Sognando Musica., per Lucas Scott

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• Hania Awein Tirion•
view post Posted on 1/10/2012, 15:17




Sognando Musica


...Un tardo pomeriggio...
La sera stava per avvolgere ,con le sue ombre,il castello di Hogwarts.
Era stata una giornata uggiosa.non ancora giunta al termine.
Hania era tornata da Cuivienen ormai da settimane
e continuava a non avere nessuna notizia di suo padre.
Ne' una lettera..Ne' qualche informazione da sua zia che, come lei,non sapeva niente di lui.
La cena si sarebbe ancora fatta attendere,ma molti degli studenti del castello già si stavano recando nella sala da pranzo.
Lei,la ragazza da Helcar,girovagava sola per i corridoi .
Era pensierosa,era assorta.
Giunse al primo piano:
nessuno studente,nessun insegante o custode.
La grande porta della sala da ballo ,davanti a lei,sembrava accostata e non chiusa.
Hania non si avvicinò ulteriormente ,rimase li'..ferma ed in piedi davanti a quella massiccia porta.
Una coppia di fantasmi attraversò uno dei muri,
danzando e sorridendo
presi dalla loro danza.
Non si accorsero neppure,forse,della presenza della Grifondoro.
Alla vista di quei due,
alcune dame dei quadri iniziarono ad addolcire quell'atmosfera col suono delle loro armoniche voci,
appena percettibili e flebili.

La pioggia batteva con vigore sulle grandi e spesse vetrate che circondavano il luogo
Hania non era certamente pronta ad uscire dal castello quel giorno:

Indossava una maglietta leggera ed una lunga e morbida gonna,che le accarezzava le linee e giungeva a terra coprendole i piedini.

Chiuse gli occhi...
i suoi lunghi capelli mossi erano sciolti su una spalla...
iniziò a volteggiare sotto la voce di quelle graziose dame.



Edited by • Hania Awein Tirion• - 1/10/2012, 16:35
 
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view post Posted on 1/10/2012, 19:48
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Si presentava come una notte insolita, la serata in cui un giovane ragazzo dei Corvonero si ritrovava a percorrere con desiderata lentezza i corridoi che l'avrebbero condotto alla torre di Divinazione del castello di Hogwarts. Partito dalla Sala Grande, dove aveva consumato un pasto tutt'altro che abbondante, una figura divenuta fin troppo esile in quel pediodo saliva lenta i gradini delle scale che, quella sera, sembravano essere altrettanto annoiate a tal punto da non voler cambiare la propria direzione per portare il ragazzo in un luogo che l'avrebbe probabilmente tediato. I gradini erano molti e si susseguivano con regolarità, affaticando abbastanza il giovane, a corto di energie. Quel periodo si stava dimostrando fin troppo faticoso per l'emotività di lui e il tutto si ripercuoteva sul fisico: un viso sciupato e dall'abituale colorito chiarissimo entrava in pieno contrasto con la tinta scura dei capelli, tendenti ad un castano scuro.
Perfino il tempo sembrava volersi adattare all'umore del ragazzo dallo sguardo azzurrino: un atipico cielo scuro e pieno di nubi rendeva difficile la visualizzazione della luna che, a tratti irregolari, compariva in tutto il suo immenso splendore, impossibile da spegnere o anche solo minimamente scalfire. Solitaria come il Corvonero quella sera, non attorniata dai consueti corpi celesti che di solito adoravano tenerle compagnia, anche se con un pizzico d'invidia per la consapevolezza di non poter eguagliare quell'etereo aspetto. Quella sera sorgevano lontane e scostanti, mentre si andavano spegnendo a rilento, sapendo di dover rendere alla luna l'egemonia di quel cielo a titolo della sua magnificenza. Eppure essa sembrava non prestarvi attenzione, facendo filtrare tenui raggi dalle finestre che andavano poi ad abbattersi al suolo, illuminando un percorso discontinuo, a tratti ombroso, a tratti rischiarato. Anch'essa sembrava stanca in quel mentre, senza nessuna superbia. Un riecheggiare indistinto animava ormai il corridoio, mentre il Corvonero era a quel punto giunto presso esso e lo percorreva, già pervenuto in un'anfratto di esso illuminato. Il riecheggio parve fermarsi. Lucas volse lo sguardo verso una finestra, improvvisamente investito da una luce pallida: chiuse gli occhi.

 
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• Hania Awein Tirion•
view post Posted on 2/10/2012, 10:38




Passarono i minuti.
La coppia di fantasmi continuava a danzare,avvolti da un mondo tutto loro.
Sul castello era ormai giunta,con la pioggia,una delle prime tempeste della stagione:
Lampi ,fugaci come mai, scagliavano la loro luce contro le grandi finestre di Hogwarts.
I fulmini si infrangevano in lontananza dietro i monti
contro il fiume.
uno spettacolo unico.
Uno squarcio nel tenebroso cielo.

All'improvviso un forte tuono esplose
ed i vetri delle finestre faticarono per rimanere fermi nella loro solita posizione.
Fu in quel momento che Hania,colta da quel frastuono,smise di volteggiare ed aprì gli occhi.
Il rumore di alcuni passi la incitò a voltarsi,in cerca di qualche figura,ma la luce di un lampo le impedì di vedere,per un secondo,se realmente ci fosse qualcuno nei paraggi.
" A quanto pare anche il cielo ha bisogno di sfogarsi stasera."
pensò lei,
Tornando a scrutare il cielo tempestoso.
Non aveva alcuna voglia di tornare nella sala da pranzo con gli altri studenti,
quel giorno preferì la solitudine a gli schiamazzi dei Grifondoro a cena.
Continuò a fissare il cielo...ancora...ed ancora.
Ma era uno spettacolo da non ammirare nel bel mezzo di un lungo corridoio ,forse vuoto.
Quel buio che infestava il paesaggio le suscitò il desiderio di avere un appoggio,
qualcosa da poter toccare per non sentirsi sola.
Si avvicinò alla finestra,sarebbe rimasta li..Appoggiò il fianco sinistro alle pietre del muro,
chinò il capo sulla spalla e non si mosse.
Iniziò a riflettere:
quanto potente poteva essere un simile fenomeno? se non avesse avuto un luogo in cui rifugiarsi,
probabilmente avrebbe iniziato a correre in lungo e in largo presa dal panico di quei rumori ,
come un animaletto impaurito.

 
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view post Posted on 2/10/2012, 20:04
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Nella quasi fittizia quiete che regnava in quell'anfratto cupo del castello, pareva essersi instaurato un equilibrio di tranquillità impareggiabile. Perlacei raggi lunari filtravano dai vetri delle finestre, poste in maniera discontinua per il corridoio, creando un ormai conosciuto gioco di luci e ombre agli occhi del ragazzo: ad ogni fascio di biancastra luce, si alternava una zona totalmente oscura che procedeva per svariati metri, per poi essere interrotta da un altro barlume ,provenente da quel satellite che deteneva l'assoluto controllo del manto blu, quella sera scuro come nelle notti d'inverno. Il pianeta, che irradiava di luce propria, sembrava ancor più vicino di quanto non fosse solitamente: crateri di varie dimensioni erano appena visibili dal castello di Hogwarts, distinguibili come punti neri, differenti solo in quanto ad intensità di colore a seconda della grandezza. Difficile affermare quanto fascino quella sera vi fosse nell'aria: l'ambientazione era fin troppo surreale per apparir vera anche ad occhio di attento osservatore,che sarebbe rimasto altrettanto estasiato alla vista di cotanta magnificenza.
E quella sera il Corvonero sembrava essere l'unico fortunato a poter godere di quella bellezza utopica, impareggiabile e assolutamente irraggiungibile. Quella sera aveva deciso di indossare una semplice camicia dal colore perlaceo,abbinata alla divisa Blu-Argento, mentre i pantaloni, diligentemente stirati, sembravano assottigliare ancora di più la figura già esile del giovane, immerso in un accanito ed imperturbabile - almeno all'apparenza momentanea - rimembrare. Passarono istanti prima che altro suono potesse giungere alle orecchie di Lucas che, nonostante tutto, decise di non prestarvi troppa attenzione. Si trattava di lievi passi che s'avvicinavano inesorabili: fu un attimo e quel riecheggio che al ragazzo era parso così distante si materializzò in un improbabile e sorprendente incontro. Tuttavia, ll silenzio che regnava in quel luogo era troppo bello per essere momentaneamente infranto, soprattutto quando la tranquillità interiore del ragazzo aveva un'eloquenza del genere, che di rado aveva assunto nei giorni antecedenti a quel momento.

 
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