Che strano contrasto può esserci tra il bianco candido, simbolo di purezza, ed il nero, così simile alle ali di un corvo, segno inequivocabile di cattivi presagi. La notte prima aveva nevicato abbondantemente nei dintorni di Hogwarts, e la neve si era posata leggera sui tetti del vicino villaggio di Hogsmeade. Lucas aveva deciso di abbandonare le vie affollate della scuola quel giorno, per camminare un po’ liberamente nelle viuzze del villaggio. Il mantello, ben chiuso vicino alla gola lo copriva uniformemente.
Il villaggio era ricco di studentelli che, probabilmente alla loro prima visita, correvano di qua e di là, alla ricerca di posti immaginati nella mente grazie ai racconti degli studenti più anziani, eppure non era passato molto tempo da quando Lucas era al suo primo anno di scuola, forse poco più di cinque anni, eppure quei ricordi sembravano svaniti, contrariamente ad altri che come una macchia di sangue erano rimasti indelebili nella sua mente. Giunto vicino un muretto, vi si adagiò, restando così immerso nei suoi pensieri. Quando una presenza attirò il suo sguardo. Un tantino scocciato, rapido sollevò il viso, una donna dall’aria più che familiare, continuava a camminare insistentemente per quelle vie, come se nulla incuriosisse la sua attenzione, aveva deciso di fermarsi all’interno del locale “testa di porco”.
La situazione si presentava piuttosto favorevole, Lucas aveva una missione da compiere per conto dell’Oscuro Signore, e la presenza di Camille intorno a lui, rappresentava un’occasione troppo ghiotta per essere ignorata dal ragazzo. Con una leggera spinta si allontanò dal muretto, per avvicinarsi di qualche passo al vecchio locale. Dling dlong. La figura che entra nel pub, passo malfermo e lento, sembra quasi essere stata dipinta dalla stessa mano tremolante che ha tratteggiato i contorni della locanda: vi si adatta alla perfezione, l'ennesimo pezzo di quel puzzle puzzolente. Il pastrano nero che gli cade sulle spalle ampie sfiora quasi terra, confondendosi con la sporcizia che lo circonda; quanto a ciò che vi sta dentro - un omaccione alto quasi due metri, calvo e con una barba da far invidia a Capitan Barbanera attira il suo sguardo- sembra essere non proprio del tutto in sé. Sarà la palpebra un po' calata, sarà la piega storta della bocca, sarà quel passo malfermo di cui dicevamo: insomma, sembra proprio sbronzo. Riflettendo su quella condizione, l'uomo svicola fra qualche tavolino con fatica, schiantandosi quindi su una sedia ad un tavolo in angolo: un crack sonoro che spezza l'atmosfera del pub. Appoggiando i gomiti sul legno, si prende la testa fra le mani, gemendo appena: sembra sbronzo.
Rialzando lo sguardo, Lucas scuote appena la testa, mentre una mano fruga in tasche oscure e recondite del soprabito. Un paio di rapide mosse ed eccolo avvicinarsi lentamente al tavolo della donna, finché i suoi occhi furono talmente vicini da non lasciare a Camille lo spazio per guardare altrove.
Gli piaceva giocare, specialmente se qualcuno gliene dava modo, e quella donna lo aveva sempre fatto con lui. Tese la mano, in attesa di un gesto che al Ministro non sarebbe certo sfuggito. Sapeva di essere bello, si certo che lo sapeva, ma ora era ben altro a cui ambiva, lui cercava la forza, il potere, e lo avrebbe ottenuto ad ogni costo.
- Buonasera! -
Disse mentre voltava il capo ad osservare nuovamente il volto incuriosito della donna, da sempre epicentro del suo interesse: l'atmosfera era rilassata, educata e silenziosa; tutto ciò di cui aveva bisogno in quel mentre il giovane dall'aspetto smagrito, diverso ed appena riconoscibile dagli amici. Da quanto non aveva l'occasione di interloquire con alcuni di loro, avendo piuttosto fatto nuovi ed interessanti incontri; che fosse giunto il momento di chiudere i ponti col passato in maniera definitiva, per la seconda volta nella sua vita?Sapeva che, con una persona, non era possibile, o forse si?. Senza aspettare un invito da parte della donna, il Corvonero non potè che sedersi e, lasciandosi avvolgere dall'atmosfera calda e familiare che lì vigeva, lasciò che un dolce alito di calura gli sfiorasse delicatamente la pelle esposta e non coperta dal vestiario che aveva indosso.