La Rapina, Quest n. 3

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versus zero
view post Posted on 1/8/2015, 19:50






15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda () - Outfit
Dopo l'attenta osservazione aveva capito chi aveva davanti, non che la conoscesse poi molto. Non sembrava aver fatto caso alla sua presenza, era impegnata o fingeva di non vederla?
Prima che potesse decidere se palesarsi o levarsi di torno, un piedone dalla faccia brufolosa apparve dal nulla avvicinandosi con la velocità di un ghepardo.
C'erano i ghepardi? Forse tra gli animali babbani sì... concentrati su chi ti sta parlando.
Che ci faceva lei lì? Non lo sapeva, o meglio, era in quel posto a causa di sua madre ma ovviamente non lo andava a dire a lui, che gliene importava.
Gli occhi le caddero sul cartellino, messo in mostra come le spille da Prefetto o Caposcuola, nemmeno fosse una medaglia al valore. Un addetto alla sicurezza? Se c'era un tipo losco perché il posto non era stato chiuso?
Era come urlare: “Ehi! Perché state in questo ristorante? C'è una fuga di gas!” Insomma, nessun senso, se lasci gli ingressi aperti.
Glielo avrebbe fatto notare se non fosse impazzito di colpo. Magari era già pazzo, forse era solo tocco. Sì, decisamente la seconda opzione.
Abbassò infastidita lo sguardo su quella presa, tirando leggermente il braccio per vedere se era solo uno spiripicchio o stava facendo sul serio.
Sembrava veramente uno di quei complottari che pensavano che dietro ai politici ci fossero rettili alieni, come si chiamavano? Quella roba da film dell'orrore che guardava spesso alla TV col padre durante le vacanze. Rappettiliani, retticosi. Terra chiama Versus, cosa te ne frega di quelle cose, la tua “amicona” ti sta accusando.
Dopo aver palesato di non gradire quella presa con una non molto velata minaccia, la bella dagli occhioni viola sembrava volerla dare in pasto al bigfoot dalla faccia chiazzata. Una nuova razza, magari aveva un recinto tutto suo.
Una persona normale si sarebbe difesa da quelle accuse palesandone l'assurdità. Un giubbotto non faceva il mago, giusto? La bamboccia però prese la cosa come un gioco, una sfida a “indovina chi... ti prende per il sedere”.

Tra le due, sei quella che viaggia più leggera... come i ladri. Non trova, signore?
Uno sguardo d'intesa con il tizio rincitrullito e uno di sfida alla rossa. Idiota, non è una gara a chi la spara più grossa, si vuole solo liberare di entrambi, no? No. Figurarsi se ci arrivava.
Comunque si scolli o inizio ad urlare che è un pazzo che si crede Apollo e che mi pretende come sibilla. E penso tutti sappiano che significa.
Un tono tranquillo ma per nulla scherzoso. Lo avrebbe fatto? Ovvio che sì e si sarebbe anche divertita nel recitare una parte leggermente diversa dal solito.

❝ Quindi... il mio bene non è necessariamente anche quello degli altri. ❞

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view post Posted on 9/8/2015, 10:44
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Le reazioni delle due "sospette" non stupirono né spaventarono il giovanotto. Macché, Jeremiah Tearbones non si faceva intimidire da due balde fanciulle, tanto più se queste osavano minacciarlo! Jeremiah lanciò un'occhiata acida alla ragazza più grande, quella dai capelli mogano. Fu tentato di farle una smorfia, ma si disse: "Ehi, Jeremiah, sei un adulto ora! Comportati da adulto!"
« Che paura! » Le rispose alla sua velata minaccia. Ecco, così, bravissimo, Jeremiah!
Con una forza che non ci si sarebbe mai aspettati da uno così mingherlino, il giovane addetto costrinse Versus e Mya a seguirlo in una stradina, tenendo salda la presa. Ascoltò le loro accuse e sbuffò platealmente a sminuir le loro chiacchiere: erano ladre entrambe, sissignori!
« Zitte! Non complicate la vostra situazione, signorine. » Esclamò, guardandole severamente. Poi si voltò, e proseguì, trascinando le ragazze in un sentiero di terra battuta che prendeva continue biforcazioni. Durante tutto quel percorso, le due poterono accorgersi che i clienti erano pochi e che spesso uomini e donne, con la stessa divisa del giovane, si aggiravano guardinghi con la bacchetta sollevata e allontanando quelle famigliole che si ostinavano a rimanere a guardare la gabbia degli Augurey o qualsiasi altro animale. Era chiaro che quel ragazzo non si stava inventando bugie per mettersi in mostra (almeno, non volontariamente): c'era un ladro e il clima di tensione era palpabile nell'aria. Jeremiah, d'un tratto, scartò di lato facendo quasi inciampare le due, per poi dirigersi all'interno di un tendone porpora e oro. La struttura —che non appariva nelle mappe— non era molto grande e, sopra l'entrata, c'era scritto a grandi lettere dorate: "Staff". All'interno la luce non entrava con grande facilità e qui e là erano state predisposte delle fiaccole e delle torce. C'erano delle panche sparse, degli armadietti in un angolo, alcune porte che sfidavano il senso logico della Gravità e della Relatività e al centro di essi c'era un uomo alto e largo di spalle che confabulava con un ometto grassoccio, dai lunghi baffi appunti, intento ad asciugarsi il sudore dalla fronte lucida. Questi borbottò qualcosa, agitando il dito pingue davanti l'omone e poi, si allontanò di gran fretta, sparendo in una delle porte in fondo.
Jeremiah, che per tutto quel colloquio era rimasto in disparte, a quel punto si mosse, alzando la testa smunta verso l'alto, con un'espressione tale sul viso che sembrava avesse appena vinto alla Magilotteria.

« Noah! Noah! Ho trovato le due ladre! » Esclamò tutto allegro con una chiara punta d'orgoglio intuibile ad ogni lettera pronunciata. Noah si voltò di scatto e e per un istante buttò gli occhi al cielo.
La sua pelle era scura come l'ebano, i suoi lunghi capelli, legati in una bassa coda, erano neri come l'inchiostro; soltanto gli occhi, verdi come smeraldi, risaltavano come piccole luci. Era alto quasi due metri, aveva due larghe spalle e due possenti braccia che, se solo l'avesse voluto, avrebbero potuto fracassare la testa altrui come cocomeri. Il suo viso, però, era gentile, dai lineamenti delicati e piacenti: zigomi alti, naso dritto, labbra fini e un sorriso accecante. Doveva essere chiaramente un sangue misto.

« Santo cielo, Jeremiah! Sarebbero quelle? Abbiamo detto che è alto e palesemente un uomo! » Noah si avvicinò ai tre osservando con attenzione i visi delle fanciulle; indossava la stessa divisa di Jeremiah, ma sul suo petto la targhetta "capo sicurezza" indicava il suo importante ruolo. Alle parole di lui, Versus e Mya sentirono allentare la presa sulle loro braccia. « Ma! Sono sospette, Noah! Si sono accusate, hanno confessato di essere delle tipe poco raccomandabili e delle ladre! » Continuò il ragazzo, con la delusione evidente, ora, sul viso sgraziato.
« Sicuro, sicuro. Ma perché non le lasci andare, intanto? Ci sono io qui, sono sicuro che non fuggiranno. Non è vero? » Il volto di Noah era sereno e l'occhiata che rivolse alle ragazze era più che tranquilla. Ma quel tono, non ammetteva repliche, né per le due studentesse, né per Jeremiah che, con un piccolo sbuffo, mollò la presa sulle braccia delle prigioniere.
« Allora signorine, posso sapere chi siete? Siamo in una situazione di emergenza, capirete da voi che accusarvi a vicenda di essere dei ladri non è una furbizia. Sapete qualcosa? » Noah le guardò con attenzione, soffermandosi sui loro volti, sui loro abiti, le braccia incrociate al petto, intento a studiarle con attenzione. Jeremiah si era allontanato di un passo e guardava Noah con palese invidia.
Ah, un giorno anche lui sarebbe stato Capo della Sicurezza, sissignori!

 
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view post Posted on 14/8/2015, 15:20
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Mya poteva sentirlo chiaramente, quel fastidio che iniziava sul principio come un prurito sottopelle e puntava a diventare un qualcosa di più simile all'istinto animalesco che precede un assassinio. Quelle dita ossute non accennavano a voler mollare la presa, ma più di tutto era l'atteggiamento dello smilzo guardiano a indispettire la tassorosso.
Ignorò quasi del tutto le battute di risposta della grifondoro, non mollando invece la presa sullo sguardo esitante e a tratti stupidamente convinto di Jeremiah, o così recitava il suo distintivo in petto.
In pochi secondi si ritrovò strattonata e trascinata per sentieri boschivi, cambiando così tante volte direzione da non capire più quali fossero i punti cardinali su cui si era basata fino a quel momento. In parole povere, aveva perduto la strada e la pista. Smosse il polso cercando di rigirarsi all'interno della presa dell'uomo, volgendo le dita in direzione dell'epidermide delicata del suo braccio smagrito. Poteva quasi sentire al tocco le vene sottopelle che pompavano quanto più sangue potevano, cercando di concedere a quel corpo gracile una movenza più agitata del solito. E la linea sottile del radio. Tanto fragile quella barriera di carne che sarebbe bastato affondare le unghie al suo interno per ferirlo, costringendolo a mollarla.
Ma prima ancora che quell'istinto potesse trovare realizzazione lo strambo trio si ritrovò nei pressi di una costruzione. Jeremiah fece strada nella maniera meno educata possibile e le trascinò fino ai piedi di un uomo decisamente piazzato. Alto e imponente, pelle scura e lunghi capelli corvini tenuti in una coda. Un suo avambraccio era largo quanto il torace del guardiano, per fare un confronto più spicciolo.
Ma a dispetto dell'aspetto il suo viso appariva più mite e placido di quanto non avesse creduto.
Mya ascoltò il diverbio tra lo scrocchiazeppi e quello che aveva tutta l'aria di essere il suo capo, non riuscendo a resistere alla tentazione di infilarcisi per difendere la sua posizione. - E dove potrei mai nascondere la refurtiva *Sherlock*? Nelle tasche? - accompagnò le parole con un gesto delle dita della mano libera, che andarono ad infilarsi nel tasca destra del pantaloncino per poi tirarne fuori il poco tessuto. Era vestita in maniera tanto semplice, e senza nemmeno uno zaino o una sacca in spalla che potesse avvalorare le teorie di Mister Aquila. Aveva solo applicato un incantesimo estensibile alla tasca sinistra, giusto per tenerci bacchetta e documenti. Amava viaggiare leggera e comoda.
Finalmente la presa dell'omuncolo si allentò, incentivata dal comando del capo. Mya si massaggiò il polso irritato con la mano destra e ringraziò con uno sguardo l'uomo. Ma il peggio stava arrivando, assieme ad un carico di domande scomode alle quali avrebbe dovuto rispondere. I suoi affari non avevano nulla a che fare con quegli uomini, e quello zoo, la priorità restava la riservatezza.
- Mi chiamo Mya, sir. Sono semplicemente in visita - sfilò dalla tasca un biglietto che riportava il suo nome, cognome e foto; il marchio del Ministero svettava in alto, con tanto di timbro e firma. Era una tessera speciale che le aveva fornito anni prima il vecchio Lysander, una specie di iscrizione ad un albo di conservatori di beni culturali, e le permetteva l'accesso alla maggior parte di siti storici e di interesse culturale. Un documento valido che puntava a rassicurare l'uomo sulla sua identità.
- Stavo facendo un giro del parco assieme al mio cane, quando ad un tratto forse spaventato da qualcosa, mi è scappato dalla presa ed è fuggito con tutto il guinzaglio. Lo stavo cercando quando il suo Segugio mi ha bloccata e trascinata qui - disse volgendo lo sguardo sottile a Jeremiah che era rimasto nelle vicinanze. Il suo viso era determinato, contrariato al punto giusto da avvalorare quella piccola bugia tattica. Perchè la situazione era andata alla malora, ma non era detto non potesse essere rigirata a suo vantaggio. Era nel quartier generale della struttura, poteva avere accesso ad informazioni maggiori di quelle date da una pista di terra. Doveva solo lanciare un'esca.
- Ha parlato di emergenza, e il suo uomo ci ha definite ladre...è stato rapito forse un animale? - *O rubato un oggetto magari*
Dalle risposte avrebbe potuto avere un quadro più ampio di quello che stava accadendo allo zoo.






Mya J. Lockhart
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~ Punti Salute: 204/204
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Catena della notte: rende più leggeri e agili
 
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view post Posted on 16/8/2015, 14:05






- 15 Anni - Studentessa II Anno - Scheda () - Outfit
Quel tipo era palesemente tocco, per non dire altro. Oltretutto stava istigando una parte di Versus che fino a quel momento aveva riserbato alle creature moleste.
Sua madre le aveva detto che quando un uomo si comportava così, bisognava colpirlo tra le gambe.
Suo padre aveva aggiunto altri particolari cruenti che non possono essere riportati. Si sa, i padri son gelosi delle figlie e il suo gli aveva ben insegnato qualche trucchetto.
Qualcosa la tratteneva dal compire gesti avventati: quel cartellino messo fin troppo in mostra, grazie al quale aveva intuito che quello stecco brufoloso faceva parte dello staff. Una parte marcia e da sostituire con un gorilla o altri esseri viventi con un quoziente intellettivo maggiore. Però non era saggio colpire una guardia in un momento simile.
Un calcio da dietro sui gioiellini, alle caviglie. Poteva mordergli il braccio, assaltarlo al collo. Prendere il randello e colpirlo da dietro, la bacchetta era facilmente raggiungibile... Forza nascosta o meno qualcosa avrebbe ottenuto. Tuttavia non fece niente, constatando che vi erano altri vestiti come lui, tutti indaffarati e sul chi va là. Qualcosa era davvero successo e il personale si stava mobilitando. Si distrasse da quelle congetture per evitare di cadere.

*Stupido pagliaccio, fai attenzione.*
Pensò leggermente incavolata prima di notare un tendone dai colori simili a quelli dei Grifondoro.
*Staff... speriamo ci sia qualcuno dotato di un minimo di cervello o capacità di ascolto, che diamine.*
Tralasciando la strana disposizione della mobilia, si chiedeva come facesse quel tendone a contenere tutta quella roba e anche a reggere delle porte.
Davanti a lei vi erano un uomo basso, in carne e sudaticcio e un... Jabib? Era lui? Proprio lui? E quello che se ne era andato sembrava proprio il monaco grasso e sclerotico. No, non era possibile, dovevano essere morti da almeno 700 anni. I maghi potevano vivere di più? Avevano viaggiato nel tempo seguendoli? Jabib non era proprio così e quel grassoccio non assomigliava al compare di De Molay. Però quel poco di buono non lo aveva visto benissimo, era buio e... il suo piccolo e confuso cervello si calmò nel sentire chiamare quell'energumeno.
Noah era più piacente e dallo sguardo decisamente più gentile del tipo che voleva uccidere lei e altri ragazzini senza tanti ripensamenti.
Prima o poi avrebbe superato il trauma.
Da quel breve scambio di battute capì che, per sua fortuna, era finita al cospetto di un uomo dotato di buon senso ma con cui era meglio evitare di far l'idiota.
Ascoltò l'altra giovane, alla fine lo aveva capito, con i suoi tempi ovviamente. Prima non voleva giocherellare ma la voleva mettere nei pasticci per levarsi di torno a mani pulite. Perché poi? Le avevano trovate tutto sommato vicine... chi col ladro è in compagnia o è un ladro o... non era così.
Mya, rossa che lavorava all'Ars Arcana, aveva degli occhi dal colore intenso e insolito, un bel caratterino ed era una ragazza con un biglietto da visita (anche lei ne voleva uno!). Ora sapeva qualcosa in più, non era molto ma almeno aveva associato un nome a un volto. Era ora.
Attese che finisse di parlare, poi si rassegnò a dar spiegazioni, sebbene non avesse fatto nulla di male, nemmeno voleva andarci in quel maledetto zoo!

Io sono Versus Zero, frequento Hogwarts. Ero qui in compagnia di mia madre e ci siam divise all'ingresso.
*Probabilmente ora farà la sua apparizione su una ruspa urlando di ridarle la figlia...*
Stavo per iniziare a visitare il posto quando quel... tale ci è corso incontro sbraitando cose assurde per poi trascinarci qui.

Il tono, sebbene più calmo, rimaneva vagamente irritato. La domanda della rossa la distrasse dalla stizza attirando il suo lato curioso. Guardò prima lei e poi l'uomo con fare interrogativo. Avevano rapito qualcuno? Un animale? Anche lei voleva sapere.


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view post Posted on 23/8/2015, 17:46
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No, il Capo della sicurezza dello Zoo non era decisamente Jabib, la figura misteriosa che ambo le ragazze avevano incontrato in una extra-ordinaria gita scolastica. Se non altro, Noah sembrava molto più pacifico del suo probabile o meno antenato: e molto più attento.
L'uomo lanciò una rapida occhiata al tesserino che Mya gli aveva esposto, trattenendosi dal sollevare un sopracciglio: da quando il Ministero rilasciava quella roba? In ogni caso, non aveva dubbi sul fatto che entrambe le ragazzine c'entravano poco e niente con il ladro mascherato: il loro fisico bastava di per sé per scagionarle... dal ruolo principale. Eppure, se la seconda, quella dai capelli corti, sembrava avere una scusa più plausibile nel suo racconto, quella Mya Lockhart non gliela raccontava giusta. Prima di rispondere alle sue domande, Noah rimase in silenzio, squadrandola per un lungo istante.

« Tu... » Esordì, puntando i brillanti occhi verdi su di lei, il volto impenetrabile. « Non mi sembri particolarmente preoccupata, o di fretta, per essere una che ha perduto il proprio cane. Fossi in te, non mi sarei attardato qui a far domande, sapendo che il mio animale è in giro in uno zoo con bestie feroci » Il sospetto era facilmente comprensibile già dal tono della voce, indagatore, ma se questo non fosse bastato, anche una sottile ruga formatisi fra le sopracciglia scure dell'uomo poteva essere un esempio lampante di quella che non poteva essere indulgenza. No, decisamente non c'era cascato.
« Cosa ci fai qui veramente? » Le chiese, direttamente, incrociando le braccia. Sebbene non fosse arrabbiato, Noah aveva assunto un cipiglio severo, dipinto sul gradevole viso: non avrebbe permesso alle due di allontanarsi, né tantomeno avrebbe fornito informazioni se non avessero chiarito quella papabile bugia. Erano banali curiose, impiccione come già gli erano capitati, o ragazzine con la voglia di fare le eroine? O magari, volevano solo aiutare?
Jeremiah, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo, senza neanche rispondere alle provocazioni della rossa, si sentì improvvisamente chiamato in causa, come se Noah gli avesse detto: "Bravo Jeremiah, hai ragione!".

« Ahaaa!! L'avevo detto io che era sospetta! Avrà nascosto le uova di drago da qualche parte con la sua amichetta! » Sbottò saccente, puntando eloquentemente un dito accusatorio sulla Tassorosso. Eppure, non si rese conto di aver involontariamente fornito la risposta alla domanda di Mya e Noah gli scoccò un'occhiata di fuoco che costrinse lo scrocchiazeppi a portarsi le mani alla bocca, per tapparsela: ecco, ora sì che l'uomo sembrava voler dire "Bravo Jeremiah, sei un imbecille."
Ooops.

 
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view post Posted on 4/9/2015, 18:03
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Quello che a volte poteva stupire di Mya, se la si conosceva almeno un minimo, era quell'aspetto buffo che assumeva quando sembrava terribilmente sprovveduta e fuori posto.
E in quel frangente il dubbio che qualcosa non stesse andando secondo i piani, le arrivò come una forchettata in un occhio, sulle note della voce di Noah. Che la sua bugia non avesse sortito il giusto effetto? Eppure l'aveva sentita più e più volte, in alcuni film ed anche in moltissimi libri melensi, con protagoniste idiote che distrattamente lasciavano fuggire il loro animale. Le era sembrato il pretesto ideale per giustificare il fatto che stesse con il naso nella sabbia del sentiero, alla ricerca di impronte.
Ma evidentemente in quel mondo i cani non erano intelligenti come li dipingevano nei racconti, non ritrovavano la strada di casa, non chiedevano informazioni e passaggi, non comprendevano il linguaggio degli umani e non erano furbi ed obbedienti. Nell'ideale della tassorosso, in quel mondo, probabilmente i cani non facevano nemmeno la cacca. Ma che colpa ne aveva se non aveva mai avuto contatti diretti con quei quadrupedi? E nessuno ad Hogwarts ne possedeva (fortunatamente). Erano un ideale basato su letture e informazioni blande. Ma per come li etichettava l'uomo, pareva quasi che Mya avesse smarrito un bambino.
- Se queste bestie feroci fossero realmente un pericolo, dubito lascereste aperte al pubblico le porte di questo parco - si sentì di ribattere, leggermente piccata nella voce, mantenendo lo sguardo deciso in quello di lui. Non contrastava ne avvalorava l'accusa a lei rivolta. La sua compagna di s-ventura, sembrava invece godere di totale immunità, avvalorata dal faccino innocente e dall'età meno sospetta.
Tornò con lo sguardo verso l'uomo che ora la guardava con fare severo, le braccia incrociate al petto. Quella ruga stretta fra le sopracciglia sembrava cozzare terribilmente con l'aspetto pacioso dell'omone fondente. Che non gioisse nel fare ciò che faceva? Un ruolo di rilievo includeva anche questo nel contratto, un pugno di ferro e determinazione. Non gli dava torto, ma neppure voleva cedere a quello sciocco gioco di menzogna e verità. Ma un modo per trarsi fuori da quell'inaspettata prigionia doveva trovarlo, e se doveva passare per una mezza verità...
- Stavo solo cercando una persona. Il resto non credo la riguardi. -
Non credeva che l'autorità di Noah fosse tanto alta da costringerla ad un interrogatorio, nemmeno sotto mandato scritto delle forze di polizia. Per cosa poi? Spiegare l'itinerario del parco? Perchè si era scelto di andare prima al chiosco dei gelati, senza passare dalla radura dei grifoni? Irrilevante.
Come la voce dell'idiota tutto ossa che amava infilarsi nei discorsi (e nelle vite altrui) senza garbo, ne invito. Ma qualcosa di rilevante invece c'era. Ignorando le sterili accuse che le scivolarono come aria tra un orecchio e l'altro, Mya captò una parte interessante nell'enfasi discorsiva di Jeremiah. Furto. Furto di uova di Drago. Ok, non erano proprio un cimelio storico, ma restava comunque un furto, una traccia. Magari quel ladro aveva diversi campi d'azione, o forse non erano nemmeno la stessa persona, ma per la prima volta dopo giorni di indizi vaghi quella era la prima vera traccia seria. E non poteva lasciarsela sfuggire.
Si voltò nuovamente verso l'uomo dagli occhi verdi questa volta con una determinazione diversa nello sguardo d'ametista. Non c'era più un solo granello di derisione, di scherno o di voglia di bluffare.
- Non sono sospetta - rispose stringendo il pugno destro e portandoselo al petto. *Non più del curriculum di assunzione di quel tipo, perlomeno* pensò osservando di sottecchi lo scrocchiazeppi. - E se me ne darete occasione, ve lo dimostrerò. Posso aiutarvi a catturare il vero responsabile, e se non credete alla mia parola, datemi almeno la possibilità di dimostrare la mia innocenza ed estraneità ai fatti -
*E il cane?* Ops.
Se era il migliore amico dell'uomo probabilmente avrebbe ritrovato il suo padrone. Chiunque egli fosse stato.







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view post Posted on 4/9/2015, 21:09






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Sembrava averle creduto, cosa che non si poteva dire per chi le stava accanto. Certo che la situazione era assurda. Se c'era un'emergenza reale e stavano evacuando tutti, perché non farlo anche con loro? Non le avevano trovate in procinto di scappare o mentre castavano qualche incanto. Erano ferme per i fatti loro e nessuno l'aveva fermata all'ingresso.
Ascoltò il breve scambio di battute, osservando le reazioni di Mr. Choco e della giovane finché il genio delle lampade rotte non se ne venne fuori con qualcosa di scemo ma estremamente interessante.
Il suo sguardo si fece improvvisamente più attento e acceso, la sua curiosità prendeva lentamente il sopravvento facendole fare qualcosa che non accadeva spesso: dire la sua.
Non ci sto capendo molto. C'è un'emergenza e, invece di cercare qualcuno di realmente sospetto, prendete due ragazze, che non possono far qualcosa di simile... Io frequento ancora il secondo anno a Hogwarts, che pazzia sarebbe? Da quando si trascina a forza qualcuno accusandolo senza prove o altro, a caso... nessuno mi ha fermata all'ingresso ed ero con un gruppo ben visibile.
Un tono tra il divertito e il dubbioso, stava ragionando mentre parlava e nella sua mente mille domande si dividevano tra lo sconcerto e la voglia di saperne di più. C'erano per davvero dei draghi in quello zoo? Draghi con la cova e tutto? Voleva vederli, per una come lei erano solo leggende, sebbene avesse guanti di drago, maneggiasse cacca di drago e avesse studiato qualcosa a riguardo a Pozioni.
Non c'erano telecamere magiche all'ingresso? Che i maghi si affidassero così tanto alla magia da dimenticare le regole base della sicurezza? Se era per quello nemmeno al castello ve ne erano e forse era il caso di provvedere. Berretti rossi armati nelle zone relax, professori pazzi che mandavano alla morte minorenni che nemmeno sapevano a cosa andavano incontro. Se, però, stava imparando qualcosa in quella scuola, era il non aver timore di qualcuno solo perché assomigliava a un armadio d'ebano. Superato il trauma e ben capendo che non aveva un mago pazzo invasato davanti, si concesse di esprimere i suoi pensieri senza tanti giri di parole.

Se anche fosse stata palesemente di fretta per i suoi affari, il signore qui presente non ci ha dato modo di dire la nostra, prendendoci di violenza e alla sprovvista. Non sembrava nemmeno una guardia, lo si è capito dopo grazie al cartellino. Per non infierire su una mente così... brillante, ho acconsentito a farmi portare qui. Non penso che qualcuno volesse attardarsi qui a farvi domande. Siete voi che ci obbligate a star qui, perdendo tempo.
Continuò indicando prima Mya e poi il brufolo umano e poi chi le stava di fronte. Il tono cambiava, da più ironico quando si rivolgeva all'omuncolo a rispettoso quando si riferiva agli altri. Non poteva farci nulla, se non apprezzava qualcuno o qualcosa si notava e non sembrava l'unica a trovare quella presenza fastidiosa (da quel che poteva notare tra sguardi e toni altrui). Si appoggiò con le mani sulla seduta della sedia, sporgendosi leggermente in avanti come quando, a lezione, si ritrovava a volersi avvicinare al docente di turno, come se facendolo avesse assorbito più cose.
Comunque... uova di drago... intende, quelle vere? Come si fa a rubarle? Da quel che ho letto una madre non si scolla dalla cova.
*Grazie Pozione Addormenta Draghi e ricerca sull'Ungaro Spinato di sei ore in biblioteca... in effetti con una pozione simile nessuno se ne sarebbe accorto...*
Vorrei aiutarvi anche io, ho sempre ammirato queste creature.

Ovviamente, non avrebbe detto nemmeno sotto tortura che il 99,9% di quelle letture erano fantasy babbani e che aveva tanto di peluche e poster di draghetti in camera. Sogni infantili e pura curiosità, ecco cosa la spingeva a proporsi come aiutante, di certo non qualche istinto nobile o volenteroso, lei voleva continuare la gita per i fatti suoi e tornare a casa per la cena. Agnello alla Gallese! Chi se lo perdeva.

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view post Posted on 20/9/2015, 23:42
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In tutto il caos in cui versava l'intero Zoo in quel momento, quelle due e quell'imbecille di Jeremiah proprio non ci volevano. Noah si costrinse a non roteare gli occhi, incassando apparentemente con tranquillità le accuse della ragazza dai capelli mogano. No, in effetti le bestie pericolose non erano in giro o comunque avvicinabili, ma in ogni caso la balla che aveva fiutato era infine venuta a galla. e il suo espediente era riuscito comunque a far luce. Non esisteva nessun cane e benché Noah non pensasse che quelle due fanciulle fossero coinvolte con la rapina, non gli era affatto piaciuto il modo sospetto che la più grande aveva assunto, in netto contrasto con la sua (presunta) innocenza.
Quando la più piccola si intromise, tuttavia, l'uomo dovette convenire con lei che Jeremiah non aveva dato loro altra scelta. Il diretto interessato, colto sul vivo da un'occhiata di fuoco di Noah, rimase in silenzio, lo sguardo puntato verso i suoi piedi, quasi le sue scarpe fossero uno spettacolo tremendamente affascinante.

« Tranquille, a discapito delle bugie, so che siete innocenti. Mi dispiace se il mio collega vi ha trascinato qui con la forza, ma avete avuto modo di sentire che questa è una situazione pericolosa. E sì, signorina, » Noah puntò i suoi occhi verdi verso quelli di lei, con un cipiglio severo dipinto sul bel volto scuro. « In teoria il parco è chiuso ai visitatori, abbiamo diramato degli avvisi. » Sospirò, passandosi poi una mano fra i folti capelli e guardandosi attorno: al di fuori dello squarcio della tenda, aveva visto qualcuno correre, ma nessuna notizia. Se quelle uova di drago non fossero state ritrovate, lui sarebbe stato licenziato e addio Galeoni tanto amati per potersi permettere di vivere da solo.
« Non se ne parla neanche, comunque. » Tornò, poi, a rivolgersi alle due ragazze, scuotendo lentamente il capo. « Tu sei al secondo anno. Mi chiedo come puoi aiutarci se persino tu stessa hai riconosciuto la tua inesperienza. E tu. » Disse a Mya « Dovresti concentrarti a ritrovare la persona che cerchi. O il tuo cane. » Aggiunse, con un piccolo sorriso che scoprì i denti candidi. Stava per aggiungere altro quando un grido concitato lo interruppe, facendo sobbalzare vistosamente persino Jeremiah, che s'era scordato di esistere.
« Noaaah!!! Noah! » Da una delle innumerevoli porte che si aprivano curiosamente sulle pareti del tendone, sbucò una ragazza che correva in direzione dell'uomo. Portava la stessa divisa di entrambi i custodi, e il suo viso era rosso per la corsa, i corti capelli castani scompigliati e il fiatone. Si arrestò proprio di fronte l'uomo, ignorando completamente Mya e Versus.
« Nora! Lo avete preso? » Noah la guardò accorato, il cuore che batteva forte. Ma lei scosse il capo, gli occhi neri lucidi di pianto. « Noah presto! Ha liberato gli animali, sono tutti in delirio! Ho corso come una folle per venire qui, Phibbs e gli altri stanno cercando di addormentare i Grifoni! » Sconvolta, Nora si afferrò il viso fra le mani, singhiozzando. Era sporca di fango e sabbia, i vestiti logori e Noah, osservandola, sentì lo stomaco stringersi. Nonostante ciò, le poggiò una mano sulla spalla, ostentando una calma invidiabile.
« Jeremiah accompagna le ragazze fuori dallo Zoo. Assicurati di mandar via tutti! E non portare nessuno qui, è chiaro? »
« S-Signorsì capo! Ma se vedo un Drago cosa... » La voce gli morì in gola perché in un attimo Noah si precipitò fuori dal tendone, bacchetta alla mano e Nora poco dietro di lui. Erano rimasti soli e nel silenzio riecheggiavano lontani versi e stridii, urla e tramestii. Jeremiah deglutì rumorosamente, guardando le due con astio. Ah, se solo non gli fossero capitate fra i piedi, lui avrebbe potuto nascondersi e aspettare che tutto passasse, sì. Poi sarebbe potuto sbucare fuori al momento giusto, strapparsi le vesti e....
« Forza, camminatemi davanti, vi scorto. » Disse acido, invitandole con la bacchetta a muoversi. Uscirono dal tendone e si incamminarono lungo la strada inversa, ma dopo pochi passi successe l'inevitabile. Un grosso troll, che si aggirava spaesato, agitava la clava, colpendo alberi e recinzioni. Dietro di lui un paio di custodi lanciavano incanti, e mentre uno veniva colpito in pieno dalla mazza, volando a un paio di metri d'altezza, l'altro cercava coraggiosamente di tenergli testa. Il Bombarda che castò, completamente ignaro che in quel punto sostavano i tre, sbalzò via Mya, Versus e Jeremiah ben oltre i confini del sentiero, sollevando un gran polverone. ([- 5 PC]). Jeremiah urlò come una donnetta e, in un attimo, balzò in piedi, scappando spaventato per le fratte. « Bastaaaaaaaaaaaaaaa mi liceeeenziooooooooooooooooo!!!!! » Fu l'ultima cosa che Mya e Versus gli sentirono ululare, prima che sparisse del tutto. Erano sole: tutt'intorno c'era solo confusione, la terra secca, gli alberi, tra cui un paio riversi, e... un secco raspare e grugnire. Quando la polvere si diradò, le ragazze si ritrovarono circondate da un vero e proprio branco di... facoceri.
Beh, non proprio facoceri: erano leggermente più grandi, dei parenti Babbani, le zanne lunghe e appuntite e la loro pelliccia era di un grigio cenere quasi ipnotico. Tre paia di occhietti porcini le fissavano con rabbia, preparandosi alla carica: erano nel loro territorio.



Dunque. Jeremiah s'è dato, pace all'anima sua.
Siete circondate da tre grossi Tebo (attenzione alle conoscenze dei PG. Se non le avete, non potete riconoscerli come tali) per nulla contenti di vedervi lì. Siete sedute a terra, in mezzo ad una sorta di boschetto. Per qualsiasi domanda, fatemi sapere, in basso trovate una mappina, sia mai. Gli sputacchi verdi sono alberi.

kCAULCF



Mya Lockhart
PS: 204/204
PC: 158/163
PM: 153
EXP: 55
Versus Zero
PS: 120/120
PC: 63/68
PM: 70
EXP: 8
Seduta a terra. Sei leggermente confusa per lo sbalzo e l'esplosione. I Tebo distano due metri e mezzo.Seduta a terra. Sei leggermente confusa per lo sbalzo e l'esplosione. I Tebo distano due metri e mezzo.


Tebo 1
PS: 150
PC: 120
PM: 160
Tebo 2
PS: 150
PC: 120
PM: 160
Tebo 3
PS: 150
PC: 120
PM: 160
 
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Aaron Haderus Fenrir
view post Posted on 9/12/2015, 20:20




Il biondino si allungò in un prolungato stiracchiamento, portando le braccia in alto ed emettendo un leggero mugolio. Nel frattempo la ragazzina, senza farsi scoprire dalla testarda Madama Pince, prese l' Ape Frizzola e l' accompagnò in bocca. Per qualche secondo ad Aaron parve che avesse veramente un' ape che le ronzava in bocca ed era sicuro che se Eloise l' avesse spalancata, Madame Pince sarebbe scoppiata d' ira per il fastidioso rumore. I due si scambiarono uno sguardo complice e ad Aaron s' arricciò la bocca. Quando terminò di parlare, Eloise sembrava quasi assente e infatti tardò per qualche impercettibile istante a rispondere. Si chiese se lo stesse ascoltando o se stesse pensando ad altro. La risposta arrivò infine « È da ieri che me lo chiedo, ma non ho trovato un solo spunto interessante. » Disse, indicando la copertina del libro che stava leggendo. « Io non so più dove cercare. » Ammise, posandosi sopra il libro e mostrando affranta il labbro inferiore. Aaron la fissò per qualche lungo momento: la trovava adorabile con quell' espressione. Forse l' aveva fissata fin troppo a lungo e scuotendo la testa le propose la sua soluzione. « Hai mai sentito parlare dello Zoo Magico di Londra? Circolavano voci che li si aggirasse una misteriosa creatura che non ama particolarmente la luce. » Distolse finalmente lo sguardo dagli occhi di Eloise e li portò al suo libro.
Poi la guardò con la fronte aggrottata che, poco a poco, si appiattì mentre un' idea gli balenò in mente.
« E se ci andassimo insieme? » Lo disse con un po' troppa enfasi e non si accorse di averlo urlato un po' troppo. Madame Pince gli lanciò uno sguardo a dir poco disgustato ma il biondino non lo venne mai a sapere. Aaron, successivamente, si rese conto che la sua domanda poteva suonare un po' come...un invito. « Cioè, ehm, intendo per cercare quella creatura eh?! » Disse tornando serio, cercando di camuffare goffamente il suo imbarazzo e lanciandole un' occhiata ogni tanto. Con o senza Eloise aveva deciso di andare allo Zoo comunque, visto che era l' unico modo per rispondere a quella maledetta domanda. Lanciò uno sguardo all' orologio: era tardissimo. Raccattò tutti gli oggetti che aveva precedentemente rovesciato sul tavolo e si alzò in piedi di scatto, facendo scivolare la sedia sul pavimento e provocando un rumore fastidioso. « Allora, se vuoi, la prossima volta che siamo liberi da scuola possiamo trovarci davanti all' entrata dello Zoo. » Aspettò la risposta della Tassina e si diresse ad ampie falcate verso l' uscita della Biblioteca per evitare che la custode lo redarguisse. Infine si fermò sulla soglia della porta, guardò la custode e poi rivolse lo sguardo verso Eloise e le fece l' occhiolino.
Era stata decisamente una piacevole conoscenza.




Erano passate circa due settimane dal primo incontro di Aaron ed Eloise in Biblioteca. I due si erano rivisti alla Festa di Fine Anno dove Aaron le aveva morsicato un dito senza un apparente motivo.
Quello era uno dei pochi giorni liberi che avrebbero avuto. Erano le 11.00 di una mattina piuttosto nuvolosa che non presagiva niente di buono. In linea generale era abbastanza freddo da far uscire la condensa dai nasi a dalle bocche delle persone; tuttavia il brutto tempo aveva aumentato l' umidità nell' aria rendendola meno fresca. Aaron ne se stava addossato con la schiena contro il muro vicino ai grossi e dorati cancelli dello Zoo con il piede destro poggiato contro la parete; ogni tanto, come un tic nervoso, batteva un paio di rapidi colpi col tallone contro il muro. Mani in tasca e viso coperto dalla inconfondibile sciarpa gialla a strisce nere. Era sempre in anticipo agli appuntamenti: odia ritardare e i ritardatari. Stranamente la zona non era per niente affollata e anche lo Zoo pareva piuttosto calmo. Adesso, tutto quello che doveva fare era aspettare la ragazza dagli inconfondibili capelli rossi.


Statistiche:
- PS: 123.
- PC: 64.
- PM: 67.
- EXP: 5.
Attivo: - Bacchetta (in tasca.) – Guanti dell' Eroe Caduto (Indossati. Rendono la presa più salda.) - Corno Vichingo (Nello zaino. Allontana tutti gli animali magici (ad eccezione di quelli con un intelletto pari a quello umano) fino ad una distanza di 800 m dal suonatore.
OT: Ho parlato col Master, ha detto che la quest è libera. Sto aspettando la risposta di Nih quindi è già al completo.
 
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view post Posted on 14/12/2015, 19:39
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40QESFT
Era stato forse per scarse abilità deduttive, forse per un’eccessiva superficialità, ma i libri della Biblioteca non erano riusciti a fornire le risposte che Eloise e Aaron avevano a lungo ricercato. La fine dell’anno e le ultime consegne avevano lasciato la domanda – e l’annesso compito – in sospeso. Adesso, con le membra riposate e la mente sgombra dai pensieri, era arrivato il momento di trovare la soluzione a quel quesito che incombeva su di loro, di dare un nome e un aspetto a quella creatura misteriosa e oscura.
Qualche giorno prima, mentre se ne stavano spaparanzati in Sala Comune in compagnia di altri Tassi, il discorso era caduto di nuovo su Incantesimi e su quanto fosse stata generosa la Bennet con le valutazioni di fine anno. La proposta di lanciarsi alla ricerca della creatura andando allo Zoo, già lanciata da Aaron durante il loro incontro in Biblioteca, era ritornata a galla. Quale momento migliore per dedicarsi a quella missione?

«Sarà la volta buona per vendicarmi del benedetto morso, mio caro Tasso...» Gli aveva detto la rossa puntandogli un dito contro con fare minaccioso. Rendendosi conto che, così facendo, l’aveva pericolosamente avvicinato alle zanne dell’imputato, lo ritrasse velocemente e si limitò a osservarlo con aria da finta impettita.
Si erano dati appuntamento davanti all’ingresso dello zoo per la domenica successiva e fu lì che Eloise trovò Aaron non appena riuscì a trovare la strada che sua zia le aveva indicato per arrivare a quel grande punto di attrazione di Londra.
La giornata non era delle migliori: il clima uggioso e umido penetrava la pelle e faceva scricchiolare le ossa degli anziani e l’atmosfera grigiastra gettava una luce lugubre su tutte le cose, dalle strade ai volti delle persone. Pareva una di quelle giornate in cui è necessario stare in casa in compagnia di un buon libro o di partite a scacchi magici. Ben lontana dall’essere metereopatica, Eloise era di buon umore. Aveva dormito a casa di sua zia Lauren, che riusciva sempre a inventarsi una nuova avventura per intrattenerla. La sera prima erano andate a uno spettacolo di teatro e quella mattina l’aveva portata a fare una succulenta colazione nel suo caffè di fiducia. La zia Lauren era una frana a cucinare e la sua sopravvivenza era strettamente collegata a quella del Prufrock Coffee, che anche quella domenica le aveva ospitate e aveva offerto un buon cappuccino e dei deliziosi muffin. E questo era qualcosa che stava decisamente all’origine del suo buon umore.
La prospettiva della giornata, poi, contribuiva. Aaron le era stato simpatico fin da subito – fin da quando l’aveva trovato accasciato e dormiente sui tomi scolastici – e negli incontri successivi aveva mostrato un buon senso dell’umorismo, elemento fondamentale per affrontare la vita nel modo giusto, a detta della Tassorosso. Inoltre, avere ad attenderli una missione, una ricerca e una potenziale avventura aumentava l’indice di allegria – quasi esageratamente alto – che la riguardava.
La Lynch spinse le mani in profondità nelle tasche del suo giubbotto, come a cercare una magica fonte di calore, e si avvicinò al compagno. Aveva accumulato una manciata di minuti di ritardo e sperò che Aaron non se ne avesse a male. Quando l’aveva individuato, lui stava appoggiato al muro dello zoo e si guardava attorno, probabilmente sovrappensiero. Al collo teneva la sciarpa dei celebri colori dei Tassi, che lei aveva lasciato a casao. Aaron aveva un’aria epica, sembrava in posa per una fotografia: quasi le dispiaceva rompere l’equilibrio di quell’immagine.

«Buondì!» disse, tirando fuori la mano destra dalla tasca e muovendola con un cenno di saluto per attirare l’attenzione di quella tassa presenza. «Eccoci, mio prode eroe, la nostra strada ci ha portati fin qui... Andiamo ad affrontare il nostro destino!» Affermò con tono epico, ma cercando di mantenere il volume limitato. Indicò i cancelli, che li attendevano spalancati. «Con una giornata del genere possiamo sperare che non ci sia una gran folla...» Finalmente, incrociò il suo sguardo, sorridendogli con calore.
Era il momento di andare.
Insieme, varcarono i cancelli, avvicinandosi alla mappa del parco. Indicazioni come “la creatura oscura che stai cercando si trova qui” sarebbero state apprezzate, ma a quanto pareva non veniva indicato nulla di simile. Non restava che scegliere da dove iniziare...


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view post Posted on 24/12/2015, 14:01
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Avrebbero potuto rubare un cucciolo di kneazle o uno di quei noiosissimi gnomi che non mancavano di attaccarsi alle sue gambe ogni volta che entrava nel loro territorio. Avrebbero anche potuto rapire una decina delle pestifere fate dell'omonima radura.
Invece no. Invece avevano optato per un dannato uovo di drago. Nemmeno un cucciolo di grifone o un uovo di Ashwinder. Macché, un rarissimo, importantissimo uovo di drago. Un oggetto che probabilmente - anzi, sicuramente - valeva più di lui e di ogni cosa posseduta in venticinque anni di vita. Più di lui di sicuro.
Il guardiano di turno presso la gabbia degli ippogrifi – Mago in Cura delle creature magiche e la scoperta che la vita da naturalista non faceva per lui - camminava avanti e indietro a passo marziale da un quarto d'ora buono. Gli occhi vigili dietro a un paio di occhiali dalla spessa montatura di corno scrutavano l'orizzonte, nella convinzione di poter scorgere il ladro nella folla. L'eccesso di zelo lo aveva portato ad importunare una vecchietta, che non aveva esitato a colpirlo con la propria borsetta.
Per ora nulla di nuovo. La solita folla di maghi dalle bocche spalancate di meraviglia di fronte alle gabbie degli animali, le solite famigliole in gita con tanto di gelato e bambini capricciosi. Avevano chiuso i cancelli appena diffusasi la notizia del ladro, nel caso in cui egli fosse ancora dentro lo zoo. Ne conseguiva che chiunque potesse essere un sospettato, ma fino a quel momento le indagini non avevano portato a nulla.
Nulla di nuovo, a parte due ragazzini che si aggiravano per lo zoo. Di norma non avrebbe prestato loro attenzione, ma questa volta era diverso. Di certo dovevano essere entrati prima che i cancelli fossero serrati – parevano troppo giovani per sapersi già Smaterializzare – ma la prudenza non era mai troppa.

"Voi, cosa volete?"



Benvenuti
 
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Aaron Haderus Fenrir
view post Posted on 28/12/2015, 20:16




Stava li a rimuginare sul fatto che suo padre per l' ennesima volta non gli aveva risposto. Per l' ennesima volta Aaron non lo avrebbe visto in uno di quei pochi giorni liberi che la scuola concede agli studenti. Quanta carta e quanto inchiostro sprecato. Poco importava, ormai. Avrebbe speso meglio quel giorno, invece di passarlo con una persona, con un padre, a cui poco importa di suo figlio. Per quello che ne poteva sapere poteva anche essere morto o disperso, visto che non riceveva uno straccio di notizia da parecchi mesi. Da una settimana a questa parte nella testa del Tasso balenava l' idea di scrivere una lettera al Capo Auror. Ma qualcosa lo frenava ogni volta che si avvicinava al calamaio, forse un po' perché pensava che Rhaegar non avrebbe avuto tempo da perdere per una sciocchezza del genere, forse per orgoglio. Non dovette aspettare molto, comunque, che una tenera voce squarciò i suoi pensieri. Gli dette il buongiorno e il biondino levò lentamente la testa tirandosi giù la sciarpa che nascondeva un sorrisino appena accennato. «Eccoci, mio prode eroe, la nostra strada ci ha portati fin qui... Andiamo ad affrontare il nostro destino!» Esordì poi, in un secondo momento. Aaron emise una flebile risatina. « Ben arrivata, Madame Eloise! Vogliamo andare? » Le pose il braccio in gesto signorile. Per qualche breve istante non poté fare a meno di fissarla negli occhi. I due si avviarono e varcarono i grossi cancelli in ferro battuto. Ai lati di questo si ergevano due colonne sulle quali erano appollaiati due grossi Gargoyle sovrappeso. Subito dopo aver passato la soglia i cancelli si mossero da soli e si chiusero con veemenza, sbattendo rumorosamente. Aaron guardò Eloise accigliato mentre lo portava lesta alla struttura in legno su cui era intarsiata la mappa dello Zoo. Perché mai avrebbero chiuso il cancello a quell' ora delle mattina? Aaron non riusciva a trovagli un senso. Di sicuro non avevano chiuso per la troppa calca di persone, visto che in realtà non era per niente affollato in quel momento. C' era giusto una vecchina con un grosso cappello -forse più di lei- che stava prendendo a borsate un signore e un paio di famigliole felici. Le ricerche per quella maledettissima creatura erano iniziate e le cose si facevano già complicate. Il Tassino scrutava la mappa perplesso, in cerca delle zone che potessero contenere sorte di animali pericolosi e notturni. Gli occhi saettavano dalla gabbia dei Fwooper a quella degli Erumpent, dallo stagno dei Plimpy alla recinzione dei Clabbert. Proprio quando aveva puntato la zona dove erano tenute le Acromantule una voce alle loro spalle lo fece sobbalzare. « Voi, cosa volete? » Si voltò e vide un uomo piuttosto agitato che portava un paio di occhiali spessi. Continuava a guardarsi in torno paranoicamente ed Aaron, di conseguenza, si infastidì. « In effetti, ora che mi ci fa pensare...un po' di Ciocconocciola non ci farebbe schifo, grazie per avercelo chiesto. » Era chiaro che Aaron aveva esagerato, impulsivo come al solito. La sue parole traboccavano di ironia. Mal sopportava la gente maleducata, cosa che quell' uomo aveva dimostrato di essere. In un secondo momento notò che era lo stesso uomo che la vecchina pochi minuti prima stava prendendo a borsate. Ecco fatto, ci mancava pure un importunatore.
 
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view post Posted on 3/1/2016, 14:48
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40QESFT
La rossa si voltò rapidamente quando il cancello si chiuse alle loro spalle e le ci volle un attimo per scacciare quel brivido di disagio che le aveva percorso la schiena. Avrebbe dovuto ascoltare quel brutto presentimento o era solo colpa di una giornata troppo uggiosa? Intercettò lo sguardo perplesso di Aaron, rispondendo con un’alzata di spalle e da un’espressione confusa. Certo era che a quell’ora lo zoo sarebbe dovuto essere aperto e pronto da accogliere orde di maghi interessati alle creature magiche. E se i cancelli fossero rimasti chiusi fino al giorno successivo? Come sarebbe stato passare una notte allo zoo? Si immaginò i ringhi e i ruggiti delle belve nel pieno della notte, con la luna come unica fonte luminosa. Con un bel Lumos Maxima allora sì che avrebbero scoperto qual era la creatura che stavano cercando, quindi questa storia poteva avere anche dei risvolti interessanti. Poiché erano ormai all’interno, non c’era molto da fare, se non proseguire sulla strada che avevano definito per la ricerca dell’animale oscuro.
Voltatasi verso la mappa, cercò di individuare un buon punto di partenza per la loro ricerca: a naso, avrebbe scartato la Radura delle Fate, l’angolo degli unicorni e i Lepricani. Rettili e bestie esotiche parevano adattarsi bene alle loro esigenze, ma fu quando lesse “Vietato ai deboli di cuore” che seppe che avrebbero dovuto iniziare la loro ricerca da lì. Con l’indice destro indicò la zona ad Aaron, e stava per aggiungere un “secondo te le creature che temono la luce potrebbero essere anche quelle che fanno paura ai deboli di cuore?”, ma la sua proposta venne interrotta da una voce maschile che giunse alle sue spalle.
Eloise si voltò a osservare colui che aveva richiamato la loro attenzione: dal badge che portava al petto si poteva intuire che lavorasse per lo zoo e dalla sua espressione appariva ansioso e preoccupato. Aveva l’aria smunta e spenta di chi non è soddisfatto di ciò che lo circonda, ma la donzella, giovane e sprovveduta, vi lesse solo pigrizia e desiderio di far trovar lungo alle persone con cui aveva a che fare. Il tono accusatorio che aveva usato con loro pareva tradire il desiderio di importunare senza una vera ragione, solo per affermare la propria autorità. Chiedendo loro cosa stessero facendo aveva lasciato intuire che, a parer suo, loro non si sarebbero dovuti trovare lì e che, con la loro semplice presenza, stavano infrangendo qualche regola. Prima di poter controbattere, sentì la voce di Aaron che gli rispondeva con ironia e prontezza di spirito. La rossa soffocò una risata complice e si limitò a rivolgere all’individuo un mezzo sorriso. Avrebbe voluto tirare una gomitata al Tasso, ma si trattenne per evitare di infastidire ulteriormente il loro interlocutore. Si limitò ad appoggiare una mano sul braccio del compagno e a mostrare il suo sostegno in maniera silenziosa: voleva evitare casini ancora prima di iniziare quella ricerca. Era una tranquillissima domenica mattina e non era il caso di complicarsi la giornata per colpa di un guardiano petulante.

«Siamo qui per una ricerca scolastica... Se ci vuole dare una mano ogni aiuto è ben accetto! Stiamo cercando creature che abbiano paura della luce...» Rispose con un sorriso abbagliante. La risposta non era sbagliata, era effettivamente quello che volevano, anche se Eloise sapeva che l’informazione che il guardiano voleva non era quella. Aveva soppresso il desiderio di chiedere delucidazioni sulle regole e di domandare se ci fosse qualcosa di sbagliato in quello che stavano facendo perché sapeva che loro non erano certo nel torto. E inoltre, una risposta del genere li avrebbe messi in una situazione di svantaggio, facendoli apparire in difetto e con la coda di paglia. La ragione per cui quel mago sembrava avere intenzione di tormentarli sarebbe stata nota molto presto.


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view post Posted on 6/1/2016, 10:36
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In un’altra circostanza Tim – tale era il nome del guardiano – avrebbe anche riso della battuta del ragazzo biondo, concedendosi di scivolare sulla discussione di come le parole dette pur uguali in forma non abbiano sempre lo stesso significato. Tuttavia, quella attuale non era la solita circostanza, non era la circostanza adatta alle risate (bensì alla serietà e alla professionalità), per cui, dopo aver posto per bene le mani sui fianchi e gonfiato il petto altrimenti gracile, il custode sbottò: “Mi prendi in giro? Ti sembro uno che ama scherzare?”
Si piantò simile a quercia – una quercia parecchio striminzita e malaticcia – davanti ai due ragazzi, pronto a lanciare l’allarme se avessero fatto qualcosa di strano. La spiegazione della ragazza dai capelli rossi servì a ben poco. La sfuriata del proprio capo l’aveva reso di cattivo umor e fatto diventare anche un po’ paranoico. Molto paranoico.
“Sì, sì, dicono tutti così …. Fingono di voler fare una ricerca scolastica … o che la nonnina ha avuto un infarto a guardare le acromantule … e poi…”
Tacque, fermandosi sul punto saliente della frase. No, meglio non rivelare che hanno rubato un uovo di drago, potrebbero approfittarsene. Così suggeriva la vocina nella sua testa, altrimenti chiamata pensiero, e poco importava che fosse priva di buon senso, distorta dall’apprensione. Tim non esitò ad ascoltarla.
Ho l’ordine di perquisire tutte le persone sospette e voi mi parete sospetti” annunciò, alzando la voce per sovrastare possibili, nonché giustificabili, repliche e proteste.
“Svuotate le tasche, su!”

 
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Aaron Haderus Fenrir
view post Posted on 9/1/2016, 13:19




L' idea che quell' uomo volesse solo infastidirli si sgretolò pochi secondi dopo quando, Eloise, con la sua estrema pacatezza aveva appoggiato delicatamente la mano sul braccio del biondino come per calmarlo e per fargli capire che sarebbe stato meglio riflettere. Aveva agito d' impulso, come al solito; scoccò un' occhiata pregna di rammarico alla compagna e si promise di non sbottare più in quel modo avventato. Quando si accorse del badge che quell' uomo portava appuntato al petto, Aaron volle tirare una testata contro il muro per la sfrontatezza con cui aveva affrontato la situazione; aveva avuto poco spirito d' osservazione. La risposta educata della Tassina arrivò subito dopo la sua, ma il dado era stato ormai tratto ed il presunto impiegato dello Zoo si stava gonfiando e impettendo come un pavone. Con le mani poste sui fianchi per far scena, l' uomo si fece più grande di quello che era.
« Mi prendi in giro? Ti sembro uno che ama scherzare? » Si rivolse ad Aaron che alzò leggermente il sopracciglio destro e rimase impassibile. Stava, a dir la verità, per rispondere di nuovo a tono e ci mise tutto se stesso per non farlo. Ci riuscì faticosamente e l' uomo rispose, successivamente, ad Eloise. La situazione iniziava a farsi un po' strana.
« Sì, sì, dicono tutti così …. Fingono di voler fare una ricerca scolastica … o che la nonnina ha avuto un infarto a guardare le acromantule … e poi… » E poi? L' uomo si interruppe a metà. Lasciò passare qualche secondo di silenzio come se stesse pensando, come se stesse per commettere un errore madornale. C'era dunque qualcosa che stava cercando di nascondere ai due studenti? Perché, poi, avrebbero dovuto fingere di star facendo una ricerca, che cosa avrebbero potuto fare di male? Aaron - la cui perspicacia era allenata dalla continua attenzione prestata ai dettagli di ogni circostanza - iniziò a nutrire qualche dubbio. Per prima cosa, i cancelli: questi si erano misteriosamente chiusi dopo essere entrati nonostante fosse decisamente troppo presto per l'ora di chiusura. Seconda cosa: aveva notato il comportamento sospetto dell' uomo che pareva piuttosto agitato e nervoso. Stava cercando qualcuno o qualcosa? La risposta arrivò subito:
« Ho l’ordine di perquisire tutte le persone sospette e voi mi parete sospetti » La voce si era fatta più grossa; sembrava volerli intimidire col suo atteggiamento arrogante.
Poi continuò:
« Svuotate le tasche, su! » Indubbiamente lo Zoo era in stato di allerta. I cancelli erano stati chiusi per non far uscire nessuno e questo presumeva che erano intrappolati lì. Doveva fargli assolutamente capire che, qualsiasi cosa fosse successa, loro due non c'entravano un Bolide secco. Ma vista la loro situazione sarebbe stata un' impresa ardua. * Ragiona Fenrir, ragiona * Se gli avesse risposto negativamente avrebbe peggiorato le cose, rendendoli ancor più sospetti; d' altro canto, non gli avrebbe di certo svuotato le tasche davanti, era una questione di principio. Doveva carpire più informazioni.
« D' accordo d' accordo! » Replicò alzando appena la voce, cercando di spezzare il momento di furia del guardiano. « Non c'è bisogno di sfuriare. Siamo arrivati da appena cinque minuti. So che non ci crederà, ma è un dato di fatto visto che stavamo giusto consultando la mappa dietro di noi. » Ok, non se l' era giocata male. Adesso sperava che Eloise gli desse man forte; sapeva di poter contare su di lei e sicuramente avrebbe voluto sapere di più sulla faccenda. Insomma, dovevano far leva l' uno su l' altro per capire di più sulla faccenda senza cedere alle assurde sottili accuse di quel tizio: questo era essenziale per uscirne fuori.
 
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