Maybe It's Not Too Late..., x Mary

« Older   Newer »
  Share  
Blazeboy$
view post Posted on 1/4/2012, 19:26




Una bella mattina, dopotutto. Il parco si stendeva dinanzi agli occhi di Bart, che era seduto comodamente sugli scalini principali di Hogwarts.
Alle sue spalle, il portone semichiuso, che ogni tanto scricchiolava ai colpi di vento. In cielo, qualche nuvola e qualche stormo d'uccelli sorvolavano il blu, mentre il sole spuntava timido da dietro il Lago Nero.
Era presto, molto presto e quasi tutta la scuola ancora dormiva. Era l'alba, l'alba di un nuovo giorno a Hogwarts.
Bart inspirò l'aria fresca di primo mattino a pieni polmoni, socchiudendo gli occhi. Tutto taceva, calmo e tranquillo. Il tutto era rilassante, e Bart aveva bisogno di un po' di quella pace. Non era lì per pensare, niente affatto; lo aveva già fatto a lungo e per troppo tempo... Era lì solo per riposare, per far riposare il cervello, le sue stanche membra, la sua mente ingombra di pensieri e ricordi, il suo cuore... Voleva trasmettere la quiete che c'era tutt'intorno nel suo animo.
Magari ci stava riuscendo, e forse stava sortendo l'effetto desiderato. Si sentiva leggero, fresco, limpido, sveglio...
Quella notte aveva avuto un incubo, uno dei tanti che lo avevano tormentato in quel periodo. Quell'ultimo però era stato il peggiore, in assoluto...
La sera prima era andato a letto tranquillo, non aveva potuto immaginare cosa avrebbe sognato di lì a poco. Più tardi si era svegliato di soprassalto, nel cuore della notte, con il ricordo dell'incubo ancora impresso nella mente. Sapeva che era solo un sogno, frutto dell'eccessiva lavorazione del suo cervellaccio, immagini false e non vere, ma erano state come una premonizione per lui. L'incubo era su Mary...
Malgrado ciò, era evidente che non si trattava solo di lei. Quelle brutte immagini stavano a significare tutti i suoi affetti, i suoi amici. Volevano dire che doveva tornare alla vita di prima, alla vita precedente, che si era costruito con tanto orgoglio, lontano da casa e indipendentemente. Non era disposto a perdere tutto così facilmente, a farselo scivolare via, eppure in quel periodo di vuoto la sua vita si era rimodellata da sola, come creta. Non era stato per volere suo, lui non aveva mica desiderato starsene isolato a pensare... Eppure ne aveva avuto bisogno e ora non se ne pentiva. Doveva avere solo il coraggio e la forza di ricominciare, di riprendersi le sue vecchie cose, chiarire vecchie faccende e continuare con la sua solita vita. In fondo era un ragazzo, era alle prime armi della sua esistenza, aveva ancora molto da imparare.
Perciò forse poteva farcela. Forse non era troppo tardi...

 
Top
view post Posted on 1/4/2012, 19:44
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Era molto,molto presto. Il sole ancora non vi era,o almeno,lei dal suo metro e cinquanta,non riusciva a vederlo. Era l'alba,l'inizio di un nuovo giorno. Per lei era iniziato già due ore prima,ma erano minuscoli particolari su cui non bisognava discutere. Guardava il cielo,seduta sul fogliame freddo,appoggiata ad un albero che la faceva sentire viva. Aveva un asciugamano intorno al collo,i capelli biondi legati in un fiocco rosso accesso,gli occhi azzurri quasi sognanti,ma lucidi e gli occhiali sulla punta del naso. Indossava una maglia a maniche corte sotto la tuta di un color arancione opaco. Aveva appena finito la sua consueta corsa mattutina eppure non era stanca,aveva ancora una voglia matta di correre,scappare,poi rincorrere chi aveva perso a causa del fatto che era scappata. Voleva un mondo in cui tutto fosse perfetto,in cui gli amici rimanessero per sempre,in cui vi fosse il principe azzurro,o rosso,o verde,o arancione. Un mondo in cui i suoi genitori non fossero morti. Un mondo,completamente diverso da quello. Passarono circa quindici minuti prima che si decise ad entrare,ormai completamente asciugata e nuovamente splendente,grazie all'uso della magia. Le porte erano socchiuse per sua fortuna,così poté farvi ingresso senza problemi. Ne spinse solo una,cercando di evitare quel cigolìo tanto fastidioso che probabilmente avrebbe svegliato tutta la scuola. Si fermò. Sentì il respiro mancarle,gli occhi aprirsi di colpo,i muscoli contratti,il cuore a mille. Due erano le cose: stava morendo o aveva visto un fantasma. Appurato che la morte era ancora lontana,la risposta era sicuramente la seconda. Fantasmi ad Hogwarts,alla fine era anche naturale. Fece diversi passi avanti,si diede un pizzico sulla gamba,poi cercò di tornare disinvolta e seria. Fece un passo,più rumoroso,in pratica voleva far sentire la sua presenza. Aveva riconosciuto quella figura giovane,seduta sui gradini delle scale. Parole? Non ne aveva. Nella mano destra l'asciugamano,le braccia distese lungo i fianchi,gli occhiali neri e quadrati a farla divenire più goffa di quanto già fosse,gli occhi oltremare da fantasiosa. Era Bart. Era lui. Cresciuto,carino,alto,forte,seduto. Non era un fantasma. Era proprio lui,davanti a lei,in quel momento. Parole? Non ne aveva. Ancora no.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 1/4/2012, 20:45




Finora, a occhi chiusi, Bart si era goduto il silenzio, acuendo solo l'udito per captare piccoli suoni piacevoli e rilassanti: il fruscio delle foglie degli alberi, il cinguettio degli uccelli. Sentiva il risveglio della natura, quasi si stesse ridestando assieme alla scuola.
Il sole aveva fatto quasi del tutto capolino dietro la distesa d'acqua del lago, colorandone la superficie e rendendola luminosa come uno specchio. Bart però continuava a tenere gli occhi chiusi, a immaginare tutto. Dietro il buio dai mille colori che vedeva da dietro le sue palpebre, vedeva immagini nate casualmente dalla sua fantasia, figure maestose, squarci di paesaggio. Nella sua mente andò persino a formarsi una cantilena melodiosa, che lo stava ammaliando.
Era ancora in quella posizione, con le mani poggiate sulla pietra degli scalini, seduto comodamente e con la testa quasi all'insù, a osservare il mondo partorito dalla fantasia. Il ragazzo non avvertì nemmeno la presenza di una persona che gli passò accanto senza neanche notarlo; non vide che la figura era tornata indietro e che ora lo fissava stupita.
Bart aprì gli occhi quando sentì un alito di vento un po' troppo freddo sfiorargli il viso e fargli venire la pelle d'oca. Vestiva una maglia a maniche lunghe, nera, e uno dei suoi paia di jeans migliori; le scarpe erano semplici scarpette da ginnastica, anch'esse nere con strisce bianche.
Bart si strinse le braccia attorno al petto, sperando che il sole sorgesse presto del tutto, e mosse le mani ai fianchi, come per riscaldarsi.
Eppure sentiva un calore, una presenza attorno a lui. Il ragazzo, involontariamente, volse il capo più a destra, e notò con la coda dell'occhio una figura. Il cuore gli balzò in gola, oramai abituato alla solitudine. Era convinto di starsene solo soletto in quel mattino fresco di primavera, invece a pochi passi da lui, in piedi e sbalordita, vi era Mary.
Bart la fissò negli occhi, con la bocca dischiusa per lo stupore, e si perse in quel blu profondo, quella lucentezza che gli era mancata così tanto. Quegli occhi lo avevano guardato e lo avevano capito tante volte, e ora se li trovava lì davanti a fissarlo.
Per un attimo si vergognò. Sì, si vergognò, perché non si era più fatto vedere né sentire, non l'aveva più calcolata, e a malincuore abbassò lo sguardo. Notò allora il suo strano abbigliamento: da quanto poteva vedere, la ragazza faceva allenamento mattutino, con tanto di corsetta.
Era imperlata di sudore e portava un asciugamano attorno al collo, con fare molto sportivo. Bart accennò un sorriso, vedendola conciata a quel modo. Gli sembrava buffa...
Allora gli riaffiorarono alla mente vecchie immagini e ripensò alla spensieratezza e all'allegria di quella ragazza. Ai suoi sorrisi smaglianti e rassicuranti, ai suoi abbracci, i suoi bacetti affettuosi, ai suoi capelli dorati che splendevano insistentemente al sole. Quella ragazza che irradiava felicità da tutti i pori e la trasmetteva agli altri.
Una morsa gli strinse il cuore. Quanto gli era mancata, quanto aveva desiderato poterle parlare. E invece non aveva avuto il coraggio di andarla a cercare, e ciò alimentò di più la vergogna che provava in quel momento nel ritrovarsela di fronte.
Sospirò e ripose nuovamente il suo sguardo negli occhi di lei. Avrebbe voluto dirle tante cose, moltissime parole volevano uscire da quelle labbra, dalla sua bocca tenuta chiusa per molto tempo...
Eppure si limitò a dire:
- Mary...cosa ci fai qui? -

 
Top
view post Posted on 1/4/2012, 21:53
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Tutto si era fermato. Il tempo non scorreva più,almeno per lei. in quel momento si era dimenticata del perchè stesse lì,e tutti i quesiti possibili ed immaginabili le vennero in mente. Aveva chiuso la bocca,ma i suoi occhi mostravano ancora stupore. Si sentiva nuovamente viva. Pochi giorni prima aveva incontrato nuovamente Paul e,come se il signore avesse sentito le sue preghiere,ora anche Bart era di nuovo vicino a lei. Una decina di passi li separavan,eppure lei non sentiva tutta quella distanza. Flashback. D'improvviso tutto il suo passato con il rosso le venne in mente,qualcosa di più magico di Hogwarts,ed era ben difficile trovarne. Ricordava la prima notte della Torre,a quei tempo era prefetta,e si era divertita a guardarli da lontano,dietro l'alto muro,già affascinata dalla loro amicizia. Si erano incontrati in una afosa giornata d'agosto,pronti a fare un bagno,ritirando a loro stessi l'offerta. Ricordava di averli portati a Hogsmeate,di avergli fatto visitare qualche locale,ma soprattutto,si era divertita. Ora il Corvonero era dinanzi a lei,e come con Paul,non riusciva a trovare le parole giuste. Si sentiva in colpa ed era ovvio,eppure lei era sempre stata lì,a disposizione di tutti,pronta a correre in caso di necessità. Era sempre stata lì,e nessuno dei due l'avevan cercata. Erano un trio,diviso. Erano un trio,e parlare al passato faceva ancora male. Si sfilò l'asciugamano dal collo e la gettò su un gradino più basso. Poi decise di avvicinarsi,solo qualche passo,niente più. Non sapeva cosa fare. Aveva una gran voglia di saltargli addosso,ma sapeva che dovevan parlare,che ogni momento era prezione. Eppure,oh quanto voleva saltargli addosso!
Non dovremmo essere qui. "Qualche prefetto cattivo potrebbe mandare indietro le lancette dell'orologio."
Era forse la risposta perfetta. Quella frase. Bart la ricordava? L'aveva di poco modificata,adattata all'orario del momento,ma era sempre la stessa,sempre detta con lo stesso tono di voce ironico. Gli sorrise. Mostrò i suoi 32 denti,bianchi e curati grazie all'apparecchio che aveva portato prima del suo arrivo al Castello. Gli sorrise,ma soprattutto i suoi occhi gli sorrisero. Si immerse nel mare verde degli occhi di Bart e ne rimase come sempre affascinata. Le piacevano i capelli di Paul,a gli occhi,oh gli occhi..Aveva sempre preferito quelli di Bart. Oltre ad un sorriso,non riuscì a dire altro e,quasi maternale,aprì le braccia. Si sentiva molto "Papà castoro",eppure fu la cosa più intelligente che riuscì a fare. Aprì le braccia,aspettò che fosse lui a saltarle addosso,perchè davvero,lei voleva tanto farlo.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 2/4/2012, 14:14




Eccola lì Mary, così vicina eppure così lontana. Era davvero strano ritrovarsela davanti dopo tutto quel tempo, ma ora l'importante era averla ritrovata. Ora doveva cercare di riparare tutto, di ricucire il rapporto. Sembrava facile, ma non lo era...
La ragazza che aveva conosciuto sulla Torre di Divinazione quella lontana notte di un anno prima non era cambiata granché: i suoi occhi erano sempre più blu e i suoi capelli sempre più dorati. La sua pelle chiara e gli occhiali che riposavano sulla punta del suo nasetto, alquanto desiderosi di scivolare giù.
Bart lesse nei suoi occhi strani pensieri, ma non riuscì a decifrarli. Cercò di assumere un'espressione imperscrutabile, non voleva che lei riuscisse a leggere la sua debolezza.
Mary disse semplicemente poche parole, memori di quella notte sulla Torre. A Bart gli si strinse il cuore, ricordandone la tonalità colorata e vivace. Quella sera era stata una delle più importanti della sua vita: era riuscito ad ottenere la totale fiducia di Paul e aveva conosciuto Mary, quella ragazza un po' pazza e allegra.
Eppure se li era lasciati sfuggire entrambi, li aveva lasciati andare e si erano sciolti come fasci d'erba al vento. Si erano allontanati come se non si fossero mai conosciuti, chi per un motivo chi per un altro... Eppure Bart non sapeva se era stato lui l'unico a discostarsi dal trio, non sapeva se gli altri due avessero avuto rapporti durante quel periodo, se lo avessero pensato. Lui di sicuro sì, era stato tormentato dalle loro visioni, dai loro visi...
Bart sospirò, sorridendo; era un sorriso quasi triste, di malinconia, ma partiva dal cuore. Sorrise perché sapeva che lei, con quella frase, aveva voluto punzecchiarlo; forse come lui voleva ricreare il rapporto, ricominciare o continuare, con la stessa spensieratezza di prima. Forse era possibile, forse no, ma avrebbero dovuto provare, e lui voleva tentare, lo voleva con tutto sé stesso.


- Ne è passato di tempo... - sussurrò, lasciando quasi che la sua voce si mescolasse ai suoni della natura che si destava, allo sciabordio del Lago e al fruscio del venticello fresco.
Poi notò come la ragazza avesse aperto le braccia, come in sua attesa, ancora col sorriso sulle labbra. Bart allora capì e si sollevò subito in piedi, col cuore che gli batteva all'impazzata, impaziente di fare ciò che nei meandri della sua mente era avvenuto già così tante volte...
Così Bart avvolse l'amica e la strinse forte a sé, in un abbraccio amoroso e caloroso. Voleva sentirla, voleva captare il suo affetto, e voleva coccolarla. Inspirò a lungo il profumo dei suoi capelli, il sentore dolce della sua pelle. Il contatto con la sua guancia, liscia e morbida... Sembrava tutto perfetto, un quadretto preso dai ricordi, uno squarcio di passato...
Il ragazzo rigettò nell'abbraccio tutti i suoi sentimenti, e si lasciò trasportare. Sembravano passati decenni da quando aveva ricevuto un abbraccio, da quando si era sentito amato davvero l'ultima volta, e da quando aveva sentito la convinzione di avere un amico accanto, un qualcuno su cui poter contare...
Bart assaporò quel momento, con gli occhi chiusi ma con la mente e il cuore bene aperti, mentre pensieri e sentimenti, emozioni e ricordi riaffioravano in quella stretta amichevole, in quell'abbraccio che sarebbe presto terminato ma che non avrebbe lasciato più i due amici da soli. Bart e Mary sarebbero sempre stati avvolti da quella stretta d'affetto, per sempre, da quel momento in poi...

 
Top
view post Posted on 3/4/2012, 21:06
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Era passato un anno. No,per lei non era come ieri,o come il giorno prima. Per lei era esattamente un anno. Notava la differenza nell'aspetto di Bart,era cresciuto,era più alto,era diverso. Era passato un anno,anche lei era diversa e non solo fisicamente,ma soprattutto mentalmente. Non era più il tipo da abbacci,eppure l'aveva visto lì e l'unica cosa che voleva fare era stringerlo,stringerlo a se come se fosse la sua mamma. Voleva solo stringerlo a se. Sentì la sua voce,finalmente. L'aveva tanto sognata,eppure ogni mattina,quando cercava di ricordare,non succedeva mai niente,anche il sogno finiva nel dimenticatoio. Anche la sua voce era maturata. Tutto di lui era nuovo. Eppure sentiva che quel ragazzo dai capelli rossicci,era sempre il suo Bart. Era sempre il SUO ragazzo dai capelli rossicci. Lo vide avvicinarsi e per un attimo il suo cuore sovvrastò il rumore dei passi del Corvo. Aveva paura che questo potesse uscire fuori a prendere a schiaffi l'amico; aveva paura che il suo cuore scappasse per non tornare più. Forse aveva solo paura che quello che stava vivendo era solo un inutile sogno e che presto si sarebbe svegliata,dimenticando anche questo. Erano a pochi centimentri di distanza quando il cuore decise di salire in gola,provocandole più indecisione che mai. No,non era indecisa su ciò che provava per Bart,ma su ciò che lui provava per la bionda. Poi,tutto si placò. Erano nuovamente in contatto,il suo corpo con quello dell'amico. Era considerevolmente più alto di lei,ma non era un male,anzi,poteva appoggiare la sua testa sul cuore dell'amico. Bum. Bum. Bum. Regolare. Aveva legato le sue braccia ai suoi fianchi,stringendolo a se. Quel legame,lei,lui,non voleva più separarsene.
Sei qui.
Era sempre stata una tipa sentimentale,eppure si sentiva ancora più sentimentale del solito,quel giorno. Si strinse a lui,sperando che questi la proteggesse,consapevole che spettava a lei quel ruolo,almeno con Bart e Paul. Paul,ora potevano finalmente tornare ad essere un trio,ora finalmente potevano iniziare a vivere la vita che tanto avevano sperato arrivasse. Finalmente,poteva riiniziare da zero,o magari,bè,da uno.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 4/4/2012, 09:11




Solo mentre la teneva stretta, e la avvolgeva a sé con le sue braccia, si rese conto di quanto gli fosse mancato un gesto d'affetto, di quanto gli fosse mancato un amico.
Ora però non voleva pensarci, aveva smesso di farlo un po' di tempo addietro e aveva recuperato parte della sua vecchia sicurezza e noncuranza. Erano cambiati i tempi, però, perché lui non era più un bambino a cui mancavano i genitori e cercava di stare simpatico a tutta la ciurma scolastica. Oramai viveva la sua vita a Hogwarts tranquillamente e gli interessava solo di intensificare i rapporti che già aveva.
La ragazza sussurrò delle parole, parole dolci, e Bart la strinse ancor di più.

- Sì, e ora non ti libererai tanto facilmente di me... - le mormorò tra i capelli, per poi scostarsi e sorriderle. Quell'abbraccio li stava tenendo uniti da troppo tempo ed era ora di chiarire, di parlare. Ci sarebbe stato tempo per tutte le altre cose...
Sospirando, si riaccomodò sullo scalino e batté con la mano destra sul gradino accanto al suo, per far segno all'amica di sederglisi vicino.
Aveva capito che era tempo di dirle qualcosa, anche se forse il silenzio diceva più di qualsiasi parola, ma lui era pronto a liberarsi da quelle catene e avrebbe parlato. Era il minimo che poteva fare per Mary, sentiva il dovere di spiegarle, di farle sapere...
A lungo mantenne il suo sguardo sull'erbetta ricoperta di fulgente rugiada, mentre pensava e cercava le parole adatte a cominciare il discorso. Deglutì a fatica, per scacciare lo strano groppo che lo opprimeva e gli affaticava la respirazione. Si sentiva un idiota: non c'era bisogno di sentirsi agitati con Mary, lei avrebbe capito...
Allora cominciò, e la sua voce risuonò atona e vibrante in quel silenzio mattutino:


- Mary, mi dispiace... Davvero, non so cosa possa fare per farmi perdonare, per essermi allontanato così senza preavviso. Ho...ho rotto il legame che ci ha unito l'anno scorso, quando tutto era diverso.
Eppure non voglio che tutto ciò finisca, ora voglio recuperare tutto.
Mesi fa mi sono allontanato perché avevo bisogno di...di pensare, di riflettere -
. Esitò un attimo, non sapeva se fosse opportuno continuare, se fosse necessario dirle di Nymph e del loro allontanamento. Avrebbe dovuto chiarire anche con lei più tardi, cercare di riprendersela, come stava facendo con i suoi amici. Decise però di sorvolare per il momento sull'argomento e si limitò a dire: - Sappi che da ora io ci sarò...sempre! Come in passato... -

Gli sembrava strano definire un periodo risalente a mesi prima "passato", ma era proprio il termine adatto, perché molte cose erano cambiate. Era anche vero che molte altre erano rimaste le stesse, ma il tempo passava inesorabile e cambiava le persone.
Bart sentiva che forse non potevano essere legati come in passato, ma il futuro poteva riserbare grandi sorprese. Magari sarebbero diventati ancora più uniti, chissà... Nessuno poteva ancora dirlo, c'era solo da aspettare.
Bart così rimise lo sguardo sull'erba rugiadosa e fissò i punti luminosi in cui rifletteva la luce solare. Il suo cuore si era calmato, il suo animo si era placato e la sua mente aveva trovato pace, in una strana quiete che gli era stata estranea durante quei mesi.
Attese così una qualunque risposta dall'amica. Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa: uno schiaffo, una brutta parola, o un abbraccio, un bacetto, parole di conforto. Non sapeva davvero cosa aspettarsi...
Mary poteva aver capito, ma poteva anche essere ferita e non accettare le sue scuse. Si sarebbe potuta rivelare offesa e avrebbe potuto sbattergli in faccia insulti e quant'altro. Ma riponeva fiducia nella ragazza amorevole e comprensiva che conosceva, dalla quale si aspettava parole cariche d'affetto. Perché quella era Mary: la ragazza Grifondoro sempre allegra e affettuosa...
Sperava solo di ritrovarla...di nuovo

 
Top
view post Posted on 6/4/2012, 09:32
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Lo sentiva. Sentiva il suo respiro sulla sua pella,il suo viso srofondare nei suoi capelli,ma soprattutto,sentiva come non mai,il suo cuore battere per la bionda,o almeno ci sperava. Tutto di lui,tutto era cambiato,anche la sua voce che si era persa nella sua chioma bionda,era cambiata,eppure per Mary quel ragazzo,era sempre il timido rosso che incontrò sulla torre di Divinazione,che le sorrise timidamente e che manteneva un cuscino tra le braccia. Sarebbe sempre stato quel ragazzino per lei,come la bionda sarebbe per sempre stata la stupida e divertente Grifondoro,per lui. Niente,niente doveva cambiare.
Oh cavolo ed io che volevo liberarmi di te..Tipo,in un'altra vita.
Disse la prima frase con un tono ironico - serio,ma le scappò una risata sul proseguimento. Forse non si era capito,ma lei non si sarebbe mai più separata da lui,o Paul,o le altre e numerose persone importanti della sua vita. Mai. Quando l'abbracciò ebbe termine,per un attimo si sentì nuovamente sola,la distanza,il calore,tutto finì. Lo vide sedersi sui gradini e lo seguì,sedendosi sul posto da lui indicato. Silenzio. Nei secondi che seguirono vi fu soltanto il silenzio,fin quando Bart non parlò. Perchè si scusavano tutti? In quel periodo tutti si erano sempre scusati con lei e non ne capiva il motivo. In fondo neanche lei aveva cercato nessuno. Nessuno. Ascoltò le sue parole con attenzione,eppure aveva già una risposta pronta. Non c'era niente prima di quel momento,niente. Il giorno prima erano andati ad Hogsmeate a bere latte e menta ed ora parlavano sui gradini della scala. Quell'anno era stato cancellato,più o meno.
Il nostro legame è indissolubile. Un anno non fa la differenza,per me è scomparso. Tu starai per sempre qui..
Alzò la mano,portandola al suo petto,decentrata verso sinistra. Lì,sul suo cuore,per sempre e sempre e sempre e sempre,nel caso non si fosse capito.
Niente potrà mai finire,abbiamo ancora una vita da vivere ed un'altra da morti,ovviamente.
Gli sorrise,ancora una volta trasformò il suo viso pacato in una completa allegria. Gli sorrise,perchè era l'unica cosa che riusciva a fare in sua presenza. Gli sorrise,perchè voleva farlo. Allungò la mano,cercando la sua,sicura che presto l'avrebbe trovata. La strinse,poggiando poi la sua testa sulla spalla dell'amico. Amava stare in sua compagnia. Non le piaceva,l'amava!

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 6/4/2012, 11:28




Bart si sentiva di colpo felice. Notò come a Mary non importassero le sue scuse, come non le importava del loro distaccamento, e la ascoltò con il cuore a mille. Sprizzava gioia da ogni poro, ma non lo dava a vedere.
Mary era disposta a continuare come se nulla fosse mai accaduto tra loro, come se il loro rapporto non fosse mai stato intaccato, mai scalfito dal tempo o dai cambiamenti.
Bart la guardava mentre l'amica faceva battute e ridacchiava, e lui sorrideva di rimando, guardandola e vedendo la stessa identica Mary di quella che conosceva. Non era cambiata affatto...
Gli disse che lui sarebbe sempre rimasto nel suo cuore e, come per accentuare e confermare ciò che stava dicendo, guidò la sua mano e la portò sul suo cuore, che batteva regolare e soffuso.


- Sono...davvero...felice. Finalmente tutto potrà ritornare com'era all'inizio... - disse e inspirò l'aria fresca. Il sole era sorto quasi del tutto e stava bagnando il Lago con la sua fievole luce, illuminandone il colore dell'acqua.
Mary gli prese la mano e Bart sentì la morbidezza della sua pelle, la delicatezza e tutto l'affetto che quel gesto conteneva, celato dietro sorrisi e occhiate. Le strinse a sua volta la mano, e Mary poggiò la sua testa sulla sua spalla destra, quasi spensierata e con noncuranza. Bart piegò leggermente di lato la sua, facendo cozzare dolcemente le loro teste, facendo sfiorare i loro capelli.
Quanto gli era mancato tutto quello...Bart non riusciva quasi a crederci, e a stento riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo. Aveva trascorso mesi e mesi in disparte, lontano dai suoi affetti, e ora ne aveva riconquistato uno. Era un grande passo per il suo ritorno, per la sua lenta ripresa. Aveva bisogno di quelle persone attorno, ne aveva letteralmente bisogno. Senza di loro, a Hogwarts si sentiva solo e vuoto.


- Beh, cos'hai fatto in questi lunghi mesi? Qualche novità? - le chiese, mentre insieme guardavano il paesaggio dinanzi a loro, la natura che si preparava ad un altro giorno. Un giorno importante per Bart, ma soprattutto per la loro amicizia...

 
Top
view post Posted on 7/4/2012, 20:23
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Stava bene. Si,con la testa sulla spalla dell'amico,le sue dita intrecciate in quelle del Corvonero,i suoi occhi a contatto con la natura. Si,stava bene. Percepiva il profumo di Bart e solo in quell'istante,riusciva a rendersi conto di quanto le fosse mancato. Il contatto, i suoi capelli rossicci. Tutto di lui le era mancato,tutto. Uno spiffero entrò dalla porta,ma non era freddo,era temperato,ad invitarli a rimanere lì,magari in quella posizione,per il resto della giornata. Ascoltò le parole del ragazzo e colta dalla leggera brezza primaverile,chiuse gli occhi,cercando di assaporare ogni momento,ogni secondo di quella giornata che era stata cambiata solo da una persona. Ricordava quando sua madre le diceva sempre di non legare troppo alle persone,di non dipendere da loro. Nel corso della sua vita Mary aveva intuito di dipendere dalle persone: Julie,Valerio,Iglif (in un primo momento),lo stesso Bart e anche Paul. Come di Trhesy,di cui la poca amicizia stretta,era comunque necessaria alla sua sopravvivenza. Vi erano così tante persone ad Hogwarts e lei come una bambina,aveva reso quelle persone il suo mondo. Lei era solo un pianeta,gli altri,il proprio sole.
Novità? Non direi. Forse una..Ho incontrato Paul qualche giorno fa.
Lo ricordava perfettamente ovviamente. Gli aveva inviato una lettera e per tutto il tempo si era tormentata,si era chiesta se inviarla o meno anche al Corvonero,poi si era decisa a non farlo,per non turbare il suo animo inquieto. Doveva ristabilire i rapporti con Paul per poi riuscirci con Bart. Li aveva trovati,entrambi,nel giro di una settimana e non vi era sensazione migliore. Perfetta,come sempre. Aveva ormai aperto gli occhi e per un attimo lì alzò verso l'amico,solo per vedere che fosse ancora lì,per esserne certa. Li riportò al giardino,poggiando anche l'altra mano su quella di Bart,tenendo costantemente premuta la sua testa sulla spalla dell'amico. Non riusciva a separsi,era oro,oro puro.
Tu cosa mi racconti? Hai detto che sei stato molto tempo chiuso nel tuo dormitorio. Com'è la vista da lì?
Non poté nascondere il leggero tono ironico. Anche lei era stata per molto tempo chiusa nella sua camera sulla Torre di Astronomia e le piaceva. Poteva vedere tutta Hogwarts da lassù,poteva respirare aria pura e alcune volte,riusciva perfino a vedere alcuni uccelli poltrire sugli alberi poco lontani. Amava la natura,ne rimaneva come sempre affascinata. Era stata in contatto con il cugino,da poco ritrovato,ma anche con Bart,come Paul,non ne avrebbe parlato,almeno non quel giorno,al primo incontro.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 8/4/2012, 09:38




Pochi minuti prima era solo, a cercare disperatamente di distrarsi e di non pensare agli incubi. Ora invece aveva al suo fianco una delle persone più importanti della sua vita. La più allegra, decisamente.
Eppure forse dietro quei sorrisi, quell'ostentata spensieratezza, c'era qualcosa di più profondo, qualcosa da celare. Bart non sapeva perché aveva questa sensazione, ma pensava che la ragazza avesse qualcosa di cui non gli aveva parlato. Beh, era passato tanto tempo. Di sicuro c'era qualcosa da raccontare, qualcosa da dire, ma forse non era il momento adatto.
Si erano ritrovati e non era il caso di andare oltre. Così Bart scacciò via quella sensazione, e si concentrò sull'amica, ascoltandola mentre quella gli diceva che aveva incontrato Paul pochi giorni prima.
Bart non seppe cosa dire, così rimase a fissare un punto qualunque del pavimento di pietra, ripensando all'amico. Non poteva crederci, non riusciva quasi a ricordarlo. Ripensò a tutti i momenti passati insieme, alla sera sulla Torre, alla loro empatia, e un'ennesima morsa gli strinse il petto, portandogli un grosso groppo in gola.
Bart deglutì a fatica, e lanciò un'occhiata di sbieco verso la testolina bionda che era poggiata sulla sua spalla, chiedendo quasi innocuamente:
- E come sta? -.
Non osava pensare a quanto sarebbe stato difficile recuperare il rapporto... E se era cambiato, se non era più il ragazzo che aveva conosciuto lui l'anno prima? D'altronde, gli adolescenti erano soggetti a cambiamenti e loro stavano crescendo. Tuttavia il Corvonero non voleva soffermarsi su quei pensieri, quelle tristi verità, e strinse la sua mano in quelle di Mary.

- Sì, ho trascorso molto tempo nel dormitorio, ma davvero...non m'importava nulla del paesaggio! - disse sorridendo amaramente, in risposta alla domanda di Mary. Lui, novità? Non aveva niente di interessante da raccontare...
Il pensiero gli andò per un attimo a Nymph, al loro strano allontanamento, e decise che non se la sentiva di parlarne. Era a causa di quel rapporto che aveva passato così tanto tempo a riflettere. Sì, perché dopo il fallimento con Nymph lui si era sentito male, si era sentito sbagliato e aveva avuto paura di qualsiasi rapporto. Si era isolato per paura di sbagliare, di fallire, di rovinare qualche sua altra amicizia, e temeva di non essere accettato come in passato.
Le insicurezze lo avevano travolto, lo avevano oppresso e gli avevano impedito di socializzare con chiunque. Non aveva udito il suono della sua voce per molto tempo, e difatti ancora ora lo strano timbro della sua voce mentre parlava gli appariva estraneo. Stava cambiando, e lui non se ne era accorto.
Il tempo volava e lui lo aveva sprecato, almeno in parte. Sospirò, cacciando via tutta l'aria e tentando di espirare via anche il dolore, la disperazione, i tormenti e quella strana tristezza che si erano impossessati di lui.

- Beh, io non ho granché da raccontarti. Ho deciso forse di entrare nella squadra di Quidditch di Corvonero. Così per distrarmi un po'... - le confessò. Sì, era vero, ci aveva pensato molto. Aveva cercato di trovare qualcosa di nuovo, qualcosa con cui riuscire a svagarsi, e aveva deciso di ritentare con il Quidditch. L'anno scorso l'aveva lasciato perdere, come aveva rinunciato alla Gazzetta del Profeta. Si era privato di molte cose...
Bart non seppe cos'altro aggiungere, sentì quasi un disagio che solitamente non esisteva quando stava coi suoi amici, specialmente con Mary. Non sapeva cosa dirle, aveva perso la determinazione che aveva avuto poco prima. Si sentiva quasi stanco, ma poi si rimise a fissare la natura, e il suo animo si calmò: il sole aveva varcato la linea del Lago e si stava innalzando in cielo, illuminando sempre più il panorama attorno.
L'alba era ormai lontana e di lì a poco la scuola si sarebbe svegliata. Mancava poco alla colazione e presto i due sarebbero stati raggiunti dal vociare e dal chiacchiericcio continuo degli altri studenti, dei loro compagni. La loro piccola pace sarebbe terminata, quindi era meglio godersela al meglio e al massimo prima che fosse stato troppo tardi.

 
Top
view post Posted on 8/4/2012, 20:23
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Quanto si può stare bene con una persona? Si può misurare il grado di beatitudine? Il quel momento Mary sentiva di stare nove,su una scala che contava solo dieci numeri. Poteva essere dieci,eppure le dicevano che non si poteva stare "dieci",che nove era in fondo,il grado massimo. Sentì la stretta di Bart intorno alla sua mano e per un attimo volle davvero che quel momento fosse da dieci. Sentì la sua testa fare leggermente pressione sulla propria,cercando un contatto ancor più marcato. Si scambiavan vicendevolmente i loro profumi,sapori diversi eppure accomunati dal fatto,che l'uno aveva sempre avuto qualcosa dell'altro,custodendolo chissà dove.
Sta bene e come te,non ha fatto altro che scusarsi.
Evitò di dire che si era comportato in modo strano,che probabilmente gli era successo qualcosa,che molto probabilmente la Grifondoro non poteva essere d'aiuto. Sperava solo che il rosso potesse trovare rimedio alle pene di Paul,perchè se lo meritava. Continuava a guardare un punto indefinito dinanzi a se,non accorgendosi che il sole,lentamente tornava tra loro,quasi pronto a rovinare quell'atmosfera tanto dolce. Ascoltò Bart,che sembrò voler entrare nella squadra di quidditch. Sport affascinante e veramente unico sport della scuola,tanto ambito. Sorrise,non era il primo e non sarebbe stato l'ultimo.
Distrarti da cosa?
Non le importava tanto del Quidditch,del fatto che prima o poi si sarebbero trovati l'uno contro l'altra,ma di come la frase era stata continuata. Come a Paul,ora anche con il Corvonero,aveva l'impressione che questo non le dicesse niente,nascondesse qualcosa. Forse era così o forse era diventata paranoica,risposta non vi era. Era cambiata così tanto da non ricevere più fiducia? Il suo comportamento era a tal punto diverso? Si dava la colpa di ogni cosa,perchè in fondo era anche colpa sua. Il sorriso sparì dal suo viso,sentì un ronzio provenire da lontano e forse erano gli elfi,che dalle cucine nascoste,iniziavan il loro lavoro. Di solito impiegavano un'ora,cioò significava che avevan ancora un pò di tempo per stare da soli. Soli. In quel momento sentiva il bisogno di avere un chiacchierone a fianco a se,perchè davvero non sapeva cosa dire. Non era imbarazzata o altro,solo non riusciva ad ammettere a se stessa che per un anno Bart era stato fuori dalla sua vita,che per un anno era stata sola,perchè non c'era neanche il Tassorosso con lei. Si,vi erano molte persone importanti nella sua vita e ne aveva conosciute altre,ma in qualche modo la loro assenza si era sempre sentita. Ricordava ad esempio una volta,quando prese il cuscino ed andò a nascondersi dietro al muro,nei sotterranei,davanti alla porta Tassorosso,aspettando che Paul uscisse da lì. O quando per un pomeriggio intero,nascondendo il suo viso dietro un libro,controllava se Bart varcasse mai la soglia della porta Corvonero. Loro lo avevano mai fatto? L'avevan mai pensata? Lei si,costantemente.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 8/4/2012, 22:01




La Grifondoro gli rispose che Paul stava bene e che, come lui, si era scusato con lei.
Bart corrugò la fronte, leggermente confuso. Non sapeva il motivo per cui Paul si fosse dovuto scusare con Mary, non sapeva più niente di loro da quando si era allontanato. Si chiedeva cosa fosse successo loro, cosa avessero fatto senza di lui. Alcune notti, a letto, aveva pensato che forse a quei due non importava più niente di lui, che magari era stata solo un'amicizia passeggera. La sua scarsa sicurezza e autostima lo avevano portato ad avere dubbi sulla lealtà di Mary e Paul, e ora si sentiva sporco. Si sentiva ingiusto, sentiva che quei pensieri erano fuori luogo, inadeguati. Il legame che avevano quei tre ragazzi era forte. Avrebbero solo dovuto impegnarsi e mettercela tutta per ricrearlo, per rafforzarlo; avrebbero dovuto stare uniti.

*L'unione fa la forza...* si ritrovò a pensare, inebetito. Lui, che per lungo tempo aveva desiderato di stare da solo, ora si rendeva conto di quanto fosse stato sciocco, di quanto male si fosse fatto. Aveva sbagliato, e ora doveva pagarne le conseguenze. Lui aveva assoluto bisogno di persone attorno a lui, lui aveva bisogno degli altri per risollevarsi, aveva bisogno di aiuto.

- Come...come mai si è scusato? Cos'è successo? - le chiese, ignaro di tutto. Nel suo lungo periodo era stato isolato in luoghi lontani e tranquilli, come la camera del suo dormitorio, e aveva pensato molto. Aveva sofferto in silenzio e si era sfogato a modo suo, affogando nella solitudine.
Molte volte aveva pensato ai suoi amici, ma li aveva visti lontani, si era considerato senza speranze e pensava che loro non avrebbero potuto aiutarlo, che lui era irrecuperabile.
La domanda di Mary arrivò inaspettata. Aveva colto un dettaglio delle sue parole a cui neanche lui aveva fatto caso. Quella ragazza lo capiva, sapeva come metterlo alle strette e Bart sentiva un fiume in piena dentro di sé. Non riusciva a tenerlo più a bada, non riusciva ad arginarlo, non poteva trattenersi più, altrimenti sarebbe scoppiato. Aveva tenuto tutto dentro di sé per troppo tempo...


- Mary, io...sono stato male. Malissimo. In questi mesi mi sono allontanato perché ero insicuro di me - cominciò a dire, fissando le acque del Lago, sentendo il cuore che batteva all'impazzata e la testa che pulsava. Stava lasciando che le parole uscissero dalla sua bocca, inarrestabili...
- Mi sono sentito una nullità, mi sono sentito uno schifo. Pensavo di dover stare da solo, pensavo che sarei riuscito a badare a quelle crisi, che avrei risolto il problema, ma non ci riuscivo. Avevo paura di avvicinarmi ad una persona, avevo paura di poter sbagliare come ho fatto... -. Bart si interruppe. Stava per farlo, stava per pronunciare il nome della persona che gli aveva causato quella crisi emotiva. Ma dirottò e cambiò direzione. - ...in passato, con altre persone. Ero davvero terrorizzato di sbagliare, mi sembravo inadeguato a qualsiasi situazione. Mi sentivo...sbagliato. Era come se non riuscissi più a vivere, a vivere con gli altri. E' stato orribile... -

Bart continuava a tenere il suo sguardo sulla superficie chiara e luminosa del Lago, desiderando di poter annegare in quelle acque limpide, assieme alla Piovra Gigante. Sollevò però la testa e si scostò per un attimo dall'amica. Tenne però stretta la presa sulle mani di Mary, perché ne aveva bisogno. Stava perdendo il controllo di sé, stava delirando, si stava sfogando, e le sue mani cominciavano a sudare. Ma strinse i palmi della Grifondoro, tastandone la pelle e imprimendo in quel gesto tutto il suo dolore.
Un bruciore agli occhi, assieme ad un groppo in gola, ad una morsa al petto, ma accompagnati da un sollievo interno. Il suo animo si stava placando, stava riversando tutto ciò che aveva trattenuto per troppo tempo.


- Ecco perché ora ho bisogno di svagarmi, di distrarre la mia mente dai pensieri che mi hanno tormentato. Sono riuscito a trovare un equilibrio e ho riacquistato parte della mia vecchia sicurezza, ma il percorso è ancora lungo, ho ancora molto da fare - concluse, non aggiungendo che per riuscire nel suo intento avrebbe avuto bisogno di persone che gli fossero state accanto, che lo avrebbero supportato. Aveva bisogno di amici.

 
Top
view post Posted on 9/4/2012, 20:48
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Preoccupazione. Non perchè aveva uno spiccato intuito,ma perchè lo percepiva a pelle, Bart era preoccupato per qualcosa e a breve avrebbe avuto la risposta,ma prima,vi era ancora da parlare di Paul. Era vero,il Corvonero molto probabilmente non sapeva niente ed era ovvio,era "Appena" di ritorno da una vacanza in solitudine nel suo dormitorio. Non sapeva che come lui,anche Paul l'aveva lasciata,che come lui,anche Paul aveva trovato un motivo per ritornare. Lei era il collante,lei doveva tenere tutti i pezzi del puzzle insieme,ma si chiedeva se,la sua assenza,contasse qualcosa.
Anche Paul è andato via.
Bart avrebbe facilmente intuito il significato di quella frase. Come il rosso,anche il moro aveva scelto la sua strada lontano da Mary e andava pur bene,se questo era il meglio per loro,allora andava bene. Non cambiò posizione,almeno fin quando non si sarebbe affaticata fin troppo il collo. Continuava a stringere la mano di Bart,mentre a voce bassa gli parlava. Silenzio,nuovamente. Bart aveva iniziato a parlare ed aveva la massima attenzione della bionda. Sentiva la sua mano ormai sudata,ma come lui,neanche lei l'avrebbe mai lasciata. Mai. Preoccupazione. Ora la sentiva,ora ancor più di prima.
*E' per caso un' epidemia?*
Fu la prima cosa che si ricordò di pensare. Come Bart,anche Paul e per un periodo abbastanza lungo anche lei,si era sentito così: solo. In un modo o nell'altro aveva pensato che la solitudine fosse la soluzione migliore,che sarebbe stato meglio quando era ovvio che si sbagliava,come Paul,come Mary. Sorrise,non poteva far altro. Avevano sbagliato,tutti e tre e si erano persi,tutti e tre. Aveva sempre avuto la sensazione che fosse lei,quella a star messa peggio,a star più male di tutti,a forse si sbagliava,forse anche Bart provava quei sentimenti,forse anche lui stava male,forse la bionda non era l'unica.
Anche io sono stata male. Ma devo essere sincera con te: questo non era un buon motivo per andare via. Io c'ero. Paul c'era. Eravamo lì l'uno per l'altro e poi siete tutti scomparsi e la mia bolla rosa è andata distrutta. Questo non era un buon motivo per andar via e poi aspettare che fossi io quella che sarebbe venuta a cercarvi. E l'ho fatto e lo rifarei sempre.
Aveva alzato la testa dalla spalla di Bart,guardavo ancora dinanzi a se,quando l'orizzonte era ormai una sottile linea azzurrina che separava il lago dal cielo. Seppur la sua voce non aveva tonalità,Mary era arrabbiata,con se stessa ma anche con i suoi due amici che considerava indispensabili e forse lo erano. Loro l'avevan lasciata e per un anno era stata senza uno straccio di notizia. Per un anno,era sempre stata lei quella a soffrire. Un cavolo e accidenti di anno. Girò la testa verso Bart,ora come ora cercava il contatto visivo.
Ma..ci tengo a non distruggere questo momento così bello,davvero. Quindi,dimentichiamoci del passato,finchè possiamo.
Dimenticare. Non era facile e non lo sarebbe stato,come non sarebbe stato possibile farlo. Ma almeno lei doveva provarci. Doveva.

 
Top
Blazeboy$
view post Posted on 9/4/2012, 22:28




Bart si sentiva leggermente meglio. Aveva avuto bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sfogarsi.
Lanciò un'occhiata all'amica, alleggerendo la presa della sua mano che prima aveva rafforzato. Mary sembrava quasi...impassibile. Il suo sguardo era imperscrutabile e Bart non riusciva a leggere l'espressione celata da quegli occhi di un blu elettrico, che in quel momento sembravano quasi gelidi. Non riusciva a decifrare il suo sguardo, a comprendere i suoi pensieri o le sue sensazioni. Non era mai stato intuitivo o altro, ma di solito riusciva a comprendere gli amici. O era il tempo che aveva cambiato le cose, o era qualcos'altro, ma Bart per un attimo non riconobbe Mary.
La Grifondoro gli disse che anche lei era stata male, ma gli fece presente che quello non era un buon motivo per allontanarsi. Aveva ragione, e Bart si sentiva mortificato. Ciò che aveva fatto non sarebbe stata mai acqua passata, sarebbe riaffiorato sempre, in ogni momento passato insieme. Era una cicatrice che difficilmente si sarebbe ricucita, una ferita restia a rimarginarsi e a lenire il dolore.
Bart sospirò, e fissò Mary con una nuova espressione, quasi stesse cercando di leggere attraverso i suoi occhi. Lei non gli aveva mai parlato molto di sé, non la conosceva molto. Non sapeva chi fosse, la sua vita fuori da Hogwarts, non sapeva della sua famiglia, non sapeva cosa la turbava. Già, perché prima di quel giorno non sapeva nemmeno che Mary avesse dei tormenti e fosse stata male. Era sempre stata spensierata, ma quel giorno Bart aveva letto qualcosa di nascosto in tutta quella finta allegria, troppo spinta per compiacerlo e per farlo sentire accettato di nuovo.


- Mary, hai perfettamente ragione. Mi sono già scusato, e non so cosa fare per farmi perdonare. Ma io avevo assoluto bisogno di tempo per pensare, per ritrovare me stesso. Devi capire che non riuscivo più ad essere sicuro di me.
Non ho avuto la forza di venire da voi, avevo paura che mi aveste visto come un bambino infantile. Uno sciocco, in pratica. Già, perché è come mi sono sentito io: un bambino incapace di conoscersi a fondo e di avere una minima autostima da credere in sé -
.

Sputò tutte quelle parole come se avesse veleno sulla lingua, come se in bocca avesse troppe cose e dovesse sputarle fuori. Stava rigettando tutto il suo malessere, ma non sentiva l'appoggio che avrebbe desiderato da una persona a lui cara. Mary gli sembrava quasi...distante. Non sapeva perché, ma aveva capito che era alquanto irritata con lui, con il suo comportamento.

- Io...non ci sto capendo più niente. Non so perché Paul si sia allontanato, e non so nemmeno perché tu sia stata male. Voglio riavere i miei amici. Mary, voglio riprendere la vecchia strada, perché il lungo periodo che mi sono preso è servito a qualcosa. Non pensare che sia stata una semplice clausura da moccioso incompreso o altro, perché è servito molto a me. A comprendere, a conoscermi un po', a riflettere.
Mary, ho bisogno d'aiuto. Rivoglio la vita che avevo prima, e cercherò di rafforzare la nostra amicizia di nuovo. Prima con te...e poi anche con Paul -
disse, quasi stanco. Le tempie scottavano, sebbene il venticello fresco di primo mattino spirasse ancora, lieve e come un toccasana. Il cielo d'un azzurro nontiscordardime li sovrastava, e Bart sollevò lo sguardo su di esso, quasi in cerca di qualcosa.

- Sai, hai detto bene. E' giusto per ora non parlare più degli errori passati, ma di pensare al presente e al futuro. E' quello a cui miravo io... - disse, quasi in un sospiro di sollievo.
Eppure vedeva ancora cose a lui estranee e ignote in quel blu profondo, in quegli occhi che lo guardavano imperterriti. Vedeva che qualcosa era cambiato, e non si sentiva più abbastanza vicino a Mary, abbastanza da conoscere le sue frustrazioni, a sapere cosa la turbasse, o a sapere di più di lei. Ma neanche lui voleva rovinare tutto, erano già stati sull'orlo di farlo e non voleva perdere l'equilibrio e cadere nel baratro.
Deglutì per un'ultima volta, respirò a fondo e volse il capo verso di lei, per sentire cosa avesse da dirgli. Lui non voleva aprire bocca, perché aveva già parlato parecchio e aveva quasi rovinato il momento. Voleva lasciare a lei la possibilità di parlare, l'opportunità di spiegarsi, di raccontargli. Era evidente che lei non gli avrebbe svelato nulla per il momento, non avrebbe saputo la causa dei suoi dolori, non avrebbe conosciuto la vera Mary, la sua vita, il suo modo di pensare. I due erano amici, però c'erano ancora molte cose che non conoscevano l'uno dell'altra, molte cose non dette.
Bart, da parte sua, era disposto a raccontarle tutto, sentiva che Mary era leale e comprensiva da poterci parlare per ore, confidandole le sue ansie e i suoi pensieri. Ma non era una roccia, era pur sempre una ragazza. Non potevano tormentarsi a vicenda, anche se erano amici. Erano ragazzi, erano giovani e dovevano anche pensare alle felicità, alle frivolezze, ad una vita più spensierata.
Per ora poteva bastare con i piagnucolii di Bart, e se Mary non si sentiva pronta per parlare a lui o a Paul delle sue ansie e dei suoi segreti era giusto che sorvolassero sull'argomento.
Bart non voleva pressarla, quindi continuò a guardarla quasi innocentemente, attendendo come un qualcosa per poter sfuggire a quelle problematiche, un argomento d'appiglio per distrarsi...per il momento.

 
Top
20 replies since 1/4/2012, 19:26   164 views
  Share