| Lasciata la sciarpa davanti a se, gettata malamente sul bancone, una ventata di freddo accarezzò il suo collo leggero e sottile. Schiuse le labbra, volgendo il capo in direzione della porta e notò con lo sguardo, una figura, a quanto pare infreddolita anch'essa, che si dirigeva verso il bancone, in sua prossimità.
Slacciò la spilla che legava la cappa e una volta richiusa, mise tutto affianco al resto delle vesti. Solo i guanti rimanevano li, un po' per celare il marchio oscuro, un po' per riscaldare quelle mani che sembravano non volersi scaldare mai. S'arrampicò sullo sgabello, allungò una mano e richiamò il garzone del locale, ordinando un bel bicchierone di wiskey incendiario, ciò che ci voleva per riscaldarsi.
Nell'attesa, una volta ravvivato il crine scuro e arriciato, accavvallò le gambe, celate da un tartan scozzese arrotolato attorno alla vita alla meno peggio, con lati più lunghi e a tratti più corti, mentre un maglione verde a maniche lunghe, di vello di ippogrifo, risaltava con i toni cupi del luogo. Bacchetta alla cintola, come sempre.
Afferrò il bicchere che riluceva e danzava in fiamme rossastre avvicinandolo alle labbra vermiglie, lasciando che gli occhi scuri, vagassero liberi nel locale. In quel mentre, uno sguardo forse un filo insistente la colpì, perciò, da brava gentildonzella che era, si limitò a sollevare il bicchiere e a lanciare un sorriso in di lui direzione, imitando un brindisi un poco lontano.
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