~» Chiacchierata davanti a un The

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Draghinar
view post Posted on 10/12/2011, 22:12




Era un normale pomeriggio d'inverno e Ayumo si stava recando dal professore Ignotus Albus E. Peverell ovvero insegnante di Storia della Magia e gran scrittore, aveva potuto scorgere in diverse occasione alcuni dei suoi libri.
Voleva andare a fare la sua conoscenza e chiedergli alcune informazioni in merito alle sue lezioni e soprattutto perché voleva approfondire l'argomento si Tosca Tassorosso, la strega che creò la sua casata.
A quanto pareva anche il famosissimo Cappello Parlante considerava la casa dei Tassorosso quella in cui abitavano maghi senza qualità, ma questo non le dava fastidio anzi secondo lei non era vero ma di questo voleva parlarne con il professore.
Arrivò al primo piano senza perdersi sulle scale che erano molto dispettose e si ritrovò davanti alla grande porta dell'ufficio.
Sorrise e bussò, il rumore echeggiò nel corridoi per qualche minuto, il silenzio però tornò come prima.
Penso alle voci che giravano in Salacomune, si diceva che il signor Ignotus preparasse uno dei migliori the presenti nel castello e si scherzava sopra molte volte perché i giovani credevano che era avvelenato.
Alla giovane piaceva Storia della Magia, era una materia che per lei aveva un significato speciale, perché per lei scoprire le sue origini era importantissimo e in lei creava una curiosità immensa.
Aspettò la risposta.. mentre i suoi occhi scrutavano l'immenso corridoio, le finestre che erano assenti nei bui e freddi sotterranei, erano veramente immense e imponenti, ma la vista che si poteva godere da quest'ultime era spettacolare.
I suoi pensieri andarono alle Salecomuni dei Corvonero e Grifondoro che ogni sera potevano guardare il cielo stellato e goderne le meraviglie, mentre lei invece se ne doveva stare da sola tra quelle mura che trasmettevano un calore particolare, ma che a lei non bastava.
Voleva parlare del professore anche di una scelta che avrebbe intrapreso l'anno dopo, quella di diventare un Animagus, dovuta ad uno strano sogno.

 
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view post Posted on 10/12/2011, 22:34
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Era stata una lezione tranquilla, i giovani del I Anno erano ancora alle prime armi, ma del resto non poteva pretendere poi molto. Erano per l'appunto solo alle prime armi. Di domande non ce n'erano state, e dopo una meticolosa compilazione delle scartoffie, e del registro se n'era tornato nel suo ufficio. Poche cose da rivedere, una pagina da trovare, ed ecco che era già tempo di riprendere. Una perenne corsa contro il tempo.
La bella fenice assisteva divertita, facendo risuonare il suo canto in risposta. Trilli di poche note. Iniziò a girare intorno alla scrivania, combattuto tra le molte cose che doveva fare, prendere il libro, lasciare il Mantello, una carezza alla bella compagna, una piuma... troppe cose! Al terzo giro, slacciò il lungo mantello, tenendo solo la lunga veste color prugna, e si sedette. Sprofondando lentamente nella seta della comoda poltrona, solo un attimo, solo un attimo, solo un attimo...
E qualcosa di inaspettato. Qualcuno bussava alla sua porta.


Avanti.

Ecco, un ulteriore problema? Un qualche dramma.
Possibile che non vi fosse mai un momento di pace?
Doveva darsi un contegno! Per Diana, nemmeno avesse tre Anni.
Tornò ritto come un fuso, attendendo che l'ospite si palesasse.
Quale dramma?


 
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Draghinar
view post Posted on 11/12/2011, 00:30




Ayumo sentì la profonda voce del professore darle il permesso di entrare nell'ufficio.
La piccola aprì la grande porta e si presentò lì davanti, era molto timida quando si presentava davanti a un professore, soprattutto quando probabilmente stava creando del disturbo.
Sorrise e fece un passo, pian piano nella sua mente volò qualche parola, le mise in fila anche se con difficoltà e proferì parola di nuovo in fondo doveva dare una motivazione di quella visita improvvisa.
Notò il colore un po' particolare dell'abito che indossava l'uomo di fronte a lei, era un bellissimo color prugna che colpì la giovane in modo positivo, le piaceva molto, oltre a quello vide la stupenda Fenice che ornava la stanza, animale molto difficile da addomesticare assai raro ma incantevole nella sua forma, non immaginava di trovare un tale splendore.
Sorrise e poi con voce fievole spiegò la situazione.

~» Mi scusi se la disturbo professor Ignotus, ma ho bisogno di chiederle delle informazioni riguardanti la mia casa e vorrei chiederle alcuni consigli in merito a un argomento molto profondo «~

Le parole che uscirono dalla bocca giovanile erano chiare, aveva bisogno di qualche consiglio e di alcune informazioni.
La sua curiosità e la strana voglia di essere laboriosi che distinguevano i Tassorosso dalle altre case erano comunque grandissime.
Aveva sempre avuto un rispetto per tutte le case, che per lei erano tutte uguali, favolose e particolari, diverse ma uguali
Aspettò la risposta del professore, intanto i suoi occhi continuavano a guardare il maestoso animale color rosso fuoco, che riusciva a catturare completamente l'attenzione della giovane.
Era veramente bellissima, meglio delle foto che aveva visto in qualche a casa sua, aveva avuto la possibilità di vederla con i suoi occhi davanti a lei.

 
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view post Posted on 12/12/2011, 19:42
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Il tempo del chiudersi della porta, ed ecco scorgere una minuscola studentessa, sicuramente del I Anno, vagamente disorientata, in cerca di qualcosa. Sarebbe stata una faccenda terribilmente lunga, e magari anche complessa? Non lo credeva. Sorrise allegro, osservandola, continuando mentalmente a sfogliare rapido un libro, cercando con lo sguardo un secondo. Troppe cose da fare, troppo poco tempo per farle. Era una maledizione comune, molti ne erano afflitti, pochi potevano farvi fronte.
Aveva dei compiti, delle responsabilità, ne pagava ogni giorno le conseguenze.
La giovane, era sicuramente reduce dalla sua lezione, o magari dai compiti, l'aveva spesso scorta tra la folla di reclute, era una delle sue in fondo, Tassorosso, la divisa non osava smentirlo nemmeno. Ed era nel Profeta, da diverso tempo, che fosse forse anche giunto il tempo di fare un salto di qualità? Una giovane Tassorosso, in cerca almeno per una volta non di sostegno e conforto, ma di conoscenza. Una piacevole variante, che non la solita tiritera?
Tutto poteva ancora essere.
In fondo la conosceva, almeno di vista.


Prego signorina Vanille, si accomodi. Magari posso fare qualcosa...
Le poltrone non mordono, e son tutto, o quasi, per lei.
Ad ogni modo, posso offrirle qualcosa?
Il The assicuro non essere avvelenato, benchè lo si senta dire...


Sorrise, benevolo alla giovane. Le notizie diffuse eran quasi sempre menzognere.
Ma poteva farvi poco. Lui adorava bere The, era un tratto distintivo.
Un po' come la "R" estremamente liquida, l'inflessione scozzese, e normanna, le strane sfumature che conferiva alle parole, e la lunga cantilena cadenzata che le parole andavano formando dialogando. Era un vecchio Docente, di quelli che ormai restavano solo nei libri.
Eppure, era ancora lì.


Magari in coda parliamo anche del Profeta, giusto per fare le cose per bene... Xd
 
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Draghinar
view post Posted on 12/12/2011, 22:42




Ayumo guardò il professore che dopo averla scrutata attentamente e aver individuato il volto le diede il permesso di accomodarsi, lei accettò volentieri e con passi incerti e poco rumorosi si diresse verso la poltrona dove si sedette.
Sorrise, non sapeva esattamente come comportarsi, il signor Ignotus gentilmente le offrì un The.
Ci pensò un attimo, non perché non le piaceva il The, ma perché si era persa nel suoi ricordi, stranamente lo faceva spesso e si ritrovava a passare alcuni minuti immersa nella sua testa e non faceva caso alle persone che le facevano compagnia, per fortuna quella volta lo strano effetto durò solo qualche attimo e poi la bocca della giovane Tassorosso andò di nuovo a proferire parola.

~» Certamente.
Accetto volentieri. Mi piace bere in compagnia, soprattutto quando si tratta di gustare una bevanda che mi piace assai come il The.
Comunque non credo a ciò che si dice in giro, perché come ragazza e giornalista so che devo accertarmene con i miei stessi occhi e non fidarmi di qualche diceria messa in giro per burlarsi di qualcuno «~


Andò a osservare di nuovo l'animale che faceva da ornamento alla stanza per poi pensare alle domande da fare al Professore, soprattutto come impostarle.
Più che domande erano semplici curiosità per approfondire la sua conoscenza, non era lì però solo per questo infatti voleva anche chieder consiglio riguardo ad un argomento molto delicato che era quello di uno strano sogno in merito all'argomento Animagus.
Passò un minuto e la sua voce riprese ad espandersi per la stanza, anche se teneva un tono fievole e basso a causa dell'innata timidezza che nasceva dentro di lei quando era in presenza di persone adulte e sagge.

~» Volevo chiederle alcune curiosità riguardo la casa a cui appartengo e di cui lei e Capocasata.
Ecco, a quanto pare anche il nostro amato Cappello Parlante tende a dire che la nostra è una casa priva di qualità e che racchiude solo i ragazzi scartati dalle altre tre.
Secondo me il sottoscritto cappello erra, perché noi non siamo alunni senza qualità bensì abbiamo le tutte e le qualità delle altre case solo in dose minore e possiamo raggiungere il livello degli altri sforzandoci.
Secondo me è anche più giusto, perché quando qualcosa si ottiene con fatica e sudore si ha anche una certa soddisfazione nell'averla ottenuta.
Per caso sbaglio in questa mia affermazione? «~


Ayumo aveva dato prova di aver studiato notevolmente sulla lezione di Storia della Magia, infatti era andata diverse volte in biblioteca per consultare i grandi libri che amava tanto
Aveva letto e riletto molte volte i grandi tomi e ne aveva consultati diversi per mettere a confronto le idee, aveva cercato la storia dei primi anni ad Hogwarts e di ciò che il capello aveva detto sulle case, arrabbiandosi anche per l'affermazione poco gentile da parte sua verso la casata della nobile strega Tosca Tassorosso

 
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view post Posted on 14/12/2011, 10:32
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Un'aria, sorpresa? Che non sapesse di quella sedicente fama di avvelenatore professionista, poteva anche darsi, ma che non vi credesse? La Abyss lo invidiava profondamente, ne era quasi certamente certo, ma non avevano ancora avuto modo di dibatterne, bene o male che fosse non si erano più incrociati, che fosse un caso? Che in buona sostanza lo stesse evitando? Avrebbe scambiato volentieri quattro chiacchiere, anche su qualcuno dei suoi peccaminosi studenti... Ma non era proprio il momento più consono per pensarci. Qualcosa bolliva in pentola, lo si capiva al volo dalle parole pesate, quasi studiate della giovane. Si era preparata la parte, quanto ci aveva riflettuto? Ormai chiedere di parlare di quanto realmente era necessario fare, discutere, esplorare e comprendere la Storia appariva come un atto mistico, degno di un qualche Outsider, un primo nuovo germe di Ubris, che li avrebbe tutti contaminati. Pazzesco? Certo, forse inaspettato, Hogwarts stava cambiando, e nessuno poteva farvi molto, il Mondo stava cambiando, ed era tramontata da un pezzo la sua era. Si ostinava ancora, forse per senso del dovere, forse per capriccio. Si ostinava a negare di essere così vecchio, circondarsi di fanciulli per certi versi aiutava, immerso, ma estremamente distante. Dentro, ma fuori. Conscio, ma inconscio. Dove stava l'equilibrio? C'era ancora un qualche equilibrio?
Sorrise, aveva accettato il The, che non poteva essere un Male, ed ovviamente c'era un problema, con tanto di preambolo! Che dovesse lentamente rimuovere quanto aveva già in programma?
Apparvero due tazzine, nel mezzo della scrivania, ed una teiera fumante.
Erano pronti.
Era iniziata.
Il Cappello? No, erano andati più indietro, ancora più indietro. Agli albori, erano tornati nel Medioevo, in cerca di risposte, risposte che in effetti non avevano, o forse sì? Certo, si rivolgeva a lui, che poteva benissimo, almeno per lei, risalire direttamente all'epoca del Cappello, quanto era improbabile che fosse veramente così? Quindi, il problema che andava delineandosi era di esclusione, minoranza, che si sentisse esclusa? In fondo se Tosca accoglieva i rimanenti, che poteva significare? La Sorte era segnata, disgrazia, e penitenza? O Forse c'era altro che si annidava in profondità, lontano dall'umana comprensione, lontano da quel rastrello che cercava si sondare le profondità del Mare Oceano? Quanto era andato perduto? Quanto era rimasto? Avevano davvero soltanto le doti degli altri, in quantità minore, ma tali da poter essere affinate con uno sforzo intellettivo notevole?
Tornò a sorridere, divertito, pensieroso. Che volesse una risposta?
Ma qual era la vera domanda?


Qualche minuto ed il The sarà pronto...
Venendo a noi, invece, lei cerca risposte, ma forse non ha ancora compreso davvero le domande. E per quanto potrà suonarle strano, o scontato, per avere una vera risposta, prima va trovata una vera domanda. Ovvio, certo, ma non scontato.
Quindi le chiederò io, che opinione se n'è fatta lei?
Ed ancora più importante, perchè?
Da diverso tempo che sono in questo Castello, mai ho sentito il Cappello essere così chiaro, e preciso a riguardo. E' davvero sicura di quanto va affermando? Indipendentemente dalle conclusioni, che possono essere giuste, o sbagliate, il problema della nostra analisi, è ancora più a monte, nelle ipotesi!
Senza avere delle salde ipotesi da cui partire, per esplorare nuove dimensioni della conoscenza, e del Sapere, è abbastanza periglioso, nonchè inutile faticare per il resto. Lei vorrebbe costruire un Castello, partendo dal tetto, banalmente.


Qual era la vera cagion d'essere alla base della diatriba?
Frutto del caso? Frutto di cosa? E perchè?
Tornò a contatto dello schienale, rilassato, e tranquillo.
Un sorriso divertito, tra le volute di vapore frapposte, sprigionate dalla grande teiera, giapponese con ogni probabilità. Sarebbero venuti a capo del problema? O la vera risposta era ormai andata smarrita nei vortici del Tempo?
Che il più Saggio lo sapesse?
E chi era quel Saggio?


 
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Draghinar
view post Posted on 27/12/2011, 23:23




Mi scuso per il ritardo... ma la febbre e le feste mi hanno ucciso XD


La giovane Tassorosso ascoltò le sagge parole del suo Capocasa che le stava attentamente spiegando che le sue ipotesi erano sbagliate e che quindi non avrebbe mai potuto trovare soluzione alla sua tesi con esse.
La ragazza sapeva che i libri potevano errare eppure non solo uno riportava una parte della canzone del Cappello Parlante che riguardava i primi smistamenti fatti proprio dai fondatori essa infatti dice che Tassorosso non sceglieva i suoi studenti, ma prendeva soltanto quelli che venivano scartati dalle altre case e gli insegnava ciò che sapeva.
Era sbagliato considerare quella frase come un insulto o una presa in giro da parte del celeberrimo Cappello??
Beh allora era vero... non potevano discutere del fatto che la propria casa veniva sminuita in continuazione anche se aveva dimostrato di essere un gran casa se proprio la frase più celebre, che decantava le poche abilità che avevano gli alunni di Tosca, era falsa.


~» Ammetto che non sono sicura si ciò che i libri mi portano sempre come esempio, ma in più di un libro c'è scritto che nella famosa poesia del Cappello lui dica che Tosca Tassorosso non sceglieva i propri alunni ma prendeva con sé quelli scartati dalle altre case, con questa frase si fa intendere che tutti coloro che finiscono in Tassorosso sono senza abilità.
Ammetto che se ciò che lei ha detto si rivelasse vera, ovvero che le fondamenta dei miei pensieri fossero errate anche le idee stesse costruite su di esse cadrebbero, però non posso far a meno di chiederle il perché di un'affermazione simile da parte del Cappello Parlante.
In fondo noi non dimostriamo grandi abilità, ma non per questo ci basiamo solo su ciò che ci insegnano, infatti Tassorosso ha vinto molte volta la Coppa delle case grazie all'impegno dimostrato nello studio e ha fatto vedere che una possiamo superare anche i Corvonero abili intellettuali con il solo sforzo eppure molte volte veniamo tacciati come nullità, io stessa ammetto di aver affrontato diverse persone che non solo hanno osato insultarmi a causa della mia casata, ma hanno usato insultare il nome di una grande strega potente uguale agli altri fondatori.
Anche se avessi l'occasione di tornare indietro nel tempo e di cambiare ciò che è avvenuto al mio smistamento non lo farei, perché io adoro la mia nobile casa e non sopporto che venga insultata ecco perché mi chiedo da dove nascono queste calunnie che ci perseguitano. «~


Ayumo era soddisfatta del discorso che aveva fatto ed aspettava impaziente la risposta del professore e il suo nobile The.
Poco prima aveva detto di non credere alle voci che giravano per il castello, infatti era così lei non credeva alle voci ma aveva anche avuto l'occasione di andare a consultare i libri della scuola dove era scritta la canzone del Cappello di Godric Grifondoro e le parole che in qualche modo andavano a ferire l'animo di ogni Tassorosso, cosa avevano fatto per meritarsi di essere giudicati senza abilità.
Lei amava la sua casa ed era per quello che non voleva che l'impressione negativa di chi la disprezzava poteva andare a incidere sull'opinione dei nuovi studenti e poi anche lei era stata ferita nell'orgoglio da quelle frasi ripugnanti perché anche se i fatti erano evidenti le parole avevano la meglio e in un certo modo le dava fastidio.
Aspettava il The che amava tanto, un bevanda limpida e pura che però aveva perso importanza col tempo, come le parole che però quando non avevano veramente nessun fondamento acquistavano un potere spaventoso.

*Tutto questo discorso per poi passare ad alcune mie scelte, importanti o no ho bisogno di sapere quali rischio corro nel volere affrontare un percorso difficile come quello che voglio scegliere.*

 
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view post Posted on 7/1/2012, 23:12
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Per quanto la faccenda fosse e volesse essere terribilmente seria, tutto stava andando al proprio posto, i pezzi sempre più chiari e comprensibili del rompicapo si andavano intersecando, ricomponendo, nulla era andato perduto, solo trasformato. In realtà il problema, il punto essenziale era proprio nella reticenza dimostrata nel voler affrontare la verità, per quanto non potesse e dovesse suonar molto bene, la questione era quanto di più materiale, ed imminente, non inseguivano un qualche Bene Superiore, forse non fingevano nemmeno di volerlo tanto fare. Semplicemente era così, la conoscenza era ancora ben lungi dall'essere scalfitta, il problema era lì, ora, in quel momento. Non domani, o ieri, e non era nemmeno un qualcosa di intellettualmente oppressivo, era qualcosa di emotivo, sentimentale, caldo e freddo, dolce ed amaro. Essere finiti a Tassorosso, poteva in fondo dimostrarsi una maledizione? E da chi non andare se non dal Capocasa? Il problema era alla base, al Cappello, forse prima, la giovane aveva già scelto in cuor suo, o almeno ne era stata così convinta, che il Cappello si era semplicemente divertito a rovinare la festa, aveva battuto un colpo, urlando al mondo chi in realtà detenesse ancora il vero Potere, quel lontano parente dell'antico Potere di Ban, germanico e carolingio. Il Cappello comandava, ancor più del Preside, ed all'inizio di ogni anno era chiamato ad esercitare il suo diritto di veto, vita o morte su chiunque varcasse la sacra soglia del tempio. Eppure prima di conoscere, e capire, era necessario apprezzare, senza l'accettazione non vi sarebbe mai stato un sincero seguito, il processo si sarebbe interrotto, tranciato brutalmente dalla mano impietosa della sorte. Era destino che finisse così? O qualcosa poteva essere fatto?
Che in fondo il problema venisse da ancora prima, che fosse alla radice stessa dell'essere della giovane? Che fosse semplice mancata autostima? Per quanto sottovalutato spesso, in lungo ed in largo, Hogwarts non era così immediato che divenisse alla stessa velocità per tutti, quello che infine si mostrava essere realmente. Hogwarts era una nuova dimensione, nuove regole, un microcosmo, una parentesi felice, fiabesca. Era quanto di più vicino e simile all'Antico Apprendistato, sette erano gli Anni, un caso? Tutto si imperniava lì, il passo era lungo, dispendioso, se vissuto realmente. Certo, si potevano anche passare sette anni a guardare gli alberi, e le pietre, molto sarebbe cambiato, ma poco sarebbe importato. In fondo anche quella era una scelta. Come anche non era detto che tutto fosse così chiaro, e semplice. Il Cappello decideva, sentenziava, non diceva, qualcosa di più che definitivo, ma inargomentato, materia inerte, sibillina, perchè, o perchè no non era certo dato saperlo. Era semplicemente così, prendere, o prendere ancora. Il Cappello istituiva il primo contratto magico, unico, vero, e potente che avrebbe accompagnato l'Apprendista per la sua intera esistenza. Le tradizioni erano cambiate, i tempi anche, ma il significato restava immutato, solo sepolto da anni di fandonie, e chiacchiere.
Si sentiva davvero uno scarto?
Lentamente si stava diffondendo un insistente, e delicato sapore di The nell'aria. Sapeva di spezie, di Oriente, un aroma curioso, piacevole all'olfatto, insistente, ma aggraziato. Pesco, cannella, miele? Possibile? Foglie affumicate, o stufate, ben stagionate, ormai ridotte in polvere, strette nella morsa del piccolo galleggiante d'argento, all'interno della teiera. Si poteva immaginare il colorarsi lento ma inesorabile dell'acqua calda, ma non troppo, un liquido tra l'arancio, ed il rossastro, presumibilmente. Era tempo? Tempo di The?
Con pochi movimenti esperti, e precisi, versò una prima tazza di The, la più vicina alla giovane, ed una seconda, dall'altro lato, poco distante. Due mezze tazze, non troppo grandi, delicate, di ceramica blu e bianca, le volute delle nuvole, quasi aliti di Zefiro, ed il ramo di un ciliegio, in fiore. Minuscole sfumature rosate, i petali trascinati dal vento. Una tazzina da The, una Storia, l'Oriente aveva qualcosa di misterioso ed intrigante, insito nella sua stessa esistenza.
Sorrise, tornando a cercare lo sguardo della giovane, smarrita nella nebbia.


Mia cara signorina, il The è servito, e penso possa aiutare...
Quanto alla faccenda, benchè complessa, la soluzione non è poi così intangibile, e lontana. Però è essenziale prima accettare, e poi iniziare a capire, senza l'una, l'altra risulterà essere inutile, quasi di troppo. Come voler insegnare ad un cavallo a volare, lo ritiene possibile? Prima il cavallo sarà convinto di essere un cavallo, prima inizierà realmente a vivere...
Per certi versi, dovrebbe iniziare a pensare di dover ascoltare di meno in certi frangenti, ed a parlare di più in altri, se capisce cosa intendo. I testi non dicono tutto, spesso l'essenziale è invisibile agli occhi, dovrebbe leggere meno, o dare meno peso a quanto sente credendo che in realtà non ne abbia. Ma anche per questo non è ancora tempo...
Vede, in realtà il Cappello non mette mai nulla sul piano più banale per cui potrebbe essere interpretato, è un'entità magica di primaria importanza, ed estremo valore, è l'aquilifero di quello che fu un nuovo modo di vivere, e comprendere la Magia, a suo tempo, che ancora oggi vive. In realtà è quanto noi decidiamo di fare della nostra esistenza, a fare il più delle volte la differenza, siamo liberi di scegliere, il Cappello è chiamato a volte a confermare le nostre scelte, altre a rivelarne di vere, spezzando la tenebra che sino ad allora ci aveva ammaliato, ed annebbiato i sensi.
Il Cappello Parlante crea un contratto magico vincolante nel momento stesso dello Smistamento, un tempo anche un'altra importante cerimonia era rimandata a dopo lo Smistamento, per motivi che può facilmente comprendere, ha una mezza idea di cosa stia parlando?
Del resto, per comprendere a fondo l'unicità di quanto sia stato creato, e plasmato dal nulla un millennio fa, in queste terre, andrebbero comprese le varie nature delle relazioni umane, oltre alle leggende, i Fondatori erano persone, che diedero però luce ad un sodalizio unico nella Storia della Magia! E magari ha anche già compreso il perchè?


Il gioco era iniziato, quando sarebbe finito?
La fenice a tratti seguiva la conversazione, per altri sbadigliava sommessamente, dopo tanti anni doveva averne piene le piume anche lei. Eppure era ancora lì, una relazione più profonda, e di significato di quanto non fosse lecito aspettarsi. Non c'era mai nulla di facile...

 
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7 replies since 10/12/2011, 22:12   86 views
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