η: Trapped. , yolanda.gordon ; •Sbiru ; Evelyn Bellard ; Ethan™ ; †Kira. .

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view post Posted on 24/11/2012, 18:04
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Adepto di Lord Voldemort

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La preziosa essenza chiamata adrenalina dilagava, riempiva le vene, ottenebrava i cervelli, promesse di onore e morte rendevano la situazione unidirezionale... Era stata cosa poi saggia lasciare soli cinque adulti in un gruppo così numeroso? Non che gli Auror non se la cavassero: proprio in quel momento Mark era riuscito a far evanescere la rimanente parte del semiovino che attentava alla sua vita, mentre Richard liquefaceva lo scudo di pietra del suo golem; e, nonostante Jane avesse i suoi problemi (fino a quel momento non si era mossa di mezzo millimetro, lo sguardo fermo e concentrato sulla creatura dinanzi a sè, ma senza la minima reazione), la situazione si poteva dire sotto controllo, forse non per lungo tempo, ma comunque sotto controllo. Ma è in questi momenti che la variabile impazzita che rappresenta l'umana coscienza dà il meglio di sè, sfogandosi in tutta la sua incalcolabile follia: uno degli studenti che, trattenuto a stento dal Serpeverde Maggiorenne, cercava di prender parte alla battaglia, tirò un poderoso cazzotto sul pallido volto dell'ostacolo, mandandolo lungo disteso a terra, e poi con un altrettanto forte spintone aprì completamente la porta, dando via libera al dilagare degli studenti, e colpendo violentemente uno dei due orientali (quello che non era impegnato nel tirar dentro la giovane Grifondoro), e mandando anch'egli a gustar la polvere dei gradoni di Hogwarts. Come colti da improvvisa ispirazione, di fronte a questo gesto di assoluta prodezza e imbecillità, gli studenti che prima parevan sopiti e sconfitti si risvegliarono, e presero ad uscire fuori come un fiume in piena, assetati di battaglia; e, con loro, vennero trascinate anche le poche che avrebbero potuto forse aiutar davvero, poiché spinte da puro spirito di sopravvivenza e non da pazzia: la giovane Tassorosso riuscì a rimanere indietro rispetto a quel chaos, ma non riuscì ad eseguire correttamente il suo incanto, mentre la più saggia Corvonero, pressata da tutti i lati dai giovani, mandò il suo raggio scarlatto lontano, sopra le teste delle creature, a schiantarsi contro il torrione a ore tre, e mancando di appena centottantotto metri il suo bersaglio. L'Orientale rimasto in piedi prese a sbraitare, una mano sempre sulla collottola della Grifondoro, l'altra a schiaffeggiare e spingere talvolta gli studenti ribelli talvolta l'aria, nel tentativo di rimandarli indietro, mentre il suo collega si rialzava asciugandosi con una manica il viso sporco di sangue. Da quella follia fu risparmiato il giovane Serpeverde, che cautamente era rimasto indietro, la Corvonero maggiorenne, che ora gridava dietro a quella gran fetta di ragazzi che aveva preferito la fuga alla morte, altri pochi ragazzi che ora si guardavano spersi l'un l'altro, e i tre Auror. Su questi, la prima fila della battaglia, mi soffermerò giusto un po' di più, giacché impossibile sarebbe esplicare la confusione che esplodeva alle loro spalle: sebbene infatti una delle creature fosse già completamente distrutta, e un'altra fosse ora quasi disarmata, con un braccio mezzo liquefatto, i tre non si trovavano nella situazione più rosea. Il mostro del quale si sarebbe dovuta occupare Jane non sembrava trarre danno dal suo immobile ma sicuramente concentrato attacco, e già si preparava a colpire l'Auror dalla chioma leonina, mentre due altri mostri si avvicinavano con passo barcollante e malfermo: si trattava di creature non molto dissimili dall'idea babbana di "zombie", non fosse stato per il fatto che questi parevan fatti più di terra e fango che di corpi morti, con i volti totalmente privi di fisionomia, ma dotati di due grandi bocche con più file di denti accuminati, ma avevano delle braccia decisamente più lunghe di quanto a qualsiasi umano fosse concesso, con mani dalle dita strette e lunghe, che terminavano in una sorta di lama. E, se non altro, si muovevano con molta più velocità dei compagni che già erano arrivati. Ma era dietro di loro che giungeva il pericolo più orrorifico: una creatura immensa, dal corpo grande quanto quello di un piccolo cavallo, un collo lungo e snodato simile ad un enorme serpente, e una testa schiacciata, priva d'occhi ma con un'enorme bocca sicuramente capace di fagocitare un umano adulto in un colpo solo, talmente pesante da dover strusciare sulle pietre del viadotto mentre proseguiva nella sua lenta avanzata; era oramai a pochi secondi dall'arrivare dinanzi al gruppo, e se l'avesse fatto, non sarebbero stati di certo quelli nelle ultime file a venir risparmiati.




Trapped2




Legenda:

Rosa pallido due studenti grifondoro. Giallo chiaro Sbiru, Arancione uno studente Tassorosso. In verde in mezzo alla folla un Serpeverde maggiorenne, caduto a terra, in blu scuro yolanda stretta tra la folla, rosso luminoso come al solito Evelyn, viola scuro orientali, in indaco la maggiorenne corvonero. Ho descritto solo i golem che potreste colpire dalla vostra posizione, gli altri son coperti o comunque irraggiungibili.

Chiedo scusa, problemi di svernamento, pernottamento allungato, matrimoni, latinorum, scegliete la scusa che più vi piace, ma chiedo scusa per il ritardo.


Prossimo masteraggio: mercoledì sera.



Al prossimo masteraggio potreste non avere la mappa, capisco che è un momento complicato e potreste necessitarla, ma ho qualche problema organizzativo... Per qualsiasi problema di locazione, non esitate a mandarmi un mp, sarà un piacere rispondervi.
 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 27/11/2012, 19:02





Evelyn Bellard

La situazione si stava evolvendo forse troppo velocemente. Tanto velocemente che rimasi per alcuni attimi ferma, senza particolare voglia di essere libera dalla presa dell'orientale che mi tratteneva, come paralizzata dalla scena che avevo davanti. Le creature più strane si avvicinavano a grandi passi alla line del castello, demoni di ogni aspetto e dimensione, spaventosi e armati. Li osservai. Non era tanto la paura che mi aveva bloccata - l'adrenalina stava facendo il suo dovere - ma lo stupore, la stanchezza fisica e mentale a cui ero sottoposta da quando mi ero svegliata. E ora dover affrontare dei bestioni che raggiungevano altezze impossibili non era esattamente il modo che era stato previsto per la fuga, nè tantomeno quello che aspettavo io. Ma era successo, e dovevo farmene una ragione. Tutti noi dovevamo farcene una ragione e combattere, perchè sarebbe stato l'unico modo per riuscire a salvare Hogwarts. Sapevo che significava andare in contro alla morte, probabilmente, ma l'avrei fatto lo stesso; per la mia scuola. Desideravo farlo. Eppure ero lì, che non mi muovevo. Sì, cercavo di dimenarmi ma con poca convinzione. Fu solo quando mi accorsi del trambusto che stava accadendo alle mie spalle che mi risvegliai. Anche gli altri erano con me. Ormai non esisteva più Grifondoro o Serpeverde: ormai eravamo tutti contro quelle bestiali creature. Le porte spalancate dietro di me, la folla di ragazzi che spingeva per conbattere e i primi incantesimi che volarono lontani dagli obiettivi scatenarono in me una forza che non credevo di possedere. Diedi uno strattone più forte che mai, spingendomi in avanti con tutto il mio peso. Il mio scopo era quello di liberarmi, di raggiungere la prima linea per poter mirare meglio i bersagli che avrei colpito con tutta la mia grinta. Urlai, non di disperazione, nè di dolore, ma urlai per concentrare meglio le mie forze. Volevo essere lasciata... Dovevo essere lasciata. Accompagnai il movimento con una sonora gomitata in direzione dell'Orientale: anche lui doveva capire che in cinque non sarebbero mai riusciti nè a proteggere tutti i ragazzi, nè a sconfiggere i demoni. Saremmo morti, noi e loro, se non ci avessero permesso di combattere al loro fianco. Ancora prima di capire se ero effettivamente riuscita nel mio intento, alzai il braccio che impugnava la bacchetta. Era facile capire cosa stavo per fare, ma non sarebbe stato altrettanto facile impedirmelo, dal momento che anche tutti gli altri ragazzi, ora si stavano scatenando, e forse l'Orientale avrebbe faticato a bloccarli tutti. Per quello ne avevo approfittato e avevo fatto la mia mossa. Ora ero focalizzata solo sulla bestia che mi stava davanti. Dritta di fronte a me, oltre i due Auror. Sarebbe stata la preda più facile, poichè la traiettoria dell'incanto che avrei evocato non rischiava di colpire nessuno dei due Auror, e andava dritta contro la bestia. Non impiegai molto per decidere l'incanto da castare, fu un ragionamento banale e forse neanche troppo efficiente, ma non c'era tempo per ragionarci tanto. Il mio braccio si alzò istintivamente, la bacchetta ben stretta nella mano. La mente iniziava a concentrare tutte le attenzioni sull'incantesimo, doveva essere perfetto. Rapida, decisa e ferma, la mia mano compì un movimento repentino verso l'alto, andando a indicare con la punta della bacchetta la creatura ce volevo colpire. Con la massima precisione, il mio gesto era stato come una frustata veloce e sicura. Nel frattempo la mia voce scandiva chiaramente e con determinazione la prima parola del mio attacco:
-Petrìficus...-
La mano a questo punto era ferma immobile verso l'obiettivo che i miei occhi fissavano quasi con avidità. La mente elaborava immagini del demone immobile a terra, pietrificato completamente, temporaneamente innocuo e inoffensivo. Certo, non sarebbe bastato per sconfiggerlo, nè tantomeno per vincere la battaglia, ma sarebbe stato un piccolo vantaggio per noi. La concentrazione ancora alta, i muscoli tesi, la bacchetta ancora fissa verso il mio bersaglio: scandii con decisione la seconda e ultima parola che avrebbe terminato l'incantesimo.
...Totàhlus!!!!!
Quello che uscì dalla mia bocca non fu un urlo, ma una parola chiaramente enunciata per vincere, piena della grinta e della rabbia che avevo dentro di me. L'impegno che avevo messo per quell'incantesimo mi ricordava le mie prime lezioni, quando, ancora molto insicura e timida, faticavo molto per riuscire a farcela e ottenere dei buoni risultati. Ero cambiata molto in quei due anni...
Ora non restava che aspettare.


 
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†Kira.
view post Posted on 28/11/2012, 08:34




Slytherin
Alan Isaac Higgs

ORkL8
Se Alan fosse stato un antropologo o uno studioso della psiche umana, sarebbe semplicemente scoppiato di gioia davanti a tutte quelle espressioni dei più infimi, bassi e animali istinti dell'uomo. Aveva sentito parlare qualche volta dell'isterismo di massa, ma mai vi aveva assistito. Quella volta, ad essere corretti, non si trattava solo di assistervi ma, cosa molto più terrificante per un undicenne, vi si trovava direttamente in mezzo e chiunque in uno spasmo di follia poteva investirlo. Sapeva di essere seempre stato una persona più logica che istintiva ma non aveva proprio idea di come salvarsi in quella situazione. Non fece in tempo a pensare che dopotutto bastava che rientrassero i pochi che erano usciti e che chiudessero la porta per guadagnare un po' di tempo e poter scappare via verso l'interno del castello, dove nascondersi e era più facile per creature come loro nettamente più piccole dei bestioni che li stavano attaccando, che un invasato aprì anche la seconda porta e a quel punto in una frazione di secondo Alan si trovò solo con pochi altri individui che decisamente non condividevano la sua vagamente lucida situazione mentale in quel momento.
*E' una follia!*
Sebbene fosse terrorizzato e sempre più preoccupato riguardo alla sua aspettativa di vita non potè non notare come la gente in un momento di così grande pericolo invece che pensare a mettersi in salvo si lanciava dritta nella bocca di ciò che poteva finirla. Gli venne in mente che in effetti aveva letto qualcosa sulle grandi folle che assistevano agli spettacoli di lotta all'ultimo sangue negli anfiteatri al tempo degli antichi romani, oppure il gran numero di persone che nel medioevo assisteva alle impiccagioni solo per vedere qualcuno morire. Non potè che estrapolarne un solo concetto: le persone erano attratte dalla morte. Per quanto cercassero di sfuggirle allungando la propria vita, essa aveva su loro un effetto calamita. Il perchè era totalmente ignoto al giovane Serpeverde e in quel momento certo non si sarebbe messo a cercarlo. Tutte le persone che erano uscite gli fecero percepire la battaglia come se fosse molto più lontana ma allo stesso tempo si sentiva estremamente vulnerabile, molto più di quanto non vi si sentisse quando aveva tutti attorno pressati nell'atrio che dava sul Viadotto. Prese fiato e allontanandosi dalla porta, verso l'interno del castello, di un paio di passi potè avere una visuale più ampia del Viadotto. Come se le orrende creature che aveva visto fino a quel momento non fossero bastate ora se ne presentava una molto più grossa, terrificante e potenzialmente pericolosa, se avesse dovuto descriverla non avrebbe saputo farlo. Fatta eccezione per l'immensa bocca, l'unica altra cosa che notava in quel momento era la distanza a cui si stagliava: troppo poca. Salì sul primo gradino delle scale. Se avesse attaccato se la sarebbe data a gambe, se quei pazzi dei suoi compagni di sventura fosse riusciti a sopraffarla (cosa della quale dubitava tantissimo) avrebbe finto di essersi sempre trovato in mezzo a loro a combattere.
*Moriremo tutti.*
Improvvisamente si rese conto di avere ancora la sua bacchetta di betulla stretta nella destra. Gli dava un senso di sicurezza molto più alto del dovuto, ma almeno gli impediva di comportarsi in maniera folle come i suoi compagni. Sembravano tutti follemente convinti di riuscire a fermare l'avanzata dell'orda di orrori che percorreva velocemente il Viadotto. Si passò la sinistra tra i capelli e poi si aggiustò la tracolla. Si chiese che cosa gli impedise di scappare, ma la risposta giunse rapida come la domanda: non voleva farlo da solo. Non era sicuro di conoscere abbastanza bene il castello e soprattutto non voleva dover condividere il terrore di quel giorno solo con se stesso.



I'm made of AWESOMENESS
you're not.
 
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view post Posted on 28/11/2012, 18:22
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7° anno - I love Corvonero *Ex-prefetto Corvonero*

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Che cosa mai potevano fare se gli incantesimi non funzionavano? Scappare era una delle alternative, ma Yolanda non voleva nemmeno prenderla in considerazione. Quel giovane Serpeverde che aveva conosciuto poco prima che scoppiasse il pandemonio si trovava in fondo al gruppo, ancora dietro a tutti i propri compagni. Come poteva pensare di starsene lì a fare nulla? Aveva la bacchetta in mano, ma non aveva aiutato lei e gli altri nella battaglia.
Che avesse paura, più di tutti loro? Mai dire ad un Serpeverde che è un fifone... probabilmente vi schianterebbe all'istante. Ma cosa voleva fare quel ragazzino della sua vita?Risparmarla, ma con i rimorsi di coscienza di essere sopravvissuto, di essere solo scappato, di aver lasciato morire i propri compagni, di non aver neppure provato a combattere, testando le sue esigue conoscenze?
Yolanda scacciò questi fastidiosi pensieri dalla testa, anche se il nervoso la rodeva nel profondo. Per lei ogni studente e adulto doveva dare una mano, combattere al massimo delle proprie capacità, senza lasciarsi scoraggiare dalla poca esperienza.
Però chi non voleva combattere per Hogwarts era solo un fifone, al quale importava solo di se stesso. La Corvonero vide la giovane Grifondoro tentare di liberarsi dagli Orientali e castare un incantesimo di pietrificazione. Yolanda si trovava stretta tra la folla di ragazzini impazziti. Alcuni voleva scappare, altri forse combattere... il risultato era che lei non poteva usare la bacchetta perché quella folla non le permetteva di fare alcun movimento. Cercò di divincolarsi, spingendo gli studenti vicino a lei!
La paura era sovrastata dalla rabbia dell'impotenza. Voleva fare qualcosa di più, ma sembrava che i loro attacchi non scalfissero i mostri e non ne fermassero l'avanzata. Cosa fare dunque?
 
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view post Posted on 29/11/2012, 16:13
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Adepto di Lord Voldemort

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"Non hanno... mente!"

L'urlo a metà tra l'incredulo e l'impaurito della giovane Auror sovrastò improvvisamente i clamori della folla alle sue spalle. Indietreggiò di mezzo passo, trattenendo il respiro, un attimo prima che il suo commilitone con un rapidissimo scatto della bacchetta provocasse una profonda ferita nel costato della creatura più vicina, costringendola ad aggrapparsi al parapetto. Schizzi di fango e terra volarono verso le scale, mentre l'uomo si ritraeva a sua volta, la faccia sconvolta mentre il mostro appena colpito tentava ugualmente di avanzare verso di loro, malgrado la profonda ferita nel costato. Jane tentò di arretrare nuovamente e di articolare una risposta, ma si scontrò contro l'Orientale alle sue spalle che, tenendosi con una mano il viso gocciolante sangue, stava tentanto di rialzarsi.

"Non... non riesco a decifrarli. O qualcuno li protegge con un incanto, o..."

Con un improvviso fragore, la testa della grande creatura li oscurò, abbattendosi poi sul lastricato e mancando di pochissimi centimetri l'Auror, che indietreggiò rischiando di cadere sugli scalini, per poi rialzarsi verso l'aria, pronta ad un nuovo attacco. Non era possibile. Se non avevano mente, questo voleva dire che erano evocazioni, ma qual'era il mago tanto potente da creare un intero esercito di quelle creature? E, nel caso, dove si trovava? Era impossibile controllarli tutti da grande distanza, e senza un contatto visivo specifico... Un raggio azzurrino gli passò accanto a grande velocità, sorpasso il golem alle prese con Rick, e colpì quello dietro di lui in pieno petto, immobilizzandolo: la creatura si irrigidì come bruciata, quindi cadde lentamente in avanti schiantandosi contro le pietre del Viadotto con un tonfo, e spaccandosi il viso e una mano. Quasi nello stesso momento, il golem che lo precedeva di appena un passo, ormai prossimo al gruppo, cominciò a liquefarsi, partendo dalle gambe, e in poco più di un secondo non fu più in grado di muoversi, le mani che si agitavano follemente sopra alla pozza marroncina che si era formata sotto di lei. Rick annuì soddisfatto, asciugandosi il sudore dalla fronte. Ma, lo sapeva, anche lui si era reso conto che erano troppi. Avrebbero potuto sconfiggere un'altra decina di quelle creature, e forse anche il grande mostro dall'enorme collo, ma quanto di più avrebbero potuto resistere? I tre Auror indietreggiarono tutti di mezzo passo, sino al secondo gradino. Dietro di loro, una bambinetta recante lo stemma di Grifondoro si era appena liberata con una semplice gomitata nei gioielli dell'Orientale alle sue spalle, che in quell'esatto istante stava incespicando sopra al corpo del Serpeverde dietro di lui, per coi cadere all'indietro. L'altro Orientale, dal naso apparentemente rotto, provò a urlare qualcosa ai ragazzini, arrestandosi immediatamente per sputare un grumo di sangue. Gli studenti parevano impazziti: la bambina Grifondoro era in prima final, lo sguardo deciso, di fianco a lei un compagno del terzo anno dalla bacchetta già sguainata e lo sguardo concentrato. In mezzo a loro, una delle due Corvonero offertasi per scortare il gruppo, ora in posizione di tiro e dalla vista sgombra, mentre ancora alle sue spalle una giovane tassorosso e un secondo Grifondoro cercavano di sorpassare senza intoppi i corpi distesi del Serpeverde e dell'Orientale. E, ancora, un Serpeverde e un Tassorosso, giovanissimi, in fondo al gruppo. Avevano realmente intenzione di combattere? L'uomo riportò la mente a quando era un fanciulletto, Grifondoro appena entrato in quella stessa scuola. No, non aveva quello spirito d'intraprendenza, non aveva quella forza d'animo. Una brevissima riflessione, quindi si volse di nuovo dinanzi a se.

"...cercate solo di non intralciarci."


Qualche altro incantesimo sparato a casaccio sulla folla di mostri non poteva fare eccessivamente male. Abbassò lo sguardo. Ma sì, stavano per morire tutti. Era giusto che anche quei ragazzi potessero finire sotto terra soddisfatti di aver resistito fino all'ultimo. Alzò la bacchetta, e lo stesso fecero Rick e Jane, ai suoi fianchi. L'Orientale alle sue spalle sputò un nuovo grumo di sangue e guardò la sua nuca, atterrito.
Dinanzi a loro: il golem che era stato bersaglio di Rick, ormai sempre più prossimo alla liquefazione totale. Il golem che aveva appena ferito egli stesso, con un enorme squarcio nel fianco destro, che cercava comunque di avanzare, sempre più vicino a Jane. A circa tre metri, il secondo golem simile ad un incrocio tra un gorilla e una pianta carnivora stilizzata superava il suo compagno pietrificato a terra, e si preparava ad attaccarlo, mentre alla sua sinistra una creatura curva, con due enormi braccia aggiuntive sulle spalle, avanzava trotterellando. E ancora, l'enorme mostro dalla testa simile a quella di un enorme squalo, che di nuovo si levava, e di nuovo si preparava a calare. Sorrise mestamente.


"...Fuoco."








No, niente mappetta, ma do not worry, la situazione per ora è abbastanza chiara. Evelyn riesce a liberarsi del fastidioso Orientale, ora a terra, facendo avanzare sia Sbiru che Yolanda, ora in posizione di tiro. Nel post avete una breve descrizione dei bersagli a cui potete puntare, gli altri sono troppo lontani perché li possiate prendere. Kira sembra indeciso su che posizione prendere, combatterà, non combatterà?

Mostratemi l'essenza del survivle, ragazzi.


Prossimo mastering: sabato/domenica.




 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 1/12/2012, 14:17




Chiedo scusa per l'off topic, ma la casella di posta del Master era piena XD
Informo che non potrò postare e salterò il turno... Chiedo scusa, ma è davvero un periodo impossibile per me >.<
 
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view post Posted on 1/12/2012, 17:45
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Fare ricorso alla magia era stato istintivo e naturale, in mezzo a quel trambusto che le rendeva difficile anche pensare eppure aveva peccato di leggerezza in quanto aveva lasciato che la situazione caotica si frapponesse tra lei e la riuscita dell'incanto. Col senno di poi, Nia avrebbe volentieri sbattuto la testa contro il muro, ma in quel momento il bisogno di muoversi e fare qualcosa per salvarsi la pelle fu più forte di una stupida ramanzina; non doveva focalizzarsi sugli errori, non era a lezione né in un videogioco, doveva darsi una mossa, agire velocemente altrimenti...
beh, l'orda di figure grottesche lasciava presagire davvero bene ciò che li aspettava; non era una stupida né un'utopista, era abbastanza sicura del fatto che nessuno lì ne sarebbe uscito vivo e a quel pensiero il nodo allo stomaco si strinse, subito allentato dall'adrenalina. Prima o poi quella sostanza che ormai le scorreva nelle vene l'avrebbe portata alla morte senza neanche rendersene conto; il suo corpo stava reagendo, i sensi erano acuiti e i nervi brulicavano di attività mandando continui impulsi nervosi, ma era il cervello che ancora non riusciva a fare i conti con una cosa del genere, che non riusciva a reagire del tutto.
*Sangue freddo, Nia.* Il suo corpo magro venne sballottato qua e là, trascinato dalla fiumana di studenti che correvano alla rinfusa; corpi stesi per terra ostruivano il passaggio, segno evidente che qualcuno aveva definitivamente perso la testa: se si fossero colpiti vicendevolmente, sarebbero semplicemente affondati più velocemente.
Fu allora che lo vide: la creatura più nauseante che avesse mai avuto la sfiga di incontrare; il corpo di un equino e la testa da rettile, piatta e lunga ingioiellata di una sfilza di denti che sicuramente non erano lì per far scena e basta. Represse un conato di vomito e tese i muscoli allo spasimo per ridurre il tremolio delle gambe; avere paura in quel frangente sarebbe stato comprensibile, non si può assistere ad una visione apocalittica e rimanere imperturbabili, no? E poi, dannazione, non era pronta per affrontare qualcosa di simile!
*Allora rintanati in un angolo a frignare* Sentì uno strattone alla spalla e si rese distrattamente conto del gatto che a fatica abbandonava la tracolla di Nia e le piantò i suoi artigli nelle cosce prima di darsi alla fuga. *Stupido gattaccio.* Ma come biasimarlo? Almeno uno fra micio e padrone stava dimostrando di avere cervello.
Fu il dolore alle gambe a spezzare l'incanto, spazzando via la cappa di pesantezza che le ottenebrava la mente: erano tutti spacciati, ormai, quindi perché preoccuparsi di scappare? Avrebbe combattuto, piuttosto, togliendosi qualche soddisfazione.
Aveva ormai raggiunto il portone completamente spalancato, pronta a castare un
Confundus quando la voce allarmata e sorpresa dell'Auror in prima fila le giunse flebile alle orecchie.
« Non hanno mente! » Come diavolo era possibile?
Non lo sapeva e neppure aveva il tempo di restare lì ad interrogarsi sul perché e il percome, semplicemente doveva gettarsi su un altro incanto offensivo, e alla svelta; già da tempo le sue orecchie fischiavano a causa del rumore assurdo, inutili se non in rarissimi casi come il sopra citato. Al contrario invece gli occhi completamente sbarrati non perdevano un secondo di quella scena infernale, da cui la Tassina si stava tenendo momentaneamente al di fuori, obbligata anche dai compagni che la circondavano. Lo sguardo corse di nuovo a quella bionda in prima fila, trattenuta dall'orientale; anzi, no, dato che proprio in quel momento si era liberata don una gomitata davvero strategica e già si preparava a lanciare il suo incanto.
Fu la mossa decisiva.
Togliendo di mezzo l'asiatico, l'ammasso di studenti avanzò senza intoppi e anche Nia si ritrovò catapultata definitivamente fuori e alla portata di quel finimondo che si stava scatenando; se anche ci avesse ripensato, ormai era fatta, non poteva più scappare e non restava che dare sfogo alla bacchetta stretta in pugno, fremente di scaricare la sua energia magica, la stessa che imperversava dentro la ragazzina.
Non c'era più niente a fermarli, gli "adulti" non potevano certo occuparsi di tutti loro, rischiando di sprecare forze contro i loro stessi alleati; perché volente o nolente, erano tutti uniti adesso da un comune imperativo: vendere cara la pelle.
E difatti l'auror dal temperamento focoso si voltò verso gli studenti alle sue spalle, intimando semplicemente di non interferire "col lavoro dei grandi"; era la scelta più saggia, in quel marasma, tanto non avrebbero potuto fare altro e giovani menti potevano sempre dare una mano, no?
Nonostante la sensazione di pericolo che avvertiva in fondo alla gola, alla vista di quei titani fangosi, era decisa ad approfittare di quel permesso appena accordato, come se ce ne fosse stato effettivamente bisogno.
« Fuoco! »
Eccola, la molla che aspettava, l'incentivo che le serviva, lo stimolo che cercava; l'attenzione della ragazzina si concentrò su una figura grottesca e ricurva che avanzava a velocità preoccupante, quelle che parevano due paia di braccia in più gli sbucavano dalle spalle, ma lei era fermamente decisa ad arrestare, o perlomeno rallentare, la sua corsa. Determinata, mosse il braccio armato di bacchetta verso la propria spalla opposta, piegando il gomito e poggiando la mano sulla clavicola.
« Everte.. » Un tono che andava in crescendo, quasi promettesse un continuo, un secondo tempo. Tese i muscoli del braccio, caricandoli per rendere il movimento molto più repentino e con uno scatto l'arto si mosse in direzione del suo obiettivo, puntandolo minacciosamente. « ...statim! » La voce uscì forte e chiara, insieme a tutta l'aria che le rimaneva nei polmoni.
 
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view post Posted on 1/12/2012, 18:14
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7° anno - I love Corvonero *Ex-prefetto Corvonero*

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Yolanda si divincolò dal gruppo di studenti che la teneva "prigioniera" e si trovò proiettata in avanti. La bionda Grifondoro si era finalmente liberata dell'Orientale, e ora tutti gli studenti riuscivano a passare, uscendo di corsa.
La Corvonero non riusciva a capacitarsi della foga di alcuni alunni più piccoli. Così facendo, correvano direttamente nelle braccia dei mostri, e verso una morte rapida e stupida. La studentessa del 5°anno si spostò di lato rispetto alla fiumana ragazzi che correvano fuori sgomitando, e si trovò in una buona posizione di tiro. La giovane Tassina scattò in avanti e fece lavorare la propria bacchetta. Castò un buon Everte Statim, che Yolanda sperò facesse effetto.
Poco prima uno degli Auror aveva gridato "NON HANNO MENTE
" e Yolanda si bloccò un attimo a pensare a questa affermazione. Quindi quei mostri erano solo delle cose, degli oggetti, solo terra che si muoveva. E da oggetti doveva trattarli. Nel suo quinto anni aveva imparato proprio un bell'incantesimo per fare esplodere degli oggetti. Doveva assolutamente provarlo in quel frangente, dove ogni incantesimo, anche il più piccolo, poteva fare arretrare i nemici e far guadagnare ai ragazzi attimi in più di vita.
Yolanda puntò la sua bacchetta verso uno dei mostri più vicini e enunciò la formula chiata e decisa.

-Bombàrda.-
L'accento venne calcato sulla prima "A", e con grande concentrazione. Il Bombarda era conosciuto come Incantesimo Demolitore, e funzionava solo sugli oggetti. Poteva usarlo ripetutamente su tutto ciò che voleva distruggere... sarebbero dunque riusciti a polverizzare quell'armata disgustosa?
 
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†Kira.
view post Posted on 3/12/2012, 09:03




Slytherin
Alan Isaac Higgs

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Le urla sconnesse e i gesti folli andavano moltipicandosi in quel caos infernale. Ormai pareva che pure gli adulti avessero perso il controllo, e che la siuazione fosse più drammatica che mai perchè si stava per assistere al noto isterismo di massa. Alan però trovava la cosa quantomai patetica. La paura stava passando, anche se continuava a tenersi fuori tiro, e stava prendendo spazio la curiosità. Analizzando la situazione si era reso conto che quei mostri non avevano fatto male a nessuno. Non sembravano certamente innocui, ma la loro colpa più grande fino a quel momento, a parte l'essersi introdotti a Hogwarts senza permesso di nessuno, era il fatto di essere davvero brutti. Per assurdo, anche se Alan non lo poteva sapere, i suoi compagni di sventura si erano fatti più male da soli di quanto gliene avessero fatto i mostri che in realtà non avevano (ancora) torto un capello a nessuno. Rendendosi conto di tutto ciò, il Serpeverde lasciò che l'espressione sul suo volto passasse da terrore puro a educato stupore. Le sue gote ripresero colore e la sua mente si fece più lucida. Osservava la "battaglia" (che sembrava nettamente a senso unico, solo i maghi avevano attaccato) per avere la possibilità di mettersi al sicuro e contemporaneamente rimanere aggiornato con quanto stava succedendo. Vide un mostro particolarmente grosso, sembrava un cavallo, ma la testa era quella di un serpente, o forse una lucertola. Non riusciva a capirlo bene, ma sembrava che potesse possedere un potere distruttivo maggiore di quello dei suoi compagni. Un lieve fremito percorse la schiena di Alan. Sentiva che era il caso di spostarsi da dove si trovava. Sebbene avesse un gran numero di scudi umani davanti a se e sebbene tutti sembrassero ben contenti di sacrificare le proprie vite per lui, non si sentiva abbastanza tranquillo, gli sembrava di essere ancora a tiro delle bestie, così, a scapito della visuale, decise di spostarsi. Si diresse nel punto da cui veniva, vedeva l'apertura della porta e vedeva tutti i suoi compagni invasatissimi e convintissimi di poter vincere la battaglia che stavano combattendo.
*Guarda quanti eroi abbiamo qua... Applausi a scena aperta.*
Non vedeva più bene le bestie, le vedeva solo in parte, ma quantomeno si trovava all'imboccatura delle scale. Per maggiore sicurezza si mise in piedi sull'ultimo gradino pronto a salire di corsa in caso di necessità. Teneva ancora la bacchetta stretta nella destra e la sua mente ragionava sempre più lucidamente. Che senso aveva combattere come facevano i suoi compagni? Se davvero quei mostri avevano il potere distruttivo che sembrava potessero scatenare, che motivo c'era di difendere una scuola che difficilmente sarebbe potuta rimanere in piedi? Ma poi il peggio non era ancora giunto. Quando Alan si trovò a compiere quest'ultimo ragionamento rimase spiazzato dal poco cervello che in media le persone in mezzo alla rissa avevano. Il peggio era un'altra cosa. Il peggio era che sarebbe stato molto più semplice lottare con quei mostri dentro il castello. Un posto che gli studenti conoscevano benissimo e i mostri no. Un posto dove si sarebbero sicuramente dovuti dividere e tutto sarebbe stato più semplice. Invece no.
*Bella roba, buttiamo nel cesso la nostra avanguardia così.*
Quei mostri li sovrastavano in numero, un assedio prolungato per gli abitanti del castello sarebbe stato deleterio eppure ci si buttavano come biccioni su una briciola di pane. Sarebbe stato più furbo nascondersi in cima alle scale e coglierli di sorpresa, per esempio. Sarebbe stato più furbo colpirli mentre passavano lungo un corridoio tenendosi nascosti dietro un muro che faceva finta di essere un muro. No, i suoi compagni e quegli adulti stolti sembravano intenzionati a crollare uno per uno davanti a quelle mostruosità. In un angolo del suo cuore, il Serpeverde sperò che accadesse. Si vergognò di ciò, ma comunque non potè negare l'evidenza. Voleva che tutti quegli eroi puri e onesti venissero sopraffatti dagli avversari.
*Sarebbe bello che imparassero cos'è meglio tra eroe senza cervello e persona normale che ragiona.*



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view post Posted on 4/12/2012, 01:16
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"Fuoco!"

E fuoco fu. Incantesimi, molti, tanti incantesimi simultanei sull'orda di mostri che stava loro di fronte. Uno, due Bombarda, il primo della Corvonero, che ridusse in polvere uno dei Golem in arrivo, spaccando la pavimentazione del viadotto, il secondo dell'Auror, Mark, in grado di disintegrare la creatura in arrivo alla sua sinistra, e di portarsi con sé anche due metri buoni di corrimano. Una delle fiaccole si inclinò sinistramente e precipitò nel fiume. L'Everte Statim della piccola Tassorosso, che mandò a gambe all'aria il golem multibraccia, un momento prima che Rick lo manipolasse al volo e sbattesse a terra. E poi vermilius, schiantesimi vari, e le urla dell'Orientale ancora in piedi, livido in volto di fronte a tanta insubordinazione. E per un attimo, credettero di poter vincere, su quel ponte sempre più distrutto.

Per un attimo.

L'enorme creatura avanzò, schiacciando con noncuranza il golem colpito dalla tassina, e quello precedentemente pietrificato dalla Grifondoro. E la sua testa scattò. E Mark fu troppo lento, impegnato com'era nel difendere Jane da un altro di quei mostri, dalle gambe piccole e tozze e dalle braccia esageratamente grandi, che si muoveva come uno scimpanzè. E, come in una scena da film, un film dove però l'eroe principale non arriva in fondo, l'enorme testa lo colpì, simile ad uno sperone lanciato a velocità folle. Il suo corpo cadde sugli scalini con violenza assurda, e anche senza il tipico rumore delle ossa che si frantumano, tutti furono sicuri che uno di loro li aveva abbandonati.
E nulla sarebbe stato in grado di descrivere l'orrore sulle facce dei compagni, o del timoroso Orientale.

"...No..."

Sembrava tutto così inverosimile, e così reale al tempo stesso. Il sangue sul suo viso. La sua bacchetta caduta a terra. Ma erano in guerra. Non c'era tempo per compiangere i morti. E nuova decisione si dipinse sul volto di Richard, l'eterno secondo, il fratello minore, non per sangue, di quel trio affiatato. Il fratello che sapeva con assoluta certezza che con i problemi arrivava una mano, sempre. E il più delle volte quella mano era quella di Mark. Ma non ora.

Non più.

"NO!"


E il suo grido fu un nuovo "Fuoco".
E la disperazione di chi sa che le lacrime non bastano.
E il grido muto di chi non ha tempo di urlare.

E di nuovo, si combatteva.








Trapped3



Gli studenti delle retrovie han finito di scappare, i due mostri ai lati del bestione sono identici. A voi, preparatevi a una fuga precipitosa.


Prossimo posting: Venerdì pomeriggio.



 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 6/12/2012, 17:38





Evelyn Bellard

Fu molto breve l'istante in cui nella mia mente si formarono pensieri positivi: il mio incanto andò a segno, e non solo quello. Molti altri ragazzi ora combattevano insieme agli Auror, e ormai quelli intenti a scappare se ne erano già andati. Alcuni mostri erano stati annientati, altri schiantati o immobilizzati, ma fu proprio quando la situazione sembrava favorevole che accadde qualcosa di terribile. Una creatura enorme decisamente sopra la media che prima non avevo notato - presa com'ero dal Petrificus - avanzava sempre di più verso di noi. Anzi, aveva ormai raggiunto i primi gradini, proprio dove si trovava Mark, l'Auror imprudente che aveva spalancato la porta d'ingresso. Il mio sguardo fu attratto magneticamente dal particolare mostro, e non potei fare a meno di fissare ad occhi sbarrati lì'orrida scena che mi si parava di fronte: la testa del bestione sattò rapidamente in direzione del mago, il quale, impegnato in altre faccende, non fece in tempo a spostarsi e volò via, all'indietro verso il castello. Il suo corpo sbattè duramente contro la pietra degli scalini sotto di me, mentre i miei occhi ancora spalancati assistevano alla scena a rallentatore. Era morto. Prima ancora di vedere il suo corpo steso a terra capii che il colpo della creatura lo aveva ammazzato. Era MORTO. E niente poteva cambiarlo, non si poteva tornare indietro. Uno di noi, probabilmente il più forte ci aveva appena lasciati. Provai improvvisamente un senso di panico, di vulnerabilità, che però fu presto rimpiazzato da una rabbia anomala. Un nodo alla gola non mi permetteva di respirare, un impulso repentino mi portò a scagliare l'incantesimo ancora prima del dovuto. Non ci sarebbe stato bisogno di raccogliere la rabbia da dentro di me, poichè quella che già c'era sarebbe bastata per eseguire il miglior Iracundia che potessi fare. Era come se mi avessero strappato una parte di me, sebbene non conoscessi affatto quell'uomo, era come se con lui fossero morte tutte le speranze che avevamo di salvare Hogwarts. Ci avevano tolto il castello, e il pensiero che non tutti avrebbero avuto un posto dove stare mi tormentava. Quanto dei ragazzi che frequentavano Hogwarts avevano una casa? Non potevano portarcela via così. Ripresi a respirare, poichè ormai il nodo alla gola si era trasformato nella rabbia più pesante che avessi mai dovuto sopportare; nel più profondo dolore che avessi mai provato. Ed ero pronta a scaricarlo tutto contro quel mostro, quella immonda creatura che ci avrebbe ridotti tutti come Mark. Il mio braccio destro scattò rapido verso l'alto. Il gomito si flesse con decisione, la bacchetta era talmente stretta che la mia mano era bianca. E mentre ancora la mia rabbia saliva e l'odio che provavo nei confronti della creatura che avrei colpito aumentava in maniera esponenziale; nella mia mente si desegnava la sagoma della bestia, nitida e precisa come una foto. I contorni netti, i colori vivi nella mia testa e ogni singolo particolare prendeva il suo posto, così che il risultato fu una perfetta copia immaginaria della creatura orribile ed enorme. Tutto era pronto. Il mio braccio disegnò un rapido e preciso cerchio in aria mentre la formula era scandita e urlata con tutta la rabbia che fino ad allora avevo contenuto.
-IRACUNDIAAAAA!!!!!!!!-
Gridai, la voce carica di un odio profondo, la gola mi bruciava, raschiata dalla forza delle mie corde vocali. Sapevo perfettamente che non sarebbe servito a niente. Sapevo bene che fine avrei fatto, assieme a tutti i ragazzi che erano con me, ma questo non faceva che aumentare la mia voglia di combattere, di dimostrare che ad Hogwarts ci insegnavano veramente come difenderci. Anche se saremmo morti tutti. Anche se di noi sarebbero rimasti solo i cadaveri stesi a terra, proprio come quello dell'Auror che giaceva ai miei piedi.


 
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†Kira.
view post Posted on 7/12/2012, 09:10




Slytherin
Alan Isaac Higgs

ORkL8
Il furore della battaglia continuava, ora Alan vedeva bene solo i difensori del castello, mentre le creature restavano ai margini della sua visuale difficili da cogliere. Vide svariati incantesimi partire dalle bacchette levate e volare verso gli invasori ma non ne seppe gli effetti. Era tutto confuso e i rumori lo frastornavano ancor di più, gente che urlava, le creature che ruggivano, schianti di esplosioni. Ad un certo momento pensò che adulti e studenti sarebbero riusciti a respingere l'assedio, tutto lasciava indurre il Serpeverde a crogiolarsi nella effimera sensazione di pericolo sventato. La realtà, però, era pronta a clpire con violenza inaudita. Vi fu un attimo di pausa quasi innaturale, a calcolarlo con un cronometro sarebbe stato poco più di un secondo, meno di due, poi vi fu il primo vero colpo. Per un attimo Alan vide il capo della bestia più grossa saettare verso quelli in prima linea, poi un corpo veniva scagliato via e cadeva a terra sui gradini che anticipavano il portone con uno schianto terrificante. Non aveva riconosciuto chi fosse ma non ci voleva molto a capirlo, chiaramente quell'uomo non si sarebbe mai più rialzato, Alan non aveva dubbi su questo, una caduta del genere bastava a spezzare tutte le ossa e danneggiare irrimediabilmente tutti gli organi interni. Era morto. Un brivido gelido quasi inumano percorse la schiena del Sereverde. Non aveva mai voluto che veramente qualcuno di loro morisse. Magari che si facessero male in modo da capire che dovevano andarsene, ma la morte non era una via percorribile. Eppure infine si rese conto che era più vicina di quel che poeva sembrare. Prima aeva pensato che presumibilmente quella sarebbe stata l'ultima mattina della sua vita, ma non era riuscito a concretizzare mentalmente l'idea di morte. Ora che aveva compreso con così palese semplicità che morire era più improvviso e veloce che respirare comprendeva che non aveva senso star lì. La nera mietitrice aleggiava su loro ghignando soddisfatta di essersi già presa il più forte e in quel momento, probabilmente, si stava chiedendo chi avrebbe voluto portarsi via per secondo. O forse l'aveva già scelto. Quel pensiero gli fece venire da vomitare. Si trattenne e fissò lo sguardo verso dove l'uomo con la criniera leonina era caduto. Aveva compreso che si trattasse di lui perchè era l'unica testa che mancava all'appello visivo del ragazzino. Sebbene si fosse trattato di uno scriteriato senza cervello, ad Alan dispiaceva averlo perso. Non perchè gli fosse affezionato o che alro, ma perchè era semplicemente quello che dava l'idea di essere più forte, più potente.
*E' successo davvero... Non voglio crederci...*
Improvvisamente tutto gli sembrò coperto da un velo opaco, tutto attutito. Si sarebbe consegnato, sarebbe andato dritto verso quei demòni (non dèmoni) e sarebbe morto, perchè tanto non aveva senso combattere, tanto non aveva senso lottare contro qualcosa che lo avrebbe ucciso in ogni caso. Gli venne in mente lei, la biondina che aveva conosciuto in riva al lago ghiacciato, gli venne in mene Jaya che lo aveva sempre spronato e lo voleva con se dopo Hogwarts per insegnargli qualcosa in più, gli venne in mente Simon che lo aveva sempre chiamato Jace e che non poteva essere più diverso di Jaya, gli venne in mente suo fratello e poi gli venne in mente sua sorella. Gli vennero in mente i suoi genitori così orgogliosi che il loro primo figlio fosse tanto bravo a scuola. L'idea di abbandonarli tutti lo solleticava sempre meno. Aveva un nodo in gola e le lacrime agli occhi, non aveva mai voluto nulla di simile, era ben d'accordo ad andarsene e ora invec egli toccava rimanere e combattere o morire. Sapeva di non essere un eroe, sapeva con certezza di non essere un mago capace come quelli che stavano battendosi. Si chiese che fare.
*E' ovvio, devi fuggire.*
Sarebbero fuggiti tutti di certo entro pochissimo. Perdere un uomo non equivaleva a uccidere uno dei mostri, gli uomini erano molti meno. Sentì un grido, la battaglia non era certo finita. Qualcuno urlava "no". E poi qualcun altro che urlava con quanto fiato aveva in gola una formula magica. Sbalordito si chiese che diavolo pensassero di fare ancora lì, volevano combattere nonostante non potesse essere più palese che a quel modo non potevano che morire tutti uno dopo l'altro?


SIETE TUTTI MATTI!

Lo urlò con quanto fiato aveva in gola prima di lanciarsi su per le scale. Lo avrebbero preso per codardo, ma lui sapeva che era l'unico con un cervello funzionante in mezzo a quei folli che non volevano altro che morire. Corse con tutta la forza che aveva, gli sembrava di volare. Arrivò in cima alle scale e si fermò. Non voleva stare troppo da solo. La paura stava nuovamente offuscando la sua mente che perdeva lucidità un secondo dopo l'altro. Sapeva che doveva restare razionale, ma non riusciva a mantenere il controllo come avrebbe voluto. Sentiva i rumori della battaglia ma non vedeva più nulla. Stavano giocando con la morte.


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view post Posted on 7/12/2012, 15:19
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Masteraggio rimandato a martedì sera, avete tempo fino ad allora per postare o modificare i vostri post come più vi aggrada.

 
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view post Posted on 10/12/2012, 18:07
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7° anno - I love Corvonero *Ex-prefetto Corvonero*

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Yolanda vide saettare diversi incantesimi verso gli aggressori, e molti sortirono l'effetto desiderato. I mostri cominciarono a distruggersi sotto i colpi degli altri attacchi, e il morale della truppa cominciò ad alzarsi visibilmente. Alcuni sorrisi tirati o selvaggi affioravano sui loro visi, quando tutto in un attimo perse consistenza e importanza. Tutto accadde in una frazione di secondo. L'euforia dell'attacco si spense durante lo scatto del mostro più grosso.
L'auror dalla testa leonina si accorse troppo tardi di quella creatura, che saettò verso di lui, alzandolo dal suolo e schiantandolo contro il muro.
Il tempo si fermò un istante, e tutti trattennero il fiato. Era la prima volta che gli aggressori arrivavano tanto vicini, e il primo attaccato fu proprio il loro elemento più prestante, con più esperienza e adatto al comando.
Dopo lo schianto secco sulla roccia, tutti ebbero l'impressione di morire dentro. Un loro combattente se n'era andato con la facilità e la velocità che solo la morte poteva avere. L'orrore riempì i loro cuori e i loro occhi. Lo stomaco di Yolanda si strinse attorno al cuore ferito. Non conosceva per niente quell'adulto, ma era venuto lì a scuola per proteggerli, e aveva dato la sua vita per loro.
Molti degli studenti erano scappati via, ma quelli rimasti furono pietrificati dall'accaduto. Un misto di rabbia e tristezza, orrore e decisione, montò nel cuore di Yolanda, sfociando nella consapevolezza che chiunque lì avrebbe attaccato di nuovo o sarebbe scappato. Come a dimostrazione di questa teoria, la giovane Grifondoro scagliò un incantesimo rabbioso, rompendo il silenzio creatosi dopo la morte dell'Auror.
La Corvonero avrebbe voluto attaccare e distruggere tutti, ma pensò fosse una buona idea proteggere quelli che ancora volevano combattere.
Levò il braccio che impugnava la bacchetta sopra la sua testa, cercando di puntare esattamente allo zenit. Ruotò il braccio in senso orario, come per creare un cerchio intorno ai maghi e alle streghe che la circondavano.

-Cave...-
Cercò di tracciare un'ampia circonferenza, per coprire una più grande area protetta. Si concentrò su quello che faceva, cercando di distogliere l'attenzione dall'avanzata dei mostri. Lentamente abbassò il braccio, arrivando a puntare la bacchetta verso terra.
-... Inimicum.-
Yolanda sperò che l'incantesimo sortisse l'effetto voluto, e che si creassero i cerchi azzurri che avrebbero delimitato l'area protetta da qualunque attacco umano o magico.
 
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view post Posted on 11/12/2012, 15:52
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"Carpe Retractum!"


Dolore.

"IRACUNDIA!"


Rabbia.

"Tsubomi no Saakura!"


Paura.

"Cave Inimicum!"


Ansia.
Ansia.
Ansia.

"SIETE TUTTI MATTI!"







Era quella la risposta?
Follia guidava le loro mani e le loro bacchette verso la distruzione?
Pochi mostri se ne andavano, infiniti ne arrivavano, altrettanti si formavano nelle loro teste. Paure, sentimenti negativi. Incubi. Immagini distorte, come quelle delle bestie che andavano loro presentandosi. E più ne spazzavano via, più ne arrivavano.
Era giusto?

"Neptuno!"


La magia impregnava il campo di battaglia, immagini distorte arrivavano ai cervelli degli assediati, come se i mostri di fronte a loro mutassero di secondo in secondo, assecondando le loro Paure, i loro incubi peggiori. Una delle bestie venne tirata giù dal ponte dalla Auror, mentre dei rampicanti con grandi fiori rosa sbocciavano attorno alla testa del Golem più grande, bloccandone la mascella. L'Iracundia della Grifondoro lo colpì al muso, schiacciandolo per un attimo a terra, mentre Richard evocava una poderosa tempesta d'acqua, che andò a schiantarsi contro i golem più prossimi tentando di trascinarli via. Resistevano, certo, ma la domanda era sempre la stessa: per quanto? Loro erano stanchi, tutto quell'urlare e lanciare incantesimi cominciava a indebolire anche i più intrepidi, mentre l'esercito immortale pareva intenzionato a marciare in eterno. Tutte le dighe, per resistenti che siano, cedono. Tutti gli alberi cadono. Tutti i viventi muoiono.
E, per quanto e con quale intensità rispondessero, le loro mura marcivano.
Era solo questione di Tempo. Loro ne avevano poco; le creature di fronte a loro, in quantità illimitata.

E c'era chi già fuggiva, stremato, e percorreva le scale di corsa, inciampando uno scalino si e l'altro pure, nel tentativo di allontanarsi da quell'orrore. Due, tre rampe, e fu al primo piano: un corridoio si dilungava ora alla sua destra, un altro alla sua sinistra. Sapeva per certo che il primo portava all'Aula di Trasfigurazione, e alle scale per il secondo piano, il secondo a quella di Storia della Magia, al vecchio ufficio dell'ora ritiratosi prof. Peverell, e alla zona occidentale del castello. Dove andare? Poteva continuare a scappare, oppure fermarsi. Ma in ogni caso, era in trappola.

Come tutti. Il Serpeverde maggiorenne e l'Orientale, scompigliati a seguito del passaggio di non meno di cinque paia di piedi sui loro corpi, se ne rendevano perfettamente conto. Il primo pronto a seguire il concasato, che aveva visto sparire su per le scale, il secondo appoggiato alla porta nel tentativo di rialzarsi, il viso sanguinante, il naso rotto, la bocca che si apriva e si chiudeva nel tentativo di prendere aria. Sembrava un pesce boccheggiante. Un pesce boccheggiante sulle rive della vita, di fronte al mare della morte.
Dovevano scappare.






Trapped4

Tenaci, eh? Non vi salverà. Kira si è deciso a scappare, il suo concasato dietro di lui a breve, per lui c'è fantasticamente abilitato lo SWITCH! Il primo dell'Evento, che caruccio. Puoi continuare a correre di qua e di là come più ti pare, riceverai via mp le particolarità...
Per gli altri, su, continuate! Resistete, finché potete!
Morite...

Prossimo posting: lunedì pomeriggio.



 
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39 replies since 6/11/2012, 21:43   894 views
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