Scende la pioggia, ma nessuno si bagna., Privata. Riservata a Keiko.

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Julie Richard
view post Posted on 14/9/2011, 09:21




Era una delle prime volte che Julie andava girovagando per Hogsmeade da sola, completamente sola, senza nessun accompagnatore speciale dietro, come docenti, prefetti e caposcuola vari.
Da un paio di settimane era stata promossa al II Anno, quel II Anno che aveva agoniato e aspettando per un anno intero.
Lei non si vedeva al I Anno, in realtà.
Era cresciuta molto più velocemente dei bambini di 11 anni e finalmente si era ritrovata al II Anno, con dei bei 14 anni, un cervello eccellente, un fisico niente male e sapeva cosa avrebbe fatto da adulta o meglio nel corso degli anni di Hogwarts, ma anche dopo Hogwarts.
Praticamente, dopo Hogwarts, avrebbe continuato o al Ministero Della Magia in un ufficio che faceva per lei, diventando magari Ministro Della Magia o sarebbe diventata docente, lì, nelle quattro mura che l'avevano fatta passare da bambina a ragazzina, da ragazzina ad adolescente e in futuro l'avrebbero fatta passare a donna.
Era ambiziosa lei e non si sarebbe fatta sfuggire nessuna occasione che l'avrebbe fatta crescere, nascondendo la vera natura diabolica di Julie.
Che era una ragazza fin troppo fredda, silenziosa, subdola, calcolatrice e che si apriva con poche persone, che si contavano sulle dita di una mano, si sapeva già.
Ma per tutti era solo la ragazza dai capelli rosa dal passato difficile - che poi loro neanche sapevano, pensavano o solamente immaginavano - e che affrontava i problemi col silenzio e con la freddezza.
Scosse la testa, non voleva pensare all'opinione della gente, non le importava un accidente in realtà.
Arrivò ad Hogsmeade velocemente mentre sentiva una leggera pioggerellina di fine estate bagnarle il viso e gli indumenti, così si mise il cappuccio della sua felpa calato sul viso mentre un leggero e innoquo vento le scompigliava i lunghi capelli rosa, così da farla riconoscere alle poche persone che la conoscevano.
Per quella passeggiata non aveva indossato nulla di chè, se non un paio di jeans stretti, una maglietta a maniche corte e una felpa blu notte sopra e infine un paio di Converse, le sue amate Converse.
Camminava lentamente e nel silenzio più udibile, osservando le vetrine piene di oggetti inutili o alcuni che le potevano servire. Quel giorno, fortunatamente, non sarebbe dovuta correre a Mielandia per lavoro, aveva il turno libero finalmente.
Pensò che sembrava una giovane ragazza semplice vestita in quel modo, non aveva nulla di speciale, ma lei odiava andare sventolando in aria i soldi della sua famiglia, o meglio di quelli che chiamava genitori.

*Mi fanno male i piedi, accidenti. Ho fatto avanti e indietro per Hogsmeade sola e silenziosa, d'altronde.*
Pensò e così si fermò ai Tre Manici di Scopa, prendendo della Burrobirra da portare via e uscendo velocemente da quel pub, sedendosi poi in un un marciapiede a berla e a rilassarsi, con le spalle al muro, in uno dei viali più sperduti della grande cittadina magica.

 
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» Keiko K. ™
view post Posted on 14/9/2011, 21:35




Era ormai passata una settimana da quando aveva preso il vizio di bazzicare per il villaggio di Hogsmeade.
Stava cominciando ad appassionarsi ai vicoli appartati del villaggio, lontani dagli studenti, dal chiasso e dalle persone.
In quel periodo starsene da sola era sicuramente la scelta migliore che poteva prendere, sapendo che da lì a poco si sarebbe dovuta gettare nuovamente nel caos del Castello.
Sicuramente nella sua famiglia un comportamento così poco "nobile", sarebbe stato il primo di una lunga serie da dover far correggere: quale esponente di una famiglia di simile spessore (spessore che in effetti era riconosciuto più nel mondo babbano, che magico) poteva permettersi di comportarsi con tanta leggerezza?
E per giunta era caposcuola!
A quel pensiero, altri a dir poco spiacevoli cominciarono ad affiorare nella sua mente.
*Idromele*
Ed ecco che un sorso dell'idromele barricato della testa di porco mandava giù tutte le sofferenze.
Per qualche secondo sentì una vampata di calore che, probabilmente, le aveva mandato la guancia e i capelli (dannazione ai metamorfo!) in fiamme.
Poco male, quella roba era dannatamente buona.
Di lì a poco sarebbe anche potuta diventare un alcolizzata unicamente per l'idromele di quel pub
*Ma chi è l'idiota che mi aveva raccomandato di non frequentare la Testa di Porco? Altro che tre manici di scopa e burrobirre*
Esatto: chi diavolo era quell'idiota?
Il nonno.
Ed ecco che altri brutti ricordi si insinuavano nella sua mente ed ecco che una seconda sorsata di idromele spazzava via tutto.
*Ora capisco perchè Nicholas teneva una scorta di alcolici nel suo ufficio*
E all'idea del Caposcuola che aveva aggredito Jessica, che era un Mangiamorte, che aveva stupidamente fatto un bordello nel castello rischiando di rivelare l'identità della Abyss, ma sopratutto... l'idiota che era stato, vedi che sfiga, il suo precedessore e che le aveva lasciato quella carica estenuante, quasi volesse metterle in testa un peso assai più gravoso di quelli che portava con sè.
Una terza sorsata.
*Oh, ora va meglio!*
Nonostante regesse abbastanza bene l'alcohol, tossì un paio di volte, rischiando di strozzarsi con il barricato che stava bevendo. Doveva ancora abituarsi alla sensazione di calore e intorpidimento che davano quelle bevande, per non parlare di quel leggero senso di spensieratezza che arrivava già dalla terza bottiglia.
Imboccò una strada a caso, diretta in un punto del villaggio non ben definito, dopo qualche minuto era sbucata in un vicolo cieco; ripercorsa la strada e al primo viottolo svoltò a destra, imboccando sentieri che probabilmente non venivano percorsi dal tempo in cui la sua bottiglia di idromele era stata attappata.
A quel pensiero abbassò la bottiglia, inquadrando l'etichetta
"Dungbarrel Spiced Mead - 1998"
La data era poco rassicurante.
Mentre contemplava l'etichetta e si perdeva in complicati calcoli numerici sull'ipotetica data d'imbottigliamento vera e propria (calcolo che decise di abbandonare ad una nuova sorsata d'idromele), si scontrò con il muretto di una casa abbandonata e accorgendosi dello spiazzo desolatod ove era spuntata si rese conto di essersi persa.
Tanto ancora c'era tempo perchè il soggiorno al villaggio finisse, poteva anche prendersi lo sfizio di vagabondeggiare.
Visto che il punto dove si trovava era piuttosto alto, probabilmente si trovava vicino alla Stazione, dall'altra parte del punto d'incontro che si doveva trovare più a sud, quindi per ritrovare la retta via, bastava imboccare una strada a random che conducesse a sud, a centro villaggio.
Detto fatto, eccola in una strada sgombra d'anima viva, a sistemarsi il cappello da passeggio sui capelli neri -tenuti legati in una coda da un nastro-, il nodo della cravatta verde scuro che affondava in un gilet nero, e a spazzarsi ogni tanto i pantaloni neri che si sporcavano con l'intonaco di alcune case antiquate che probabilmente sarebbero potute crollare da un momento all'altro.
Quando si fermò per l'ennesima sorsata d'idromele si accorse guardando sottecchi la strada, che questa non era desolata come pensava ma che una ragazzina dai capelli di un vivo e stravagante rosa, sorseggiava un boccale all'angolo di un marciapiede.
*Julie Richard*
Per diana, attirava forse studenti?
La mano corse alla spilla da caposcuola appuntata sulla giacca leggera in tinta con i pantaloni, forse se avesse fatto in tempo a toglierla...
 
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Julie Richard
view post Posted on 9/10/2011, 11:37





Poggiò la Burrobirra che non era completamente finita sul marciapiede, poggiando le spalle al muro e nel mentre la sua mano aprì la borsa, in cerca di una sigaretta che fumava ogni tanto.
Non aveva il vizio del fumo ma comunque una ogni tanto la calmava e la estraniava dai problemi quotidiani.
Si bloccò istintivamente, aguzzando la vista verso una figura familiare.
Alzò un sopracciglio stizzita.
Cosa ci faceva la sua caposcuola, alias Keiko, lì? Amava quella ragazza! A volte era letteralmente strana ma era un capo verde-argento degna di essere chiamata così.

- Caposcuola.
Biascicò, posando la sigaretta nella sua borsa. In realtà non l'aveva vista bene in volto, forse perché aveva gli occhi socchiusi, ma quei lineamenti erano fin troppo familiari.
Era stata Kuroame ad accoglierla a Hogwarts dopo la smistamento, era stata ancora lei a consegnarle e a toglierle la spilla da prefetto, era stata lei con cui aveva affrontato il viaggio colorato dai Serpeverde.
Keiko, se era era lei, sembrava voler togliere la spilla da Caposcuola.
Un gesto strano, che non capiva. Non era mai stata una tipa appiccicosa come sembravano essere i nuovi primini, anzi, amava essere a distanza da tutti e i suoi compagni di casata sembravano averlo capito, finalmente.
Scosse la testa, scuotendo la chioma rosa e passandosi una mano sul viso pallido e freddo.
La notte precedente non aveva dormito per schiamazzi vicino alla sua stanza e aveva passato la notte a farsi le unghia, cosa che faceva raramente ma visto che non aveva nulla da fare, tanto valeva passare il tempo.
Diede un colpo di tosse e aprì di scatto gli occhi, subito dopo, eseguendo un Lumus.
Quel buio le stava iniziando a dare sui nervi, visto che non poteva vedere chi aveva di fronte.
Ora ne aveva la certezza.. Era Keiko Kuroame, la sua caposcuola.
Non corse ad abbracciarla, non rise, non pianse: semplciemente la gaurdo con ammirazione, con le spalle poggiate al muro, una burrobirra accanto e una tracolla sulle gambe.


 
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