"Monotonia" pomeridiana., Fenix

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view post Posted on 9/4/2013, 22:31
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Una ragazzina dai capelli rossi era ferma dinanzi l’aula d’Incantesimi, un’orda di studenti le passavano accanto, ignorandola ed il loro gran vociare annunciava la fine della suddetta lezione.
La Serpeverde stiracchiò elegantemente le braccia tendendole sul capo e sbadigliò con la sinistra portata sulle labbra. I passi delle scarpe lucide risuonarono sul corridoio di nuda pietra mentre la ragazzina, lentamente, si avviava tra la folla, diretta ai piani inferiori della Scuola.
Dalle vetrate colorate s’intravedevano flebili raggi di sole ed Emily fu tentata dal raggiungere gli esterni del Castello, solitaria ed indisturbata, pensando vagamente che magari avrebbe potuto riposare gli occhi e la testa all’ombra di un bel faggio o perlustrare le sponde del Lago.
Una strana sensazione di debolezza e pigrizia tuttavia sembrava cullarla e giunta quasi al
piano terra, tentennò sulle scale d’ingresso poco distanti dalla Sala Grande.
Dal cortile antistante il massiccio portone di pietra, provenivano eccitate voci dei ragazzini del suo anno e questo spense ancor di più il piccolo accenno di frenesia che ancora spingeva la ragazza dalla divisa verde-argento a raggiungere il verde giardino e le umide zone più esterne della Scuola.
Per un attimo lo sguardo argenteo si posò sulla silenziosa Sala alla sue destra: molti studenti, evidentemente di età maggiore, se ne stavano con le teste ricurve sui libri, concentrati nello studio.
*Che noia*
Pensò distratta la rossa. Non c’era nulla, davvero nulla che poteva risvegliarla dalla monotonia che si stava lentamente impadronendo di lei quel pomeriggio.
Semplicemente si lasciò cadere sugli scalini, con la schiena poggiata contro le fredde mura.
L’atrio era invaso da tiepida luce naturale e qualche raggio arrivava a coccolare con il suo torpore le esili gambe della Serpeverde la quale socchiuse l’argenteo dei suoi occhi e poggiò la testa ribelle, rassegnata a quella noia.
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 11/4/2013, 14:17




Non ne poteva più della Aton e di tutti quei cavoli di fertilizzanti. Avrebbe tranquillamente preso uno dei suoi moschettoni per farglieli ingoiare, solo per farla stare zitta.
Andò subito in Sala Grande.
Mangiò in fretta e furia, in modo tale da sfruttare quei cinque minuti subito appresso la fine delle lezioni per evitare la calca di gente che poco dopo si sarebbe riversata.
Camminava velocemente, infastidito da ogni singola persona che rideva o scherzava per le cose più idiote del mondo. Scontroso sarebbe il termine più giusto da affibbiargli.
Quel giorno, incontrare Fenix non sarebbe stato bello.
Il ragazzino continuava a dirigersi verso le scale che portavano al primo piano: non aveva voglia di scendere in sala comune, quello sarebbe stato un posto talmente affollato in quell'ora che preferiva proprio evitarla.
Finalmente arrivò davanti l'aula. MA ecco la calca di gente provenienti dalle torri dei Grifondoro e dei Corvonero, i quali andavano contromano rispetto a Kommurg, con lo scopo di raggiungere la mensa: i più luridi.

O porca...
Imprecò il ragazzino, spostandosi celeremente sulla destra per non essere investito. Finito il transito di quel treno umano, Kommurg vide una ragazzina lì, seduta sugli scalini: capelli rossi, lentiggini. Le ricordava tanto la sua caposcuola, nonchè capitana della squadra di quidditch Aryadne Cavendish.
Si sedette, e potè vedere sulla sua divisa lo stesso stemma che era cucito sulla propria: Serpeverde.

*Niente casini, è una degna*
Dopo l'incontro di alcuni idioti appartenenti ad altre casate, Kommurg aveva iniziato a rispettare solo gli appartenenti alla propria.
Ma, soprattutto, dopo la morte della madre, in lui era cambiato pressochè tutto: insopportabile, sadico, a tratti completamente pazzo ed irrazionale.
Quel giorno la noia tenne a bada quello strano ragazzo, evitando così il fare idiozie.
Tornando alla ragazzina, se ne stava lì, impalata, frustrata dalla noia o da non so cosa. Probabilmente aveva la sua stessa età.
Carina lo era, quello si.

Buongiorno. Disturbo?
Disse con un ghigno il ragazzino.
Attese.

 
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view post Posted on 11/4/2013, 15:39
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Un'altra orda di studenti si accalcavano sulle scale e qualcuno si azzardò persino a colpire, seppur accidentalmente, la ragazzina lì seduta...

Stai attento dove metti i piedi, idiota di un Corvonero!

asserì scocciata.
Si pentì subito dopo di tale eccesso d'ira, non perché avrebbe voluto utilizzare più cortesia ma semplicemente perché odiava dare sfoggio dei suoi modi poco eleganti.
Tuttavia la monotonia ed il fastidio per quella folla avevano incoraggiato un simile atteggiamento e fortunatamente il ragazzo che l'aveva spinta si limitò a fissarla accigliato senza controbattere, altrimenti, solo per divertimento, era certa che ne sarebbe nata una (fin troppa) accesa conversazione.
Sbuffò impercettibilmente, poggiando il capo rossastro sulla sinistra, attendendo che l'ultimo gruppetto di ragazzine, la cui risata generale risultava più uno stridio di corvi all'orecchio della Serpeverde, sloggiasse.

*Finalmente*

pensò distratta quando il silenzio riprese a calare tra quelle mura.
Emily odiava essere letteralmente "accerchiata" da molte persone, soprattutto se si trattava di bambini che sembravano non aver ancora smaltito la loro eccitazione per l'arrivo ad Hogwarts.
Stava quasi pensando dove potersi spostare per cercare qualcosa, qualsiasi cosa, che impegnasse quelle ore smorte quando una domanda, evidentemente rivolta a lei, la scosse da quei pensieri.

- Buongiorno. Disturbo? -

Emily alzò lo sguardo chiaro sulla testa corvina e arruffata del ragazzino dinanzi a lei.
Lo studiò per pochi secondi, giusto il tempo di notare i colori della divisa che li accomunavano.
Evidentemente anche il concasata cercava un posto tranquillo, lontano dai chiacchiericci insensati.
Solo il ghigno con il quale le rivolse la parola sembrò irritarla appena, ma decise di non farci caso.


- Oh figurati, se vuoi ridurti anche tu ad accomodarti qui, per evitare le pecore al pascolo, fai pure -

rispose atona. Magari avrebbe trovato un modo curioso per scacciare l'apatia di cui era impossessata.

Edited by • Emily C. Rose - 11/4/2013, 18:41
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 23/4/2013, 18:56




Oh figurati, se vuoi ridurti anche tu ad accomodarti qui, per evitare le pecore al pascolo, fai pure .
Così rispose la rossa, e il ghigno si fece un pochino più largo.
Aveva ragione: pecore al pascolo che pensano solo a mangiare.
Il ragazzino si sedette accanto alla rossa, prese un moschettone e cominciò a giocherellarci con le dita, giusto per ammazzare un po' il tempo.
Si rifece serio. Guardava davanti a lui, con gli occhi vuoti e l'espressione stanca ed annoiata.
Le uniche parole che gli uscirono di bocca le usò per presentarsi alla ragazza:

Kommurg Berkan Fenix, primo anno. E lei, signorina?
Attese



Scusa il ritardo ed il post misero, ma lo studio ed il camposcuola mi permettono di fare poco di questi tempi...:(
 
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view post Posted on 23/4/2013, 22:50
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Emily riposò lo sguardo chiaro sul ragazzo, come se lo stesse studiando.
La sua attenzione venne catturata dal gioco meccanico delle sue dita intorno al moschettone di metallo.


Kommurg Berkan Fenix, primo anno. E lei, signorina?

La Serpeverde scostò appena la schiena dal muro di pietra fredda, giusto quanto bastava per riuscire a porgergli la candida mano.
Forse, quel gesto formale, era poco adatto alla situazione che, per volere di nessuno, si era appena creata.
I due non si conoscevano affatto ma dai loro volti traspariva una cosa che già condividevano: la noia.


Emily, Emily Claire Rose.

Sentenziò, attendendo che il ragazzo accettasse la sua stretta.

Primo anno... Anche io.

Aggiunse con lo stesso tono privo di vitalità.
Frustrazione... Monotonia...
Era in una Scuola di Magia e la cosa più invitante erano le piume bruciacchiate della lezione di Incantesimi. Possibile?
Davvero non c'era nient'altro a risvegliarla da quella sconfinata apatia?
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 26/4/2013, 11:38




Guardò per una attimo la pallida mano della ragazza, per poi stringerla lievemente.
Dopo quel gesto, Kommurg guardò per un attimo l'orologio situato sulla parete di fronte a lui. Ancora tre quarti d'ora. Che inferno.
Riprese il moschettone.
LO guardava con uno sguardo intenso, come se quello fosse una specie di amuleto.
Ed in parte era così.
Posò un attimo lo sguardo sulla giovane serpe. La sua somiglianza con la Cavendish era a dir poco impressionante.
Ed in lei non mancava la bellezza, questo era poco ma sicuro.
E poi si sa, tutti gli uomini amano i capelli rossi...
La sua domanda fu spontanea:

Per caso se parente della nostra caposcuola?
Disse, dopo aver volto lo sguardo nuovamente sul moschettone.
Un moschettone che portava nell'animo di Kommurg sorrisi, pianti, gioie, disgrazia.
Poi prese l'armonica, e guardò anche quella.
Gli unici ricordi che aveva dei propri genitori. Il cervello di Kommurg stava letteralmente impazzendo: il ragazzino sembrava diventare sempre più furioso nel vedere quegli oggetti.
Doveva fermarsi. Bastava poco e il montanaro poteva diventare una bestia impazzita, difficile da frenare.
Li rimise immediatamente in tasca, cercando di placare e nascondere la sua ira.
Appena in tempo.
Guardò nuovamente la ragazzina: e il ragazzo tornò a sorridere.

 
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view post Posted on 26/4/2013, 12:24
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*Per caso se parente della nostra caposcuola?*
Nell'udire quella domanda, Emily non potè nascondere il piccolo sorriso sarcastico apparso sulle sue labbra rosee.
L'ennesima persona, l'ennesima identica domanda: tutti la conoscevano come la parente della Caposcuola.
Vero, frequentava solo il primo anno, non tutti, per non dire quasi nessuno, avevano avuto modo di conoscerla e lei non poteva dire di aver dato sfoggio della sua personalità o delle sue abilità magiche.
Ad ogni modo, odiava che la riconoscessero per quello, sperava che prima o poi le cose sarebbero cambiate. Non era il suo obiettivo principale, non lo era affatto, l'essere famosa all'interno della Scuola, non bramava di certo il sussurro sulle labbra dei presenti al suo passaggio.
Non era ancora arrivata ad ambire ciò ma... In egual modo, non voleva, odiava, quell'appellativo.
Con un flebile sospirò, decise che sarebbe stato educato rispondere, ad ogni modo non era colpa della giovane conoscenza se lei risultava infastidita dalla sua domanda.

- Già, sono sua cugina, da parte di madre. -
asserì semplicemente, tornando inespressiva.
Il suo sguardo si posò nuovamente, curioso, sull'oggetto tra le mani del compagno, al quale se ne era aggiunto un altro.
L'espressione del suo volto non lasciava trasparire indifferenza o noia, come pochi istanti prima, ma...
*Sembra irritato, anzi, peggio*
Pensò, inclinando appena il capo rossastro mentre lo osservava.
Forse a lui avrebbe dato fastidio, certo, ma Emily era fondamentalmente una persona curiosa, faceva parte del suo carattere ambizioso e, per lo più, egocentrico.
Il suo sguardo venne ricambiato... un sorriso.
Emily si mordicchiò il labbro inferiore, flebilmente, come tentata da parole che non era sicura di pronunciare.

- Qualcosa non va? -
Chiese infine. Il suo tono sembrava comprensivo ma in realtà, se qualcuno avesse avuto il dispiacere di conoscerla bene, avrebbe anche imparato che prima di tutto c'era lei: la sua curiosità, il suo desiderio di sapere, che si estendeva dalle piccole alle grandi cose, e poi, se credeva che lo meritassero o se poteva guadagnarci qualcosa, la sua offerta di aiuto.
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 29/4/2013, 22:17




A parte tutto? Mmm...non saprei.
Rispose sarcasticamente il giovane Serpeverde.
La curiosità è legittima: ma col ragazzino questo postulato non valeva.
Il motivo era sempre lo stesso: il ragazzo amava guardare avanti. Continuava a ripetersi che quello che era stato fatto era stato fatto. Quello che era successo ormai era successo.
Il tempo si mangia ogni cosa, e non è recuperabile.
E scavare nel passato...era la cosa che odiava più di tutto.
Soprattutto dopo gli eventi accaduti pochi giorni prima.
Ma ormai i ricordi affioravano nella mente come se fossero palline che rimbalzavano continuamente nella propria testa: era impossibile tralasciarli. Stava scoppiando. Mancava veramente poco. Si alzò guardò l'ora: aveva mezz'ora di tempo.
Quanto bastava per sfogarsi in giardino lontano da occhi indiscreti.

Signorina, vado in giardino. Non le consiglio di seguirmi.
Un ghigno sadico, divertito, pazzo.
Fu quello che comparì sulla bocca del ragazzo.
Doveva sbrigarsi, se non voleva arrecare danno a nessuno. Ed era meglio sbrigarsi.
Senza un correre, ma con un passo molto lesto si avviò verso l'uscita. Senza guardare indietro, senza curarsi delle persone che accidentalmente intruppava.
Il tempo scorreva.
Troppo in fretta.

 
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view post Posted on 6/5/2013, 18:00
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- Hey! -
Emily si alzò di scatto, talmente in fretta che dimenticò di portare con sè la tracolla abbandonata sui gradini.
Non sapeva di preciso cosa la spingesse a rincorrere il Concasata, possibile che fosse perchè l'aveva piantata lì nel bel mezzo di una discussione?
*Beh ho anche fatto finta di preoccuparmi!*, penso scocciata.
Se non voleva essere seguito perché istigarla in quel modo?
" Non le consiglio di seguirmi "
*Beh mossa sbagliata, carino*

Non correva e, quindi, fu semplice raggiungerlo ancora sull'ingresso e cingergli la divisa con debole forza, quel tanto che bastava per farlo fermare.
Forse era proprio il tono della sua voce che aveva indotto Emily ad interessarsi.
E poi quell'espressione sul suo volto... La serpeverde attese, preparata a ricevere nuovamente la visione di quel ghigno sinistro.

- Cosa hai intenzione di fare? -
*Beh potrebbe anche coinvolgermi!*, ingenuamente Emily pensava che ci fosse sotto qualche semplice marachella, tuttavia il suo stesso sguardo chiaro e sorpreso a causa dell'impensabile e strambo saluto del compagno le lasciava supporre che ci fosse altro, qualcosa di più... "particolare".
 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 7/5/2013, 17:44




Il consiglio non era stato seguito. Forse era stato un grosso errore. O forse no....
Senza rispondere alla domanda della ragazza, la prese per un polso, schiacciandone la vena: non avrebbe sentito tanto dolore, ma quella ferrea presa non avrebbe fatto scappare la ragazza. Voleva vedere chi era, voleva vedere perché faceva così. E sarebbe stata accontentata.
Mentre portava la concasata verso il giardino, girò lesto su di un corridoio solitario: la doveva avvisare...per un motivo anche a lui stesso sconosciuto.
Forse l'appartenenza alla sua stessa casata, o forse...qualcosa che andava oltre il razionale.
Gli prese anche l'altro polso e parlò, con una voce profonda, maligna: stava già accadendo. Doveva sbrigarsi.

Non sarà bello. Non so se la tua è semplice ingenuità o curiosità: ma sappi che sei la prima a vedere questo scempio.
La guardava dritta negli occhi, con uno sguardo infuocato e pazzo.
E successe qualcosa. Quei capelli rossi, quelle pallide membra...erano, semplicemente belle.
La sua presa si fece per un brevissimo attimo più morbida, come se avesse paura di rovinare quei bei polsi.
Sorrise.
Ma, appunto, era un attimo. E chi conosce bene Kommurg sa che è terribilmente lunatico: si girò di scatto, ristringendo la presa.
L'uscita era vicina: da quel momento poteva accadere semplicemente di tutto.



Ci spostiamo in giardino?!?!
 
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view post Posted on 7/5/2013, 18:36
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Accadde tutto all'improvviso. Il concasata si era voltato, serrando la propria mano intorno al sua candido polso.
Emily non provò dolore, affatto, tuttavia sul suo viso si dipinse una sfumatura rossastra. Non si aspettava una simile reazione tanto meno la facilità con cui si lasciava trasportare, inerme, dal ragazzo.
Perché non reagiva?
Sentiva le vene del suo esile polso, pulsare contro la stretta abbastanza forte di Fenix.
E nuovamente, senza esitazione, il Serpeverde arrestò la sua corsa cieca: la sua presa si fece molto più debole, Emily poteva andarsene, scappare.
Restò lì immobile, il capo leggermente curvato in un'innocente espressione dubbiosa.
"Non sarà bello. Non so se la tua è semplice ingenuità o curiosità: ma sappi che sei la prima a vedere questo scempio."
Lui parlò, la sua voce non risuonava soave e gentile come alle sue prime parole, anzi. Un'espressione furiosa delineava il suo sguardo che solo per un attimo parve spaventato, sorpreso.
Non ebbe il tempo di rispondere alcunché, Fenix le serrò nuovamente il polso, conducendola dietro di sé senza che reagisse.
La sinistra di Emily si strinse intorno alla bacchetta posta nell'incavo della gonna della divisa, incerta sugli accadimenti che si sarebbero susseguiti da lì a poco tempo.
Voleva seguirlo.
Lo sguardo argenteo si posò sulla borsa ancora ai piedi della scalinata principale, non aveva alcuna importanza riprenderla in quel momento.
Il sole le inondò il volto e gli occhi chiari, infastiditi da quella luce forte ed improvvisa.


Certo. Apri tu?
 
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