Studying.

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view post Posted on 30/3/2013, 15:22
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Sophie Armstrong, la bionda Serpeverde, decise di alzarsi presto quella mattina. Scese dal letto e indossò la sua bella divisa sulla quale era visibile in modo chiaro lo stemma di Salazar, uno stemma che Sophie sfoggiava con un grande orgoglio.
Decise poi di fare un giro esterno del castello, visto che ormai le belle giornate si stavano avvicinando. Giunta l'ora del pranzo, andò per cercare di mangiare qualcosa in Sala Grande, ma aveva lo stomaco letteralmente chiuso.
Non era un bel periodo per la piccola Serpeverde e non ne sapeva nemmeno il motivo.
Potevano essere i suoi genitori il suo problema? No, impossibile. Non li vedeva ormai da mesi e non ne sentiva nemmeno la mancanza. Si faceva miliardi di domande, a cui non riusciva a trovare risposta.
Giunto il pomeriggio, decise quindi di dirigersi verso la Biblioteca. Magari lì avrebbe potuto occupare la mente studiando un po'. Eh, già. Prima o poi sarebbe toccato anche lei. Doveva cominciare a studiare, doveva mettersi a passo con le lezioni e l'avrebbe fatto a tutti i costi. Non avrebbe perso tempo.
Entrò quindi nella biblioteca. Si guardò intorno e non vide altro che scaffali colmi di libri e studenti con le mani tra i capelli che studiavano pazzamente.
Scrutò la zona per poi adocchiare finalmente un tavolo vuoto su cui studiare.
Poggiò violentemente i suoi libri sul tavolo di legno, si sedette in modo silenzioso, e aprì il libro di Difesa Contro le Arti Oscure, cominciando a leggere la prima riga. La rilesse. Ora per la terza volta. Ma niente, era tutto inutile. La sua mente vagava troppo, e non trovava la giusta concentrazione. Sbuffò, per poi prendere la bacchetta che aveva nella divisa e guardarla attentamente, ancora persa nei suoi pensieri.
Chissà se avrebbe combinato qualcosa in quel lungo pomeriggio.
 
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view post Posted on 23/4/2013, 19:27

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Mi intrometto, spero non ti dia fastidio :3


Studio. Studio. Studio.
Era quella la parola del giorno. Doveva studiare, e anche parecchio. E quale luogo migliore per farlo, se non la biblioteca? Dopo aver mandato giù un boccone in Sala Grande con le sue compagne, si avviò quindi da sola verso quel Santuario di pace e tranquillità.
Pace e tranquillità, aveva pensato? Macché: la biblioteca, quel pomeriggio, straripava letteralmente di studenti nelle sue stesse condizioni, disperati per l'enorme mole di studio a cui quel periodo a Hogwarts li aveva sottoposti.

"Ce la faranno i nostri eroi..." pensò, con un sorrisetto divertito. Poi si guardò attorno, alla ricerca di un tavolo libero, dove potesse concentrarsi - e morire - sui libri.
Purtroppo, notò con rammarico, erano tutti occupati, posti liberi non ce n'erano, anche perché praticamente tutti erano affollati di ragazzi che tentavano di studiare insieme.
Stava per andarsene, quando, con la coda dell'occhio, notò un tavolo, nascosto dietro degli scaffali, a cui era seduta una sola ragazza, dall'aria non troppo felice, ma silenziosa e immersa nei propri pensieri. Guardò la sua divisa: Serpeverde. Zoey serrò le labbra: una Serpeverde? Non che lei nutrisse pregiudizi, anzi; temeva però che la ragazza non sarebbe stata troppo felice di condividere il tavolo con una Grifondoro.

"Oh, ma dai" pensò poi, con una scrollata di spalle; "E' un luogo pubblico, no? E poi, non voglio mica importunarla in qualche modo: sono qui soltanto per studiare, proprio come lei."
Ancora con questi pensieri, si avvicinò al tavolo, un po' titubante, ma poi fece un sospiro profondo e si decise a rivolgersi alla bionda Serpeverde, che sembrava essere su un altro pianeta, tanto era distratta.
- Mmh...ciao, buon pomeriggio. Lungi da me l'idea di disturbarti in qualche modo, ma ti dispiace se mi siedo qui? Purtroppo tutti i tavoli sono occupati, e questo è l'unico posto in cui posso sperare di studiare qualcosa. -
Le sorrise, gentile ma decisa allo stesso tempo; doveva soltanto sperare che la ragazza riemergesse dai suoi pensieri e le rispondesse qualcosa, o sarebbe diventata di pietra a forza di attendere in piedi.

 
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view post Posted on 23/4/2013, 23:04
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Confusione, solitudine, senso di pazzia. Erano quelli i sentimenti di Sophie in quello strano periodo. Un periodo buio, noioso, in cui Sophie non riusciva più a capire nemmeno chi fosse, cosa volesse, quali fossero i suoi obiettivi. Non era chiaro più nulla nella mente della giovane Serpeverde.
Aveva ancora il libro, o meglio dire mattone, di Difesa Contro le Arti Oscure. Stava studiando esattamente la terza lezione dell'anno, ma non aveva idea se ce l'avesse realmente fatta. Stava studiando, sì, per dire. Aveva le braccia poggiate sul tavolo di legno e tra le mani reggeva la sua bacchetta semi-rigida con nucleo di Corda di Cuore di Drago, esattamente come la bacchetta di sua madre Adrienne. La reggeva con entrambe le mani, tenendola per i due estremi.
Poggió poi, delicatamente, la sua amata bacchetta sul tavolo, tornando a rileggere sempre quella maledetta frase. Leggeva e rileggeva, ma nulla. La sua mente era troppo sovraffollata da pensieri, pensieri soprattuto negativi. Si poneva milioni di domande, a cui non riusciva mai a trovare una risposta. Nulla da fare, non era la giornata adatta per studiare. Riprese in mano la bacchetta, facendo gli stessi movimenti di un attimo prima, come per esaminarla.
Ad un tratto poi sentì una voce provenire dalla sua destra. Una voce femminile, fine:
" Mmh...ciao, buon pomeriggio. Lungi da me l'idea di disturbarti in qualche modo, ma ti dispiace se mi siedo qui? Purtroppo tutti i tavoli sono occupati, e questo è l'unico posto in cui posso sperare di studiare qualcosa."
Parole pronunciate con una certa educazione, ma nello stesso tempo si sentiva un po' di titubanza nel pronunciarle. Mentre questa voce soave giungeva alle sue orecchie, Sophie si voltó in direzione del viso di chi stava parlando. Poi spostò lo sguardo verso la cravatta della ragazza: Grifondoro. Anche non volendo, era impossibile non essere catturata dai colori sgargianti della Casa di Godric Grifondoro. Non aveva mai amato gli appartenenti a quella Casata, ma mai quanto i Tassorosso: quelli sì che erano odiosi.
Nonostante questo però, la Serpeverde non aveva per niente voglia di discutere né tanto meno perdere tempo. Sarebbe stato inutile esternare il proprio disprezzo nei confronti di studenti di altre Casate ad una dolce ragazza.
In seguito si guardó intorno, come per controllare se era effettivamente vero che i posti erano tutti occupati, ma forse in fondo non era quello il vero motivo per cui lo fece: infatti, guardó l'ambiente come se si fosse dimenticata che si trovava lì.
Poggió la bacchetta sul lato sinistro del libro, per poi spostare leggermente quest'ultimo per fare spazio alla compagna. Le fece cenno di sedersi, senza però dire nulla.
Era ormai conosciuta la freddezza di Sophie Armstrong. Poggió la bacchetta, per evitare di incutere timore alla ragazza.
 
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view post Posted on 24/4/2013, 16:54

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La ragazza, almeno inizialmente, sembrò non averla notata: continuava a giocherellare con la bacchetta, gli occhioni azzurri spalancati e vitrei erano altrove, in qualche luogo in cui i suoi fitti pensieri l'avevano trascinata. Finalmente, si accorse della sua voce, e lentamente voltò il capo verso di lei, per scrutarla; subito il suo sguardo cadde sulla cravatta di Zoey, come quest'ultima aveva immaginato facesse. Infatti sorrise: era un'abitudine, a Hogwarts, farsi dei pregiudizi su studenti di altre Casate, non smetteva mai di notarlo. Del resto, lei non era il tipo di persona che ne teneva conto, quindi, malgrado fosse Serpeverde, pensò, la ragazza lì seduta poteva benissimo essere una ragazza simpatica.
Okay, magari la sua espressione non era esattamente quella di una persona cordiale e socievole, ma ognuno ha il suo modo di approcciarsi e relazionarsi con gli altri.
La giovane Serpeverde non disse nulla, ma neanche la guardò in cagnesco o la cacciò; semplicemente, posò con delicatezza la bacchetta sul tavolo (forse per non intimorirla in qualche modo), e con un cenno della testa le permise di sedersi accanto a lei, facendole spazio.
Non proprio un caldo benvenuto, ma meglio di nulla; era evidente, poi, che la ragazza avesse altro per la testa.
"Probabilmente la sua freddezza deriva dal fatto che non sia proprio felice",pensò, ma mise subito a tacere quei pensieri: non voleva fare congetture su una sconosciuta.
Osservò il libro della sua compagna: Difesa contro le Arti Oscure. Era chiaro che anche lei stesse disperatamente cercando un po' di concentrazione per studiare, ma qualcosa le impediva di farlo.
Per rompere un po' il ghiaccio, Zoey, da ragazza cordiale quale era, le sorrise, e le disse:

- Beh, grazie. Piacere, comunque, io mi chiamo Zoey, Zoey Lesnicky. Sei stata molto gentile a concedermi asilo -aggiunse scherzosamente; poi le tese la mano e attese un gesto, qualunque cosa, della bionda Serpeverde, anche se, in realtà, non aveva idea di cosa aspettarsi.

 
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view post Posted on 24/4/2013, 23:56
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Come poteva un padre avere il coraggio di trattare la sua unica figlia in quel modo? Era questo il suo mistero più grande. Un mistero che non stava riuscendo a svelare. Forse tutto quello che le stavano nascondendo i suoi genitori era la chiave di tutto, quella che finalmente avrebbe svelato tutto ciò che tormentava la piccola Sophie.
E poi tante, tante altre domande a cui non riusciva a dare una risposta.
Era risaputo poi che quella ragazzina dagli occhi di ghiaccio era la leader della scontrosità per eccellenza. Antipatica, gelida, irritabile. Sì, irritabile era la parola giusta. Ma non in quel momento. Aveva talmente tante preoccupazioni, tanti pensieri in testa che non aveva persino voglia di discutere e raccontare storielle buffe sui Mezzosangue e simili. E tutto ciò era strano, era molto strano. Evidentemente stava veramente passando uno dei periodi più bui della sua vita e probabilmente sarebbe passato quando avrebbe scoperto tutta la verità sul conto della sua famiglia. Chissà.
Il movimento della ragazza che si era appena accomodata accanto a sé, poi, le ricordó che si trovava ancora lì, in Biblioteca. Non nel suo dormitorio, non nella sua Sala Comune, dove avrebbe potuto perdersi nei pensieri quanto voleva. Si trovava in un'enorme Biblioteca stracolma di scaffali e di libri che volavano in ogni parte dell'ambiente, e nel focalizzare lo sguardo sul suo libro ancora aperto sul tavolo di legno, ricordó inoltre che il suo intento iniziale era quello di studiare. Ma era già passato un po' di tempo da quando si rese conto che era del tutto inutile. Sembrava tanto che fosse il suo libro a studiare lei e i suoi strani pensieri.
Sbuffó finché non sentì nuovamente la voce delicata della Grifondoro:
"Beh, grazie. Piacere, comunque, io mi chiamo Zoey, Zoey Lesnicky. Sei stata molto gentile a concedermi asilo".
Dopo aver ascoltato quelle parole a Sophie scappó una piccola risata, mentre guardava ancora il suo libro aperto. Dopotutto non erano così male gli appartenenti a quella Casata. Quella ragazza, Lesnicky appariva spiritosa e simpatica, ma la Serpeverde non lo era, o almeno non con chi non conosceva. Era nella sua natura, e infatti da quando era lì ad Hogwarts era riuscita a dialogare soltanto con una ragazza, Serpeverde come lei tra l'altro. La sua famiglia e i loro amici avevano da sempre avuto pregiudizi nei confronti di chi aveva il sangue sporco. E così fu cresciuta anche lei.
Con la coda dell'occhio poi, vide la mano rosea della ragazza tesa verso di lei. Beh, una conoscenza non si nega a nessuno, no? Nemmeno al proprio peggior nemico, anzi...
Si voltó completamente guardando in viso la giovane dai capelli scuri, alzò il braccio dal tavolo e le strinse delicatamente la mano:


"Sophie Armstrong".

Fu tutto quello che riuscì a dire, anzi... Si era sbilanciata fin troppo, considerando i colori della sua cravatta.

"Non è necessario che mi ringrazi".

Aggiunse in seguito, altrettanto freddamente mentre le due scioglievano la stretta di mano. Fece un lieve sorriso, molto lieve, ma non era un sorriso falso. Non voleva cominciare con il piede sbagliato com'era solita fare. E si stupì di se stessa.
 
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view post Posted on 25/4/2013, 11:36

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La ragazza non faceva altro che perdersi nei suoi pensieri, finché non arrivava qualcosa a svegliarla, ma poi si perdeva di nuovo: almeno, questa era l'impressione che aveva dato a Zoey.
Non le parve antipatica o scortese, ma era estremamente...distaccata: era alquanto ovvio che la giovane Serpeverde non era affatto abituata a relazionarsi con gli altri. La sua freddezza, evidentemente, non glielo permetteva.
Eppure, c'era qualcosa in Sophie che spingeva Zoey a continuare in qualche modo la conversazione, anche se non sapeva bene cosa: la bionda studentessa emanava una strana aurea che, implicitamente, chiedeva aiuto.

"Smettila di fare la strana e lasciala in pace, non lo vedi che è praticamente in un altro mondo? Studia, piuttosto, che ne hai bisogno.", le disse la sua noiosa vocina che di tanto in tanto la rimproverava per i suoi comportamenti; sapeva che non era normale come cosa, ma ormai aveva imparato a conviverci. Così come aveva imparato a riconoscere le persone che avevano bisogno d'aiuto.
Lei non era certo Wonderwoman o qualche altra superoina, ma forse poteva dare una mano a Sophie. Sapeva bene come, talvolta, una semplice chiacchierata potesse risollevare anche gli animi più tristi.
Certo, non sapeva quale sarebbe stata la reazione della compagna, quello era vero, ma perché non tentare? Se poteva rendersi utile in qualche modo, ne valeva la pena, eccome.
E del resto non le era parso neppure di avvertire una aperta ostilità da parte della ragazza nei suoi confronti, né quando si era presentata, né quando le aveva stretto la mano. Così, avrebbe provato a risollevare il morale della nuova conosciuta.
Zoey era fatta così: non le interessava sapere cosa affliggesse le persone attorno a lei, ma, una volta appurato che non stavano bene, faceva di tutto per farle tornare a star bene. Che fosse egoismo o altruismo, non importava: gli insegnamenti dei nonni cherokee le avevano inculcato l'idea che, per stare meglio con se stessi, era necessario per prima cosa che quelli che si avevano intorno stessero bene.
E così avrebbe fatto; chissà, forse, aiutando Sophie in qualche modo, con un po' di fortuna avrebbe ritrovato anche la giusta concentrazione per studiare.
Così, sorridendole nuovamente, tentò di nuovo di stabilire una conversazione:

- Oh, no, invece, io credo fosse necessario ringraziarti...sai, viste le rivalità tra le nostre due Case, non tutti avrebbero fatto sedere accanto a sé una Grifa come se nulla fosse. -
Non era un discorso da premio Nobel, ma almeno era qualcosa.

 
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view post Posted on 29/4/2013, 22:45
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I suoi pensieri tornavano a rivolgersi completamente a suo padre, anzi, ad entrambi i genitori, i quali chissà cosa le nascondevano.
Mancavano tutti i giorni dalla grande villa in cui viveva Sophie, era in un certo senso cresciuta da sola. Fin da quando era una piccola bambina, il suo pensiero fisso era: "Ma dove vanno? Cosa vanno a fare? Con chi si vedono?" E tutto ciò se lo chiedeva ancora allora, a 12 anni, nonostante si trovasse nella Scuola più bella in cui poteva capitare. E per di più nella Casata più bella.
Dubbi, mille dubbi assalivano la mente della giovane Serpeverde, che si trovava ancora in quell'enorme Biblioteca, con l'intenzione sana di studiare, ma era evidente che non era per niente la giornata adatta per farlo.
Fuori pioveva a dirotto, e non sarebbe stato il caso di uscire fuori a bagnarsi come un pulcino. Era solita uscire mentre pioveva, ma, sistematicamente, il giorno dopo si ritrovava con la febbre alta. E Sophie non sopportava l'influenza.
I suoi pensieri poi tornarono ai suoi genitori e alle mille cose che le nascondevano. Ripensó a quella foto ritrovata da Emily Claire Rose, sua compagna Serpeverde. Aveva trovato feeling sin da subito, proprio perché aveva il suo stesso modo di pensare. Ma c'era altro tra di loro? Cosa significava quella foto in possesso dei genitori della Rose, che ritraeva entrambe insieme, da bambine?
Scosse il capo, sbuffando. Era stufa. Stufa di tutti quei dubbi, pensieri, problemi...
Si voltó verso la compagna Grifondoro che sedeva accanto a lei, la guardó con i suoi occhioni di ghiaccio, notando in seguito un sorriso che spuntava dalle labbra della ragazza:
"Oh, no, invece, io credo fosse necessario ringraziarti...sai, viste le rivalità tra le nostre due Case, non tutti avrebbero fatto sedere accanto a sé una Grifa come se nulla fosse. "
Classico comportamento di un Grifondoro... Ne aveva sentiti tanti parlare in quel modo. Coraggio, gentilezza e altruismo. Erano così i Grifondoro.


"Non è mica un caso se le nostre due Casate sono rivali. Non trovi?"

Azzardó in questo modo, come era solita fare. La sua gentilezza, al contrario non era proprio il massimo, o meglio non esisteva proprio nel carattere della piccola Sophie. Si era mantenuta sulla giusta strada fino a quel momento, era partita con il piede giusto, ma forse erano proprio quei brutti pensieri la causa di quel suo comportamento irritante.
Personalmente Sophie, era a conoscenza della rivalità delle due Case in questione, ma ella odiava molto di più i Tassorosso. Li trovava ridicoli. Per quanto riguardava i Grifondoro, era solo una questione storica. Odiava la famosa bontà di Godric, il fondatore. Lo odiava per il semplice fatto che era stato lui l'artefice del male presente ad Hogwarts. Era stato lui che aveva permesso ai Mezzosangue di studiare la Magia. E questo Sophie, non lo sopportava.
 
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view post Posted on 30/4/2013, 11:58

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Zoey rimase in silenzio, mentre la ragazza accanto a lei ancora una volta svaniva tra la nebbia dei suoi pensieri: cos'era che la affliggeva tanto? "Smettila di impicciarti così tanto."; di nuovo lei, la fastidiosa vocina che si faceva largo nella sua mente per rimproverarla dei suoi presunti comportamenti non adeguati. Strinse le labbra e ridusse gli occhi a due fessure, voltandosi leggermente dalla parte opposta a Sophie, per non farle credere che quell'espressione corrucciata fosse rivolta a lei.
Le ci volle tutta la concentrazione possibile per scacciar via la sua "coinquilina", che proprio non voleva saperne di lasciarla in pace, almeno una volta ogni tanto. Era scocciate e irritante, per non dire poco normale: e Zoey si era davvero stancata di passare sempre per quella "strana" e scontrosa, a causa di quella vocina che la costringeva a isolarsi per non sentirla. Perché lei non era affatto scontrosa, anzi: era l'esatto contrario. Sulla sua stranezza, invece, purtroppo, non poteva smentire nulla.
Scuotendo piano la testa, si liberò sia della vocina che di quell'espressione infastidita, tornando la Zoey di pochi minuti prima, sorridente, gentile, comprensiva e disposta al dialogo, appena in tempo perché sentisse Sophie parlare, e quello che la compagna Serpeverde disse, la lasciò quasi senza parole.

"Non è mica un caso se le nostre due Casate sono rivali. Non trovi?"

Beh, Zoey, doveva ammetterlo, non si aspettava una risposta simile. Era anzi sicura che, come molti altri suoi compagni avrebbero fatto, anche Sophie avrebbe negato, dicendo che erano solo pregiudizi, cose così. Rendendosi falsa e ipocrita. Invece, la giovane Serpeverde non aveva fatto nulla di tutto ciò: era stata schietta e sincera. Zoey iniziò ad apprezzarla davvero per questo motivo. Sophie Armstrong forse era fredda e un po' asociale, era vero, ma se non altro era se stessa, senza indossare maschere ipocrite.
Aggrottò le sopracciglia, riflettendo sulla frase della bionda, e poi tornò a sorriderle, un lampo divertito nei grandi occhi neri:


- Un caso? Nah. Penso che siano rivali solamente perché la maggior parte delle persone, qui, vive di stereotipi. Personalmente, non ho mai badato granché ai pregiudizi. Bisogna conoscere per parlare. Ma capisco che molti studenti in questa scuola abbiano vissuto una vita intera con famiglie che inculcavano loro ideali, credo, abbastanza discutibili, senza permettere ai loro figli di fare...esperienza, diciamo così, per conto loro. E' da questo che nascono i pregiudizi. E così, di conseguenza, l'odio diventa una cosa che si tramanda di padre in figlio, di generazione in generazione. Ed è per questo che non ce ne libereremo mai. - concluse, alzando le spalle. Ecco, le aveva esposto la sua teoria, dicendo tutto quel che pensava, e senza preoccuparsi minimamente del fatto che Sophie potesse essere cresciuta in una famiglia di quel tipo.
Del resto, se la compagna era stata schietta, perché non doveva esserlo anche lei?

 
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view post Posted on 12/5/2013, 10:15
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Da quel momento in poi Sophie non venne più catturata dai suoi mille pensieri. Il discorso con la giovane Grifondoro si stava facendo assai interessante ed era evidente che entrambe non avrebbero esitato a dire ciò che pensavano. E infatti, così fu.
La ragazza dagli occhi neri pronunció quelle parole con schiettezza e sincerità, senza badare al fatto di poter offendere Sophie. Ma non si offendeva così facilmente.
Era risaputo, i Grifondoro avevano un coraggio da vendere, a differenza dei Serpeverde. Ed in quel momento Zoey aveva azzardato, attraverso quelle sue parole:
"Un caso? Nah. Penso che siano rivali solamente perché la maggior parte delle persone, qui, vive di stereotipi. Personalmente, non ho mai badato granché ai pregiudizi. Bisogna conoscere per parlare. Ma capisco che molti studenti in questa scuola abbiano vissuto una vita intera con famiglie che inculcavano loro ideali, credo, abbastanza discutibili, senza permettere ai loro figli di fare...esperienza, diciamo così, per conto loro. E' da questo che nascono i pregiudizi. E così, di conseguenza, l'odio diventa una cosa che si tramanda di padre in figlio, di generazione in generazione. Ed è per questo che non ce ne libereremo mai."
Già. Aveva proprio azzardato.
Sapeva, sapeva con certezza che la maggior parte dei Serpeverde erano cresciuti proprio in quel modo. La maggior parte di essi erano Purosangue, cresciuti con degli ideali veri e propri e dei pregiudizi nei confronti dei Mezzosangue. Ma quei pregiudizi erano fondati. Esisteva una marea di motivi per cui i Mezzosangue dovevano essere odiati e non erano degni di trovarsi in quella scuola. O ormai non era più la scuola degna di avere dei Purosangue come studenti, considerando ciò che ormai era diventata.
Le parole della piccola moretta erano dunque pronunciate con sincerità, proprio come aveva fatto Sophie un attimo prima. Certo, lei appariva molto più antipatica e scontrosa, ma era la sincerità che contata. E di certo alla bionda Serpeverde non mancava:


"Ciò che io, personalmente, non capisco è il motivo per cui questa scuola sia diventata quello che è ora. Lo so, sono ormai anni, se non decenni, che i Mezzosangue ne fanno parte. E non a caso la maggior parte di essi si trovano a Grifondoro, o Tassorosso, o Corvonero. E so anche che magari pur essendo Mezzosangue sono ugualmente dei Maghi, ma non avranno mai, e sottolineo mai le doti che ha un Purosangue. Perchè uno di loro viene considerato pari a me? Io non mi sento pari ad una persona dal sangue sporco. Non sono pregiudizi, è un odio fondato su delle basi concrete."

Ecco. Sincerità da una parte, e cattiveria dall'altra. La Serpeverde era sempre stata brava ad offendere, ma un Grifondoro non si sarebbe offeso così facilmente. Era per questo che preferiva quella Casata a quella di Tosca Tassorosso.
Pronunció quelle parole senza magari pensare di ferire e far male, considerando che quella ragazza potesse essere anch'ella una Mezzosangue. Ma Sophie era così, non se ne importava. Aveva sempre detto ciò che pensava, e avrebbe continuato a farlo sino alla morte.
 
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view post Posted on 12/5/2013, 18:44

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Il discorso si stava facendo interessante: Zoey, chiaramente, non la pensava come Sophie, ma dal suo punto di vista era sempre costruttivo dialogare con persone dalle opinioni differenti. Anche se erano diametralmente opposte.
Mentre la ascoltava, non poté trattenere un sorriso: tipico dei Serpeverde disprezzare tutto ciò che non era magico, ne aveva visti e sentiti tanti ribadire quei concetti, tante e tante volte.
La divertiva l'ardore con cui la bionda compagna difendeva quelli che per lei erano ideali e come cercava di avvalorare le sue tesi; ci credeva, eccome se ci credeva.
Eppure, non riuscì a trattenere neanche la vocina preoccupata che, come ogni volta, tornava a trovarla in casi simili.
"Non ne nascerà nulla di buono, vedrai" le faceva notare, fastidiosa e decisamente assillante; "Cerca di non accalorarti troppo. Praticamente sei in un campo minato."
Si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: a volte era davvero paranoica.
Nonostante questo piccolo monologo interiore, era riuscita a cogliere tutto il discorso di Sophie, e così, non appena questa ebbe terminato, dopo un attimo di riflessione, poté rispondere.

- Su basi concrete? Scusa, non riesco a capire...quali basi? Vedi, tu parli di "sangue sporco"...ma è sporco secondo quali basi? Credo che se in questo momento tu, mettiamo il caso, ti tagliassi per sbaglio, e nello stesso momento un Mezzosangue si tagliasse anche lui, uscirebbe sempre lo stesso sangue: denso, scuro, liquido...avrebbe lo stesso colore e la stessa consistenza. Dici che avrebbe anche lo stesso sapore? Beh, non siamo vampiri, quindi non ci può interessare questo punto. - le sorrise, cercando di farle capire che di certo non voleva polemizzare; aveva parlato in tono pacato e tranquillo, e così continuò, pur senza abbandonare le sue posizioni:
- Parli anche di doti...ma quali, se mi permetti? La magia, certo: ma, come vedi, tutti quanti in questo castello ne sono dotati, Purosangue e non. E svariate volte Mezzosangue e Nati Babbani sono riusciti a fare una carriera migliore di tanti Purosangue. Perché vedi, l'importante è avere un buon cervello, è quello che ci distingue. Alla fine, discendere da una famiglia di Purosangue da generazioni, è solo questione di scegliere bene il proprio compagno, anche senza amore, molto spesso. No, non è questo a rendere "degna" una persona: è usare il cervello che ci eleva alla grandezza. -
Ecco, aveva finito: aveva detto esattamente ciò che credeva e che riteneva giusto, proprio come aveva fatto la bionda Serpe. Probabilmente non sarebbe servito a far cambiare idea a Sophie, ma con un po' di fortuna, Zoey le avrebbe dato qualcosa su cui riflettere.

 
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view post Posted on 13/5/2013, 11:41
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Classiche parole di un Grifondoro. Sophie sapeva benissimo che stava "combattendo" una causa già persa in partenza, e molte volte le dava anche noia, dover parlare sempre delle stesse cose.
I Grifondoro si distinguevano dalle altre Casate, non solo per il coraggio da vendere, ma erano anche capaci di sostenere le proprie opinioni e i propri pensieri sempre e comunque.
Ma i Serpeverde non erano da meno: a loro mancava il coraggio, è vero, ma non la determinazione. Almeno non a Sophie. Nessuno sarebbe mai riuscito a farle cambiare idea.
Mentre la giovane ragazza parlava, la Serpeverde spostò lo sguardo verso il suo libro di Difesa Contro le Arti Oscure ancora aperto lì, su quel tavolo di legno.
Ascoltava però, con attenzione e curiosità, quelle parole, nonostante le avesse sentite e risentite un sacco di volte durante quei dodici anni di vita. Per questo motivo, l'angolo destro delle sue labbra si inarcò in un lieve sorriso: sapeva già che era inutile continuare, avrebbero entrambe difeso i propri ideali fino alla fine, e non le avrebbe fermate nessuno, se non loro stesse.
Sapeva benissimo che la maggior parte degli studenti presenti ad Hogwarts erano Mezzosangue, ed erano anche dei bravi allievi. E questo, Sophie non lo metteva in dubbio.


-Non è il colore e la consistenza del sangue che contano. Conta ciò di cui è fatto quel sangue, ciò che vi è dentro. Non odio i Mezzosangue, non hanno nessuna colpa. Piuttosto non riesco a capire come faccia un Mago a concepire un figlio con un Babbano. Dico che non avrà mai le doti di un Purosangue semplicemente perché un conto è crescere in una famiglia di soli Maghi, un altro è avere dei genitori Babbani o Mezzosangue. Un Purosangue viene messo a contatto con la Magia fin dalla nascita, al contrario di un Nato-Babbano.-

Lo scambio di opinioni continuava in questo modo, ininterrottamente, e si sapeva che nessuna delle due avrebbe cambiato idea.
Poi riprese:


-Lo ammetto, so che molti Mezzosangue sono molto abili e dotati, ma è tutto frutto di un disperato studio e non di esperienza. Resto del mio parere, come certamente farai tu e questo è un discorso inutile.-

Finì di parlare in questo modo. Certo, sarebbe potuta sembrare antipatica o altro, ma erano discorsi che non sarebbero mai finiti, se una delle due non li interrompesse.
Sarebbe anche potuta passare per quella che si arrende, che non sapeva più cosa dire, ma non era affatto così. Al contrario, decise di interrompere quel discorso proprio per il semplice motivo che entrambe avevano migliaia di cose da dire a riguardo. Era vero, era interessante, e magari in un altro momento avrebbe continuato a sostenere le sue tesi, ma non in quell'istante. La sua testa era troppo piena di pensieri e non poteva aggiungerne altri.
Quella ragazza però, Zoey, cominciava a piacerle. Avevano modi di pensare opposti, ma entrambe si dimostrarono determinate e fedeli ai propri ideali.

 
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view post Posted on 14/5/2013, 21:49

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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Zoey aveva ascoltato molto attentamente la compagna parlare, stavolta senza distrazioni varie; avrebbe di sicuro trovato la cosa molto divertente, se non solo non si fosse trattato di un argomento così grave e importante.
E tuttavia, non poté trattenere un risolino, quando Sophie replicò alla sua affermazione di poco prima.
"E cosa c'è nel sangue, a parte enzimi?", si ritrovò a pensare. Per poco non scoppiò a ridere; per nascondere questa reazione al suo pensiero, simulò qualche colpo di tosse, ma non era sicura che la giovane Serpeverde accanto a lei non avrebbe capito. Sembrava troppo sveglia e vispa per non comprendere che stava soltanto cercando di soffocare una risata.
E lei, era proprio una frana a mentire; anzi, sentiva già il sangue affluirle al viso e al collo. Presto sarebbe diventata più o meno del colore di un pomodoro maturo.
Sperava che Sophie non la prendesse troppo sul personale; nel dubbio, si sentì in dovere di spiegare.

- Scusa la risata, giuro che non era per te...sai, a volte mi frullano per la testa pensieri strambi. - le sorrise, incerta, poi continuò:
- Io credo che il sangue sia soltanto una formalità; non è forse vero che il valore di una persona viene stabilito da quello che compie? -
Soffiò verso l'alto, cercando di scostare dal viso alcune ciocche scure che puntualmente le ricadevano, fastidiose, davanti al viso; a volte aveva la sensazione che avere dei capelli così fini e lisci fosse una congiura ordita alle sue spalle. Non mancavano mai di irritarla, ogni qualvolta tentava di darsi un tono e di non fare, invano, ovviamente, la figura della stramba. E invece, puntualmente, ecco che tornavano a coprirle gli occhi.
Con un gesto brusco li ravviò, portandoseli indietro con la mano destra, mentre continuava a scrutare Sophie, in attesa di una qualche reazione da parte della bionda Serpe.
"Questa ragazza," pensò, fissandola, cercando di captare una qualche emozione nei grandi e freddi occhi chiari della compagna, "è un vero e proprio enigma, una Sfinge. Non riesco a capire se sia davvero interessata al discorso, o se mi consideri soltanto una fastidiosa zanzara che non riesce a scacciar via...o schiacciare."; rabbrividì. Sophie sembrava proprio il genere di persona che non si sarebbe fatta scrupoli nell'eliminare qualcuno, qualora questi non le fosse andato a genio.
Il ritorno alla realtà fu causato ancora una volta da una ciocca dei capelli scuri, che che lentamente le stava scendendo lungo la guancia, irritante, fastidiosa, e dannatamente lunga. Si ripromise di tagliarli.
Poi Sophie fece cadere il discorso, sottolineando il fatto che, come era ovvio, nessuna delle due avrebbe cambiato parere, per nulla al mondo; usò il termine "inutile" per descrivere lo scambio d'opinioni che era avvenuto fino a pochi istanti prima tra le due ragazze.
Certo, anche Zoey sapeva che ciascuna delle due sarebbe rimasta della propria idea, sbagliata che fosse, ma non riteneva affatto che il dialogo fosse inutile, così sentì il bisogno di dirlo.

- Questo è vero, era scontato il fatto che rimarremo della nostra idea, ma forse hai frainteso il mio scopo. Quello che volevo io era semplicemente un pacifico scambio d'opinioni, dal mio punto di vista un buon dialogo aiuta a maturare e ad allargare i propri orizzonti. -
Le sorrise, ancora incerta sul da farsi; ma poi, tornando seria, continuò, con voce pacata, ma ferma e sicura:
- Mi dispiace se la pensi in questo modo, perché per me è stato molto interessante e costruttivo passare del tempo con te, che la pensi in modo così diverso da me. Perciò, se ti ho offeso in qualche modo, ti chiedo scusa, non era mia intenzione. -
Continuò a scrutarla con gli occhi scuri, sostenendo lo sguardo glaciale della Serpeverde, mentre le labbra si curvavano all'insù, in un sorriso. Era dispiaciuta che quel discorso fosse caduto così, ma certo non poteva fargliene una colpa: sapeva bene quanto potevano esser pesanti alcuni argomenti, specialmente per due ragazzine come loro. Forse doveva solo svagare, ma prima aveva bisogno di rivolgerle un quesito che aleggiava nella sua mente dal momento stesso in cui avevano iniziato questo discorso.
- Senti, Sophie, se io in questo momento ti dicessi di essere una Mezzosangue, o una Nata Babbana, quale sarebbe la tua reazione? -
Rimase a fissarla, in attesa.

 
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