Seguire le tracce, Una guida da ascoltare

« Older   Newer »
  Share  
Padfoot (:
view post Posted on 1/9/2011, 16:12




Nello stesso corridoio dell'aula di Trasfigurazione e di quella di Storia della Magia, per l'insegnante di quest'ultima era stato trovato uno spazio per il suo ufficio. Il professor Ignotus Albus Edward Peverell. Il secondo, no, terzo nome era stato un mistero per Xenia, che ragionandoci era arrivata alla conclusione che, per lei, era Edward. In ogni caso, preferiva di gran lunga chiamarlo professor Peverell, considerando che non avev alternative, nel rivolgersi a lui direttamente. Era libera di chiamarlo "brutto zuccone" solo ed esclusivamente in compagnia di sé stessa, ma era quasi del tutto certa che non l'avrebbe mai fatto. Quasi, del tutto.
La porta era vicina, ma non bussò quando l'ebbe raggiunta, invece tirò un lungo sospiro.
Era solo un innocente approfondimento scolastico, desiderio di conoscenza personale, vero, Xenia Black?
Certo, sì. Del tutto vero. Già.
Tirò un altro sospiro; il omento non arrivava ancora.
Si decise, alzando la destra stretta in un pugno, a battere educatamente tre volte. Attese la voce del professore che la invitava ad entrare, mentre un leggero sentore di nervosismo le pervadeva la nuca.
 
Top
view post Posted on 1/9/2011, 17:57
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,786
Location:
Arda

Status:



Era stata una lezione tranquilla, i giovani del I Anno erano ancora alle prime armi, ma del resto non poteva pretendere poi molto. Erano per l'appunto solo alle prime armi. Di domande non ce n'erano state, e dopo una meticolosa compilazione delle scartoffie, e del registro se n'era tornato nel suo ufficio. Poche cose da rivedere, una pagina da trovare, ed ecco che era già tempo di riprendere. Una perenne corsa contro il tempo.
La bella fenice assisteva divertita, facendo risuonare il suo canto in risposta. Trilli di poche note. Iniziò a girare intorno alla scrivania, combattuto tra le molte cose che doveva fare, prendere il libro, lasciare il Mantello, una carezza alla bella compagna, una piuma... troppe cose! Al terzo giro, slacciò il lungo mantello, tenendo solo la lunga veste color prugna, e si sedette. Sprofondando lentamente nella seta della comoda poltrona, solo un attimo, solo un attimo, solo un attimo...
E qualcosa di inaspettato. Qualcuno bussava alla sua porta.


Avanti.

Ecco, un ulteriore problema? Un qualche dramma.
Possibile che non vi fosse mai un momento di pace?
Doveva darsi un contegno! Per Diana, nemmeno avesse tre Anni.
Tornò ritto come un fuso, attendendo che l'ospite si palesasse.
Quale dramma?

 
Top
Padfoot (:
view post Posted on 1/9/2011, 19:34




"Avanti"
la voce del professor Peverell raggiunse Xenia oltre la porta massiccia che li separava.
Si fece coraggio, ed entrò.
La stanza era piacevole e luminosa, su colori caldi e morbidi, grazie alla luce che filtrava attraverso le finestre, strette e a sesto acuto. Sesto acuto e a tutto sesto, ricordò Xenia. Due poltroncine color porpora erano posizionate davanti alla scrivania, massiccia ed imponente, al centro della stanza a voler catturare l'attenzione di colui che guardava.
Eppure lo sguardo di Xenia si mosse immediatamente ad un leggio in legno, dalla base massiccia, su cui era aperto un tomo dall'aria antica, e da un trespolo d'oro dietro la scrivania... cosa c'era appollaiato su di esso?
Non un pappagallo, ma un meraviglioso esemplare di fenice che pareva scrutarla.
Notò anche una porta ben chiusa e sigillata, chiedendosi cosa ci nascondesse dentro l'anziano mago.
Xenia fece alcuni passi avanti, verso la scrivania e verso il professore, in tunica color prugna.
*Che originalità!*, non poté evitare di pensare.
Rimase impalata davanti alla scrivania, chiedendosi come esordire. Ma le parole vennero fuori naturali e spontanee, col tono gradevole di chi sa di cosa sta parlando e si mostra sinceramente interessato.

Buonasera, professor Peverell
iniziò, stupendosi della calma che trasmetteva il suo tono di voce.
Sono stata molto interessata dalla storia di Hogwarts, nella sua prima lezione, dunque avevo pensato di farle delle domande a puro scopo di arricchimento personale
concluse ancor più tranquillamente. Era la verità, in fondo. C'erano cose che voleva scoprire e segreti che voleva rivelare. E chi meglio del saggio, anziano professore di Storia della Magia?

 
Top
view post Posted on 1/9/2011, 20:05
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,786
Location:
Arda

Status:


Il tempo del chiudersi della porta, ed ecco scorgere una minuscola studentessa, sicuramente del I Anno, vagamente disorientata, in cerca di qualcosa. Sarebbe stata una faccenda terribilmente lunga, e magari anche complessa? Non lo credeva. Sorrise allegro, osservandola, continuando mentalmente a sfogliare rapido un libro, cercando con lo sguardo un secondo. Troppe cose da fare, troppo poco tempo per farle. Era una maledizione comune, molti ne erano afflitti, pochi potevano farvi fronte.
Aveva dei compiti, delle responsabilità, ne pagava ogni giorno le conseguenze.
La giovane, era sicuramente reduce dalla sua lezione, o magari dai compiti, l'aveva spesso scorta tra la folla di reclute, era una delle sue in fondo, Tassorosso, la divisa non osava smentirlo nemmeno. Una giovane Tassorosso, in cerca almeno per una volta non di sostegno e conforto, ma di conoscenza. Una piacevole variante, che non la solita tiritera?
Tutto poteva ancora essere.
In fondo la conosceva, almeno di vista.


Prego signorina Black, si accomodi. Magari posso fare qualcosa...
Le poltrone non mordono, e son tutto, o quasi, per lei.
Ad ogni modo, posso offrirle qualcosa?
Il The assicuro non essere avvelenato, benchè lo si senta dire...


Sorrise, benevolo alla giovane. Le notizie diffuse eran quasi sempre menzognere.
Ma poteva farvi poco. Lui adorava bere The, era un tratto distintivo.
Un po' come la "R" estremamente liquida, l'inflessione scozzese, e normanna, le strane sfumature che conferiva alle parole, e la lunga cantilena cadenzata che le parole andavano formando dialogando. Era un vecchio Docente, di quelli che ormai restavano solo nei libri.
Eppure, era ancora lì.



Finchè son prescritti ce la caviamo agilmente, poi dovrai aspettare, son terribilmente lento di mio... :P
 
Top
Padfoot (:
view post Posted on 1/9/2011, 20:29




Non lo so, non ne sono sicura, ma non preoccuparti, sono paziente :P

Il professore le aveva fatto cenno di accomodarsi, assicurandole che le poltrone non l'avrebbero aggredita.
Xenia sorrise; non aveva dubbi, ma chi poteva dirlo?
"Il The assicuro non essere avvelenato, benchè lo si senta dire..."
Oh bene, anche un aspirante avvelenatore!
Ricordò ciò che aveva studiato sui veleni. La maggior parte erano a presa lenta, ma dubitava di avere la forza e la velocità di procurarsi tutti gli ingredienti necessari ad un antidoto e precipitarsi nell'aula di pozioni per prepararne uno. E anche se ci fosse riuscita, ci sarebbero volute ore perché la pozione fosse pronta, e lei sarebbe già morta.
*Ficcagli in bocca un bezoar*. Già, ma dove trovarlo? Probabilmente in infermeria ce n'erano alcuni, ma il professore non sarebbe mai stato tanto idiota da lasciar andare in infermeria una studentessa che aveva personalmente avvelenato.
*Forse nasconde i corpi*, pensò follemente mentre prendeva posto sulla comoda poltrona purpurea.

La ringrazio, professore
disse con voce melodiosa, mentre la sua fantasia galoppava a ruota libera. Era del primo anno ed era nuova, nonostante i suoi ottimi voti di certo nessun professore poteva ricordarsi di lei, nessuno si sarebbe preso la briga di cercarla. Nessuno, probabilmente, si sarebbe accorta che era scomparsa.
Era certamente questa la strategia di quel babbione pelatone, senza dubbi!
Ma doveva starci, almeno avrebbe potuto perire in pace, dopo un'esistenza breve ma felice.
Incrociò le mani e le portò sul ginocchio destra, la cui gamba era accavallata sulla sinistra. Guardò il professore con un'espressione interessata e cominciò.

Ci sono diverse domande che vorrei farle, se mi è concesso sapere ciò che il mio bagaglio di conoscenze vorrebbe contenere
disse, con un sorriso sereno
ma innanzitutto era sulla fondatrice della mia Casa che volevo farle le mie prime domande
La destra andò ad estrarre un taccuino dalla sua borsa: il suo quaderno degli appunti, con una piuma apparentemente già satura di inchiostro. Estrasse anche la bacchetta di mogano.
Autoscribo
sussurrò, ed essa prese vita, sistemandosi vigile e attenta sul foglio, sull'attenti. Riposte la stecca e, aprendo il quadernetto, lesse una frase di certo non sconosciuta all'insegnante:

"Così Serpeverde prescelse diletti
di nobile sangue, in astuzia provetti,
e chi mente acuta e sensibile aveva
dal fier Corvonero ricetta otteneva,
e i più coraggiosi, i più audaci, i più fieri
con ser Grifondoro marciavano alteri,
e poi Tassorosso i restanti accettava,
si, Tosca la buona a sé li chiamava."


alzò lo sguardo verso l'anziano maestro. La sua espressione era concentrata; si stava già applicando per far capire alla sua piuma bianca cosa doveva scrivere
E poi Tassorosso i restanti accettava, sì. Tosca la buona a sé li chiamava
ripeté, mantenendo lo sguardo concentrato. La piuma prese a tracciare freneticamente le sue parole
Insomma, Tassorosso cercava studenti a cui far capire il vero valore del lavoro, dell'impegno. Le altre filastrocche del magico Cappello Parlante di Grifondoro parlano chiaro, e senz'altro lei ne conosce molte altre rispetto a me, e molto meglio. Eppure questi versi che il Cappello declama lasciano pensare che a questa Casata siano assegnati gli studenti che gli altri tre non accettavano. Che i due signori e la dama Priscilla Corvonero non ritenevano coraggiosi, scaltri né particolarmente intelligenti
ammirazione moderata, tono di voce tranquillo, ma trapelava leggermente il desiderio della bestiola dentro di lei di sapere, di chiarirsi le idee, di avere una risposta alle domande che l'assillavano da tempo.
 
Top
view post Posted on 3/9/2011, 00:00
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,786
Location:
Arda

Status:



Un'aria, sorpresa? Che non sapesse di quella sedicente fama di avvelenatore professionista? La Abyss lo invidiava profondamente, ne era quasi certamente certo, ma non avevano ancora avuto modo di dibatterne, bene o male che fosse non si erano più incrociati, che fosse un caso? Che in buona sostanza lo stesse evitando? Avrebbe scambiato volentieri quattro chiacchiere, anche su qualcuno dei suoi peccaminosi studenti... Ma non era proprio il momento più consono per pensarci. Qualcosa bolliva in pentola, lo si capiva al volo dalle parole pesate, quasi studiate della giovane. Si era preparata la parte, quanto ci aveva riflettuto? Ormai chiedere di parlare di quanto realmente era necessario fare, discutere, esplorare e comprendere la Storia appariva come un atto mistico, degno di un qualche Outsider, un primo nuovo germe di Ubris, che li avrebbe tutti contaminati. Pazzesco? Certo, forse inaspettato, Hogwarts stava cambiando, e nessuno poteva farvi molto, il Mondo stava cambiando, ed era tramontata da un pezzo la sua era. Si ostinava ancora, forse per senso del dovere, forse per capriccio. Si ostinava a negare di essere così vecchio, circondarsi di fanciulli per certi versi aiutava, immerso, ma estremamente distante. Dentro, ma fuori. Conscio, ma inconscio. Dove stava l'equilibrio? C'era ancora un qualche equilibrio?
Sorrise, aveva accettato il The, che non poteva essere un Male, ed ovviamente c'era un problema, con tanto di preambolo! Che dovesse lentamente rimuovere quanto aveva già in programma?
Apparvero due tazzine, nel mezzo della scrivania, ed una teiera fumante.
Erano pronti.
Era iniziata.
Il Cappello? No, erano andati più indietro, ancora più indietro. Agli albori, erano tornati nel Medioevo, in cerca di risposte, risposte che in effetti non avevano, o forse sì? Certo, si rivolgeva a lui, che poteva benissimo, almeno per lei, risalire direttamente all'epoca del Cappello, quanto era improbabile che fosse veramente così? Quindi, il problema che andava delineandosi era di esclusione, minoranza, che si sentisse esclusa? In fondo se Tosca accoglieva i rimanenti, che poteva significare? La Sorte era segnata, disgrazia, e penitenza? O Forse c'era altro che si annidava in profondità, lontano dall'umana comprensione, lontano da quel rastrello che cercava si sondare le profondità del Mare Oceano? Quanto era andato perduto? Quanto era rimasto?
Tornò a sorridere, divertito, pensieroso. Che volesse una risposta?
Ma qual era la vera domanda?


Qualche minuto ed il The sarà pronto...
Venendo a noi, invece, lei cerca risposte, ma forse non ha ancora compreso davvero le domande. E per quanto potrà suonarle strano, o scontato, per avere una vera risposta, prima va trovata una vera domanda. Ovvio, certo, ma non scontato.
Quindi le chiederò io, che opinione se n'è fatta lei?
Ed ancora più importante, perchè?


Qual era la vera cagion d'essere alla base della diatriba?
Frutto del caso? Frutto di cosa? E perchè?
Tornò a contatto dello schienale, rilassato, e tranquillo.
Un sorriso divertito, tra le volute di vapore frapposte, sprigionate dalla grande teiera, giapponese con ogni probabilità. Sarebbero venuti a capo del problema? O la vera risposta era ormai andata smarrita nei vortici del Tempo?
Che il più Saggio lo sapesse?
E chi era quel Saggio?


 
Top
Padfoot (:
view post Posted on 3/9/2011, 00:28




Due tazzine e una teiera fumante a condire quella strana situazione: una ragazzina avida di sapere e un anziano che non ne voleva sapere di darle informazioni.
Era quello che significava, in fondo, ciò che il professore le aveva detto, mentre una Tassorosso diversa dagli altri compagni di Casa apriva quel colloquio che aveva tutta l'aria -*o almeno, per me ha tutta l'aria*, pensò Xenia- di non essere un semplice chiarimento scolastico.
Arricchimento personale, sì; ma a che serviva la semplice conoscenza? A restare ammuffita nella memoria di una ragazza che da ricordare aveva ancora tanto?
No, doveva servirle a qualcosa. Quelle conoscenze erano pagine preziose dal valore inestimabile a cui Lei non poteva rinunciare.
Il cuore e lo stomaco le si fecero pesanti. Non voleva dirlo esplicitamente, ma lui la stava spingendo...
forse un modo per accettare meglio la realtà e non essere spaventata dalla risposta?
Era meglio, sì! Meglio ammettere a sé stessa ciò che aveva pensato.

Tassorosso, alla fine, sceglieva chi era stato rifiutato dalle altre Case. Non abbastanza scaltro per Serpeverde, non abbastanza coraggioso per Grifondoro, non abbastanza brillante per Corvonero. Prima pensavo che a Tassorosso fossero assegnati i ragazzi con tutte queste qualità, spesso discordanti fra loro, ma ascoltando questo testo ho dovuto ricredermi
si fece piccola piccola nella poltrona color porpora. Il cuore sprofondò e le sue dignità e amor proprio lo seguirono negli Inferi.
Mi duole usare questo termine, signore, ma... saranno mica scarti, i Tassorosso? Non abbastanza per le altre Case?
si espresse, trovando un coraggio che non capiva da dove fosse arrivato. Si vergognava profondamente, ma doveva farlo, era la cosa giusta dire la verità. L'anziano insegnante la stava aiutando, già quello era un grande passo per lei. Che avesse capito le reali intenzioni della giovane?
No, quello no; ma era saggio e intelligente, di certo non gli era sfuggito il fatto che non erano solo "approfondimenti scolastici". E il ragionamento mentale sulla conoscenza riprese a girare nella mente di Xenia...
Poteva anche essere avvelenato, ma desiderava del the. Sperava fosse pronto al più presto.
*Tranquilla, questa conversazione finirà e nessuno ne saprà niente*.
Eppure le parole tracciate dalla piuma incantate venivano abilmente composte da piccole lettere nere d'inchiostro sul blocco di pergamena, sulle sue cosce. Un segno indelebile che sarebbe stato al contempo cancellato; la vera grana era solo capire come.
 
Top
view post Posted on 4/9/2011, 00:13
Avatar

Scopro Talenti, Risolvo Problemi

Group:
Preside
Posts:
11,786
Location:
Arda

Status:



Per quanto la faccenda fosse e volesse essere terribilmente seria, tutto stava andando al proprio posto, i pezzi sempre più chiari e comprensibili del rompicapo si andavano intersecando, ricomponendo, nulla era andato perduto, solo trasformato. In realtà il problema, il punto essenziale era proprio nella reticenza dimostrata nel voler affrontare la verità, per quanto non potesse e dovesse suonar molto bene, la questione era quanto di più materiale, ed imminente, non inseguivano un qualche Bene Superiore, forse non fingevano nemmeno di volerlo tanto fare. Semplicemente era così, la conoscenza era ancora ben lungi dall'essere scalfitta, il problema era lì, ora, in quel momento. Non domani, o ieri, e non era nemmeno un qualcosa di intellettualmente oppressivo, era qualcosa di emotivo, sentimentale, caldo e freddo, dolce ed amaro. Essere finiti a Tassorosso, poteva in fondo dimostrarsi una maledizione? E da chi non andare se non dal Capocasa? Il problema era alla base, al Cappello, forse prima, la giovane aveva già scelto in cuor suo, o almeno ne era stata così convinta, che il Cappello si era semplicemente divertito a rovinare la festa, aveva battuto un colpo, urlando al mondo chi in realtà detenesse ancora il vero Potere, quel lontano parente dell'antico Potere di Ban, germanico e carolingio. Il Cappello comandava, ancor più del Preside, ed all'inizio di ogni anno era chiamato ad esercitare il suo diritto di veto, vita o morte su chiunque varcasse la sacra soglia del tempio. Eppure prima di conoscere, e capire, era necessario apprezzare, senza l'accettazione non vi sarebbe mai stato un sincero seguito, il processo si sarebbe interrotto, tranciato brutalmente dalla mano impietosa della sorte. Era destino che finisse così? O qualcosa poteva essere fatto?
Che in fondo il problema venisse da ancora prima, che fosse alla radice stessa dell'essere della giovane? Che fosse semplice mancata autostima? Per quanto sottovalutato spesso, in lungo ed in largo, Hogwarts non era così immediato che divenisse alla stessa velocità per tutti, quello che infine si mostrava essere realmente. Hogwarts era una nuova dimensione, nuove regole, un microcosmo, una parentesi felice, fiabesca. Era quanto di più vicino e simile all'Antico Apprendistato, sette erano gli Anni, un caso? Tutto si imperniava lì, il passo era lungo, dispendioso, se vissuto realmente. Certo, si potevano anche passare sette anni a guardare gli alberi, e le pietre, molto sarebbe cambiato, ma poco sarebbe importato. In fondo anche quella era una scelta. Come anche non era detto che tutto fosse così chiaro, e semplice. Il Cappello decideva, sentenziava, non diceva, qualcosa di più che definitivo, ma inargomentato, materia inerte, sibillina, perchè, o perchè no non era certo dato saperlo. Era semplicemente così, prendere, o prendere ancora. Il Cappello istituiva il primo contratto magico, unico, vero, e potente che avrebbe accompagnato l'Apprendista per la sua intera esistenza. Le tradizioni erano cambiate, i tempi anche, ma il significato restava immutato, solo sepolto da anni di fandonie, e chiacchiere.
Si sentiva davvero uno scarto?
Lentamente si stava diffondendo un insistente, e delicato sapore di The nell'aria. Sapeva di spezie, di Oriente, un aroma curioso, piacevole all'olfatto, insistente, ma aggraziato. Pesco, cannella, miele? Possibile? Foglie affumicate, o stufate, ben stagionate, ormai ridotte in polvere, strette nella morsa del piccolo galleggiante d'argento, all'interno della teiera. Si poteva immaginare il colorarsi lento ma inesorabile dell'acqua calda, ma non troppo, un liquido tra l'arancio, ed il rossastro, presumibilmente. Era tempo? Tempo di The?
Con pochi movimenti esperti, e precisi, versò una prima tazza di The, la più vicina alla giovane, ed una seconda, dall'altro lato, poco distante. Due mezze tazze, non troppo grandi, delicate, di ceramica blu e bianca, le volute delle nuvole, quasi aliti di Zefiro, ed il ramo di un ciliegio, in fiore. Minuscole sfumature rosate, i petali trascinati dal vento. Una tazzina da The, una Storia, l'Oriente aveva qualcosa di misterioso ed intrigante, insito nella sua stessa esistenza.
Sorrise, tornando a cercare lo sguardo della giovane, smarrita nella nebbia.


Mia cara signorina Black, il The è servito, e penso possa aiutare...
Quanto alla faccenda, benchè complessa, la soluzione non è poi così intangibile, e lontana. Però è essenziale prima accettare, e poi iniziare a capire, senza l'una, l'altra risulterà essere inutile, quasi di troppo. Come voler insegnare ad un cavallo a volare, lo ritiene possibile? Prima il cavallo sarà convinto di essere un cavallo, prima inizierà realmente a vivere...
Per certi versi, dovrebbe iniziare a pensare di dover ascoltare di meno in certi frangenti, ed a parlare di più in altri, se capisce cosa intendo. I testi non dicono tutto, spesso l'essenziale è invisibile agli occhi, dovrebbe leggere meno, o dare meno peso a quanto legge credendo che in realtà non ne abbia. Ma anche per questo non è ancora tempo...
Vede, in realtà il Cappello non mette mai nulla sul piano più banale per cui potrebbe essere interpretato, è un'entità magica di primaria importanza, ed estremo valore, è l'aquilifero di quello che fu un nuovo modo di vivere, e comprendere la Magia, a suo tempo, che ancora oggi vive. In realtà è quanto noi decidiamo di fare della nostra esistenza, a fare il più delle volte la differenza, siamo liberi di scegliere, il Cappello è chiamato a volte a confermare le nostre scelte, altre a rivelarne di vere, spezzando la tenebra che sino ad allora ci aveva ammaliato, ed annebbiato i sensi.
Il Cappello Parlante crea un contratto magico vincolante nel momento stesso dello Smistamento, un tempo anche un'altra importante cerimonia era rimandata a dopo lo Smistamento, per motivi che può facilmente comprendere, ha una mezza idea di cosa stia parlando?
Del resto, per comprendere a fondo l'unicità di quanto sia stato creato, e plasmato dal nulla un millennio fa, in queste terre, andrebbero comprese le varie nature delle relazioni umane, oltre alle leggende, i Fondatori erano persone, che diedero però luce ad un sodalizio unico nella Storia della Magia! E magari ha anche già compreso il perchè?


Il gioco era iniziato, quando sarebbe finito?
La fenice a tratti seguiva la conversazione, per altri sbadigliava sommessamente, dopo tanti anni doveva averne piene le piume anche lei. Eppure era ancora lì, una relazione più profonda, e di significato di quanto non fosse lecito aspettarsi. Non c'era mai nulla di facile...


 
Top
7 replies since 1/9/2011, 16:12   125 views
  Share