Un libro speciale, Quest

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view post Posted on 13/10/2008, 08:59
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Era una bella mattina, quella. Nonostante fossero in pieno ottobre la giornata era calda e soleggiata come fosse estate. Caroline era felice di ciò. Aveva passato un po’ di tempo in giardino a godersi quel bel sole ma ora il dovere la chiamava: quell’anno frequentava il terzo e, al suo solito carico di studio si erano aggiunte tre materie. Pur avendo terminato con successo tutte le lezioni di Incantesimi, la strada per arrivare alla fine dell’anno era ancora lunga. Quel giorno decise, lo avrebbe dedicato alla materia che più le stava antipatica: Antiche Rune. Doveva fare tutta una serie di ricerche e non sapeva da che parte cominciare. entrò quindi in biblioteca. Individuò immediatamente un tavolo vicino alle finestre dove poggiò tutta la sua roba. Estrasse le varie pergamene che aveva con sé e aprì quella di Rune, per leggere le varie consegne… dunque… una ricerca sulla madreperla, la Malachite, lo zaffiro e le pietre… uhm… Continuando a riflettere sul titolo di quella domanda si avvicinò ad uno degli scaffali della biblioteca in cerca di un qualsiasi titolo che potesse aiutarla



Edited by Daddy E. Toobl - 13/7/2016, 22:03
 
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view post Posted on 14/10/2008, 07:59
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Il Fato

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La biblioteca era ancora deserta. Tutti gli studenti avevano raggiunto la sala grande, per consumare la colazione, prima di immergersi nelle numerose ore di lezioni della mattina. Nella grande biblioteca regnava un silenzio magistrale, a parte qualche scricchiolio di tanto in tanto, proveniente dai numerosi ed antichi scaffali che arricchivano la stanza.
La ragazza si fermò davanti ad uno di essi, iniziando a contemplare i numerosi volumi presenti nel reparto di incantesimi.
Ad un tratto però, la sua attenzione fù richiamata da un volume in particolare, rilegato in pelle, con una voluminosa scritta dotata sul lato visibile della copertina, “De abditis tramiti bus” il titolo stampato su di esso.


 
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view post Posted on 14/10/2008, 09:00
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Ma era totalmente tonta? Che ci faceva nel reparto di Incantesimi, se il libro che cercava riguardava le pietre e le rune? Ma vabbè, ormai era lì tanto valeva dare un’occhiata. Scorse velocemente i titoli in esso presenti: alcuni erano i più classici, libri che anche lei vendeva nel suo negozio, altri non li aveva mai sentiti. Su questi si soffermò in maniera particolare, osservando le antiche rifiniture dei libri e passando lievemente una mano sulla rilegatura. Avrebbe voluto poterli leggere tutti… avere tutto il tempo del mondo per poterli aprire uno ad uno e ricavare da ognuno di essi i segreti più nascosti. Ma non poteva, sapeva di non potere: quel giorno non poteva leggere per puro diletto: doveva cercare un libro, uno qualsiasi che parlasse di rune o pietre usate per la fabbricazione di rune. Ma quel giorno la sorte non sembrava essere decisamente dalla sua parte. Ad un certo punto, un libro attrasse la sua attenzione. Era rilegato in pelle e decorato con una scritta dorata. La ragazza ne esaminò attentamente il titolo “De abditis tramiti bus” chissà cosa significava. Era latino sicuramente… peccato che lei non ne conoscesse neanche una parola. Estrasse il libro dallo scaffale e lo aprì alla prima pagina, curiosa di vedere di che argomento trattava

 
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view post Posted on 14/10/2008, 09:24
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Sulla copertina del libro oltre al titolo De abditis tramitibus c’era un sottotitolo “Non legenda sed evocanda est”. Quando la ragazzina aprì la prima pagina, si accorse subito che quello non era di certo un libro come gli altri, in quanto tutte le pagine erano uniformemente bianche. Inutile continuare a cercare, non era un libro che poteva esser letto, ma forse custodiva in se un segreto ben più importante

 
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view post Posted on 14/10/2008, 10:02
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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La ragazzina richiuse per un istante il libro osservandone nuovamente il titolo: “De abditis tramitibus” “riguardo le vie nascoste” o qualcosa di simile. Andò a sedersi ad un tavolo della biblioteca, con il libro aperto in mano, quando ad un tratto il suo dito percepì una scritta ugualmente in rilievo, ma che sembrava più piccola… forse doveva riguardare la copertina, anche perché non era molto intelligente tenere un libro aperto su una pagina bianca. Lo richiuse, osservandone meglio la copertina. Come aveva supposto, oltre al titolo, c’erano anche altre parole “Non legenda, sed evocanda est” la ragazzina sbuffò: ecco, proprio quello che le mancava… dover evocare le scritte di un libro. Ma non poteva lasciarlo dov’era? Evidentemente NO, eppure accidenti a lei, era sempre stata una persona intelligente. Ma la sua intelligenza era sempre stata pari alla sua curiosità. Ormai si era ficcata in quella situazione e avrebbe fatto apparire le scritte di quel dannato libro, fosse stata l’ultima cosa che faceva. Apparire.. uhm… forse sarebbe bastato un semplice “Aparecium?” Ma no, troppo semplice.. e poi il titolo diceva chiaramente che doveva evocarle, non farle apparire. Il problema era, fondamentalmente che lei non conosceva uno straccio di incantesimo di evocazione a parte l’Avis e il sortia… ma dubitava fortemente che uno di quei due incanti potesse in qualche modo esserle utile… doveva assolutamente trovare un’altra soluzione

 
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view post Posted on 15/10/2008, 07:58
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Il Fato

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La ragazzina era troppo impegnata a cercare qualche incantesimo per rendersi contro che probabilmente non era quello il modo corretto per procedere. Doveva basarsi sul titolo e sottotitolo del libro che il libro le forniva, era li la chiave di attivazione del libro.

 
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view post Posted on 15/10/2008, 14:30
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Allora, dunque.. doveva assolutamente ragionare. Dunque, quali elementi aveva? Innanzi tutto c’era un libro assolutamente bianco senza alcuna parola apparente fatta eccezione per il titolo e il sottotitolo presenti in copertina. Ora, era assolutamente impossibile che in quel libro non ci fosse scritto nulla altrimenti non avrebbe avuto tutte quelle pagine… anzi, se non ci fosse stato nulla da scriverci, non sarebbe stato necessario neanche rilegare una serie di fogli, addirittura con scritte dorate e in rilievo. E questo era assodato. Ora, doveva assolutamente capire cosa c’era scritto. Nel frattempo, alcune delle vecchie pagine dei libri di latino di sua madre le ritornarono alla mente. Li aveva sfogliati qualche volta e, ripensandoci meglio, qualche semplice frase poteva riuscire a tradurla, come aveva appena fatto per il titolo e il sottotitolo del libro. A quel pensiero richiuse istintivamente il libro, tornando a posare lo sguardo sulla preziosa scritta stampata in rilievo sulla copertina. Il dito indice della mano sinistra percorreva lentamente, una ad una le lettere delle varie parole, mentre la Corvonero rifletteva, cercando una soluzione. Non conosceva alcun incantesimo che potesse aiutarla.. ma forse… forse avrebbe potuto inventare lei una formula, sperando che funzionasse e non le si ritorcesse contro. La prima cosa da tenere presente era che sicuramente, la formula che avrebbe dovuto usare avrebbe dovuto essere in latino, per accordarsi con il titolo del libro. Dunque, l’argomento di quel libro erano le vie nascoste. Innanzi tutto doveva trovare una formula che avesse senso, prima in italiano e poi avrebbe pensato a tradurla. Allora, istintivamente, una formula che avrebbe usato, sarebbe stata “Rivela le vie nascoste”.. ma come veniva in latino? Dunque… “vie” in latino si diceva “trames”, era un nome della terza declinazione… di conseguenza veniva... dunque.. Trames, tramitis... “tramites” “nascoste” era un aggettivo e per tradurlo avrebbe usato “abditus” come era esattamente nel titolo del libro, un aggettivo… che accordato a “tramites” veniva…. “abditas”. E ora il verbo. Come diavolo si diceva “rivelare” in latino? Non se lo ricordava assolutamente.. ma doveva ragionare. Ma poi… perché proprio “rivelare”? C’erano anche altri verbi che più o meno avevano lo stesso significato ad esempio.. scoprire… che, se non si ricordava male si diceva… “Aperio” . E ora doveva soltanto scegliere il tempo verbale giusto. Ripeté mentalmente la formula che aveva pensato in italiano… “Rivela” sembrava un ordine.. quindi forse l’imperativo avrebbe potuto andare bene. Il modo imperativo, insieme a quello indicativo era l’unico che le era rimasto impresso dei tanti verbi esistenti in latino, anche perché ogni coniugazione aveva soltanto due desinenze “Aperio” era della quarta coniugazione, quindi, se non sbagliava, la formula sarebbe venuta “Aperi tramites abditas” Non ne era certa al cento per cento, ma tanto valeva provare. Puntò la bacchetta contro il libro che era rimasto chiuso e pronunciò:
-Aperi tramites abditas-



Edited by Caroline Dalton - 23/10/2008, 22:46
 
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view post Posted on 1/11/2008, 10:44
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Il libro si mosse leggermente, come animato da qualcosa, e si sollevò, leggero come una piuma. La formula sembrava aver funzionato, tuttavia, d’un tratto il libro perse quel briciolo di vita che l’aveva animato fino a quel momento, per ricadere immobile sul tavolo.
La ragazzina era sulla buona strada, ma avrebbe dovuto fare di più.

 
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view post Posted on 3/11/2008, 11:05
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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La sua formula sembrò funzionare: appena terminata, il libro, come mosso da una forza invisibile si sollevò sul tavolo, come se fosse sotto l’effetto di un Leviosa. Non fece in tempo a terminare questo pensiero che il tomo ricadde nuovamente sopra il tavolo, esattamente nella stessa posizione di prima. Sembrava aver perso quel minimo di magia che lo aveva animato. Eppure… eppure Caroline era convinta di non aver sbagliato. E c’era inoltre il fatto che ormai era stata presa da una fortissima curiosità di sapere cosa quel libro contenesse Rifletté qualche istante, ripassando tutti i passaggi e analizzando le parole che aveva utilizzato: la formula era sicuramente giusta, forse allora aveva sbagliato qualcosa nel movimento oppure… Non era sicura che l’idea fosse giusta, ma valeva la pena tentare. Prese delicatamente la copertina del libro e l’aprì ponendo di fronte a sé la prima pagina bianca. Quindi sollevò la bacchetta e muovendola dall’alto verso il basso enunciò nuovamente la formula da lei stessa creata
- Aperi tramites abditas-

 
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view post Posted on 3/11/2008, 12:10
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Il libro si sollevò nuovamente, ma contrariamente a quel che era successo prima, non ricadde subito, ma le pagine, come impazzite, presero a sfogliarsi vorticosamente, come se un forte getto di aria fosse giunto da una finestra aperta e rapido stesse muovendo quelle pagine. Ma in tutto quello che stava succedendo non vi era nulla di normale, infatti dopo qualche istante, tutto si fermò, ed una luce abbagliante uscì dalle pagine bianche ed ingiallite. Subito il giovane prefetto ne fù completamente avvolto, e come se una forza più grande di lei avesse deciso di rapirla, Caroline svanì nel nulla, il libro ricadde rumorosamente sul tavolo di legno e nella biblioteca tornò il più perfetto silenzio.

(…..)

Gli occhi erano ancora chiusi, tuttavia la ragazza poteva avvertire l’erba fresca sotto di se, ed il calore del sole che le riscaldava dolcemente il viso, mentre un fresco venticello le scuoteva i lunghi capelli.
Aprì gli occhi e quel che vide la lasciò per un istante senza parole. Non era più in biblioteca, ma in un posto, molto simile ad un giardino, ricco di verde; gli uccellini dai mille colori, volavano rapidi di ramo in ramo, cinguettando soddisfatti, mentre un piccolo leprotto si era fermato, vicino ad un cespuglio ed osservava la ragazza incuriosito.

 
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view post Posted on 3/11/2008, 22:25
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Evidentemente aveva dimenticato di effettuare il movimento corretto. Infatti, nel momento in cui accompagnò alla formula il movimento del polso, il libro si sollevò nuovamente e le pagine presero a sfogliarsi come se una grande corrente d’aria fosse entrata dalle finestre in realtà perfettamente chiuse. Caroline sgranò gli occhi allibita: che diavolo stava succedendo? Non fece in tempo a terminare il pensiero che la corrente d’aria terminò e le pagine del libro si fermarono, smettendo di vorticare impazzite.
La corvonero si avvicinò nuovamente al libro, ma ad un tratto una luce abbagliante la investì costringendola a chiudere gli occhi. Improvvisamente si sentì come avvolta da una forza più grande. Afferrò istintivamente la bacchetta, stringendone l’impugnatura nella mano sinistra ma non riuscì a fare altro. Qualcosa che non poteva definire la sollevò da terra trasportandola dove non aveva idea. Rimase con gli occhi chiusi per tutto il percorso tentando di fare appello alla sua razionalità, che sempre le era stata d’aiuto e allo stesso tempo rimproverandosi per quella sua maledetta curiosità: doveva soltanto fare una dannata ricerca di Rune, non leggere un libro illeggibile per di più preso dal Reparto di Incantesimi.
Se fosse riuscita a tornare ad Hogwarts, si ripromise, si sarebbe dedicata ESCLUSIVAMENTE ai suoi doveri. Nel frattempo, il viaggio era terminato.
La ragazzina fu risvegliata dai suoi pensieri da un dolore al fianco: evidentemente si era schiantata a terra… ma non era poi andata così male, era atterrata sull’erba, poteva sentirne la leggera consistenza attraverso le dita delle mani. Anche in quel luogo c’era il vento e poteva sentire i caldi raggi del sole sulla sua pelle. Evidentemente si trovava in uno spazio aperto. Ancora un po’ spaventata per quanto avrebbe potuto trovarsi davanti, la corvonero decise di aprire gli occhi ed affrontare la realtà. La sua paura scemò un po’ notando dove si trovava: era in un giardino o in quello che aveva tutta l’aria di essere tale. Sembrava incontaminato, era pieno di verde e di uccellini che volavano tranquillamente da un albero all’altro. Guardandosi attorno, la giovane corvetta potè notare anche un piccolo leprotto che la osservava curioso probabilmente di capire che strano animale fosse quello che gli era caduto a pochi passi. Non c’erano pericoli, apparenti, ma la corvonero tenne la mano sulla bacchetta e si alzò, cominciado a girare per quel bellissimo giardino, cercando un modo per orientarsi e poter tornare ad Hogwarts il prima possibile.


 
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view post Posted on 4/11/2008, 07:44
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Il Fato

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Nulla in quel posto di pace, lasciava presagire un pericolo imminente, tuttavia, un cespuglio, poco distante dalla ragazza, prese a muoversi vistosamente, e, dopo qualche istante, una piccola testa, ricca di ciuffi cremisini fece capolino, seguita a ruota da un paio di occhi verde smeraldo; un delizioso e sgargiante sorriso, coronava il tutto.
Una bambina, di circa sei anni, comparve da dietro quel cespuglio, e sorridendo alla giovane ragazzina prese ad avvicinarsi senza esitazioni, guardandola con aria gioiosa.


 
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view post Posted on 4/11/2008, 10:24
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Caroline continuo a guardarsi intorno, ma quel luogo sembrava tutt’altro che inospitale o pericoloso. Ma la prudenza non era mai troppa e la mano sinistra della corvonero non voleva saperne di lasciar andare la bacchetta. Continuò a camminare, quando, ad un tratto, un rumore proveniente da un cespuglio poco distante la spinse a rinsaldare la presa sul piccolo oggetto di legno che non aveva ancora tirato fuori. Non conosceva molti incantesimi, ma era pronta ad avvalersi di quelli che era capace di usare in ogni momento. Sapeva fin troppo bene che troppe volte l’apparenza inganna. Ma i suoi pensieri furono interrotti dall’apparire di una testolina dai crini inconfondibilmente rossi e due splendidi occhi verdi. Era una bambina che si dirigeva spedita verso di lei. Non le avrebbe dato più di cinque-sei anni. Intanto la piccola camminava spedita verso di lei, sorridendole gioiosa, come se la conoscesse. Ma lei era certa di non averla mai vista.. non conosceva bambini e poi.. sicuramente, se avesse conosciuto quella particolare bambina se la sarebbe ricordata. Ma essere gentile non le era mai costato nulla. Ricambiò il sorriso della piccola, colmando la distanza che le separava. Magari anche lei si era persa e avrebbero potuto cercare insieme la strada per tornare a casa. Si chinò quindi di fronte alla bambina, portandosi al suo livello per poterla guardare negli occhi
-Ciao piccola, ti sei persa? -

 
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view post Posted on 4/11/2008, 10:36
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La bambina, sorridente, continuava a guardare la ragazza, come se la conoscesse da tempo. Ormai erano vicine, e Caroline potè scrutare ogni più piccolo particolare, dai lunghi capelli rossi, agli occhi verde. La bambina intanto continuava a sorridere, e senza pensarci più di tanto afferrò la mano della ragazzina.

Ma no zia, io non mi sono persa, questo è uno dei miei sogni. Sono così felice di vederti, non avrei mai sperato di trovarti proprio qui., sono felice.

D’impulso la piccola le buttò le braccia al collo stringendosi a lei, come se realmente la conoscesse, come se il legame che le univa fosse talmente profondo da rendere il tutto familiare. Ma chi poteva essere quella bambina?

 
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view post Posted on 4/11/2008, 10:52
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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La bambina continuò a sorriderle tranquillamente guardandola come se fosse per lei una persona conosciuta. Perfetto. Peccato che la stessa cosa non valesse per lei. Ma se quella bimba era così sicura allora doveva per forza averla già incontrata. A quel punto il suo cervello corvonero entrò in azione cominciando ad esaminare tutti i visi di cui aveva memoria e cercandone uno che corrispondesse a quello della piccola. Nel frattempo, la bambina, che sembrava a vere l’argento vivo addosso, la prese per mano e parlò, chiamandola zia. Zia? E da quando? Ma avrebbe perso tempo a pensarci dopo, la bimba continuo a parlare… dove esattamente erano? In uno dei sogni della bambina? O santo Merlino! Ma in che razza di situazione si era andata a cacciare? Stava per dire alla piccola che doveva sicuramente essersi sbagliata quando questa le buttò le braccia al collo. La ragazza sorrise, stringendola un po’ per non farla cadere e rinunciò al suo proposito. Magari lo avrebbe fatto in seguito, ma quello non era il momento. E poi, quella bambina le irradiava un calore che non aveva mai provato e in qualche modo le dispiaceva rinunciarci. Magari, si ritrovò a pensare, “zia” era solo un modo di dire, magari alla bambina era stato insegnato a chiamare così tutte le persone più grandi di lei. La strinse ancora un po’, poi la lascio per porla di fronte a sé e guardarla negli occhi. Aveva una domanda da farle
-Anche io sono contenta di vederti. Senti.. potresti spiegarmi, per favore cosa significa che siamo in uno dei tuoi sogni? -

 
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