La guida sensei, corpo, mente ed anima.

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Charlie Krocker
view post Posted on 7/4/2011, 17:03




La sera precedente non era stata delle migliori a livello climatico: l'improvvisa pioggia aveva guastato sostanzialmente il tempo primaverile, ma quella sera era molto calma e tranquilla, anzi la luna illuminava quasi tutto il giardino, che misto al verde del prato facevano uno strano effetto smeraldo scuro. Che lo Zio mi volesse incontrare, non era una cosa abituale ma neanche definibile strana. Significava che vi era qualche questione importante sulla quale discutere, qualcosa che mi doveva dire di persona. L'unica cosa di particolare era il luogo scelto... Cosa poteva centrare il professore Peverell in tutto ciò? Avevamo sempre evitato di trattare affari con Hogwarts e con il ministero. Tuttavia era stato chiaro in merito, perciò non appena l'orario divenne prossimo, mi portai vicino all'ufficio del professore di storia giungendo praticamene in orario. Alle nove di sera dell'orologio della sala comune grifondoro la porta dell'ufficio del professore Peverell emise due rumori di legno battuto in successione: stavo bussando aspettando che qualcuno mi permettesse di entrare
*TOC TOC*
Che fosse già all'interno a parlare con il professore? Strano perchè mi aspettavo che mi preparasse per un brifing prima di entrare dentro, quindi mi aspettavo di trovarlo all'esterno nel corridoio che racchiudeva quell'ufficio.
Vi era una sorta di mistero dietro tutta quella situazione qualcosa che non quadrava, tuttavia non erano insolite quelle situazioni, non con lo Zio. Quindi non mi stavo meravigliando più di tanto mentre attendevo la voce da dietro la massiccia porta in legno.
 
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view post Posted on 9/4/2011, 09:57
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Una bella serata, si era liberato degli impegni che l'avrebbero potuto occupare, da una settimana. Per una sera anche Hogwarts avrebbe potuto fare a meno lui, doveva del tempo ad un'altra persona, ed era ormai maturato il tempo di chiarirsi. Scrutava da ormai una buona mezz'ora il parco, assistendo silente all'avanzata della Luna, la sua lenta risalita dell'Orizzonte, sino a guadagnarne una posizione invidiabile. Il parco baluginava ancora, la foresta pure, di un'infinità di gocce di pioggia rimaste intrappolate dall'acquazzone della sera precedente, che baluginavano all'incontrarsi con i candidi raggi di Selene.
Aveva da fare, in barba alla bellezza del cielo, sereno, terso, privo dell'ombra di qualsiasi nuvola, quasi un tacito invito a scoprirne le bellezze, solo per una notte... Eppure, aveva da fare, una questione di grande importanza per pochi, e d'indifferenza per molti altri, doveva essere affrontata, non chiusa, certo, ma almeno affrontata. Una questione delicata, che aveva accantonato per anni, vinto da profonde tribolazioni, eppure era ormai maturato il tempo per discuterne. Era stato chiamato ad interpretare un nuovo ruolo, non gli era mai pesato scrivere lettere, il nuovo ruolo sarebbe stato diverso.
Che ore si eran fatte? Assorto proseguiva la contemplazione di quell'idillio, sarebbe arrivato? Il messaggio l'aveva ricevuto... Puntualmente risuonò il legno, due colpi, era arrivato.
Tempo di farsi coraggio...
Romita se ne stava l'anima in disparte, volgendo le spalle alla porta, alla scrivania, quasi alienata, ammantata di una lunga ma leggera veste blu mezzanotte, quasi una violenza, stava nella penombra tra l'esterno del castello, e la luce soffusa della stanza, il crepitare basso del caminetto, il trespolo vuoto. Una stasi, una lunga attesa...


Avanti...


 
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Charlie Krocker
view post Posted on 12/4/2011, 00:03




Inutile dire che ero felice di rivedere il mio zio, l'unico ad essersi preso cura di me durante il periodo più brutto della mia vita. Era comparso dicendo che era un collega dei miei genitori, un amico, e che aveva saputo dei miei guai. Non si intromise mai troppo nelle cose che mi riguardavano, ed anzi al contrario, fin da subito mi aveva dato molto con il processo, e con la gestione delle proprietà, senza contare gli insegnamenti sulla magia basilare e le tante nozioni di strategia di battaglia nella storia... In questo campo era il migliore: "devi conoscere il passato per comprendere il presente" effettivamente forse non era un caso che mi aveva voluto incontrare dal professor Peverell... Che si conoscessero? Magari conducevano studi comuni in merito alla materia... Ma perchè coinvolgere me?
Quando una voce, che non distinsi bene, ma che doveva essere quella del professore mi rispose da dietro di entrare non esitai ad aprire la porta e varcare la soglia. Mi si presentò una scena particolarmente misteriosa: una figura se ne stava di spalle rivolta verso una finestra in tenuta scura e le luci della stanza erano molto soffuse quasi ad agevolare l'ombra. Tuttavia nella stanza non si intravedevano altre figure, e probabilmente quella in fondo alla stanza era il professore: che per caso fosse in ritardo? Ed ora cosa dovevo dire? Come dovevo spiegare la mia presenza lì a quell'ora?


Buonasera, professore... Sono stato convocato qui per un appuntamento importante, probabilmente avrà ricevuto anche lei notizia...

Iniziai così senza fare nomi e prestando cura mentre richiudevo la porta affinché non sbattesse. Ritornai ad osservare la sagoma mentre a tratti buttavo sguardi per la stanza ad osservarne l'interno ed in particolar modo al camino acceso che dava quasi un'aria di conforto a quell'atmosfera particolare e strana.
 
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view post Posted on 12/4/2011, 20:42
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Silenzio, lentamente l'aprirsi della porta, scivolando su cardini vecchi di centinaia d'anni, argentei come le diverse cerniere, ben oliati. Ci teneva a quei dettagli non molto significanti, erano indici di una persona attenta, precisa, puntuale. Non che lo fosse, aveva innumerevoli assistenti che si occupavano di tutte quelle faccende di scarso conto, era estremamente puntuale sul lavoro, e sullo studio, meno rigoroso sul resto. Tanto più stimava un interesse, tanto più era preciso. Eppure, richiedere e pretendere precisione, anche da parte di quelle faccende da domestici, ne avrebbe irrimediabilmente ferito profondamente l'orgoglio, da antico e potente felino, il re indiscusso nella sua foresta. Aveva un malsano gusto per il Teatro, per il far sembrare anche i minimi dettagli frutto del caso, nonostante le lunghe machiavelliche macchinazioni. E l'incontro di quella sera poteva tranquillamente essere definito ennesima potenza di quel vivere all'insegna dell'Arte, di una dimensione superiore, aliena alla realtà. Era un Peverell, qualcosa sarebbe pur contato! Parlò il giovane, impassibile ascoltò, e così com'era venuto, così tornò il silenzio.
Inspiegabilmente passava gran parte del tempo in silenzio, una mistica contemplazione di qualcosa d'ineffabile, d'intangibile, eppure lì pronto per essere scoperto, afferrato, posseduto. Era lì, poteva quasi allungare il braccio, e sarebbe stato suo?
Le parole del giovane erano risuonate come un'accusa, sussurrata al vento, perchè tanti misteri per tanti anni?
Era tempo di far chiarezza.


Precisamente, sono stato informato, diciamo.
Prego, si accomodi.


Ribattè pacato, tranquillo, sibillino e misterioso, con il suo solito tono argenteo, onirico. Le parole fluivano, quasi in metrica, con un ritmo calmo, ma martellante, con strani accenti, e sfumature di significati inaspettati. Le “R” liquide quasi a scomparire, ingoiate da vicini pretenziosi, e spavaldi. Sapeva di Magia, e lontano Nord, fresco e brillante, eppure con tracce di Normanno, che donavano aspetti imprevisti, paralleli alla pronuncia in perfetto anglosassone.
Era tempo d'affrontare la realtà.


 
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Charlie Krocker
view post Posted on 15/4/2011, 14:58




Non restava che sedermi ed attendere una mossa del professore. Certo se si aspettava il motivo per il quale ero lì, bhè, avrei fatto una bella figuraccia... E mio zio solitamente non faceva mai ritardo, erano poche le volte che ci vedevamo ma quando accadeva solitamente ciò avveniva con un piano ed una tabella di marcia ben stabilita dalla quale non si distaccava. Forse poteva essere il contrario, era il professore che doveva proporre qualcosa, in quel caso, bhè.... Sarei stato salvo almeno per metà, l'unica cosa che dovevo fare era: non stupirmi! Far sembrare tutto come se le cose già le sapessi, ormai le regole del mercato le conoscevo bene, e fingere era parte di ciò.
Non appena presi posto, iniziai con aria seria ad osservare innanzi attendendo la prima mossa dal professore, e pensando a cosa potevo rispondere se mi avesse chiesto lui il motivo di quell'incontro. Ogni tanto lo scoppiettio della legna nel caminetto si faceva sentire come a voler richiamare a se l'attenzione di quella situazione, e se tutto non mi fosse sembrato così precipitato, mi sarei anche rilassato nell'osservare: era una di quelle cose che mi distendevano la mente....
 
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view post Posted on 17/4/2011, 11:26
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Avevano tergiversato per tempo sufficiente, l'aveva fatto in abbondanza negli ultimi diciassette Anni, era ormai tempo di vuotare il sacco. La questione era allo stesso tempo terribilmente complessa, e banalmente semplicissima, aveva agito su mandato specifico di chi avrebbe voluto il meglio per il proprio figlio, ma che probabilmente aveva più volte traviato. Non erano questioni discutibili su carte, affidate ad altri, dovevano essere questioni affrontate di persona, faccia a faccia, ma non era stato possibile, non per sua esclusiva colpa. I tempi erano stati ponderati, poche settimane all'incontro, ma era successo qualcosa che aveva sconvolto l'esistenza di una famiglia, l'aveva minata nelle sue stesse fondamenta di sangue. Un solo virgulto era rimasto, un giovanissimo ragazzo, in cerca di una guida, separava un grande e nobile casato dalla distruzione, dall'oblio, e tale missione era stata affidata a qualcuno di inaspettato, imprevedibile. Un Peverell, l'ultimo del suo casato, a sua volta, decadi già avanti negli anni, era stato chiamato ad occuparsi del giovane, dei suoi interessi, degli interessi del casato, messo alle strette, sull'orlo del baratro. Erano passati anni, da quella sera, eppure il ricordo era ancora vivido, fulgente, più volte ripercorso, ed era tempo di chiarire anche quella questione.
Perchè sempre lui? Perchè?
Quanti ruoli aveva vestito? Quante persone aveva usato, per i fini più diversi? Quante ancora avrebbero avuto quella sorte? Era inevitabile che così succedesse, era destino. Quanti fili aveva intrecciato? Quante sorti, quanti destini mutati? Troncati? A quante commedie aveva preso parte? Un'unica tragedia, non ancora conclusa, ed aveva sempre vestito i panni del personaggio tragico, il comico non gli calzava così bene, qualche battuta, nulla di più...
Si voltò, avvicinandosi alla scrivania, il giovane si era seduto, ma evitò di imitarlo, tergiversò, sospirò, prima di sedersi a sua volta. Abbassò le mani, osservando il giovane attraverso le lenti cariche del rossore dei braceri del caminetto.


Signor Krocker, è giunto il momento di dirle quello che avrei dovuto dirle diversi anni fa...
Chiedo solo un po' di pazienza, e tutto sarà chiaro, quando avrò terminato.
Vede, lei deve capire che ci separano diverse decine di anni, le devo una spiegazione...


Il Mistero s'infittiva, era o non era la prima volta che s'incontravano?
Mancava ancora un tassello essenziale, che una certa reticenza ancora occultava.


Diciassette Anni fa, come immagino saprà, il potere dell'Oscurità era molto più terribile e potente di quanto non lo sia oggi. Voldemort stava ancora cavalcando la prima ondata di entusiasmo, decine di Maghi, e non solo, si univano giorno dopo giorno al suo esercito, la guerra era inevitabile, come potevano convivere in un solo Paese due entità simil statali? L'ascesa al potere di Voldemort sembrava inevitabile a molti, la via elettorale sembrava la più scontata, le masse l'avrebbero sostenuto, era ancora tutto confuso, di chiaro solo l'entusiasmo.
E poi qualcosa cambiò, le prime morti, i primi attacchi, le manie alle stirpi Purosangue, pressioni sul Ministero perchè lasciasse correre. Erano giorni terribili, il nostro Paese era preda ad un'endemica confusione, capisce?
Io allora ero in Oriente, ad assolvere ai miei compiti, a fare gli interessi della Corona, del Ministero, ad evitare che la situazione si aggravasse anche lontano dalle nostre frontiere. Già l'Europa era percorsa da nuovi entusiasmi, andava evitato ad ogni costo che il tutto si diffondesse troppo, fuori dall'Europa. L'Impero ancora reggeva, nonostante le gabole di Londra, tutto reggeva ancora.


Che centrasse tutto quello? Quell'uomo si era dato a rimembranze di tempi estinti, senza senso apparente.
Perchè?
Non si conoscevano nemmeno, o forse sì?




Edited by Ignotus Albus E. Peverell - 18/4/2011, 11:19
 
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Charlie Krocker
view post Posted on 4/5/2011, 01:26




Crucciai lo sguardo mentre ascoltavo con interesse ma senza capire il senso di tutto ciò: ero stato convocato per una "lezione extra" notturna? E' vero che quell'anno avevo lasciato un po' le lezioni, ma fino a quando le avevo seguite, avevo ottenuto discreti risultati, non pensavo avessi bisogno di lezioni personali del professor Peverell...
Tuttavia poi il suo discorso si spostò su qualcosa di personale, non mi stava più parlando di argomenti pubblici, ma passò a narrarmi delle sue private attività in quel periodo. Mi chiese se capivo, bhè, certo che capivo... Avevo visto persone vicine a me morire o unirsi a voldemort, ed io ero scampato solo per pura inesperienza delle persone mandate ad uccidermi e probabilmente per mia fortuna. Diciamo che la confusione aveva travolto abbastanza anche me e chi mi circondava.
Tra l'altro i tempi attuali comunque non erano dei migliori. Ma cosa c'entrava tutto questo in un discorso nel quale ci conoscevamo appena e una persona mancava all'appello insistendo in uno stranissimo ritardo.
Fissai quell'uomo come a trasmettergli le mie perplessità, non mi dispiacevano le storie del passato, anzi era ammirevole conoscere altri aspetti di quella pericolosa e lunga lotta al male, solo che non capivo la riservatezza di tale incontro. Ogni tanto il mio sguardo scappava intorno ma mai senza distaccarsi troppo dalla persona che mi stava parlando: per quanto mi sforzassi di comprendere il senso, proprio non riuscivo.
 
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view post Posted on 4/5/2011, 12:48
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Che iniziasse ad intuire? L?avevano presa alla lontana, certo, eppure era necessario, troppa fretta poteva anche fare più danni, che non aver taciuto tutto per sempre. La verità era qualcosa di tanto nobile, quanto pericoloso, in circostanza normali andava celata, custodita, ma non dimenticata, era solo in circostanze eccezionali che tornava alla carica, spingendo per uscire, per palesarsi a quella frazione di Mondo in grado di accoglierla, e comprenderla. Un gioco pericoloso, di specchi, ed arguzia, portato avanti da giocatori astuti, depositari di quel sapere perduto, che era anche l'essenza stessa della Realtà. In quanti comprendevano realmente la realtà? In quanti ne erano in grado, avendone i giusti strumenti? Vivevano un mondo di finzione, di inganno, che non era nè giusto, nè sbagliato, ma era solamente quanto il Mondo si aspettava che fosse. Non tutti dovevano conoscere, non tutti potevano farlo, e non l'avrebbero mai potuto sapere. Così i Maghi agivano nei confronti dei Babbani, così Maghi più potenti, agivano nei confronti dei meno potenti, un gioco di società, di casta, un gioco classista, certo, piramidale, che però contribuiva a mantenere l'equilibrio. Quante menzogne per un po' di equilibrio!
Ed era in situazioni uniche, eccezionali, che una parte di quel grande Segreto veniva svelata lentamente, i cacciatori di segreti erano destinati a scoprire segreti che erano per natura insignificanti, e quell'insaziabile ricerca poggiava le basi sulla speranza che di continuo, un qualcuno, ne generasse. Avrebbero mai trovato una fine?
Segreti e menzogne reggevano il Mondo, e questi su esse si poggiava.
Sorrise al giovane inconsapevole, il gioco era iniziato.


Immagino si starà domandando cosa possa riguardarla tutto questo, a me piace raccontare, ma penso possa non capire le implicazioni di tutto ciò, no? Più che naturale da parte sua, ma le assicuro abbia tutto a che vedere! La Storia influenza le nostre esistenze alle proprie esigenze, in una maniera che è inconcepibilmente superiore, divina.
Come immagino sappia non tutti conoscono tutti, no? O meglio, i Babbani ignorano ciò che i Maghi celano loro, la maggior parte dei Maghi non è a conoscenza di ciò che conoscono una piccola minoranza, gli antichi lo definivano "fardello del Comando", e penso renda bene l'idea.
Ad ogni modo, tornando a noi, penso saprà che tra alti e bassa l'influenza dell'Oscurità sugli affari del Mondo Magico dopo notevoli picchi di quegli anni, sia tornata a calare, lentamente, ma è di molto calata. Le Istituzioni hanno fatto la propria parte, l'Oscurità stessa è stata minata al suo interno, e così è andata. Eppure, ciò nonostante lei è stato accusato di un qualcosa che mai è stato, sbaglio? Ha avuto i suoi problemi, pur giovane che fosse. Accuse infamanti, che come son giunte, così son decadute, ma nulla avviene per caso.
Lei ha conosciuto mio Padre, diciamo.


Si concesse un sorriso, una certa somiglianza molto alla lontana era innegabile, aveva preso più da sua madre, ma alcuni caratteri li aveva ereditati anche dal padre. Una bomba? Come aveva fatto a conoscere il padre? Quanti anni poteva avere? E cosa centrava?
Che non fosse un sogno? Poteva essere dopo tutto...



Il padre, sarebbe lo Zio di cui abbiamo parlato... U.u
Stai al gioco, che ho un'idea!

 
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Charlie Krocker
view post Posted on 5/5/2011, 01:12




Ora forse capivo, il professore in qualche modo era venuto a conoscenza della mia storia passata, non vi era nulla di cui meravigliarsi visto che ne avevano parlato diversi giornali, e la scuola comunque sapeva almeno la preside lo sapeva per certo. Ma cosa voleva sapere di preciso? Aveva intenzione di parlare di quel passato? di riaprire un capitolo non tanto splendente della mia vita, probabilmente il più grande fallimento. Poi buttò lì una frase provocante quanto strana. Lo osservai possibile che suo padre fosse ancora in vita? bhè, si tutto poteva essere... Tuttavia con molta probabilità si sbagliava, non lo conoscevo, non sapevo assolutamente chi fosse suo padre...

Signore... Credo vi sia un errore, io non so chi è vostro padre, signore....

Stavo ragionando su ciò che stava dicendo, il passato, Voldemort, il mio processo, suo padre..... Cosa c'entrava tutto questo? Non riuscivo a capire... Che suo padre avesse assistito al processo? Se così fosse stato, non me ne ero accorto, d'altronde vi era abbastanza gente in quell'aula quel giorno, molta gente che non conoscevo compresi giornalisti e curiosi.
Un'altro mistero però mi assaliva la testa: Dove diamine era andato a finire? Il suo ritardo era smisurato, decisamente preoccupante! Non era assolutamente solito, anche perchè teneva molto al bon ton.

 
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view post Posted on 6/5/2011, 13:45
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Effettivamente, la domanda non era poi così scontata, chi era stato suo Padre? Certo, aveva un nome, aveva un aspetto, ma di fatto chi era? Si sarebbe potuto speculare, in lungo ed in largo, ma senza aver come assunto una qualche base, tutto era destinato a decadere. Ed era quello anche il problema essenziale, era morto, ed il Mistero non l'aveva ancora penetrato. Chi fosse realmente suo padre, era sempre stata una gran bella domanda, ma priva di risposta effettiva, reale. Non lo sapeva. Non era certo bello da dire, non l'avrebbe ammesso così candidamente, non conoscere il proprio Pater, non era poi una bella cosa. Eppure, la Storia aveva voluto così, e poco si era potuto fare al riguardo.
Lui, e sua moglie, erano stati una coppia strana, eredi e progenie di illustri casati, antichi come l'Europa. Il resto era venuto da sè, eppure il giovane non capiva, forse a ragione, lui sapeva già tutto, l'altro nulla. E non aveva nemmeno sentore di dover dubitare di qualcosa, tutto era sempre filato più che liscio.


Domanda curiosa, chi fosse mio padre. Un gran bel mistero, ma forse la domanda più corretta potrebbe essere come si chiamava, no? Come me, e come tutti i miei antenati, una sfilza infinita di nomi, tra i tanti, uno, che dovrebbe esserle più noto, più familiare...
Vede, mio padre, e mia padre erano una coppia strana, due opposti che si attraevano irresistibilmente, volgarmente oggi lo si definirebbe Mangiamorte, e volgarmente si direbbe lei appartenesse all'Ordine, ma la verità non è mai così semplice, come uno schema vorrebbe che fosse.
Ad ogni modo, tra gli altri, mio padre si chiamava Vergil...
Le dice niente?


Doveva dirgli qualcosa, insomma, dopo così tanti anni...
Quanto tempo era che si conoscevano, in un certo qual senso?
Il tempo passava, inesorabile, pochi si salvavano.
Pochi eletti...


 
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Charlie Krocker
view post Posted on 16/5/2011, 11:09




Il gelo calò prepotente su di me. Fu una sensazione strana quasi di paura, sensazione che rarissimamente avevo provato fino ad allora: non avevo mai avuto paura di morire, tuttavia l'idea di aver passato gli ultimi anni della mia vita a contatto con un mangiamorte, bhè non accendeva certo in me la luce. Per una frazione di secondo ebbi una specie di spasmo al braccio destro, perchè avevo pensato si di estrarre la bacchetta contro il professore, ma poi il raziocinio mi aveva quasi subito frenato. Non vi era motivo, ed anche se ve ne fosse stato, non avrei certo fatto in tempo, non con una persona che aveva tanta più esperienza di me. Ma le domande che mi balenavano per la mente erano: *cosa volesse lui ORA? Come mai suo padre che mi aveva inviato la lettera di incontro con suo figlio non si era presentato? E come mai pareva che fossero fratelli?* Non sapevo bene cosa dire, perciò mi buttai su quello che sapevo fare meglio: l'ironia.

Sapete conservare bene l'età in famiglia....

Il risultato non fu dei migliori, il tono che doveva essere ironico risultò freddo e poco sarcastico, però la frase in se non dava spazio a dubbi. Altra cosa, avevo completamente omesso la parola di rispetto che usavo con il professore. Perchè convocarmi a quell'ora della notte nel suo ufficio, con una trappola e rivelandomi certe cose, non mi dava tanta fiducia per cui il rispetto nei suoi confronti lo avevo messo da parte, non volontariamente ma praticamente d'istinto. Il padre era mangiamorte, poi aveva parlato del processo, e poi aveva nominato un nome comune tra suo padre ed il mio tutore: Perchè tutto ciò perchè ora? Il pensiero che mi volesse fare fuori non era affatto scomparso dalla mia mente.


 
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view post Posted on 16/5/2011, 23:07
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Beh, quanto meno il piano stava procedendo spedito, e senza grossi problemi. Doveva catturare celermente l'attenzione del giovane, ed era certo praticamente se la fosse guadagnata. L'argomento non era dei più semplici, e non ci si poteva permettere troppe distrazioni. Non si poteva rischiare. Insomma, certe situazioni era meglio affrontarle a colpo sicuro, ed unico, nessun segmentino, nessuna Soap in dodici trilioni di episodi, era meglio essere chiari, una, ed una sola volta.
Non c'era mai stato nulla che potesse smentire quell'ipotesi di lavoro, e non avrebbe iniziato quel giorno. Certe cose andavano svolte alla vecchia maniera, fossero state necessarie anche catene e vincoli, o la forza. Eppure il giovane sembrava avesse voglia di ascoltare.
Si concesse una risposta ambigua, che volesse essere ironica, ma poco riuscita? In fondo era abbastanza comprensibile, poteva intuire quali pensieri girovagassero per la mente del giovane? Che fosse stata una scelta saggia? Il giovane non aveva certo dei buoni rapporti con il lato più Oscuro della Magia, eppure... Gli era sempre piaciuto il ricordo che aveva conservato del Padre, e di anno in anno si assomigliavano sempre più. Il naso della Madre, quello sì.
Annuì, divertito.


Per certi versi ha ragione, modestamente a parte mi fanno sempre i complimenti per gli Anni, la ringrazio.
Eppure, mi consenta di imbastire un'Apologia, in ricordo a chi non calca più il Mondo dei Mortali. Vede, prima che Voldemort divenisse ciò che attualmente è, e ciò che era qualche anno fa, altri Oscuri svolgevano la sua funzione. Serve al Mondo, alla Magia, ne mantiene il giusto equilibrio, è qualcosa di inevitabile. E benchè lei possa aver giustamente qualche dissapore con i Mangiamorte, non sempre la Storia è stata così. Oscurità non è sempre stata sinonimo di Male. Mio padre, a suo tempo, venne persuaso dalle idee di Grindenwald, ma è un'altra Storia.
Vede, non sono solito darmi a queste dichiarazioni, eppure penso possa aiutare. Qualche anno fa, come potrà aver letto sul Profeta, sono tornato improvvisamente in via abbastanza definitiva qui in Inghilterra, lasciando il corpo diplomatico, e gli impegni che avevo preso decenni fa nei confronti del Governo. Sei anni, son passati già sei anni, gli stessi sei anni trascorsi dalla morte di mio Padre, ormai avanti con gli anni, certo, ma qualcosa di inaspettato.
Avevo bisogno di cambiare aria, tornare finalmente a casa...
Non è mai semplice affrontare certe fasi della vita.


Quando la Verità sembrava essere ormai a portata di mano, ecco che nuovamente sfuggiva, come un'anguilla, scivolava alla migliore e più salda delle prese. Com'era possibile? Un nuovo giallo andava aprendosi, che il giovane iniziasse a capire, filtrare quel velo d'illusione che aveva preservato al meglio la Storia sino ad allora?
Non c'era mai nulla di facile, quello sì.
Non c'è mai nulla di facile.


 
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Charlie Krocker
view post Posted on 19/5/2011, 19:27




Ancora mistero. Dunque suo padre era appartenuto ad epoche più antiche, era si stato servitore della magia nera, ma a quanto mi era stato detto, erano fatti antecedenti al Signore Oscuro, e comunque quella situazione era abbastanza particolare pure... A sapere questo si spiegavano molte cose sul carattere del professore.
Vi erano però ancora quesiti importanti irrisolti. Se suo padre era morto, perchè aveva citato quella coincidenza di nomi? E perchè osservandolo bene notavo una certa somiglianza tra lui ed il mio tutore?


Già, magia bianca e magia nera, professore, tuttavia quante volte nell'oscurità non si è riusciti a padroneggiarla e si è finito per perdersi? Ed ancora, quante volte la luce era così intensa da accecare gli occhi stessi di chi la portava?

Se il professore era così ben informato sui fatti che mi erano capitati, sapeva anche che due servitori della "luce" avevano deciso che ero io il colpevole, così come quel mangiamorte che probabilmente non aveva più visto luce dopo quella notte. Ed il suo complice che aveva fallito probabilmente era morto pure lui.
Però ancora mi interrogavo su cosa centrasse il mio tutore con tutto ciò ed ero convinto ormai che fosse un parente. Altra cosa di cui andavo abbastanza certo è che non si sarebbe presentato.


Dunque il Signor Vergil, il mio tutore è un Vostro parente, professore?

Sbottai lì, ormai credevo di essere sulla strada giusta, poteva trattarsi di uno zio se non di un fratello... Ma ancora non capivo perchè il dover sottolineare quella parentela... Se il mio tutore non aveva voluto riferirmi queste cose, non capivo perchè lui si sentiva di farlo. Tutta la situazione era alquanto strana però effettivamente non potevo negare la somiglianza che lui ed il mio tutore fossero parenti ne ero quasi certo.




 
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view post Posted on 21/5/2011, 21:58
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Ormai era fatta. Aveva ottenuto la sua attenzione.
Si era sbilanciato, terribilmente, certo, ma ormai aveva deciso. Tutto era stato deciso.
Non poteva più tirarsi indietro, il piano non lo prevedeva, e sarebbe stato solo un problema. Certo, c'era ancora margine per uscirne pulito, ma era stato lui a gettare l'esca, aveva scoperchiato il formicaio, e ne sarebbe uscito vittorioso, a testa alta. Aveva deciso. Era finita l'epoca dei giochetti, fine delle trattative.
Sorrise al giovane, prima della rivelazione.


Ha ragione, nessuno è perfetto.
Son io il suo Tutore.


Un urlo nel silenzio, l'angoscia, l'euforia dell'attimo.
La resa.
Era lui, ma ancora qualcosa restava da chiarire.
Per tanti anni aveva badato anche ai dettagli, toccate e fughe in patria, era sempre stato un uomo impegnato.
Forse anche troppo, eppure di tempo per i problemi del giovane ne aveva quasi sempre trovato.
Ormai era cresciuto.


Hai conosciuto l'aspetto di mio Padre, l'ho sempre pensato come il più adeguato.
Vergil, in fondo era un nome penso adatto, no?
Eppure oggi finisce il grande inganno, son io.


Una nuova stagione, non per forza di buon raccolto.
Ma era ormai tempo di voltare pagina.
Non era più un bambino.
Avrebbe capito?


 
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Charlie Krocker
view post Posted on 27/5/2011, 02:07




Rimasi ad osservare il professore o meglio il mio tutore con l'aspetto del professore, come se un raggio del pietrificus mi avesse investito in pieno. Non sapevo cosa dire, cosa ribattere: una marea di idee e pensieri si affollavano nella mia testa, collegamenti e chiarimenti, molti nodi venivano finalmente sbrogliati altri più deboli e minuscoli se ne creavano, ma la sostanza era quella innegabile: ero stato ingannato e fino ad allora non me ne ero accorto. Era pur sempre lui però... In fin dei conti non si era sostituito a nessuno. Era così strana come situazione..... Non vi era neanche bisogno di chiedere dimostrazioni: mi aveva dato prova che lui fosse veramente chi diceva di essere dalla sua frase successiva. Faceva ciò che mi aveva insegnato meglio: sdrammatizzare ed ironizzare anche nelle situazioni più critiche ed assurde. Serviva a riflettere meglio, o almeno con lui funzionava e per come aveva impostato me funzionava uguale.
Già, chiedere se Vergil fosse il "nome adatto" esattamente come se fosse la cosa più grave di cui preoccuparsi. Cosa si aspettava ora da me? Non sapevo proprio cosa dire, come reagire....... Sarebbero cambiate molte cose, però vi era il pensiero che dovevo essere arrabbiato in quel momento: anche se lo stupore rendeva i miei toni ancora troppo rilassati per sembrare arrabbiati.


Si, credo che Vergil non sia stata male come idea per il nome.... Anche perchè forse avreste avuto più difficoltà se usavate la sua faccia con un'altro nome.....

Anche se solitamente con il mio tutore usavo il Tu, ma alcune volte per rispetto e specie in occasioni importanti davo il voi, quella volta fu diverso. Il voi lo diedi ancora perchè non si era ben radicata in me l'idea. Ed ecco a sfoggiare una delle frasi più stupide di risposta che potevo utilizzare. Ma intanto non avrei potuto ancora arrabbiarmi, non con un tono che paresse più sconcertato che altro.... Ma la carica iniziava a girare nella molla.....
 
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