| Il tanfo di formaggio tipico dell'alcohol, la puzza di marcio emanata dai clienti e quell'inconfondibile nebbiolina, quasi palpabile, causata dalle ciminiere che erano i fumatori del pub, erano tipici alla Testa di Porco. *Sbaglio o dovrebbe esserci la Evans al bancone?* Lanciò un'occhiata al ligneo, costeggiato da alcuni sgabelli la maggior parte dei quali erano stati occupati da individui poco raccomandabili, da una curva e lurida vecchietta che lisciava un barattolo dal contenuto non ben definibile, un colosso che tracannava del Whisky Incendiario e ad un vecchio ubriacone che si scolava quella che, probabilmente, era la centesima bottiglia di Goblingrappa della giornata. Come diavolo faceva la sua collega a lavorare in un luogo simile? Era meglio un'umida spelonca ad uno squallido locale come quello! Eppure, doveva ammetterlo, lo preferiva per certi versi ai Tre Manici di Scopa. Per prima cosa c'era più intimità per sè rispetto ai Tre Manici di Scopa, dove coppiette e studenti ti assillavano con le loro idiozie. Per seconda cosa lì vendevano l'idromele barricato che anni prima aveva scroccato all'ex-capsocuola (per diana che idromele!). Per terza cosa aveva sentito dire che laggiù si poteva incontrare già da qualche giorno un baro talmente abile e affascinante da saper eludere qualsiasi forma di controllo o chissà altro. Non che le interessasse più di tanto il gioco d'azzardo, in verità era semplicemente annoiata e l'idea, sebbene abbastanza stupida, di potersi distrare in un luogo nuovo e pericoloso, era sempre meglio di quella di marcire nell'attesa delle burrobirre al caramello dei Tre Manici di Scopa o le passeggiate in solitaria nei vicoli del villaggio. Oltretutto quella era la tana dell'alcohol, per quanto il tanfo fosse insooportabile, doveva ammettere che da quando Nicholas le aveva fatto scolare due calici di idromele, a quando Swilord le aveva propinato strani intrugli alcolici perfettamente illegali, aveva sperato di poter avere una possibilità di potersi nuovamente crogiolare nei piaceri alcolici lontano da orecchie e occhi indiscreti. Beh di certo lì, tranne la Caposcuola di Corvonero che le sembrava assente, nessuno poeva sapere chi era, cosa faceva e sopratutto da che famiglia veniva. Mentre si muoveva verso il bancone incrociò lo sguardo di un uomo, un pelatone dall'espressione furibonda che si rimetteva in testa una bombetta consunta e usciva sbattendo la porta. Poi una voce melliflua, e stranamente familiare, la portò a concentrarsi su uno dei tavoli, da cui un gruppetto di iracondi giocatori si era appena alzato. Un uomo, provvisto di un buffo cilindro e un bicchiere di Brandy, la stava fissando. Inarcò un sopracciglio: dove diamine aveva visto quell'uomo? Per sua somma fortuna se c'era qualcosa di cui poteva vantarsi era la sua memoria, non ci mise molto a ricollegare il viso incilindrato con lo spettacolo che aveva tanto ammaliato la Yamigawa. Quell'uomo era l'artista del ballo di fine anno, quello dalla storia incredibile, con i fumi magici e un portamento talmente ammaliante che lei stessa, che di cilindri e bastoni da passeggio se ne intendeva, ne era rimasta rapita. Quell'uomo era semplicemente... semplicemente... *Un figo* Quel pensiero quasi la fece arrossire, ma per reprimere una reazione simile si limitò a fare una smorfia con le labbra, ricacciando il rossore nei meandri delle membra e rimandando gli impulsi del cervello a farsi una bevuta. Oltre a risultarle affascinante, era anche incuriosita dal suo modo di fare e dal fatto che, le doleva ammetterlo, avesse affascinato Tsuki Yamigawa più di quanto, a sua impressione, lei fosse riuscita mai a fare. Doveva parlargli, assolutamente, ne sarebbe andato del suo cervello se non avesse trovato un modo per fargli spiccicare una diavolo di parola. Per la prima volta dopo chissà quanto tempo voleva intraprendere lei una discussione con un essere vivente. Oh per diana come crescono in fretta!
Sollevò la mano destra quasi in segno di saluto e poi indicò all'uomo lo sgabello accanto al suo, mentre prendeva posto. Gli piaceva bere, a giudicare dal bicchiere di Brandy che teneva in mano. Ebbene gli avrebbe offerto qualcosa. Suo nonno faceva sempre così con i vecchietti sigarioli che spuntavano in casa.
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