Non poteva certo sospettare quanto sarebbe successo di lì, a pochi istanti. Nulla di strano, una normalissima giornata, di Giugno, nell'attesa della fine dell'anno, restavano solo una montagna di Esami da finire di correggere. Ironia della sorte, quando per i più giovani finiva un anno di fatiche, per il fronte opposto si preparava un'ultima rincorsa, per arrivare infine alle tanto guadagnate, o meno, ferie. Aveva proprio di tornare a girare il Mondo, un Anno incatenato alla routine tra Londra ed Hogwarts si era fatta sentire più di quanto non fosse lecito attendersi, l'aveva previsto, ma non così tanto.
Entrò dapprima una giovane Serpeverde, che aveva già avuto modo di incontrare, ed un secondo, sorprendentemente Grifondoro, che doveva aver visto quanto meno a lezione. Non che poi fosse una brutta cosa... Che vi facessero una Serpeverde, ed un Grifondoro nel suo Ufficio, era però ancora un mistero. L'introduzione affidata alla giovane, fece da premessa ad un più teso giovine, evidentemente il problema doveva coinvolgerlo maggiormente, almeno emotivamente. Poggiò la pergamena, lasciando la piuma nel calamo, tornando a scrutare pensieroso i due giovani. Preso atto delle parole del giovane, senza dar cenno di stupirsene, o scomporsi, annuì tranquillo, indicando solerte le due comode poltroncine difronte alla scrivania. C'era di che parlare, con calma...
Ennesimo tiro mancino della sorte?
Sorrise, divertito, da un fugace pensiero.
Volevano una risposta, cercavano... aiuto?
Signorina Miwako, signor Potter, prego, accomodatevi.
Posso offrirvi qualcosa? The, succo, altro?
Venendo al problema... immagino la signorina l'abbia solo accompagnata, giusto?
Se sì, credo dovrà entrare maggiormente nel dettaglio...
Una voce, insomma, nulla di poi straordinario, ma nemmeno così consueto.
Che razza di problema doveva esserci? Poteva esserci? Non era certo un esperto...
Perchè lui?
Se posso, perchè proprio io?
Non escludo di non poter far nulla a riguardo, ma insegno Storia, al meglio delle mie abilità, in fondo.
Ad esempio, esattamente dietro di lei, troneggia un enorme manuale, su Maledizioni e Rimedi Aztechi, ed Inca, una lettura affascinante, quanto terribilmente sanguinosa, avevano elaborato una cura anche loro, per il suo apparente problema... Benchè lasci per certi versi, perplessi.
Sì, beh, non era certo una gran soluzione, ma ognuno si affidava a quanto riteneva vero, e non si poteva sindacare troppo. Sorrise allegro, sibillino e misterioso, con il suo solito tono argenteo, onirico. Le parole fluivano, quasi in metrica, con un ritmo calmo, ma martellante, con strani accenti, e sfumature di significati inaspettati. Le “R” liquide quasi a scomparire, ingoiate da vicini pretenziosi, e spavaldi. Sapeva di Magia, e lontano Nord, fresco e brillante, eppure con tracce di Normanno, che donavano aspetti imprevisti, paralleli alla pronuncia in perfetto anglosassone.