Una missione difficile (per non dire impossibile)

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view post Posted on 18/2/2013, 15:02
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Aveva trascorso quella giornata sganciandosi dalla solita routine.
La mattina si era recata al Ministero, aveva la scrivania piena di documenti che richiedevano un'attenta lettura e doveva assolutamente sfoltire il lavoro accumulato. Ma della calma che sperava di trovare neanche l'ombra. A parte quel problema dell'Arsenale a Nord che la inquietava, aveva ricevuto notizie dalla Delegazione Russa per un incontro urgente che, fortunatamente, era riuscita a deviare verso l'Ufficio nuovo di pacca della Hodrui, fresca di assunzione al Quinto Livello. Il funzionario della Squadra Anti-Mago Hugh Jackman era partito in missione già da una settimana e nessuno aveva avuto più sue notizie, il Quartier Generale Auror era stato allertato e quando Rhaegar si era presentato alla sua porta con un nuovo prototipo di ciambella aveva finto un appuntamento fuori dileguandosi in tre secondi netti, destinazione Hogsmeade.
Lì aveva camminato ed effettuato acquisti per il resto della giornata ed ora si trovava seduta ad un tavolo appartato della testa di Porco, dove avrebbe potuto studiarsi quei documenti in santa pace. Il locale era affollato, gli avventori festeggiavano la consueta "ora del thè" buttando giù boccali di Wisky come fossero noccioline.
Il malumore della mattina si era dissolto, complice anche un tempo uggioso in perfetto stile british, una delle poche cose che accomunavano l'Inghilterra alla Francia del Nord.
Non amava particolarmente gli altri locali di Hosmeade, la Testa di Porco si diceva che fosse un posto frequentato da gente losca, ma lei si era sempre trovata bene. Pochi studenti coraggiosi e persone che si facevano i fatti propri senza guardarsi tanto intorno, senza contare l'amicizia che la legava al proprietario, grazie al suo locale era possibile comunicare con Hogwarts attraverso il passaggio segreto nel retrobottega. Ad ogni modo qualcuno diede l'impressione di averla riconosciuta, il quel periodo le sue fotografie svettavano sulla Gazzetta e non sempre ad adornare articoli benevoli. Anzi. Ci aveva fatto il callo, tuttavia presto avrebbe fatto una visita di cortesia alla Bennet, giusto per mettere le cose in chiaro. E per chiedere la testa di alcuni pseudo giornalisti da strapazzo.
Abbandonò quelle divagazioni benevole per dedicarsi alla lettura dei documenti, rimasti a candire sul tavolo, confidando nell'arrivo solerte di un cameriere. Aveva bisogno di un buon caffè.

 
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Melody Jackson
view post Posted on 18/2/2013, 15:59




Spolveravo i tavoli del locale in cui ero garzone. Non si vedevano molti clienti negli ultimi tempi,e io ancora non ne avevo servito nessuno. Una macchia di sporco attirò la mia attenzione,poichè era irremovibile. Ci misi tutta me stessa,e alla fine anch'essa andò via. Appena in tempo,poichè vidi arrivare un cliente...o meglio,una clientessa.

Mi asciugai la fronte con un fazzoletto,che poi riposi nella tasca del mio grembiule,dalla quale estrassi poco dopo il mio taccuino immacolato,e una piuma d'oca fedele che mi aveva aiutato in molti compiti


Buonasera signora,cosa desidera?

Chiesi,scrutando meglio la clientessa. Guardandola meglio mi accorsi che era la mia professoressa di Pozioni,nonchè Ministra della magia. Feci un piccolo 'gulp',che soffocai con un colpo di tosse ,soffocato di conseguenza da una garbata mano a mò di pugno,che,come avevo desiderato,chiuse il suono.
 
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view post Posted on 23/2/2013, 21:34
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Che strano contrasto può esserci tra il bianco candido, simbolo di purezza, ed il nero, così simile alle ali di un corvo, segno inequivocabile di cattivi presagi. La notte prima aveva nevicato abbondantemente nei dintorni di Hogwarts, e la neve si era posata leggera sui tetti del vicino villaggio di Hogsmeade. Lucas aveva deciso di abbandonare le vie affollate della scuola quel giorno, per camminare un po’ liberamente nelle viuzze del villaggio. Il mantello, ben chiuso vicino alla gola lo copriva uniformemente.
Il villaggio era ricco di studentelli che, probabilmente alla loro prima visita, correvano di qua e di là, alla ricerca di posti immaginati nella mente grazie ai racconti degli studenti più anziani, eppure non era passato molto tempo da quando Lucas era al suo primo anno di scuola, forse poco più di cinque anni, eppure quei ricordi sembravano svaniti, contrariamente ad altri che come una macchia di sangue erano rimasti indelebili nella sua mente. Giunto vicino un muretto, vi si adagiò, restando così immerso nei suoi pensieri. Quando una presenza attirò il suo sguardo. Un tantino scocciato, rapido sollevò il viso, una donna dall’aria più che familiare, continuava a camminare insistentemente per quelle vie, come se nulla incuriosisse la sua attenzione, aveva deciso di fermarsi all’interno del locale “testa di porco”.
La situazione si presentava piuttosto favorevole, Lucas aveva una missione da compiere per conto dell’Oscuro Signore, e la presenza di Camille intorno a lui, rappresentava un’occasione troppo ghiotta per essere ignorata dal ragazzo. Con una leggera spinta si allontanò dal muretto, per avvicinarsi di qualche passo al vecchio locale. Dling dlong. La figura che entra nel pub, passo malfermo e lento, sembra quasi essere stata dipinta dalla stessa mano tremolante che ha tratteggiato i contorni della locanda: vi si adatta alla perfezione, l'ennesimo pezzo di quel puzzle puzzolente. Il pastrano nero che gli cade sulle spalle ampie sfiora quasi terra, confondendosi con la sporcizia che lo circonda; quanto a ciò che vi sta dentro - un omaccione alto quasi due metri, calvo e con una barba da far invidia a Capitan Barbanera attira il suo sguardo- sembra essere non proprio del tutto in sé. Sarà la palpebra un po' calata, sarà la piega storta della bocca, sarà quel passo malfermo di cui dicevamo: insomma, sembra proprio sbronzo. Riflettendo su quella condizione, l'uomo svicola fra qualche tavolino con fatica, schiantandosi quindi su una sedia ad un tavolo in angolo: un crack sonoro che spezza l'atmosfera del pub. Appoggiando i gomiti sul legno, si prende la testa fra le mani, gemendo appena: sembra sbronzo.
Rialzando lo sguardo, Lucas scuote appena la testa, mentre una mano fruga in tasche oscure e recondite del soprabito. Un paio di rapide mosse ed eccolo avvicinarsi lentamente al tavolo della donna, finché i suoi occhi furono talmente vicini da non lasciare a Camille lo spazio per guardare altrove.
Gli piaceva giocare, specialmente se qualcuno gliene dava modo, e quella donna lo aveva sempre fatto con lui. Tese la mano, in attesa di un gesto che al Ministro non sarebbe certo sfuggito. Sapeva di essere bello, si certo che lo sapeva, ma ora era ben altro a cui ambiva, lui cercava la forza, il potere, e lo avrebbe ottenuto ad ogni costo.

- Buonasera! -
Disse mentre voltava il capo ad osservare nuovamente il volto incuriosito della donna, da sempre epicentro del suo interesse: l'atmosfera era rilassata, educata e silenziosa; tutto ciò di cui aveva bisogno in quel mentre il giovane dall'aspetto smagrito, diverso ed appena riconoscibile dagli amici. Da quanto non aveva l'occasione di interloquire con alcuni di loro, avendo piuttosto fatto nuovi ed interessanti incontri; che fosse giunto il momento di chiudere i ponti col passato in maniera definitiva, per la seconda volta nella sua vita?Sapeva che, con una persona, non era possibile, o forse si?. Senza aspettare un invito da parte della donna, il Corvonero non potè che sedersi e, lasciandosi avvolgere dall'atmosfera calda e familiare che lì vigeva, lasciò che un dolce alito di calura gli sfiorasse delicatamente la pelle esposta e non coperta dal vestiario che aveva indosso.

 
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Melody Jackson
view post Posted on 24/2/2013, 11:31




Spostai lo sguardo su un ragazzo che era entrato poco dopo,e con un pó di sfacciataggine si sedette al tavolo,senza chiedere permesso. Ma non era mio diritto giudicare,solo che quella era una donna,un insegnante e la ministra della magia ! Il ragazzo era un semplice studente...Guardandolo meglio mi accorsi che fosse Scott,Lucas Scott,un organizzatore della mega festa che c'era stata nella sua villa. Magari quei due si erano messi d'accordo,che ne potevo sapere io? Salutai con un cenno del capo il nuovo arrivato ,e degnandolo di uno sguardo chiesi anche a lui

Buonasera a lei signore. Desidera ordinare?

Detto ció spostai lo sguardo dalla ministra a Lucas,entrambi dovevano ordinare.
 
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view post Posted on 27/2/2013, 00:22
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Il sonoro crack non le fece alzare neanche lo sguardo, era piuttosto frequente che qualche balordo ubriaco cadesse dalla sedia o si lasciasse andare a gesti dettati dai fumi dell'alcool, aveva scelto la testa di Porco proprio perchè non era un locale frequentato da mammolette con il cervello annacquato di thè. Preferiva di gran lunga l'odore dolciastro del wisky, non le piacevano le tendine orlettate alle finestre ed odiava lo sguardo da gallina degli studenti che, mostrando di averla riconosciuta, ridacchiavano fra loro e si presentavano davanti a lei con una domanda cretina del tipo: Professoressa, mi stavo chiedendo se Hector Stuff avesse o meno i calcoli renali.
Non aveva alcuna paura dei frequentatori della Testa di Porco, di solito chi alzava il gomito non aveva lucidità di riflessi, si sarebbe trovato appeso a testa in giù prima ancora di poterle rivolgere la parola.
Mentre scorreva con il dito un passaggio piuttosto importante percepì una presenza pericolosamente vicina, aveva superato la soglia di sicurezza e la costrinse ad alzare gli occhi. Era solo la cameriera, una minuta ragazzina del primo anno. Stava per aprire la bocca ed ordinare un caffè quando un'altra figura attirò la sua attenzione, prima ancora di inquadrarla riconobbe la voce. Oddio.
Lucas Scott se ne stava dritto, con il suo ingombrante soprabito le impediva la visuale, si cimentò in un saluto educato che sapeva di falso ed allungò anche la mano.
La fissò schifata, possibile che il fato avesse deciso di accanirsi contro di lei? Ignorò mano e proprietario, dedicando anche troppa cura a racimolare i fogli sparsi sul tavolo. Lui non si scompose, agguantò una delle sedie e, senza chiedere il permesso, ci si lasciò cadere sopra.
Non aveva alcuna voglia di sorbirsi la compagnia di Lucas Scott ma non voleva neanche abbandonare il campo, quel tavolo lo aveva occupato prima di lui.


"Per me un caffè, per il ragazzino una camomilla"

Leggera eh?

 
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view post Posted on 28/2/2013, 19:18
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E se la sorpresa per la donna era stata grande nel mettere in relazione il luogo con quell'inaspettata visita, lo sarebbe stato altrettanto rendersi conto della nuova persona che di lì a pochi istanti, avrebbe imparato a conoscere, inondando la stanza di una particolare atmosfera, di un clima che sapeva di passato, di ricordi e di piccoli rimpianti. Avrebbe portato con sè una ventata di aria calda, di mura silenziose e di sorrisi sereni; portando col suo ingresso una scia di particelle cariche di sentimenti diversi, tra i quali avrebbero senz'altro prevalso il rispetto e il legame reciproco per Simone Black, da tempo scomparso ma sempre presente e costante, durante i loro recenti incontri. Aveva subito immaginato che la donna, nello stesso momento in cui lui gli avrebbe profilato quel saluto perentorio e tanto tipico del suo carattere, avrebbe saputo reggergli la botta, a dimostrazione di un'intesa che, nonostante il tempo trascorso a litigare, era diventata piuttosto solida. Quando la voce di Camille risuonò per l'intero locale fino a giungere flebile alle orecchie di Lucas, ancora posizionato all'altro lato del tavolo, questo sorrise nel constatare quanto diverso e mutato fosse il suo timbro rispetto a quello che continuava a capeggiare nei suoi ricordi, quando gli capitava di pensare alle persone che erano cresciute più in fretta di lui, rimasto ancora ragazzino, almeno nell'aspetto. Le parole del Ministro, dunque, non lo sorpresero poi più di tanto, a tal punto che si limitò a sogghignare silenziosamente da dietro il tessuto lanoso del mantello.
- Siete una donnicciola lamentosa, cara Pompadour. Un caffè anche per me, grazie! -
Sorrise segretamente a Melody, conscio della fermezza della sua voce in quella parodia tanto tipica del suo carattere, che pochi avevano avuto modo di conoscere completamente in tutte le sue sfaccettature. Gli unici che vi erano riusciti, in quell'istante, non erano più animati da spirito vitale, per quanto rimanessero sempre insiti nell'animo del coraggioso Corvonero, in quell'ultimo periodo solo come mai era stato. Si osservò qualche attimo intorno, soffermandosi sull'arredamento sobrio e tipicamente volgare del locale: gli uomini, al contrario delle donne, avevano una tendenza più spiccata nel frequentare certe tipologie di luoghi, ma non Camille a quanto pare. Fu solo qualche secondo dopo che gli occhi tipicamente nocciola del ragazzo si soffermarono nuovamente sul volto maturo della donna.
- Cosa mi racconti di nuovo, che ovviamente non riguardi il lavoro? -
Quella domanda poteva e doveva essere perfettamente catalogata ed inserita nel brevissimo archivio di eccezioni, che assai saltuariamente si presentavano nella quotidianità dello stesso. In tutti quegli anni, per quanto fermamente si fosse ripromesso di mutare quella sua fredda staticità e quel suo tremendo ed impermeabile orgoglio, non era riuscito a scalfire più di tanto la corazza che, fiero della sua resistenza, esibiva il suo fascino vanaglorioso ed immutato negli anni. Il carattere di Lucas, salvo qualche piccolo pregio che continuava a sopravvivere, rendeva lo stesso terribilmente contorto non solo agli occhi altrui ma anche ai suoi: aveva piena coscienza di ogni suo piccolo difetto, dei limiti che nessuno doveva oltrepassare e delle giornate che richiedevano una completa solitudine, ond'evitare inutili litigi causati da lui, ovviamente.

 
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Melody Jackson
view post Posted on 28/2/2013, 20:08





Per me un caffè, per il ragazzino una camomilla


Annui,anche se probabilmente la prof. stava prendendo in giro il ragazzo,anzi,molto probabilmente,ma non volevo ne essere scortese ne di troppo. Feci slittare la mia piuma su quelle poche righe,sillabando bene la parola 'Caffè Ministra Magia'. Poi,guardai Scott,che non esitò e ricambiò uno sguardo che mi fece rabbrividire. Chissà quale conversazione avrebbero avuto i due?Beh,non era mio interesse,ma poteva essere mia curiosità

Siete una donnicciola lamentosa, cara Pompadour. Un caffè anche per me, grazie!

Disse Scott con un sorriso. Compilai le ultime righe con 'Caffè per Studente' e con un rapido inchino mi allontanai,senza mai dare le spalle finchè non fui a una certa distanza. Mi avvicinai al banco dove venivano preparate le bibite.

Due caffè per il tavolo là in fondo!

Esclamai sorridendo al cuoco che mi si parò davanti sbuffando. Pochi istanti dopo,tornò con due tazzine bianche immacolate di un liquido fumante e gustoso di colore marroncino , due cucchiai di finto argento e due bustine per lo zucchero,oltre che a due tovaglioli. Presi il vassoio con i polpastrelli della mia mano sinistra e ,come solo noi garzoni sappiamo fare,mi diressi con estrema grazia verso il tavolo dove stava avvendendo chissà quale interessante conversazione. Depositai le tazze di caffè ai rispettivi ordinatori,accompagnandole degli 'ordinamenti' che fungevano da contorno,come una specie di composizione floreale : cucchiai,tovaglioli e zucchero.

Professoressa,è una falce

Dissi con un sorriso rivolto alla ministra,poi mi voltai verso Scott con un sorriso gelido.

Signor Scott,anche per lei è una falce
 
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view post Posted on 2/3/2013, 16:06
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Che cosa era, un incontro fra amici di vecchia data? Che lei potesse apparire come una donnicciola lamentosa agli occhi di Lucas, poteva anche starci, ma lui non sarebbe mai apparso come il confidente ideale in una serata intima di fronte al camino scoppiettante. Lo osservò con estrema attenzione, un'attenzione peraltro immeritata, ma non ravvisò traccia di presunzione od irriverenza nel suo sguardo, solitamente erano quelle le espressioni che le venivano riservate. Non che le sue ambissero a ben altri scopi, non aveva un'alta opinione di Lucas Scott e non ne aveva mai fatto segreto. La verità era che si detestavano cordialmente. Odiava il suo egocentrismo, odiava il modo in cui la trattava, odiava i suoi sorrisetti di scherno, odiava quel suo stile informale, dubitava che lui si rivolgesse agli altri docenti nel medesimo modo con cui si rivolgeva a lei. E soprattutto odiava la somiglianza fra Lucas e Simone, solo fisica certo, ma capace di storpiare il ricordo di un uomo che aveva rappresentato tanto per lei. Tutto forse.

"Cosa potrei mai raccontarti che ancora non sai? Grazie a te ho scoperto molte cose di me che ignoravo. Per esempio un fratello"

Tagliente come una lama di rasoio, attese che la ragazzina si allontanasse per preparare i caffè. Non era difficile capire a cosa alludesse, forse Caroline aveva ragione a dire che se la stava prendendo troppo a cuore. Forse era proprio lo scopo di Lucas, quello di confonderla mentalmente, di renderle la vita impossibile. Di provocarla. Improvvisamente l'idea che lui fosse impegnato nella stesura di qualche articolo non le parve così strana, si sforzò di passare mentalmente in rassegna gli ultimi avvenimenti che l'avevano vista protagonista ma non ravvisò alcun incipit per succulenti scoop. Ed in ogni caso Lucas avrebbe di certo inventato, la fantasia non gli mancava.
La cameriera tornò con i caffè, tirò fuori due falci dal voluminoso borsello e li poggiò sul tavolo evitando di farli tintinnare.


*Ma tu guarda come devo sprecare i miei soldi*

Fu il suo pensiero mentre rivolgeva un sorriso forzato alla ragazzina.

"Ecco qua, due falci"

Dalla espressione eloquente del tipo: perquestavoltaoffroiomanonfarcil'abitudine che rivolse al Corvonero quei due falci sarebbero stati l'unica cosa "non riguardante il lavoro" che avrebbe elargito.

 
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view post Posted on 6/3/2013, 16:19
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E lui non poté che chiudere gli occhi ed abbassare leggermente il capo alle parole pungenti ed esclusivamente rabbiose di Camille, mentre le mani gelide dello stesso raggiungevano i rispettivi avambracci di lei e vi si soffermavano a sostegno. Sembrava realmente dispiaciuto, più di quanto avesse ammesso a se stesso in quell'arco di tempo fitto d'impegni che, per quanto diversi, l'avevano assolutamente preso. Era decisamente vero il fatto che, però, i suoi pensieri decisamente falsi, si erano rivolti più di una volta all'immagine della donna che ora aveva di fronte, soprattutto perché connessa all'immagine di Ministro della Magia, fulcro costante dei pensieri del Signore Oscuro. Assimilò le parole di Camille, mentre un moto di pura commozione si faceva spazio in lui, raggiungendo gli occhi ancora chiusi: nessuno prima d'allora era mai riuscito ad imprimere di tale veridicità e di rancore, il suo reale stato d’animo, se non i suoi nonni, ormai defunti e lontani da lui per sempre, purtroppo. Ricacciò indietro il tutto, così com'era tipico del suo carattere, e sorrise flebilmente. Scostò il proprio tocco dall’avambraccio destro della donna, accarezzando con il dorso della mano gelida una delle guance di quest’ultima. Aveva ormai il volto più spigoloso, gli zigomi più scarni e decisamente dai tratti meno fanciulleschi, gli occhi cerchiati da occhiaie appena visibili, probabilmente a causa dei pesanti incarichi lavorativi che l'essere Ministro comportava. Guardandola da vicino, per la prima volta dopo diverse settimane, Lucas si rese conto di quanto fosse cambiata, di quanto lontana fosse dai tratti somatici che, fino ad allora, la sua memoria aveva conservato: la sua aria era senz'altro più matura, maggiormente scaltra ed aveva un aspetto maggiormente possente, come di una giovane donna che sa il fatto suo e che vuole mostrare la sua aitanza. Camille non era mai stato eccessivamente vanitosa ma, almeno per quel che il ragazzo aveva sentito dire, ad una certa età, era normale che le donne tendessero a mettere in evidenza le proprie qualità fisiche e caratteriali. Sorrise dolcemente al Ministro, la cui mancanza di rispetto nei suoi confronti, era stata quasi come una scossa d'assestamento nella quotidianità di Lucas: vederla come una nemica, screditare la sua autorità agli occhi della gente, altro non era che parte integrante di un piano, un piano che l’avrebbe aiutato ad entrare con facilità, all’interno delle gerarchie maligne.
- E se ti dicessi che faceva tutto parte di un piano? -
Non potergli parlare come sempre gli era parso più difficile di quanto avesse immaginato ma, alla fine, vi si era abituato, così com'era solito fare. Eppure non avrebbe risposto come la situazione avrebbe forse richiesto: non ci riusciva, era più forte di lui, più difficoltoso di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare. Sospirò e volse lo sguardo altrove, verso il camino posto in un piccolo angolo.
- Screditare la tua personalità di Ministro, per entrare a far parte del male? -
Inclinò il viso, ma senza abbandonare il contatto visivo che si era creato tra gli sguardi. Aveva deciso di giocarsi le sue carte, in fin dei conti farsi degli alleati in quell’ambiente, e soprattutto nelle sue condizioni, era piuttosto difficile, e Lucas era troppo astuta per non riuscire a cogliere i risvolti per lui positivi, in ogni situazione.
- E che giusto qualche giorno fa, sono venuto a conoscenza dei nome degli assassini di mio zio?e che conosco anche il loro attuale rifugio? -
Sorrise, ed attese la risposta della donna, ma stavolta, con le mani poggiate sul proprio petto, consapevole della bomba ad orologeria appena innescata nella testa di quest’ultima.

 
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view post Posted on 8/3/2013, 17:19
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Il contatto fisico con Lucas la infastidiva, lo aveva intimato di non azzardarsi più a sfiorarla con un dito arrivando quasi a schiantarlo ma lui si ostinava a cercarlo, lo faceva apposta, forte di trovarsi al sicuro, in un luogo pubblico. Il tocco gelido le provocò un brivido, si scosse fulminandolo con lo sguardo. Lesse nella sua espressione qualcosa di nuovo, appariva sfocato, come se i tratti del volto, non avvezzi a mostrare tale tipo di sentimento, riuscissero solo ad abbozzarne un timido tentativo. Si impose di non lasciarsi abbindolare da false credenze, tutto ciò che vedeva in lui era solo ciò che le sarebbe piaciuto vedere. Lucas riusciva a passare dal felice al contrito con una sapienza invidiabile, davvero si chiedeva dove avesse imparato l'arte del trasformismo. Nuovamente si sforzò di mantenere la calma quando la mano fredda raggiunse la guancia, un tocco delicato ed inusuale per i crismi del Corvonero, si sentì dannatamente a disagio, osservata come si trattasse di una prima volta. Ma il culmine venne raggiunto dal sorriso che Lucas le riservò, intriso della più falsa dolcezza. Il veleno si nasconde nel dolce, infimo ed irresistibile è lo zucchero, che cela sentimenti di odio profondo. Quel sorriso fu l'apoteosi della trasformazione del Corvonero, avrebbe meritato un caloroso applauso, avrebbe meritato un pubblico adorante in fremente attesa del bis. Disgustata ,si portò la tazzina alla bocca, il caffè ustionava ma ne buttò giù ugualmente un sorso, il calore incontenibile l'avrebbe tenuta lucida. La scena che si stava consumando generò strani ricordi, non era forse alla testa di Porco che lei e Lucas si erano dati appuntamento tempo addietro? Non era forse quello il luogo in cui lui le consegnò la famosa lettera? E non era quello l'ambiente cupo che aveva dato inizio ai loro contrasti? Il Fato sa essere perfido a volte. La voce di Lucas la riportò alla realtà ma fu il contenuto delle parole ad ipnotizzarla totalmente. Inizialmente si convinse di aver inteso male, Scott le stava davvero dicendo che la rovina della sua vita aveva rappresentato il modo più rapido per raggiungere le grazie di Voldemort? Sbattè le palpebre, incredula. Tutto ciò che lui aveva fatto per denigrarla faceva parte del piano? Ma la confessione non era terminata, una torta non è completa senza la cigliegina. E Lucas possedeva una ciliegia così rossa e succulenta, da rendere qualsiasi altra pietanza completamente insipida. Quelle paroline magiche, pronunciate con il più aggraziato dei sorrisi, la colpirono come un bolide fuori controllo. Avrebbe voluto coprirsi le orecchie con le mani ed urlare "blablablabla", come usano fare i bambini quando non vogliono udire qualcosa di scomodo. Ma la tortura sa essere eccitante e lei era una masochista di prim'ordine. Anche se mantenne l'immobilità corporea l'espressione del volto non poteva tradire ciò che le si era risvegliato dentro, Lucas avrebbe potuto leggere svariate sensazioni: incredulità, scetticismo, speranza, desiderio, diffidenza. Internamente stava lottando per cercare di dare un senso a quelle parole, scandagliarle e collocarle nella categoria delle possibilità o delle balle. Ragionevolmente non avrebbe creduto a nulla, in cuor suo voleva credere a tutto.

"La tua accorata confessione potrebbe aprirti le porte di Azkaban domani, spero tu ne sia consapevole. Tuttavia dici di possedere informazioni che potrebbero interessarmi".

Potevano? Aveva tirato avanti solo per quello! E lui lo sapeva, lo sapeva bene, probabilmente se la stava ridendo come un matto.
Poggiò la tazzina, la mano le tremava visibilmente e qualche schizzò di caffè imbrattò il tavolo.
Questa volta fu lei ad anelare un contatto, si protese in avanti e strinse il braccio di Lucas, le unghie lambirono quasi la carne.


"La fiducia che ho nei tuoi confronti è ai minimi storici, non ti credo e se la mia sensazione si rivelerà esatta, ti chiuderò in galera e butterò via la chiave"

Ridusse gli occhi a due fessure. Inutili, retorici preamboli, una cosa sola le interessava.

"E ora dimmi chi sono e dove si trovano"

 
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view post Posted on 8/3/2013, 19:19
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Lui aveva proposto e Camille colto la palla al balzo, cosa ci poteva essere di più ovvio e naturale. Rimase voltato verso quel camino, che avevano un non so cosa di familiare, ma assai difficile da ricercare nella memoria del ragazzo, forse un ricordo troppo labile, o solo una banale sensazione, la sensazione di esser già stato in quel posto, come una sorta di Deja-Vu, qualcosa di già vissuto, ma Lucas non riusciva bene a capire cosa. Si portò una mano al mento, isolandosi per qualche istante dal resto del locale, cercando di concentrarsi al massimo per ricordare quel piccolo dettaglio che gli sfuggiva abilmente dalla mente. Sospirò a fondo e tornò a guardare la donna, mentre i suoi pensieri tornarono a concentrarsi sulla piccola rivelazione di cui aveva appena accennato. Aveva finalmente scovato identità e luogo dei due assalitori segreti, che il ragazzo conosceva solo per fama, ne aveva sentito parlare diverse volte a scuola, ma non aveva mai avuto l’occasione di poter vedere Phoebi Black e Emily Lovegood, e conoscerle di persona.
Si avvicinò fino a ritrovare il contatto diretto con gli occhi della strega. Era poca la distanza tra di loro, e Lucas riusciva ad osservare ogni piccolo particolare del suo volto, la freschezza regalatagli dalla turbolenta rivelazione, al particolare colore degli occhi, così simili al viola. Rimase immobile per qualche istante, continuando ad osservare quel viso, studiandolo attentamente.
- Una volta scoperto il mio tradimento, credo Azkaban sia il posto più sicuro per me. Potrei decidere di aiutarti, ho voglia di vendicare la morte di Simone Black quanto te Camille. Ma prima di rispondere alla tua domanda, cosa ne otterrei in cambio?. Scoperto l’inganno il Signore Oscuro non esiterà ad uccidermi. -
Poggiando saldamente entrambe le mani sulla spalliera della sedia, Lucas portò il busto indietro, cercando di distendere i muscoli il più possibile; mentre la linea del collo divenne un tutt’uno con quella del petto che poteva intravedersi dai vestiti. Rimase in quella posizione per qualche istante mentre diversi pensieri continuavano insistentemente a turbargli la mente. Si sollevò alzandosi dalla sedia, e dopo aver disteso le braccia lungo i fianchi si alzò dalla sedia, cercando si guardare al di fuori della finestra; quel luogo era decisamente troppo affollato.
- Risolveremo questa faccenda da soli, tu e io. La mia figura dovrà sempre rimanere nell’anonimato Camille, Dio solo sa quanti Auror e Maghi corrotti girano liberamente per il Ministero! -
Fissò la donna dopo avergli lanciato una chiara proposta. Avvicinandosi, poggiò le mani sulle spalle del Ministro lasciando che il fiato caldo andasse a stuzzicarle la base del collo, per poi staccarsi e sorridere, evitando accuratamente di lasciar intravedere quel sorriso a quest’ultima.
- Mi fido solamente di te Camille. Sto mettendo la mia stessa vita nelle tue mani. Questa è la mia proposta, prendere o lasciare! -
Lasciò scivolare le mani da entrambi i lati del collo, portandosi di lato tornò a guardare la donna dritta negli occhi. Tese la mano, in attesa che il Ministro l’afferrasse. Aveva sete di sapere, in che modo Camille avrebbe accettato o declinato la sua proposta.

 
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view post Posted on 11/3/2013, 13:57
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Rimase in silenzio, completamente spiazzata da Lucas Scott. Tutto si sarebbe aspettata quella sera tranne che una confessione in piena regola, con conseguente richiesta di aiuto, con conseguente attestato di fiducia, con conseguente proposta indecente dallo studente che disprezzava di più ad Hogwarts. Cosa diavolo era scoppiato nella testa del Corvonero per spingerlo a tradire il Signore Oscuro e a rischiare la sua vita per scoprire gli assassini di uno zio che aveva sempre considerato una nullità? Davvero non riusciva ad afferrare il senso di quella inversione di tendenza. In cuor suo si sentiva appagata, aveva sempre sospettato che la scelta di Lucas non fosse di natura benevola, tuttavia non le era mai capitato di assistere ad un tradimento, Voldemort non avrebbe gradito. Decisamente.
Trasalì quando sentì le sue mani fredde, glaciali, sulle spalle, Lucas si era alzato e non se n'era neanche accorta. Strinse i pugni con una tale forza che le nocche impallidirono. Di sicuro dovevano fare pendant con le guance, era certa di aver assunto un colorito biancastro. Il Corvonero si spostò di nuovo, portandosi davanti a lei, sostenne il suo sguardo, era disgustata dalle sue parole ma dannatamente combattuta.


*A che gioco stai giocando?*

Una muta domanda che lui avrebbe compreso osservando la strana luce dei suoi occhi.
Nessuno poteva uscire dall'oscurità se non da morto. Ma in quel caso ci sarebbe rimasto per sempre.


"Parleremo della tua posizione dopo che avrò messo le mani sugli assassini di Simone. S-e riuscirò a metterci le mani sopra".

Rimarcò la locuzione, dimostrando di voler prendere le distanze da tutto quel tripudio di "potrei decidere di aiutarti" , "ho voglia di vendicare la morte di Simone", "risolveremo questa faccenda da soli" e "sto mettendo la mia vita nelle tue mani". Lui diceva di fidarsi solo di lei, lei si sarebbe fidata di più di un Petardo Cinese. Ma ... c'è sempre un Ma. Maledetto, insulso, perfido Ma. In quel frangente il Ma se ne stava, placido e beato, sul palmo di una mano che le veniva tesa. La osservò affascinata, quanto poteva essere invitante una mano fredda come l'inverno? Mentre rifletteva sulla lunghezza di quelle dita, venne attirata dall'idea di prendere Lucas per un orecchio, trascinarlo al Quartier Generale e torturarlo fino a che non avesse tirato fuori i nomi che le servivano. Oh, le sarebbe piaciuto tremendamente. Poi si ricordò di essere dalla parte dei buoni. Era uno sporco lavoro essere buona ma qualcuno doveva pur farlo. Lentamente allungò la mano, poggiandola su quella di Lucas e, facendo leva sulla presa, si alzò.

Le jeux sont fait Mesdames et Messieurs, rien ne va plus.

 
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view post Posted on 10/5/2013, 13:09
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Ascoltò quella minaccia con tono amorevole, assumendo lui stesso un'aria lentamente più amichevole, squadrandola in un'occhiata sincera, che non lasciava trasparire alcuna emozione, se non una vaga richiesta di aiuto. Colse quel movimento così vistosamente fulmineo con la stessa rapidità del suo stesso pensiero: le membra agili di Lucas scattarono verso Camille, come una pantera che si tuffa sulla preda, bramosa. Il velo di stupore coprì il volto del giovane accolito, ma solo per qualche istante, poiché una volta che il volto del Ministro apparve nuovamente dinnanzi ai suoi occhi, lo stupore lasciò il posto ad un sorriso inquieto e divertito, come di chi è tentato di manifestare un segreto, ma lo tiene a freno per non apparire diversamente da come dovrebbe. In un atto istintivo, forse il solo atto istintivo compiuto da Camille durante i loro svariati incontri, afferrò con decisione la mano del Corvonero.
- Temo tu non sia nelle condizioni di potermi minacciare, Camile..Stasera vendicheremo insieme la morte di Simone Black! -
La risposta arrivò lenta, ponderata e veritiera: in quel periodo di grande confusione, aveva cercato rifugio nel pericolo, nel vano tentativo di non perdere totalmente se stesso e, per quanto fosse ancora in bilico, vi era più o meno riuscito, seppur avesse fortemente rischiato. Allungò la propria vista in direzione di Camille, fino a spingere il volto verso sinistra cosicché ne osservasse i lineamenti. Con un guizzò rapido, fece perno sul proprio piede destro e ruotò in senso anti orario, in una piroetta che sperava unisse grazia e precisione: in mente, una destinazione ben precisa. Il confine esterno di Brixton, la parte periferica più malfamata dell’intera Londra.
- Se dovessimo tornare entrambi vivi da questa missione, considerami di più.. -
Un brivido dal freddo glaciale percorse la sua schiena sino ad insinuarsi nell'incavo della nuca. Terrore o orrore che fosse, per Lucas era arrivato il momento di giocarsi le sue chance. La sola idea di doversi presentare al cospetto di Lord Voldemort come sconfitto, come perdente e certa vittima in caso di insuccesso nella sua prospettiva carriera da Mangiamorte, lo addolorava e, di certo non era il tipo da tornare indietro, dopo aver compiuto una scelta, tutt’altro, il giovane era consapevole di quel che aveva fatto, ed avrebbe continuato a sostenere le sue ragioni. Gli occhi spalancati per un istante. Il ragazzo avrebbe scorto tale orrore?. Percepì il movimento rotatorio di lei, mentre un ghigno gli si dipingeva sul volto: ovunque lui la stesse portando, ci sarebbe probabilmente andata con la persona sbagliata. O almeno così sarebbe stato. Dighrignò i denti, nel vorticoso roteare su se stesso, Lucas avvertì il tocco freddo di un'aria immobile, assieme alla consapevolezza che la sua vera missione stava per avere inizio. Al fato l’ardua sentenza, se quella smaterializzazione rapida e inaspettata sarebbe andata a buon fine.

 
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