| Un bicchiere di legno. Marrone, il legno. Ecco come sarebbe morta, probabilmente soffocata dal vomito come le grandi Rockstar Babbane (un moto di orgoglio le si insinuò tra le viscere) oppure forse, annegata nell'alcol che il suo giovane e prezioso corpo non sarebbe stato in grado di smaltire. Più che un viaggio lunatico, ammesso che avesse capito bene, quella roba sarebbe stato un viaggio al San Mungo. Di sola andata e per tutta la vita. Ormai era in gioco e avrebbe giocato fino alla fine. Lei era fatta così, una grande ambizione le invadeva la mente, cancellando il resto.. La sofferenza, la gioia, la fatica... Solo voglia di rivalsa e di scoperta. Voleva fare grandi cose Jessica. E se doveva ubriacarsi, l'avrebbe fatto con tanto di spettacolo pirotecnico, e che cavolo. Le cose o si fanno bene o si lasciano perdere. Quindi senza indugi, come un Gladiatore che affronti una belva feroce sotto le ovazioni del pubblico, afferrò il calice e si lasciò ardere nuovamente la gola. Ecco, in quel momento, in cui l'alcol arrivò dritto nel suo stomaco, le parve di udirle davvero le ovazioni... O forse erano le grida disperate delle sue cellule epatiche? Ma no! Era la risacca del mare, che impetuoso frustava la scocca della sua nave marrone. Anche la nave, marrone. Come il bicchiere... Non si soffermò nemmeno a pensare sul fatto che fosse proprio il bicchiere stesso la sua nave, e l'alcol il suo vasto oceano. Il suo fiero veliero, veloce come nessuna nave esistente, stava come spiccando il volo... E Dov'era la luna? Ché il cielo notava in un'alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla? Il tondeggiante globo luminoso che l'aveva tanto perseguitata durante le lezioni di Astronomia era improvvisamente sparito dal suo piccolo cielo primato. Ma aveva forse fatto porto, con la sua bella nave? No, il rumore dell'acqua invadeva ancora le sue flebili orecchie... E allora cos'era la sabbia che i suoi piedi calpestavano? Era entrata in una sottospecie di onirico e parallelo universo. Ricapitolando: era su un veliero marrone, solcava biancastre sabbie che risuonavano come l'oceano, osservava un cielo senza luna e c'erano anche un mandorlo e un melo che cercavano anche loro il piccolo satellite. Ma che genere di viaggio si stava facendo? nemmeno si accorse che Mya la stava scuotendo, urlandole qualcosa a proposito di rubinetti guasti. le venne semplicemente il mal di mare e anche quando venne lasciata dalla Tassa, il suo corpo continuò quel moto oscillatorio, come cullato da un vento onirico e impercettibile. E finalmente, la scorse. Scorse la linea dell'orizzonte, più tonda che mai, più corta che mai. E comprese che fine avesse fatto la luna! Era SULLA Luna! Poco più avanti c'era pure la bandiera a stelle e strisce che quei somari di babbani avevano piantato sulla superficie frastagliata. Certo che avevano proprio un pessimo gusto, nel fatto di arredi! E cosa serviva poi, una bandiera là, dove nessuno poteva vederla? Forse ne rivendicavano la proprietà? la luna era stata comprata da qualcuno? E allora doveva saccheggiarla! Forse celava tesori indicibili nei suoi innumerevoli crateri... Ma c'era un problema di fondo! Lei non aveva una palla e nemmeno la bacchetta. Quindi niente forzieri, niente lingotti, se non poteva fare un buco.
Anzi, un buco l'aveva già fatto, nel suo povero cervello! Ma era una Corvonero, per Morgana, il cervello era ciò su cui si basavano tutti i loro principi! Non poteva essere ciò che era senza il Cervello! Era come un Serpeverde senza petulanza e un Grifondoro CON il Cervello! Quindi era diventata un Grifondoro? O forse uno zombie? Ma perché gli zombie centravano sempre?
E come era finita dalla luna, con il mandorlo e il melo, a parlare di zombie e Grifondoro?
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