Sivra |
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| All'improvviso, il ragazzo accanto a lei iniziò a fare un sacco di confusione, la carta scrocchiava appena, la piuma strofinava sul foglio, poi il frusciare delle pagine del libro, e la successiva chiusura del tomo. Sivra sospirò appena, non c'era concentrazione così. Sentì anche la gamba di lui sfregare contro il tavolo, e Sivra si incupì appena. Quanto rumore! Ma di certo non poteva dire nulla, non stava parlando, e nessuno nei paraggi poteva riuscire a sentire. Poi ancora lui le rivolse la parola, e la corvetta sollevò il viso dal foglio, voltandosi a guardarlo, scandagliandolo appena, con quei suoi occhi di zaffiro e smeraldo. Assieme ai capelli, anche gli occhi ora iniziarono a cambiar colore, tingendosi di un viola ametista. Brava? No, si tratta di allenamento. Ancora il carboncino passò a sfumare il musetto di Soray sul foglio, poi parlò ancora. Quando passi tanto tempo in orfanotrofio ti trovi prima o poi qualcosa da fare. Lo sentì presentarsi e allora fissò nuovamente gli occhi chiari di lui, posando il carboncino.
Sivra. Sivra Valentine Langland Black.
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