“La gente crede quasi sempre che tutti provino per essa sensazioni molto più violente di quelle che provano in realtà: crede che l’opinione degli altri oscilli sotto grandi archi di approvazione o disapprovazione”.
Immaginarsi le situazioni ha sempre un che di profondamente irrealistico. Si pensa sempre di trovare il momento adatto, di trovarsi al posto giusto al momento giusto, di avere il discorso perfetto da dire, per fare una figura eccezionale. La realtà, però, risulta completamente diversa, non solo luogo e tempo sono sbagliati, ma la maggior parte delle volte le parole rimangono sospese e sortiscono tra i più disparati effetti, tranne quello di fare chiarezza. Emy Black era consapevole che quello non fosse il momento opportuno, non si aspettava che Niko la avvicinasse in biblioteca, non si aspettava che le parlasse del tutto, a dire la verità. Si ritrovava davanti una persona probabilmente offesa da lei, che forse aveva anche sofferto per la piega degli eventi e, cosa ancora peggiore, non sembrava esserci traccia di tutto questo sul suo volto. Il ragazzo dai capelli blu che aveva tanto adorato i primi anni al castello la osservava con la sua solita espressione gentile, con quell’aria tanto tranquillizzante che l’aveva tanto colpita al primo anno. Tutto con lui sembrava bello, rilassato, quasi etereo. Spesso si era chiesta se si trovasse con lui in un sogno, più che nella realtà terrena, spesso aveva ripensato a quei semplici momenti insieme con una felicità che, si accorgeva ora, tanto le era mancata. Ma rivedere ora, su quello stesso viso, la stessa espressione che le aveva spesso permesso di dimenticare qualsiasi brutta cosa, la faceva sentire decisamente in colpa. Perché lui era stato in grado di donarle gratuitamente solo momenti felici e lei era riuscita a ricambiare con un periodo di silenzio e una terribile risposta mancata? Si morse il labbro, visibilmente in ansia per questo. Niko non si meritava altre bugie, altri silenzi, ma non poteva neanche vederlo stare male. Non riusciva neanche a capire cosa provasse lui per lei ma, dopo tanti pensieri solitari e dopo quel biglietto, era sicura di essersi almeno avvicinata alla verità. E se si fosse trattato di un errore? Come avrebbe reagito all’eventualità di aver capito male? Se le sue fossero state solo gentilezze verso un’amica, come si sarebbe sentita Emy? La chiave di quello che cercava di sentire era tutta in quella singola risposta ma, per tanti motivi che sempre le avevano impedito di realizzare la verità, decise di non prestare attenzione a quelle domande, lasciando in sospeso un pezzo ben più grosso di quello che pensava.
Tutto quello che doveva fare ora era spiegarsi, si disse, avrebbe chiesto scusa con la verità, o almeno era quello che credeva. Pensava che avrebbe avuto il tempo di riordinare i pensieri, di cominciare dall’inizio di tutto, di essere chiara una buona volta, ma questa decisione non faceva ancora parte di lei. Sarebbe stato un discorso confuso, come i suoi pensieri. Che novità.
-Quando ho ricevuto il tuo biglietto io… sarei venuta da te…- Si interruppe, osservando le sue mani tremanti. Non sapeva che sarebbe stato così difficile, avrebbe potuto provare quel discorso mille volte, ma il risultato sarebbe stato identico. Sentiva il suo cuore battere troppo forte per dire altro, gli occhi azzurri di Niko su di lei, in attesa di rose, non avrebbe mai potuto riservargli quell’amara verità. Fece una pausa, non seppe dire di quanto, ma sapeva di averne assolutamente bisogno. Cosa avrebbe potuto dirgli? “Patrick mi ha baciata”? Sentiva di aver amato Niko per così tanto tempo che non poteva chiudere il capitolo così. Ripensava ai loro momenti gli anni prima, fatti di una dolce semplicità che mai più avrebbe avuto, se non con lui. Era davvero giusto dare una fine a tutto questo? Poteva distruggere tutti quei ricordi così? I mesi di silenzio sarebbero stati buttati via, avrebbero smesso di avere significato se lei avesse fatto un solo errore. I passi assordanti di un pensiero colpevole nella sua testa di facevano sempre più grandi, ma vennero scacciati dall’agitazione, non vi era spazio per altro. Si trovava nel momento più importante tra loro, quella giornata poteva essere l’inizio o la fine di tutto e lei era completamente impreparata. Avrebbe sbagliato, questo era poco ma sicuro, e tutto sarebbe stato gettato al vento, per qualcosa che neanche lei aveva voluto. Riemerse dai suoi pensieri sconfitta, ritrovandosi a fissare i suoi stessi piedi, le punte verso l’interno, come a dimostrare un disagio già fin troppo evidente. Quel giorno avrebbe perso. Tanto valeva cominciare dall’inizio, per poter stare con Niko ancora una volta, un’ultima.
-Quella sera mi trovavo in sala comune con Luna, stavamo per raccontarci delle nostre vacanze quando mi è arrivato un pacco. Era un regalo inaspettato da parte di una persona, vedendolo mi sono arrabbiata, e così ho deciso di andare direttamente a parlare con lui.- Si fermò, rendendosi improvvisamente conto di come quella narrazione potesse sembrare scollegata da tutto. Non era riuscita a dirgli quanto odiasse Patrick, quanto sperasse che lui la lasciasse in pace. Non gli aveva neanche detto di chi si trattasse. Proseguì, cercando di chiarire. –Era stato Patrick a mandarmi il pacco, voleva scusarsi per avermi trattata male alla festa a Villa Scott dell’estate prima.- Si fermò nuovamente scrutando l’espressione di Niko, cercando una qualsiasi reazione a quel nome, consapevole di non avere impresso il solito rancore nel pronunciarlo, stranamente. –Così sono andata nel vostro dormitorio, volevo un chiarimento per quel gesto.- Ripensando a quella sera appariva nuovamente tutto confuso. Cosa si erano detti? Avevano litigato, ma tutto perdeva importanza di fronte a quello che lui aveva fatto. E Niko doveva saperlo. –Abbiamo litigato, non ci siamo mai capiti, e poi…- Si accorse di essere nuovamente agitata, da un lato voleva dare nuovamente sfogo ai suoi pensieri su Patrick, dall’altra sapeva che stava per dire quello che tanto aveva temuto. Ma Niko pendeva dalle sue labbra, era arrivata fino a quel momento e non si sarebbe potuta fermare. -…lui mi ha baciata.- Troppo preoccupata per la reazione del ragazzo continuò a raccontare, sperando di limitare i danni, in qualche modo. –Era una cosa che non mi aspettavo, così me ne sono andata, sono tornata nella mia stanza e ho trovato il tuo biglietto.- Fece una nuova pausa, rendendosi conto di non essere nemmeno capace di esprimersi in una maniera comprensibile. Tra tutte le reazioni di Niko quella che più temeva era la tristezza, non si sarebbe mai perdonata di ferirlo più di quanto aveva fatto non presentandosi in giardino e sparendo per mesi. Sentì improvvisamente di avere bisogno di lui, per potergli dire quello che aveva provato i primi anni al castello, per fargli capire quanto fosse dispiaciuta. Rapidamente si avvicinò a Niko, prendendogli la mano. Era ben consapevole del fatto che lui l’avrebbe probabilmente ritratta, facendola sentire ancora peggio, ma se lo sarebbe meritato, in fin dei conti. –Ero confusa, non sapevo cosa fare…- Ricordava quei momenti in cui si era sentita tanto impotente, incapace di prendere una qualsiasi decisione. Strinse la mano di Niko, sentendosi immensamente stupida, cosa poteva essere parso a lui? Avrebbe pensato di avere davanti una ragazzina in balia degli eventi, incapace di prendere una qualsiasi decisione. Ricercò un contatto coi suoi occhi, rendendosi improvvisamente conto di essere a un passo dal dire quello che aveva tenuto per sé per troppo tempo –Mi sei piaciuto per così tanto tempo che mai avrei pensato che tu potessi ricambiarmi… Non sapevo come reagire al tuo invito ma di certo non ti meritavi di rimanere in giardino da solo, dovevo farmi viva. Scusami se sono sparita, è stato orribile da parte mia.- Stava fissando nuovamente i suoi stupidi piedi. Una bambina colpevole, in cerca di un perdono impossibile, ecco cos’era. –Mi dispiace.- Disse infine, aspettandosi tutto quello che si meritava.
Se solo non fosse stata così impegnata a sentirsi in colpa, forse si sarebbe accorta di quanto era maturata nell’ultimo periodo. Il primo anno non faceva che arrossire alla vista di Niko, sognando un qualsiasi attimo con lui. Il secondo si era avvicinata a lui, ma per nulla al mondo si sarebbe lasciata sfuggire i suoi sentimenti. E invece al terzo anno era lì, di fronte a lui, dopo avergli finalmente detto quello che aveva taciuto per troppo tempo. Sarebbe potuto essere il suo momento perfetto ma si sa, la vita non lo è mai. E mentre i riflettori venivano puntati sulla figura dai capelli blu, un osservatore attento avrebbe potuto accorgersi che le parti si stavano ribaltando, facendo in modo che, chi aveva appena parlato, si ritrovasse ora ad essere completamente dipendente di una qualsiasi reazione dell’altro.