Un incontro di lavoro

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Triss Merigold
view post Posted on 3/9/2010, 13:50




Triss stava seduta fuori dalla porta della redazione, in una di quelle poltroncine simil studio medico adatte ad ogni occasione.
Mani in grembo, ginocchia accavallate, sguardo fisso, ripensava alla sua ipotetica presentazione, se mai le avessero chiesto di farne una.
Dopo i suoi innumerevoli viaggi ecco che si ritrovava lì, tornata in patria, in attesa che qualcuno la giudicasse degna o meno di intraprendere la carriera che aveva sempre desiderato.
Sul tavolino di fianco a lei una cartelletta contenente il suo CV, più avventure che esperienze lavorative, ma in fondo il giornalista non viveva di storie?
"Ma da quanto aspetto?" si chiese mentalmente spostando lo sguardo sull'orologio appeso alla parete chiara.
10 minuti.
La pazienza non era mai stata il suo forte.
 
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view post Posted on 3/9/2010, 18:37
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Ecco, l'ennesima corsa. Erano ormai due anni che correva tra Londra, il Castello, Casa, ed il Ministero. Come una trottola, senza pace, correva di angolo in angolo, di quel poligono infernale, poteva farvi poco, in fondo era così, ma non poteva certo dire di avere ancora l'età adatta per quelle attività, così giovanili. La voglia fortunatamente c'era, in fondo tra un borbottio ed una cupa maledizione in Assiro non demordeva, eppure la stanchezza non sembrava volerlo più lasciare. Potevano essere tutti dettagli, certo, eppure... Comparve dal nulla a pochi passi dall'entrata del basso palazzo, sede della Redazione, del Suo Giornale, l'ennesimo incarico di cui si era coraggiosamente fatto carico. I due assidui assistenti lo seguivano vigili, reggendo due pesanti valigette di pelle, stipate presumibilmente di documenti, e pergamene. Era in ritardo, ma nessuno avrebbe osato farglielo presente. Sorrise risalendo lentamente la lunga scalinata di marmo che portava al secondo piano, al suo Ufficio. Il sabato mattina si respirava una bell'aria, tranquillità e vaghezza, poca confusione, ottima per lavorare quanto meno, con metà redazione a casa, probabilmente ancora a letto. Tra gli svolazzi della lunga veste purpurea, il mantello sotto al braccio, era già arrivata, lo sentiva.
Una giovane donna attendeva, in un'ampia stanza, elegante e luminosa, davanti all'ufficio che si appropinquava ormai a raggiungere. Qualcosa gli disse che era lei. Come si chiamava? Arricciò il naso, stanco, non se lo ricordava, ne avrebbe fatto a meno. Cosa poteva mai cambiare? I due lo seguirono silenziosi all'interno dell'ufficio, ritardo per ritardo, se la sarebbe presa con calma.

 
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Triss Merigold
view post Posted on 3/9/2010, 19:40




"...è una passione fin da piccola, i molteplici viaggi mi hanno dato molti spunti..." ripassava mentalmente quella manfrina ormai da qualche minuto, aggiungendo, modificando, consapevole che poi avrebbe parlato d'istinto.
La sua attenzione fu smossa dall'entrata, un pò confusionaria, di un signore dall'aria rispettabile e per bene.
Dietro di lui due specie di galoppini, carichi come muli, ma con il sorriso stampato in faccia.
"Che sia lui?" si domandò mentalmente Triss osservandolo con la coda dell'occhio; dopotutto l'educazione la conosceva e nonostante la sua terribile e, a volte, irritante impulsività, sapeva che fissare era da maleducati.
Allungò una mano al suo CV e lo strinse in grembo, continuando le sue occhiate fugaci mentre l'uomo distinto, seppur leggermente affannato, entrava nell'ufficio.
 
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view post Posted on 3/9/2010, 20:19
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Ecco, una teiera fumante lo attendeva in un angolo dell'ampia scrivania. Si sedette, sprofondando nella morbida pelle, lisciandosi la corta barbetta. Era arrivato. Osservò accigliato il bel pendolo dall'altra parte della stanza, beandosi di essere circondato dai suoi amati libri. Avrebbe anche potuto delegare a qualcun'altro i colloqui di lavoro, in fondo perdeva sempre soltanto un sacco di tempo, una marea di tempo. Non andava affatto bene. Ne era ben consapevole. Eppure, chi? Chi si sarebbe fatto carico del lavoro? Ovviamente avrebbe dovuto costringere qualcuno, ed il circolo vizioso sarebbe ripreso, tutto sarebbe ricominciato. Sorrise, sbuffando, licenziando i due assistenti con un gesto annoiato. Aprì il delicato, e rigonfio porta documenti, sulla scrivania, iniziando a leggere. Un'altra aspirante voleva tentare la sorte, perché no? In fondo aveva bisogno di qualcuno, ormai Hogwarts lo impegnava più di quanto non fosse legittimo aspettarsi. O almeno di quanto non avesse voluto sperare, in precedenza. Ma ormai i giochi erano fatti, non poteva tirarsi indietro. Non poteva semplicemente. La sua nazione aveva un costante bisogno di lui. Cos'avrebbe replicato suo padre? Insomma, un Peverell restava tale in qualsiasi circostanza, e per chiunque. I tempi erano così tanto cambiati? Poteva anche darsi, ormai tutto mutava, meno che lui. Era la sua redazione, era il suo Corso, era la sua Cattedra, erano le sue terre, comandava lui, e basta. Non poteva dimenticare chi fosse, benché forse non fosse poi tanto simpatico. Dettagli, efficienza per simpatia. in fondo recitava al meglio la sua parte, protagonista indiscusso delle scene per decenni. Si schiarì la voce, poggiando la terza lettera, al battere del pendolo.
Prego signorina, si accomodi. Pacata, e profonda la voce si espanse nell'aere, prendendo di tono, ed autorevolezza. Era una voce antica, terribilmente particolare, sapeva di Nord, di Scozia, eppure di Normanno, profumava della verde Erba della terra dei suoi padri, e lo sapeva.
 
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Triss Merigold
view post Posted on 3/9/2010, 20:32




Triss si riscosse appena nell'udire quella voce, sembrava lontana eppure molto vicina, si spandeva per l'aria come il profumo delle torte che le preparava sua madre.
Era evidente che chiamava lei.
Scacciò i pensieri famigliari dalla mente e si alzò.
Il tempo di dare una pacca al corpetto per togliere una piega e varcò la soglia dell'ufficio di quello che, ora ne aveva l'ovvia certezza, era il capo della redazione, Ignotus Albus E. Peverell.

- Buongiorno - esordì con il suo tono convinto, poco elegante nella sua esuberanza giovanile.
Fece qualche passo all'interno della stanza per poi cogliere l'invito e accomodarsi su una poltroncina messa lì apposta, o quantomeno presumeva, per accogliere gli ospiti.

- La ringrazio per avermi ricevuta - lo ringraziò, conoscendo di fama i molteplici impegni che lo tenevano occupato.
 
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view post Posted on 3/9/2010, 21:00
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Ecco, giovane, esuberante, ma forse paziente. Non poteva esordire lamentandosi, sarebbe stato forse troppo, in fondo non poteva conoscerlo. Certo, se si fosse ricordato anche il nome, avrebbe contribuito alla faccenda, ma eran solo dettagli. Nome o non nome, qualcuno doveva trovare. Eppure non poteva assumere chiunque. In fondo doveva mantenere, e contribuire al prestigio del suo Giornale, non tutti volevano capirlo, ma era così. Non era certo pura cattiveria, come qualche malizioso vociferava da ormai anni. Era semplicemente la prassi. Certo, così giovane, poco più che ventenne, in cosa poteva sperare? Aveva bisogno di un giornalista, non di un assistente, ne aveva già a dozzine. Sorrise, buon viso a cattivo gioco, in fondo si era presentata, pure puntuale, almeno credeva. Potevano anche iniziare il gioco. Suvvia, è un piacere ricevere una bella fanciulla, di buone speranze, che cerca lavoro presso il nostro prestigioso giornale. Purtroppo come potrebbe aver sentito Hogwarts mi occupa immensamente, in un continuo crescendo, e non siamo più poi molto giovani, ma son postille. Desidera qualcosa da bere? Domandò cortese, tornando ad appoggiarsi al cuoio dello schienale Sorrise divertito, cos'avrebbe risposto? Da quello avrebbe capito l'esito del colloquio, era sempre così, ormai una triste consuetudine. Ma in fondo poteva farvi poco, ognuno era artefice del proprio destino.
 
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Triss Merigold
view post Posted on 4/9/2010, 06:57




"Buone speranze..." Triss si augurava che non rimanessero tali, ma in fondo capiva la perplessità del direttore.
Era davvero giovane, quei lavori da freelancer sparsi per i giornali esteri non erano certo il miglior biglietto da visita probabilmente.
Sorrise un attimo prima di rispondere.
Tutti quei convenevoli non le piacevano, era una donna pratica, poco propensa ai giri di parole e alle apparenze, in fondo non era forse questo lo spirito di un vero giornalista? Fatti, chiari e cristallini.

- La ringrazio, ma sono a posto - disse cordialmente, cercando di non sembrare maleducata nel rifiutare qualcosa di cui non aveva bisogno.
"Che si offenda per una risposta sincera seppur poco incline al galateo?" si domandò.
Ma la risposta, sempre mentale, fu che, in fondo, non le importava.
Se si fosse offeso per una risposta dettata dalla realtà dei fatti poteva significare che anche in futuro avrebbe preferito un approccio alla notizia...meno istintivo, più ponderato...


Osservò più attentamente l'uomo che si trovava di fronte.
Il suo aspetto non suggeriva corruzione o semplicemente parzialitità, in più non era certo giovane, doveva pur avere una buona dose di principi, maturati con il tempo e l'esperienza.
Il suo destino alla gazzetta, ora, era nelle mani di quell'uomo.
 
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view post Posted on 4/9/2010, 13:56
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Ecco, ovviamente niente. Che qualcuno dicesse in giro di terribili veleni, o potenti incantesimi, fatto stava che non aveva mai avuto occasione di offrire nulla. Eppure sarebbe successo! Un giorno o l’altro si sarebbe presentata l’occasione. Recepì il rifiuto con rassegnazione, tornando a leggere, sorseggiando il The. Una marea di problemi, come sempre. Lo aspettava l’ennesimo Tour de Force, il che non era certo bene. Lo reclamavano altrove, in tempi rapidi, anche troppo. Sospirò, tornando ad osservare attento la giovane che aveva di fronte. Gli piaceva giocare con le persone, in pochi capivano ed apprezzavano, ma aveva smesso di inseguire il consenso universale molti anni prima. Non poteva più permetterselo, molto semplicemente. Mancava soltanto una busta purpurea, di pergamena spessa, una “W” impressa in oro, ne identificava il mittente. Altri problemi, senza dubbio. Bene, si figuri. Se non posso offrirle niente, mi dica il motivo che l’ha spinta a presentarsi di sabato mattina, nella mia Redazione. Non c’è fretta, ha tutto il tempo che vuole, ma la domanda è molto più complessa di quanto non parrebbe. Perchè è qui? Sorrise, lisciandosi la corta barbetta sul mento, pensieroso. Stavano iniziando i giochi, infine, cosa avrebbe detto? Quale fantastica Storia si stava per sorbire? Avevano tutti una fervida immaginazione, purtroppo dalle stelle alle stalle il passo era molto breve.
 
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Triss Merigold
view post Posted on 4/9/2010, 15:39




Osservò per un attimo l'uomo in silenzio.
Aveva detto che la domanda era complessa, pertanto non si aspettava una risposta superficiale, ma il vero motivo.
Sospirò osservandosi per un attimo le mani in grembo.

- Il motivo per cui è Sabato mattina è molto semplice, la sua segretaria ha fissato l'appuntamento per tale giorno - sorrise leggermente alzando la testa.
- Il motivo per cui io sono qui è un pò più lungo a dirsi, ma altrettanto semplice a capirsi - fece una piccola pausa per schiarirsi la voce - Ognuno deve guadagnarsi da vivere, se questo può avvenire nel modo più congeniale tanto meglio, personalmente il mio modo perfetto è questo, fare la giornalista, il perchè è banale...adoro la base delle cose - si sistemò meglio sulla sedia - Scoprire e capire, io voglio sapere, tutto quello che all'ottanta per cento della popolazione spesso non è dato sapere per chissà quali giochi di potere, voglio la notizia, completa, chiara in tutta la sua completezza, voglio carpirla, mostrarla e, perchè no, bearmi dei riconoscimenti che mi potrebbero dare per questo - una piccola punta di presunzione fece capolino nelle sue iridi color smeraldo, non era certo restia ai complimenti.
- Il primo giornale del paese, anche il più parziale per quanto ho potuto notare, chiunque avrebbe piacere a lavorarci, suppongo persino chi di giornalismo poco ne mastichi - fece spallucce ad un cosa che le pareva ovvia.
- Mettiamola così, mi appassiona e mi riesce bene...certo non ho esperienze significative, ma ho capacità e conoscenze...senza contare una buona dose di spregiudicatezza per cui avrà a disposizione un'ottima vittima sacrificale per qualsiasi progetto non particolarmente sicuro - parlò lentamente, con incisività, convinta di ciò che diceva...dopotutto un'ustione, seppur poco visibile, sul gomito dimostrava quanto era disposta a fare per un buon servizio...decisamente quel Ironbelly non lo avrebbe scordato mai più.
 
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view post Posted on 4/9/2010, 19:29
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Il gioco era iniziato. La sua segretaria, in fondo sapevo che non gli era possibile durante la settimana, già per arrivare lì, a quell’ora, aveva licenziato un paio di studentelli, immaginarsi durante la settimana, o peggio. Gli restava soltanto il Week-end, che puntualmente sacrificava a questo, o a quel problema. Prese un tagliacarte d’avorio, aprendo anche l’ultima busta purpurea, tre pagine di pergamena, vergate finissime, il Wizengamot. Annuì ascoltando la giovane parlare, in fondo era coerente con la propria natura, per certi versi quasi gli piaceva. Almeno non si dava arie per quanto non era certo, e non nascondeva almeno qualche difetto che già era emerso. Sorrise, tornando ad osservarla, tranquillo, finendo di parlare. Sapere, giornalista per conoscenza era un’idea che certamente lo stuzzicava. Non poteva certo definirsi un giornalista, era finito lì per altri meriti, di tutt’altra natura, eppure faceva il suo mestiere, senza lamentarsi troppo. Il giornale più parziale, anche quello era vero. Si schiarì la voce, riprendendo. In fondo era stata abbastanza onesta.
Dunque, per certi versi ha ragione. Non neghiamo l’innegabile, fa perder solo tempo. Purtroppo Hogwarts costringe questa serie di incombenze nel Week-end, le ho risparmiato parecchie noie, evitandole Hogwarts. Beh, per certi versi la capisco, son stato giovane anch’io, molto tempo fa, parrà strano, ma è vero. È anche vero che siamo terribilmente diversi, quindi inutile far confronti. Come ben saprà son parecchio impegnato, ma alcune cose vanno comunque fatte. Le piacciono le radici dei problemi, sbaglio? Qui ne avrà a bizzeffe, sino a stufarsene. Eppure, credo vi sia altro, perchè vuole il posto? Del resto circa la nostra parzialità dovrà prenderne atto, la linea editoriale è netta, senza tentennamenti, non possiamo permetterceli. Immagino capirà. Quindi, tutto si riduce al fatidico: mi fido di lei, sbaglio? Sa bene che non potrà lasciare facilmente il posto, abbiamo contratti molto poco flessibili, secondo le volontà del candidato, ma forse sin troppo secondo le mie. Come saprà anche che non sarà un semplice lavoretto. Tornò a tacere, c’era dell’altro, il naso aveva puntato in una direzione, non poteva rifiutarsi. Il gioco era iniziato.
 
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Triss Merigold
view post Posted on 4/9/2010, 21:10




Ascoltò con attenzione, ringraziando quel certo parlar diretto che il signor Peverell pareva avere, sarebbe stato tutto più semplice.
Il direttore però sembrava voler scavare ancora nelle sue motivazioni, mancava forse qualcosa?

- Non credo ci sia molto da aggiungere, questo lavoro, per quanto sperimentato, mi concede quella dose di tranquillità e adrenalina necessari ad una persona come me, senza mai farmi andare contro ciò in cui credo - cercò di spiegare, amava quel lavoro per le libertà che dava, per i principi che rappresentava.
- Per quanto riguarda il lavoro vero e proprio non mi spaventa, i miei sono indipendenti da un bel pò ormai - commentò ironica - Non ho famiglia oltre a loro, per cui gli impegni non è certo ciò che mi spaventa...la linea di cui parla è l'unica pretesa che posso avanzare, mi dia qualcosa di stimolante su cui lavorare e caschi il mondo avrà il materiale che le serve - una specie di promessa, se il signor Peverell l'avesse lasciata lavorare e il giornale fosse rimasto sempre sulla medesima rotta, Triss era convinta che avrebbe potuto far bene.
 
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view post Posted on 5/9/2010, 00:00
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Beh, qualcosa aveva detto, qualcosa stava aggiungendo, ovviamente non molto, non quanto sperava, ma in fondo non si poteva aver sempre tutto, la Luna compresa. Avrebbe sempre potuto disfarsene, poteva essere un problema troppo grosso? Giornalismo per vivere. Sorrise divertito al pensiero, essere un Peverell gli aveva precluso migliaia di vie, sino a costringerlo all’unica rimasta. Così andavano le cose, inutile discutere e litigare di quanto era ormai fatto. Annuì, divertito, almeno era allegra. Dunque, dunque, per certi versi mi trova concorde, in fondo un Giornalismo per vivere sarebbe una scelta quanto meno interessante. Se poi non ha paura, perchè no? Tutto si può fare, basta volerlo. Non crede? Ad esempio, se le chiedessi Bene o Male, perchè? Cosa mi risponderebbe, senza problemi, ovviamente. Sorrise, divertito, cosa ne sarebbe uscito?
 
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Triss Merigold
view post Posted on 5/9/2010, 08:27




Questa volta fu il turno di Triss di ridere divertita, una domanda quasi esistenziale, fatta a qualcuno che voleva essere un giornalista poi...
- Mi permetta di risponderle con un'altra domanda: l'aristocratica donna che per bearsi dell'ammirazione altrui invita poveri bambini a mangiare al suo palazzo, per poi cacciarli subito dopo i festeggiamenti ordinando alla domestica di ripulire a fondo le sedie ove erano seduti è forse bene? Al contrario colui che, per mettere ordine e giustizia, agisce con metodi poco ortodossi, dopo aver constatato che con le parole nulla si otteneva, è forse male? - fece una piccola pausa scuotendo la testa - Bene e male sono due parole, per nulla assolute, del tutto relative, ciò che è bene per uno può essere male per un altro ed escludendo vita e morte la linea di separazione tra i due è molto sottile - disse seriamente.
- Personalmente credo nelle regole della natura...un carnivoro che si ciba di un altro essere vivente è crudele? o forse perfetto nel suo vivere senza però intaccare l'equilibrio del mondo? Relativo... -
 
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view post Posted on 5/9/2010, 13:57
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Sorrise, non gli piacevano quel genere di ilarità. Poi ognuno la vedeva un po’ a proprio modo, ma era un argomento della massima importanza, benchè venisse denigrato in mille modi, ogni giorno. Era molto giovane, forse anche molto sciocca, Bene e Male erano tutto, eppur niente. Parole relative, ridicolo, cos’era meno relativo del Bene e del Male? Erano principio ed origine di tutte le cose, quella sorta di dettagli che tra una cosa e l’altra sfuggivano ai più. Il vero motore dell’essere, per un giornalista che voleva indagare le radici dei problemi, Bene e Male non potevano che essere compagni obbligati, e forzosi. Eppure era molto giovane, sarebbe stata all’altezza del suo compito? Mia cara, vede, son molto vecchio, ed ho tutta una serie di pallini, come chiunque altro. Eppure ho anche il brutto vizio di essere pedante all’inverosimile su poche cose, amo il The, le Arti, Minerva, ed il mio Paese, e poche altre cose. Non mi interessano i dettagli senza senso, detesto la cronaca, e non capisco molto di Quidditch, non mi hanno fatto Redattore del Profeta per una qualche carriera giornalistica, che non ho mai avuto modo neanche di ponderare. Se le chiedo di parlarmi del Bene, e del Male, lei capirà bene che non mi interessa il relativismo del tutto idiota e contemporaneo che ormai avvolge queste due bellissime parole, non trova? Bene e Male sono origine e cagion d’essere di tutte le cose, sono quelle misteriose radici che lei dice di voler rintracciare. Non crede? Un giornalista che voglia esserlo davvero deve conoscere ogni sfumatura della lingua, di ogni parola, e saperle pesare. Non assumo il primo candidato, semplicemente perchè non mi soddisfano, non per una qualche ragione meschina e stupida, che sento vociferare. Ergo, mi dica, cosa ne pensa del Bene e del Male? Pochi minuti dopo la domanda era tornata nell’aria, ad espandersi e prendere significato nell’aere, la liquidità della “R” era ormai tanto pronunciata, da perdersi nel vuoto. Eran dettagli. Era vecchio, ma non tollerava comunque una lunga serie di faccende, che i giovani sottovalutavano.
 
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Triss Merigold
view post Posted on 5/9/2010, 14:23




Sorrise nuovamente, questa volta perchè il buon vecchio, che tanto pareva tranquillo e bontempone si era dimostrato per ciò che era, per nulla smorzato dall'età, ma forte di pensieri e parole all'occorrenza.
- Devo forse dire che il bene è tutto ciò per cui vivo e che morirei per una causa più grande? Mi spiace, ma non è così, non muoverei un dito per determinate persone e questo forse lei lo considera male, io no, parli in sensi ironici di questa relatività quanto le pare, ma di fatto nulla è assoluto, specialmente il bene e il male, tutti ci smuoviamo di fronte alla morte, eppure non sono tutte uguali, alcune sono meno "male" di altre - disse con convinzione, se era il perbenismo e una stupida morale ciò che desiderava da lei allora forse quell'incontro era destinato a chiudersi presto.
- A mio modesto parere ci sono cose che in un articolo non debbono mai comparire, due di queste sono le medesime parole su cui stiamo tanto ponderando, perchè sarebbero una valutazione e un giornalista non può permetterselo, riportare i fatti in modo veritiero, le critiche, le valutazioni e i pensieri sono per i filosofi, i critici e la gente comune che sfoglierà il giornale la mattina seguente - scosse le spalle come a sottolineare che le interessava la validità della notizia e non abbinarvi un pensiero pubblico, lei aveva le sue convinzioni, distingueva bene e male diversamente da molte altre persone, il tempo glielo aveva confermato, ma un articolo non era un diaro segreto sul quale scrivere i propri sentimenti.
- Molti dicono che arrivare al bene tramite atti maligni sia sbagliato, bhe io non la penso così, ci sono atti che perpetrati in determinate direzioni, se compiuti per un bene, si uniscono a tale definizione...la prenda pure come la classica "una vita indegna per cento innocenti", per me vale lo scambio ed è bene...per molti male...pensa davvero che non sia relativo dunque? -
C'era di nuovo, ancora a discutere a denti serrati per queste sue convinzioni con qualcuno che i più avrebbero considerato saggio e degno di ragione per la sua esperienza.
Ma Triss no.
Lei vedeva tutti uguali, età, sesso, pensieri, con ognuno poteva ingaggiare una lotta di convinzioni, che raramente mutava, ma le piaceva...le piaceva scontrarsi e discutere, perchè non era tanto il torto o la ragione, ma il confronto, perchè tutti erano capaci di dar meriti e demeriti, ma pochi erano in grado di discuterne.
 
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20 replies since 3/9/2010, 13:50   66 views
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