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| Jacqueline notò il cambiamento di colore dei capeli di Sivra, ma non se ne stupì. Era avvezza a simili accadimenti, i suoi stessi occhi mutavano il loro colore all'intensificarsi di determinate sensazioni. Osservò la ragazza con attenzione, la scrutò nelle profondità recondite degi grandi occhi da bambina, così innocenti. Anche lei era ancora una bambina quando si era convertita alle Arti Oscure, ma non si pentiva di averlo fatto. Amava la sensazione di potere che le dava la malvagità, adorava veder soffrire gli altri. Ora la vita di Sivra era nelle sue mani, era una sua creatura. Lei le aveva messo in testa il tarlo della vendetta, lei l'aveva traviata e plasmata. Che magnifica sensazione! Bene disse lentamente osservandola con occhi scintilanti. Ma sappi che sarà difficile e spesso rischierai la vita la avvisò seria. Ma sarà gratificante e ti farà sentire meravigliosamente scalare il monte del Potere Parlava come se fosse in estasi, immaginando fiumi di sangue e brani di carne maciullata, grida di sofferenza e disperazione, sguardi vuoti e spenti di rassegnazione... Conosco una persona che ti può introdurre al nostro mondo disse cospiratoria fissandala dritto negli occhi. Ma sarò sempre io la tua referente: dovrai chiedere a me e rivolgerti a me per qualsiasi cosa. La mia signora non deve essere troppo coinvolta, o rischierebbe il posto Voleva avere Sivra in pugno e poi era anche giusto non tirare sempre in ballo Rowena. La donna era in bilico sull'orlo del baratro, le pastava un passo falso per cadere. E non parlarne con nessuno, solo io te e il Capo dovremo essere a conoscenza di questi fatti aggiunse severa e irremovibile. Accetti le mie condizioni? chiese. Se Sivra avesse accettato, l'avrebbe condotta all'ufficio della docente di Astronomia il prima possibile.
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