Ormai s'è appassionato anche lui al libro di pozioni, materia che ha sempre affascinato il nostro magiattore, peccato che non l'abbia potuta studiare. Le iridi si spostano sul rigo dell'assenzio.
-Assenzio: distillato di artemisia ed altre erbe, dall’aroma di anice-
Annuisce più volte, come se fosse già a conoscenza di ciò che sta leggendo ad alta voce, quasi invadente, continua a profanare il libro della giovane, abbandonandosi a commenti, che non hanno nulla a che fare con le pozioni.
-I poeti maledetti scrivevano sotto l'influsso della verde fata, mmm.-
Si ritrae tornando eretto e per qualche attimo si perde nei suoi pensieri, alla mente sono affiorate mille poesie, ora deve metterle in ordine e stiparle nuovamente nell'archivio della memoria.
-Bhe, che era un libro l'avevo capito Signorina! Mi interessava sapere di cosa parlasse, ma ormai credo di poter dire, con una certa convinzione, che la materia interessata in quel libro è Pozioni. Il sedano di montagna e la fata verde, credo che possano esser trattati solo in quella materia.-
Risponde alla giovane, senza degnarla di uno sguardo, al momento è ancora occupato a riordinare i suoi strambi pensieri. Poi arriva la domanda. Piano si volta, sorridendo alla giovane.
-Ogni genere di storia signorina. Viaggi in mare; Patti con il Demonio; Bellezza Inaudito. Ma il mio repertorio contiene molto, molto altro, ad esempio, il suo libro mi ha fatto venire in mente una bella poesia, volete sentirla Signorina?-
*pure se non vuoi sentirla la dico lo stesso. Non c'è più spazio nella mia testa, devo esternarla al mondo... si, si.*
Si impettisce per qualche attimo, caccia un paio di colpi di tosse e prende a recitar la poesia.
-Uomo libero, sempre tu amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima.
Il tuo spirito non è abisso meno amaro-
Inizialmente sembra che la poesia venga narrata da un normalissimo uomo. Finché il magiattore non estrae la sua bacchetta, mentre parla tocca il suo cappello, quest'ultimo, come se si risvegliasse, prende a muoversi e da sotto la sua tesa esce il rumore delle onde.
-Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine;
tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.-
Il rumore delle onde si fa sempre più forte, il cantastorie prende a muoversi e per merito suo o per merito della magia, da l'idea dell'acqua in movimento, lui e il cappello stanno dando vita allo spettacolo.
-Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi;
mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.
E tuttavia sono innumerevoli secoli che vi combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate la carneficina e la morte, eterni lottatori, fratelli-
Il tutto si conclude, con il cilindro che si sposta per pochi secondi dalla testa del proprietario, alzandosi in avanti. Poi cala il silenzio, il cantastorie prende fiato, alza il capo al cielo coperto e con tranquillità prende posto vicino alla studentessa.
-Questo è uno dei miei classici spettacoli, spero vi sia piaciuto.-
Gli occhi continuano a scrutare le nubi, mentre si spaparanza quasi letteralmente sulla panca, incrocia le gambe grossolanamente, posa il cilindro tra queste e poggia i gomiti sullo schienale della panchina.