Edmund A. Knight · I anno · 11 anni ·
Outfit Le 17 non erano ancora scoccate ma la gestualità di Edmund tradiva un'impazienza quasi fosse stato enormemente in ritardo sull'orario convenuto.
Scendeva le scale e percorreva i corridoi con passo rapido voltandosi continuamente indietro per verificare la sua "accompagnatrice" fosse ancora nei paraggi: aveva faticato a trovare una guida per quel pomeriggio ed era meglio non lasciarsi sfuggire la sua presenza altrimenti per lui, studente del primo anno, come pure per Helena, l'accesso ad Hogsmeade sarebbe stato proibito.
La ragione di quei passi veloci era duplice: da un lato voleva essere un messaggio subliminale per indurre la Corvonero che lo accompagnava ad affrettare il passo. Non si sarebbe mai permesso di dirglielo esplicitamente, frenato da quel timore reverenziale per la carica unito alla timidezza tipica dell'undicenne, ma i piani che li separavano dal portone di ingresso erano diversi e lui non aveva nessuna intenzione di arrivare in ritardo al punto di ritrovo nella precisa ora stabilita con l'amica Tassorosso, sarebbe stato oltremodo scortese presentarsi in ritardo, specie con Helena. Il sole fa presto a scendere sotto la linea dell'orizzonte quando il mese di ottobre volge al termine, per cui era meglio approfittare delle poche ore di luce rimaste loro prima che il buio mutasse la veduta di Hogsmeade.
C'era però un secondo motivo, più recondito. Edmund era davvero sinceramente emozionato per quella gita programmata ad Hogsmeade, fuori Hogwarts, e l'emozione alimentava l'impazienza come l'ossigeno alimenta le braci; in quanto garzone in prova presso il negozio di Accessori per il Quidditch a Diagon Alley, non era infrequente per lui lasciare Hogwarts da solo, ma Hogsmeade sarebbe stata una cosa diversa; innanzitutto si trattava di Hogsmeade, il villaggio magico famosissimo in tutta la Gran Bretagna per essere uno dei pochissimi abitati da soli maghi, inoltre l'accesso era proibito agli studenti del primo anno, ragion per cui la gita di quel giorno possedeva quel fascino caratteristico di quei viaggi verso luoghi, non essendone liberamente consentito a chiunque l'accesso, su cui aleggia un alone di meta proibita specie se gli adulti non avessero fatto parte, come quel giorno, del pacchetto.
Emozionato e impaziente continuava a camminare, lanciando di tanto in tanto qualche furtiva occhiata all'orologio che teneva al polso. Da quando Helena aveva accettato non aveva fatto altro che pensare e ripensare ai dettagli di quella gita, aveva cercato un accompagnatore e si era preparato il bagaglio, quello zainetto verde che aveva sulle spalle anche in quel momento.
Sebbene non avessero dovuto andare chissà dove, Edmund si era preparato lo zaino con tutto quello che lui riteneva essere l'occorrente per la gita: una coppia di libri qualora avesse avuto del tempo libero, la Gazzetta del Profeta del giorno, pergamena e inchiostro per non si sapeva bene che ragione, una bottiglietta con del succo di zucca, dei tortini sgraffignati in sala grande, un quadernino con dei suoi appunti segreti e una serie di altri ammennicoli di cui era difficile stabilirne l'utilità. La madre ogni volta gli ripeteva che era inutile, che non avrebbe dovuto stare via mesi interi e che sarebbe stato inutile trasportare l'80% di ciò che aveva in dormitorio, ma per Edmund l'unica cosa inutile era quel consiglio. Si era preparato quindi quello zainetto come era solito fare e ora continuava a camminare chiedendosi se Helena fosse già arrivata a destinazione e se lo stesse già aspettando.
Quando aveva visto alcuni Serpeverde fuori dalla biblioteca divertirsi a mangiare dei dolcetti che mutavano la loro zucca vuota in una zucca vera si era chiesto che razza di fatture si stessero scambiando, ma quando aveva visto che un secondo dolcetto faceva addirittura sparire delle parti del corpo, la curiosità aveva iniziato a tormentarlo fino a quando non si era deciso a ripromettersi di andare a prenderne qualcuno per assaggiare quanto fossero buoni ed efficaci, ottima occasione per acquistare anche delle Cioccorane: da troppo tempo rimandava l'inizio di quella raccolta di figurine!
Sfortunatamente avrebbe dovuto essere accompagnato e non conosceva nessun prefetto abbastanza bene... Conosceva Draven, vero, ma avendo con lui dovuto siglare un contratto magico solo per una partita di scacchi, chissà cosa avrebbe dovuto fare per un viaggio a Hogsmeade... No, Draven era decisamente fuori discussione... Rimanevano tutte le altre prefette... ma di cosa avrebbero parlato durante il viaggio? Erano tutte femmine e più grandi di lui e tutto ciò lo metteva tremendamente a disagio. Le femmine fanno discorsi da femmine, e i grandi fanno discorsi da grandi: le femmine grandi fanno discorsi da femmine grandi, non poteva esserci situazione peggiore per la sua situazione.
A ben pensarci una soluzione c'era! Idea che, se accolta dalla diretta interessata, avrebbe contribuito a rendere quella gita ancora più entusiasmante. Helena difficilmente avrebbe rifiutato di andare per negozi a Hogsmeade e forse, se la prefetta avesse fatto discorsi strani durante il viaggio, la Tassorosso avrebbe saputo darle retta. E così lui avrebbe beatamente godersi il paesaggio in attesa che, almeno una volta giunti a destinazione, concedesse loro un po' di sana libertà. Dopotutto sarebbe stata anche un'occasione per passare un po' di tempo con Helena, la cui compagnia gli era sempre insolitamente gradita.
Percorsi gli ultimi gradini, mentre si dirigevano al portone d'ingresso, guardò l'ora un'ultima volta: 16.58. Sorrise compiaciuto mentre alzava la mano destra per salutare l'amica.
«Ciao! Ci siamo anche noi! Possiamo andare credo!»Verso Hogsmeade...