Era stata una mattinata decisamente stressante. Pozioni, due ore di Storia della Magia, un intervallo passato a studiare per l'ora successiva, poi Incantesimi, Trasfigurazione, di nuovo Incantesimi, Erbologia. Asfissiato dai fumi venefici dei sotterranei, distrutto dalle migliaia di nozioni del sempre caro professor Peverell, innervosito da una presunta interrogazione sugli incantesimi del fuoco (che poi ovviamente non c'era stata), dopo i compiti aveva avuto giusto il tempo di farsi una doccia per levarsi di dosso il sudore dell'ultim'ora, passata ad estirpare radici secche di Centinodia sotto un inaspettato sole cocente all'interno della serra numero 3, e poi di corsa verso il Piano Terra. Non si era affatto scordato del biglietto fattogli recapitare da Bart. Bart, il nuovo Prefetto Corvonero, tutta la scuola ne parlava ovviamente; chi criticava la scelta con parere distaccato, asserendo che cambiare Prefetti a fine anno non era mai stata cosa buona (con un tono che faceva però intendere che ormai il più era fatto), chi ancora una volta osannava (o malediceva) quel "genio/dannato di uno Swan". L'aveva saputo anche lui, quella mattina, leggendolo quasi distrattamente dalla bacheca dopo averlo già intuito da alcune voci di corridoio. Avrebbe dovuto esser felice, forse, quanto meno compiacente. E invece la notizia non gli faceva né caldo né freddo.
Non ora che era sommerso dai compiti e dalla prospettiva degli esami sempre più vicini, non ora che la sua carica di Prefetto cominciava a mostrare anche risvolti positivi. Veramente, non ora. Si sarebbe complimentato con Bart, e per il resto si sarebbe limitato a godersi quella mezz'oretta di pausa, e la sua prima intervista. *Il primo passo verso il Potere* si era ritrovato a pensare in un momento di autocompiacimento. Non era forse quell'incontro con la Gazzetta una prima riprova del Valore dei suoi sforzi? Doveva esserne contento, lo meritava. Alle 3:58, dunque, si recò al Piano Terra come gli era stato chiesto, e arrivò alla Sala d'Ingresso alle 4:00 precise, puntuale come gli esami a Giugno. Individuò subito Bart, appoggiato ad un muro, a tamburellare con le dita sul davanzale di pietra di una finestra in vetro colorato. Quasi sorridette al vederlo, constatando che anche quella vista non gli faceva né caldo né freddo. Non l'aveva dimenticato, no, ma gli impegni l'avevano catturato, strappato via, e ovviamente i primi ad esser lasciati indietro erano stati i rapporti con gli altri, sotterrati dalla marea di impegni che lo avevano invaso. Gli si avvicinò, composto nella sua veste scolastica, e sorrise.
Un sorriso tremendamente insignificante.
Buongiorno...
"E congratulazioni" avrebbe voluto aggiungere, magari. Invece non lo disse, stette in silenzio, non spostò nemmeno lo sguardo al petto di Bart per vedere se aveva già appuntato la spilla, o aveva preferito lasciarla in camera. Magari gliel'avrebbe detto lui. O forse no.
Stette fermo, dunque, composto, non aggiunse altro, ma rimase nella sua sgradevolissima formalità.
Semplicemente.
Era leggermente sadico?
Oh, si.
Si, lo era.