Keiko » Jasha |
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| Squadrò le due colleghe. Si massaggiò le tempie, non era proprio in forma e quella situazione non l'aiutava. Sospirò «Per prima cosa: non ho manie di potere se vi ho... 'ordinato' di venire qui.» Si sistemò il grembiule alla vita «Ma quello che state facendo è ridicolo e va contro l'etica di un bistrot, cameriere o quel che sia.» Posò lo sguardo su Jaqueline, la ramanzina cominciò da lei «So perfettamente che siete abituata ad avere una servitù, potere e a pensare che i mezzosangue siano inferiori. Onestamente non mi interessa. In questo momento qua voi siete niente poco di meno che una plebea che serve i tavoli, se così potete capire meglio la situazione» Si passò una mano sugli occhi: non ce la faceva più a parlare, era troppo stanca «Credo anche di aver intuito la motivazione di questo disastro.» Sospirò, quanto ancora doveva continuare quella tortura? «Se v'interessa quel tipo, per me potete pure imboscarvi e fare tutto quello che volete. Ma che se nessuno si azzardi a combinare casini al castello o al lavoro. Non sono dell'umore e non vorrei essere costretta a fermarvi con le cattive.» Si sedette a terra, la schiena contro la parete fredda, portando ambe due le mani alla testa cercò di tranquillizzare le tempie «Jess ti prego di non fare nulla che possa far arrabbiare nessuno, la priorità è servire il cliente non fargli vedere quanto siamo brave a rompere le stoviglie.» Guardò Jaqueline «...o a rimorchiare i ragazzi.» Accennò un ghigno beffardo mentre tentava, alla ben e meglio, di rialzarsi. Doveva mantenere la sua figura autoritaria anche a lavoro, evidentemente. «Detto questo, torniamo ai nostri doveri... io mi trattengo solo un po' di più in cucina.» Si avvicinò al rubinetto e lasciò scorrere l'acqua. Avvicinò una mano e la immerse sotto il getto, per poi passarsela sulla fronte. Sentì una magnifica sensazione di refrigerio. *Ah, lo stress fa male*
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