La storia insegna

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view post Posted on 17/9/2011, 14:08
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- Deus ex Mazza -

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L'ufficio del prof. Peverell si trovava nello stesso corridoio dell'aula di storia della magia, al primo piano. Storia della magia era una materia famosa per non essere la più apprezzata dagli studenti, soprattutto ai primi anni, in quanto poco pratica e spesso studiata sui libri. Nonostante ciò, e forse perchè non abituato al mondo magico, Patrick aveva sviluppato in quel poco tempo di soggiorno ad Hogwarts un discreto interesse per la materia. Dal canto suo il Prof. Peverell sembrava impegnare corpo ed anima nell'insegnamento della storia magica e babbana e ciò, insieme all'aura di mistero e di solennità che lo circondava, aveva contribuito al crescere della stima nei suoi confronti da parte del giovane corvonero che, quella sera al tramonto, aveva deciso di fargli visita perchè desideroso di conoscere il parere del professore in merito al suo percorso di studente.
Quella sera il cielo era particolarmente scarlatto e la luce rossiccia del vespro contribuiva a creare una sorta di atmosfera misteriosa e rilassante nel corridoio del terzo piano.
Senza esitare aveva bussato toccando due volte sole la porta dell'ufficio, non voleva comunque disturbare, magari PEverell era impegnato a scrivere per la sua seguitissima rubrica del Profeta.
 
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view post Posted on 17/9/2011, 14:53
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Un tranquillo pomeriggio d'autunno, nel cuore della settimana, non troppo presto, non troppo tardi, l'ora del Tramonto! Insomma, ottimo per cominciare un lavoro, ottimo per darsi a faccende non troppo veloci, da richiedere qualche giorno di attenzioni. La finestra socchiusa lasciava entrare la fresca brezza dal Nord, e la gaiezza che infestava il parco da ormai qualche giorno. Incredibilmente anche la pioggia sembrava aver voluto concedere una tregua. Non si era più fatta viva, ma l'avrebbe fatto presto. Non era normale!
Sul tappeto, davanti al caminetto, una cassa ed il relativo imballaggio, coperta di polvere, e segatura. Un'aria sinistra, certo, ma poco importava. Non aveva preso impegni per quel pomeriggio, e confidava la buona stagione tenesse alla larga scocciatori, e passanti indesiderati. Quel dannato Ufficio stava divenendo in breve tempo una stazione ferroviaria, con sin troppo traffica in entrata, ed uscita. Che l'avessero scambiato per un dannatissimo analista? Un qualche idiota d'uno psicologo?
Di tutt'altri pensieri, l'anziano uomo sfogliava nei pressi della finestra un libro, senza dubbio nuovo, fresco di stampa. Una certa soddisfazione, palese, trionfante sui tratti del volto. Tutto stava andando secondo i piani!
Ed ecco puntualmente la nota stonata, il solito scocciatore di turno.
Distratto, lanciò un assente invito ad entrare, continuando ad osservare il libro.


Avanti...

 
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view post Posted on 17/9/2011, 15:18
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La voce del professore non tardò molto, in maniera breve ma solenne egli invitò il Corvonero ad entrare. Patrick aprì in maniera decisa la porta ma, nello stesso tempo, non voleva sembrare scortese. Quando fu abbastanza dentro per essere riconosciuto, notò l'anziano signore vicino all'ampia finestra che dominava il suo ufficio; il suo sguardo non fu però dei migliori, Patrick ebbe l'impressione di averlo disturbato, in qualche modo.
Mi perdoni professore, è permesso? Swan Patrick, Corvonero del primo anno. La disturbo per caso?
Patrick aveva pronunciato quelle aprole con estremo rispetto e un inaspettato senso di inadeguatezza che lo aveva colto quando si era trovato faccia a faccia con il misterioso mago.
Ciononostante, Patrick non si fece mancare l'occasione di ispezionare minuziosamente l'ufficio. Il suo carattere curioso e il suo vizio di scrutare ciò che non gli riguardava spesso l'avevano messo nei guai. Non potè quindi fare a meno di notare, quella cassa ancora imballata sul tappeto davanti al camino: il suo aspetto e l'istinto del corvonero gli succerivano che dentro vi era custidito qualcosa di insolito.
Tuttavia Patrick era in quell'ufficio per un motivo ben preciso, quindi rivolse nuovamente lo sguardo al professore, in attesa di risposta senza accorgersi di essere rimasto a metà tra il corridoio e l'ampio salottino.
 
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view post Posted on 17/9/2011, 15:41
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Proseguì tranquillo la lettura, mentre la porta si apriva lentamente, ed un primo passo esitante si faceva avanti. Bene, era già qualcosa. Non era un Tassorosso, non era un collega, non era nessuno di troppo importante da esigere la sua attenzione, come del resto non era nemmeno un abitudinario di quella soglia. Era semplicemente, e con ogni probabilità ci avrebbe anche preso, un giovane Corvonero, dei primi anni, in cerca di un permesso, o di un chiarimento ad un qualche arcano, che solo un anziano Docente avrebbe potuto fugare. In fondo era sempre così, non c'era di che meravigliarsene. Ed il giovane parlò.
Ci aveva preso, non senza una certa soddisfazione. Era lui, Corvonero, I Anno, Swan. Sì, insomma, se lo ricordava, non troppo sfacciato per l'ultima fila, non troppo spavaldo per la prima. Una buona via di mezzo, come spesso si dimostravano i discepoli di Priscilla, ed aveva anche bisogno d'aiuto. Sorrise, divertito, alzando lo sguardo, prima di tornare alla lettura. Bene, la chiamata al dovere era arrivata, era tempo di agire.


Certo, prego si accomodi signor Swan, nessun disturbo, è sempre un piacere.
Chiuda la porta, e si accomodi. Son subito da lei.


Poche storie, e poche balle. Rispose calmo, e pacato, in una perfetta aplomb. Un po' come la "R" estremamente liquida, l'inflessione scozzese, e normanna, le strane sfumature che conferiva alle parole, e la lunga cantilena cadenzata che le parole andavano formando dialogando. Era un vecchio Docente, di quelli che ormai restavano solo nei libri.
Eppure, era ancora lì.



Non ti abituare troppo bene, son terribilmente lento di mio!
 
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view post Posted on 17/9/2011, 15:56
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Venne rassicurato dalle parole del professore, di certo Patrik non era il tipo che si abbandonava a dialoghi sterili come la maggior parte delle persone.

*Vuole un pezzo di torta? No grazie! Ma si ne prenda un pezzo! No sono a posto ! Insisto! No guardi veramente, va bene così! Su su non faccia complimenti! No ma si figuri non c'è bisogno.*

Ecco Patrick detestava quel genere di scambi anche se non sapeva bene se fosse l'eccessiva mielosità dei toni o l'ipocrisia di base a disturbarlo nella maniera maggiore.
Era successo di nuovo: come al solito il givoane corvonero sie ra lasciato travolgere dal suo fiume di pensieri strani e ora stava davanti alla porta dell'ufficio come un barbagianni reduce da un violento scontro con una finestra.

Buonasera professore.
Sorrise mentre si portava completamente all'inerno dell'ufficio chiudendo la porta alle sue spalle. Non le ruberò molto tempo, so benissimo quanto impegnativo e pieno di cavilli sia il lavoro qui a Hogwarts e immagino, da appassionato della lettura come sono, che non apprezzi molto essere interrotto mentre legge per quanto non voglia farlo sembrare.
Si accorse solo dopo aver finito di essere stato azzardatamente schietto e il suo viso prese lo stesso colore del cielo cui luce illuminava la stanza.
Mi scusi professore, non volevo essere sgarbato.
Poi Patrick raggiunse una comoda poltroncina posta davanti alla scrivania dell'anziano mago, si sedette e attese continuando a scrutare la stanza e gli oggetti curiosi che la ornavano.
 
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view post Posted on 17/9/2011, 17:24
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Il giovane aveva il dono della favella, su quello non ci si sbagliava, ma non aveva ancora tutte le risposte, per quanto il pensiero fosse lesto, non poteva contemplare tutte le possibilità, per quanto esse fossero remote, ed improbabili. Eppure in parte aveva anche ragione, detestava essere interrotto se intento in talune letture, era più incline per altre. Tutto stava nei dettagli, si potevano costruire templi ed obelischi alla sottile arte dei dettagli, e non sarebbe comunque stato sufficiente. Senza conoscerli, si rischiava di commettere qualche passo falso, ed il presunto vero diventava falso, o viceversa. Del resto era anche possibile che fosse tutta una bolla di sapone, chi poteva negarlo?
Senza una visione totale del tutto, d'insieme, era anche inutile lanciarsi in previsioni più o meno temerarie, era una perdita di tempo. Come si poteva essere ragionevoli certi di aver ragione, in assenza di conferme? Un atto di puro intelletto, rischiava d'improvviso di diventare un atto di Fede cieca. Certo, nulla di male, cambiava solo la Natura stessa dell'essere, un processo alchemico.
Richiuse il libro, appressandosi alla scrivania, ormai il giovane si era accomodato. Depositò il libro sul legno, prima di tornare ad osservare pensieroso, ma sorridente, il giovane.


Via signor Swan, quanti problemi, non si preoccupi, si ricordi chi è! Se avete un problema, non esitate, son solito dirlo, no? In più, per quanto sia d'accordo con il suo ragionamento, le mancano le premesse essenziali, affinchè esso si dimostri corretto nell'applicazione. Come lei trovo irritante essere interrotto nella lettura, è intellettualmente sfibrante, ma anche peggio terribilmente pericoloso, per certe letture. Del resto, è pur vero che nel momento in cui il contenuto ci è già noto, il tutto cambi. Considerando che il libro in questione sia mio in tutti i sensi, e che l'editore abbia provveduto a spedirmelo poche ore fa, capirà bene non sussistere il problema.

La questione si era fatta terribilmente banale, e scontata. Un dettaglio ignorato, una possibilità non contemplata, ed un ottimo discorso era improvvisamente scaduto di senso, e significato. Spesso i dettagli facevano la differenza. Con il tempo l'avrebbe imparato ad apprezzare. Si sedette a sua volta, sprofondando nella pelle della comoda poltrona. Ed ora il problema.

Fossi stato così occupato, per la sicurezza di entrambi, non avrebbe trovato aperto.
Quindi, venendo a lei, posso offrirle qualcosa? Magari un The?
E soprattutto, come posso aiutarla, senza fretta?


Sì beh, era sempre il momento buono per un The, ogni occasione una buona scusa.
Ormai la fama del suo The, e d'esperto avvelenatore, doveva aver varcato i confini della Nazione.
In Oriente già lo sapevano, l'Europa presto l'avrebbe saputo.


 
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view post Posted on 17/9/2011, 17:44
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In effetti doveva aspettarselo, il prof. Peverell oltre ad essere un mago di tutto rispetto, era anche un abile e famoso scrittore e giornalista. D'altro canto chi meglio di lui poteva narrare gli eventi quotidiani, con la sua conoscenza della storia arcana era in grado di comprendere al meglio il presente.
Non fu nemmeno sorpreso della risposta dell'anziano stregone, al contrario, parlare con persone dotate di un'abilità di linguaggio superiore a quelle che era la media dei suoi compagni ad Hogwarts lo stimolava non poco.

Ho letto molto su di lei Mr. Peverell. Siamo sicuri che non voglia prendere la palla al balzo per testare su di me un nuovo veleno? Tuttavia, so di per certo che il suo infuso avrà un gusto delizioso, tossico o benefico che sia. Accetto di buon grado.
Fece una breve pausa e si schiarì la voce.
Veniamo al dunque.
Il giovane corvonero si sistemò più composto sulla sedia e, sebbene non ci fossero state grandi modifiche nel modo di fare e nelle espressioni, il suo divenne serio e deciso, tanto che tutta l'altmosfera ne risentì.
Professore, come credo che sappia, sono nuovo a tutto questo. Fino ad alcuni mesi fa non conoscevo Hogwarts e non ero al corrente dell'esistenza di tale potere magico in me. Per questo, nonostante sia stato sempre sicuro di me stesso e delle mie capacità, qui ad Hogwarts non riesco a sentirmi a mio agio con lo studio. Il fatto di non essere consapevole del mondo magico come i miei compagni, mi fa sentire in un costante stato di irrequietezza e sono preso dalla paura di non riuscire a star dietro al programma di studi.
Per questo, mi farebbe molto piacere e mi sarebbe di grande aiuto, sapere cosa pensa di me e del mio percorso in Storia della Magia, in quanto essermi scoperto grande appassionato di essa.
 
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view post Posted on 17/9/2011, 21:22
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Il giovane aveva un problema, eppure non era così grave, da uccidere il sarcasmo che era in lui. Nulla di apocalittico, almeno. Era già qualcosa. The? Era tempo di The, il che non poteva certo essere un male. Un buon The, una buona occasione di conversazione, un buon Pharmakon, a tutti i mali, o quasi. Apparvero una coppia di piccole e delicate tazzine giapponesi, in porcellana bianca come la neve, ed un drago dorato che si avvitava intorno alla bevuta, una teiera simile, e fumante apparve in un angolo. Tutto era pronto, meno che il The!
Aveva letto di lui, quanti altri l'avevano fatto? In un mare di giovani colleghi, doveva sembrare quanto meno fuori luogo. Per quanto ci pensasse ogni giorno, non l'aveva mai vista anche nell'altra senso. Non era poi così scontato. Un gioco di specchi, e riflessi.
Ascoltò il giovane, ed il suo racconto.
La questione era delicata, ma in fondo ne aveva anche viste di peggiori.
Nulla era perso!


Banalmente potremmo definire questo The, come un farmaco, ha ragione.
Posso dirle che non è il solo ad essere stato inconsapevole delle proprie potenzialità per diverso tempo, per certi versi è normale, in età ancora così giovane il distacco dalla famiglia può essere un'esperienza dura, ed ancora prima traumatica, ma lei è ad Hogwarts, se lo ricordi sempre.
E ad Hogwarts, chi cerca aiuto, lo trova sempre, no?


Paure, programmi, studi, stare al passo. Fossero stati solo quelli i problemi, sarebbero stati in una botte di ferro per metà esistenza. Nulla era semplice, spesso l'apparenza celava il più profondo significato delle cose, e dei fatti stessi. Nulla era scontato, dato, nulla era per caso. Semplicemente capitava? Ammettere l'eventualità che fosse il caso a governare, non era poi un così gran conforto. Sorrise al giovane, prima di giungere al succo della faccenda.

Per quanto sia sollevato che le piaccia la mia materia, ritengo si preoccupi troppo. Hogwarts non è "solo" una scuola nel senso più banale, i nostri insegnamenti mirano e spaziano in qualcosa di più. Prima la consapevolezza, poi la comprensione, lei corre troppo!
Mi dica lei cosa pensi del nostro Programma, o rispetto anche a sè stesso.
Cosa pensa di lei? Come si vede?
E' sicuramente più importante di quanto possa pensare io...


In fondo non era poi così essenziale.
Il problema era più di autostima, che non altro.
Come del resto ormai capitava sempre più spesso.
Probabilmente un libro avrebbe potuto aiutare!


 
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view post Posted on 17/9/2011, 22:03
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Rispecchiamento. Il professore gli aveva rigirato la domanda, ce si fosse mica trovato in difficoltà?
Fatto sta che ora quello in difficoltà era lui, non perchè non avesse un idea chiara di sé, piuttosto non sapeva come comportarsi, doveva esporsi o meno?
Mentre rifletteva sul da farsi, percepì nei modi di fare del professotre una certa soddisfazione, d'altronde aveva dato per scontato il fatto che la navigata esperienza del mago lo avrebbe potuto mettere in difficoltà.

Professore, forse lei non ha capito bene quello che ho cercato di dirle o forse mi sono espresso male. Sono ben consapevole di me stesso, delle mie doti e dei miei difetti, soprattutto, ma quello che vado cercando è una chiave di lettura diversa, che mi permetta di dare il massimo senza lasciarmi prendere da questo pensiero. Ho pensato che lei, grazie alle sue innumerevoli esperienze e conoscenze del mondo magica, potesse darmi un feedback significativo in modo che io possa lavorare su me stesso, da solo, per crescere come mago, come studente e come persona.
In quel momento gli sembrò di aver proferito una cozzaglia di parole dal significato confuso, mentre tra sé sperava che il professore avesse compreso. Nello stesso tempo gli era sembrato di aver commesso una stupidaggine a disturbare Peverell per una questione così banale. Fu così che diede sengo di volersi alzare:
Mi scusi professore, mi sono reso conto di averla disturbata per un motivo futile, non volevo rubarle del tempo prezioso. Se non le dispiace io andrei, faccia pure finta che questo incontro non sia mai avvenuto.
 
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view post Posted on 18/9/2011, 11:48
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Se dovevano giocare a guardie e ladri, aveva capito male. Non era assolutamente possibile, ad una certa età era inevitabile una rivalutazione delle proprie priorità. Non sarebbe corso dietro ad uno Studente, doveva ancora un certo rispetto ai ruoli che ricopriva, agli oneri che sosteneva. Un improvviso sbandamento sarebbe costato troppo a tutti, e non se lo poteva permettere, semplicemente. Del resto la questione non era poi così banale, il problema si celava abilmente dietro sciocchezze, e banalità, ma era ben più profondo. Quanto avrebbe potuto fare a sua volta, era un'altra questione. Il punto era sempre lo stesso, superare le diffidenze. Se il giovane non l'avesse fatto, sarebbe stato perduto. Luci o Ombre, le alternative erano quelle, non c'era altra strada, un destino ineluttabile, e presto o tardi qualcuno avrebbe bussato alla sua porta. Sarebbe andata così, ed allora il vero valore della scelta sarebbe stato manifesto. Sino ad allora si poteva giocare. E l'avrebbero fatto. Annuì tranquillo, accennando alla poltrona, sarebbe incorso nel suo disappunto alzandosi, e lo sapeva. Chi varcava quella porta, non ne usciva mai troppo presto, era ineluttabile che così andasse. Stolto chi preventivasse altrimenti!

Non così in fretta, signor Swan.
Ho capito benissimo la situazione, ma non per questo la domanda è meno significativa. Lei è molto giovane, è impossibile che si conosca così bene, come vorrebbe. Semplicemente, è matematico. Non c'è nulla di male nell'ammetterlo, anzi, son certo potrebbe aiutarla. Riconoscere i propri limiti, spesso è un'ottima base da cui partire a costruire altro. Presumere da parte sua la sicurezza che sfoggia le fa onore, ma potrebbe anche essere un grave errore. Lei è orgoglioso di sè stesso, a buon diritto, ma a volte viene anche il momento di cedere il passo, ed ascoltare. Lei è venuto da me, ed io le sto parlando in generale, non conosco tutte le risposte, non ho tutte le soluzioni, ma sono anche conscio del fatto. E questo può fare la differenza.


I dettagli, molto se non tutto stava proprio nei dettagli, nel saperli sfruttare, nel saperli pesare nella giusta maniera. Ma un soliloquio sui dettagli, con ogni probabilità non l'avrebbe apprezzato. Dettagli, e postille, ancora una volta, certo, ma era così. Sorrise al giovane, ancora fermo al suo posto. La brezza spirava leggera, come il silenzio, avvolgendo l'ambiente, un momento cristallizzato. Aldilà di molto, fuori dalla portata del resto.

Vede, per certi versi essere diffidenti non è una cattiva cosa, anzi! Banalmente è una sorta di protezione, si preventiva molto, e ci si assicura da certi imprevisti. Il Cappello l'ha mandata tra i Corvonero, Il fatto che abbia quasi O di media in Storia dice molto, ma non tutto. Le valutazioni sono spesso ingannevoli, le definiamo sintetiche, perchè non dicono molto, o meglio, non dicono nulla, o quasi. Lei, non si fida. Si stima molto, confida in sè stesso. E crede di potercela comunque fare, no? E' abituato a cavarsela da solo, ma non tutto ciò che è Oro, brilla.
Prima o poi si arriva al punto in cui è necessario anche l'aiuto degli altri, ed il primo passo per riceverlo, è riconoscere intimamente di averne bisogno. Soltanto noi, possiamo... scegliere di salvare noi stessi.
Quindi, le offro due alternative, le presto un libro, ed un caro arrivederci; oppure le offro un The, e decide di rimanere.
Tutto è nelle sue mani, scelga lei, come meglio preferisce.


Come un disegno perfetto d'armonia celeste, il cerchio si era chiuso. Tutto si era precipitato, in un'unica più grande alternativa, una scelta doverosa e dovuta.
Che avrebbe scelto?
Il libro era lì, dimentico forse di sè stesso.


 
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view post Posted on 18/9/2011, 14:25
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Ascoltò attentamente la parole del docente e rassicurato si rilassò nuovamente sulla sedia. Gli doveva essere andato in tilt il cervello, le aprole del professore erano sacrosante: con quale facciatosta avrei osato andarmene dopo averlo disturbato? Lui stesso era andato nel suo ufficio in cerca di un confronto.
Grazie professore.
Aveva ripreso con tono gentile.
So benissimo che, per quanto sicuro di me possa essere, potrei aver bisogno di aiuto; ed è per questo che sono qui. Personalmente non credo di avere problemi nello studio, il problema è che per fare bene necessito di uno stimolo in più, quel qualcosa chesusiti in me l'interesse, cosa che trovo nela sua materia e meno enlle altre. Ma non è questo il punto. Ho bisogno di capire meglio da dove vengo e dove mi trovo. E' vero sono diffidente e mi concedo difficilmente, ma ritengo di essere una persona profonda nelle idee e nei sentimenti.
Si era ricordato solo in quel momento del the che il prof. Peverell aveva servito pocanzi. Ne bevette due sorsi, era delizioso, d'altronde chissa da dove veniva l'infuso che stava assaporando.
Ciò nonostan
te, non credo assolutamente di non avere limiti. Al contrario. Vorrei semlicemente conoscerli per poter migliorare, per questo sono qui.
 
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Un problema non così frequente, ma nemmeno poi troppo strano. Il giovane aveva bisogno di stimoli, incentivi, che evidentemente non aveva trovato nelle altre materie, ed aveva ben creduto che lì potesse rintracciarli, quanto meno una via. Certo, tutto era possibile, come anche che avesse colleghe non particolarmente interessanti, programmi o meno poteva essere un dato di fatto. Il più delle volte non trovavano interessante nemmeno Storia, ma i sondaggi la dicevano lunga, era tutta una questione di gusti, ma solo fino ad un certo punto, dopo tale orizzonte, tutto era più in discesa, ed iniziavano le responsabilità. Le cose andavano così, e tante grazie.
Eppure aveva accettato di rimanere. Con pochi gesti esperti, versò due generose tasse di un infuso ambrato, e tornò nella sua posizione, in agguato. Che gli avrebbe detto?


Potrei anche dirle cosa penso di quel poco che so ed ho desunto sul suo conto, ma trovo sarebbe abbastanza inutile, se non controproducente. L'affare non può essere delegato, deve essere lei a condurre le ricerche, e lei a capire. Farlo fare ad altri porterebbe solo più problemi, che altro.
Quindi, lei ha un problema con le altre materie, del resto mi risulta stia procedendo speditamente almeno in Storia, ed apprendo non senza una certa soddisfazione che è anche interessato. Personalmente ritengo le valutazioni perfettamente inutili, una lettera non dice nulla, quanto conta è in realtà la vera comprensione, ma capirà anche lei che mi debba limitare alle direttive della scuola. Del resto solo un Orale può mettere solo sulla buona strada, ma voi siete tanti, ed io non produco tempo, la derivata è quanto di più banale.
Fermo restando che io ignoro cosa facciate durante le altre ore di lezione, in base a quanto posso intuire il problema sta nel fatto che quanto è troppo semplice, non può nemmeno piacere molto. Il Corso di Storia è uno dei più complessi, per mia manifesta volontà, a qualcuno può piacere, ad altri meno, ma la sostanza non cambia. Lo sforzo è tutto intellettuale, in Storia cerchiamo di capire, altrove cercate solo di fare, il che è deprimente per certi versi, e più semplice per altri. In fondo l'intenzione di tutti è aiutarvi, ognuno a proprio modo. Il mio scopo è farvi ragionare, ed imparare a farlo nella maniera più corretta, i miei colleghi la vedono giustamente diversamente, ed agiscono di conseguenza. In realtà si cela un mare dietro ad ogni minuto aspetto della Magia, intere esistenze dedicate ad esso non sarebbero sufficienti, il problema è sempre lo stesso, noi non produciamo tempo, possiamo solo fare del nostro meglio, con quanto ce ne viene concesso. Intende?
Le dirò anche che è Trasfigurazione la radice di tutto, il resto è solo una derivata, un qualcosa che viene dappresso, un costrutto se vuole artificioso. Potreste tranquillamente saltare sia Difesa che Incantesimi, e molto altro, Trasfigurazione potrebbe comunque trattarli, senza sforzo, ma ancora una volta è una questione di opportunità, e semplicità.


Sorrideva, serio, il dito teso tamburellava sulla copertina nuova di cuoio blu di un sottile libretto. Avrebbe capito?


 
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view post Posted on 23/9/2011, 01:00
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Aveva ascoltato attentamente il docente mentre assaporava quel delizioso te.
Il Prof. Peverell era certamente un uomo di gran classe. Risoluto e saggio, conosceva di certo le buone maniere ed era perfettamente in grado di mettere a proprio agio gli ospiti. Quel mago non poteva essere e un esempio per il giovane Corvonero, anch'egli avrebbe voluto vivere una vita di grandi soddisfazioni, conoscenze e viaggi.

Attese quini che Peverell finisse di parlare, poi rispose:

Signore, mi trova assolutamente d'accordo con lei, per questo ritengo che il suo corso sia fondamentale qui ad Hogwarts. Fece una pausa, per poi poggiare delicatamente la tazza, ormai vuota, e proseguire. Tuttavia, credo che lei non abbia capito o, ripeto, mi sono spiegato male, il che è molto probabile. Vorrei arrivare al dunque, se permette, e non vorrei che lei prendesse le mie successive parole come una mancanza di rispetto. Lungi da me.

Il Corvonero aveva alzato lo sguardo e asserito in maniera decisa.

Sinceramente cosa pensa di me? E secondariamente, cosa ritiene possa essermi utile per approfondire la sua materia? Inoltre c'è un'altra cosa che le vorrei chiedere, ma preferisco non sommergerla con le mie domande, sempre ch lei abbia ancora domande per rispondere.

Patrick non era ancora giunto al dunque, aveva principalmente due cose da chiedere al vecchio mago. Ma non voleva correre, non voleva sembrare troppo superbo e soprattutto irrispettoso.

*Forse dirà che sono pesante, non lo biasimo* Aveva pensato.
Però Patrick necessitava di quelle risposte, anche se potevano sembrare ovvie, soprattutto visti i suoi risultati; ma lo stesso Peverell aveva pocanzi minimizzato l'importanza di essi e, di questo ne era sicuro, il docente avrebbe sicuramente apprezzato uno studente disponibile a mettersi in discussione.
Avrebbe superato il limite della pazienza del saggio? Il Corvonero bazzicava tra la l'insicurezza e il conforto, erano quelle le sensazioni che la grandezza della magia trasmetteva.



Chiedo scusa in anticipo, non ritengo assolutamente che il docente non sia in grado di capire, ma vorrei girarci attorno per rendere reale la role, che avviene appunto tra un ragazzo di 14 anni sicuro ma nello stesso tempo disorientato e pieno di domande, e un mago esperto e navigato come Peverell, se ti pesa, la chiudiamo, no problem.
 
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view post Posted on 26/9/2011, 22:36
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Il giovane era ostinato. Voleva una risposta, la pretendeva.
Quanto sarebbe stato disposto a concederne, era ancora un dubbio. Ma contava il pensiero, per certi versi. Aveva le idee sufficientemente chiare da aver ancora in mente le sue domande, voleva delle risposte. Al riguardo c'era poco da fare, con ogni probabilità avrebbe potuto nuovamente divagare, ma ineluttabilmente sarebbero tornato al succo della faccenda. Come una bussola, non voleva perdere il Nord, evidentemente le risposte dovevano contare, le domande dovevano essere importanti. In fondo, quale poteva essere il senso di chiedere cosa ne pensasse di lui? Per certi versi non erano quel genere di domande che si sarebbe aspettato. Non era andato nemmeno dalla Dalton, per logica avrebbe avuto più senso. E voleva delle risposte. Certo, Storia non rientrava pienamente nel discorso, forse era una mera cortesia avercela infilata, forse l'interesse per quanto genuino faceva e poteva fare unicamente da corollario al resto. Preda o meno ambita, era a caccia, e con ogni probabilità le possibilità di fermare tale caccia, non erano delle migliori, delle più elevate. Aveva puntato a qualcosa, era evidente che ritenesse che almeno lui avesse qualcosa da rispondere. Non si sarebbe spiegato altrimenti. Eppure c'era una via di fuga, facile certo, ma pur sempre un'uscita. Poteva fraintendere bellamente la faccenda, proseguire per la sua strada, e tornare alla lettura di un libro che già conosceva. Un imprevisto oceano di silenzio andava via via espandendosi, fuori controllo. Anche il silenzio poteva essere una risposta, migliore di molte altre, ai dubbi del giovane Apprendista. Si sarebbe potuto ripresentare di lì a qualche anno, come l'avrebbe contrariato? Eppure, sarebbe stato troppo facile. Quanto poteva dire?
Lo fissava, tra il perplesso, ed il divertito.
Con un perfetto contegno, avanzò, sospinto da un lungo sottile dito, un volumetto, rilegato in pelle. Tra i caratteri di un elaborato titolo, la pelle, fresca di conceria, recitava "Sun Tzu, e l'Arte della Guerra" Commentarii a cura di Ignotus A. Peverell.


Signor Swan, la domanda, almeno per ora, mi è perfettamente chiara. Lei vuole risposte, che ritiene sia in mio potere darle, sbaglio? Ma ancor prima di ciò, dovrebbe chiedersi quanto sarebbe giusto farlo. La verità, per presunta tale che sia, non è quasi mai una lieta novella.
Lei è in cerca di risposte, ma non sempre la via più comoda, è anche la migliore, no?
Cosa penso di lei, gran bella domanda.
Immagino, e potrei anche sbagliarmi che lei faccia parte di una ristretta cerchia di Maghi Purosangue, che però per una ragione o l'altra non hanno mai vissuto in famiglia. Probabilmente vive con una nonna, forse nemmeno quella. E vuole delle risposte. Si stima, tiene in gran conto quanto pensa, e quanto osserva, cerca di limitare la sua insicurezza di fondo a pochi campi, per renderla più gestibile. Come le ho già detto è diffidente, forse anche troppo, è difficile che si spinga a fidarsi di qualcuno, probabilmente per quanto l'infanzia le ha riservato. E le sue lezioni parlano per lei, tende ad affidarsi al raziocinio, potremmo dire essere un razionalista in erba, ancora.
Eppure è insicuro, titubante, in cerca di risposte, e riferimenti. Con ogni probabilità corre anche troppo, pretende troppo, è solito trarre conclusioni affrettate, anche se non per forza sbagliate. Ritengo abbia qualcosa da dire, ma che non sia ancora nella condizione migliore per dirla, ed a tal proposito può farvi pochissimo. Nessuno può sostituirsi al Tempo...


Non erano piante, la serra magica non esisteva. Il Tempo andava atteso, lasciato scorrere, e poi valutato. Non esistevano scorciatoie. Non era possibile che ve ne fossero. Del resto, già abbastanza danni erano stati compiuti. Per quanto fossero solo supposizioni, gli effetti potenziali potevano essere due, non tra i migliori.
Tornò a ritrarre il dito, lasciando isolato lì nel mezzo il libricino.


Sinceramente non credo abbia già avuto occasione di leggere il Sun Tzu, ma penso potrebbe trovarvi delle risposte alle sue domande. La Storia ha ancora molto di che insegnarci, solo che il più delle volte siamo troppo distratti per ascoltare quanto ci viene detto.


 
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view post Posted on 27/9/2011, 09:33
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- Deus ex Mazza -

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Il fatto che il Prof. Peverell gli avesse fornito un perfetto identikit si se stesso, non aveva di certo sorpreso Patrick. Come anziano docente della scuola, probabilmente era già a conoscenza della sua storia, oppure, data l'esperienza, aveva già visto così tanti studenti che poteva facilmente riconoscerne i caratteri; o ancora, Patrick aveva pensato che potesse essere un Legilimens, il che non gli risultava così impossibile. Fatto sta ce il docente sembrava non volergli dare una risposta chiara.
Ad essere sinceri con se stessi, ciò aveva dato fastidio al giovane Corvonero, il quale aveva cominciato a battere ripetutamente e velocemente il piede. Eppure si impegnò al fine di non far trasparire questo suo stato d'animo, daltronde Peverell non era di certo pagato per fargli da psicologo e gli stava facendo sicuramente una cortesia ad ascoltarlo.
Come se non bastasse, il fatto che lo stesso Peverell gli avesse consigliato di leggere un libro per cercare di rispondere alle "proprie domande" l'aveva un po' disorientato.

*Non sono qui per avere delle risposte metafisiche sul mio essere, è così difficile ottenere un feedback qui ad Hogwarts?*


Quando poi vide il libro di filosofia cinese non potè fare a meno di lanciare al docente uno sguardo un po' stranito.
Decise di non dire nulla a riguardo.


Ehm... La ringrazio. Rispose cercando di utilizzare il tono più adatto.
Sono certo che mi piacerà.
Fece una pausa. Poi riprese col suo abituale tono spedito e deciso.
In verità, Signore, ero venuto qui per avere un blando feedback del mio percorso scolastico ed essere indirizzato su degli approfondimenti aggiuntivi alle lezioni, ma accetto di buon grado la proposta. Sono sicuro che troverò delle risposte. Quali risposte non lo sapeva, ma la speranza era l'ultima a morire.

Senza nemmeno dare il tempo a Peverell di controbattere, rincarò la dose con un'altra domanda.
Volevo poi chiederle un altra cosa, Signore. Perchè qui ad Hogwarts non si studia Babbanologia? Ho dato un occhiata a dei titoli in biblioteca e sfogliato alcune pagine, devo dire che la materia sia veramente interessante, non crede possa essere fondamentale che tutti gli studenti conoscano il mondo magico e quello babbano per poi metterli a confronto?

Di certo non voleva muovere nessuna critica all'ordinamento della scuola, tuttavia, gli mancava questo passaggio. A quel punto si era tranquillizzato, il docente poteva rispondergli o semplicemente sbatterlo fuori dall'ufficio, Patrick avrebbe sicuramente compreso lo stato d'animo di Peverell.
 
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22 replies since 17/9/2011, 14:08   336 views
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