Bart si sentiva leggermente meglio. Aveva avuto bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui sfogarsi.
Lanciò un'occhiata all'amica, alleggerendo la presa della sua mano che prima aveva rafforzato. Mary sembrava quasi...impassibile. Il suo sguardo era imperscrutabile e Bart non riusciva a leggere l'espressione celata da quegli occhi di un blu elettrico, che in quel momento sembravano quasi gelidi. Non riusciva a decifrare il suo sguardo, a comprendere i suoi pensieri o le sue sensazioni. Non era mai stato intuitivo o altro, ma di solito riusciva a comprendere gli amici. O era il tempo che aveva cambiato le cose, o era qualcos'altro, ma Bart per un attimo non riconobbe Mary.
La Grifondoro gli disse che anche lei era stata male, ma gli fece presente che quello non era un buon motivo per allontanarsi. Aveva ragione, e Bart si sentiva mortificato. Ciò che aveva fatto non sarebbe stata mai acqua passata, sarebbe riaffiorato sempre, in ogni momento passato insieme. Era una cicatrice che difficilmente si sarebbe ricucita, una ferita restia a rimarginarsi e a lenire il dolore.
Bart sospirò, e fissò Mary con una nuova espressione, quasi stesse cercando di leggere attraverso i suoi occhi. Lei non gli aveva mai parlato molto di sé, non la conosceva molto. Non sapeva chi fosse, la sua vita fuori da Hogwarts, non sapeva della sua famiglia, non sapeva cosa la turbava. Già, perché prima di quel giorno non sapeva nemmeno che Mary avesse dei tormenti e fosse stata male. Era sempre stata spensierata, ma quel giorno Bart aveva letto qualcosa di nascosto in tutta quella finta allegria, troppo spinta per compiacerlo e per farlo sentire accettato di nuovo.
- Mary, hai perfettamente ragione. Mi sono già scusato, e non so cosa fare per farmi perdonare. Ma io avevo assoluto bisogno di tempo per pensare, per ritrovare me stesso. Devi capire che non riuscivo più ad essere sicuro di me.
Non ho avuto la forza di venire da voi, avevo paura che mi aveste visto come un bambino infantile. Uno sciocco, in pratica. Già, perché è come mi sono sentito io: un bambino incapace di conoscersi a fondo e di avere una minima autostima da credere in sé -.
Sputò tutte quelle parole come se avesse veleno sulla lingua, come se in bocca avesse troppe cose e dovesse sputarle fuori. Stava rigettando tutto il suo malessere, ma non sentiva l'appoggio che avrebbe desiderato da una persona a lui cara. Mary gli sembrava quasi...distante. Non sapeva perché, ma aveva capito che era alquanto irritata con lui, con il suo comportamento.
- Io...non ci sto capendo più niente. Non so perché Paul si sia allontanato, e non so nemmeno perché tu sia stata male. Voglio riavere i miei amici. Mary, voglio riprendere la vecchia strada, perché il lungo periodo che mi sono preso è servito a qualcosa. Non pensare che sia stata una semplice clausura da moccioso incompreso o altro, perché è servito molto a me. A comprendere, a conoscermi un po', a riflettere.
Mary, ho bisogno d'aiuto. Rivoglio la vita che avevo prima, e cercherò di rafforzare la nostra amicizia di nuovo. Prima con te...e poi anche con Paul - disse, quasi stanco. Le tempie scottavano, sebbene il venticello fresco di primo mattino spirasse ancora, lieve e come un toccasana. Il cielo d'un azzurro nontiscordardime li sovrastava, e Bart sollevò lo sguardo su di esso, quasi in cerca di qualcosa.
- Sai, hai detto bene. E' giusto per ora non parlare più degli errori passati, ma di pensare al presente e al futuro. E' quello a cui miravo io... - disse, quasi in un sospiro di sollievo.
Eppure vedeva ancora cose a lui estranee e ignote in quel blu profondo, in quegli occhi che lo guardavano imperterriti. Vedeva che qualcosa era cambiato, e non si sentiva più abbastanza vicino a Mary, abbastanza da conoscere le sue frustrazioni, a sapere cosa la turbasse, o a sapere di più di lei. Ma neanche lui voleva rovinare tutto, erano già stati sull'orlo di farlo e non voleva perdere l'equilibrio e cadere nel baratro.
Deglutì per un'ultima volta, respirò a fondo e volse il capo verso di lei, per sentire cosa avesse da dirgli. Lui non voleva aprire bocca, perché aveva già parlato parecchio e aveva quasi rovinato il momento. Voleva lasciare a lei la possibilità di parlare, l'opportunità di spiegarsi, di raccontargli. Era evidente che lei non gli avrebbe svelato nulla per il momento, non avrebbe saputo la causa dei suoi dolori, non avrebbe conosciuto la vera Mary, la sua vita, il suo modo di pensare. I due erano amici, però c'erano ancora molte cose che non conoscevano l'uno dell'altra, molte cose non dette.
Bart, da parte sua, era disposto a raccontarle tutto, sentiva che Mary era leale e comprensiva da poterci parlare per ore, confidandole le sue ansie e i suoi pensieri. Ma non era una roccia, era pur sempre una ragazza. Non potevano tormentarsi a vicenda, anche se erano amici. Erano ragazzi, erano giovani e dovevano anche pensare alle felicità, alle frivolezze, ad una vita più spensierata.
Per ora poteva bastare con i piagnucolii di Bart, e se Mary non si sentiva pronta per parlare a lui o a Paul delle sue ansie e dei suoi segreti era giusto che sorvolassero sull'argomento.
Bart non voleva pressarla, quindi continuò a guardarla quasi innocentemente, attendendo come un qualcosa per poter sfuggire a quelle problematiche, un argomento d'appiglio per distrarsi...per il momento.