Ora del The, Pro Roxane

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TOPIC_ICON4  view post Posted on 25/1/2010, 23:14
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Era ormai quasi l’ora del the, di un anonimo pomeriggio invernale, percorreva pacato, e tranquillo i vicoli pieni di attività, e di gente, un arzillo vecchietto, giocherellando distratto con il corto bastone da passeggio di acacia, ben lucidato, e lustro. La folla si apriva per cedergli il passo, e si richiudeva immediatamente dopo il suo passaggio, quasi il tutto fosse studiato. Avanzava, con passo flemmatico, e del tutto privo di fretta. Svettava sulla gente intorno a lui per l’eccentrica foggia, e colore della lunga veste, di seta e lana, elegante, e dal taglio antico. Un rosso porpora, particolarmente acceso, quasi fosse un cardinale, tra una marea di astanti fedeli, disposti a tutto, pur di toccarlo. Cosa che nessuna sembrava in grado di fare. Un lunghissimo mantello, sempre rosso, gli copriva le larghe spalle, foderato e rifinito di candido ermellino. Catenelle, e blasoni lo trattenevano morbido intorno al collo, senza lasciar intravedere la bianca, e raggrinzita pelle, del vecchio mago. Ad ogni passo, il tintinnare delle catenelle sui bottoni dorati della veste, lo inseguiva, senza dargli mai tregua, ritmico, e quasi ipnotico. Non sbagliava un passo, mentre si guardava intorno curioso, come sempre, sbirciando ora quella, ora l’altra vetrina della trafficata via cittadina, sistemandosi di tanto in tanto degli occhialetti sottili, e dorati sul naso adunco. Un cielo pesante, ed uggioso, squarciato da solitari raggi di sole sovrastava incombente la comune ambientazione, quasi fosse un dipinto del Canaletto. Qual buon vento lo portava lì? La Tuke? O qualche altro più ambizioso progetto. Fischiettava, procedendo per la strada.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 26/1/2010, 11:48




Roxane era silenziosa, pensierosa, circospetta. Attenta.
Non era più lì per una piacevole visitina, un salto in ricordi rosei appartenuti ad un'altra vita.
Forse era più che altro un incauto procedere, un esporsi eccessivo.. Ma a casa si annoiava e Londra non sembrava poter nulla contro il tedio che voleva farla preda.
E Gleb le gravitava attorno come un ansioso satellite calvo e vestito di stracci. Decisamente irritante.
E quindi era tornata a godere del freddo nelle vie di Hogsmeade, prima che la tentazione di ripartire fosse troppo forte.
Sbuffò, prendendo l'espressione imbronciata che le sembrava più consona, corrugando la fronte, mentre osservava la folla scorrere come un fiume omogeneo.
Si rassettò la mantella sulle spalle, avvertendo sulle guance la carezza della pelliccia che ne rifiniva l'orlo.
Abbassò il cappuccio nero come la pece, come tutto del proprio abbigliamento e se non fosse stato per la macchia di colore vermiglio che erano le lunghe ciocche ondulate, sarebbe forse anche passata inosservata.
Minuta, l'altezza sostenuta ed aiutata dai tacchi, vestita tutta di nero che lasciava così risaltare l'incarnato diafano e pulito del volto.
Ma non era per Roxane l'anonimato, non lo era mai stato. E quindi era lì, sul ciglio di quel fiume grigio, spiccando come un papavero nella neve.
 
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view post Posted on 26/1/2010, 15:02
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Detestava la folla, la calca, la ressa. Amava la solitudine, ed il dolce calore dei libri. Si spingeva ben di rado fuor dall’uscio di casa in quelle ore così turbolente, e tanto meno per diletto. Era così abituato alle lungaggini dei ricevimenti, e delle ambasciate, che ricercarli anche nel tempo libero sarebbe stato davvero pretendere troppo. Possibile che tutta quella gentaglia fosse sempre nei luoghi meno indicati, nei tempi meno opportuni? Non era proprio possibile. Impedito da gente indegna di pulirgli le pantofole, nella sua importantissima libertà di movimento. Pagava più tasse lui, che non tutto il resto del paese, e doveva piegarsi e seguire una folla di tal fatta?
In fondo erano in pochi ad apprezzarlo interamente, i suoi stessi “amici”, forse non lo capivano appieno. Lui era solo la mente della comitiva, si interessava molto poco al resto. Non era da lui combattere in prima linea, aveva condotto innumerevoli campagne in Oriente, ma mai aveva combattuto. Era un inviato della Corona d’Inghilterra, un legato del Regio Esercito, un ambasciatore temuto e rispettato, ed un Peverell. Il solo pensiero di unirsi alla battaglia lo indignava nel profondo, tutti potevano combattere, una bacchetta, e via, pochi erano come lui. Ma Lui l’aveva capito anni prima, in Oriente. Tornò d’improvviso alla realtà. Continuava ad avanzare osservando qua e là, questo o quel passante. Si era dimenticato il cappello, e quello non andava certo bene. Ma ormai era vecchio, gli capitava sempre più spesso. Mentre l’occhio vagava errabondo per la folla, scorse una giovane donna, poco più che una fanciulla, più interessante che non tutta quella fiumana di esseri inutili. Nero, troppo nera per non intrigarlo, cosa ci faceva lì? Le si addiceva poco, almeno a naso, che avesse trovato qualcuno più vicino alla sua posizione? Sicuramente più in basso della folla non si poteva più andare. Corresse di pochi gradi la sua rotta, e prese ad avvicinarsi.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 26/1/2010, 15:35




Socchiuse gli occhi, senza muoversi, senza ancora aver notato quel distinto gentiluomo che spiccava fortemente in mezzo a quella colonna di formiche.
Sembrava concentrata su un pensiero, con attenzione felina, o ancora sembrava sondare in quella marea di voci e sapori così ruvidi per il proprio palato aristocratico, alla ricerca di qualcosa.
Forse cercava solo una distrazione o forse era solo irritazione.
Verso quella mandria e verso se stessa che aveva scelto un momento tanto poco consono per sfuggire alla propria casa.
Non le piaceva il caos, non le piaceva essere toccata se non quando lo decideva lei stessa e non essere spintonata lì, era quasi impossibile.
E lei che era sottile e minuta, come una bambola di porcellana ma con intelletto fino e tagliente, si teneva ai margini, osservando, studiando, riflettendo.
Arricciò maggiormente le labbra ed abbassò le lunghe ciglia scurite dal trucco, per poi rialzare gli occhi verdi sul via vai che aveva di fronte, l'aria di una bambina capricciosa che non aveva ottenuto quanto desiderava.
Di fatto, la mandria era ancora lì. E questo la scontentava decisamente.
Ma con la coda dell'occhio notò una figura procedere al di fuori della fiumana, benchè fosse difficile da dire.
Eppure era come una nota lunga e profonda, che sembrava scritta nel pentagramma di un'opera ma che con la melodia suonata, non aveva nulla a che fare.
Spiccava con quel rosso cardinale, ma ancor di più con l'aspetto fiero e signorile.
Decisamente sopra le righe per la folla di quel momento.
Un pò come lei, che il rosso non lo vestiva ma lo aveva in testa sin dalla nascita.
Lo scrutò attentamente, senza ancora muovere un passo o senza girarsi a fissarlo apertamente.
 
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view post Posted on 26/1/2010, 16:16
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Effettivamente poteva forse fare anche al caso suo. Appariva bella, e gentile, quasi fosse La vita nuova del Poeta. Si concesse uno sporadico sorriso, era di buon umore, aveva risolto uno dei dilemmi che l’aveva occupato nell’ultimo periodo, ed era sempre una rinascita venir a capo di quelle faccende. Lo sapeva, ma se ne sorprendeva continuamente, ormai da lunghe decadi. A casa stavano sistemando il grande ufficio, spedendo in Scozia casse e casse di libri, ormai archiviabili. Una parte del lavoro era conclusa, poteva passare all’argomento successivo. La osservò, un fugace scambio di sguardi, un incrociarsi, cortese e rispettoso, eppure violento, ed inaspettato. Se ne era accorta, ottimo. Sempre meglio avvertire, onde evitare dissensi, le aveva lasciato tempo per andare, per fuggire, non muovendo un passo, aveva accettato quella silente offerta. Quattro chiacchiere eran sempre ben accette. Lo sapeva, forse anche lei. Ma la domanda era: cosa ci faceva lì? Nello sbatacchiare generale del mantello si avvicinò tranquillo, facendo passare lesto il corto bastone da passeggio sotto al braccio, raddrizzandosi gli occhiali, sempre in costante equilibrio sul lungo naso aquilino. Erano ormai a pochi passi, la grande fiumana scorreva ininterrottamente a lato, ben lungi dal toccarlo, temevano cosa sarebbe successo? Probabilmente sì, era sempre bene non infastidire i potenti. La folla erano millenni che lo aveva appreso. <Buon pomeriggio signorina, un piacere incontrarla, ottima giornata non trova?> Pronunciò con voce ferma e onirica, argentea, e suadente, eco di un qualche sogno remoto, ed antico. Dava strane sfumature, ed accenti alle parole, quasi scandendole metricamente, secondo un gusto Normanno del parlare. La “R” terribilmente moscia, quasi un retaggio di un’esperienza precedente, ormai perduta nei meandri del tempo.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 26/1/2010, 17:11




Lasciò che si avvicinasse, chinando appena il capo di lato, socchiudendo nuovamente gli occhi come una gatta pigra nel sole del meriggio.
Proprio lei, che evitava il Sole perchè non intaccasse la propria pelle lattea e delicata.
Li riaprì lentamente, solo quando l'uomo fu al proprio fianco, preceduto dall'allegro tintinnare delle chiusure del mantello, e li fissò in quelli dell'uomo tenendo il capo graziosamente chinato sulla spalla sinistra.
Le labbra si tesero piano in un sorriso di cortesia ma anche di malizioso divertimento.
Pareva soddisfatta di qualcosa, forse d'aver trovato nel mazzo, l'asso che aspettava e si sa che il fato è capriccioso.
Alcune volte bisogna lasciarlo fare, altre adularlo ed altre ancora spingerlo nella direzione che s'intende perseguire.
Nikolai le diceva che questo significava barare e per scherzo, le aveva regalato una coppia di splendidi dadi d'argento, su cui spiccavano gocce di onice nera ad inidicare i numeri.
Dadi truccati, s'intende.
Tornò ad alzare il capo, reclinandolo appena per poter fissare l'uomo in viso visto il divario d'altezza.

- Buongiorno a voi signore. Posso convenire con voi che oggi sia davvero una buona giornata.-

Rispose con cortesia, la voce carezzevole come velluto, bassa e morbida.
L'accento scozzese non era poi così marcato ed ogni parola era pronunciata con cura.
Roxane seguitava a sorridere cortese all'uomo, rimanendo rilassata al proprio posto, quasi non fosse uno sconosciuto il gentiluomo che le si era avvicinato.
 
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view post Posted on 26/1/2010, 23:06
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Ne era sempre più certo, sempre più lieto, aveva trovato qualcuno di degno in quel mare di non esseri. Che fosse un segno della Tuke? Qualcosa doveva pur esserci dietro. Strani atteggiamenti, strani movimenti, anche lei non doveva trovarsi a suo agio in quel caos, appariva così evidente, da apparir banale. Gli sorrise, un sorriso falso, di mera cortesia, abituata con ogni probabilità a quelle faccende, che si soleva ripetere meccanicamente in certi ambienti. Chi era? Anche tra inglesi aveva una pelle sin troppo chiara, ed era estremamente giovane, troppo per i suoi gusti. Che fosse non inglese, ma forse gallese, se non scozzese? Possibile, nulla era impossibile. La risposta fugò ogni dubbio, era così abituato a dover trarre indizi utili in qualsiasi circostanza, che l’accento scozzese gli tuonò improvviso, destandolo. Cortese, senz’altro erano entrambi di buon umore, il che era un bene. La gente allegra parla con più facilità. Era così ovvio, da sembrar banale. < Suvvia, signorina, signore? Mi fa sempre sentire ancora più vecchio di quanto già non voglia rammentarmi madre natura tutte le mattine, alleata con gli specchi di casa mia. Non le raccomando certo di specchiarsi troppo, quando diciamo non sarà più molto giovane, si riservano sempre notevoli sorprese. Comunque sia, sto già divagando, altro difetto, si perde troppo spesso filo del discorso. Sir Ignotus Peverell, insieme ad un’altra infinità di nomi, e titoli del tutto ininfluenti, al suo servizio, signorina. Gradisce dei fiori? Ammetto tranquillamente che abbiamo perfettamente ragione, è una splendida giornata, certo, qualche solinga goccia di pioggia mi avrebbe maggiormente aggradato, ma sarebbe stato chieder troppo. Proprio un’ottima giornata, amo l’autunno e l’inverno, ovviamente è una mera questione di gusti, De gusti bus non est disputandum, soleva dire, o meglio scrivere un tale, anche se non ho mai condiviso. Se non si discute di gusti, di cosa si discute? In fondo la realtà è solo una serie concatenata di opinioni personali, e punti di vista del singolo, quindi a meno che non si debba discutere della realtà, e quindi di nulla, non vedo soluzione all’assurdo. Non trova anche lei? > Domandò infine sorridendo alla giovane fanciulla, calcando parole apparentemente senza un gran ordine logico, quasi fosse davvero il ricordo vago di un sogno passato, ed ormai orbato.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 27/1/2010, 14:01




Ascoltarlo era come scivolare lentamente in una spirale, sempre più vicini a quell'uomo dal fascino dei veri signori, di quelli che ormai si aveva poca traccia.
Era impossibile non prestargli attenzione e gli occhi verdi di Roxane si illuminarono di un bagliore di vivo e sincero interesse.
Era quasi divertita da quella dialettica spedita, da quel discorso morbido, ondeggiante e decisamente piacevole.
Sorrise ammirata e gli porse la mano con un gesto elegante del braccio, degno di una ballerina classica, con il palmo volto quasi totalmente verso il basso perchè decidesse lui se lanciarsi in un desueto e sempre piacevole baciamano o se stringerla soltanto.

- E' un piacere Sir, sono Roxane Elizabeth McHodrui. Lasci pure i fiori dove sono, serviranno molto meglio il loro scopo.. E mi lasci dire che ho scoperto nel tempo le molti doti di chi ha vissuto maggiormente la vita. Ormai trovare chi sappia intrattenere una signora degnamente, è davvero difficile. Quasi impossibile nelle nuove generazioni.-

Agrottò piano la fronte, scotendo il capo con in viso un'espressione di amaro disappunto.
Sospirò scacciando piano il proprio broncio per tornare a sorridere ammaliante. Era sincera, trovava molto più stimolante e piacevole parlare con chi aveva davvero qualcosa da dire, senza contare che era cresciuta in una famiglia con un fratello maggiore di lei di ben vent'anni.

- Ad ogni modo, spero che quando la giovinezza sarà svanita, mi restino intelligenza e fascino, per non cadere nell'amarezza del vivere solo i ricordi di un passato rigoglioso.-

Si augurò, benchè stranamente fosse sempre stata certa di non vedersi mai invecchiata. Per un qualunque motivo.
Ma questo non era piacevole da riferire in una conversazione, soprattutto con chi si era appena conosciuto. Sorrise nuovamente, ravvivandosi la cremisina chioma prima di proseguire.

- Devo darvi di nuovo ragione. Trovo che intavolare discussione riguardo gusti, pensieri e verità sia molto interessante. Ma ormai è difficile trovare qualcuno che non preferisca parlare con parole altrui e frasi fatte.-

Si strinse nelle spalle, tornando ad osservare per un istante la marea banale e scontata che scorreva al loro fianco.
 
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view post Posted on 27/1/2010, 15:54
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Sorrise allegro, grato al proprio naso della scelta. Non capitava più molto spesso, terribilmente giovane, terribilmente strana. Da dove spuntava? Qualche rimasuglio di qualche casato, magari scozzese, che fossero parenti? Da certi livelli in su aveva per parente quasi chiunque, poteva darsi, e non aveva certo mai incontrato tutti, l’Oriente aveva sempre occupato le sue attenzioni, non noiosissimi ricevimenti, per giunta tra parenti, del tutto estranei. Gli porse la mano, elegante, in una maniera che non ammetteva certo nessuna scappatoia, le piaceva osare, qualcosa che non avrebbe neanche tentato. Non erano in Oriente, non erano alla corte di nessuno, eppure così le piaceva. Tintinnò indispettito l’intero armamentario, averlo saputo avrebbe indossato altro, si piegò in avanti, solenne ed altero, ma estremamente abituato, fermandosi a pochi centimetri dalla candida pelle. Il baciamano, le tradizioni sembravano cercare di riconquistare il loro posto a forza, in quel momento. Si risollevò allegro, facendo apparire un mazzo di rose bianche, e gigli, e porgendoli alla fanciulla, poi riprese a parlare. <Mi chiami pure Albus, Sir Peverell solleva sempre fastidiosi mormorii, e comunque i fiori erano già colti, me li faccio mandare tutte le mattine, per situazioni del genere, e per casa. Non tutti i vasi son fatti per essere vuoti. Beh, può anche aver ragione, ma non si è mai certi di nulla, anche la vecchiaia è soltanto un abito, benché poi vada resa giustizia al fatto che la cavalleria di questi oscuri e tenebrosi tempi stia andando morendo lentamente, resistono poche e sporadiche testimonianze, sparse nel mondo. Le nuove generazioni ci hanno tradito, se vuole, ma non per questo va dichiarata guerra, siamo pur sempre superiori, anche solo avendo qualche anno di più. Se comunque ha bisogno di intrattenimento, son certo che un The o una passeggiata nessuno possa negargliele, non trova? E si da il caso che oggi sia particolarmente allegro, e sfaccendato, una vera novità, se mi permette. Ci si augura sempre molte cose, poi si cade inesorabilmente nel vortice dei ricordi, tutto sta nel modo. Il ricordo non deve sostituire il reale, ma allo stesso tempo è una necessità per un anziano, che vive di confronti. Il passato è quasi sempre migliore del presente, ma quasi mai del futuro, armonia sta nell’equilibrio di viverlo. Ed infine direi che anche su questo possa avere ragione, tutti si vantano spesso di fare molte cose, o di poterle fare, quando poi non sanno, o possono nulla. Pochi son consci dei propri limiti, ma non è affar mio occuparmene, io conosco forse i miei? Le frasi fatte, ed altrui, suonano spesso migliori delle proprie, di questi tempi si vive dello sfinimento della personalità, prostrata da crisi e drammi continui, crogiolandosi in un falso cordoglio generale, che non ha scampo. A che serva, è un mistero.> Concluse allegro, sorridendo. Vanezza e non sensi, le nuove parole d’ordine di un mondo perduto, e tentatore.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 27/1/2010, 17:09




Roxane lo fissava intensamente negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi verdi dell'uomo, forse con una certa spudoratezza.
Ma Roxane non era nè cauta, nè timida e cercava sempre di spingersi un passettino più in là rispetto l'ignoto.
Una lieve torsione del collo, un breve inchino del capo e la ragazza accettò il mazzo di fiori.

- Allora, Albus, la ringrazio per questo splendido omaggio. Decisamente inaspettato quanto gradito.-

Lo ringraziò, compita e sorridente.
Tornò ad ascoltarlo attentamente, seguendo con attenzione ogni parola, senza lasciarsi sfuggire una virgola.
In fondo, lei era lì perchè dei ricordi del passato ne aveva le tasche piene, perchè il presente era troppo quieto, ripetitivo.
E lei aveva bisogno di scoprire qualcosa di nuovo. E visto il proprio interlocutore, non aveva sbagliato a tornare ad Hogsmeade quel giorno.

- Un thè? L'ora è appropriata. E vista la sua allegria, vuole forse farmi compagnia? Se certo, non preferisce rimanere sfaccendato e seguire il fluire della folla.-

L'invito indiretto, ora non lasciava più spazio a dubbi.
Effettivamente il luogo non era consono alle chiacchiere, più o meno rilevanti. E quell'andirivieni di voci, odori e sapori la stava stancando.
Il dubbio che l'uomo non l'avesse raggiunta per caso? L'aveva certo, ma il rischio valeva la candela.

- Potremmo discorrere di limiti e tempo, ma non le assicuro nulla.-

Ridacchiò sbarazzina, con la curiosità sincera dei bambini che non hanno secondi fini. La parlantina sciolta di Albus era un buono, un ottimo rimedio contro la noia e dinanzi ad un thè, sarebbe stato ancor più piacevole.
 
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view post Posted on 27/1/2010, 20:28
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Inaspettato, sorrise, non c’era certo molto di inaspettato, l’aveva previsto, e ne pareva soddisfatta. Campioni di finta modestia, classico tra nobili, si giocava sempre a quegli strani giochetti, tendenti ad un continuo ribasso. Ognuno aveva un’occupazione, quello era e poteva anche essere una. In fondo i fiori non potevano certo mancargli, e lasciarli a casa a seccare non era certo un mestiere utile, quando c’era l’occasione, tanto valeva coglierla al balzo. Un the, era quasi ora, senza fretta ci sarebbero arrivati, il the era uno di quegli antichi rituali, quasi magici, che andavano sistematicamente perpetrati, era un dovere morale. Il the delle cinque, ed in effetti capitava a fagiolo, cosa poteva sperare di meglio? <Suvvia, si figuri, è sempre un piacere incontrare qualcuna degna dei miei fiori, e purtroppo ne appassiscono sempre più, con l’andare delle settimane. Inaspettato, non so nemmeno quanto, ma ci piace definirlo così. Ottimo, passeggiando dovremmo tirare sino alle Cinque, un The alle cinque è l’apoteosi per un buon inglese, ed in fondo siamo tutti sudditi di Sua Maestà, la Regina. Madonna, non esiterò nel seguirla, anche perché temo dovremo riprendere a muoverci, le contromisure non reggeranno all’infinito, ed una folla inferocita tenderei sempre ad evitarla, si rischierebbe di perdere un sacco di tempo in strada, ed in scartoffie. Non si preoccupi, se cercassi la Verità, ed il consenso universale temo non sarei mai uscito di casa, se non addirittura non sarei ancora parte di questa dimensione dell’essere, pertanto due semi verità tenteranno di avvicinarsi alla Verità, senza neanche troppe mire, sbaglio? Ma mi dica, signorina, cosa la spinge nel mezzo di una strada così trafficata, se lecito domandarglielo.> Domandò curioso, appoggiando il corto bastone da passeggio a terra, pronto a riprendere.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 27/1/2010, 21:03




Roxane sorrise, accennando ad un nuovo e lieve inchino del capo.
Con una mezza piroetta, alzandosi sulle punte, si volse nella stessa direzione che Albus pareva intenzionato a prendere.
I capelli le volteggiarono attorno, morbide onde di rossa fiamme che la seguirono ordinatamente in ogni movimento. Si affiancò ad Albus, reggendo senza sforzo il mazzo di fiori, osservando gli eterei petali, lasciandosi cullare dal loro profumo.
Detestava la noia, la ripetitività infinita di gesti e parole, eppure quando si trattava di tradizioni, era la prima ad onorarle.
Piccole cortesie quotidiane a se stessi ed alla storia di ciascuno che non costava sforzo replicare. E poi non c’era nulla come un buon thè caldo, dopo una passeggiata.

- Domanda lecita, Albus. La risposta non è per niente sconveniente ed anzi, oserei definirla quasi banale. Sfuggivo alla noia di una casa vuota.-

Verità spudorata, spiattellata senza fronzoli o timori. Poteva permetterselo sino a qui, no? Roxane era diventata maestra di piccole astuzie nel corso degli anni, ma quando le era possibile, perché mentire? Non per piccolezze simili di certo.

- Sono tornata da poco in Inghilterra e ho voluto ripercorrere vie che mi hanno vista bambina. Purtroppo però, non apprezzo molto la confusione che una folla scalmanata come questa si porta in dote.-

Sospirò, scotendo il capo e corrugando la fronte, lanciando una brevissima e tagliente occhiata di disprezzo a quanti li circondavano. Fece spallucce, cancellando quell’espressione tanto strana sul bel volto di bambola, tornando ad un sorriso mite

- Mi sono lasciata trasportare dai ricordi. Ma ogni tanto è salutare, io credo. In questo modo si può misurare meglio la distanza percorsa, non crede?-

Gli domandò, ripensando al discorso cominciato poco prima, di come una vita fatta di ricordi potesse essere triste.
 
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view post Posted on 27/1/2010, 22:06
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Ottimo, si capivano, niente conciliazione degli opposti, forse, per una volta. Che potesse essere e risultare addirittura più rilassante? Stentava a crederlo. Come poi in fondo lo stesso caso casuale che li aveva condotti lì, qualche strana congiunzione astrale? Tutto poteva essere. Forse Tuke si stava divertendo alle loro spalle. Era in fondo plausibile, tanto valeva cogliere l’occasione. Una discussione frivola, o meno impegnata del solito non avrebbe potuto nuocergli, ed a volte era addirittura salutare. Era una giornata degna di festeggiare. La noia? Strana compagna, annoiarsi era una cosa così strana, che lo sorprese. Riuscire ad annoiarsi, tanto da dover uscire, ma chi aveva incontrato? Però anche lei era tornata da poco, quasi a rammentarglielo. Ma che strani casi. Un vivere di ricordi, faccenda pericolosa, era una strana fanciulla, più di quanto non volesse mostrare. Un interessante discussione, che si sarebbe rivelata diversa da quanto non avrebbe immaginato. Era condannato, piacevolmente condannato. <Ah! Forse ha ragione, le risposte pur argute che siano non sono mai interessanti quanto le domande, è una terribile verità, un po’ difficile da accettare, ma verificata. Anche se le confesserò che mi par inconcepibile fuggire dalla noia, almeno nella mia situazione. Annoiarsi, per quanto abbia letto, è una faccenda terribilmente comune, che però non son mai riuscito ad assaporare, spero un giorno di riuscirci. Come mai tutta questa noia? Ottimo, è appena tornata, proprio come me, magari dall’Oriente? Son giusto di ritorno, a mani vuote, dal Ghirigoro, i libri che cerco io, sono sempre introvabili. Questa folla da sui nervi anche a me, ma posso farci poco, cerco di uscire il meno possibile nelle ore di punta, e propendo sempre per la notte, luna e fresco, brezza e silenzio. Amici introvabili nel mezzo di questo caos. Ricordi? Faccenda pericolosa, mi creda, il potere dei ricordi è spesso sottovalutato, ma portano spesso a distorcere la realtà passata, dandole sempre sfumature nuove, quasi inaspettate. Non trova? Il ricordo, pur perfetto che sia, inganna, ha un che di poetico, sfuma i contorni con la verità, e si impone sul resto, e ci rammenta spesso piacere, piacere che è ineluttabilmente perduto. Faccenda interessante, un tale italiano ne scrisse parecchio, ovviamente tanto tempo fa. Come mai questa voglia disperata di passato?> Domandò sempre più incuriosito, dall’inaspettata interlocutrice.
 
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Roxane Elizabeth Hodrui
view post Posted on 28/1/2010, 00:12




Roxane sorrise melliflua, lasciando che la folla si aprisse come un ventaglio attorno a loro, lasciandoli passare senza intralciare loro il cammino, senza obbligarli a rallentare una sola volta il passo.
Reclinò appena il capo, osservando Albus e solo con la coda dell’occhio la strada che percorrevano.
Ma nemmeno questo poteva nulla sulla sicurezza con cui si moveva la giovane donna.
Sorrise, alzando la mano libera a sfiorare una rosa con la punta delle dita, quasi distrattamente.
La propria attenzione era tutta per il gentiluomo che le camminava al fianco. Non provava alcun disagio per il divario d’età e nemmeno per l’altezza. A quello era abituata ed in ogni caso, non era mai stato un ostacolo alla propria intraprendenza. Non aveva mai sofferto di complessi verso la propria persona.
Anzi.
Ed avendo sempre apprezzato e cercato compagnie più mature, trovava decisamente interessante i racconti e gli spunti che Sir Albus forniva, promettendo qualche momento di libero svago. O forse li aspettava una conversazione appassionata e seria? Ad ogni modo, era certa che sarebbe stato tempo ben speso.

- L’Oriente? Terre così affascinanti, colme di controversie eppure direi attraenti, dai colori sgargianti e dalle maniere più delicate. Questa volta, sono di ritorno dalla Russia.. E la noia mi ha trovata solo perché mi trovo come in un limbo. Si torna a casa, dopo un lungo viaggio e tutto e sospeso. Bisogna riabituarsi.. E avendo vissuto a lungo lontano, avendo trovato abitudini diverse, ora è difficile ritrovare i vecchi stimoli ancora interessanti. O forse soltanto ritrovarli. Ma è raro che anche io scivoli nella noia. Solitamente riesco facilmente a impiegare al meglio tempo e risorse. Forse la mia è solo pigrizia..-

Ridacchiò di se stessa, schernendosi ma senza fare sul serio. Lei era pigra? Forse. Forse no. L’importante era il momento, no? Ed il momento era quantomai piacevole.
Camminavano fianco a fianco, destando curiosità o timore, a scelta. Erano una ben atipica, quello era certo.

- In fondo è vero, i ricordi tendono ad esagerare tutto, lasciandoli sprofondare nell’orrido o al contrario ricoprirli di platino. E’ il loro pregio ed il loro difetto insieme. Ma non è voglia di passato la mia, forse una tappa, forse solo per mettere alla prova i ricordi stessi.-

Gli sorrise, gli occhi verdi luminosi di sorpresa e piacere.

- Dunque un viaggiatore.. Che ama la notte, la luna ed il silenzio come me. Bhè, questa visita spinta dalla noia si sta rivelando davvero un’occasione.-

Commentò senza smettere il sorriso che le illuminava il volto.
 
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view post Posted on 28/1/2010, 22:19
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Aveva trovato una compagnia adatta, non temeva la propria ombra, anzi era sin troppo sicura di se stessa. La via di mezzo non poteva guastare, ma andava bene anche così. Erano quanto mai pari, forse l’altezza un poco divergente, ma era mera estetica, poteva essere tranquillamente suo nonno, il pensiero lo fece involontariamente sorridere. In effetti ci stava, quasi suo nonno. Ma eran postille. Cosa si andava preannunciando? Una nuova diatriba sull’essere? O magari semplicemente sul tempo, e sul the? Entrambe allettanti, entrambe possibili. La folla sembrava aver intuito, e cedeva loro il passo senza troppi problemi, procedere a passo funebre non era certo una valida soluzione, in nessun caso, come restare invischiato come una sardina, in un mare di intralci. Tornava dalla Russia, che conosceva poco, non aveva mai trovato nulla di interessante da spingerlo così a Nord più di qualche volta. Cosa poteva fare in Russia? Era abbastanza pallida, certo, ma era inglese. Senza dubbio. Che fosse però pigra? Era abbastanza giovane, anche da poterlo essere, tutto era possibile, forse meno probabile. Ed erano quasi d’accordo sui ricordi, che andassero sin troppo d’accordo? Sicuramente diverso dalle solite situazioni. Quasi un’occasione? <Ah! Dalla Russia, paese insolito, non posso certo dire di conoscerla molto bene, salvo Pietrogrado, e Mosca temo di non essermi avventurato più di tanto, non brilla certo per biblioteche. Posso però concordare di trovarmi in una sorta di situazione simile, sono tornato dopo qualche decennio Orientale, ma ahimè sono già nel pieno delle attività anche qui. Non ho ancora finito di trasferire libri, e opere d’arte, che già sono immerso sino al collo nel lavoro. Così vanno le cose, pazienza. Ottimo, non so, conosce forse Schopenauer? Ha una singolare concezione della noia, che ho sempre trovato interessante, se vuole. Ovviamente solo lei può sapere quanto sia o meno pigrizia, anche se essendo giovane, se lo lasci dire, potrebbe anche darsi. Tentare i ricordi stessi è già di per sé un azzardo, bisogna essere straordinariamente sicuri di sé, ed avere parecchio intuito. Ovviamente anche io mi son dedicato qualche tempo fa a questa meravigliosa esperienza, ma ultimamente ho avuto ben poco tempo, per continuare. Il tempo è il peggiore dei tiranni, mi creda. Mi chiedevo, se forse non conoscesse un certo Leopardi, un poeta, se vuole, di qualche anno fa, molto interessante e versatile, che potrebbe contribuire notevolmente alla nostra piccola… occasione.> Confermò divertito, una parola azzeccata nella frase, un’ottima chiusa. Qualcosa stava bollendo in pentola, lo avvertiva nell’aria.
 
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59 replies since 25/1/2010, 23:14   241 views
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