Bancarelle e Vetrine

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Amber Rouge
view post Posted on 15/4/2010, 20:37




Come non godere della primavera inglese? L'aria frizzante, un venticello leggero, un primissimo torpore ancora troppo timido da permettere di liberarsi dei baveri alzati.
Amber passeggiava tranquillamente per le viuzze del paese, un lungo impermeabile verde la copriva interamente lasciando intravedere solo l'orlo di una gonnona color pastello. Un cappuccio nascondeva i capelli ricci alla vista e gli occhi chiari ballavano in tutte le direzioni, scrutando ovunque tranne che davanti ai propri piedi. Certo, avrebbe potuto investire qualcuno, ma ogni vetrina era interessante, ogni particolare attirava la sua attenzione.
Giusto poco prima era rimasta immobile una ventina di minuti ad una bancarella di strani aggeggi, proprietario un fin troppo affabile figuro da uno strano cappello a righe bianche e rosse. Tra tutti gli oggetti, quello che più interessò la ragazza, era un Decodificatore Numerico..o almeno, avrebbe dovuto esserlo.
Cosa essere Decodificatore Numerico? tale strumento, molto in voga nei paesi dell'est, risulta molto utile per la traduzioni aritmantiche. Il suo compito è fornire al mago tutte le possibili combinazioni di traduzione per una particolare serie numerica fino a 7 cifre complesse. Una chicca che, effettivamente, mancava alla collezione della Rouge..ma CappelloaRighe non la contava giusta.
Quel particolare Decodificatore sembrava più un mestolo con attaccata una ruota dentata e qualche cifra intagliata nel legno.
Amber stava ancora pensando alla truffa scampata, quando la vetrina di una libreria ben più piccola del Ghirigoro attirò la sua attenzione. Si preannunciavano altri 20 minuti di sosta: il volume esposto sembrava molto antico e presentava, in una delle due pagine aperte, un enorme disegno di quello che era ovviamente un Tranello del Diavolo..chissà quanto costava...
 
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view post Posted on 15/4/2010, 21:35
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Avanzava pensieroso, e di pessimo umore, per una via affollata di quell’insediamento magico, ormai privo di qualsiasi interesse, alle pendici del castello. Era una giornata di commerci intensi, le strade intasate di gente, solita gentaglia, indaffarata in futili affari. Ovviamente era di fretta, procedeva di gran carriera, destreggiandosi con singolare abilità con il bel bastone da passeggio. La leggera brezza che spirava faceva svolazzare il lungo mantello che l’avvolgeva, trattenuto sotto al collo, da sottili e tintinnanti catenelle. Calzava una lunga veste violetta, di seta, ricamata in filo d’oro, come del resto il mantello, lungo e pesante, un poco più scuro. Ondeggiava al ritmo regolare della falcata, svolazzando per le correnti improvvise d’aria. Quasi per magia riusciva sempre ad aprirsi un varco, tra la calca, prima di fermarsi. Badava a poco a chi lo circondasse, aveva ben altro a cui pensare, come non badava a dove andasse, si sarebbero spostati. Due figure, avvolte da mantelle purpuree, gli tenevano dietro, silenziose, ed attente, assecondando il passo e la direzione che prendeva inconsciamente. Doveva tornare a casa, si era perso un libro di capitale importanza, e non poteva tollerare oltre il fatto. Se non l’aveva in ufficio, e l’aveva riportato indietro, poteva essere solo o a Londra, o in Scozia. C’erano poche alternative, ed aveva già un’idea di dove potesse essere. In più impegni urgenti al Profeta, possibile che ne avessero sempre una? Si sistemava ritmicamente i delicati occhialetti, in bilico sulla punta del naso, lisciandosi la corta barbetta sul mento. Era vecchio, detestava aver fretta, ma era una vita che ne aveva. Possibile?

 
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Amber Rouge
view post Posted on 16/4/2010, 12:55




Attraverso la vetrina opaca e trascurata, Amber era solo riuscita a capire che le didascalie dell'immagine erano scritte in greco antico.
Come aveva fatto un tomo del genere a finire ad Hogsmeade? Gli occhi chiari si staccarono dal volume per andare verso l'orizzonte, verso il Castello..tutti sapevano che la biblioteca era una delle più fornite del Regno Unito..ma era ancora in attesa di una risposta per quanto riguardava la sua assunzione.
La risata di una donna la riportò alla realtà. Ancora uno sguardo a quel Tranello del Diavolo disegnato così divinamente prima di rendersi definitivamente conto che quel libro era decisamente troppo per le sue finanze, almeno fino a quando non avrebbe goduto di uno stipendio stabile piuttosto che del salario occasione per le sue serate dal vivo a Londra.
Sospirò un arrivederci all'oggetto oltre al vetro e si perse di nuovo nel traffico di passi e vesti che saturava la via centrale del paese.
I pensieri vagavano lontani..al castello, alle sue ricerche, al suo pianoforte..ora aveva davvero voglia di suonarlo..
Non fece in tempo a pensarlo che le dita della mano sinistra iniziarono a inseguire le note di una delle sue melodie preferite. Per un secondo chiuse gli occhi, canticchiandola.
TUNF
Amber andò a finire con il muso dritto dritto nel petto di un Mago di almeno una decina di centimetri più alto di lei
-Merlino! mi scusi ero distratta..le ho fatto male?-
Chiaro che sarebbe successo: era da quando aveva messo piede a Hogsmeade che non aveva guardato dove metteva i piedi.
Nel frattempo si era allontanata di qualche passo, i riccioli rossi finalmente liberi dal cappuccio le cadevano lunghi sulle spalle. Osservò il suo povero bersaglio. Attempato, con una certa classe..Amber sperò vivamente di non avergli fatto niente: come minimo aveva appena rotto un piede al responsabile dell Commissione Assunzioni di Hogwarts.
 
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view post Posted on 16/4/2010, 14:23
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Solita calca, solita ressa, mancava poco ad aprirsi la strada a vangate. Ovviamente sarebbe bastata una maledizione, saltata la strada, sarebbe potuto andare avanti tranquillo, avrebbe trovato anche una degna scusante, salvo l’impiccio burocratico. No, non poteva farlo. Ma non poteva certo neanche perdere tempo così, non era normale. Era di fretta, una santa e dannata premura, ormai cifra degli ultimi anni. Sempre la solita moderazione, per Diana, era un Peverell! In mezzo ad un gregge di bestie, senza senso, e senza intelletto, possibile che dovesse aprirsi quasi la strada? Erano lontani i tempi gloriosi del Papato, e dell’Impero, eppure quanta nostalgia! Procedeva a passo di carica, spedito, lanciato verso la meta, come un freccia verso il bersaglio, senza curarsi troppo di questo o quello. Campagnoli, ed ignoranti, scesi dalle montagne per il bel tempo. Anche solo la sua bella tunica spiccava su tutti, pur senza alcuna pretesa. Si notava, si lasciava notare, con augusta indifferenza. Era quattrocento passi sopra di loro, e non poteva porvi rimedio, anzi. Stava per arrivare alla giusta conclusione, quando andò a sbattere contro qualcosa. Un cespuglio di capelli rossi e ricci. Ammutolirono i due accompagnatori, quello non era calcolato. Il disappunto si fece largo a grandi braccia. Ma cosa stava facendo? Neanche guardare per strada! Era semplicemente il colmo. Non gli era mai successo, in sessant’anni di vita. Del tutto ignorato, a tal punto da essere impattato. Ovviamente non aveva fatto apposta, ma aveva ucciso per molto meno. Riguadagnò gli occhialetti con un gesto stizzito della mano, riparandoli, e rimettendoli in loro antica originaria sede. Una maga, forse neanche trentenne, non puzzava di mezzosangue, ma erano dettagli, sarebbe stata solo la ciliegina sulla torta. Poggiò secco il bastone sul selciato della strada, sistemandosi il lungo mantello, tra i tintinnii delle numerose catenelle. Era a posto. <Mon Dieu, madame, guardi dove mai stia andando. Tutto a posto, non si preoccupi. Lei?> Chiese con un certo simulato interesse. Solite domande retoriche.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 16/4/2010, 18:13




Solo allora notò che l'ombra del Mago era sdoppiata in due figure fisiche e inquietanti. Guardie del corpo? Quanti danni aveva fatto solo per avere la testa tra le nuvole?
L'uomo risultò estremamente infastidito, forse un po' troppo, ma la ragazza sapeva di avere torto e non aveva certo voglia di iniziare a far polemica sull'educazione. Anche perchè la forma continuò a essere perfettamente rispettata.
"Mon Dieu, madame, guardi dove mai stia andando. Tutto a posto, non si preoccupi. Lei?"
Le prime parole arrivarono all'orecchio della rossa con una melodia completamente diversa..francese! Da più di due anni non lo sentiva e lei si limitava a cantarlo occasionalmente. Adorava la sua lingua, ma la necessità l'aveva costretta a pulire il suo inglese dall'accento.
-Je suis vraiment très désolée..posso offrire qualcosa a lei e ai suoi..amici..per farmi perdonare? Sa, sono appena arrivata da queste parti e non vorrei iniziare con un piede così sbagliato- un sorriso educato ad accompagnare il suo invito. D'altronde quello era il primo contatto avuto ad Hogsmeade, ci teneva che non si risolvesse con un semplice inciampare nei propri piedi.
 
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view post Posted on 16/4/2010, 19:07
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Confidava che avesse una buona ragione, non era da tutti fermarlo in quella maniera. Considerando anche che erano ad Hogsmeade, non poteva lasciarsi andare troppo. Era un Peverell, per Diana, non un Brown qualunque. Ma iniziata la danza, tanto valeva stare al gioco. Era di fretta, certo, non doveva scordarlo, ma non così eccessiva. In più, cosa vi faceva una francese ad Hogsmeade? Francese naturalizzata inglese. Situazione curiosa, non poteva certo resistere a lungo. Eppure, restava poco convinto dalla donna, l’aveva il volto francese. Per non parlare poi del fatto che la folla lo metteva di cattivo umore, più di quanto già non potesse essere. Si guardò intorno visibilmente scocciato, mentre le due correnti di folla defluivano mansuete di lato. Nessuno avrebbe osato riscontrarsi, a meno che non volesse morire. Un Peverell, fermo nel mezzo di una strada villana, quasi fosse un comune passante. Disdicevole, non c’era logica spiegazione. Afferrò gli occhialetti, iniziando a pulirli con un fazzoletto blu mezzanotte, nell’angolo si agitava mollemente una “A” finemente ricamata, tra gli svolazzi. Offrirgli da bere? E dove? Ad Hogsmeade, magari in una qualche taverna. Per non discutere del non voler partire con il piede sbagliato, farle presente di come l’avesse già fatto. Si schiarì la voce, riprendendo.
< Ne vous inquiétez pas, madame, c'était un acident. Sarebbe terribilmente sconveniente da parte sua, mi costringe ad invitarla da qualche parte. Conviene? I miei… assistenti, ci seguiranno semplicemente, sono solo leggermente di fretta. È dunque francese, mi par d’intuire? Sicuramente però non è Scozzese, né tanto meno Inglese. Comunque sia, Sir Ignotus Albus Edward Peverell al suo servizio, non per molto, ma son dettagli.> Ecco, partito il cronometro, un ritardo su un già dignitoso ritardo cosa avrebbe portato? Avrebbe forse anche infine mandato qualcuno ad avvertire. Avrebbero solamente ringraziato i possenti Dei, non avevano speranze di redenzione quella massa di sfaticati.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 16/4/2010, 20:06




-La ringrazio allora anche solo per il poco tempo che mi concede-
Amber lo seguì zigzagando tra la folla che sembrava essere il polo negativo di una calamita della quale il Mago era polo positivo. Solo lei aveva osato rompere la barriera?
Per fortuna Sir Albus aveva preso in mano la stuazione: per quanto la Rouge volesse riparare il danno, non sapeva dove precisamente avrebbe potuto portarlo a bere qualcosa.
-Oui Monsieur, française..sono nata in uno dei paesini magici vicino Parigi..Villecresnes, non credo lo conosciate. Il mio nome è Amber Rouge e sono davvero onorata di conoscere un Peverell- sorrise educata senza preoccuparsi di filtrare il suo pensiero. Certo aveva avuto una discreta fortuna (?) ad urtare un tale personaggio, ora doveva solo preoccuparsi che non la odiasse del tutto. -Forse dovrei essere io a proclamarmi al suo servizio, non capita certo tutti i giorni di incontrare il membro di una famiglia tanto illustre-parlava educatamente senza nascondere doppi fini, scoprendosi sinceramente interessata da quello che poteva portare anche solo una breve conversazione con il Mago.
 
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view post Posted on 16/4/2010, 23:36
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Beh, aveva pienamente ragione, voleva compiacerlo, era evidente, ma a modo suo aveva anche ragione. Ormai il mondo svuotato di persone di una certa classe, lui era ormai l’eccezione. Portava avanti l’illustre gloria di un casato, che stava lentamente scomparendo. Era anche lui retaggio di un’epoca assassinata, vecchia, morta, sarebbe lentamente scomparso. Era inevitabile. Ed era pur vero che le concedeva del preziosissimo tempo, per mera cortesia. Sarebbe cambiato poco, in fondo, minuto più, minuto meno. Una Parigina, fondamentalmente, conosceva bene la città, poco i paesini intorno, era di una schiatta ben diversa, lo sentiva nell’aria. E Rouge non gli diceva molto. Però lo conosceva per quello che era, trattenne un sorriso soddisfatto, annuendo. Beh, accennare al fatto che non ve ne fossero materialmente molti, era superfluo, si trattenne dal fare commenti sarcastici, che affioravano copiosi dal suo subconscio. Schioccò d’improvviso le dita, in un’evidente occhiata, uno dei due “assistenti” scomparve improvvisamente, tra gli svolazzi del mantello cremisi. Dovevano essere avvertiti. <Si figuri, madame, dovere. E non è frequente incontrare parigine qui ad Hogmeade, qual buon vento la spinge così a Nord? Madame Rouge, temo non mi dica molto, ho sangue normanno, ho qualche parente per linea carolingia, ma dovrei compiere qualche ricerca. Ha ragione, non è molto frequente incontrarmi, ed intenzionalmente non sarebbe nemmeno riuscita, ma è inutile opporsi alla Tuke. Prego, passeggiamo.> Accennò con la mano avanti, onde distanziarsi dal marasma di gente che affollava quel budello. Parlava pacato, con una certa antica solennità, tipica di ogni parola, si ogni gesto. Pronunciava le parole con un leggero accento ancora normanno, la “R”, meno che aspirata, si perdeva tra le sillabe. Dava alle parole strane sfumature, accentandole apparentemente a caso, in un’unica armonia complessiva, quasi metrica. Rinforcò tranquillo gli occhiali, evitando di guardarsi troppo in torno.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 17/4/2010, 12:35




Naturalmente la sparizione di una delle figure incappucciate attirò l'attenzione di Amber che, però, si limitò ad alzare un sopracciglio, senza proferir parola a riguardo.
-Per quanto di dinastia magica, la mia famiglia si è distinta solo nel campo di alcune arti ma non ha mai raggiunto una fama consistente. Non è mai importato se i nostri obbiettivi coincidessero o meno con la gloria.-
Oltre all'accento, la scelta dei vocaboli da parte dell'uomo era estremamente ricercata. Altezzoso e piuttosto superbo, Amber non sapeva ancora se potesse permettersi questi atteggiamenti o se erano solo una copertura del classico "fumo senza arrosto".
-Nel mio caso l'obbiettivo è strettamente legato a..- il suo sguardo vagò all'orizzonte fino al castello di Hogwarts -la scuola. Questo è il motivo per cui mi trovo nei paraggi. Anche se ancora non so se mi sarà permesso entrarvi..-
La lettera con la sua richiesta di assunzione era partita da Londra qualche giorno prima e ancora non era tornato. Amber, seppur fiduciosa, si era scoperta a provare un'ansia simile a quella provata durante il primo G.U.F.O. anni prima.
 
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view post Posted on 17/4/2010, 14:31
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Ecco, ecco, un’ottima ragione per non conoscerla, era abituato ad ambienti un po’ troppo alti semplicemente, quelle famiglie borghesi, agiate, ma non troppo nell’occhio del ciclone. Qualcuno le avrebbe semplicemente commentate con Mediocritas, ma ero meglio evitare incomprensioni dopo poche e sparute parole. Non c’era molto tempo, era un dato di fatto, ma non poteva neanche porvi grande rimedio. Atlante li avrebbe informati, avrebbero solo sospirati soddisfatti. Non era una visita di piacere, e lo sapevano bene. Una famiglia con degli obiettivi, magari studi particolari, similbabbani, qualcosa che capitava di sovente in Francia. Se ne sorprese, forse anche eccessivamente, era plausibile che Hogwarts l’avesse attirata, ma perché non la Francia? Tanto valeva divertirsi, inutile perder tempo annoiandosi. Se poi l’avesse anche assunta, se la sarebbe ritrovata per collega, l’ennesima. Possibile che dovessero essere praticamente tutte donne? Ma che percentuali farsate erano? Tutte donne. Dettagli, certo, ma che dettagli!
<Capisco, immagino sia così, Rouge non mi dice molto. Ma non ho nemmeno mai avuto una gran memoria per queste cose. Obiettivi, gloria, in fondo tutto è effimero, son poche le cose che restano impresse nei posteri, e vivere per conto di qualcun altro è non vivere, quindi è meglio lavarsene le mani, quando sia possibile, ovviamente. Ah! Hogwarts, che sbadato, ottima questione. E vorrebbe, entrarvi? Temo non sia impossibile, ma neanche molto facile, non vedono di buon occhio gli estranei di questi tempi, ed anche la sicurezza ho sentito sia stata rafforzata. Brutti tempi, madame! Ma immagino lei sia di Beauxbatons, sbaglio? Un ottimo posto, ho casa anche da quelle parti, nel Sud della Francia, in Provenza, se non vado errando.> Sentenziò perplesso, Beauxbatons, non ne era mai andato pazzo, molto meglio Hogwarts, non c’era nemmeno paragone.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 17/4/2010, 18:39




-La Provenza è un luogo da ricordi di infanzia per molti francesi- sorrise, continuando a stare passo. Le parole del mago sulla gloria e sulla memoria dei posteri sembravano sagge, ma dette da un soggetto con un tale cognome suonavano quasi irreali. Amber l'avrebbe senz'altro fatto notare, poteva essere una discussione interessante, ma fu un'altra la chiave del discorso che più la colpì.
-Brutti tempi lei dice? Solitamente tendo a giudicare quest'impressione quasi inflazionata ma ora..Come ho detto, sono straniera e per la maggior parte del tempo in Inghilterra ho vissuto a Londra dove le notizie magiche e quelle babbane si confondono fin troppo facilmente. Ammetto senza giri di parole che non credo di avere idea di cosa stia parlando.- un ambulante cercò di attirare la loro attenzione con una vecchia ricordella. I due lo passarono velocemente -Certo sarebbe sciocco nascondere la mia intenzione di avere informazioni a riguardo, quindi, perdonate la franchezza, vorrei chiederle direttamente...quale minaccia ha spinto le mura di Hogwarts a rendersi più invalicabili ancora?-
 
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view post Posted on 18/4/2010, 13:13
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Era anche vero, i Francesi, non gli erano mai andati troppo a genio, ma eran dettagli. Era l’unica scuola che avessero nel Paese, era normale che fossero ricordi comuni a tutti. E lei era francese. Non aveva replicato, ergo, o era d’accordo, o non sapeva che dire, o non voleva discutere. Che lo temesse? Ma che fama aveva in Francia? Il grande diplomatico, l’astuto stratega, o il pazzo sanguinario? Era però più avveduta di quanto non credesse, erano brutti tempi da almeno ventimila anni, dettagli? Un’espressione ricorrente, il pericolo si affastellava sulle spalle del precedente, un castello di pericoli, che prima o poi sarebbe crollato. In quelle brevi parentesi di pace, era compito del Bene preparare le contromisure ai piani del Male, che tardavano a manifestarsi. Era un’attesa, snervante o breve, piacevole o detestabile. Ma Bene era tutto Bene, sinchè il Male non vi metteva lo zampino. Era così logico, da essere banale. Sorrise, assorto nell’oscura voragine di pensieri, e riprese il discorso. Era giovane, ed ignara. <Non penso di saperne molto più di lei, madame, sono solo un povero vecchio in fondo. Ma, come ben saprà siamo in campagna elettorale, il Ministero è vulnerabile, ed il Paese è sull’orlo del baratro. Ha letto il profeta di recente? In Germania, ed in Polonia sono già esplosi i disordini, ed il Governo di Sua Maestà teme che il tutto possa propagarsi velocemente. Inoltre è tempo che il Male tace, si crede che la tregua non durerà ancora a lungo, è tempo che ormai Voldemort sembra essere scomparso. Troppo a parer mio. Secondo lei, i primi Dei, perché vennero creati? Hogwarts teme per la sua sicurezza, è normale che in uno stato di tregua armata si faccia il possibile per prepararsi al peggio, non trova? Il grande pericolo che incombe, è il Caos.> Sentenziò serio, proseguendo tra le ali di folla.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 18/4/2010, 19:14




E lei che per un attimo si era preoccupata.
No, la storia è un ciclo e i pericoli si ripetono negli anni. Niente di nuovo giunse alle sue orecchie, avrebbe potuto indovinare ogni cosa.
-Il Caos, il grande distruttore..eppure, per chi sopravvive, sempre seguito da un ordine migliore del precendente, più duraturo ma comunque destinato all'annullamento per il miglioramento- rifletteva ad alta voce, tranquillamente -se non toccasse vivere tutto questo, si potrebbe quasi approvarlo con occhi di studioso- come lei effettivamente faceva, anche se non trovò una buona idea ammetterlo direttamente. Certo, dalle sue parole era sicuramente trasparito il suo pensiero, ma c'era ancora da tenere un minimo di diplomazia, essendo l'interlocutore uno sconosciuto.
-D'altronde è possibile giudicare gli eventi solo al loro compimento..assegnare etichette come Bene e Male durante la battaglia risulta piuttosto superfluo-
 
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view post Posted on 19/4/2010, 14:10
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Ascoltava pensieroso, nonché un poco perplesso, il Caos era distruttore, ma non solo, prima di distruggere, creavo ben di peggio, in caso contrario sarebbe stato la manna dal cielo. Ed era sempre detto che il futuro sarebbe stato migliore? Era molto più complessa l’intera faccenda, un susseguirsi di ondate, Vichiane, incontrollate, ma prevedibili a volte, che alternavano penuria, a prosperità, mestizia e gaiezza. Era un destino ineluttabile, nulla era per sempre. Eppure, lo studioso non poteva forse anche vivere l’attualità, il suo tempo? Era forse un vecchio relegato a studiare qualcosa di morto, da tempo, ed ormai lontano? Ed il solito buono e vecchio discorso, Bene e Male. <Possiamo essere in parte d’accordo, ma non certo del tutto. Penso sia semplicemente normale. L’evoluzione della Storia, secondo lei, è sempre in positivo? E quindi, secondo lei, non esistono studiosi del nostro tempo, o almeno chi vive il proprio tempo non può approvarlo. La domanda più spontanea, allora, è: perché? Come del resto siamo d’accordo nel dire che mettere etichette sia un lavoro lungo, ma non certo superfluo, quanti di noi sanno cogliere anche solo le diverse sfumature di una parola? Bene e Male da individuare sono più che necessari, è solo difficile capire, ammettendo poi che esistano davvero. Il che chi ce lo garantisce?> Domandava tranquillo, pacato, guardando avanti, senza fare una piega.
 
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Amber Rouge
view post Posted on 20/4/2010, 09:15




-L'evoluzione dovrebbe sempre essere in positivo, ma bisogna tener conto anche del fattore "umano."- rispose allo stesso modo, continuando a stare al passo -L'uomo non è perfetto e, a volte, si potrebbe dire che aneli all'autodistruzione. Questo rende ogni meccanismo ben diverso da un divenire utopistico e difficile da prevedere o inquadrare. Anche lo studioso, in quanto uomo, può e deve certamente vivere il presente, schierarsi con una o con quell'altra parte...ammettendo che sia possibile riconoscerle così nettamente..ma certo non può, come nessun'altro, pretendere di sapere in anticipo se sarà la parte considerata Bene, giusta, vincitrice.- una folata di vento fece volare i suoi riccioli e l'impermiabile alle sue spalle, rendendo per un secondo l'illusione che le spalle della donna fossero alate -Il punto è proprio questo. Bene e Male..siamo sicuri che esistano oggettivamente? I punti di vista a riguardo sono così vasti che spaziano dal fondamentalismo al "tutto è relativo". E ancora nessuno sa chi ha ragione- sorrise, scegliendo un tono volutamente leggero prima di rimanere in silenzio, volgendo lo sguardo verso il Mago che camminava al suo fianco.
 
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19 replies since 15/4/2010, 20:37   96 views
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