| Una fitta. No,questa volta non era niente di romantico o sdolcinato,era una vera e propria fitta. Mentre Bart si alzava,dirigendosi qualche scalino più su,appoggiandosi poi sul parapetto della scalinata,la bionda si massaggiava la tempia,quasi a voler trovare rimedio a quel dolore lancinante. Era diverso. Non era come quando aveva una fitta a causa di una "predizione". Quello era solo un comunissimo mal di testa,forse dovuta alla corsa che aveva fatto. Sorrise,cercando di non pensarci,alzandosi a sua volta dai freddi gradini,massaggiandosi il sedere ormai privo di ogni vitalità. Hai ragione. Questo marmo fa male! Affermò sbigottita. Continuava a sorridere,amlgrado il dolore trapelasse dai suoi occhi che erano ormai solo un velo che copriva la sua mente. Quella giornata era forse durata troppo anche per lei? Doveva forse andar via? Ogni parte del suo corpo,tutto diceva di no,perchè non voleva andare via,ma in fondo se non stava bene,non poteva rimanere lì. Si trovava qualche scalino sotto il Corvonero e,dandogli le spalle,anche lei riusciva ad ammirare il paesaggio. La voglia di correre era però finita e mai avrebbe accettato che il rosso la portasse lì fuori. Girò il capo verso un lato,quando percepì la voce sussurante di Bart arrivarle all'orecchio. Paul. Anche lui era cambiato da quanto aveva capito. Si sentiva l'unica deficiente che era rimasta uguale,immutata,ma forse si sbagliava. Certo Bart,non preoccuparti. Tornerà tutto come prima. Lo disse quasi con voce materna,quasi ad accudire un figlio dopo un brutto incubo. non poté ignorare però il dolore che ancora arrivava potente alla sua testolina bacata. Inarcò le sporacciglia,massaggiando ancora con la mano la fronte dolorante. Senti Bart,vorrei tornare nel dormitorio,non mi sento molto bene. Durante il suo piccolo monologo,si era girata verso l'amico,ritrovandosi finalmente faccia a faccia. Salì queli pochi scalini,superandolo di uno. Lui rimaneva più alto,questo era ovvio,tutti erano più alti di Mary. No,non riusciva a continuare il dialogo,doveva correre in infermeria e placare il dolore,davvero. Allungò le mani,posandole su entrambe le spalle di Bart,poi si avvicinò,stampandogli un bacio sulla guancia. Guance davvero morbide ad essere sinceri. Rimase in quella posizione per qualche secondo,le parvero eterni e forse lo erano. Poi si allontanò,salendo le scale con lentezza e stanchezza,quasi a dover forzare ogni piede a salire,seguendo l'altro. Prima di andare via,abbassò nuovamente il capo verso l'amico. Quando il sole tramonterà,tra una settimana,ci incontreremo nuovamente. Forse prima,chi lo sa. Ma in un posto preciso caro Corvo,sotto l'albero. Il nostro. Sorrideva,mentre il suo tono di voce era allegro e visibilmente felice. Nascondeva con abilità magistrale il mal di testa che si portava dietro. Mosse la mano,salutando ancora l'amico,per poi percorrere gli scalini che la portavano nella sua sala comune. O forse no. Deviò,percorrendo una strada diversa. Dove stava andando? Forse solo ad ingozzarsi prima di colazione.
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