Serata di Bruma

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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 14:23




Fyria indossava un mantello molto pesante perché in quella notte, il vento soffiava più gelido del solito e penetrava fin dentro le ossa. Non che patisse il freddo in se, o che lo preoccupasse il rischio per la propria salute (che sapeva assai resistente ed immune ai banali raffreddori) bensì, la cupezza di quel cielo, di cui neppure una stella era riuscita a sfuggire alle nubi cenerine, lo preoccupava. Come fosse un presagio di sventura, un velo oscuro da posare sulla propria tomba, il respiro di un diavolo che si diverte con modi sornioni a soffiar all’orecchio di chi si accinge a giocare con la vita. La propria e degli altri.

Gli era parso di veder fioccare cristalli di neve, a tratti, ma forse si era ingannato dallo stesso desiderio di veder nevicare. Tutta quell’oscurità, avvolta dal manto candido e vergineo, gli avrebbe probabilmente dato sollievo. Da quel cielo di pece si apriva una voragine di vuoto, un abisso. E gli sembrò, alzando lo sguardo, di cadervi dentro trascinato dalle ombre.

Il rumore della locanda lo riportò a pensieri più terreni. Non c’era molta gente in vero, ma i pochi astanti si trovavano impegnati in un’ accesa conversazione, di cui non si soffermò a decifrare il contenuto. Dopotutto aveva altro per la testa per lasciarsi fuorviare da certe sciocchezze, non era mai stato interessato agli altri. Degno di nota, unicamente se stesso. E se stesso, in quel momento desiderava solo un bicchiere caldo di cognac e miele.

Lo ordinò al banco, e si sedette ad uno dei tavoli in disparte, lontano dall’entrata, ma ancora abbastanza vicino al caminetto accesso dall’avvertirne distintamente il calore della fiamma.
Quivi sbriciolò il contenuto di un fagotto tirato fuori dalla tasca del mantello con l’ausilio dell’indice e del pollice della mano sinistra. L’odore pungente e fresco della menta piperita contrastava con l’aria viziata della locanda, invasa dall’aroma della cenere e dei tronchetti di castagno adagiati lì accanto in attesa d’esser bruciati.

Trasse fuori dal taschino della giacca una pipa d’ avorio, lucida e ben tenuta. Alcuni intarsi d’ebano sulla superficie pulita , formavano diversi segni come rami intrecciati tutt’intorno alla bog oak. In caratteri gentilizi era inciso un nome lungo il suo profilo, in tutta la sua lunghezza, ma gli ornamenti erano così fitti, che alla prima occhiata sarebbero parsi parte di essi, e non vi sarebbe fatto caso.
Zechiel, vi era scritto.
Iniziò a prenderne qualche boccata, rilasciando una nuvola di fumo poco densa, ma bianca, verso il soffitto. Nel frattempo, posarono il suo bicchiere fumante di cognac sul tavolo, e gli effluvi liquorosi , uniti al tabacco, lo indussero in un piacevole stato di torpore.
 
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view post Posted on 5/1/2010, 15:20
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ex-capocasa della mitica Tassorosso, ex-vicepreside, insegnante di Trasfigurazione, perfida mangiamorte, ex-prefetto...

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Cielo tetro, cielo di tenebra. Ecco ciò che vedeva Emily da sotto il cappuccio del suo mantello rosso porpora. Si chiese tra sè e sè come mai non ci fosse ancora un qualche accenno di lampo o di tuono all'orizzonte, alla fine però fu costretta ad abbassare la testa per una pietra sconnessa della strada.
Riuscì a mantenere l'equilibrio con un piccolo balzo che le aprì il mantello facendola rabbrividire di freddo. In quel momento sospirò più che mai la burrobirra calda che aveva sperato di trovare ai Tre Manici di Scopa. Appena però aveva visto la fila di maghi, streghe e studentelli che si assiepava fuori la porta d'ingresso vi aveva rinunciato con rammarico e aveva proseguito per la via diretta all'unico altro locale di Hogsmeade: La testa di Porco.
Il nome era tutto un programma dato il porcile che vi regnava, ma almeno avrebbe avuto ciò che voleva ed una serata di riposo dai nuovi compiti che ora la pressavano come vicepreside.
Arrivata sul posto si scostò per far uscire un tizio con un lungo mantello nero, un cappello con le falde e la barba così lunga da sembrare un barbone. Scosse il capo, mentre entrava nel locale dirigendosi verso il bancone. Mentre si toglieva il cappuccio in attesa dell'oste, notò vagamente che la luce del locale aveva dato al suo mantello uno strano riflesso color sangue. Strano come si notano certe cose!
Il barista arrivò e dopo averla osservata un pò come al voler dire "Che ci fa una signorina come lei qui?", le portò ciò che aveva chiesto. Nel mentre aveva osservato la sala, come al solito semivuota, chiaro. Vicino all'ingresso c'era una coppia di tipi loschi con delle facce da topi che sembravano immersi in una conversazione da contrabbandieri. Poco più in là, una tipa gobba con il volto pieno di rughe e due o tre porri evidenti. Quello che però più la sorprese era un uomo, in fondo alla sala, in parte nascosto dalla penombra e in parte illuminato dal caminetto che fumava una pipa. I riflessi nei capelli ramati erano inconfondibili, ma la distanza e il viso leggermente in ombra la fecero esitare.
Alla fine si decise, dirigendosi verso il tavolo a fianco, non volendo dare a vedere che in realtà volesse studiare meglio l'uomo. A mano a mano che si avvicinava però, un sorriso le affiorò sulle labbra e all'ultimo cambiò direzione andando verso la sedia vuota accanto a lui.

- Scusi, questo posto è libero?
chiese con un tono all'apparenza formale.
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 15:28




“Come diversi altri tavoli nella stanza…” Rispose senza alzar lo sguardo con voce grave. Volutamente più bassa del normale.

“Eppure domandate proprio questo…”


La pelle chiara, emaciata, era la stessa di sempre, ma il colletto del mantello, prudentemente tirato su lasciava intravedere solo le labbra ed il naso dell’uomo, poiché il viso , nascosto dai capelli cremisini dava molto da indovinare. Sospirò un’altra boccata di fumo biancastro….
 
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view post Posted on 5/1/2010, 15:36
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- Si, direi di si!
disse sedendosi e dando l'impressione di aver colto un "si" alla sua domanda, quando le parole uscite dall'uomo parevano dire l'esatto contrario. Sorrise divertita con gli occhi che le luccicavano, accavallando le gambe. Il mantello si aprì leggermente mostrando la gonna nera al di sotto.
- Sapete com'è... mi piace incontrar facce nuove, specie se di tipi loschi... e la vostra mi ricorda vagamente qualcuno!
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 15:42




“Ah si…?” borbottò. Cominciava a provare una certa ilarità nella situazione. Aveva riconosciuto la giovane donna appena aveva messo piede nella locanda. Possedeva un modo altero tutto suo di incedere e l’avrebbe individuata fra mille altre. Gli fuggì un risolino, dal tono basso, quasi gutturale. Colpa della pipa forse.

“Touché, vecchia mia…” mormorò poggiando la mano con la pipa sul tavolo e scostando i capelli dal viso con l’altra. Occhi sottili si posarono sul volto della donna, ma addolciti nell’espressione di resa. “E’ impossibile ingannare un’ex compagna” e qui lascio in sospeso di cosa, perché in effetti era meglio non specificare. Meglio sottintendere con allusioni sfuggenti che ammettere che non si riferiva alla scuola.
 
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view post Posted on 5/1/2010, 15:48
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- Oseresti dire che, se tu avessi potuto, avresti cercato di ingannarmi?
disse portandosi una mano al petto facendo un'espressione risentita come se fosse stata offesa dalle parole dell'uomo. Alla fine però, di fronte alla sua espressione, non resse e scoppiò a ridere aggiungendo:
- Dovresti fare di molto meglio per riuscirci, vecchia volpe!
disse scuotendo il capo, mentre si portava alle labbra la burrobirra fumante.
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 15:56




“Di meglio…” mormorò portando alle labbra il bicchierino che gli avevano precedentemente posto di fronte.
“Non oserei mai ingannarti mia cara. C’è di mezzo l’onore di un uomo, e per esperienza ti confesserò che ho imparato a non approfittarmi della fiducia delle donne. Se c’è da fare un lavoro , nulla da dire, ma mai colpire alle spalle. Questione di onore “ ripeté.

Aveva una faccia solenne, mentre il tono usato per proferire quelle parole tradiva la propria gaiezza spensierata.

“Non che noi si lavori con onore…” precisò “…c’è da considerare che se ne sono osate tante di scelleratezze, ma sarà la vecchiaia a farmi parlare così? Si…di certo, sarà che inizia a farsi sentire addosso…”

E non aveva neppure venticinque anni.
 
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view post Posted on 5/1/2010, 16:05
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- Vecchiaia?
Lo guardò dall'alto in basso scostando il bicchiere dalle labbra e poggiando i gomiti sul tavolo, ovviamente nel punto che sembrava meno lurido.
- Non ti vedo ancora un singolo capello bianco, ragazzo mio! Può darsi che è il tempo a farti parlare così...
disse lanciando un'occhiata davanti a sè verso una vetrata dai vetri più sporchi che avesse mai visto e dalla quale si poteva ad intravvedere a malapena il muro scrostato dell'edificio di fronte, figuriamoci il cielo!
- Mai visto nuvoloni più scuri di quelli, invero!
aggiunse comunque la donna.
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 16:16




“Nubi cariche” disse indicandole con un leggero gesto della pipa “…a tarda notte dovrebbe nevicare”

“Ma vedi che discorsi da vecchi?” sbottò con un moto di ironia imprevista “Tu ed io, seduti qui, davanti al fuocherello caldo a parlar del tempo…”
 
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view post Posted on 5/1/2010, 16:22
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Ridacchiò alle parole di lui. In effetti pareva così, specie dopo il pronostico di Fyria, che in quel momento era parso un vecchio a cui duole il callo quando cambia il tempo.
Scrollò le spalle, portandosi alla bocca il boccale e accennando un sorriso, rispose:

- Dimmi allora! Di cosa vorresti parlare? Qualche avventura in qualche paese sconosciuto? Quanti e quali modi hai adotto per far perdere le tue tracce? O il motivo della tua improvvisa e inattesa ricomparsa qui?
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 16:42




“Sai, il motivo è assai banale.” Disse poggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, dopo avere preso l’ultima sorsata. “Nostalgia. Già…i vecchi luoghi, le vecchie compagnie…il ministero che si diverte con me come fa un gatto col topo…e mai un attimo ti pace. Mi sono detto: se proprio devo sottostare ai loro giochetti, fatemi almeno scegliere le regole. Mi piace questa tensione. L’idea che basterebbe fare un passo falso per cadere nelle loro mani, è sublime….”
 
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view post Posted on 5/1/2010, 16:49
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Scosse il capo, poggiando il boccale di fronte a sè.
- Sei sempre il solito pazzo!
alza gli occhi al soffitto in un fare fintamente esasperato, per poi tornare a guardarlo. La testa ora poggiata di lato sulle mani intrecciate dinanzi a sè.
Rammento ancora la fuga rocambolesca da Hogwarts col professor Simon Welling alle tue costole! Non avresti potuto ideare una fuga più plateale di quella... Sei sempre stato... teatrale in questi tuoi "momenti di gloria", per così dire...
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 16:59




“Sei gentile a chiamarli momenti di gloria…quando il loro vero appellativo dovrebbe essere, momenti di follia ben oculata…” Rise.

“Welling non era alla mia altezza…” sbottò infine. Tornando serio, molto serio. Se avesse potuto avrebbe trafitto a parole la sua ospite.

“Sottovalutarmi a quel modo... Come se fossi solo un moccioso qualunque…” sibilò pieno di sdegno “…ah ma me lo sono meritato. A quel tempo il mio potere era ancora limitato e acerbo. Avrei dovuto aspettare un tempo più propizio, avrei dovuto studiare di più, apprendere per il futuro… ma la foga, lo sai…sono sempre stato un pazzo impulsivo. Ora so quanto mi basta. Ma di certo se non fosse stato per …” si bloccò come raggelato- Era quasi arrivato al punto di rendere grazie al suo vecchio amico dal lungo mantello nero…
 
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view post Posted on 5/1/2010, 17:06
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Sorrise mesta intuendo dove il giovane voleva andare a parare. Dopo la sua fuga la zia del giovane l'aveva dovuto proteggere, l'ex-ministra della magia Roxane... ma Fyria non poteva dipendere da lei... No, non lo avrebbe mai potuto accettare! Inoltre... per Lui i suoi "momenti di follia" erano diventati troppo pericolosi perchè potesse tollerarli. Così era avvenuto in un "puf" e il Fyria acre, era diventato un giovane dai pieni poteri.
- Già! Chissà in quanti bei guai ti saresti ancora cacciato se... qualcosa non fosse cambiato.
Una piccola pausa, una leggera esitazione come a voler rimarcare le parole non dette del giovane uomo cresciuto troppo in fretta.
 
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Fyria J. Hodrui
view post Posted on 5/1/2010, 17:19




“Mi sono giocato diversi anni di vita per diventare quello che sono” disse lasciando scivolare l’indice sul bordo del bicchiere umido.

“Ma chi non sa affrontare dei sacrifici per il proprio scopo non è degno di mirare a mete più elevate e forse… neppure di vivere.”

Era stato sbrigativo e alquanto freddo nell’esporre la propria idea. Ma accortosi dell’aver quasi dovuto ringraziare la sua vecchia dominante conoscenza, qualcosa in lui aveva bruciato di vergogna. Gli pesava il fatto di aver ricevuto aiuto nella propria ascesa al potere, ma ragionava per vie pratiche: si può strisciare ai piedi dei potenti, pur di raccogliere un briciolo della loro forza. Era la via più semplice e veloce.
 
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35 replies since 5/1/2010, 14:23   138 views
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