Pioggerellina sottile, X Bronco

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view post Posted on 21/9/2011, 12:44
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Auror
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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L’estate era ormai finita ed a ricordarlo c’erano un paio di nuvole minacciose che si avvicinavano da Est.
Sollevò lo sguardo verso il cielo, seguendo con gli occhi una nuvoletta grigia che si spostava rapida smossa dal vento. Non era necessario possedere una sfera di cristallo o avere una premonizione per sapere che ben presto avrebbe iniziato a piovere.
La panchina sulla quale era seduta era esposta alle intemperie, eppure quel venticello fresco era gradevole e di sicuro faceva dimenticare la calura estiva presente fino a qualche giorno prima. Non si sarebbe spostata da lì ed un po’ d’acqua non aveva mai ucciso nessuno... e poi non stava ancora piovendo.
Sospirò sfogliando un’altra pagina del grosso libro di pozioni che aveva sulle gambe, distintamente risaltavano all’occhio le parole Levitisco ed Assenzio, opportunamente sottolineate più volte.
Nonostante fosse ad Hogsmeade per distrarsi e svagare la mente, non era riuscita a lasciare il castello senza portarsi dietro almeno un libro, anche solo per placare la sua coscienza e non per studiare realmente. Se non altro era un buon passatempo, star seduta con le mani in mano era decisamente più noioso che star seduta volgendo di tanto in tanto lo sguardo alle righe del testo, per imparare qualcosa.
Tuttavia osservandola da lontano non sembrava una studentessa, il mantello verde scuro celava l’abbigliamento casual, tipicamente babbano ed il libro poteva essere anche una guida per scacciare i berretti rossi dal proprio giardino.


 
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Bronco89
view post Posted on 25/9/2011, 01:13




I bei tempi passati sotto al sole, i cui raggi colpivano le vie di Hogsmeade, son passati. Il tutto è stato sostituito dall'aria autunnale, un leggero venticello inonda le strade e varie nuvole coprono il cielo. Il nostro musico cammina a testa alta, studiando il movimento delle nubi. Sulla sua testa, l'inseparabile cilindro, che contro ogni legge fisica, si regge con tutto il capo del proprietario ripiegato all'indietro. Il cantastorie ha il classico aspetto di un babbano... un babbano dell'ottocento, strappato dalla sua epoca e piantano nel mondo magico: giacca e pantaloni rigorosamente neri; camicia bianca, sorretta da bretelloni; stivali marrone scuro, ma che ad occhio poco attento posson sembrare neri. Non gli piace l'aria che tira, lo sente benissimo... n'è sicuro... prima o poi pioverà, e per il musico non è una buona cosa, come farà a diffondere il suo verbo, per Hogsmeade, se viene a piovere?
Continua distrattamente a camminare, senza guardare dove mette i piedi, e senza importunar nessun passante. E' come se si fosse chiuso in un suo mondo, ove lui è l'unico abitante. Piano le sue labbra si schiudono, per permetter alle sue corde vocali di dar sfoggio all'arte.


-Look at the stars
look how they shine for you
and everything you do
yeah they were all yellow -


La voce si espande leggiadramente, acuta al punto giusto, per cantare le canzone del suo gruppo preferito deve andar sempre in falsetto. Continua a non rendersi conto di ciò che lo circonda, tanto da prender anche a piroettare su se stesso.

-I came along
I wrote a song for you
and all the things you do
and it was called yellow -


Ormai ha cominciato anche a ballare, movimenti sconnessi e senza senso, ma che nel complesso creano qualcosa di particolare e unico. E' folle? Molte volte se lo domanda anche da solo, ma quando la volontà non riesce più a tener sotto controllo il suo subconscio, l'arte si libera, prendendo il sopravvento, come in questo caso.

-So then I took my turn
oh wh at a thing to have done
and it was all yellow -


Anche il cilindro partecipa allo spettacolo, scivola lungo le braccia, esibendosi in un'incredibile prestazione circense. L'avvento del copricapo avviene proprio quando il musico si trova a passare vicino alla panca della giovane studentessa. Di cui ancora non ha notato la presenza, troppo preso nel suo siparietto canoro.

 
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view post Posted on 25/9/2011, 20:19
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*Assenzio: distillato di artemisia ed altre erbe, dall’aroma di anice*

Era intenta a leggere quando alle sue orecchie arrivò una voce, maschile, che cantava una canzone a lei del tutto sconosciuta. Istintivamente sollevò la testa dal libro cercando con lo sguardo il provetto canterino.
E lo vide, con la testa coperta da un cilindro ed un vestito nero che ricordava gli abiti da cerimonia ottocenteschi, che qualche professore attempato sfoggiava di tanto in tanto ai balli scolastici. Però aveva una bella voce; stava quasi perdendo interesse nei confronti del cantante, ma indugiò ancora lo sguardo su di lui quando iniziò a muoversi, inscenando una danza a ritmo di ciò che egli stesso cantava, con movimenti di cilindro annessi.
Ora a perdere interesse era il libro, che rimase aperto sulle sue ginocchia, mentre la sua attenzione era tutta rivolta a quell’uomo.
Cantava di giallo, le parole del testo sembravano rivolte a qualcuno ed inconsciamente si chiese se ci fosse qualcun altro oltre a lei in zona. Si girò, volgendo il suo sguardo prima alla sua destra e poi alla sua sinistra, guardando anche alle proprie spalle, ma a parte qualche passante non c’era nessuno.

-Bella voce-

Commentò rivolta al giovane canterino.

 
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Bronco89
view post Posted on 26/9/2011, 11:33




Ancora piroetta su se stesso, gli occhi chiusi e parole al vento. Interrompe improvvisamente la canzone, bloccandosi in una posa plastica, il cilindro stretto nella mancina, il capo leggermente chino. Solo le palpebre si muovo, sbattendo candidamente. Piano smuove il capo, si guarda prima a sinistra, poi si guarda a destra. E' tornato nella realtà, solo ora sta connettendo ciò che ha fatto e dove si trova.

-Potevi anche farmi rendere conto di quello che stavo facendo... invece di partecipare anche tu!-

Prende a parlare, si rivolge al cilindro. Un uomo che canta e balla per la strada, si blocca improvvisamente, guardandosi intorno spaesato e che prende a parlare con un cilindro... ad occhio altrui può solo sembrare pazzo. Ed ecco che ora alle orecchie del musico giunge la voce della giovane.

-Emh!? Dite a me Signorina?-

Si guarda nuovamente intorno, al momento è l'unico al centro della strada... e soprattutto era l'unico a cantare. Sbatte ancora le palpebre, poi sospira e si abbandona ad un piccolo sorriso.

-Solo a me potevate dirlo effettivamente. Vi ringrazio. Siete stata fortunata, solitamente non mi esibisco nelle mie qualità canore, preferisco narrar storie.-

Non mente, lui è un cantastorie, recita le sue ballate e le sue narrazioni, difficilmente si abbandona al canto. In tutto ciò, indossa il copricapo e fa un passo verso la studentessa. Le iridi si posano sul librone di pozioni.

-Cosa abbiamo qui?-

Si inchina, tanto da far arrivar il cilindro a livello del viso della giovane, cercando di vedere cosa contiene il libro. Il cappello non cade dalla sua testa, sfidando le parole dette qualche secolo prima da Newton.

 
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view post Posted on 27/9/2011, 23:22
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Quel tipo era veramente bizzarro, si era immobilizzato di colpo, come colto dall’incantesimo della pastoia e, cosa più strana di tutte... stava parlando col suo cappello!
Lo guardò esterrefatta, con la bocca leggermente aperta per lo stupore... che fosse un cappello magico? Niente poteva essere escluso, dal momento che l’uomo si guardava intorno come se non sapesse come fosse finito lì.
Le chiese perfino se stava dicendo a lui... ed a chi altro poteva dire? C’era solo lui che cantava.
Annuì a quella domanda, continuando a guardarlo mentre si avvicinava, col cilindro di nuovo in testa che non si mosse di un millimetro nonostante la posizione assunta da colui che lo portava in testa.
Trovandosi faccia a faccia col cappello ebbe la tentazione di toccarlo con un dito, giusto per vedere di che materiale era fatto


-È un libro-


Che ovvietà, ci sarebbe arrivato perfino un analfabeta, ma era curiosa di sapere se quel cappello era magico.

-E che genere di storie narrate signore?-


Domandò con curiosità


 
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Bronco89
view post Posted on 28/9/2011, 23:08




Ormai s'è appassionato anche lui al libro di pozioni, materia che ha sempre affascinato il nostro magiattore, peccato che non l'abbia potuta studiare. Le iridi si spostano sul rigo dell'assenzio.

-Assenzio: distillato di artemisia ed altre erbe, dall’aroma di anice-

Annuisce più volte, come se fosse già a conoscenza di ciò che sta leggendo ad alta voce, quasi invadente, continua a profanare il libro della giovane, abbandonandosi a commenti, che non hanno nulla a che fare con le pozioni.

-I poeti maledetti scrivevano sotto l'influsso della verde fata, mmm.-

Si ritrae tornando eretto e per qualche attimo si perde nei suoi pensieri, alla mente sono affiorate mille poesie, ora deve metterle in ordine e stiparle nuovamente nell'archivio della memoria.

-Bhe, che era un libro l'avevo capito Signorina! Mi interessava sapere di cosa parlasse, ma ormai credo di poter dire, con una certa convinzione, che la materia interessata in quel libro è Pozioni. Il sedano di montagna e la fata verde, credo che possano esser trattati solo in quella materia.-

Risponde alla giovane, senza degnarla di uno sguardo, al momento è ancora occupato a riordinare i suoi strambi pensieri. Poi arriva la domanda. Piano si volta, sorridendo alla giovane.

-Ogni genere di storia signorina. Viaggi in mare; Patti con il Demonio; Bellezza Inaudito. Ma il mio repertorio contiene molto, molto altro, ad esempio, il suo libro mi ha fatto venire in mente una bella poesia, volete sentirla Signorina?-

*pure se non vuoi sentirla la dico lo stesso. Non c'è più spazio nella mia testa, devo esternarla al mondo... si, si.*

Si impettisce per qualche attimo, caccia un paio di colpi di tosse e prende a recitar la poesia.

-Uomo libero, sempre tu amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima.
Il tuo spirito non è abisso meno amaro-


Inizialmente sembra che la poesia venga narrata da un normalissimo uomo. Finché il magiattore non estrae la sua bacchetta, mentre parla tocca il suo cappello, quest'ultimo, come se si risvegliasse, prende a muoversi e da sotto la sua tesa esce il rumore delle onde.

-Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine;
tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.-


Il rumore delle onde si fa sempre più forte, il cantastorie prende a muoversi e per merito suo o per merito della magia, da l'idea dell'acqua in movimento, lui e il cappello stanno dando vita allo spettacolo.

-Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi;
mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.

E tuttavia sono innumerevoli secoli che vi combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate la carneficina e la morte, eterni lottatori, fratelli-


Il tutto si conclude, con il cilindro che si sposta per pochi secondi dalla testa del proprietario, alzandosi in avanti. Poi cala il silenzio, il cantastorie prende fiato, alza il capo al cielo coperto e con tranquillità prende posto vicino alla studentessa.

-Questo è uno dei miei classici spettacoli, spero vi sia piaciuto.-

Gli occhi continuano a scrutare le nubi, mentre si spaparanza quasi letteralmente sulla panca, incrocia le gambe grossolanamente, posa il cilindro tra queste e poggia i gomiti sullo schienale della panchina.




 
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view post Posted on 3/10/2011, 19:10
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Quel faccia a faccia col bel cilindro iniziava ad essere fastidioso, dovette spostare leggermente il busto all’indietro per non sbatterci il naso.
Non pensava che quel libro destasse così tanto interesse, ma forse più che al libro, il mago era interessato all’assenzio... aveva recitato la frase che pocanzi stava leggendo, non si stupì dal momento che era ben evidenziata sulla pagina del testo.
Ma non fu del tutto d’accordo con l’affermazione che l’uomo fece poco dopo


-Mi rendo conto che la mia risposta è stata poco appropriata, data l’evidenza, ma poteva anche trattarsi di un trattato di Erbologia, oppure una di quelle guide per la preparazione di intrugli alcolici fai da te-


Rispose con tono saccente, sebbene l’ultima tipologia di libri elencata non era il genere che preferiva, quelle guide casalinghe erano un vero e proprio spreco di galeoni, se proprio doveva spendere preferiva farlo per qualcosa di veramente utile.
Quel pensiero fu interrotto dalla voce del mago che, a quanto diceva, raccontava storie di tutti i tipi... la sua curiosità la portò a pensare


*chissà se sono storie vere o frutto della sua immaginazione... o del cappello*

-no, non...importa-


Disse nel tentativo di risparmiarsi la poesia, non era quello che le interessava e per giunta odiava le poesia, le trovava particolarmente noiose e questo si traduceva nel non capirle mai fino infondo. Ma ormai era partito a decantare versi. Interromperlo sarebbe stato da maleducati, per cui ascoltò, restando sorpresa quando udì il rumore delle onde del mare che facevano da sottofondo alle parole.


-Complimenti, devo ammettere che sa come intrattenere il suo pubblico-

Commentò sincera.

-Mi domando se anche il suo bel cilindro ha una storia, dove lo avete preso?-


 
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Bronco89
view post Posted on 5/10/2011, 18:39




Ascolta i complimenti fatti dalla giovane, quindi si gongola qualche attimo, finché la ragazza non parla del cappello. Alla fine, in ogni discorso si torna sempre sul cilindro. Piano torna ad alzarsi dalla panchina, usando solo le gambe, poi una volta in piedi, assume una strana posizione. Il piede destro ben saldato a terra, la gambe sinistra leggermente piegata, il busto ben eretto e il braccio sinistro alzato, inoltre la mano mancina è come se avesse qualcosa stretta fra le dita. In poche parole, ha assunto la posizione di un uomo in metropolitana, che effettua il suo viaggio, serrato all'appoggia mano. Il menestrello si diletta anche nei mimi.

-A molte persone interessa il mio Cilindro Signorina. Molti hanno detto che il suo comportamento è paragonabile a quello di un altro cappello, ben più famoso a Hogwarts.-

Il copricapo sussulta, non gli piace esser secondo a qualcuno.

-Ma comunque con questi preamboli non vi sto rispondendo. Quindi arriverò al punto. Si! Il qui presente cappello ha una storia o meglio una leggenda, non potrò mai sapere se quello che m'è stato detto sia vero o falso. Ho ereditato questo Cilindro dal mio tutore.-

Risponde ma restando ancora sul vago, nel mentre solleva la tesa del cilindro, portandosi quest'ultimo tra le mani. A prima vista è un normalissimo cilindro, senza contare il fatto che ogni tanto vibra e si muove. La mano destra vien infilata all'interno del copricapo, tornandone fuori con un sigaro "acceso". il musico posiziona la foglia arrotolata di tabacco tra i denti e torna a sedersi, reggendo ancora il cappello tra le mani.

-Posso confermare che questo copricapo è la mia musa!-

 
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view post Posted on 9/10/2011, 15:02
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Quell’uomo aveva degli atteggiamenti molto teatrali, faticava a comprendere quando autentiche fossero le sue risposte. In alcuni momenti era anche buffo, come in quella posizione plastica, con il braccio alzato.
C’era un unico cappello ad Hogwarts, il Cappello Parlante e, per certi versi, forse era vero che i due copricapo si somigliassero , anche il capello parlante era solito cantare versi in rima o canzoni per allietare gli studenti prima dello smistamento. Eppure quel cilindro non parlava, quindi era intriso di una magia diversa.
Era stato definito musa, dal suo padrone. Sorrise


-Quindi quello che fate non è opera vostra, ma del vostro cappello-

Conclusione azzardata ma più che sensata, dal suo punto di vista. Da quel che aveva visto e capito, lo spettacolo al quale aveva appena assistito era opera del cilindro che si era avvalso dell’uomo e non viceversa, come ad una prima impressione poteva sembrare...

-Devo ritirare i miei complimenti nei suoi riguardi per rivolgerli altrove?-

Disse ironica... poteva sembrare una provocazione, ed in effetti lo era

 
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Bronco89
view post Posted on 10/10/2011, 20:14




Giocherella con il Cilindro, facendoselo rigirare tra le mani. Lo sguardo è assente, probabilmente immerso in qualche strano pensiero. Poi giungono le parole della ragazza, scuote un pò il capo, molte volte s'è ritrovato a parlare di questo punto.

-Come vi ho detto è la mia musa! Un qualsiasi artista, nella sua vita, riuscirà a compiere il frutto della sua ispirazione solo la metà delle volte. Io con una musa del genere posso concludere tutto quello che mi passa per la testa.-

Lascia il cappello sulla panchina e piano si alza, aggiustandosi le vesti e allungando gli occhi al cielo coperto, sospira, come se un improvviso alone di malinconia l'abbia travolto. La provocazione non lo colpisce in pieno, ma lo prende di liscio, forse anche all'improvvisa malinconia che gli è salita.

-Fate pure i vostri complimenti al Cilindro, lui apprezzerà. Ma non è tutto opera sua, non vivo in funzione del cappello signorina!-

Torna vicino al cilindro e infila una mano nel suo interno, estrae cinque gessetti colorati, uno bianco, uno nero e tre di varie tonalità di blu. Si porta a dovuta distanza dalla panchina e s'inginocchia, con la punta della bacchetta tocca tutti i gessetti colorati e dopo aver posato il legno, prende a disegnare. Ancora non si può capire a cosa abbia deciso di dar vita. Mentre sta a quattro zampe per il viale, distrattamente comincia a parlare

-posso ipotizzar che anche voi siete una studentessa di Hogwarts?!-

 
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view post Posted on 17/10/2011, 19:47
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La sua provocazione non sortì l’effetto voluto, era mirata a conoscere un po’ più l’uomo e meno l’artista. Si voltò a guardare il cappello, non aveva la minima intenzione di mettersi a discutere con un indumento, seppur magico. Era invece interessata ai gessetti colorati che ne uscirono

*chissà se c’è anche un coniglio*

Piegò il busto leggermente in avanti, incrociando le braccia su libro che ormai aveva perso qualsiasi attrattiva, semmai l’aveva avuta quel giorno. Era curiosa di capire cosa voleva fare il mago con quei gessetti.
Corrugò leggermente la fronte nel sentire l’ultima domanda. Aveva usato l’espressione “anche voi” cosa che le fece pensare che non era la prima studentessa con cui si intratteneva. Un flashback le riportò alla mente la sera del ballo scolastico...in quella occasione aveva visto un imbucato che discuteva con una studentessa di Serpeverde; che fosse lui? Non riusciva a ricordare.


-Si, frequento Hogwarts-

Rispose piegando la testa di lato, più del dovuto, per cercare di capire cosa stesse disegnando

-E lei? Oltre a fare l’artista di strada ha un’altra occupazione, più...redditizia?-

Stava per dire seria, ma si corresse appena in tempo, non voleva sembrare scortese




Scusa il ritardo
 
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Bronco89
view post Posted on 20/10/2011, 19:27




La destrorsa si muove veloce, lasciando il gesso colorato sulla pavimentazione. Un profondo sfondo azzurro e macchie bianche tutte intorno. Ancora però il disegno non ha preso vita, resta in silenzio a sgrattuggiare con la punta dei gessetti, che si sgretolano creando un particolare rumore.

-Ipotesi corretta!-

Esclama, tornando ad occuparsi delle macchie bianche del disegno. Soddisfatto che le sue teorie siano giuste, torna completamente ad ignorare la studentessa. Come un vecchio borbotta, facendo commenti sul disegno e imprecando sul cattivo tempo, sperando che non venga a piovere. Il capolavoro prende sempre di più vita, quello che il Magiattore sta disegnando è uno specchio d'acqua, contornato da lastre di ghiaccio.

-Io!? Diciamo che per tutta la vita ho fatto l'artista, ogni tanto mi occupavo anche di commercio, ma ormai mi son dato alla strada. Ed almeno per il momento, continuerò per questa via! Anche se ad esser sinceri, mi manca la mia vecchia routine.-

Dice il vero, amava truffare la gente, si divertiva a fare commerci illegali e a passar oggetti maledetti ai babbani, loro e la voglia di scoprire l'esoterico, era facile far soldi. Nel rispondere alla giovine è passato alle ombreggiature del disegno, quasi lo specchio d'acqua sembra reale.

-Comunque signorina... fare l'artista di strada non è una brutta cosa. Si conosce gente, si lascia libera l'ispirazione e si scoprono posti nuovi....-

Ogni tanto da un tocchettino di gesso, per completare qualche particolare, alza la testa al cielo, ormai completamente coperto. La pioggia cadrà a breve.

 
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view post Posted on 27/10/2011, 17:36
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Stava disegnando un cielo azzurro con nuvole bianche...
no, non erano nuvole, e quello non poteva essere un cielo.
Piegò ancora la testa per osservare da un’angolazione diversa, era un laghetto ghiacciato.


-Sembra divertente-

Commentò, vivere di arte poteva essere divertente, sempre in viaggio a fare quello che si vuole...
senza una meta, senza un posto da chiamare casa, senza affetti.

-Ma a lungo andare deve essere triste. È vero che si conosce un sacco di gente, ma rimangono conoscenze superficiali. Se una persona non mette radici non può dire di aver vissuto realmente-

Credeva in ciò che diceva; se non si creano legami profondi con le persone, queste non si ricorderanno mai di noi. In alternativa si possono fare gesti eclatanti, nel tentativo di diventare famosi,
ma senza affetti non si è comunque nessuno.
Una piccola goccia di pioggia lasciò la nuvola alta nel cielo, depositandosi sul legno della panchina. Stava iniziando a piovere.

-Non credo che questo bel disegno durerà a lungo-

La pioggia avrebbe lavato via il gesso.

 
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Bronco89
view post Posted on 16/11/2011, 14:20






Ormai il suo disegno era ultimato. Un laghetto ghiacciato, con varie lastre che vagano alla deriva, al centro una bella pinna caudale. Un bel lavoretto, classico opera di un artista di strada. Il musico si siede al centro del disegno ed alza il capo, attendendo impaziente la pioggia.

-Avete ragione signorina... L'andare avanti e indietro, il non stare mai fermo in posto, non sempre è piacevole. Più volte ho pensato a fermarmi in una delle tante città che ho visitato e metterci radici. Ma puntualmente cadevo nella noia, la routine mi attanagliava, avevo bisogno di avventure e di arte, di vedere volti nuovi. Quindi ripartivo. Molte città che ho visitato meritano di esser riviste...-

*mmm*

per un attimo corruga la fronte, probabilmente sta rimembrando qualche evento passato.

-ma in alcune non ci posso più tornare...-

Scuote il capo, dissipando ogni suo pensiero, ormai è rinchiuso nel mondo magico, non può più vagare a suo piacimento. Deve arrendersi alla routine. Ed ecco che sulla sua testolina cade una goccia, un sorriso si apre sul suo viso segnato. La piccola pralina d'acqua scivola tra i capelli, cola sulla guancia destra e poi si disperde nell'incolta barba. Torna in piedi, si appropria nuovamente del cilindro e nasconde i gessetti nella tasca del pantalone.

-...mi piace la pioggia...-

Esclama con un filo di voce, nel mentre il disegno sembra prender vita non appena le goccioline di pioggia lo toccano. Il lago d'acqua comincia a vibrare, formando cerchi concentrici in corrispondenza delle goccioline, le lastre di ghiaccio prendo a galleggiare e la pinna caudale rumorosamente sbatte sparisce nel nulla. Non curante della pioggia il Menestrello resta lì, le mani nelle tasche, il cilindro abbassato sul volto e il sigaro tra le labbra... da dove abbia cacciato quella foglia di tabacco nessuno lo sa!



scusami per il ritardo ç_ç
 
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view post Posted on 30/11/2011, 13:09
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Era uno spirito libero, la routine lo annoiava, ma il continuo spostarsi di luogo in luogo, a lungo andare non era forse una forma di routine?
Cosa si prova a viaggiare in continuazione senza mettere radici; conoscere posti nuovi, gente nuova e lasciare tutto prima di ambientarsi veramente, prima di fare propria una città e la gente che la vive... e partire e ricominciare da capo. Solo chi ha qualcosa da nascondere e nulla da perdere può accettare di vivere un’esistenza simile.
Una goccia di pioggia le cadde tra i capelli, sollevò la testa verso il cielo riuscendo a stento a tenere gli occhi aperti mentre altre goccioline si posarono sulle guance scivolando verso il mento.
Le era sempre piaciuta la pioggia, ma in quel momento le dava un senso di malinconia... la vita che quell’uomo aveva scelto di vivere era la stessa che i suoi genitori erano stati costretti a scegliere, per motivi diversi, certo, ma il principio era lo stesso: spostarsi in continuazione, vivere alla giornata, senza avere amici o un posto da poter chiamare casa.
Forse era per questo che era incuriosita ed infastidita allo stesso tempo, da quello stile di vita così irregolare.
Tornò a guardare il dipinto, aspettando che si sciogliesse da un momento all’altro, che i colori si mescolassero tra di loro formando macchie informi. Ma non fu così, il disegno aveva preso vita, era molto bello da guardare.


-È veramente bravo-

La pioggia era fitta e fredda sulla pelle, si stava bagnando tutti i capelli. Richiuse il libro mettendolo a riparo sotto il mantello, per non rovinarlo e si alzò dalla panchina.

-È stato un piacere conversare con lei, signore. Mi dispiace ma devo proprio andare, o passerò la prossima settimana in infermeria-

 
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