Dopo la prima lezione di Storia della Magia

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view post Posted on 18/11/2010, 09:41
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Siobhán era rimasta nell'aula di Storia della Magia per diverso tempo, dopo la fine della lezione del professor Peverell. Mentre i suoi compagni del primo anno chiacchieravano e si preparavano a lasciare l'aula, lei era rimasta seduta con il libro tra le mani, aperto sulla prima pagina dell'introduzione, i pugni serrati sul grembo.

Quella era stata la sua prima lezione ad Hogwarts, ed era entrata nell'aula colma di eccitazione e curiosità. Si era seduta diligentemente, aveva atteso in silenzio che il professore cominciasse a parlare e aveva tirato fuori il libro quando era stato chiesto loro.

Ma da quel momento in poi, il panico. Siobhán non capiva. Se con un po' di fatica riusciva a capire l'Inglese colloquiale, quei termini aulici e tecnici le erano del tutto oscuri, così come i riferimenti a luoghi e momenti storici di cui non aveva mai sentito parlare, e dopo qualche minuto, semplicemente, non ce l'aveva fatta più ad ascoltare il professore. Neanche seguire sul libro l'aiutava, perché il suo linguaggio era anche più ricercato di quello usato dal professor Peverell. Siobhán era frustrata, e mentre fissava quella pagina incomprensibile aveva quasi voglia di piangere. Sarebbe stato sempre così? Era forse impossibile, per lei, affrontare quelle lezioni?

Il professore era rimasto alla cattedra il tempo di riordinare alcuni fogli e libri, poi si era alzato e aveva lasciato l'aula. Siobhán lo seguì. Se aveva capito bene, il professor Peverell sarebbe andato nel suo ufficio, quindi la porta che si era chiuso alle spalle dopo essere entrato in una stanza poco lontana dall'aula doveva essere quella dell'ufficio.

Siobhán si fece coraggio e bussò.


Edited by Simdaka - 18/11/2010, 16:06
 
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view post Posted on 18/11/2010, 12:46
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Era stata una lezione tranquilla, i giovani del I Anno erano ancora alle prime armi, ma del resto non poteva pretendere poi molto. Erano per l'appunto solo alle prime armi. Di domande non ce n'erano state, e dopo una meticolosa compilazione delle scartoffie, e del registro se n'era tornato nel suo ufficio. Poche cose da rivedere, una pagina da trovare, ed ecco che era già tempo di riprendere. Una perenne corsa contro il tempo.
La bella fenice assisteva divertita, facendo risuonare il suo canto in risposta. Trilli di poco note.
E qualcosa di inaspettato. Qualcuno bussava alla sua porta.

Avanti.

Ecco, un ulteriore problema? Un qualche dramma.
Possibile che non vi fosse mai un momento di pace?

 
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view post Posted on 18/11/2010, 16:14
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Siobhán spinse la porta e fece capolino nella stanza, timorosa. Era una grande stanza in cui dominava una luce calda e già questo confortò la ragazzina: si era immaginata uno spazio angusto e buio, forse condizionata dall'oscurità del libro che l'aveva atterrita.
Entrò. Il professore sedeva ad una scrivania ingombra di oggetti e scartoffie, e in un angolo un meraviglioso, bizzarro uccello stava su un trespolo. Siobhán rimase un istante incantata dalla bestia color del fuoco, e aprì la bocca per chiedere cosa fosse, ma il pensiero del motivo per cui era venuta la trattenne.

«Ciao», disse quindi, ma avvertì che in qualche modo quello non era il saluto adatto alla figura che aveva davanti; tuttavia non ne conosceva di più adatti, in Inglese, quindi si limitò ad aspettare la reazione del professore.
 
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view post Posted on 18/11/2010, 22:35
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Si voltò, il tempo di scorgere una minuscola studentessa, sicuramente del I Anno, vagamente disorientata, in cerca di qualcosa. Sarebbe stata una faccenda terribilmente lunga, e magari anche complessa? Non lo credeva. Sorrise allegro, continuando a sfogliare rapido un libro, cercando con l'altra mano un secondo. Troppe cose da fare, troppo poco tempo per farle. Era una maledizione comune, molto ne erano afflitti, pochi potevano farvi qualcosa.
Aveva dei compiti, delle responsabilità, ne pagava ogni giorno le conseguenze.
La giovane, era sicuramente reduce dalla sua lezione, l'aveva scorta tra la folla di reclute, tra i Corvonero, la divisa non osava smentirlo nemmeno. Una giovane Corvonero, in cerca magari di sostegno e conforto? Una piacevole variante, che non i Tassorosso?
Tutto poteva ancora essere.
Ciao.
Qualcosa di terribilmente sbagliato, tornò ad osservarla da sopra le lenti dei delicati occhialetti di cristallo, sorridendo, sempre più divertito. Il ciao era qualcosa che non più si udiva da decenni.


Pregno signorina, si accomodi. Le poltrone non mordono, e sarò subito da lei. Vuole presentarsi? Temo già mi conosca, mi son presentato a lezione.
Estremamente coraggiosa, erano decenni che non sentivo più un saluto del genere, ad ogni modo, posso offrirle qualcosa?
Il The assicuro non essere avvelenato, benchè lo si senta dire...


Le notizie diffuse eran quasi sempre menzognere.
Ma poteva farvi poco. Lui adorava bere The, era un tratto distintivo.
Un po' come la "R" estremamente liquida, l'inflessione scozzese, e normanna, le strane sfumature che conferiva alle parole, e la lunga cantilena cadenzata che le parole andavano formando dialogando. Era un vecchio Docente, di quelli che ormai restavano solo nei libri.
Eppure, era ancora lì.


 
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view post Posted on 19/11/2010, 12:43
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Ecco di nuovo quella sensazione di smarrimento e sconfitta. Siobhán capì metà di ciò che il professore le aveva detto, ma il gesto con cui aveva indicato le poltrone di fronte alla scrivania fu comprensibile, e la ragazzina si sedette.
Il docente aveva l'aria piuttosto indaffarata, e anche la rapidità con cui aveva parlato suggerì a Siobhán di arrivare subito al sodo.

«Io sono Siobhán. Ho un problema», disse nella sua pronuncia bizzarra; «con il tuo parlare». Fece una pausa, chiedendosi quanto fosse stata chiara. Ritenendo di poter fare di meglio, aggiunse: «con l'Inglese».
 
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view post Posted on 19/11/2010, 15:52
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Chi fosse, era stato appurato, cosa volesse non ancora del tutto. Qualcosa continuava a mancare, nel bene e nel male, ma il problema era di natura linguistica.
Lasciò il voluminoso libro aperto, lasciando richiudersi l'altro, e si sedette a sua volta, dall'altro lato della scrivania. La fenice li osservava attenta, sorpresa, non meno di lui.
Che fosse uno scherzo?
Poteva anche, ma sarebbe stato di pessimo gusto, non aveva tempo da perdere, in molti lo sapevano, e quei pochi all'oscuro erano già finiti ad incontrare il Custode. Che fosse allora di natura linguistica? In fondo non era Inglese, l'orecchio non ingannava, era quasi certamente Irlandese, ma da che mondo e mondo gli Irlandesi capivano anche l'inglese. Dove stava il problema?
Sorrise, evocando una teiera fumante, ed una tazzina, versandosi una generosa tazza di The. Era pronto alla battaglia, per una buona decina di minuti.
Spirali di calore si liberavano dal liquido ambrato, mentre osservava la giovane Corvonero.


Ha un problema, temo non vi fosse dubbio, gli studenti hanno ormai abbandonato quasi del tutto l'idea stessa di visita di piacere. Inglese, ottimo, qual è il problema?
Potrei esporle una dissertazione filologica del mio parlare, ma temo sarebbe quanto mai vana. Del resto è anche stata scelta per Corvonero, dal Cappello, ha buone potenzialità quindi. Prego, esponga il problema.




Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 19/11/2010, 17:47
 
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view post Posted on 19/11/2010, 18:13
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Siobhán assunse un'espressione di totale smarrimento, intimorita anche dalla vicinanza del professore. Questo tipo di Inglese era ancor più sconosciuto alla bambina, alla quale sembrava che il professor Peverell non facesse alcuno sforzo per farsi comprendere.
«Io non capisco», disse in Shelta, esasperata; poi deglutì, facendosi coraggio, e ripetè, stavolta in Inglese: «io non capisco».
 
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view post Posted on 20/11/2010, 16:52
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Non capiva. Chissà da dove gliela avevano mandata! Possibile che li trovasse tutti lui? Aveva un accento strano, e sin lì nulla da discutere, ma il problema andava anche oltre, non capiva, non capiva nulla? Eppure doveva essere delle Isole, il bacino di Hogwarts era quello! Possibile che fosse francese? O magari tedesca? Allora perchè mandarla proprio ad Hogwarts?
Prima Lezione dell'Anno, Storia, e già si era persa, la faccenda non era certo delle migliori, ma c'era ancora tempo per peggiorare, senza dubbio! Forse, e magari, anche per migliorare. Eppure, rintracciare il problema era già qualcosa.
Parlava con una certa fluenza buona parte delle lingue morte dell'antichità, forse l'Aramaico non troppo, ma dubitava fosse quello il problema. Che lingua era l'oggetto dello scandalo? Sorrise, osservando le volute di fumo della tazzina.


Temo di non capire dove sia il problema.
Può aiutarmi?
Che lingua parla?


Un goffo tentativo di farsi capire.
Alla veneranda età che aveva ormai guadagnato non era il massimo.
Si sarebbero capiti?
Che la Dalton potesse aver maggior fortuna?


 
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view post Posted on 20/11/2010, 17:02
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Il professore sembrava arrabbiato... O scocciato, forse. Fatto sta che Siobhán sentì la bocca improvvisamente asciutta e dovette forzarsi a rimanere seduta, anziché scappare via. Torcendosi le dita di una mano con l'altra, rispose infine alla sua domanda: «il Cant». Ma forse l'altra gente non lo conosceva con quel termine? Questo dubbio la spinse ad aggiungere: «Shelta». L'avrebbero mandata via, quando avessero scoperto che era una tinker? Anche loro, come tutti gli altri, l'avrebbero additata come una vagabonda e una ladra e l'avrebbero rinchiusa in prigione? Siobhán si massacrava le mani sul grembo, mentre attendeva di scoprirlo.
 
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view post Posted on 20/11/2010, 18:40
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Santa Maremma!
Ma da dove diamine veniva? Non era molto informato dei fatti d'Irlanda, ma era sempre vissuto bene anche senza, facendone a meno, possibile che d'improvviso avesse trovato l'unica strana Irlandese, che non parlava Inglese? Conosceva lo Scozzese, per quel poco che aveva avuto modo di imparare, il Gallese, ma non certo l'Irlandese, in più quella giovane doveva parlare qualche strano dialetto locale. Lo Shelta... che razza di lingua poteva mai essere?
Eppure si poteva uscire da quell'apparente Impasse, qualcuno doveva anche conoscere quella lingua. Qualcuno dei suoi assistenti, avevano girato il mondo in lungo ed in largo per parecchio tempo, dovevano conoscere. Altrimenti sarebbero stati problemi, tentare un incantesimo sulla giovane non era del tutto raccomandabile, gli errori erano sempre possibili, ed era solo come ultima spiaggia.
Battè le mani accigliato, qualcosa andava fatto, Baldassarre avrebbe trovato rimedio alla faccenda?
Apparve un giovane ragazzo, rivestito di una lunga tunica bianca, di carnagione olivastra, giovane e solare, i capelli neri come la cenere. Chinò il capo rispettoso, prima di attendere a lato della scrivania.


Ottimo, ritengo possiate intendervi con Baldassarre.
Prego, inizi a parlare nella sua lingua, capiremo molto più in fretta.


Confidava la giovane capisse, senza troppi problemi.
In fondo, che razza di lingua era lo Shelta?


 
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view post Posted on 20/11/2010, 18:59
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Siobhán scattò in piedi, allarmata, quando il giovane comparve dal nulla. A bocca spalancata per lo spavento e la sorpresa, guardava dal professore al ragazzo in cerca di spiegazioni, ma non ne ottenne. Il professor Peverell, invece, la invitò a parlare nella sua lingua, per nulla sconvolto dall'improvvisa apparizione di un giovane nel proprio ufficio. Che fosse stato quel semplice gesto di battere le mani, a farlo comparire per magia? Siobhán decise di darsi un contegno, rimandando a più tardi quei pensieri, e si risedette.
«Il mio problema...», provò a dire, in Shelta; visto che nessuno la interrompeva, disse quel che voleva dire: «...è che l'Inglese parlato dal professore è troppo difficile. Anche del libro di storia della magia non riesco a capire quasi niente... Anche perché non so leggere tanto bene.». Non era mai stata a scuola, non aveva mai studiato materie come la geografia o la storia, prima, e per questo i riferimenti della lezione erano caduti nel vuoto della sua scarsissima cultura. L'Inglese formale e letterario non l'aveva aiutata a capire il resto, e quindi eccola lì, smarrita e in cerca di un aiuto.
 
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view post Posted on 21/11/2010, 14:47
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Il giovane ascoltò paziente, traducendo in buon inglese, a beneficio dell'anziano Docente che ascoltava interessato quella stramba lingua, sorseggiando il tiepido liquido ambrato. Cosa sarebbe stato vivere senza The? Il The poteva essere tranquillamente il dono degli Dei all'umanità, era una questione di principio? Forse solo di punti di vista.
Sorrise ascoltando la traduzione, e tornò a poggiare pensieroso la tazzina, sul suo bel piattino. La giovane non capiva molto l'inglese, ed era forse anche analfabeta? Possibile? L'analfabetismo era stata una battaglia dei primi del secolo, possibile che esistesse ancora? Certo, la Bath non era chiarissima a quei livelli, e lui ancora meno, eppure cosa poteva farvi? Era un libro che aveva cinquant'anni buoni, e lui risaliva a poco prima, forse con gli altri Docenti avrebbe avuto maggior fortuna.
Cosa poteva fare?
Era un bel problema.
Riprese a parlare tranquillo, il giovane si sarebbe occupato del resto.


Capisco, effettivamente concordo con lei nel sostenere che non sia una lettura semplice.
Ad ogni modo temo sia il manuale più semplice che abbia tra le mani, è tutta una questione di datazione dell'opera. Ha cinquant'anni, e quelli sono i risultati. Mi dica, ha già pensato a qualche soluzione per il problema?
Purtroppo non conosco nemmeno questo suo dialetto...


Era famoso per le sue battaglie contro i dialetti, eppure era pur sempre una giovane studentessa.


 
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view post Posted on 21/11/2010, 15:20
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Siobhán rimase molto colpita dal fatto che il giovane conoscesse lo Shelta. Per qualche istante la bambina si chiese se non fosse un Pavee anche lui, ma qualcosa nel suo accento (o meglio, nell'assenza di accento) le suggerì che non era così.
Quando il professor Peverell parlò, Siobhán attese la traduzione del giovane, poi si prese un momento per riflettere. In effetti no, non aveva pensato ad una soluzione... Si era rivolta al docente proprio in cerca di una soluzione, ma a quanto pareva non erano frequenti i casi come il suo
.
«Beh...», disse dopo un po', rivolgendosi automaticamente al ragazzo; «forse qualcuno può insegnarmi l'Inglese?».
 
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view post Posted on 22/11/2010, 19:43
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La faccenda si stava complicando, minuto dopo minuto, del resto senza capire la lingua, c'erano ben poche speranze che potesse capire il contenuto delle lezioni. Eppure, sarebbe stato un affare terribilmente lungo, come poteva pensare di iniziare una lingua, ex nihilo... Tornò a sorseggiare pensieroso il The, tiepido, studiando con sguardo corrucciato la giovane. Un'analfabeta, possibile che esistessero ancora? Era il primo caso che si presentava alla sua porta, non che fosse così sensazionale, ma era comunque fonte di stupore. Lui insegnava Storia...

Lei vorrebbe quindi farmi credere che ignora completamente l'inglese scritto, ed in buona sostanza quello parlato, e che quindi vorrebbe delle Lezioni di Inglese? E quindi, avrebbe pensato a me?

Fortuna che fosse Corvonero!
Il traduttore tornò a tacere, impassibile...
Una situazione più che ridicola.


 
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view post Posted on 23/11/2010, 10:45
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Siobhán avvertì nella voce del professore qualcosa che assomigliava terribilmente a disprezzo, e la familiare sensazione di allerta e diffidenza con cui era cresciuta si ripresentò con prepotenza. Dopo aver ascoltato la traduzione del ragazzo, rispose: «sono venuta qui in cerca di aiuto. Se non potete aiutarmi me ne vado.» e, senza attendere una risposta, si alzò dalla poltrona, non vedendo l'ora di lasciare quella stanza che, di colpo, era diventata opprimente proprio come se l'era immaginata prima di entrarci.
 
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