| Il viso di Hania si contrasse in una smorfia di ribrezzo. Nia si bloccò per osservarla. Cosa aveva detto di male? Forse era una persona sensibile, un po' schizzinosa. Chi poteva dirlo? Probabilmente avrebbe fatto meglio a non dire niente; perché riusciva sempre a rovinare una discussione? Allora non devi preoccuparti. Niente pus, alla prima lezione. Magari la notizia l'avrebbe calmata. Poi, improvvisamente, la Grifondoro scoppiò in un'allegra risata. Nia la guardò con tanto d'occhi. E adesso, cosa le prendeva? Diamine, non capiva. Cioè, aveva afferrato che era il pus a darle il voltastomaco, ma non le faceva certo ridere. Le indirizzò un sorrisino sconcertato. - Datemi di tutto in mano..ma il pus no! non so perchè,ma mi ha sempre fatto effetto. Quasi quanto i ragni.- A quelle parole fu il suo turno di rabbrividire. *Schifo, schifo, schifo!* L'immagine di quattro paia di zampe pelose le si stagliò nella mente e fu certa di essere sbiancata in volto. No, non andava matta per gli aracnidi. Affatto. Ti capisco. E diceva sul serio. Ogni qualvolta si trovava un simile esserino davanti, ecco che non riusciva quasi più a muoversi. Lo fissava, sconcertata, senza avere il coraggio di avvicinarsi. Di schiacciarlo, neanche a parlarne: era fermamente convinta che ogni creatura avesse il diritto di vivere, ma purtroppo, ciò non l'aiutava. Poi l'orrenda sensazione sparì, scacciata da un terrore ben più infido e radicato; era stata la domanda di Hania a provocare in lei una serie d'immagini, come tanti scatti fotografici con flash compreso. Già, i ragni non erano il suo più temibile nemico. Oh, no. C'era qualcosa di peggio. Molto, molto peggio. Le tempeste... Sussurrò a voce bassissima, tanto che si sarebbe stupita se la ragazzina avesse capito. Parlava più a sé stessa che alla moretta. Non sapeva il motivo, né da quanto soffrisse di questa paura; c'era sempre stata, compagna sgradevole delle sue giornate. Forse erano i tuoni, i tamburi delle nuvole; forse i lampi, le minacciose armi di Zeus. Non ho paura del buio. Precisò. Nemmeno della pioggia. Anzi, amava le giornate uggiose, sempre che non si trasformassero in temporali. Ma quei momenti, cielo, mi terrorizzano letteralmente. Un lieve sorriso le comparve sul volto, forse di rimando al ricordo di un evento passato. Suo fratello le aveva raccontato che una volta, proprio durante una tormenta, non riusciva più a trovarla. Cerca, cerca per tutte le stanze, ma niente. Era disperato. Rannicchiata in un armadio, che si tappava le orecchie con le mani. Le aveva infilato delle cuffie nelle orecchie, da allora era l'unico modo che conosceva per contrastare la paura. Di solito, per non pensarci, ascolto musica a tutto volume.
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