FRA I LIBRI

L’anno stava per finire, ormai mancavano poche settimane e Trhesy aveva ancora molti compiti da svolgere.
Chi l’avrebbe detto, proprio lei, ridursi agli ultimi sgoccioli per consegnare le lezioni, ma tra il quidditch, i suoi doveri da Prefetto ed il nuovo lavoro alla Gazzetta, per forza di cose aveva dovuto trascurare lo studio.
Aveva trascorso l’intero pomeriggio a studiare in biblioteca, immersa sotto una pila di libri, era talmente stanca che le si incrociavano gli occhi alla sola vista delle lettere che componevano una qualsiasi parola.
Era arrivato il momento di tornare in sala comune, un po’ di distrazione era quello che ci voleva.
Risistemò i libri sugli scaffali da cui li aveva presi e si diresse verso l’uscita, non era rimasto nessuno lì.
Il suo sguardo si posò su di una pila di libri apparentemente lasciati su una delle scrivanie, la bibliotecaria si raccomandava sempre di mettere a posto, per timore di ricevere una ramanzina dall’anziana signora si decise che forse era meglio metterli a posto.
Si avvicinò alla scrivania e notò con sorpresa che non erano affatto libri abbandonati, c’era un ragazzino intento a studiare

-Scusami non ti avevo visto, ne hai ancora per molto?-

Chiese data l’ora, chissà, forse aveva bisogno di aiuto...

Il ragazzino che si trovava davanti era un Serpeverde, lo dedusse facilmente dai colori della sua divisa, sembrava abbastanza cortese, ma forse lei non aveva ben capito quello che lui le aveva appena detto... possibile che fosse così stanca da aver frainteso? Aveva parlato di strani sogni... incubi, e di un incantesimo inventato...

-Aspetta... aspetta, forse non ho capito bene, hai detto che hai inventato un incantesimo?-

Il suo tono di voce era indecifrabile, un misto tra sorpresa, sarcasmo e rimprovero.
Quel piccolo Serpeverde avrà avuto al massimo 11 anni non sarebbe stato in grado di inventare nessun incantesimo... o almeno nessun incantesimo efficace.
Quel ragazzino stava combinando qualcosa e lei era intenzionata a saperne di più.

Ma allora non aveva capito male, quel ragazzino era veramente intenzionato a creare un incantesimo per risolvere il suo problema. Sorrise scuotendo leggermente la testa, era un principiante, aveva ancora molto da imparare, ma anche lei d’altronde. Gli serviva aiuto ed una vocina nella sua testa le diceva che forse avrebbe dovuto offrirglielo, altrimenti si sarebbe cacciato in qualche guaio

-Una cosa per volta ragazzino, innanzitutto dimmi come ti chiami e poi qual è veramente il tuo problema e... vedrò cosa posso fare-

Si sedette ad una sedia di fronte al ragazzo aspettando... in quel momento notò che i suoi occhi erano di un verde smeraldo... strano, prima non lo aveva notato, non che lo avesse guardato attentamente, ma...non lo aveva notato...

Il ragazzino iniziò il suo monologo il suo problema sembravano essere gli incubi, parlava di Serpeverde, Salazar Serpeverde... era chiaro che quegli incubi gli avevano confuso la mente, forse non riusciva a distinguere il sogno dalla realtà.
Anche se era cresciuta nel mondo magico trovava difficile accettare una spiegazione diversa da quanto detto dal ragazzo... Però il cambiamento dei suoi occhi era reale, per questo non aveva notato gli occhi smeraldini a prima vista, ma questo non significava assolutamente niente, poteva essere un metamorfomagus e non lo sapeva.
Corrugò la fronte pensierosa... Poco dopo Andrea, così aveva detto di chiamarsi, provò ad eseguire il suo incantesimo e fu un totale fallimento, per fortuna non ci furono effetti collaterali al suo tentativo

-Allora Andrea, credo di aver capito...-

Fece una piccola pausa e con la mano abbassò il braccio del ragazzo che impugnava la sua bacchetta

-Per prima cosa leva questa bacchetta, forse non hai preso in considerazione che un incantesimo fatto male può essere pericoloso, specialmente se non è un vero incantesimo. E poi mi sembra di aver capito che il tuo problema sono gli incubi, sono sicura che se andrai in infermeria ti daranno una pozione per fare sonni senza sogni.-

Ora era lei ad essere confusa... il ragazzo sembrava aver già provato con la pozione, ma senza risultato... più che altro sembrava avesse ingerito un veritaserum, continuava a dare informazioni, aveva addirittura detto che suo padre era un mangia morte e questo non è certo un genere di informazione che si apprendeva tanto facilmente.
Quel ragazzino si sarebbe cacciato nei guai, sempre se non lo era già.
Poi disse un’altra cosa ed egli stesso si accorse di aver detto troppo... apparteneva alla famiglia dei Serpeverde? Stava facendo sul serio o la stava prendendo in giro...
Lei lo guardava abbastanza incuriosita e poco dopo si presentò con un nome del tutto diverso da quello che le aveva dato in precedenza...Ares Serpeverde

-Bada ragazzino che se mi stai prendendo in giro passerai il resto della settimana in punizione-

Gli disse il Prefetto con tono autoritario, non aveva mai assunto un tono simile prima,ma tutte quelle informazioni l’avevano indotta a pensare che forse lui si stava prendendo gioco di lei...
Poi notò di nuovo un cambiamento nel piccolo Serpeverde, sembrava soffrisse e per la seconda volta i suoi occhi divennero verdi, così come i suoi capelli...

- Tutto bene?-

Forse era stata un po’ troppo dura con lui... che fosse vero?
Aveva veramente incubi così tremendi da prendere il controllo su di lui...
Aveva gli occhi lucidi e pieni di rabbia.
Lei si avvicinò e gli accarezzò una guancia per cercare di calmarlo, le era venuto istintivo, come un gesto affettuoso verso un fratellino più piccolo.

-Dai, vediamo che riusciamo a risolvere il problema. Siediti -

Gli disse mentre lo accompagnava alla sedia e questa volta lei si sedette al suo fianco

-Se non ho capito male sei stato adottato, ma il tuo padre naturale ti ha lasciato qualcosa. Come fai a sapere quello che devi fare?-

Chiese cercando di risultare più cordiale possibile

Il ragazzino arrossì in seguito alla sua carezza e lei sorrise.
Suo padre gli aveva lasciato degli incubi... il fatto degli incubi l’aveva capito, ma non credeva che potessero essere lasciati come se fossero un regalo.

-Sei sicuro che questi incubi c’entrino qualcosa con tuo padre?-

Chiese prima di metabolizzare il nome dell’incantesimo pronunciato dal ragazzo.

-Il tuo incubo ti insegna l’anatema che uccide?-

Chiese incredula, iniziava a pensare seriamente che quel ragazzo avesse seri problemi