| Sorrise allegro, grato al proprio naso della scelta. Non capitava più molto spesso, terribilmente giovane, terribilmente strana. Da dove spuntava? Qualche rimasuglio di qualche casato, magari scozzese, che fossero parenti? Da certi livelli in su aveva per parente quasi chiunque, poteva darsi, e non aveva certo mai incontrato tutti, l’Oriente aveva sempre occupato le sue attenzioni, non noiosissimi ricevimenti, per giunta tra parenti, del tutto estranei. Gli porse la mano, elegante, in una maniera che non ammetteva certo nessuna scappatoia, le piaceva osare, qualcosa che non avrebbe neanche tentato. Non erano in Oriente, non erano alla corte di nessuno, eppure così le piaceva. Tintinnò indispettito l’intero armamentario, averlo saputo avrebbe indossato altro, si piegò in avanti, solenne ed altero, ma estremamente abituato, fermandosi a pochi centimetri dalla candida pelle. Il baciamano, le tradizioni sembravano cercare di riconquistare il loro posto a forza, in quel momento. Si risollevò allegro, facendo apparire un mazzo di rose bianche, e gigli, e porgendoli alla fanciulla, poi riprese a parlare. <Mi chiami pure Albus, Sir Peverell solleva sempre fastidiosi mormorii, e comunque i fiori erano già colti, me li faccio mandare tutte le mattine, per situazioni del genere, e per casa. Non tutti i vasi son fatti per essere vuoti. Beh, può anche aver ragione, ma non si è mai certi di nulla, anche la vecchiaia è soltanto un abito, benché poi vada resa giustizia al fatto che la cavalleria di questi oscuri e tenebrosi tempi stia andando morendo lentamente, resistono poche e sporadiche testimonianze, sparse nel mondo. Le nuove generazioni ci hanno tradito, se vuole, ma non per questo va dichiarata guerra, siamo pur sempre superiori, anche solo avendo qualche anno di più. Se comunque ha bisogno di intrattenimento, son certo che un The o una passeggiata nessuno possa negargliele, non trova? E si da il caso che oggi sia particolarmente allegro, e sfaccendato, una vera novità, se mi permette. Ci si augura sempre molte cose, poi si cade inesorabilmente nel vortice dei ricordi, tutto sta nel modo. Il ricordo non deve sostituire il reale, ma allo stesso tempo è una necessità per un anziano, che vive di confronti. Il passato è quasi sempre migliore del presente, ma quasi mai del futuro, armonia sta nell’equilibrio di viverlo. Ed infine direi che anche su questo possa avere ragione, tutti si vantano spesso di fare molte cose, o di poterle fare, quando poi non sanno, o possono nulla. Pochi son consci dei propri limiti, ma non è affar mio occuparmene, io conosco forse i miei? Le frasi fatte, ed altrui, suonano spesso migliori delle proprie, di questi tempi si vive dello sfinimento della personalità, prostrata da crisi e drammi continui, crogiolandosi in un falso cordoglio generale, che non ha scampo. A che serva, è un mistero.> Concluse allegro, sorridendo. Vanezza e non sensi, le nuove parole d’ordine di un mondo perduto, e tentatore.
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