Sorrise annuendo divertito, una domanda apriva un mondo, mondo che andava esplorato per essere anche solo superficialmente compreso, e veramente capito, al più, col tempo. Si instaurava un rapporto speciale, privilegiato, che metteva in contatto dimensioni aliene, per mera intuizione del soggetto. Che collegamento poteva esservi tra una funzione, ed un Leonardo? Nessuna, sino a quando qualcuno non giungeva alla soluzione. Una legge quante scappatoie ammetteva? Volontariamente quasi nessuna, in pratica il Genio dell’uomo si applicava per trovarle. Era quindi più perfetta la legge, o l’uomo? Si viveva di piccoli espedienti, tutti volti a portare novità ed interessi nell’esistenza. Si poteva vivere di Noia? Non poteva lamentarsi, in tanti anni non si era mai annoiato per un intero minuto. Qualcosa di strano, ma vero. Annoiarsi, un vocabolo strano, sospetto. Chi era Dio? Come passava il tempo? Esisteva? Dio era anche Caso, o erano entità diverse e distinte? O forse l’uno precludeva l’altro? I testi biblici, Platone, Aristotele, secoli di letteratura, chi aveva ragione? C’era una ragione? Una qualche verità? O forse tutto era da ricercarsi in qualcosa di anche superiore? Di diverso? Cos’era superiore alla verità? Senza coinvolgere Dio. Serviva un termine di paragone, sul quale costruire tutto il resto. Rischiavano tranquillamente Metafisica, se non peggio, eppure non era più così importante. Cosa importava? Cosa era importante, cosa non lo era? Perchè crearsi inutili problemi? La vita di una persona X era assolutamente rilevante e preziosa, ma relativamente del tutto inutile, ed indifferente, perchè inseguire un assolutismo dannoso a tutti? Aveva senso preoccuparsi di tutti indiscriminatamente? Era forse sbagliato dire che Buono, Bello, e Vero erano diversi? Potevano esserlo, tutto era ancora e nuovamente una Scelta. Esisteva la Provvidenza? E di conseguenza Dio era anche il grande Architetto del Mondo, e del Cosmo? O semplicemente aveva dato il calcio? Manzoni, un autore lontano, e remoto, che non aveva mai valicato i confini del proprio Paese. Eppure un Autore, forte dei suoi ideali. La Provvidenza, come poteva conciliarsi con il libero arbitrio? L’uno escludeva l’altro, e tante grazie. E la Scienza? Era legittima? In quale maniera? Spiare da buco della serratura Natura, ed i suoi segreti, era bello? Utile? Che rapporto stava tra Bello ed Utile? L’indagine si allargava, si gonfiava, di continuo nuovo materiale, c’era una fine?
E quindi, cos’era il Bene?
Un qualcosa di umano, ricostruito, ibrido di qualcos’altro, ma allora, cos’era l’unità di misura di quel metro? Chi era l’Alfa? Cos’era? C’era un’Omega? O non c’era? L’essere era un progetto aperto, o qualcosa di già definito?
Sorrise, sorrise semplicemente, ascoltando la giovane, che altro fare? Annuire? Era legittimo a farsi, ed in che misura? Cambiava il nome, ma anche la natura di una cosa? La piuma era piuma perchè definita tale, o perchè era davvero piuma?
Domande affascinanti mia cara, un’enorme cascata, o se vuole un effetto cascata incontrollato, che spazza via le esili basi della nostra conoscenza, lasciandoci in balia del relativismo del nostro Tempo. Possiamo dire allora che forse siano proprio le nuove conoscenze a lasciarci paradossalmente in questi problemi? Tempo addietro, si conosceva meno del Mondo, non lo si capiva molto, ma si sapeva molto del poco che si sapeva, sembra un gioco di parole, ma potrebbe anche non esserlo. La Scienza ci sta portando ad alzare sempre più velocemente l’asticella, ed il risultato è che se potenzialmente potremmo sapere molto più di qualche decennio fa, di fatto ne sappiamo sempre meno. Capisce? I risultati di uno studio anche decennale per quanto sono valevoli? Due, tre settimane, forse qualche mese, ma sarebbe impossibile parlare di anni. Sino a qualche decade fa i risultati il più delle volte concordavano, ed avvaloravano quanto già si conosceva. Questo favoriva per certi versi un clima culturale più disteso, pacifico, ma molto più propositivo, oggi paradossalmente potremmo sapere molto, ma sappiamo molto poco. I grandi Sapienti sono solo un ricordo, il sapere è sempre più settoriale, e frammentato, la visione d’insieme, la visione per capire davvero cosa sia il Mondo si è persa. E possiamo solo assistere impotenti a questo processo!
Ma non parlo unicamente di Babbani, parlo dell’Uomo moderno, dei nostri tempi, il che dovrebbe farci preoccupare, non farcene fregare. Vede, è anche molto pratica la faccenda, se ho un problema inizio a pensare a chi chiedere, da chi andare, non più cosa fare! È l’ideologia ad essere radicalmente mutata, ed in peggio. Poi provi a discuterne con qualcuno, la tacceranno di arretratezza culturale, e di considerevole anzianità, che sembrano essere diventate offese.
Ognuno ha un’idea diversa di Bene, di Dio, di Verità, questo è vero, penso sia l’inevitabile frutto del sapere del nostro tempo, dell’evoluzione secondo altri, è un problema? Se io penso una cosa, non è detto che sia sbagliata, perchè lei ne pensa altrimenti, no? Poi sappiamo entrambi che lei sarà molto più certa della sua, ed io della mia, temo non vi siano dubbi, ma è un problema? Diciamo essere l’epoca delle grandi democrazie, delle libertà di parola, pensiero, ed espressione, poi dall’altro lato ci uniformiamo tutti, ai “saperi di massa”, dobbiamo tutti pensarla allo stesso modo, perchè la maggioranza la pensa così. È giusto? Eticamente, se vogliamo, ci siamo evoluti notevolmente, il diritto mai fu più prolifico, mai abbiamo avuto leggi e norme più stringenti di oggi, eppure, dove sono i risultati tangibili di questo? In line di principio posso sempre pensarla ed agire come meglio ritengo, certo, ma di fatto? Ai tempi dell’Ancieme Regime in teoria si doveva pensare una determinata cosa, in pratica ognuno era libero di pensare liberamente. Certo, si tratta pur sempre di trattare il tutto con le pinze, ma credo mi stia seguendo. Dire che il Bene, sia Bello, e che il Bello sia quindi anche Verità, e Virtù, saprà anche lei essere eredità omerica, prima, e prima ancora Assira, ed Egizia. Si tratta semplicemente di semplificare, ridurre volontariamente il Mondo a qualcosa che sappiamo non essere, in favore di una nostra comodità, pur lasciando ampie libertà al Mondo Reale, al Mondo della Vita. L’uomo Omerico, o Medievale, e quindi Omero e Dante erano fermamente convinti di quanto scrivevano, non cercano di fregarci, scrivono quanto credono, e credono quanto scrivono, comprende? Non è poi così strano in fondo, credo. Un tempo, e torniamo sempre a questo, scrivere era Arte, Onore, pochi scrivevano, pochi leggevano, certo, ma tra questi c’era dialogo, scambio, dibattito, oggi fare informazione cos’è? Vendere il proprio fumo in maniera più efficace, e prima, che non lo facciano altri. Non so cosa sia il Bene, è vero, eppure non per questo non posso farmene un’idea, non posso crederci, non posso pensarlo. Se dovessi credere solo nella Verità, ed agire solo secondo Giustizia, la Dike di Platone, cosa crede che farei? Forse poco, forse niente. La matematica certezza non è di questo Mondo, Platone lo sapeva sin troppo Bene, pensa davvero che Platone credesse che il Mito della Caverna fosse vero? Una delle menti più eccelse della Storia del pensiero umano, poteva forse credere ad un Mito? O forse il Mito era semplicemente specchio di qualcos’altro? La Commedia vuole essere davvero il resoconto di un viaggio di Dante alla scoperta di Dio? E magari Dante avrà anche chiesto un rimborso spese?
Più verità potrebbero portare ad un’unica grande verità, no? La mia idea di Bene sommata ad un altro milione, potrebbe effettivamente portarci tutti al Bene, almeno teoricamente. Di fatto sappiamo non essere così, ma cosa importa? Il Caso, Dio e la Provvidenza, potrebbero essere diversi nomi, per una stessa cosa, no? In fondo fanno tutti circa le stesse cose, che esistano o meno tutti e tre, non ci impedisce di credere in uno solo, in tutti, o in nessuno, no? Pascal scommetteva sull’esistenza di Dio, Dio esiste? Credere che esista non costa nulla, posso credere, ma non essere praticante, posso credere, ma solo sino ad un certo punto, sbaglio?
Ora, invece, le devo una risposta, me ne rende conto.
Sorrise, riposizionandosi sulla comoda poltrona, tornando ad osservare la giovane fanciulla.
Cos’era per lui il Bene?
Come le dicevo prima, come tutti i pensatori anche io mi faccio una serie di sconti, parto da una serie di ipotesi, assunte, ma non verificate. Senza non potrei pensar nulla, se dovessi verificarle, non avrei speranze. Ad esempio sono certo esistano in una dimensione immortale, ed ideale, due essenze principali, opposte tra loro, Bene e Male. Ovviamente sono astrazioni, mi piace immaginare il Bene come una sfera di luce, di intelligenza pura, di Lògos, oserei, capisce? Il Bene è anche un artigiano, terribilmente fecondo, che crea tutto, crea la Natura, e l’Universo, intessendo un arazzo, dove ogni sua creatura costituisce un segmento di filo. Ognuno è creato secondo tutta una serie di Archetipi, sempre ideati da lui, ritenuti perfetti, e forniti anche di libero arbitrio, che li rende assolutamente liberi di fare, per una data esistenza. L’intero insieme va formando quindi una splendida immagine, il Tutto, che può essere compreso solo da un’altra dimensione, immortale, da essenze perfette come Bene, e Male. Se Bene crea, Male corrompe, si insinua nell’arazzo, ammaliando e confondendo le creature, rovinando le più deboli, e creando quindi dei buchi nell’arazzo, che non risulta quindi mai essere completo per chi lo osserva, e non sappia cosa rappresenti. Capisce cosa le dico? O l’ho già persa? Bene e Male agiscono al meglio tentando l’uno di sopraffare l’altro, ma mantenendo un equilibrio perfetto, per loro, che può risultare tergiverso per le creature. Sono idee immortali, e quindi agiscono e pensano in modi che noi non possiamo neanche sperare di comprendere. Ma che ci illudiamo di fare, e pertanto forti della nostra libertà appoggiamo ora questo ora quello certi di fare il meglio. L’uomo essendo creato dal Bene, tenderà forzatamente al Bene, pur restando libero, ed anche quando si addentrerà nel Male, riterrà di muoversi sempre per conto del Bene. Capisce? Del resto, se vuole, è una visione Medievale, giustamente allegorica, con qualche variazione. Credo in questo Architetto, che se vuole può definirlo Dio, semplicemente perchè sono uno Statalista convinto, prediligo l’Ordine, e lo impongo, son quindi portato a pensare una serie di cose, che a loro volta ne portano altre. Inevitabile in fondo. Ma ad ogni modo, credo, che l’esistenza di queste due forze immortali, Bene e Male, o come voglia chiamarle sia necessaria, senza come giustificheremmo tutto il resto?
Detto ciò, come già le dicevo, e come le dirò sempre, lei può credere e non credere in quello che vuole, ma forse credere in qualcosa è la via per un’esistenza migliore, più stabile, e sicura per certi versi. Se paragona l’Architetto allo Stato capirà bene che non è possibile che questi intervenga direttamente nella mia vita sempre e comunque per renderla migliore, se anche capitasse qualcosa, come spesso succede, il mio sistema non ne risentirebbe. Possiamo forse sperare che lo Stato faccia da balia ad ogni singolo individuo? La verità sta spesso nel mezzo, non troppo idealisti, non troppo materialisti. Io vivo di certezze, per il Bene, altri per il Male, chi fa meglio? Si vive in propria coscienza, e non c’è molto da girarvi intorno, non crede?
La giovane aveva finito di parlare, lui aveva contribuito, ed ecco che gli porgeva la sottile asticella. Che deduzione ne avrebbe fatto? Cosa gli avrebbe raccontato? La Scienza delle Bacchette era un’Arte precisa, ma complessa, mutevole, terribilmente volubile. Tutto e niente, ancora una volta. La prese con delicatezza, studiandola tra i due indici.
Molto gentile, grazie, deduzioni, un gran mistero anche per me. Potrebbe dire tutto, e dire niente. Qualche anno fa avevo iniziato ad interessarmi alla materia, una scienza affascinante, un’Arte se vuole, precisa ma assai volubile.