Una grande perdita...

Ma che diavolo stava succedendo?
Due secondi prima lei e Simone se ne stavano tranquillamente seduti circondati dal niente e ora si ritrovavano nel bel mezzo di una battaglia con due persone che non aveva mai visto.

“Che cosa volete? Chi siete?”

Le venne spontaneo domandare mentre assisteva allo schianto dell’Incarceramus contro la barriera del Protego che Simone aveva celermente fatto apparire davanti a lei.

“Conosci queste due persone?”

Aggiunse rivolgendosi al proprio collega ma con lo sguardo fisso sulle figure mascherate che li fronteggiavano.
Non poteva vedere oltre la maschera ma poteva captare l'odio che scaturiva da loro...aleggiava nell'aria come una nuvola nera e pesa di tempesta.
Non capiva quale fosse il problema nè se realmente vi fosse un problema. Solo una infima categoria poteva attaccare senza un motivo.
Si alzò dalla panchina cercando di mantenere la calma, l'espressione glaciale fissa sulla donna che aveva sentito parlare in precedenza.
Ignorando l'attacco dell'altra figura, puntò la bacchetta verso la donna e con gesto rapido e deciso enunciò

"Stupeficium"

Voleva scagliarla lontano da lei....da loro.
Voleva renderla inoffensiva.
Voleva fargliela pagare per ciò che aveva detto e fatto.
ed era sicura che Simone avrebbe neautralizzato l'incanto di disarmo.

Scappare?
Dovevano essere le conseguenze del Cruciatus....non sarebbe mai scappata lasciandolo lì in balia di quella pazza scatenata e dell'altra figura che ancora non era riuscita a qualificare.
Non aveva paura, affatto. Era arrabbiata. E molto.
Cercava di riflettere febbrilmente mentre passava lo sguardo lampeggiante di rabbia dall'una all'altra.
Che cosa volevano da loro? Perchè quella ragazza ce l'aveva così tanto con Simone?
Si chinò sul suo collega per accertarsi delle sue condizioni, poi lo sguardo le cadde sulla bacchetta...era troppo lontana e non avrebbe lasciato Simone neanche per un misero secondo.

"Non ti lascio...."

riuscì a sussurrare in un mormorio quasi impercettibile.
L'unica cosa che potè fare fu di mettersi fra lui e le due figure con la bacchetta stretta in una morsa che le fece imbiancare le nocche.
Rapida la puntò contro Phoe, gli occhi socchiusi in due fessure.
Cercò di concentrarsi il più possibile e non le fu difficile immaginarsi l'effetto dell'incanto che stava per lanciare su di lei.

"Caricamento"

Gridò in un gesto quasi liberatorio.
Si sarebbe scagliata lei contro quella donna...aveva talmente tanta rabbia in corpo che sarebbe stata a prenderla a ceffoni per ore...

Riuscì ad allontanare la mangiamorte da Simone scaraventandola all’indietro.
Sentì però un forte dolore ad un fianco…abbassò lo sguardo vedendo la maglia verde pallido colorarsi inesorabilmente di rosso.

*Dannazione*

Imprecò in silenzio.
La situazione non era per niente messa bene. Simone era steso a terra, esausto dopo il Crucio, non aveva la sua bacchetta e lei si trovava a dover badare a due avversari contemporaneamente.

“Vuoi giocare con me razza di pazza esaltata? Hai una strana concezione del gioco…perché non giocate fra di voi e vi levate dalle scatole?”

Arrivò ad urlare mentre la bacchetta della donna era di nuovo puntata su di lei.
Agì d’istinto…compì un’ampia rotazione del polso, cercando di allargare il più possibile il cerchio, così da coprire in parte anche il suo collega.

“Protego Totalus”

enunciò per creare una barriera difensiva fra lei e l’Orbus della mangiamorte. Ma non poteva continuare così, doveva chiedere aiuto, chiamare rinforzi…erano stati colti di sorpresa e perciò del tutto impreparati psicologicamente ad uno scontro del genere. Era ferita, il fianco le bruciava seppur tentasse di ignorarlo. Non avrebbe resistito ancora per molto…

La voce di Simone le arrivò flebile all'orecchio.
Si, l'unico modo per uscire vivi da quella situazione era quello di chiamare rinforzi.
Cercò di riflettere rapidamente mentre la barriera dietro la quale si era riparata stava progressivamente riducendosi.
L'impeto dominante era quello di saltare addosso alla donna a terra...era talmente adirata che l'avrebbe uccisa senza bisogno della magia. Ma non poteva lasciare Simone in balia dell'altra...
Sospirò cercando di trovare la concentrazione ideale per evocare un patronus.
Le era capitato raramente di avvalersene ma la situazione drastica non poteva non costituire un incipit maggiore...
Con la bacchetta salda in pugno sferzò l'aria compiendo una sorta di disegno stilizzato mentre pronunciava l'incanto non verbale

*Expecto Patronus*

Non voleva mettere sull'avviso le sue avversarie e contava sul fatto che le parole di Simone fossero uscite in un sussurro appena percettibile.
Se l'incanto fosse riuscito un cigno bianco sarebbe volato verso Grimmauld...se doveva chiedere l'aiuto di qualcuno avrebbe scelto il meglio.

Aveva evocato il Patronus, sperando nel sollecito arrivo del destinatario di quella richiesta di aiuto.
Perse momentaneamente di vista la sua avversaria e quando tornò a fissarla era ormai troppo tardi.
Il raggio verde della maledizione più letale era già partito dalla punta della bacchetta della mangiamorte e lei rimase immobile, come paralizzata, le braccia lungo i fianchi.
Sapeva che non vi era protezione.
Rimase ad osservare affascinata quel fascio di luce verdastro che si avvicinava come se tutta la scena di svolgesse al rallentatore, quando sentì il monito di Simone….una voce che pareva provenire da lontano…
Non fece in tempo a fare niente che vide una sagoma frapporsi fra lei e la maledizione. In quel momento chiuse gli occhi, certa della fine e quando lì riaprì le sembrò passata un’eternità. Si spostò automaticamente di lato per non venire travolta dal corpo inerte del docente di Volo e ne accompagnò la caduta prendendolo fra le braccia.
Si inginocchiò su di lui, ancora confusa e stranita per ciò che era successo mentre la sua mente stava elaborando la cronologia dei fatti.

*No…*

Pensò e la realtà le arrivò come un pugno nello stomaco lasciandola totalmente senza fiato.
Scosse quel corpo dapprima delicatamente, poi quasi con rabbia. Rabbia nei confronti di Simone, che l’aveva privata di una morte che doveva toccare a lei, che l’aveva abbandonata.
Rimase in quella posizione, priva di forze, continuando a fissare quel volto ormai privo di vita…magari la prossima maledizione l’avrebbe centrata in pieno, così sarebbe morta anche lei.
Meglio morire, lì, subito, rapidamente, che portarsi dentro un dolore così per il resto dei suoi giorni.