell'enorme e malsana abitazione,avvolgendola,più di quanto non fosse,nell'umidità e avendo probabilmente provocato anche in passato il cedimento lieve della struttura,dall'aspetto non troppo rassicurante...Fulmini si mostravano nel cielo,illuminandolo di una luce che appariva ad intervalli regolari e per piccole frazioni di secondo,per poi essere seguiti da sommessi rumori,simili al brontolare di un felino predatore prossimo alla preda,esaltato dalla paura che attraversa gli occhi di essa,albergandovi infine con costanza fino al momento per questa fatale...La pioggia sembrava non avere la benchè minima intenzione di placare la sua ira,probabilmente divertita e stuzzicata dalla paura che provocava nei ragazzi...Qualunque cosa quella veggente avesse avuto in mente,era senza ombra di dubbio qualcosa di negativo:il luogo in cui li aveva portati era fin troppo angusto e surreale per portare a qualcosa di buono,anche con la maggiore quantità di positività disponibile...Ma inarrivabile era una plausibile conclusione e risposta ai quesiti della ragazza:non riusciva a spiegarsi i motivi che avevano spinto la raggrinzita megera a fare ciò ai due ragazzi,semplicemente attratti dal palese richiamo che ella aveva rivolto ad entrambi...E il risultato era già pessimo di suo e all'inizio:ognuno per la sua strada,l'uno all'oscuro degli avvenimenti che caratterizzavano il percorso dell'altro,ignari del fatto che entrambi vivevano la medesima situazione,ambedue grondanti di fredda acqua piovana...
La giovane Grifondoro,troppo scossa dalle urgenze fisiche dettate da stato d'animo inquieto e palesi malesseri provocati da agenti esterni,sembrava aver trascurato un importante e quantomai insolito dettaglio presente sulla superficie della porta...Sulla verde e scostante vernice del levigato uscio apparivano disegnati i contorni di un viso di donna,dalle labbra compresse tra loro...Il volto emaciato incorniciato da una lunga chioma diligentemente intagliata sul legno della porta...Gli occhi chiusi in una veglia...La prima reazione della ragazza fu intrisa dalla sorpresa più totale,l'espressione incredula,la mano a pochi centimetri dal toccare l'uscio ferma e immobile,mentre piccole goccie pendevano dal braccio di lei...Portò la mano a scostare dal viso i capelli gocciolanti,nonostante ora la pioggia non battesse più nè sul suo capo nè sul suo corpo,protetto dal balconcino che si trovava sopra il capo della Grifondoro,l'espressione più che eloquente...Un unico ed istintivo movimento,ancor prima che altri sentimenti si aggiungessero a quelli che le pervadevano l'animo in quel mentre:la mano di lei si mosse in un veloce scatto,soffermandosi qualche secondo a pochi centimetri dal viso legnoso di lei,per poi poggiare delicatamente le dita su una delle gote della "donna"...
Che un'analoga situazione babbana,di cui aveva vecchissime reminiscenze,si sarebbe ripresentata ai suoi occhi?



Edited by .:Brooke Davis:. - 18/5/2008, 21:49
 
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Tristan Cohen
view post Posted on 19/5/2008, 14:54




Inutile continuare ad esaminare la luce proveniente dalla finestra della casa in stile vittoriano... La strada, aveva condotto il giovane ragazzo in quello strano luogo, e adesso era inevitabile pensare che si trattasse di una sorta di piano architettato dalla inquietante divinatrice, causa di tutto ciò che stava succedendo... Che l'anziana donna si trovasse proprio in quella casa? E chi era la strana ragazza che Tristan aveva salvato dalla letale stretta dei rovi, e che improvvisamente si era trasfigurata in un pettirosso? Mille interrogativi affollavano la mente del ragazzo... Ma per nessuno si sarebbe trovata una risposta, in quel momento... Bisognava avventurarsi in quell'imponente edificio, per trovare delle risposte... Chissà se Brooke era già passata di lì... O forse si trovava proprio in quella stanza illuminata ai piani superiori... Il pensiero della ragazza mise ulteriore fretta a Tristan, che decise di non indugiare ulteriormente nello spazio antestante all'edificio, e di proseguire verso il patio che portava all'ingresso... Il portone era apparentemente ligneo, di un colore leggermente verdastro... Solo quando il ragazzo si trovò al riparo dalla pioggia che tormentava quel luogo, si rese conto di ciò che si trovava scolpito sulla porta di ingresso... Un volto di donna dai lunghi capelli, e dai lineamenti scolpiti in maniera perfetta... Aveva gli occhi chiusi, quasi come se stesse dormendo... Uno strano pensiero attraverso la mente di Tristan in quel momento... Sembrava quasi che il volto costruito nella porta, appartenesse ad un essere umano... Che avrebbe aperto i suoi occhi da un momento all'altro? Apparentemente non c'era modo di aprire la porta, ignorando quel volto inquietante... Istintivamente, Tristan strinse la bacchetta che teneva nella mano destra, e portò le dita della mano sinistra a sfiorare i lunghi capelli di quel volto, rendendosi conto stupidamente, che non apparteneva di certo ad un essere umano...

 
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view post Posted on 27/5/2008, 19:50
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Il Fato

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Gli occhi si spalancarono. Davanti ad entrambi ora, quel volto veniva trasfigurato, emettendo solamente un flebile respiro. Come se prendesse aria dopo tanto, troppo tempo.

-ma...-

gli occhi che ora apparivano di un castano scuro, quasi nero, osservarono la figura che aveva davanti.

-sembra il modo di importunare una signora? che vuoi...forse entrare?-

non diede tempo a effimere risposte, riprese l'assurdo monologo semplicemente

-ahah dovrai prima superare il mio indovinello-

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-quando lo nomini non c'e' piu'...cos'e?-
----------
-non si vede e non si tocca ma esce sempre dalla bocca e'...





//rispondete qui!! uu//
 
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.:Brooke Davis:.
view post Posted on 31/5/2008, 13:07




Il succedersi dei fatti era palesemente cambiato agli occhi dei due giovani che,sin dall'inizio di quella che avrebbe dovuto mostrarsi una semplice uscita,non avevano neppur minimamente immaginato che una situazione del genere si presentasse ai loro occhi e che il tutto sarebbe così cambiato:a partire dall'ambientazione per poi arrivare ai loro stati d'animo,dal soleggiato clima che pervadeva le strade di Hogsmead al martellante picchiettare della pioggia al suolo...Del resto,nessuno mai avrebbe immaginato che un richiamo preso quasi per scherzo li avrebbe condotti ad affrontare avventure così lontane dalla loro realtà e dall'aspetto a tal punto chimerico da spiazzare entrambi...Istanti erano bastati,una stretta alle mani dei due troppo ferrea per sembrare vera,soprattutto se prodotta dal gracile corpo di una figura gobba e malsana,un lampo abbagliante ed infine un tunnel verdeggiante in un'ambientazione angusta e poco rassicurante...Una sicurezza infranta mentre un muro invisibile separava le strade dei due,rendendoli ognuno artefice del proprio destino e soprattutto della propria sopravvivenza;una parete incorporea che respingeva con dispettosa delicatezza i corpi di chi osava avvicinarsi,divenendo un qualcosa che annullava alla vista la consistenza fisica dell'altro...
Un altro susseguirsi di eventi mentre la mente della Grifondoro - così come quella del Corvonero - veniva guidata da un avvicendarsi di urla strazianti,prima femminili e poi maschili...Corsa forsennata per uno all'inizio,simile reazione per l'altra dopo la prima difficoltà,almeno apparentemente superata...Pioggia che batteva,vento che ululava,mormorio proveniente dalle ormai addensate nubi scure,e un'abitazione che iniziava a stagliarsi lentamente alla vista della ragazzina,che risaliva lentamente il colle dove questa era ubicata...Una smerigliata superficie verdastra dove era intagliata con diligente perfezione il viso di una donna dormiente da chissà quanto che in quel momento,al tocco della Grifondoro,parve ridestarsi dal suo probabilmente secolare sonno...Una nota d'indignazione e sarcasmo mentre la ragazzina ritraeva istantaneamente la mano,portandola ad accucciarsi contro il corpo,l'altra stretta attorno alla bacchetta...Il viso si muoveva quasi irrealmente sulla superficie legnosa della porta,rendendo udibile il respiro flebile di questa mentre l'espressione della fanciulla diveniva indiscutibilmente interrogativa,sentendosi proporre un indovinello dalla soluzione non troppo difficile.Sembrava il realizzarsi di una leggenda di cui la ragazzina aveva sempre e solo sentito raccontare,un mito babbano che da piccola le era stato più e più volte riproposto,ma il cui indovinello era forse stato più difficile...L'unica cosa che parve fermare la Grifondoro fu l'ambiguità del parlare con un qualcosa di fin troppo incredibile,con un volto che,per quanto fosse somigliante alla realtà,era pur sempre parte dell'uscio della villa...Schiuse le labbra come a voler dare la soluzione ma le parole parvero fermarsi,quasi non volendo uscire in un primo momento...Schiarì la voce,tossicchiando nervosamente,la bacchetta stretta in mano e lo sguardo fisso sul volto di donna.Riflettè qualche istante sulla risposta da dare,cercando di non tralasciare nessuna opzione e di non farsi guidare da quell'impulsività che faceva parte del suo essere e che,per quanto a volte fosse messa da parte da un precario autocontrollo,sapeva quando e come venir fuori,con impetuosità mai vista e chissà da quanto covata...Del resto quella giornata il suo istinto sembrava averla ammonita per bene dall'avvicinarsi all'anziana mentre l'altrettanto testardo Corvonero l'aveva spinta verso la donnina...Se avessero avuto la possibilità di rivedersi - cosa che la Grifondoro sperava vividamente - il Corvonero avrebbe probabilmente meritato un ammonimento contro quella sua curiosità e contro quell'ambiguità nel suo comportamento,tanto razionale quanto impulsivo a volte,che diveniva spesso e volentieri irritante...
Tornò alla soluzione:l'aveva ormai...Schiarì nuovamente la voce...


-Il silenzio...Credo...-

disse flebilmente,mentre la voce di lei andava a diminuire ancor di più su quell'ultima parola,appena percettibile ad udito...Lo sguardo speranzoso perso in quel profondo colore castano,tendente al nero,nell'attesa di un assenso o dissenso:non sapeva più cosa sperare...La soluzione per uscire da quell'avventura era entrare in quella casa o li avrebbe condotti ad un'inevitabile prova,così come la precedente?
Sperò solo si trattasse della prima opzione...

 
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view post Posted on 3/7/2008, 18:54
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Il Fato

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