Iglif Bogart |
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| Qualcosa di strano e indescrivibile stava accadendo attorno al corpo del ragazzo. Le sensazioni che potevano essere recepite dal giovane stando in quelle acque torbide avrebbero potuto anche impaurirlo. Bastava un minimo e il più anche lieve movimento per smuovere la terra o le alge e un polverone di terra e sabbia si sarebbe alzato svolazzandando fra le rocce. Man mano che il giovane continuava a scendere verso il profondo del lago le acque si facevano sempre più fredde e scure. La luce non aveva la capacità di penetrare così a fondo nell'oscuro lago di Hogwarts. Quel posto era stato, in passato quanto al presente, tema di interesanti leggende e storie delle più svariate, insomma: secondo la credenza popolare dei maghi vissuti nella scuola, il lago ospita una moltitudine di creature, dalle più docili e addomesticabili, alle più feroci e immense. Oltre ai residenti, in quel bacino accaddero molti strani avvenimenti, alcuni legati pure a maghi oscuri di alta portata, si dice persino a Voi-Sapete-Chi. Altri, legati alle vere e proprie acque, che pare abbiano proprietà magiche di Magia Nera, e che vi siano particolari correnti in grado di attirare gli umani o gli animali al suo centro esatto. Ovviamente molte delle storie sono state dimostrate come false o storpiate dalla mente contorta dei vari custodi della scuola, ma resta che molte delle creature che vivono nel lago siano state avvistate innumerevoli volte. Sicuramente Iglif non aveva intenzione di disturbare la vita tranquilla degli animali all'interno del lago, ma il desiderio di trovare quella maledetta pietra prevalse sulla sua paura. La notte rendeva l'operazione sempre più difficile e complicata. Il grifondoro tentò di socchiudere le palpebre per prendere del tempo. Riaprendole notò che la vista era migliorata di un poco, ma non bastava comunque a rendere più facile la ricerca. Il piede sinistro sfiorò lievemente una roccia e poco dopo il destro strisciò su di un'altra pietra e questa volta Iglif si bloccò perchè si era tagliato. Non era niente (probabilmente), si voltò solo un istante per guardarlo. Un po' di sangue fuoriusciva dalla piccola ferita. Il collegamento che immediatamente gli giunse alla mente gli suggerì che quella sostanza rossastra avrebbe potuto attirare creature d'ogni genere. Così strattonò due o tre volte la gamba destra per far andare via il sangue rimasto. L'idea, fra le impulsive che aveva mai captato, lo calmò per il momento, ma pareva che il pericolo avrebbe potuto essere dietro l'angolo. Continuò a nuotare incurante del piede. La bocca poteva rimanere socchiusa perchè ora respirava dalle minuscole branchie che gli erano cresciuta dietro le orecchie. Il tutto era dannatamente strano perchè essendo abituato da diciotto anni ad usare il naso o la bocca per continuare a vivere, non si era mai ritrovato a non usarle. Il fondo sembrava essere vicino, ma non era così, perchè nel profondo si dipanavano una miriade di caverne rocciose e cunicoli altrettanto angusti e tetri. La luce estremamente fioca e l'ambiente cupo lo fecero bloccare proprio nel momento in cui una grottesca melodia giunse al suo udito. Le strane voci e i suoni circostanti alle sue orecchie provocarono nel ragazzo un intenso brivido di timore che lo percorse ardentemente lungo tutto il corpo. I pantaloni e la camicia erano praticamente appiccicati alla pelle di Iglif e quando quest'ultimo fu percorso dal tremore involontario parevano non essere necessari a coprire dal freddo. I suoni attorno al giovane parevano continuare ed avvicinarsi contemporaneamente. Da tipico istintivo, il prefetto, si voltò indietro da dove era sceso, sperando di non aver incontrato sul suo cammino una di quelle scaltre sirene che popolavano il lago.
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