Storia e..., intervista ad un professore egocentrico

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view post Posted on 11/10/2010, 18:58




Random si avvicinò all'ufficio del professore, preparandosi mentalmente.
Era stato assunto dalla Gazzetta da poche settimane, ma si era subito dato da fare per non perdere il lavoro: i soldi cominciavano a scarseggiare, e fare il giornalista era piuttosto vantaggioso.
Arrivato davanti alla grande porta di legno, si fermò solo un'attimo davanti alla targhetta dorata che diceva "Professor Ignotus Albus Peverell, docente di Storia della Magia".
Non aveva mai parlato con il professore, in quanto aveva seguito le lezioni del primo anno con un'altro docente, ma sapeva che era un tipo stravagante...
Ma purtroppo era anche il suo datore di lavoro.
Sospirò, e avvicinò le nocche al legno duro per tre volte, producendo un "toc" secco.
Nei precedenti articoli aveva parlato sempre di argomenti legati alla scuola, e quell'argomento incominciava ad'annoiarlo.
Voleva tanto viaggiare...
Ma sarebbe stato per la volta successiva.
Ora, dopo essersi annunciato, non restava che aspettare... e eventualmente cercare il professore, in caso non fosse stato in ufficio.
 
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view post Posted on 11/10/2010, 22:40
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Era una bella serata, tranquilla, senza impegni una volta tanto. Leggeva rilassato un buon libro, tra gli scoppiettii allegri del camino, che rilasciava ondate alterne di aria calda, e tiepida per la stanza, diffondendo un profumo di rose, e ciliegio.
Per una volta, una benedettissima volta, niente di niente, nessun impegno, nessun problema, nessun gufo, nulla di nulla. Minerva, abbarbicata sullo spesso schienale della poltrona, lasciava la grande testa ciondoloni, all'altezza dell'orecchio del mago, quasi anch'ella fosse presa dalla lettura. Mormorii soddisfatti, alternati alle note struggenti, e rilassanti di un violino. Non poteva lamentarsi. Era vecchio, aveva delle esigenze.
Girò la pagina, con pacatezza, sospirando, e tirando su la lunga manica della candida veste. D'improvviso trasalì, momento di panico.
Un primo, ed un secondo, ed un terzo colpo alla porta.
Chi poteva essere? Darsi alla fuga? Nascondersi? Tacere?
Che fare?
Ecco, troppo bello, i problemi bussavano all'uscio.
Con voce stentorea, rispose alla tacita richiesta.


Avanti.

 
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view post Posted on 12/10/2010, 14:00




Il quindicenne sorrise, abbassando la maniglia della porta.
La stanza era molto spaziosa, come la maggior parte degli studi dei professori, e conteneva una moltitudine di oggetti davvero strabiliante.
Random fece vagare lo sguardo prima sui libri, quindi su un curioso uccello dorato e solo infine posò gli occhi in quelli del professore.


- Buongiorno... Sono Random Crowell, inviato della Gazzetta del Profeta...-


Già... per una volta non si sarebbe presentato come uno scolaretto del Tassorosso.
Trasse fuori dalla borsa un taccuino ed una penna, che gli sarebbero serviti per l'intervista, quindi ricominciò a parlare.


- Mi pareva di avervi inviato un messaggio... Ma se disturbo posso anche ripassare pù tardi.-


Una domanda a risposta obbligatoria: il galateo prevedeva che l'insegnante lo accogliesse, anche se indisposto,
ma quell'uomo dava l'aria di non essere prevedibile...
Se l'era immaginato molto più vecchio, invece sembrava abbastanza arzillo.

 
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view post Posted on 12/10/2010, 20:42
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Uno studente, era sicuramente uno studente. Lentamente si abbassò la maniglia, poi docile la massiccia porta di legno scivolò sui cardini ben oliati, lasciando alla vista il minuscolo studentello. Appunto, come volevasi dimostrare. Un Tassorosso, per giunta, cosa volesse non era ancora chiaro, ma era certamente un problema. Sollevò il capo, insieme al nobile uccello, sorpreso, per certi versi. Cosa poteva mai volere? La Biblioteca improvvisamente era balzata avanti nella lista delle possibili richieste. Un altro questuante, c'era poco da farci. Random Crowell, non gli giungeva nuovo, certo, il Profeta! Cosa vi facesse lì, restava un Mistero. Un gufo che si era perso? Forse non l'aveva nemmeno spedito. Forse doveva ancora arrivare. Di fatto era già lì, tra capo e collo, e voleva qualcosa.

Buonasera a lei signor Crowell, mi ricordo di lei, prego si accomodi. Temo d'essermi perso il gufo, ma è stato fortunato, non sono impegnato questa sera. Prego, posso offrirle qualcosa? Già che ci siamo, potrebbe anche dirmi qual buon vento la spinge al mio uscio?

Un parlar cortese, moderato e tranquillo. Musicale e metrico per certi versi, insolito ed arcaico per altri. Appoggiò lentamente il libro sul piano della scrivania, tornando ad osservare il giovane.
Che ci faceva lì?


 
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view post Posted on 13/10/2010, 14:32




*Dannatissimo corvo...*

Il ragazzo si accigliò lievemente, pensando a come punire il maldestro "postino",
quindi rivolse nuovamentelo sguardo verso il professore.
Non era poi così strano...
Ma un'attimo dopo il Tassorosso dovette ricredersi:
probabilmente le voci di corridoio (nel vero senso della parola) si riferivano alla parlantina del vecchio insegnante: i suoi termini erano decisamente poco usati nel moderno mondo della magia.
Resistette alla tentazione di rispondergli in maniera altrettanto stramba, e disse con voce calma:


- No, grazie... Mi dispiace, spero perdonerete la mia scarsa memoria.
Comunque, se il messaggio vi fosse stato recapitato, probabilmente sapreste che devo intervistarvi... per la Gazzetta, intendo. Se accettate, dovrei riuscire a produrre un buon articolo sulla Scuola di Atene...-


Quello che doveva dire, l'aveva detto.
Certo, forse non era stato molto chiaro, ma sapeva bene che non sarebbe mai riuscito a parlare come il professore.

 
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view post Posted on 13/10/2010, 18:48
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Annuì, tranquillo, facendo apparire la solita ed ormai famosa tazza di The. Era tempo di un The. Il nobile volatile seguiva curioso il giovane fanciullo, un elemento nuovo, in un contesto ormai sin troppo noto. Si annoiava terribilmente, quasi fosse ancora una fanciullina. Un'intervista? Giungeva proprio inattesa, e nuova, ma non era poi un grosso problema, certo, non avendo molto da fare, si era giustamente presentata un'occasione. Sorrise, spostando il libro. Una faccenda non troppo lunga, pensò con non molta convinzione. Le interviste finivano sempre con l'essere una faccenda lunghissima, ma per certi versi anche interessante. Ed era giust'appunto sul suo Circolo. Qualcosa di dovuto, e prevedibile in fondo.

Ottimo, per me un The, che non guasta mai. Quindi, abbiamo un'intervista, ottimo, prima iniziamo, prima finiamo. Per una volta non ho altri impegni, che è già di per sè una gran cosa. Come mai ha pensato a quest'intervista? A quanto ricordi è da pochi mesi in redazione, ma potrei sempre andar errando..

Non poteva certo ricordarsi vita, morte, e miracoli di ogni studente! Già il nome, e cara grazia. Crescevano, e sparivano come funghi, i tempi erano cambiati. Cosa ne sarebbe uscito? Un'intervista poteva dimostrarsi di una pesantezza infinita, e detestava le domande idiote.
Ma eran postille, pur sempre.

 
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view post Posted on 13/10/2010, 21:15




Il ragazzo seguì con lo sguardo il variopinto uccello che lo squadrava con aria sospettosa.
Era veramente una creatura meravigliosa... gli incuteva anche un certo timore...
Si riscosse, notando che il professore aveva fatto materializzare una tazza di the e gli aveva posto una domanda.


- Beh, no, non vi sbagliate. In quanto studente qui a Hogwarts ho saputo che presto organizzerete una gita, e ho pensato di intervistarvi per poter scrivere un'articolo: parlare degli obbiettivi del circolo, e magari anche degli studenti che vi partecipano... Dal nome, deduco si tratti di una sorta di "club culturale", no?-

Quasi senza accorgersene, aveva già incominciato l'intervista...
Era la faccia nascosta del giornalismo: la scaltrezza.


- In breve, credo che potrebbe far del bene anche a voi... molti studenti vorrebbero iscriversi.
Credo che sappiate quanto è grande il potere della stampa nel modificare i pensieri altrui...-


Modificare le menti e i pensieri altrui... anche solo l'idea affascinava molto il Tassorosso.
Poter controllare e decidere le reazioni degli altri: era anche per quello che aveva deciso di lavorare alla Gazzetta.
Comunque era certo che il professore avesse capito il suo intento.
Ora stava a lui decidere se accettare quel tacito accordo e rispondere, o rifiutarsi...
 
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view post Posted on 15/10/2010, 18:58
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Non si sbagliava, volendo vedere non c’era molto di nuovo, a volte aver sempre ragione era terribilmente pericoloso, e tedioso, eppure così andavano le cose. Troia, le notizie correvano veloci, incredibilmente celeri. Quindi, voleva parlare della sua Scuola di Atene. Una faccenda spinosa, rischiosa, ma del resto interessante per certi versi. Sino a dove poteva spingersi? Era un’intervista, non troppo aperto, non troppo chiuso, poteva essere la via di mezzo una soluzione? La precisione non sarebbe stata loro ombra, già lo immaginava. Era davvero un Club Culturale? Per certi versi sì, ma dipendeva tutto dal Culturale, appunto. Pubblicità, ne aveva bisogno? Ad ogni modo, parlarne non poteva nuocere, ed era un modo per passare del tempo, e far fare qualcosa al giovane Tassorosso.

Le notizie corrono, presto saranno altri a venirmi a riferire le mie stesse intenzioni, che sarebbe di indubbia utilità. Non ho certo una gran memoria. Ad ogni modo, abbiamo tempo di affrontare la faccenda, prego si accomodi, che iniziamo. Beh, ci sono molti modi di intendere il nome, cosa le suggerisce quest’idea, nel complesso corretta? Scuola di Atene, ovviamente dipende anche dal cosa intende lei per “culturale”, no?

Il potere della stampa, quanto era grande? Solo fino a dove gli si permetteva d’essere. I deboli ne erano assoggettati, ma pazienza. Il popolino boccalone, anche, ma non era un gran problema. Faceva informazione per tutti, che fossero più o meno potenziali clienti, faceva parte delle regole del gioco. Pochi capivano, pochi di più leggevano.
Così andavano le cose.


 
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view post Posted on 18/10/2010, 16:14




Già, quel professore era decisamente insolito.
Per un attimo il ragazzo pensò che soltanto per il fatto che fosse il direttore della gazzetta ciò non voleva dire che sapesse tutto ciò che accadesse al suo interno...
Gli avevano proposto quell'incarico, e lui aveva accettato.
Le informazioni gli erano state date proprio quella mattina via Gufo.
Il Tassorosso fece un abbozzo di sorriso, e prima di continuare estrasse la bacchetta di Tasso, rigirandosela fra le mani. La accarezzò per un attimo fra le lunghe dita, quindi la puntò verso la penna e pronunciò:


- Autoscribo!-


Quel semplice incanto avrebbe reso più facili le cose...
Il Tassorosso pose il blocchetto sulla scrivania, e subito la penna lo seguì, pronta a scrivere.


- Mi scusi, ora posso parlarvi liberamente.
Dicevamo.... oh, certo, il nome del "club"...-


Il quindicenne riflettè un attimo.
Non era molto informato in ambito storico, soprattutto sulla Grecia, ma era stato un ragazzo abbastanza colto... E uno degli ultimi "servizi" veniva in suo aiuto.


- Beh, chi non conosce questa famosissima città?
Anche fra i Babbani Grecia è sinonimo di cultura, sapere...
Fin dall'antichità questo popolo ha dato alla storia abili astronomi e matematici, oltre che rinomatissimi maghi, e fu proprio ad'Atene che fu fondata la prima scuola di magia in stile moderno, ovvero con un gran numero di "apprendisti". Si, se la Grecia era la culla della cultura mondiale, a sua volta Atene era la culla della cultura Greca... ma la prego, mi corregga se sbaglio.-


Concluse incrociando le mani. La penna, sulla scrivania, si muoveva frenetica producendo un'insolito ticchettio.
Aveva dato fondo a quanto ricordava, e se l'intento del professore era di metterlo alla prova, ci era riuscito.
Gli stava rendendo il lavoro difficile...

 
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view post Posted on 19/10/2010, 21:42
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Un'intervista, sapevano entrambi che sarebbe emerso qualcosa ben lungi dalle aspettative, finiva sempre così, per una qualche stramba ironia della sorte. Restava sempre il dubbio su quanto potesse, o meno, sbilanciarsi, come del resto, la sua assistente avrebbe anche potuto degnarsi di fargli sapere per tempo quel dettaglio.
Soliti giovani, ed incapaci. Sorrise, annuendo al giovane studente, ovviamente partiva dal solito luogo comune, per arrivare ad una conclusione parzialmente esatta. Fortuna del principiante? O c'era dietro, e sotto qualcosa di più?
Atene, Pericle, sorrise, ricordi felici, di una gioventù spensierata.
Il giovane proseguì, interessante spunti, aveva letto il suo articolo precedente, sapeva come la pensava.


Capisco, quindi lei ha fatto il collegamento Atene-Cultura. Casualmente ci ha preso, è vero, ha ragione, il mio Circolo vorrebbe fare molte cose, tra cui anche promuovere la cultura. Mi saprà quindi anche dire cosa intende lei per Cultura?
Ad ogni modo, le svelerò cosa pensavo prima di aprire i battenti. Purtroppo mi coglie impreparato, avevo pensato ad una serata di buona lettura, e non ho preparato nulla, ad ogni modo se le capitasse di passare per Roma, ivi troverà anche un affresco, appunto "La Scuola di Atene". Raffaello penso lo conosca anche lei, sono quei nomi immortali in ogni epoca e tempo. L'idea è sempre quella, Atene e la Cultura, eppure lei ha colto un solo sintagma del nome, Atene sì, ma c'è anche Scuola, o se vuole unirli può sempre dire l'Accademia. Atene è la radice di tutto, ma anche i dettagli vogliono la loro parte. Non trova?
Un giornalista spesso tende a dimenticarli, travisando parte di verità, il che non è mai bene. Ho risposto alla sua domanda?


Domandò allegro, grattandosi il mento con l'indice.
Per una vota non era lui a condurre i giochi.
Una nuova esperienza?


 
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view post Posted on 20/10/2010, 20:03




Il ragazzo si agitò inquieto sulla sedia.
Era molto più difficile del previsto... la penna saettava sul foglio cercando di star dietro ai discorsi del docente, mentre anche la sua mente vacillava.
Italia.... no, non aveva avuto la fortuna di andarci, ma conosceva l'artista citato.
In effetti la sua cultura non magica era abbastanza limitata...


- La definizione di cultura? Beh.... la cultura è l'insieme di informazioni e nozioni in possesso del genere umano, e naturalmente varia da individuo a individuo...
C'è chi è esperto di qualcosa, ma assolutamente ignorante di altri argomenti. Ma attualmente sono pochi i maghi che scelgono di seguire la via della cultura.-


Era vero: fra lavori come Auror, Cacciatori di creature, o dipendenti del ministero erano veramente rari i maghi che sceglievano di dedicarsi allo studio e alla ricerca..
E anche di questo aveva parlato in uno dei suoi articoli.


- Uhm... mi dispiace, ma non ho mai avuto la fortuna di vedere tale opera, e temo che mai ci riuscirò. Ma conosco Raffaello Sanzio. Mi pare che sia nato a fine del 1400, se non erro. Nato e cresciuto in parte a Urbino, salvo poi trasferirsi a Firenze dove dipinse la maggior parte delle sue opere... Un grande artista, non c'è dubbio.
Penso comunque che nel giornalismo sia necessario un minimo di "astuzia", non trova? Spesso gli oggetti degli articoli sono piuttosto restii a parlare, e la gazzetta è fatta per vendere...-


Forse aveva parlato troppo.... chissà se il docente avrebbe approvato.


- Ma torniamo a noi. Quali sono gli scopi del suo "club"?-


 
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view post Posted on 22/10/2010, 16:09
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Il giovane continuava nella sua opera, la piuma scriveva, tutto regolare. Tutto sommato era meglio di quanto non sperasse, ed era pur vero che ormai di maghi che si davano alla cultura, ve n'eran sempre meno. O forse, anche generalizzando, tra i Babbani le cose non andavano poi tanto meglio. Il degrado del mondo era una corsa sfrenata verso un qualche profondo ed oscuro abisso, chi si sarebbe salvato? Non era stato a Roma, poco importava, la percentuale di possibilità era molto bassa del resto, ma già conoscere Sanzio, anche solo di nome, era già qualcosa. Del resto, quanti conoscevano realmente Raffaello? Quanti vantavano di conoscerlo? Solite spacconate, che avevano gambe molto corte, ma era un'altra Storia.
Sorrise, gli articoli andavano scovati, con una certa astuzia, non tutti erano così disposti ad un'intervista, un giornalista doveva fare il massimo, nel poco tempo a disposizione. Ottimizzare i tempi, si diceva.
Ed ecco la domanda, qual era lo scopo di quel Circolo?
Tutto e niente, come al solito.


Ottimo, la Cultura è quell'insieme di conoscenze, e saperi, che in un dato momento sono noti al genere umano, di qualsiasi età, e razza, ovviamente potenzialmente. Pochi maghi si danno alla cultura, giusto, forse anche pochi uomini più in generale, sbaglio?Ottimo, non è escluso che magari possa anche organizzare un'escursione a Roma, mai dire mai, ad ogni modo ha capito. E per certi versi mi trova anche abbastanza concorde sulla necessità di questa astuzia, ingegno se vuole, nel riuscire ad ottenere del materiale interessante per un articolo. Non c'è mai nulla di scontato, e non molti lo capiscono.
Gli scopi del mio Club? Beh, vede, come lei ha giustamente detto è fondamentalmente un Club Culturale, si discute del sapere, del piacere di sapere, oltretutto come giustamente proseguiva il sapere è universale, quindi non vedo perchè limitarci al sapere magico, non trova?
Nonostante ciò, temo che anche il sapere sia solo un mezzo, per indagare qualcosa di sublime, ben più del semplice e sterile sapere, la passione.
Potrei dirle tranquillamente che il mio Club, la Scuola di Atene, si prefigga la passione.


Sorrise, quasi divertito dalle conclusioni di quel ragionamento. Eppure era tutto così lineare, da risultare impossibile dissentire.
Inseguivano la passione.


 
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view post Posted on 25/10/2010, 15:35




Il ragazzo sorrise spontaneamente.
La passione... che bella frase.
"Inseguiamo la passione..."
Fece un cenno alla penna, che sottolineò quelle particolari parole del professore.
Sembrava un'interrogazione... ma chi la faceva a chi?


- Non voglio dire di non essere interessato alla vostra proposta "sottointesa", ma vengo da ben umile famiglia...
Non posseggo certamente i requisiti necessari per affrontare una gita scolastica del genere, le assicuro...-


Era dannatamente vero. Solo durante la sua infanzia si era preoccupato dei saperi babbani, che ora invece detestava con tutto il cuore. Se c'era la magia, che bisogno si aveva di imparare inutili storie di stolti uomini, che nulla avevano saputo fare se non dichiararsi continuamente guerra a vicenda nel corso dei secoli?
Ma non poteva certamente dirlo di fronte ad un professore...


- Certo, certo, anche il sapere babbano conta... e sono d'accordo con lei, il sapere è solo un mezzo, ma credo questo sia scontato. Ogni singola informazione, ogni singola "stilla" di cultura viene adoperata per qualcosa, no? Non credo sia stata ancora inventata materia culturale che non serva a qualcosa.
Le nozioni astronomiche, per esempio, vengono utilizzate per prevedere i movimenti planetari che spesso possono influire sulle magie da noi compiute e vengono utilizzate dai babbani per scoprire nuove possibili risorse energetiche nello spazio, oltre che per scoprire la storia del nostro stesso pianeta.
La scienza, la chimica, l'alchimia, anche esse vengono adoperato per un fine ultimo, che anche in questo caso è la ricerca di nuove risorse... noi umani siamo una razza un pò avida, non trova? Non appena troviamo qualcosa di positivo per noi, lo distruggiamo cercando allo stesso tempo di nuocerci quanto più possibile, quindi passiamo alla risorsa successiva...-


Probabilmente erano un mucchio di cavolate, ma sarebbe stato compito del professore di correggerlo.
Nel frattempo ragazzo si era completamente scordato dell'articolo, preso com'era dalla discussione...
 
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view post Posted on 26/10/2010, 21:46
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Soliti Maghi ignoranti, in tal caso un semplice apprendista Mago, si poteva ancora correggere una pianta nata storta, e cresciuta storta, solo a patto che fosse ancora giovane, e mentalmente attiva. Del resto cosa era necessario per far parte del Club? Assistere alle discussioni, ed andare in escursione? Era uno stimolo, supplementare, oltre tutto quello che già Hogwarts offriva, e che avrebbe continuato a fare. Era giusto? Era contro la tradizione? O forse era solo una parte dei propositi dei Fondatori, non ancora realizzata? O forse addirittura dimenticata nel tempo. Era nella migliore delle tradizioni dell'insegnamento, eppure aveva trovato aspre critiche per attuarla. Il sapere era sapere, sempre e comunque, che fosse utile o meno quanto influiva realmente sul tutto? Certo, era confortante, qualcosa di utile lo si apprendeva più allegramente, con voglia, che non qualcosa dichiaratamente inutile. Eppure faceva la differenza. Quanto era davvero utile di quanto si spacciava per tale? I Babbani la sapevano lunga a riguardo, a ragione?

Interessante, ammetto, del resto non ha di che preoccuparsi il Docente son io, fa parte del nostro patto, non crede? Se dovesse accettare solo i degni, temo io per primo non potrei neanche aver potuto pensare ad un Club, non trova?
Non si preoccupi, quando sarà tempo, le farò sapere. Roma è una bella città, è bene vedere le belle cose, ispirano la mente, ingentiliscono l'anima, secondo alcuni. E penso possa anche lei averne bisogno.
Ora, lei solleva un bel problema, penso lo sappia, il Sapere, la sua natura, è utile? Gran bella faccenda, spinosa, siam davvero certi sia il sapere ad essere utili, o piuttosto siam sempre noi a spacciarlo per tale, per essere meglio disposti ad apprendere? Saper leggere l'Aramaico è poi così utile? O forse fa parte di una sfera più propriamente privata, dilettevole se vuole. Lei gioca a Quidditch, scrive sul mio giornale, è utile per lei? Certo, è utile per i Tassorosso, fa un servizio per molti, ma quanto è direttamente utile a lei stesso?
Del resto che l'uomo sia un animale particolarmente avido, temo non servano grandi dimostrazioni scientifiche...


Parlava pacato, tranquillo, sorridendo di tanto in tanto, tra una sfumatura strana, ed un'altra insolita dei termini scelti, in una lunga ed armoniosa litania. Scrutava benevolo il giovane, un'allegra conversazione.


 
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view post Posted on 29/10/2010, 20:26




Lui era utile a se stesso? Effettivamente non si era mai posto quella domanda...
Avrebbe potuto rispondere sinceramente, per una volta?
Sentiva di potersi fidare. Fece un breve cenno alla penna, che si accasciò sul foglio stravolta.


- Lei mi fa riflettere, professore... sembra che adesso l'intervistato sia io.
A quanto pare non sono in grado nemmeno di scrivere un buon articolo. Ora che mi ci fa pensare, non penso di essere realmente utile a qualcosa. Certo, aiuto il Tassorosso, ma cosa mi dà tutto ciò?
Il quidditch? Una buona muscolatura, mi dico, e carattere. Il giornale? Mi da di che vivere, professore.
Non che ne abbia realmente bisogno, qui a Hogwarts...
Diciamo che sento il bisogno di non sentirmi inutile, e per non sentirlo faccio qualcosa di inutile. Apparentemente.-


L'intervista, si era capito, ormai era praticamente saltata. Avrebbe messo insieme due parole, adesso aveva semplicemente voglia di continuare quello scambio fra menti.
Il professore gli mostrava come era veramente. Anche i suoi difetti. Lo apprezzava.


- Saper leggere l'Aramaico, certo, può essere utile... Saper giocare a Quidditch, scrivere in un giornale, tutto può essere utile. E come se ci preparassimo a qualcosa... come un esploratore, che dovendo visitare delle rovine prende una torcia, e un filo sottile per non perdersi credendo di arrivare in una grotta, e andato sul posto scopre una montagna... ed'è costrettiìo ad'arrangiarsi. Un pò come facciamo tutti, no? Ci arrangiamo, ecco. Studiamo, facciamo nuove esperienze per preparci alla vita, e la scopriamo diversa da come ci aspettavamo.-

Non aveva mai pensato a quelle cose. Guardò il professore... sembrava stranamente soddisfatto.
Lui si che era una mente superiore... Quell'uomo era un genio.
 
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24 replies since 11/10/2010, 18:58   118 views
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