'cause this is the life, per tutti e per nessuno

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view post Posted on 1/2/2013, 23:10
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Serpeverde
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Hogwarts, cara dolce casa, tanto amata e desiderata su quel lettino candido che sa di immobile. Nell'ultima parte di quell'anno, più o meno da marzo, tutto aveva deviato verso il disastro. Innanzitutto gli avvenimenti alla Scuola di Magia, noti a tutto il mondo magico. Gli studenti minorenni erano stati costretti ad evacuare il castello, il che comprende anche me. Che fine hanno fatto i tuoi piani di rimanere ad ogni costo, piccola Dorabell? Sfortunatamente sventati dal caro, vecchio Fato. Mi colpì improvvisamente uno strano male fisico, di cui ancora non si conoscono nè le cause nè l'identità, che aveva coinvolto anche la mia psicologia, rendendo cagionevole la mia salute. Avevo dovuto sopportare mesi di osservazione al San Mungo senza alcun risultato. Il male era stato sventato, questo è vero, ma molte domande erano ancora in attesa di una risposta. Tutto pare finito, o almeno sopito: è questo l'importante, giusto? O debbo avere il pensiero costante ed infelice che nulla durerà per sempre e che presto questa pace si tramuterà nuovamente in guerra? "Carpe Diem", si suol dire, cogli l'attimo. Immagino che questo voglia essere un consiglio. "Goditela finchè puoi, mia cara Dorabell! Spremi il tempo e fai gocciolare i secondi giù, giù per la tua gola arida". Dorabell, nome orribile. Non si poteva certo dire che i miei non avessero cattivo gusto. Infondo loro stessi erano di cattivo gusto. Che ti aspettavi, Dorabell? Scaccia via questi pensieri, piccola, non è questo l'argomento del giorno. Il punto è che in quel momento ero lì, davanti al grande portone in legno robusto, protettivo. Indecisa se entrare o meno? No, questo mai. Non ero rimasta per tutto quel tempo su un lettino d'ospedale per permettermi una qualsiasi esitazione. Passi veloci, grandi falcate, eleganti per quanto potesse permetterle la giovane età. Il dormitorio era la mia teorica meta. Valigia in mano, il gattino color pece che gironzolava allegramente, evidentemente eccitato, probabilmente più di me. Anzi, no, non poteva essere più elettrizzato di me medesima. La differenza era che lui era esuberante fisicamente, io unicamente nel mio bel cervello. Certo, non potevo impedire che quell'enorme sorriso sparisse dalle mie labbra, ma dopotutto perchè avrei dovuto? Perchè dovevo sempre trattenermi? Ero stanca di seguire quella stupida e rigida educazione che mi era stata imposta. Ora potevo, dovevo, ma specialmente volevo fare ciò che più mi aggradava, senza ostacoli o limiti. Beh, forse una restrizione esisteva. Non sarebbe stato carino distruggere la scuola.


Edited by deadoralive - 1/2/2013, 23:47
 
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