Due passi in libertà, per Jè !

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view post Posted on 21/3/2011, 20:37
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L'aria del mattino si faceva di giorno in giorno più piacevole, frizzante e tiepida, senza più quel vento gelido a tagliare il viso. La primavera era ormai arrivata e gli alberi che costeggiavano il sentiero erano quasi tutti in fiore, colorando l'atmosfera di nuove tonalità.
Gli occhi della primina brillavano osservandoli, mentre sul suo viso andava disegnandosi un espressione di stupore mista ad una felicità crescente. Ma i passi sul sentiero non erano solitari, altri due piedi percorrevano insieme a lei quella stretta stradina che conduceva al villaggio di Hogsmeade, zona in realtà off-limits per una studentessa del primo anno. Quella sensazione di infrangere le regole, così nuova e misteriosa, la faceva sentire al settimo cielo.
Ma non sarebbe arrivata nessuna punizione, nessun punto sarebbe stato sottratto alla sua casata e la sua caposcuola non sarebbe stata scomodata per una sciocchezza simile.
Al suo fianco infatti camminava il suo biglietto di andata e ritorno per la libertà, una ragazza che aveva conosciuto solo pochi giorni prima eppure la prima vera "primavera" nella sua vita al castello.
Si apprestava a diventare il giorno più favoloso dell'intero anno ed era certa sarebbe diventato indimenticabile, anche se avessero finito per rotolare su un prato, raccogliere ghiande o strafogarsi di dolci a mielandia.
Con un passo più veloce superò la sua accompagnatrice parandosi di fronte a lei ed iniziando a camminare in "retromarcia".

- Hai visto? Il sole ha ascoltato il nostro richiamo - disse puntando gli occhi al cielo, completamente azzurro, senza il velo di una nuvola, solo qualche volatile ogni tanto ad interrompere la vista di quell'immensità.
Ma camminare in quella posizione non sempre era la scelta giusta. Infatti un piede urtò una pietra dismessa del sentiero e la tassina volò a terra.
Rideva divertita, non c'era nulla che potesse rovinare quella meravigliosa fuga.

SPOILER (click to view)
Ed eccoci finalmente *^*
il post è breve così ci mettiamo subito in carreggiata XD


 
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¬ J è
view post Posted on 21/3/2011, 20:49




La primavera era finalmente giunta e questo significava solo una cosa: quella gita a Hogsmeade che tanto aveva sognato. Gli esami, i compiti e i libri di testo erano rimasti in dormitorio, lontano lontano, così distante da sembrare un ricordo. C'era solo il sole adesso, che le accecava la vista e le illuminava il volto. Tutto ciò non le dava per nulla fastidio, anzi, dopo il grigiume dell'inverno questo le infondeva calore e vitalità.
Trotterellava allegra per le vie di Hogsmeade e non era sola, no. Al suo fianco c'era una buffa Tassorosso che aveva catturato la sua attenzione in modo alquanto particolare. Beh, era particolare tuffarsi su un pavimento di pietra, no?
La sua accompagnatrice era del primo anno, ma nessuno l'avrebbe punita, non quel giorno. Si era offerta di portarla con sé a Hogsmeade ed era nei suoi diritti. Avrebbe affatturato qualunque malcapitato che avesse osato interrompere la loro scampagnata. Oh, sì che l'avrebbe fatto!
Jessica sorrideva raggiante, come se ogni cosa meritasse quel suo sorriso allegro. Gli alberi, le case e le vetrine sembravano più belle che mai... Più luminosi e invitanti che mai.
Ma il clima era ancora migliore! Si perse ad osservare l'azzurro intenso del cielo, punteggiato da candide forme spumose che erano le nuvole. Una casa, una freccia e un elefante si rincorrevano su una grande tela cerulea lassù, dove il sole ammiccava lieto.
Le sue considerazioni vennero interrotte dalle parole di Mya, che la riportarono ad un pomeriggio particolare ai piedi delle grandi clessidre.
"Oh, non avevo dubbi!" esclamò allegra guardando negli occhi la sua interlocutrice. Non si era scordata di quegli occhioni violacei, così strani e particolari, come non li aveva mai visti.
Camminavano da parecchi minuti ormai, le prime case erano state superate da tempo così come la vecchia stazione e ora la folla si faceva più densa, in prossimità delle prime vetrine. Si stavano addentrando nel paesello adiacente alla scuola.
"Allora, sei mai stata qui?" chiese con allegria, facendo un ampio gesto della mano in direzione del viottolo di fronte. Un semicerchio che evidenziasse ciò che avevano davanti, la libertà.


SPOILER (click to view)
Myaaaa!! che bella l'immagine!!!! :) Finisce in scheda :P
 
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view post Posted on 21/3/2011, 22:38
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Il selciato sotto ai palmi graffiava irrimediabilmente la morbida pelle della piccolina, ma il troppo entusiasmo le impediva di rendersene conto.
Così con un agile balzo tornò in piedi, affiancando nuovamente la caposcuola di corvonero.
Alcuni uccellini svolazzavano allegri tra i rami degli alberi, altri si rincorrevano gioiosi nel cielo blu, la loro libertà era qualcosa di invidiabile, anche se per poco la stava gustando anche lei. Come una bambina aprì le braccia imitando quelle meravigliose creature e saltellando lungo il sentiero superò di alcuni passi la corvetta.
Il vento primaverile era fantastico, così tiepido e profumato, sapeva di gelsomini ed erbe aromatiche, di fiori nuovi appena nati e già nel massimo della loro bellezza.
Mentre avanzavano lungo il sentiero il canto degli uccellini pian piano andò affievolendosi, sostituito da un vociare più forte ed insistente. Decisamente più fastidioso del soave canto della natura, eppure l'essere umano era fatto così, si componeva di frastuoni e non di musica.
L'allegro duo si arrestò al centro di una piazzola, non ricordava molto del giorno del suo arrivo ad Hogwarts e ancor meno della stramba serata da madama piediburro, in entrambe le occasioni era arrivata al villaggio con la notte ormai scesa. Era come essere lì per la prima volta.

- Si ci sono stata, ma vederlo alla luce del sole è tutt'altra cosa - disse continuando a guardarsi intorno, non riuscendo a stare ferma un solo attimo. C'era molto da guardare, vetrine colorate, botteghe misteriose, insegne sgargianti che attiravano l'attenzione. Il problema era...da dove iniziare? I suoi occhi andavano a destra e a sinistra in una strana corsa, non aveva davvero un motivo per visitare Hogsmeade, ogni luogo in realtà le sarebbe andato bene in quel momento.
Anche un'oscura grotta da visitare, un banale negozio o una puzzolente stalla.

- Da dove consigli di cominciare? - Intanto iniziava a sfilarsi la morbida sciarpa dal collo, che aveva indossato per eccessiva prudenza. La temperatura era perfetta e il tempo sembrava stabile, per il momento non aveva bisogno di preoccuparsi della salute, anzi non voleva curarsene minimamente. Era il suo giorno di libertà, di follia, di magia...non vi avrebbe rinunciato per null'altro.
SPOILER (click to view)
due post al giorno, divento abile XD

 
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¬ J è
view post Posted on 23/3/2011, 00:43




Jessica era così concentrata su ciò che aveva intorno, che inizialmente nemmeno si accorse che Mya era caduta per terra, forse per l'entusiasmo o per la sensazione di essere finalmente libera. Si fermò di botto ma quando fece per aiutarla la Tassa si era già alzata in piedi con un piccolo balzo. La Corvonero sbatté le palpebre ancora confusa, come se si fosse persa qualche passaggio per la poca attenzione prestata. In effetti si sentiva incredibilmente distratta, come se camminasse a passo svelto sulle nuvole o come se qualcuno che volesse farsi due risate alle sue spalle le avesse scagliato addosso un Confundus.
"Tutto...?" incominciò titubante, sorridendo incerta. "...Ok?" concluse, ma era chiaro che la risposta era affermativa. Mya rideva, era felice e non sembrava turbata da quel piccolo incidente di percorso, e la sua gaiezza fece ridere anche Jessica.
Il sorriso era fin troppo spontaneo, che davvero bastasse così poco per rendere tutto molto più... Vivibile? Sensazioni davvero particolari incominciarono ad invaderle il corpo, come se i raggi solari avessero penetrato la sua pelle e sciolto il gelo perenne che da molto tempo la invadeva, come una vasta steppa russa. Una volta che la Tassa fu di nuovo in piedi, riprese a camminare al suo fianco, addentrandosi sempre più nel piccolo e accogliente sobborgo cui erano dirette. Fiotti di studenti di ogni età camminavano in gruppetti sparsi per le strade, talvolta inchiodando bruscamente davanti alle vetrine che ammiccavano ad ogni angolo. Arrestarono il loro moto al centro di una piccola piazzola, da lì avrebbero potuto raggiungere qualsiasi meta caratteristica. Mya non c'era mai stata con il sole alto in quel piccolo villaggio, mentre Jessica era un po' più pratica, ma nemmeno molto. Ogni volta che faceva visita al paese tirava dritto verso Bibliomagic o fino alla periferia, per potersi sedere su una panchina e leggere in pace. Di solito non si perdeva a scrutare le vetrine, ma partiva a passo spedito verso il luogo che avrebbe potuto offrirle ciò di cui necessitava. Oppure giungeva di fretta e volava alla velocità della luce alla Testa di Porco per svolgere le sue mansioni. Ma ora si trattava di una visita in compagnia, una piacevole scampagnata per il villaggio, e decisamente non sapeva da che parte cominciare. Si guardò intorno pensierosa, guardando le piccole viette che si intersecavano ad intervalli regolari. Sapeva solo che proseguendo a destra si arrivava alla libreria, ma ultimamente ne aveva piene le scatole dei libri. "Oh vediamo..." borbottò grattandosi il mento e cercando di fare mente locale. "Beh... C'è Mielandia, oppure Zonko..." elencò a memoria più che per conoscenza della strada per giungervi. Scorse un riferimento, dopo molte occhiate disperate alle viette che sembravano tutte uguali e finalmente capì dove si trovassero. Possibile che il suo orientamento fosse così lacunoso?
"Allora giù da quella parte ci sono i Tre Manici..." disse indicando la sua destra. "Invece dalla parte opposta c'è la famigerata Stamberga Strillante..." aggiunse evidenziando le parole con un gesto delle mani.
Sorrise, per lei non faceva alcuna differenza, ogni negozio, ogni locale era fantastico, e poi l'importante era godersi pienamente quella giornata che già dall'incipit prometteva molto bene.

 
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view post Posted on 25/3/2011, 14:49
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Due uccellini volarono in sincronia sopra la testa delle due ragazze, continuando gioiosi il loro volo in libertà.
Anche se sprovvista di ali e piume Mya si sentiva allo stesso modo, una libertà desiderata troppo a lungo in quel primo e noiosissimo anno. Hogwarts era fantastica e tutto, ma mancava di quel pizzico di follia che non guastava mai. Fortunatamente una caduta le aveva permesso di incontrare quella ragazza tanto particolare e strana, che da qualche giorno le stava facendo vivere tutta un'altra avventura.
Ed Hogsmeade, anche se affollata di gente in corsa, si era rivelata un'ottima meta.

- Zonko mi sembra di averlo sentito nominare..e Mielandia immagino venda biglietti di sola andata per il dentista - rispose sorridente, in direzione della corvetta mentre la osservava guardarsi intorno, quasi disorientata.
Che non avesse chiara la posizione dove si trovavano? Hogsmeade non era grandissimo come centro abitato, e già dai racconti di suo padre aveva avuto modo di fantasticare su quel magico villaggio. Ricordava di quando le parlava del negozio di scherzi e di quante cose "interessanti" aveva avuto la soddisfazione di acquistare. ma che mai aveva avuto modo di usare, a causa di un padre troppo severo e in continuo contatto con la scuola. Ed ora era lei ad essere lì in quel luogo, passeggiava negli stessi luoghi del padre, forse con la sua stessa curiosità.
*A volte perdersi è più entusiasmante che girare con una meta precisa*
Infine la corvetta nominò altre due destinazioni, una cui erano soliti andare molti studenti del castello e l'altra dal nome sconosciuto quanto improbabile. Ma era divertente vedere Jè giocare con quel nome, chissà cosa realmente caratterizzava quel luogo.

- Stamberga strillante? - le fece eco, con un tono dubbioso - non ne ho mai sentito parlare...cosa ha da lamentarsi questa ipotetica casa? - rispose scoppiando in una risatina leggera, non riusciva davvero a immaginare un'abitazione che emettesse stridule voci, sbattendo magari convulsamente finestre e porte.
Era un'immagine alquanto bizzarra, anche se non riusciva a nascondere che per due tipe come loro si prospettava come una meta allettante.

SPOILER (click to view)
ritardo >-< scusaaaa

 
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¬ J è
view post Posted on 25/3/2011, 19:37




Jessica sorrise a Mya, effettivamente quello strambo nome suscitava le più disparate curiosità, sia nel bene che nel male. Infatti a volte, sfociavano in incredibili dicerie e strambe leggende metropolitane, decisamente poco attendibili. Aveva sentito dire che c'era un Lupo Mannaro nascosto all'interno, ma era sicura della scarsa attendibilità. Le voci giravano spesso e male, molto male.
"Oh beh... Effettivamente non è lei che urla, ma quello che sta dentro.." rispose ridacchiando, le piaceva quell'aspetto del carattere di Mya, avere sempre la risposta pronta per ogni cosa. "Dicono che sia il luogo più infestato di fantasmi di tutta la Gran Bretagna, o qualcosa del genere..."
Aveva letto qualcosa in Storia di Hogwarts e su altri libri che aveva acquistato per interesse. Leggeva molto, forse troppo, così tanto da scordarsi dove leggeva determinate cose... Ah, che brutto avere poca memoria e così tanta voglia di scoprire e conoscere!
"Ma sì, dai, incamminiamoci e vediamo dove ci porta il vento!" esclamò, facendo una piroetta su sé stessa, come una ruota della fortuna umana. Le viette erano tutte belle e illuminate, allo stesso modo, e poi era la compagnia a contare davvero.
"Godiamoci il mentre, la meta passa in secondo piano!" sorrise e si guardò nuovamente intorno, schermandosi gli occhi dal sole accecante. Iniziava a sentire caldo, la primavera era finalmente giunta in tutta la sua ben accetta prepotenza. Allungò l'indice davanti al naso, come se stesse facendo la conta su quale strada scegliere, pensierosa e assorta. "Mmmm mmm" mormorò tra sé, guardando dove l'affluenza di persone era minore... Decisamente dalla parte opposta di Zonko, magari avrebbero potuto andarci più tardi... "Che dici? Andiamo per di là? C'è meno gente non credi? Si camminerà meglio!" propose, puntando una strada laterale verso destra, affollata ma decisamente più tranquilla del resto del villaggio.
*Tutti oggi sono usciti? Eh ma uffa...*
In effetti per le poche volte che era scesa in paese, non aveva mai visto tanto affollamento e avvicendarsi... Che sentissero proprio tutti il clima cambiare? Che approfittassero tutti di quello spiraglio di sole e di pace, magari preludio di qualcosa di incredibilmente tetro? La quiete prima della tempesta?
Ma no, che andava a pensare! Era solo una bella giornata!
E lo era in modo particolare per lei.
 
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view post Posted on 26/3/2011, 12:29
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A giudicare dalle parole della corvetta neanche lei doveva essersi avvicinata più del dovuto a quella stramba costruzione. E quindi per sentito dire quella casa doveva essere l'habitat preferito per gli spiriti e i fantasmi dell'intera Inghilterra, anche se riteneva sciocco aver paura di certe credenze, se anche fossero state veritiere.
In fondo lo stesso castello di Hogwarts ospitava centinaia di fantasmi, per non parlare dei quadri viventi. Insomma la magia di per sè doveva essere l'espediente per non essere stupiti di certe "presenze".
O il timore era generato da altro...Magari qualcosa di più tangibile e pericoloso di una fluttuante entità?
Poi Jessica decise di affidare al destino la loro scampagnata, iniziando a ruotare su se stessa come una trottola, era così buffa che Mya non riuscì a trattenere un ulteriore sorriso.
Poi un leggero vento arrivò alle spalle delle ragazze, incanalandosi nei vicoli e arrivando con maggiore potenza. In un attimo il cappello che la tassina aveva deciso di indossare quella mattina, si staccò dalla sua testa lasciando ricadere sulle spalle i morbidi capelli.
- Oh...non ci voleva! - disse portandosi entrambe le mani alla testa.
In realtà aveva indossato quel piccolo basco per evitare a Wallace di farsi notare ancora, erano giorni che non riusciva più a gestirlo e il cappello le era sembrato un ottimo espediente. Eppure il vento biricchino aveva deciso di farle quello scherzo, portandosi via il suo copricapo grigio scuro. Mya iniziò a rincorrerlo, inoltrandosi in viottolo sulla sinistra costeggiato da casette in pietra scura. Il basco infine decise di atterrare a pochi metri dalla piccola, adagiandosi su di un insieme di casse in legno, coprendo per intero una piccola palla di pelo arancione.
Si avvicinò con cautela, importunare un gatto dormiente poteva rivelarsi una mossa sbagliata e ci avrebbe guadagnato un graffio in più sulla mano, o peggio in viso.

*La sfregiata* pensò ironicamente di se, immaginandosi tornare al castello con quel bell'autografo felino sul volto. Ma al contrario il micio sembrava molto accondiscendente e ruffiano, al contrario di Midnight e in cambio del cappello era desidero solo di una buona porzione di coccole.
- Grazie micio per la presa pronta, ora se non ti dispiace mi riprendo il mio cappello - e così facendo lo risistemò sulla testa, facendo attenzione a nascondere perfettamente il capello rivoluzionario. Chissà che il destino non stava davvero scegliendo per loro, infatti dal centro di una piazza con molte vie ora si trovavano in una precisa direzione.
- Il vento ha scelto per noi...che dici, continuiamo? - disse indicando la stretta stradina secondaria in cui erano finite.
Una nuova avventura aveva inizio.

*speriamo non sia un vicolo cieco*
 
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¬ J è
view post Posted on 27/3/2011, 12:12




Il caso, la fortuna, il destino o come lo si chiami, l'agente esterno che influenza il libero arbitrio, evidentemente non aveva ancora scelto per loro, le due giovani ragazze in cerca di respiro e si un briciolo di sole. Infatti, non fecero tempo a fare pochi passi, che la meta da lei scelta a casaccio, venne fermata, deviata da un singolo colpo di vento. Il cappello di Mya venne cullato dalle folate leggere e trasportato lontano, tra la folla, e poi ancora diretto in quello che sembrava un tranquillo vicolo laterale. Per abitudine, più che per necessità, Jessica estrasse la sua fidata bacchetta, magari un incantesimo di Appello avrebbe funzionato ma, la gente per strada era troppa e Mya era già partita all'inseguimento. Insomma era molto più pratica e diretta di lei, e ciò la fece sorridere. Si accinse a rincorrerla, cercando di farsi largo tra le persone e di non perderla di vista, se le fosse successo qualcosa lei sarebbe stata la sola responsabile e non se lo sarebbe mai perdonato. Affrettò il passo, chiedendo scusa almeno quaranta volte a tutti i passanti urtati per caso, e finalmente con il fiato corto arrivò dove Mya si era arrestata. Il suo cappello sembrava essere finito su qualcosa di peloso e rossiccio, acciambellato su alcune assi di legno. Si mise le mani sulle ginocchia, riprendendo il fiato e sorrise osservando la buffa scena. "Sempre detto che i gatti sono svegli!" ridacchiò per poi affiancare Mya e proseguire lungo il vicoletto, costeggiato da casette di pietra scura.
"Beh, direi che il vento è sempre meglio di una stupida conta!" esclamò divertita guardandosi intorno.
Forse quella era la decisione finale del Fato? Era quello il posto designato per loro, quel giorno? Meglio affidarsi a lui, il vento, alla sua potenza e al suo fascino. Ancora soffiava, passando tra i vestiti e i capelli, solleticando la pelle e trasportando aromi disparati.
"Direi che possiamo proseguire di qui, allora... Anche se, non ho la minima idea di cosa potremo trovare..." scrollò le spalle e guardò avanti, la strada curvare e celarsi ai loro sguardi, High Street oramai era alle loro spalle, caotica e vitale.
"Beh non ci resta che scoprirlo!"
EJessica si accorse di avere ancora la bacchetta tra le mani, la osservo stranita per qaulche minuto, come se non riuscisse a spiegarsi il perché ce l'avesse stretta nel pugno. Si accinse a rinfoderarla, nella tasca interna del mantello, per ora decisamente era inutile tenersi l'impiccio tra le dita.
Con un ultimo sorriso in direzione della Tassina al suo fianco, avanzarono, cullate dal rumore dei passi sulla pietra consumata. Le vetrine si susseguivano invitanti una dietro l'altra, negozietti strambi che Jessica non aveva mai scorto prima... Era davvero così distratta? Il vecchio Wiz Café aveva chiuso i battenti, la sede era sbarrata con lunghe assi di legno e l'insegna penzolava, scricchiolando sinistra. Semplice inattività? Oppure qualcosa di più... Oscuro? I suoi occhi percorsero velocemente le due vetrine, un tempo sfavillanti e ora anonime e polverose e un'ombra strana le attraversò le iridi... Paura? Disappunto?
Sospirò e distolse lo sguardo, permettendo al vento di spazzare via i pensieri negativi.
*E adesso portami all'orizzonte!*
 
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view post Posted on 28/3/2011, 21:59
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Quando era tornata con l'attenzione sulla corvetta non aveva notato che lei impugnava saldamente la bacchetta, se ne era accorta solo quando l'aveva vista rinfoderarla. Che fosse stata lei troppo avventata?
In fondo erano uscite dalle sicure mura del castello, ma neanche per un attimo la mente della tassina aveva valutato l'idea che potessero andare incontro a dei pericoli. Era sempre stata così, impetuosa e irrefrenabile, si muoveva d'istinto senza pensare alle conseguenze. Così rincorrere innocuamente un cappello volante poteva rivelarsi fatale, ma lei non aveva messo in conto certe eventualità. Eppure Hogsmeade sembrava un luogo pacifico e sicuro, dove il via vai continuo di gente non faceva che avvalorare quell'idea.
Che Jè temesse qualcosa in particolare? Forse il suo ruolo da caposcuola le imponeva un maggior riguardo per se stessa e per le persone sotto la sua responsabilità. Si sentì sciocca e di peso, comprendendo lo stato d'animo della corvetta.

*sciocca ragazzina * si rimproverò tacitamente.
Ora sembravano entrambe più tranquille, il cappello era tornata all'originaria padrona e il gatto si era acciambellato nuovamente sulle assi di legno. Il vicolo sembrava meno frequentato del resto del villaggio, forse segno che vi erano pochi negozi da visitare, alcuni addirittura era sprangati con grosse tavole e le insegne coperte o mancanti. Sembrava un viottolo dimenticato, avrebbe davvero portato da qualche parte?
Mentre camminavano l'una al fianco dell'altra Mya non potè non notare lo sguardo della compagna, che si perdeva osservando alcuni negozi, dall'aspetto più nuovo, ma ugualmente chiuso al pubblico.

- Cos'è successo a questi negozi? - chiese infine incuriosita.
Lei era da poco più di un anno ad Hogwarts e non conosceva la storia antecedente il suo arrivo. Forse quei luoghi un tempo erano gremiti di ragazzi, quella via si animava di voci e canti e da quelle imposte bloccate fuoriuscivano odori e sapori a lei sconosciuti. C'era una vita che non ora non gli apparteneva più, ma per qualcuno certi luoghi potevano aver significato molto.
Per chi nulla, ma il tempo infame si cibava dei ricordi lasciando solo mesta inquietudine.
 
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¬ J è
view post Posted on 29/3/2011, 23:09




Già, cos'era successo?
Era assorta, decisamente incredula. Lei sapeva chi ci lavorava là dentro, prima di quella chiusura: Keiko Kuroame, Jaqueline de Molay e un'altra ragazza che non conosceva. Sembrava un posto abbastanza frequentato, con una clientela giovanile e rispettabile... Che ci faceva in quel momento con delle sbarre alle finestre?
"Devo essere sincera.. Non ne ho idea." sospirò, ammonendo se stessa per come si faceva prendere dalle paranoie, partendo con viaggi mentali complessi e articolati, e per cosa poi? La chiusura di due vetrine. magari si erano stufati o gli affari avevano incominciato a declinare... Perché vedeva minacce ovunque e maghi oscuri celati dietro ogni angolo?
Forse perché tempo addietro aveva avuto modo di imbattersi in essi con alta frequenza, anche nelle occasioni più anonime e impensate... Che fosse destino? Quella parola, a cui non credeva minimamente, aveva davvero un così grande significato, una così immane importanza?
*L'uomo si costruisce la propria via; niente divina provvidenza, solo tanta ma tanta sfiga*
"Devi scusarmi, ma vedo pericoli anche dove non ci sono realmente" disse infine, sforzandosi di sorridere e distogliendo infine lo sguardo dal vecchio Café ormai deserto e semi distrutto. Si impose di camminare, fissando con ostinazione la via davanti a sé, senza spostare la testa di un millimetro.
Distrarsi, doveva distrarsi, ma con Mya usciva spontaneo lasciar trapelare alcuni frammenti di sé, di quella parte della sua anima che teneva celata ai più... Che molti nemmeno coglievano...
"Sai, non è sempre stato così... L'uomo prende con leggerezza il pericolo o la morte, fino a quando non ne percepisce il respiro sul collo" stava rivelando troppo di sé stessa, per la prima volta dopo tempo immemore. Ne aveva la facoltà? Non aveva parlato con Jaqueline di Nicholas, tempo prima, ma solo perché erano entrambi Serpeverde, la tana del mostro. Poteva permettersi davvero di parlarne ad altri che non fossero sua cugina? Ne aveva la piena sicurezza?
Ma quando mai aveva potuto decidere per sé stessa? Con chi parlare, con chi confidarsi? Su certe questioni aveva non solo le mani legate, ma anche la lingua incollata al palato. Doveva rispettare certi limiti e tenere celati segreti che non riguardavano solo lei stessa, ma anche altre persone, molte persone....
Si morse la lingua e dopo un lungo respiro sorrise.
"Ma no, non voglio incupire questo allegro pomeriggio!" rispose con leggerezza guardando la striscia di cielo incorniciata dalle abitazioni scure. Era una bella giornata di sole e calma, non doveva farsi agitare dalle proprie congetture mentali. Doveva ficcarselo in testa, una buona volta: non poteva cambiare il mondo, tanto meno la natura umana!
 
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view post Posted on 30/3/2011, 17:24
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La caposcuola sembrava non sapere il motivo della chiusura del negozio, segno che doveva essere stata una cosa recente e per certi versi inspiegabile. Infatti lo stupore trapelava perfettamente dalle sue parole, anche se sembrava esserci dell'altro.
Si rimproverava di veder pericoli ovunque, di essere sospettosa e guardinga, ma non era un certamente un difetto. Anzi, tenere gli occhi aperti era la prima raccomandazione che suo padre le aveva fatto prima della sua partenza per Hogwarts, mai fidarsi delle apparenze e osservare accuratamente ogni cosa. Prima che potesse risponderle, Jè si era nuovamente incamminata, distogliendo lo sguardo dai locali sbarrati.
La piccola Mya con passo saltellante le fu nuovamente accanto, ascoltando le sue parole.
"Sai, non è sempre stato così... L'uomo prende con leggerezza il pericolo o la morte, fino a quando non ne percepisce il respiro sul collo"
La tassina rabbrividì a quelle parole, anche se dette come un sentito dire, era chiaro che la situazione era molto più profonda di quel che appariva. Cosa c'era nel passato della corvetta? Fino a quel momento l'aveva vista come una ragazza chiusa, ma ripiena di un universo esplosivo all'interno, che l'aveva resa unica e particolare agli occhi della tassina. Quel respiro sul collo...non era una sensazione che poteva essere raccontata se non vissuta in prima persona. Per un attimo si sentì inutile, incapace di continuare...era sempre così, quando si parlava del Passato non aveva mai il modo giusto di esprimersi. Fece scivolare lo sguardo verso il basso, mentre continuavano quella passeggiata verso...già, dove stavano andando? Erano lì per non pensare, per svagarsi, per dimenticare per un solo momento i problemi, che fossero per la scuola, per il passato o per se stessi.
Anche Jè sembrava aver ritrovato quel senso, Mya ne sorrise sollevata.

- Si è il nostro giorno "libero", il sole ci è amico, se lo lasciamo fare potrebbe rischiarare anche le nubi che ci portiamo dentro - disse allargando le braccia e sollevando il viso. Voleva il sole dentro di sè, la serenità, bianca come un lenzuolo e fresca come l'aria della primavera. Sorrise allegramente, ispirando sonoramente quel profumo di fiori che proveniva da oltre la fila di casette scure. Che in quella direzione vi fosse un prato in fiore? Infine raccolse le braccia al petto, come abbracciando quell'ipotetica luce, trattenendola anche contro la sua volontà. Le mani piano si congiunsero come a formare un piccolo scrigno rotondo, poi mosse qualche passo più veloce della corvetta, parandosi infine davanti a lei.
- e quando non ci sarà "lui" ci proverò io - disse porgendo in avanti il piccolo tesoro.
Era una sciocchezza, una metafora celata dietro un semplice gioco da bambina, la luce non poteva essere raccolta, figuriamoci donata. Ma Mya voleva far capire alla corvetta che ci sarebbe stata quando lei avesse sentito il bisogno di parlare, se quelle nubi fossero infine sopraggiunte sul suo animo annebbiandolo. C'era una via, c'era sempre.
 
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¬ J è
view post Posted on 1/4/2011, 00:29




Di nuovo inesorabilmente, stava percorrendo la strada buia e contorta che l'aveva condotta alla solitudine, alla spossatezza, al.. Nulla. Il nulla più vuoto, così silenzioso da essere rumoroso, da premere le tempie dall'interno e perforare i timpani. In quelle situazioni aveva avuto la necessità di gridare, quanto aveva bisogno di respirare, come se volesse sputare fuori il rancore e la delusione che sentiva premere addosso. Si era lasciata andare, molte volte si era trovata sdraiata per terra in un corridoio, a fissare il soffitto pieno di ragnatele di un sotterraneo, oppure persa per una strada pericolosa e di periferia. Incosciente e sciocca, aveva avuto rigetto della vita stessa, come se la sola presenza umana le provocasse qualcosa di simile ad una reazione allergica. Aveva trattato con i piedi persone che non l'avrebbero meritato, risposto male ad amici e conoscenti, trovandosi sempre più sola e al contempo indifesa, vittima di qualcosa più grande di lei.
Ma ora no, aveva detto basta. Voleva cambiare rotta, scegliere la vita, intossicarsi di luce e persone. Voleva annegare con il sole quella dannata macchia scura che le bruciava l'anima, che le oscurava la gioia. Un'ombra di morte e dolore che non sarebbe scomparsa più, sino al giorno della tanto agognata vendetta, ne era convinta.
Stava cambiando strada, ricucendo vecchi rapporti umani, instaurandone nuovi! E Mya era riuscita a smuoverla, darle la spinta decisiva per balzare lontano dal nulla, lontano da quella dimensione interiore fatta di solitudine e dolore.
Aveva finalmente voltato pagina, pronta ad affrontare un nuovo capitolo tutto da scrivere. E il colore dell'inchiostro era mutato, da nero a verde, verde speranza, verde vita! Ed era per quello che amava tanto la primavera con i suoi colori sgargianti e tutto quel verde smeraldo! E poteva sentire la dolce fragranza stagionale portata dal vento, un aroma fruttato e floreale, che sapeva di gioia e libertà...
La frase di Mya la fece fermare di nuovo, pensando a quanto avesse ragione. L'unica cosa di cui davvero necessitava era quel sole che brillava alto sopra le loro teste, che era in qualche modo riuscito a penetrare la spessa corteccia che aveva costruito intorno al suo essere. Come una mano fraterna, amica che carezzi la guancia calda di un compagno, così il sole rincuorava lei, sciogliendo a poco a poco la malinconia, rimpicciolendo quell'ombra scura che si portava dentro, alleggerendo il fardello che sentiva sulle spalle...
Che sensazione meravigliosa, lasciarsi crogiolare dai raggi solari! Sentiva addosso un nuovo calore, una ritrovata allegria e una benvoluta leggerezza! Sorrise a quella buffa Tassorosso che con la sua spontaneità le aveva fatto ritrovare la giusta strada. La osservò in ogni minimo gesto, come se fosse unico, irripetibile.. Ed in effetti era proprio così, voleva conservarsi stretti quei ricordi, quegli attimi fugaci che non sarebbero mai tornati indietro identici.
E ridendo spensierata, almeno un poco di più, fece finta di prendere la simbolica luce che Mya le porgeva e se la portò al cuore come ad invitarla ad entrare.
"Grazie Mya! Grazie davvero! E' un gesto bellissimo, che per me significa molto!" esclamò gaia, osservando gli occhi viola e intensi che le perforavano la superficie, osservandola fin dentro l'anima.
Inspirò a pieni polmoni e saltellando le si portò nuovamente appresso, cercando di catalogare tutti gli odori che le accarezzavano l'olfatto.
"mmm... Fiori? Dici che c'è una splendida area verde qui nei pressi?" chiese pensierosa, guardando in fondo alla strada, dove le due sponde convergevano. Un po' di sano verde, punteggiato di colori come una tela da pittore era proprio quel che ci voleva, per coronare la giornata!
 
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view post Posted on 5/4/2011, 00:07
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Le ragazze continuavano tranquille la loro passeggiata, soffermandosi ad osservare ogni tanto l'ambiente che le circondava. Anche il naso di Jè aveva avvertito quel dolce profumo che il vento trasportava, e più avanzavano più si faceva forte, intenso. Come una scia ammaliante le stava pian piano attirando a sè.
- Ciò che è dietro lo conosciamo - disse indicando la piazzetta in cui si trovavano solo pochi attimi prima, il viavai di persone sembrava non arrestarsi. E nessuna di quelle persone sembrava accorgersi di quella stradina spoglia e inosservata - io direi di affidarci al naso e vedere dove ci porta - Solitamente usava quella frase quando era il momento di scegliere un luogo dove rifocillarsi, e il naso la maggior parte delle volte finiva per schiantarsi contro il vetro di una pasticceria o forno tradizionale.
La strada lentamente andava stringendosi, le case si addensavano sempre più l'una all'altra quasi a voler celare un tesoro. Quell'aspetto così abbandonato e rozzo incitava il più delle volte i passanti a cambiar rotta, virando quasi sicuramente verso i Tre manici di scopa o negozi interessanti. Nessuno badava molto a ciò che poteva esserci realmente, ma il nasino delle due giovani ragazze sembrava come catturato da quel profumo incantevole e così anche le mura incrostate, il muschio alle finestre e le porte sprangate assumevano il loro fascino.
Alcuni passi ancora e le case terminarono in un'unica costruzione, al centro della stradina si ergeva un piccolo archetto in pietra, rudimentale e in rovina. Sui lati alcune pietre era saltate via e avevano trovato posto in terra, mentre le restanti erano state quasi del tutto avvolte da piante rampicanti dai bellissimi fiori color lilla.
Mya per un attimo si dimenticò di respirare, ma sapeva che oltre quell'arco c'era qualcosa di ancor più magnifico. Senza pensare all'eventualità di pericoli o altro, afferrò la mano di Jessica e la condusse oltre il limitare di pietra.
Ciò che celava quella piccola stradina era un luogo d'indescrivibile bellezza, nascosto agli occhi dei molti che presi dalla fretta e dagli impegni l'avevano ignorato. Aveva la forma di una piccola arena, circondata da alti arbusti e da una boscaglia fitta, l'erba del prato era abbastanza alta e perfettamente mantenuta, segno che nessun piede ultimamente l'aveva calpestata.
Mosse alcuni passi avvicinandosi allo spiazzo in pietra che si trovava al centro esatto dell'arena, un mattonato regolare lo ricopriva interamente e sopra di esso erano state posizionate alcune panchette in legno scuro. Ma ciò che aveva rapito l'occhio della tassina era l'esile alberello che spuntava dal centro della piazzetta, elegantemente racchiuso in un'aiuola. La sua chioma era completamente in fiore ed ogni rametto ospitava piccoli e morbidissimi petali viola, della stessa tonalità dei suoi occhi.

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¬ J è
view post Posted on 5/4/2011, 23:07




La fragranza di fiori invadeva la strada trasportata dal vento, e proveniva presumibilmente dalla fine della strada, luogo non ancora esplorato dalle due neo amiche. La strada indietro, come giustamente aveva detto Mya, era nota ad entrambe, faceva parte dell'appena percorso e del noto ai molti, ma oltre quelle vetrine sprangate cosa si celava? Un vasto campo di fiori colorati, che ondeggiavano pigramente sotto i colpi del vento, come un vasto oceano di erba?
"Già, scopriamolo!" fece in tempo a rispondere alla Tassina, prima che questa l'afferrasse per la mano e la trascinasse lungo la strada ciottolata. I loro passi rimbombavano in quel silenzio ancestrale, in cui sembrava non esserci nessuno. La vita fluiva alle loro spalle, dove le vetrine scintillavano sfoggiando la merce più stravagante e articolata. Dopo non molto camminare, apparve in fondo alla via un bell'arco a tutto sesto, in pietra ruvida, che sembrava fare da accesso a ciò che c'era dietro, il che non era poco.
Infatti era lo spettacolo più bello che Jessica avesse mai visto, o quasi. Era una piazzetta circolare, cosparsa di mattonelle squadrate e levigate, al cui centro spiccava un albero maestoso e nodoso, da cui pioveva una cascata di petali rosei. Attorno a quella piccola oasi di pietra, ornata con delle eleganti panchine di legno, si estendeva un boschetto ombroso e verdeggiante, composto da una miriade incredibile di varietà e specie di alberi. L'aroma che si poteva respirare era dolciastro e penetrante e sembrava provenire da ogni cosa, come se il tutto si fosse impregnato del dolce odore dei fiori. L'erba odorava di selvatico, sembrava che nessuno l'avesse mai calpestata e infatti cresceva inarrestabile e rigogliosa a contorno della piazzola centrale.
Era un paesaggio idilliaco, quasi sacrale, in cui sembrava che il tempo si fosse arrestato in una qualche epoca passata. "Meraviglioso, non trovi?" disse, a bassa voce, per paura di rovinare l'atmosfera magica che attorniava quella piccola oasi e guardò raggiante l'amica al suo fianco, che se,brava in totale balia dei sensi e delle percezioni. Jessica chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalle sensazioni ambientali, dai profumi, dai rumori e dal tocco fresco del vento.
La vita sembrava brulicare tra i fili d'erba e tra le radici degli alberi secolari o tra i fitti arbusti, e forse in lontananza scorreva un ruscello... Era il suono dell'acqua corrente?
Jessica avrebbe voluto usare la sua abilità e divenire Volpe, per potersi godere un'intima conversazione con Natura. Tutto le sarebbe giunto amplificato e lei stessa sarebbe momentaneamente divenuta parte integrante di quel meraviglioso paesaggio... Era allettante l'idea di percepire suoni e rumori con maggiore chiarezza, ma con riluttanza ricacciò indietro questa assurda voglia, limitandosi alle sensazioni trasmesse dal suo corpo umano.
 
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view post Posted on 7/4/2011, 22:19
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L'odore forte emanato dai fiori di quel bellissimo albero la pervase, entrando dalle narici e inoltrandosi in tutto il suo piccolo corpo. Un profumo che sapeva di nostalgia, di sogni inespressi, di malinconiche melodie.
La tassina aveva chiuso gli occhi contemplando quello spettacolo che la natura le offriva. Credeva nel destino e nelle fantasticherie più assurde, delle mille strade che potevano essere prese, la propria natura conduceva gli esseri umani sempre sulla scia giusta. Che portasse al male, al bene, alla sofferenza o alla gioia non era dato sapere, ma ogni scelta, per quanto incomprensibile aveva un senso.
E quella pianta era un dono, quel pomeriggio era un dono, quell'inaspettata amicizia era un dono. La tassina voleva raccogliere ogni frammento di ciò che la vita le offriva, portandolo al petto e stringendolo sul cuore.
Sollevò gli occhi violacei verso l'alto, la grande chioma purpurea si estendeva sopra la sua testa e quella di Jè, che nel frattempo le si era avvicinata.
*Già meraviglioso...* pensò, mentre gli occhi sembravano acquistare una nuova tonalità, che a sprazzi si presentava nelle iridi, come pagliuzze argentate.
- Non immaginavo potessero esistere posti così...magici - disse in un moto di entusiasmo incontenibile, poi si riscosse del tutto. Mosse alcuni passi verso sinistra, e pian piano iniziò a girare attorno all'esile albero, osservandolo da ogni prospettiva possibile. Alcuni petali si staccarono dai rami finendole rispettivamente uno sulla guancia sinistra e l'altra all'incrocio degli occhi. Li raccolse divertita e li tenne avvolti nel palmo della mano, erano tiepidi e delicati, sembravano potersi rompere da un momento all'altro. Completò il giro fino a ritrovarsi frontalmente alla corvetta, stava per dirle qualcosa ma notò la sua aria semi-assente, come presa nella contemplazione di qualcosa di lontano. Aveva una strana luce negli occhi, desiderio, pace, serenità tutto convogliava all'interno di quelle bellissime iridi grigiastre, donandole un nuovo aspetto.
Mya decise di non disturbarla, come percependo una comunione superiore con quella strana natura. Decise invece di tornare con l'attenzione verso l'albero, osservandone questa volta il tronco. Legno scuro, poco nodoso, corteccia levigata e morbida, sul fondo, delle intricate radici affondavano nel terreno dell'aiuola. Il suo occhio fu attratto da un piccolo intaglio posto tra due radici, su quello che un tempo doveva essere il tronco vergine, agli inizi della sua vita. Ora che era più vicina poteva distinguerlo chiaramente; vi erano due lettere, che il tempo aveva provveduto a modificare leggermente, eppure erano ancora lì
- A.B. - pronunciò leggendole quasi fosse stato un incantesimo - Chissà cosa significa... - disse portandosi una mano al mento, con aria interrogativa. Ma ciò che le creava un dubbio interiore era rappresentato dalle due ali d'aquila stilizzate che racchiudevano quelle iniziali, il tutto inciso nel tronco.
Una strana sensazione, un ricordo confuso o semplice presentimento?
 
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