Il Fato mi aveva nuovamente beffata, ammaliata, travolta, ingannata. Certa di essere al riparo, sicura fuori le mura di Hogwarts, estranea ai più, sconosciuta, avevo deciso di rifugiarmi, isolata, sola e solitaria, tra le strade del piccolo ed ameno villaggio di Hogsmeade. Chi mai mi avrebbe scorta? Una giornata ordinaria, all'insegna di studio e mestieri. Nessuno avrebbe dovuto seguire la mia stessa inclinazione. Invece...tradita dal mio desiderio di fuggire, di trascorrere il pomeriggio tra le calde braccia del mio compagno, il ricordo, mi ero imbattuta nello specchio della mia verità. Perchè proprio quegli occhi? Perchè quello sguardo che più di chiunque aveva scorto tutto ciò che io affannosamente tentavo di celare? Santi Numi! Pessima, pessima idea quella di fuggire per poi esser ritrovata con tanta fortuita semplicità. Falsamente disinvolta, palesemente imbarazzata, cercavo di trovar riparo tra gli oggetti che l'invitante vetrina del negozio innanzi al quale era avvenuto l'incontro proponeva con manifesto fascino. La giovane Grifondoro, invitata ad essere mio ausilio nella scelta dell'acquisto, cercava insieme a me la giusta ispirazione. Del resto, la natura femminile imponeva piccoli vezzi quali l'incertezza ed il fascino dell'acquisto. Mentre dunque osservavamo insieme piccoli oggetti magici di fine fattura, una domanda si manifestò nella mia mente: se ero così desiderosa di trascorrere il tempo in solitudine, forse solo compagna dei miei pensieri e dei ricordi che tanto gelosamente custodivo, perchè mai avevo esitato? Quale ragione mi aveva portata a trattenere la ragazza ed il giovane Caposcuola dinanzi a quella vetrina? Avevo forse reso scontento il mio orgoglio e la loro stessa libertà? Sempre fingendo indifferenza e completo agio, volgevo, attraverso la vetrina, lo sguardo verso il ragazzo che, probabilmente inorridito dai risvolti tipicamente femminili della sortita con la concasata, in disparte discreto e silenzioso attendeva il termine di tale supplizio. Un leggero senso di ilarità e divertimento mi invase. Povero ragazzo! Costretto a sopportare tali inutilità! Mi voltai per guardarlo e scusarmi in qualche modo per quanto si era trovato a subire. Mai momento meno opportuno! Come sempre mi capitava, come fulmine a ciel sereno, negli ultimi tempi, un gufo sorvolò le nostre figure per posarsi sul Caposcuola Grifondoro. Mi domandavo spesso quali arti oscure possedesse il servizio postale di Hogwarts per conoscere in ogni istante dove fosse il destinatario di qualsiasi missiva, pacco o dono. E per qual ragione il gufo si palesava nel momento meno consono ed appropriato. Ero contrariata? Assolutamente. I miei occhi mirarono quel volatile per il quale nutrivo profonda antipatia ed i miei occhi furono assolutamente eloquenti. Resami conto della mia curiosità sfacciata ed oltre modo fuori luogo, mi voltai nuovamente al fine di concedere la giusta privacy al mio studente. Ero irritata, arrabbiata con quel maledetto gufo che era avvezzo a disturbare tutti i miei colloqui e le mie sortite...anche quando non ero la destinataria del messaggio.
Poi...Nuovamente il senso del contegno e della freddezza presero il sopravvento. Finalmente stavo riacquistando quella superficiale quiete che sempre avevo mostrato e che proprio innanzi al mio Caposcuola avevo perduto...per la seconda volta...Sempre colpa delle sorprese, ree di misfatto così grave! Cercai di non pensare a quanto appena accaduto...A quanto dietro le mie spalle stava accadendo. Tuttavia, attraverso la vetrina, divenuta oramai specchio dei miei occhi e della mia volontà, lo vidi sorridere. Si trattava dunque di dono gradito.
Fastidio! Terribile fastidio!
Tornai a dedicarmi alla scelta condivisa con la gentile studentessa. Era impacciata? Era intimidita? Sperai non fosse così. Sinceramente avevo intenzione di mostrare la mia totale tranquillità, disponibilità e felicità per averla in quel momento al mio fianco. Più volte avevo pensato di chiamarla a colloquio nel mio ufficio, ritenendola, insieme alla Signorina Granger, la migliore studentessa Grifondoro. Mi era giunta inoltre notizia assai interessante: essa era la Nuova Cercatrice Grifondoro. Ed io, sempre assai competitiva e desiderosa di vedere la Coppa ben esposta sul camino della Sala Comune Grifondoro, riponevo nelle sue abilità la mia più totale fiducia e le mie speranze. La miravo attraverso il vetro e la vedevo intenta ad osservare pietre e ciondoli per potere effettuare giusta scelta.
Faccia con comodo…Anch’io non sono un’intenditrice. Potrei esser capace di restare qui per ore senza prendere decisione. .
Le sorrisi leggermente imbarazzata. Avevo detto la verità. Troppo vanitosa, desiderosa di aver tutto per scegliere!
Ma ecco l’aiuto tanto sperato. La giovane Grifondoro decretò quelli che per lei erano gli oggetti più graziosi e mi sorprese il fatto che avesse notato proprio quella pietra che io miravo e rimiravo…
Sa cosa le dico? La penso esattamente come Lei. La pietra di luna è la più bella.
Un’idea, un pensiero mi balenò nella mente. Mirai nuovamente la fanciulla e le sorrisi, consapevole del fatto che lei non avrebbe certo compreso la ragione di tale mia improvvisa felicità.
Le chiedo un'ulteriore cortesia. So bene di abusare della vostra pazienza.
Mi voltai verso il giovane Caposcuola per incrociare nuovamente quegli occhi che cercavo ed al contempo rifuggivo.
Ma vi chiedo di concedermi l’immensa cortesia di attendermi un istante, mentre io effettuo il mio acquisto al negozio. Giusto il tempo di una breve chiacchierata insieme, poi, vi lascerò liberi di andare laddove il vostro programma di viaggio prevedeva. Potreste dunque sostare qui ancora un momento?
Non attesi risposta. Mi limitai a guardare il Caposcuola negli occhi sperando potesse comprendere il mio sincero desiderio che mi attendessero. Vi era una ragione? Certamente…Più di una…alcune dovevano rimanere sopite…Altre no…
Mi diressi verso l’ingresso del negozio ed entrai.
Il tempo di fare acquisti e son da voi.