θ: The Time is gone. , Carmela A. Black, Sir Just, Mya, Niko Domenic, Jane Read

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view post Posted on 25/1/2013, 02:21
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Dalla terra emerse il verdetto finale per quelle immonde creature. Guidate dalla magia di Random enormi rampicanti, grossi e robusti come radici affiorate dal suolo, si arpionarono attorno alle creature di roccia bloccandogli ogni movimento.
Qualche scricchiolio, altra roccia che franava, sassi sul piastrellato. Un alito di vento che sollevava il pietrisco infranto. Poi il silenzio.
Tutto taceva. Tutti tacevano.
Quale mostro aveva loro tolto il dono della parola? Lo stesso che in un lampo aveva divorato senza ritegno la loro infanzia e le loro speranze. E i sogni di quei poveri fanciulli, affogati nel loro stesso sangue.
No, non c'erano parole. Semplicemente non c'erano.
- Mya... -
Una voce la chiamava. Una voce vicina, ma distorta, come ascoltata attraverso una campana di vetro. Ma bastò quel poco a farla tornare vigile e attenta a quella che era la realtà.
O quel che ne rimaneva.
- Random...? -
Si voltò di scatto in direzione del compagno, trovandolo riverso a terra senza forze. Un brivido la attraversò, come una scarica elettrica. Senza degnare più d'una sola occhiata le bestie intrappolate, Mya corse verso il ragazzo, buttandosi a terra incurante delle pietre e dei sassi che le scorticavano le ginocchia. Si avvicinò a lui, poggiandogli una mano sulla spalla e cercando di capire cosa avesse. Il ragazzo sembrava delirare, la sua voce si era fatta più sottile, sofferente.
Volare? Perchè le chiedeva una cosa simile? Ora che lo vedeva in quelle condizioni come avrebbe potuto volare via, seppure la battaglia fosse realmente terminata?
Non avrebbe potuto.

Non c'erano rimpianti minori di altri. Erano tutti catene.
E a terra la legavano, sfregando e insanguinando le sue ali.

Fece scivolare la mano sinistra sotto al mento del ragazzo e cercò di sollevarlo. Quando la tassorosso incrociò il suo sguardo ebbe un tremito di paura. Cosa era accaduto agli occhi di lui? Un incanto, o una maledizione? Eppure quella visione non le era nuova.
Era accaduto diversi anni prima. Lo stesso viso, forse un po' meno scavato e meno pallido, un occhio che ostinatamente era rimasto chiuso per vergogna o per fastidio, e che in un momento di distrazione si era spalancato mostrando una pupilla finissima e verticale. *Come quella di...*
- Random ma tu... - Il pensiero si interruppe, mentre tanti tasselli cercavano di ricongiungersi dopo anni in cui erano rimasti dispersi nella sua mente, senza un filo logico che li collegasse.
E' colpa di un incantesimo, aveva detto lui. E lei da primina sciocca ci aveva creduto.
Facendo forza con la mano costrinse il ragazzo a sostenere il suo sguardo. Se lui al tempo le aveva mentito su una simile cosa era giustificabile, si odiavano. Ma ora non la voleva nemmeno conoscere la verità, e se per lui era importante l'avrebbe taciuta.
Sapeva cosa fare, perchè conosceva quella sensazione. La sensazione di perdere te stesso, incapace di comprendere quale sia il lato dello specchio in cui ti trovi realmente. Fino a domandarti se c'è davvero uno specchio nel mezzo.
- Random, mi senti? Non perderti... -
La voce di lei che seppure incrinata, restava forte, ma non imperturbabile.

Voleva contattare Arwen tramite gli specchi, e correre verso il ponte sospeso dove sapeva che avrebbe trovato i due prefetti e un altro gruppo di ragazzini. Non erano lontani. Ogni cosa si stava sovrapponendo ferocemente, tra terrore e rabbia. *Cosa devo fare?*
 
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view post Posted on 25/1/2013, 14:26
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Adepto di Lord Voldemort

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"L'aspetto più esilarante del volare senza ali è la sua assoluta semplicità: basta muovere braccia e gambe come per nuotare, solo che ci si muove nell'aria. È facile, non richiede sforzo fisico né mentale, solo un certo grado di focalizzazione. Basta essere convinti di riuscirci, e ci si riesce."

La Volontà, il Coraggio, la Generosità, l'Unione sembravano avere avuto il sopravvento.
Il Bene trionfava dinanzi a chiara, grezza manifestazione del Male.
Un Male che si era palesato così infimo e poco elegante, contravvenendo a tutte le aspettative di suadente e malvagia abilità che sempre veniva attribuita alla Fazione Oscura.
Cosa era accaduto davvero?
Il conflitto con rozzi e violenti esseri aveva visto fine e compimento a seguito di misero sgretolarsi delle creature. Eppure ora tacevano inermi, strette dal gelido abbraccio che le costringeva ad esser tutt'uno con la terra. Ma erano davvero morte?

Si poteva spiccare il volo senza prima aver fatto ciò che terra richiedeva? Si poteva imparare a volare senza prima avere dispiegato le ali?

Colui che, tra gli studenti, apparteneva segretamente al Lato Oscuro, colui che più di tutti gli altri studenti comprendeva l'essenza della malvagità, con percorso lungo e doloroso di consapevolezza e sentimento, legato al desideri di salvare colei per la quale provava sincero affetto, imparava a dispiegare le ali...Ali ch'egli stesso non credeva di possedere...Ali che invece erano forti e vigorose...Ali che si aprivano per custodire, per proteggere in delicato abbraccio tutti gli altri...

Ma ora era il ragazzo ad avere bisogno di aiuto...
Il Tempo.
Occorreva tempo affinchè il giovane Tassorosso riacquistasse forza e vigore. Occorreva esser certi che quelle diaboliche creature tornassero ad essere tutt'uno con terra e fango...

Occhi che si guardavano...Occhi che per la prima volta si vedevano veramente, cogliendo l'uno l'essenza dell'altra. La studentessa Tassorosso aveva compreso, aveva capito.


Sincera amicizia...

Questo era il volo da cogliere: la fanciulla doveva aiutarlo.
Ella, insieme agli altri compagni di avventura, doveva distruggere le passive bestie. Doveva farlo prima che qualcosa potesse accadere.
Imprevisti e colpi di scena dovevano essere sedati, neutralizzati.
La studentessa Tassorosso aveva il compito di porre fine definitivamente alla battaglia.
Questo era il prezzo da pagare per dispiegare le ali...Questo doveva fare per volare.


La data del prossimo masteraggio è fissata per giovedì 31 gennaio: se per allora non avrete postato, i vostri pg verranno trattati come png e mossi di conseguenza, a meno che non abbiate avvisato il Master (me) tramite mp. Cercate, in ogni caso, di essere puntuali, la regolarità dei turni giocherà un ruolo fondamentale.


Golem colpito dagli incanti di Random si sgretola e perde qualsiasi forza vitale.
Pc: 0
Equilibrium: 0
Ripresa: 0%

Golem al quale era stata recisa parte del braccio. A seguito dell’incanto evocato da Mya, cade e subisce parziale sgretolamento. Colpito dal Vermilius si sgretola ancora. Stretto dai rami di pianta evocata da Random, giace inerme...
Pc: ?
Equilibrium: ?
Ripresa: 0%

Golem travolto involontariamente dal “compagno” precedentemente a seguito dell’everte statim di Mya. Colpito dal Vermilius si sgretola ancora. Stretto dai rami di pianta evocata da Random, giace inerme...
Pc: ?
Equilibrium: ?
Ripresa: 0%

Golem travolto dalla "marionetta" si sgretola e trova la fine.
Pc: 0
Equilibrium: 0
Ripresa: 0%


6 Golem: Stretti dai rami di pianta evocata da Random, giacciono inermi...
Pc: ?
Equilibrium: ?
Ripresa: 0%


Jane Read:
Punti Salute: 90/110 (-20 ps)
Puinti Corpo: 51/60 (-9 pc)
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 9.5

Random Crowell. Il dispendio di energia e l'utilizzo di potente magia, lo spossano. E' cosciente ma non riesce a reggersi in piedi.
Punti Salute = 68/178
Punti Corpo = 95
Punti Mana = 187
Punti Esperienza: 41.5


Niko Domenic :
Punti Salute: 116
Punti Corpo: 66
Punti Mana: 66
Punti Esperienza : 17.5


Mya Lockhart
Punti Salute: 162/162
Punti Corpo: 120
Punti Mana: 122
Punti Esperienza = 37
 
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view post Posted on 30/1/2013, 17:33
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The North remembers. ♥

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JANE READ - CORVONERO


Non era ancora finita: il Vermilius che Jane aveva castato in contemporanea al compagno di casata non era abbastanza, i mostri si erano sgretolati ma solo parzialmente.
Molto invece aveva fatto il Tassorosso, che con un potente incanto era riuscito a bloccare con le radici di una pianta i mostri che ancora non erano stati distrutti: in seguito all'incantesimo però si era accasciato a terra, privo di forze.
Jane fece per soccorrerlo, era una delle poche speranze di uscire vivi da quella tremenda situazione, ma la sua concasata la precedette.
Non c'era molto altro da fare: dovevano assolutamente finire di distruggere quei mostri, cumuli di terra, polvere e fango che avevano preso vita.
Ma come?
Se il Vermilius non era stato abbastanza, quale incanto li avrebbe distrutti?
Jane si guardò intorno: il tempo stringeva, doveva uscire il prima possibile da lì e possibilmente tutti vivi.
Macerie, cumuli di terra, pezzi di vetro: il giardino interno della Torre dell'Orologio era andato completamente distrutto, parte del muro era crollato insieme alle finestre, cospargendo la zona di massi.
Massi!
Potevano forse essere una soluzione.
Il battito del cuore della corvonero accelerò, come se quella soluzione avesse risvegliato in lei la speranza di poter uscire viva da quel posto: fece un respiro profondo, nel contempo alzando la bacchetta verso uno dei massi a terra.
Doveva farcela.

- Oppugno saxum! -
Pronunciò la formula cercando di concentrarsi il più possibile, nel frattempo mosse la bacchetta dal masso in direzione di uno dei mostri, quello al quale la Tassorosso aveva reciso parte dell'arto. Voleva vederlo ritornare terra e polvere.
Li voleva vedere tutti tornare quello che erano stati inizialmente: la situazione di pericolo cominciava ad essere insopportabile, l'ansia che causava troppa.
Se non di affrettava ad uscire da lì prima o poi sarebbe crollata psicologicamente: conosceva perfettamente le sue debolezze.


 
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Just;
view post Posted on 30/1/2013, 22:46






Thetime6_zpsaed3910f

Cadeva. Le ombre lo cullavano, lo attorniavano conciliando il suo sonno, cantavano canti antichi tali da cucirgli le palpebre, mentre un alone di nebbia gli invadeva la visuale, e la mente si lasciava inebriare dal dolce sonno dei vinti. Qualcuno si stava avvicinando, la sua sagoma confusa era a malapena distinguibile nel vortice di colori che la Realtà era diventata. Mya? Non emanava più la luce radiosa che la pervadeva ogni volta. Il Dolore e la Disperazione avevano soffocato anche quel piccolo sole, con tutta la luce che poteva sprigionare, mentre tentacoli di tenebra si avviluppavano al mondo che conosceva. Qualcuno chiamava il suo nome. Non seppe più dire chi fosse, né quale fosse il nome. Cadeva verso il fondo, lentamente; tutto si era fatto calmo e pacato, le sensazioni giungevano lente, come sospinte da placide onde.

Lui sprofondava, continuava a sprofondare in un mare buio. Il tocco di lei, ancora per la realtà, fu niente più che un formicolio sotto al mento. Il calore era sparito.
Tutto si offuscava. Lentamente.

*...Mya...*






Era tutto qui, quello che bisognava fare? Perso ogni legame con il mondo Reale, il suo essere scivolava lentamente nell'oblio, da solo, come se tutto il Tempo esistito fino a quel momento fosse servito solo a portarlo a quello. Non doveva nemmeno faticare, e se anche avesse voluto risalire, non ce l'avrebbe fatta: le catene, era chiaro, lo trascinavano giù, molto più giù, ad una profondità nella quale mai aveva creduto. E tuttavia, era piacevole.
Oh, come erano semplici le cose!
Aveva la risposta alla domanda che l'aveva da sempre assillato. Sempre si era chiesto quale fosse il suo Destino, millantando gesta gloriose, la capacità di cambiare il mondo conosciuto... tutte fandonie, storie di giullare. La vera strada non era avanti, né tantomeno in Alto!
Bisognava scendere.
E ancora scendere.
E ancora.
E ad ogni passo era più semplice! Anzi, no: non esistevano passi. Era l'Abisso stesso a trascinarlo giù, desiderandolo. L'Abisso lo amava, lo carezzava, come una madre premurosa, lo stringeva a sé e lo proteggeva. Chi mai avrebbe potuto ferirlo, ora che era laggiù? E, anche se nella solitudine, le ombre che lo coccolavano erano tutto ciò di cui aveva bisogno. Non era più necessario preoccuparsi degli altri, se gli altri non esistevano. Che senso aveva cercare l'Amore, l'Amicizia, in un mondo dove esse non valgono nulla? Sorrise.

Addio, terre lontane, addio. E addio Cielo superbo e infame, che ti ergi sopra alle teste degli uomini con quel tuo fare prezioso e divino, come se recassi gioie infinite e infiniti tesori. No! Dolori e Pene, e ferite, e sangue a chi osa solcarti, o solo provare a raggiungerti. E infinite delusioni, e amarezza, per coloro che per grazia divina non hanno ali, o il coraggio di Volare.
Tu, lassù, sopra, un miraggio più che una Realtà. Una schifosa illusione, una chimera, un arcobaleno da inseguire per l'eternità, solo per poi dirsi che non valeva la pena.
Ah! Io me ne vado.
Sprofondo, si. Le convenzioni, le convenzioni dell'uomo, l'astrusa idea che l'obbiettivo fosse andare più in Alto possibile.
Ah!
Che sciocchi, che - Ah! - che...


...




...




...




Thorn2_zpsa41b99d7







*...che diavolo...*





"Cough..."

Che.
"...cough, cough..."

Diavolo.
"...cough..."
Stava.
"..."
Combinando.


Posò un pugno per terra, e divincolò il viso dalla mano di Mya, cercando di aprire gli occhi. Sapeva cosa avrebbero visto, e cosa avrebbe visto Lei, ma il solo tenerli chiusi gli dava il voltastomaco. La testa gli girava. Ancora.
Si fece forza per cercare di focalizzare l'immagine che gli danzava davanti alle pupille verticali, gettò anche l'altro palmo a terra, si alzò in ginocchio, tossì di nuovo. Come aveva potuto anche solo pensare di... e farsi vedere in quelle condizioni... Tentò di umettarsi le labbra aride con la lingua, ma il tocco che avvertì su di esse fu talmente fine e ruvido da spaventarlo. Oh, la trasformazione stava andando alla grande. Anche troppo. "...huh... huh... ... ... scusa..."
Voleva sputare. Ma non lo fece. Invece, provò di nuovo ad alzarsi, facendo forza sulle braccia cadenti e provando a puntare i piedi. Dopo il secondo tentativo miseramente fallito, guardò amaramente a Mya, tenendo il viso basso, e si appoggiò al suo braccio. Era ancora instabile, l'immagine davanti ai suoi occhi si era fatta ancora più confusa, e sembrava sul punto di cadere da un momento all'altro.
Ma era in piedi.




"Sprofondava. Ancora, e ancora. Nell'abisso. E non v'era fine. Solo lui, e quella strana melodia che lo attirava al fondo; e le catene, ancorate a chissà quale massa oscura che se lo trascinava dietro, a peso morto. Quando, all'improvviso, era successo lo straordinario. Una luce si era aperta nell'ombra, una candela nel mare dell'ombra.
Improvvisamente, aveva pensato.
E aveva sentito chiaramente le catene spezzarsi ai suoi polsi, andare in frantumi come carta. E aveva visto il mostro che lo trascinava, il grande Oblio, andarsene senza di lui.
A fondo.
Ora era immobile. In profondità, ma immobile. Non saliva, e non scendeva, benché percepisse chiaramente che avrebbe potuto muoversi semplicemente volendolo. Ora, pensava. A chi pensava, era concessa la scelta, mentre gli altri si facevano trascinare da forze più grandi di loro. Ma non era il caso di buttarsi in scelte affrettate. Sopra di lui, lo sapeva, c'era la luce. C'era la terraferma, e ancora, il Cielo. Il Cielo doloroso, con i suoi venti e le sue cadute, e uragani e nuvole, e notti infinite e infiniti splendidi soli. E ali strappate, e scheletri, e cuori che battevano, e sudore, e canti e urla, sopravvivere e vivere. Cadere, e rialzarsi. Questo era il Cielo.
E poi c'era l'Abisso, dall'altro lato. Era calda oscurità, odor di Nulla, oblio eterno ed eterno riposo. Assopirsi cullati dalle onde, esser trascinati per sempre senza dover alzare un dito. Piacevole inconsapevolezza.
Ecco: il Cielo era consapevolezza. L'Abisso, era l'inconsapevolezza.
Non poteva trovare paragone migliore, si era detto, voltandosi e cominciando a nuotare verso la superficie. E non c'era un perché. Anzi, la sua risalita verso l'alto, verso l'eterna sofferenza del Cielo, era dovuta proprio a una mancanza di motivazione.
Motivazione che, certamente, non avrebbe trovato nella nullafacenza dell'Abisso. Voleva essere lui, incatenato o meno, a trascinare il suo Destino."




...





Era in piedi, si. Instabile, pronto a cadere, e rialzarsi. Ma in piedi. E nel mondo del Cielo, fuori dall'Abisso. Tossì di nuovo, aspettò di riuscire a vederci meglio, si staccò da Mya. Si sentiva prosciugato, completamente svuotato. Debole. Non solo fisicamente: con quell'attacco, aveva provato i propri limiti. E dimostrato che erano assurdamente vicini. Ma dopotutto, era stato lui... "Mya" ...era stato lui a fissare quello stesso limite. "...ora sconfiggerò queste bestie..." La Volontà umana non conosceva limiti. Come il Cielo, che si estendeva all'infinito. E difatti, Volontà e Cielo erano fatti l'uno per l'altra: più si andava avanti, più si volava, più si scopriva di più di entrambi. Si scopriva che c'era un infinito Cielo, e un'infinita Volontà. Persino lui lo capiva, questo. "...e poi ce ne andremo." Cercò di sorridere.
Come sempre. Avrebbe sorriso, e sarebbe andato avanti. A inseguire coloro che volavano, a incatenare al suolo i loro ostacoli, affinché ci volassero sopra. Si, era questa la sua Strada. Si chinò a raccogliere la bacchetta, si alzò tremando, la puntò alla propria testa.

*Magicus Extremus*

Oh, si, avrebbe avuto bisogno di molta, molta magia. Molta più di quanto un viscido rettile avrebbe mai potuto avere. Era giunto a una nuova risoluzione.
Era tempo che la lucertola facesse la muta.
C'era bisogno di Volare, per non cadere nell'Abisso.


 
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view post Posted on 31/1/2013, 19:29
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Con gli occhi ancora fissi al compagno, Mya continuò a tenerlo sotto osservazione, accertandosi delle sue condizioni. Stava cercando di capire fino quanto il suo istinto l'avesse portata vicina alla verità. O al suo opposto.
Eppure i segni erano lì, davanti ai suoi occhi, non poteva negarli. Il ragazzo sembrò ascoltare il suo messaggio e piano si risollevò. Mya lo tenne per un braccio ma avvertì gli spasmi dei muscoli, e i sussulti continui del corpo. Non stava bene, non aveva le forze necessarie a rialzarsi. Eppure lo fece.
Random era di nuovo in piedi, barcollante ma deciso come prima, più di prima. Come se quella debolezza non avesse fatto altro che rinverdire la sua determinazione, anzichè distruggerla. E la ragazza gli si affiancò porgendogli il suo braccio come sostegno, nel caso avesse avvertito un nuovo mancamento.
- Lo faremo insieme Random - gli disse guardandolo di sfuggita senza incrociare il suo sguardo, per timore di offenderlo in quella sua forma. Sapeva quanta intimità ci fosse in un segreto simile. Sollevò la bacchetta e la direzionò verso i cumuli di mostri e radici, facendola scorrere da destra verso sinistra.
- Ma non saremo di certo noi ad andarcene! - gridò, perchè anche gli altri ragazzi all'interno sentissero le sue parole, e trovassero il coraggio di osservare fino alla fine. Il potere che scaturiva dalla volontà, e dalla collaborazione, dalla mente che abbatteva i nemici e dal sangue che scioglieva le paure.
Magia o non magia, in alcuni esseri umani nasceva una fiamma eterna. C'era chi la rifuggiva e preferiva la codardia e la tranquillità di una vita, e chi invece dava il proprio corpo perchè la fiamma fosse sempre accesa.
E loro stavano ardendo, lo sentiva.
- Saranno loro a lasciarci, Hogwarts ci appartiene... -
Un sorriso a tratti malefico le affiorò in viso, mentre le inquadrava nella loro totalità. Poteva farcela? Domanda inutile dal momento che Doveva farlo. Ora ciò che importava era farlo al massimo delle sue possibilità, anche avesse dovuto lasciarci metà del suo flusso magico.
L'idea di base era semplice, l'attuazione un po' meno, dato che ancora non aveva compreso appieno la natura delle creature. Ma confidava nel fatto che fossero solo burattini, come aveva ipotizzato poco prima, e che da rocce sarebbero presto diventate polveri. O ceneri.
- Random, cercherò di renderti il lavoro più semplice,ma tu...non risparmiarti! -
Sapeva che il compagno non avrebbe deluso le sue aspettative, non l'aveva fatto fino a quel momento. E quella foresta intricata di rami e radici ne era la prova. E proprio osservando quello spettacolo della natura, così selvaggia e potente, aveva avuto l'idea. E nella sua testa si erano andate formando le chiare immagini di tanti tronchi, sbozzati rozzamente, come martoriati dall'accetta sbeccata di un boscaiolo. E ancora rami divelti, come braccia che disperatamente puntavano al cielo, alla libertà. E ancora radici, e nodi nelle cortecce, e tagli obliqui. Vedeva tutto.
La bacchetta disegnò un cerchio nell'aria, in senso orario, cercando di raccogliere al suo interno la maggior parte di quelle creature. Poi scattò rapida verso le radici evocate dal compagno, ma la bacchetta puntò al corpo che esse tenevano imprigionate.
- Lignum!! -
E ancora, e ancora. Verso ogni creatura che avrebbe trovato nel suo campo visivo, fino a che non avesse finito tutta l'energia o la voce, ogni volta che avrebbe evocato l'incanto. Una trasfigurazione, il genere di incanti che preferiva. Toglieva l'essenza, l'identità ad un oggetto e la rendeva ciò che più le gradiva al momento, come fosse un capriccio. Erano incantesimi che richiedevano una grande concentrazione, e ancor più determinazione, per piegare i fattori al suo volere.
E lei voleva vederli fragili, delicati, pronti a rompersi sotto il tocco di un potente colpo.
Oppure a bruciare, come nel peggiore degli inferni.

 
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view post Posted on 3/2/2013, 12:34
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Adepto di Lord Voldemort

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"Il modo in cui lo spirito è unito al corpo non può essere compreso dall'uomo, e tuttavia in questa unione consiste l'uomo."

Ciò che non si aspetta da situazione terribile e cruenta, è il ritrovare il vero senso di vita e scelta.
Il trascorrere quieto e pacifico del Tempo, talvolta diviene nemico del valore e dell'essenza dell'essere. I buoni propositi di affetto, stima, correttezza, verità, vengono velati da una nebbia fitta e subdola chiamata indifferenza.
Non è facile ricordare la bellezza dell'unione, della solidarietà, della fiducia. Si tratta di sentimenti tanto belli quanto sfuggenti.
Ma la difficoltà, il pericolo, la paura fanno ritrovare quei sentimenti e ridonano splendore a quella bellezza.

Gli eventi assistevano a prodigioso miracolo: gli studenti, sollecitati dalla speranza di poter sopravvivere a tanto Male ed a tale violenza, reagivano.
Stanchi, incerti, sopraffatti da tanta assurda cattiveria, riuscivano comunque a compiere giuste scelte, combattendo fino alla Fine per la libertà e per l'Amore.

Una giovane studentessa Corvonero, beffandosi di età e lecita ingenuità, colpiva uno dei nemici, ancora serrato tra le radici evocate dal valoroso Tassorosso.
Un masso di medie dimensioni lo sovrastava e lo sgretolava miseramente proprio nell'attimo in cui la creatura gretta e aggressiva riprendeva miracolosamente vita.

Il momento di quiete ed inerzia sembrava essere giunto al termine. I Mostri vivevano ancora. Ma imprigionati nella diabolica morsa della stessa Natura, si dimenavano senza riuscire a trovar spazio e via d'uscita.
Cosa era accaduto? Cosa stava accadendo?
Come moto circolare uniforme, infinito, mai placato, sembrava ripresentarsi il pericolo e la guerra.
Perchè?
Cosa era cambiato dall'attimo precedente?
Il Fato crudele e beffardo si era preso gioco di tutti. Ed ora rideva e sorrideva...
Non era fnita. Dovevano combattere.

E proprio in quel medesimo istante, due concasati mostravano la bellezza dell'amicizia e dell'affetto. Insieme avrebbero potuto fare tutto...Anche vincere la guerra.
Fatica, dolore, pensieri d'amore rivolti altrove nulla potevano dinanzi al sincero desiderio di essere insieme vincitori. Due incantesimi castati con un unico scopo. Due diverse azioni destinate a compiere unico prodigio.
La studentessa Tassorosso evocava con successo incanto di trasfigurazione semplice ma articolato, comune ma tutt'altro che innocuo.
Uno ad uno i mostri assumevano essenza lignea. Sempre figli di natura, divenivano benchè non immobili, più simili a tronchi di secco arbusto.
Nel contempo il giovane combattente, usufruendo di quella volontà capace di sopperire alla debolezza fisica, potenziava il proprio potere magico attraverso incantesimo astuto.
L'incanto era giunto a buon fine?
Non era ancora il momento di scoprirlo...
Nle frattempo in lontananza, come abile tentazione per la fanciulla Tssorosso, un rumore emergeva...Fumo dovuto ad esplosione o cedimento del lontano ponte di legno rievocavano quell'amore capace di chiamare la ragazza a sè...
Lui dov'era?
Aveva bisogno di lei?


La data del prossimo masteraggio è fissata per venerdì 8 febbraio: se per allora non avrete postato, i vostri pg verranno trattati come png e mossi di conseguenza, a meno che non abbiate avvisato il Master (me) tramite mp. Cercate, in ogni caso, di essere puntuali, la regolarità dei turni giocherà un ruolo fondamentale.



Golem al quale era stata recisa parte del braccio. A seguito dell’incanto evocato da Mya, cade e subisce parziale sgretolamento. Colpito dal Vermilius si sgretola ancora. Stretto dai rami di pianta evocata da Random, giace non più inerme. Si dimena ma il grande masso evocato da Jane lo raggiunge e lo schiaccia sgretolandolo fatalmente.
Pc: 0
Equilibrium: 0
Ripresa: 0%

Golem travolto involontariamente dal “compagno” precedentemente a seguito dell’everte statim di Mya. Colpito dal Vermilius si sgretola ancora. Stretto dai rami di pianta evocata da Random, giace non più inerme. La sua essenza ora è lignea.
Pc: ?
Equilibrium: ?
Ripresa: 0%

6 Golem: Stretti dai rami di pianta evocata da Random, giacciono costretti dai rami. Ora hanno essenza del legno ma sono ancora vivi e si dimenano.
Pc: ?
Equilibrium: ?
Ripresa: 0%


Jane Read:
Punti Salute: 90/110 (-20 ps)
Puinti Corpo: 51/60 (-9 pc)
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 9.5

Random Crowell. Il dispendio di energia e l'utilizzo di potente magia, lo spossano. Il Magicus Extremus potrebbe avere funzionato come no...
Punti Salute = 68/178
Punti Corpo = 95
Punti Mana = 187
Punti Esperienza: 41.5


Niko Domenic :
Punti Salute: 116
Punti Corpo: 66
Punti Mana: 66
Punti Esperienza : 17.5


Mya Lockhart
Punti Salute: 162/162
Punti Corpo: 120
Punti Mana: 122
Punti Esperienza = 37
 
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view post Posted on 8/2/2013, 13:41
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ravenclaw

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Era stanco.
Non lo era solo lui,lo erano tutti in quel momento.
La lotta contro quegli strani e immondi esseri,si stava protraendo nel tempo,
e loro di tempo non ne avevano.
Tutti gli esseri giacevano a terra,qualcuno ormai completamente inerme,lento nel suo tornare alla terra da cui,forse,era nato,mentre qualcuno ancora si dimenava.
A Niko però non interessava,voleva andare via da lì,uscire da quello spazio angusto,dove l' odore della lotta ormai aveva impregnato ogni centimetro della zona.
Cercava con lo sguardo gli altri compagni,trovando Jane,Mya e Random,quest'ultimo particolarmente provato dai proprio ultimi attacchi.
La magia era potente,ma non concedeva nulla.
Nemmeno loro potevano permettersi di concedere chissà cosa agli avversari e a se stessi,perchè in quella lotta che sembrava giunta direttamente dall' inferno,c'erano anche loro,con le loro vite,i loro desideri e i loro dubbi.
Si guardò intorno,sembrava andasse tutto a rallentatore.
Dov'era finito il regista della loro vita? Si era preso una pausa pranzo lasciandoli lì in quel casino? Mollati per uno stupido panino.
Quella tempesta,abbattuta sulle solide mura di Hogwarts e della loro vita rischiava di spazzare via tante cose.
Tante cose tipo ?
Le amicizie,i rapporti di fiducia,le scaramucce,gli amori.
Già chissà dov'era Emy,Niko non aveva avuto più sue notizie da tempo,troppo tempo.
Non era riuscito a parlarci il giorno prima di questa follia,poichè era successo tutto così in fretta e la sicurezza era stata triplicata e non uno spillo sarebbe passato.
Gli mancava.
Niente da nascondere,scampato un primo momento di pericolo,ora si chiedeva fosse fosse e soprattutto come stesse.
Una folata di vento,sembrò portargli parole all' orecchio,in cuor suo sperava fossero di speranza.
Lanciò una occhiata agli esseri per terra...
perchè rimanere ancora lì ?
- Ma se ci smuovessimo da qui ?-
disse,cercando di condividere il suo pensiero con il resto della sua compagnia,
anche per riuscire meglio a capire come muoversi da lì in poi.
 
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view post Posted on 8/2/2013, 14:23
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Quando Mya ebbe la certezza che il suo incanto avesse raggiunto ogni essere immondo su quel piazzale, sciolse la magia ed osservò il compimento dell'opera.
Ogni mostro di pietra aveva mutato la propria essenza e si era tramutato in morbido e sinuoso legno, rinnegando la primaria materia che il loro "padrone" aveva scelto per loro. Mya rilassò il braccio, scoprendo quanto fossero tesi e doloranti i muscoli e la nervatura. Anche il flusso magico si era andato affievolendo, dopo gli attacchi consecutivi a cui aveva costretto il suo corpo. Prese un profondo respiro e lasciò scivolare la bacchetta al fianco, voltandosi verso il compagno e facendogli un cenno col capo.
- Sono tutti tuoi! - gli comunicò con un debole sorriso, sperando di non chiedergli troppo. Non sembrava ancora del tutto ristabilito, anzi il crollo sembrava sempre più imminente. Ma la luce che aveva negli occhi non ammetteva repliche, lui sapeva e poteva porre fine a tutto quello, e di certo non si sarebbe tirato indietro con facilità. Lo ammirava in quello. La tenacia, la forza e la Volontà, erano valori assoluti.

Ma mentre si voltava per ammirare il sopraggiungere della morte e del saluto ultimo agli Ospiti sgraditi, un forte scoppio pervase l'aria. Il sangue si gelò lungo tutto il corpo della ragazza, gli occhi si sbarrarono e i piedi cercarono stabilità sul terreno.
Un suono lontano, come di legno spezzato selvaggiamente, distrutto con una potenza inaudita. Di scatto la ragazza sollevò lo sguardo oltre il muro di cinta del cortile della torre, là dove sembrava provenire il rumore dello scianto. E rabbrividì.
Proprio frontale a loro si alzava un'alta colonna di fumo nero, in corrispondenza di quello che la sua mente identificò come la posizione del ponte sospeso.

*No!*

La mente si offuscò e il corpo venne scosso da brividi, prima che un fuoco impetuoso venisse ad abitare le sue carni. Stava per esplodere, lo sentiva. Voleva gridare ma la voce, scoprì non appartenerle più. Il fiume di sentimenti in piena la travolse facendole dimenticare dove fosse e con chi fosse, quale fosse il suo ruolo e quale fosse il suo dovere. Non vedeva altro che quel muro di cinta di pietra che segnava il suo confine, la sua prigione. E oltre ad esso c'era la Vita.
La Sua.
Senza nulla aggiungere scattò in avanti, non avvertendo nemmeno più gli sguardi preoccupati di chi la guardava. Non aveva tempo di valutare il rischio di quello che stava facendo, nè probabilmente, ne aveva più la coscienza. Con il piede sinistro a terra si diede una spinta, lanciandosi senza ripensamenti sul cumulo di alberi e mostri. Il piede destro reagì al contatto e sospinse nuovamente il corpo in alto, permettendole di risalire velocemente l'ostacolo, per poi lanciarsi sul lato opposto. Non importava come avrebbe raggiunto il versante opposto, o la porta d'uscita. L'avrebbe distrutta, e probabilmente avrebbe distrutto persino se stessa, strappandosi di dosso quella forma umana tanto pesante. E lasciando che il falco prendesse il volo, senza ripensamenti.
Senza dubbi.
Senza più nulla da perdere.


 
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Just;
view post Posted on 10/2/2013, 16:59





"...non risparmiarti!"



Avrebbe voluto, come altre volte, sorridere. Sorridere e dire di non preoccuparsi, che ne sarebbero usciti. Che poteva contare su di lui, come sempre, come le aveva promesso. Rimase nell'incertezza, però, chiedendosi se la parentesi amara apertasi sul suo viso si potesse effettivamente chiamare "sorriso". Alzò debolmente dinanzi a se la bacchetta e si staccò dalla spalla della ragazza, cercando di ritrovare una seppur momentanea stabilità. Legno? Si, ci si poteva far qualcosa. Un bel falò, quantomeno. Il problema era non bruciarsi. "Sono tutti tuoi." Digrignò i denti. Sentiva la Lucertola più presente che mai, come un fuoco che gli bruciava animo e ragione per venire fuori. Un incendio, anzi, un vero e proprio incendio nelle profondità della sua anima. Sentì i denti scricchiolare sinistramente nella sua morsa, ma non provò dolore. Udì, lontano, il suono di un'esplosione, senza sentirlo veramente. No, tutto stava andando bruciato, consumato, eliminato nel fuoco che gli bruciava dentro. Quando vide Mya chinarsi, come pronta a saltare, e il suo corpo improvvisamente rimpicciolirsi e piumarsi, lasciò allo stupore solo un attimo. Quindi anche lei...? Si pose quasi istintivamente dinanzi alla sua metamorfosi, schermandola dagli sguardi dei loro compagni. Ancora si sentiva bruciare.



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E perché tenerlo sopito, quel fuoco?
















"Contaci."



Sentì la pelle del viso incresparsi, come se centinaia di rughe vi stessero affiorando magicamente. Le scaglie... L'incendio lo stava divorando alla svelta. Tutto si trasformava in una terribile corsa, una gara di velocità; più che contro le fiamme, dalle quali non poteva scappare, contro il Tempo stesso. "Ma se ci muovessimo di qui?" Sentì la voce di uno degli studenti provenire dalle sue spalle. Muoversi... già, dovevano muoversi. Peccato che non aveva la più pallida idea di cosa volesse fare Mya, e non poteva certamente permettere che la vedessero in quello stato. Guardò alle creature, ormai totalmente immobilizzate. "Bruciatele." Stentò egli stesso a riconoscere la propria voce, sebbene fosse abbastanza sicuro di essere già giunto altre volte a quello stadio ibrido. Vero era che in quelle condizioni di solito non parlava. La bacchetta si mosse verso i golem più lontani, alla sua destra, mentre le fiamme dal cuore passavano al braccio, e poi, alla stessa stecca di legno. Se poteva consumare anima e corpo, il tutto solo per garantire la salvezza a Mya e a quei ragazzini... "Poi, cominciate a correre." Se avessero imboccato subito il ponte evitando le fiamme, si sarebbero salvati tranquillamente. Forse.
*Multipla Lacarnum Inflamare.*
La bacchetta andò a puntare via via i vari corpi immobilizzati, dove avrebbero dovuto spuntare le fiamme blu. Doveva solo sperare che le fiamme bastassero a distrarre i giovani dalla metamorfosi di Mya. E che i golem iniziassero a bruciare prima delle catene erbacee. E prima che la Lucertola bruciasse la sua Coscienza.









"Se basta che dia la mia vita in pasto alle fiamme per sconfiggere questo tizio, me ne viene tanto di quel resto che non so cosa farmene."

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view post Posted on 10/2/2013, 17:43
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Adepto di Lord Voldemort

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"L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità."

La strada da percorrere sembrava già esser stata segnata ancor prima che tutto avvenisse...Che Tutto nascesse.
Benchè il crudele Fato li avesse tenuti separati, il Destino li avrebbe presto uniti. La giovane Tassorosso ed il ragazzo che Ella amava si sarebbero nuovamente incontrati...
Forse...

Tutto poteva avere una ragione: la Ragione della Casualità.
Era necessario un atto di comprensione, una sorta di speciale purificazione per comprendere l'essenza del vero sentimento e per pendere tra le mani, saldamente e con certezza, le fila del proprio Essere.
Per quanto violenza e crudeltà fossero state protagoniste di quanto accaduto, la difficoltà aveva fornito occasione speciale, unica per comprender sè stessi più di quanto sarebbe stato possibile...
Più di quanto si avrebbe potuto desiderare.

Due giovani Studenti Corvonero avevano conosciuto solidarietà ed astuzia: si erano misurati con prova decisamente terribile e difficoltosa e ne erano usciti quasi illesi, dimostrando di esser degni di avere partecipato a crudele guerra.
Valore, onore, solidarietà erano stati il loro cuore pulsante. E se eran sopravvissuti era grazie a sè stessi ed al compatto gruppo di resistenza creatosi.

D'altro canto, due concasati Tassorosso avevano consolidato sincero affetto ed amicizia, fiducia e reciproca lealtà a tal punto da divenire discriminanti fondamentali per l'esito della battaglia. Lui sacrificava forze ed energia per lei...Lei rimandava un viaggio necessario e tanto desiderato verso colui per il quale il cuore pulsava con tanto ardore per essere aiuto ed ausilio del giovane Tassorosso.

Il Destino li aveva spogliati di segreti e misteri: essi si mostravano in egual misura quali erano veramente.
Creature in connubo con Natura e Bellezza, i combattenti non esitavano a palesare le proprie capacità e la propria essenza, simbolo di libertà e consapevolezza di sè stessi.
La giovane studentessa Tassorosso, evocato incanto efficace volto a tramutar microscopica struttura delle creature in lignea essenza, certa dell'azione presto compiuta dal compagno di avventura, portava a termine la propria missione, pronta a darne inizio ad una nuova...

La Battaglia non era finita...Non per lei...
Altra Guerra la attendeva...Forse la più difficile.
Il cuore la chiamava là...Oltre il Ponte di legno, verso colui che era diventato ragione e sentimento...

Il giovane Tassorosso, figlio di Terra e Cielo, Creatura dell'aria e delle più alte alure, vittorioso come nessun altro, si apprestava a compiere incanto per porre fine alla Sua Battaglia, alla Sua personale scoperta di sè stesso.
Evocato l'incanto Lacarnum Inflamare, egli incideva la Parola Fine a tanto, delirante, roccioso, Male.
I Mostri che si dimenavano ancora, come prede in trappola, stridevano e bruciavano sino a diventar nient'altro che polvere e cenere...
Le fiamme ed il sapore di vittoria avevano distratto gli occhi di tutti gli studenti: nessuno aveva visto l'agile falco allontanarsi...Nessuno aveva notato la "sparizione" della studentessa Tassorosso...

Quasi tutti si eran salvati. Gli studenti erano usciti dal Castello e potevano ora dirigersi, con cautela, verso la salvezza, attendendo momento idoneo per sortir da Hogwarts.
Il pericolo che altri nemici si avvicinassero era reale, ma poco plausibile.
Tutta Hogwarts era assediata ma al contempo difesa dai valorosi Studenti, dai Docenti, dagli Auror, dai Ministeriali.
Ce l'avrebbero fatta...Hogwarts apparteneva alla Magia...Hogwarts apparteneva agli studenti.



;i complimento con Voi. Siam prossimi alla Chiusura. Siete stati bravi, astuti e presenti. Vi ringrazio per la partecipazione. Effettuate post ove descrivete Vostra meta e Direzione. Attenzione alla Scelta! Potreste incontrare altri nemici.
La Data del Prossimo Masteraggio è fissata a venerdì 15 Febbraio.



Golem: Bruciano e diventano cenere e polvere.
Pc: 0
Equilibrium: 0
Ripresa: 0%

Jane Read:
Punti Salute: 90/110 (-20 ps)
Puinti Corpo: 51/60 (-9 pc)
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 9.5

Random Crowell
Punti Salute = 68/178
Punti Corpo = 95
Punti Mana = 187
Punti Esperienza: 41.5


Niko Domenic
Punti Salute: 116
Punti Corpo: 66
Punti Mana: 66
Punti Esperienza : 17.5


Mya Lockhart: lascia il campo di Battaglia in volo e si dirige verso altra sede di Battaglia.
Punti Salute: 162/162
Punti Corpo: 120
Punti Mana: 122
Punti Esperienza = 37
 
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view post Posted on 14/2/2013, 01:29
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ravenclaw

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Era andata.
Tutto finito.C'era solo silenzio.
Si udivano solo il leggero crepitare delle piccole fiamme che prima,avevano avvolto gli immondi esseri,che bruscamente gli avevano ricordato che Hogwarts era sotto attacco e nessuno sarebbe stato al sicuro.
Alla fine ne erano usciti vincitori,ma si poteva parlare davvero di vincitori ?
Non era proprio la parola giusta secondo Niko.
Ora che tutto era fermo,poteva ricordarsi di quel ragazzo che aveva perso la vita,biondo,dei serpeverde se non ricordava male e che colpe aveva ? Nessuna.
Solo quella di essere poco esperto o semplicemente di essere nel post sbagliato al momento sbagliato.
Il mondo sembrava trattenere il fiato insieme a loro.
Adrenalina,tensione,paura,nervi e sensi tesi al massimo,ma che poi vanno a rilassarsi appena ci si rende conto che probabilmente non ci sarebbero stati ulteriori attacchi.
Un sospiro,lungo,liberatorio.
Dov'erano gli altri? Mya,Jane e Random?
Solo Mya mancava all' appello,dove diamine era?Ma soprattutto dove diamine era Emy?
- Jane ci sei?Va tutto bene ?..-
chiese,a un tono di voce più alto,senza che sfociasse nell' urlo,d'altra parte non poteva sapere se fossero davvero fuori pericolo.
Con qualche passo però intanto si portò vicino a Random,quella figura che conosceva solo di vista,ma che ora poteva dire di conoscere come una potenza della natura...
- ehy come va?-
chiese,essendogli ormai vicino.
Infondo avevano combattuto come una squadra e si sarebbero supportati anche nel dopo battaglia.Mollare la gente non era certo nello stile di Niko.
Eppure un pensiero ormai stava martellando il suo cervello,da parecchi minuti a questa parte.
Un dolce sorriso corvonero,a volte imbarazzato,ma bello nella sua semplicità.
Doveva cercare Emy,ma non aveva idea di dove fosse.
*Cavolo chiedilo,che ti costa...qualcuno lo saprà no?*
possibile che l' orgoglio mischiato a timidezza fosse ancora così forte dopo tutto quello che era successo? No,non poteva,c'erano cose che non attendevano.
- Qualcuno di voi sa dove era diretta Emy Black? Con quale gruppo fosse e dove fossero diretti ?-
ce l' aveva fatta.
Che stupido,avrebbe potuto chiederlo la mattina,la sera prima prima di andare a letto,al tavolo in Sala Grande,al momento dell' annuncio dell' evacuazione.
Che stupido.




ho editato,per una precisazione,ovvero che ho fatto chiedere a Niko qualcosa riguardo Emy,perchè lui non può di punto in bianco sapere dovè Emy (giusto? )
e quindi magari nel post successivo ricevere una dritta o accada qualcosa che lo porti sulla buona strada, per trovarla. Tutto qui :)


Edited by Niko Domenic - 17/2/2013, 13:22
 
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view post Posted on 17/2/2013, 18:56
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The North remembers. ♥

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JANE READ - CORVONERO


La corvonero osservò con lieve stupore il suo incanto andare a segno e distruggere uno dei mostri: stentava a crederci, ce l'aveva fatta!
Ma non era ancora giunto il momento di cantare vittoria. Erano rimasti molti altri mostri, che lentamente riprendevano vita tornando ad essere un pericolo.
Ce l'avrebbero mai fatta a distruggerli tutti? Erano troppi, era una battaglia senza fine.
La paura si insinuò nuovamente nel suo animo, bloccandole il respiro e facendo ricomparire il panico: come avrebbero fatto?
Lei era debole e inesperta, il Tassorosso era ancora a terra, debole, non poteva aspettarsi che il resto del gruppo riuscisse a porre fine al pericolo: non si trattava di sfiducia verso i compagni, ma semplice e puro panico che aveva distrutto ogni filo di speranza.
Ma ogni suo dubbio venne smentito dalle azioni dei due Tassorosso: un incanto di trasfigurazione castato alla perfezione dalla ragazza, seguito da un incantesimo del compagno che diede fuoco a tutto.
I mostri bruciavano, consumandosi e tornando polvere e cenere: la corvonero osservava l'incendio, mentre l'ansia scompariva lentamente lasciando posto ad un leggero sollievo, e una lacrima scendeva lungo la sua guancia.
Era finita, era davvero finita?
Stentava a crederci.
Si asciugò la lacrima solitaria, e spostò lo sguardo verso l'uscita del giardino: il ponte di legno, poco distante da loro, l'unica via d'uscita. O si dirigevano lì, o tornavano dentro il castello e provavano ad uscire dal portone principale - sperando, inutilmente, che non fosse bloccato dal qualche altro mostro.
La necessità di scappare stava cominciando ad essere così forte che le aveva quasi fatto dimenticare il momentaneo sollievo per lo scampato pericolo e la presenza di altre persone con lei.
Persone vive, e persone morte.
Mentre con lo sguardo provava a cercare i suoi compagni, le balzarono alla vista i cadaveri dei due studenti Serpeverde morti, e un fremito le scosse il corpo.
Era colpa sua.
Era stata lei a non salvare quel ragazzino biondo che giaceva a terra, dissanguato, insieme al suo compagno di casata. Sua, la colpa era solamente sua.
Avvertì improvvisamente su di sé il peso di quella colpa, e tutto sembrò diventare buio.
Quel ragazzo, del quale non conosceva nemmeno il nome, non sarebbe cresciuto. Non sarebbe tornato a casa dai suoi genitori, non si sarebbe innamorato, non avrebbe mai potuto costruirsi una famiglia. Non avrebbe più gioito, pianto, riso. Nulla.
E tutto per la sua incapacità.
Con quale coraggio Jane si sarebbe presentata di nuovo a scuola, sapendo che uno dei suoi compagni non c'era più per colpa sua? Come avrebbe fatto a camminare nei corridoi di Hogwarts, una volta finita tutta quella stupida storia del 'dio', sapendo che una persona era morta per causa sua? Come?
"- Jane ci sei?Va tutto bene ?..-"
La voce gentile di Niko la riscosse dai suoi pensieri: si voltò, e lo vide avvicinarsi al Tassorosso, ancora steso a terra. Si diresse verso di loro lentamente, mentre constatava che della ragazza Tassorosso non c'era traccia.
Che fosse già scappata verso l'esterno, senza attenderli?
Non poteva certamente biasimarla: erano in pericolo, ed era ovvio che pensasse a mettersi in salvo. Aveva già fatto moltissimo per gli altri distruggendo quei mostri insieme al suo concasato.
Quel concasato che Jane non conosceva se non vista, lo aveva incrociato giusto qualche volta nei corridoi di Hogwarts, ma mai avrebbe immaginato che potesse essere così potente: era un grande mago, non c'erano dubbi.
Mentre finalmente arrivava vicino ai due ragazzi, la corvonero udì la domanda di Niko: cercava Emy - una loro compagna di casata, se non si ricordava male.
Jane scosse la testa, dispiaciuta, mentre la domanda del concasato la fece riflettere.
In situazioni di pericolo si cercano le persone a cui si tiene di più, a cui si vuole bene, e Niko come ogni persona al mondo cercava qualcuno a cui sembrava essere affezionato, o quantomeno qualcuno che voleva avere accanto a sè.
E lei?
Sapeva che Jessica si trovava da qualche parte nel castello o nei suoi dintorni, insieme agli Auror che avevano il compito di proteggere la scuola: non poteva non essere preoccupata, ma era consapevole che andarla a cercare non avrebbe fatto che peggiorare la situazione. Non aveva visto la cugina dell'amica, Jane, né durante la colazione in Sala Grande né quando si erano ritrovati quasi tutti al piano terra una volta scoperto il fiasco delle Passaporte: anche il pensiero della Tassorosso in pericolo la preoccupava, ma per quanto le volesse bene sapeva che non era lei che avrebbe voluto andare a cercare.
Detestava ammetterlo, ma era un'altra la persona che in quel momento voleva trovare: una persona arrogante, egocentrica, presuntuosa e malfidata, ma che per qualche assurdo motivo Jane voleva trovare.
Lucas.
Sul fatto che il ragazzo fosse in pericolo aveva i suoi dubbi, conosceva fin troppo bene le sue capacità di mago per non sapere che avrebbe potuto uscire indenne da una lotta.
Ma se così non fosse stato?
Non aveva visto nemmeno lui quella mattina.
Dove si trovava in quel momento? Era vivo, era.. morto? In pericolo, o salvo?
Quando succede qualcosa di brutto è inevitabile pensare il peggio e non considerare lucidamente la questione.
Doveva uscire da quel cortile, o sarebbe impazzita.
L'ennesimo sguardo all'uscita, verso quell'arco di pietra rimasto illeso dalla battaglia e che conduceva al ponte sospeso: da lì sarebbero poi giunti al giardino, dove probabilmente si trovava la maggior parte del corpo studentesco in fuga.

- Che ne dite se ci dirigiamo verso l'esterno? Non credo che tornare dentro il castello sia una buona idea, - *anche perché dentro quel cunicolo non ci tornerò mai più!*, pensò preoccupata, - e l'unica via d'uscita che abbiamo è andare in giardino attraverso il ponte sospeso. Magari troviamo anche altri studenti, professori e Auror lì fuori. -
Non poteva essere sicura che in Giardino la situazione fosse migliore - anzi, cominciava a credere che fosse anche peggio - ma non potevano certo rimanere lì fermi ad attendere che qualcuno li venisse a prendere.
Era giunto il momento di andarsene.




Chiedo tremendamente scusa per il ritardo!
 
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view post Posted on 25/2/2013, 19:00
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Adepto di Lord Voldemort

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"La Fine, forse, è solo l'Inizio. Dipende da che punto di vista la si mira..."

Avanzare o arrestare la propria fuga? Questa era la decisione da prendere.
La direzione diveniva unico mezzo di salvezza o di rinnovato periglio.
Qualcuno, mentre i combattenti erano intenti a focalizzare la fine e la disfatta dei nemici, si era già allontanato per dirigersi laddove cuore e sentimento conducevano con tanto ardore.
Forte delle proprie possibilità e della propria natura, la fanciulla Tassorosso, spiccato il volo lasciava definitivamente il presente campo di battaglia.
Il Guerriero, figlio di Terra e Cielo, forse stremato, sin troppo esposto a dolore e sofferenza, fatica e combattimento, giaceva inerme, rinnovando quello status di profonda privazione di forze dovute ad un’esposizione eroica ai limiti dell’incoscienza nel corso della Guerra.
Se mai mente e desiderio avessero bramato la fuga o l’introduzione in nuova battaglia, non era dato saperlo: corpo e razionale debolezza fisica sceglievano per lui l’attesa e la sosta in quel luogo, ai piedi della torre dell’orologio, piccola area dalla quale mai erano riusciti a spostarsi nemmeno per duellare con le creature della Terra.
D’altro canto due concasati Corvonero, riponendo pensieri e sentimenti verso persone care, persino amate, erano combattuti sul da farsi, propensi non solo a fuggir da quel luogo di distruzione e di passata violenza, ma anche a raggiungere coloro che erano oggetto del loro palpitare.
Ed ecco riaffiorare i banali ma pur sempre meravigliosi sentimenti privi di effettiva razionalità.
Il giovane Corvonero chiedeva chi mai avesse potuto vedere la ragazza alla quale egli non riusciva a non pensare. D’altro canto la fanciulla concasata chiedeva di dirigersi verso il ponte di legno, laddove vi era forse battaglia ancora in atto, nella speranza di incontrare colui che ella voleva con sé…
Pensieri, riflessioni, supposizioni…
Eppure nessuno si decideva ad avanzare. Inerzia, paura, stanchezza, consapevolezza di avere già combattuto la propria guerra, erano forse unica certezza che li teneva ancorati lì, in quel suolo divenuto zona franca, area di pace.
E forse lì dovevano rimanere.
La cosa più sensata da fare era attendere.
Oppure no?
E all’improvviso, come aiutati o avvertiti dal Fato, un ennesimo boato proveniente dal ponte di legno non lasciava dubbio alcuno sulla decisione da prendere.
Un’esplosione di notevoli dimensioni aveva probabilmente abbattuto la via di passaggio verso la quale alcuni fanciulli volevano dirigersi.
Polvere, macerie, chiaro segno di guerra.
La via era chiusa. Quello scontro, come fosse interdetto e zona a loro vietata, sembrava fare di tutto per tenere lontani i giovani.
Era forse giunto il momento di accettare la propria quiete e di godere, per quanto possibile, degli attimi di respiro che il loro duellare ed il loro coraggio avevano conquistato valorosamente.
Le persone care, separate crudelmente dal Fato o dal Caso, dovevano attendere prima di potersi incontrare nuovamente.
L’avventura per il Guerriero Tassorosso ed i valorosi Corvonero sembrava terminare lì.
Riposo e guarigione li attendevano…Ammesso che tutti gli alleati riuscissero a risultare come loro vincitori…Altrimenti…Inermi avrebbero dovuto accettare Sconfitta e…Morte…
Molte erano le domande che attendevano risposta.
Chi fossero e cosa fossero i nemici era ancora faccenda ignota. Le ragioni dell’invasione quanto mai misteriose…Lo scopo della Guerra sconosciuto.
Nulla aveva senso, eppure…Ci sarebbe stato Tempo, forse, per dedicarsi a congetture e ricerche finalizzate alla conoscenza…
Ma questa sarebbe stata Altra Avventura…



Miei cari, questa prima parte di Evento per voi termina qui. Siete stati partecipi e presenti e sono molto soddisfatto. Presto riceverete le mie valutazioni, ma posso dirvi fin da subito che tutti vi siete ben comportati ed avete dimostrato entusiasmo ed interesse per l'evento.
Grazie.
Mi sono proprio divertito.
Dovrete recarvi poi in infermeria per curarvi ma lo farete quando questa prima parte di battaglia giungerà al termine.



Golem: Bruciano e diventano cenere e polvere.
Pc: 0
Equilibrium: 0
Ripresa: 0%

Jane Read:
Punti Salute: 90/110 (-20 ps)
Puinti Corpo: 51/60 (-9 pc)
Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 9.5

Random Crowell
Punti Salute = 68/178
Punti Corpo = 95
Punti Mana = 187
Punti Esperienza: 41.5


Niko Domenic
Punti Salute: 116
Punti Corpo: 66
Punti Mana: 66
Punti Esperienza : 17.5


Mya Lockhart: lascia il campo di Battaglia in volo e si dirige verso altra sede di Battaglia.
Punti Salute: 162/162
Punti Corpo: 120
Punti Mana: 122
Punti Esperienza = 37
 
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