Incontri lontano da occhi indiscreti, x Trhesy

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view post Posted on 13/4/2013, 21:21
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Quanto tempo era passato dall'ultima volta che se ne era andata in giro per un motivo che non fosse rispondere alle esigenze di qualcun altro? Da tempo non poteva fare una passeggiata come si doveva, doveva sempre stare attenta a come si muoveva a non farsi riconoscere per evitare domande imbarazzanti sulla sua attuale condizione. E in fondo, che avrebbe potuto dire? "Mi sono lasciata convincere da un pazzo furioso per evitare che radesse al suolo la mia scuola nel giro di un secondo?" Se non le aveva creduto Camille, chi mai avrebbe potuto farlo?
Sospirò mentre entrava nel locale con a reputazione peggiore di tutta Hogsmade: non le era mai piaciuto, neanche un po', ma se avesse dovuto trovargli qualcosa di positivo, di certo sarebbe stato il fatto che il gestore, i camerieri e la clientela stessa sembravano dedicarsi esclusivamente ai propri affari, ignorando deliberatamente qualsiasi altro avventore.
Questo ovviamente, aveva sia i suoi lati positivi, sia quelli negativi: da un lato c'era il fatto che nessuno avrebbe fatto domande, nel vederla lì, dall'altro qualsiasi cosa fosse successa, nel bene o nel male, sarebbe stata notata solo da lei. Scosse la testa, tentando di scacciare quei pensieri disfattisti sedendosi al primo tavolo libero e cercando di concentrarsi sui motivi per cui si trovava lì. Il biglietto era tutto stropicciato tra le sue mani


CITAZIONE
Potrà apparirle strano, ma visti i recenti avvenimenti ad Hogwarts, sento la necessità di parlarle.
Potremmo vederci alla Testa di Porco, sarò lì per le 18:00
Trhesy.

Sì, in effetti le era sembrato alquanto strano, l'ex caposcuola Tassorosso le era sempre sembrata piuttosto restia a parlare con lei ed ora... cos'era quell'urgenza? Quanto seriamente doveva preoccuparsi? Sollevò lo sguardo all'orologio semi nascosto dietro il bancone: l'avrebbe saputo presto, le 18 erano appena scoccate.
 
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view post Posted on 15/4/2013, 11:37
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Aveva letto e riletto quel bigliettino che aveva inviato alla Dalton tante volte; così tante che ad un certo punto le era parso stupido; ma ormai lo aveva spedito. Non le restava che recarsi all’appuntamento e sperare che ci fosse.
Sospirò malinconica guardando l’azzurro cielo sopra Hogsmeade, bianche e vaporose nuvole si spostavano lente, sospinte dalla leggera brezza. Viaggiavano. Avrebbe voluto farlo anche lei, essere libera di viaggiare, andare ovunque le dicesse la testa, senza problemi di sorta, senza catene che la costringevano a restare lì.
Sospirò ancora incamminandosi verso la Testa di Porco, forse era in ritardo.
Forse aveva guardato per troppo tempo la luce del giorno, tenendo il naso all’insù come una bimba curiosa che indica alla mamma tutto ciò che vede, perché vedeva dei pallini che le passavano davanti agli occhi. Seguirli con lo sguardo era impossibile, più lei spostava le pupille più questi si muovevano quasi sfuggendo alla sua vista. Ce ne erano di bianchi, di colorati, ma anche neri.
L’insegna delle Testa di Porco comparve in mezzo ai pallini colorati, allungò la mano per afferrare la maniglia della porta, ma toccò solo legno. Tastò, muovendo la mano in cerca della maniglia, era lì, lo sapeva che era lì, ma quegli stupidi pallini le impedivano di vederla. Questi avevano iniziato ad unirsi diventando sempre più grandi. Alla fine la trovò, la maniglia, e la abbassò per aprire la porta. L’aria viziata dell’interno del locale giunse alle sue narici... la avvertì quasi putrida, storse il naso guardando all’interno del pub.
In confronto alla luce che c’era fuori, questo era molto più buio, quasi lugubre...non era una frequentatrice assidua di quel luogo, ma non se lo ricordava a quel modo. Faticava a capire se fosse effettivamente nel posto giusto, era strano, indefinito, un luogo di cui riusciva a percepire la sola presenza di ombre, ombre lamentose in continuo movimento.
Spalancò la porta per farvi entrare la luce, ma le ombre rimasero tali ed i lamenti aumentarono di volume; pur sforzandosi di capire, non riusciva a percepire il significato di quelle voci. Non seppe dire quanto rimase, immobile, sulla soglia della porta, fin quando qualcuno non la spintonò, forse per entrare nel locale.
I lamenti vennero sovrastati da un brusio di voci. Si portò una mano sugli occhi, stropicciandoli e quando li riaprì vide ciò che effettivamente c’era: un bancone con dietro un uomo corpulento; i tavoli occupati da clientela intenta a bere ed a confabulare; un cameriere con il vassoio in mano che continuava a ripetere: “entra o esce”; stava intralciando l’ingresso. E le ombre? I lamenti? Quel posto strano che aveva visto entrando? Si guardò intorno, cercando, ma era tutto sparito nel nulla. Forse stava impazzendo.
Si decise ad entrare. Guardò i tavoli, scartando a priori quelli occupati da più di una persona, cercando Caroline.

 
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Melody Jackson
view post Posted on 16/4/2013, 15:01




*Che bellezza .. Invece di poter festeggiare con gli amici la promozione devo pulire ..tutto..questo..squallore..*

Pensai alzando gli occhi al cielo,mentre un cuoco mi fissava . Lo notai e feci un gesto con la mano che lui capì,e infatti si volto ripugnante e tornò nelle cucine . Odiavo essere osservata da questo genere di persone . Sapevo che 'loro' non erano solo brutti fuori,ma anche dentro . Vedevo con i miei occhi,quando ero di servizio,le risse,gli agguati e gli scherzi di pessimo gusto che i ripugnanti fuochi facevano ai poveri clienti . Gli odiavo ,odiavo il mio lavoro e tutti i servizi che dovevo fare . Sbuffai ancora una volta ,mentre con la mano avvolsi il cencio che fino a poco fa era immacolato adesso invece era più grigio dell'asfalto . Immersi lo straccio nel secchio ove c'era acqua e sapone,quindi lo strizzai sopra il tavolo creando una pozza di sapone rosa,che formò piccole bollicine che scoppiavano per riformarsi poco dopo . Sospirando passai il cencio nuovamente,mentre il sapone si espandeva al resto del tavolo . Il facevo il possibile per rendere sempre più pulito il locale,ma ogni volta che raggiunge o il mio obbiettivo ,bastava un solo giorno di non servizio e poi il locale tornava come prima : un porcile . La porta di aprì e notai entrare la preside . Mi diressi verso di lei,contenta di levarmi dalle vicinanze della porta che dava sulle cucine .


Buongiorno professoressa . Cosa desidera ordinare ?

dissi in tono gentile,anche se mi accorsi di non essere pienamente riuscita a mascherare la tensione . Lavoravo in questo posto per un unico motivo : guadagnare per la mia nuova scopa . Ambivo al top,a una firebolt. Ma se continuavo così la firebolt poteva anche sfumare davanti ai miei occhi,come un sogno irraggiungibile
 
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view post Posted on 20/4/2013, 12:47
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Si guardò ancora intorno, mentre la convinzione che mai, se non fosse stata invitata, avrebbe messo piede in quel locale diventava sempre più salda. Non sapeva decidere se guardarsi intorno, in attesa della ragazza o lasciar cadere lo sguardo sul tavolo nella speranza di essere ignorata. Entrambi i comportamenti avrebbero avuto i loro risvolti positivi e negativi, non le restava che decidere quale, in quel momento, le sarebbe stato più favorevole. Di certo se avesse tenuto gli occhi bassi, tutti l'avrebbero ignorata.... tutti, appunto, anche Trhesy, che avrebbe potuto non accorgersi di lei. Sospirando decise di correre il rischio: desiderava uscire di lì il prima possibile, ancora più di quanto non desiderasse essere ignorata. Sperava soltanto di non incontrare nessuno di sua conoscenza. Ma la sua speranza ebbe vita breve: qualcuno sembrava averla riconosciuta... anche se a lei non sembrava proprio di ricordare quel viso tra le migliaia di studenti che aveva avuto nel corso degli anni. Sbuffò. Erano mesi che non insegnava più, eppure ancora manteneva la nomea di docente, nonostante il suo aspetto fosse quello di una ragazzina di diciassette anni. Si voltò verso la ragazzina.
-Non mi sembra di conoscerti. Cosa ti fa credere che io insegni, alla mia età? Ho soltanto diciassette anni.- specificò, anche se lei stessa cominciava a non essere più tanto sicura della propria età. Tutti quei cambiamenti l'avevano destabilizzata non poco, cominciava a non sapere più cosa dire. Si rivolse nuovamente alla ragazzina
-Comunque, per il momento, non prendo niente, sto aspettando un'amica- aggiunse, mentre un involontario sorriso nasceva sulle sue labbra. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe mai parlato di lei e Trhesy in quei termini. Non era neanche vero, a dirla tutta, ma era l'impressione che probabilmente avrebbero dato e che avrebbe potuto sembrare la più veritiera. E chissà, magari col tempo, i suoi rapporti con la tassa sarebbero diventati meno formali, magari quando anche lei fosse uscita dalla scuola e avrebbero potuto davvero diventare amiche. A proposito, ma dov'era finta? Prese a cercarla con gli occhi per un tempo che le parve infinito. Finalmente la individuò: era sulla soglia e sembrava un po' spaesata, come se non riuscisse a vederla. E poteva anche essere vero. In fondo, il locale era piuttosto affollato. Si sollevò, agitando una mano nella sua direzione, evitando di chiamarla, sarebbe stato inutile.
 
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view post Posted on 21/4/2013, 20:15
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Il vociare del locale l’aveva disorientata. Cos’era quella cosa che aveva visto? Che fine aveva fatto? Girò su se stessa, guardando da una parte all’altra della sala. Doveva aver girato troppo rapidamente, perchè le venne un capogiro e si ritrovò a sbattere contro la sedia si uno dei clienti. Questi la guardò con un sorriso malevolo. Si scusò, rimettendosi dritta e cercando di procedere in linea retta onde evitare altri sbandamenti.
Una mano sventolante attirò la sua attenzione, doveva essere Caroline, sebbene non ne fosse del tutto convinta. Ma in quel momento erano ben poche le cose di cui era convinta.
Si avvicinò al tavolo della giovane. Le avevano detto che era cambiata e, più si avvicinava, più si rendeva conto di quando quell’informazione fosse vera. Compì gli ultimi passi un po’ barcollante e si fermò di fronte a lei, guardandola da capo a piedi...era diversa, somigliava molto alla Caroline che conosceva, ma avrebbe giurato fosse la figlia.

-Wow-
Le uscì del tutto spontaneo
-Mi avevano detto quello che ti era successo, ma è a dir poco sconcertante-
Le aveva dato del tu, forse per la primissima volta da quando la conosceva, e non se ne era neppure resa conto.


 
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view post Posted on 22/4/2013, 20:43
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Non avrebbe mai creduto che in un locale del genere ci fosse tanta confusione. Sperò che Trhesy la vedesse presto, si sentiva un po’ stupida a stare col braccio alzato in quella maniera, ma era evidentemente, l’unico modo per farsi notare. Urlare era fuori discussione. Certo, avrebbe potuto usare un “Sonorus” e la sua voce avrebbe superato in volume quella di chiunque altro… ma avrebbe anche attirato l’attenzione di praticamente tutto il locale ed era proprio quello che voleva evitare. Ci aveva già pensato quella cameriera a metterle la luna di traverso. Sbuffò, ripensando alle sue parole. “Professoressa”… ma di che cosa, professoressa? Era stata docente di DADA solo perché si era lasciata convincere da sua sorella, perché non avrebbe potuto giustificare la sua crescita improvvisa e perché voleva starle vicino. Certo, poi, col tempo, era diventata esperta e capace nella sua materia, ma l’aveva fatto a costo di tanti sacrifici e tante notti in bianco… e di certo, anche se si era impegnata come non mai, non poteva dire di avere le conoscenze che si addicevano ad una prof. Ma non era quello il momento di pensare a certe cose, ora era soltanto curiosa di sapere cosa aveva da dirle Trhesy di così riservato da richiedere addirittura un incontro in quel locale. Ma presto l’avrebbe saputo. Osservò la ragazza muoversi nella sua direzione e abbassò la mano, dato che il suo scopo era stato raggiunto. Mosse la mano che era stata alzata fino a quel momento per portarsi una ciocca di capelli dietro le orecchie. Quel giorno aveva deciso di tenerli sciolti, dato che non doveva fare nulla che richiedesse di avere la visuale libera. E poi, ora che aveva un aspetto da ragazzina era il caso di sfruttarlo e goderselo. Sorrise vedendo Trhesy accomodarsi di fronte a lei e sentendo il suo commento. E il suo sorriso si allargò quando la sentì passare in maniera del tutto naturale al “tu”. In fondo potevano essere benissimo coetanee… anzi, se non ricordava male, ora era la Tassorosso ad essere più grande di lei. Ghignò per l’ironia, quindi tornò a rivolgere lo sguardo alla sua interlocutrice
-Eppure lo sapevi che quella non era la mia età naturale, immagino che Jessica debba avertelo raccontato a suo tempo- affermò, riferendosi alla conversazione successiva alla finale dei Mondiali. Ricordava di aver fatto un’allusione simile a suo tempo anche se ora non avrebbe saputo riportarne le parole precise. E sicuramente Jessica, che era venuta a conoscenza di tutta la storia ne aveva messo a parte anche la ragazza. Ed era giusto così, Trhesy si era dimostrata in tutti quegli anni una persona degna di fiducia, lei stessa non avrebbe potuto scegliere una persona migliore a cui rivelare tutto. Ma non erano lì per parlare di quello
-Allora… vuoi ordinare qualcosa prima di dirmi il motivo per cui siamo qui? E magari cerchiamo di depistare la ragazzina lì- disse indicando la ragazzina coi lunghi capelli neri che le si era avvicinata in precedenza -che appena mi ha visto mi ha chiamato “professoressa” ed io non so neanche chi sia.- Ancora si chiedeva come aveva potuto riconoscerla una ragazzina che non poteva averla mai vista. Sollevò le spalle, lasciando perdere quel pensiero e disponendosi ad ascoltare ciò che la tassorosso aveva da dirle.
 
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view post Posted on 24/4/2013, 18:13
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Poggiò una mano sul tavolo, lasciandosi scivolare sulla sedia libera, era un po’ stanca eppure non aveva fatto granché quel giorno.
Alla prima affermazione di Caroline annuì. Jessica le aveva raccontato di quella strana storia sulla crescita miracolosa della Dalton, ricordava di essere rimasta sbigottita da quell’avvenimento. Ma nel corso degli anni aveva imparato a vedere Caroline Dalton come una giovane donna, come un’insegnate, anche sapendo che il suo aspetto non rifletteva perfettamente la sua età anagrafica, era quello il ruolo che aveva avuto nella sua vita. Ritrovarsela di fronte completamente cambiata era impressionante. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, sembrava addirittura più piccola di lei.
Distolse lo sguardo da quel viso fanciullesco solo quando Caroline le indicò la cameriera

-Si, mi ci vuole qualcosa di forte-
Disse passandosi una mano tra i capelli.
-Il motivo per cui siamo qui è collegato a ciò che sta succedendo, che è successo-
Continuò
-Non sapevo se Hogwarts andava bene...ho pensato che magari qui, davamo meno nell’occhio-
Sapendo cosa le era successo, magari ad Hogwarts qualcuno avrebbe potuto fare domande, riconoscerla; sebbene la scelta della Testa di Porco non avesse risolto del tutto quel problema; l’avevano riconosciuta anche lì.
Non sapeva bene come approcciare il discorso, aprì la bocca per parlare, ma la richiuse senza spiccicare una parola. Forse era meglio se lo diceva e basta

-La Bennet ci ha accennato qualcosa, ma onestamente mi aspettavo che fosse più loquace. L’idea dell’evacuazione è stata pessima...Ma dico vi siete ammattite tutte quante?-
Mantenne un tono di voce basso mentre parlava, sporgendosi leggermente in avanti per ridurre la distanza con la sua interlocutrice. Naturalmente con “tutte quante” si riferiva a lei, alla Pompadour ed alla Bennet.
-Assecondare in questo modo il volere di un folle omicida. Nessuno ha pensato che fosse una pessima idea? Gli avete aperto le porte di Hogwarts-
Aveva detto quello che pensava, che aveva pensato fin dall’inizio, fin da quando aveva appreso di quel piano sconsiderato. Lo aveva detto anche alla nuova Preside che sarebbe stato uno sbaglio, ma non era servito a nulla.


 
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Melody Jackson
view post Posted on 24/4/2013, 18:53




Vidi arrivare un'altra . Si unì alla donna ,che mi guardô male per averla chiamata 'professoressa'

Scusami tanto,errore mio .. L'avevo scambiata per un'altra persona..sai,da dietro..

Dissi giustificandomi,sentendo le orecchie avvampare per l'imbarazzo. Non sapevo se dare alla donna del 'tu' , del 'lei o (magari no) del 'voi' . Così feci un misto . Mentre esse confabulavano come se io non ci fossi,forse parlando male anche di me,rimasi a sguardo basso con il taccuino nelle mani,abbassate anch'esse . La seconda arrivata mi disse che le ci voleva qualcosa di forte,quindi estrassi un foglio rinforzato dove vi era impresso il listino prezzi.

Questo è il listino prezzi. Se mi permetti,le consiglierei qualcosa di alcolico,come una burrobirra alcolica o un vino elfico . Ma ció è a sua discrezione ..

Dissi,mischiando il 'tu' e il 'lei' è porgendole il listino pre⛳zzo,che recitava :

Bevande :
Caffè - (1 falci) -
Tè gorgogliante - (1 falci) -
Succo di Zucca - (2 falci) -
Acqua - (1 falce) -
Burrobirra - (2 falci) -

Alcolici:
Burrobirra Alcolica - (3 falci) -
Whisky incendiario - (5 falci) -
Brandy - (5 falci) -
Idromele barricato - (5 falci) -
Vino Elfico (2 falci il bicchiere, 10 falci la bottiglia)
Rhum invecchiato (3 falci in bicchiere, 10 falci in bottiglia)
Goblingrappa (2 falci il bicchiere, 10 falci la bottiglia)
Assenzio Gallese Verde (3 falci in bicchiere, 10 falci in bottiglia)
Tequila Crucio Crucio (2 falci il bicchiere, 10 falci la bottiglia)
Gin (2 falci il bicchiere, 10 falci la bottiglia)
Vodka delle Ebridi (2 falci il bicchiere, 10 falci la bottiglia)


Edited by Melody Jackson - 27/4/2013, 12:54
 
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view post Posted on 28/4/2013, 03:11
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Sollevò un sopracciglio: ma quella ragazzina stava ancora lì? Per fortuna che uno dei pregi di quel locale era che tutti si facevano gli affari loro! Quella ragazzina non sembrava incarnare affatto lo spirito di quel locale.. ma ci avrebbe pensato in un altro momento. Forse, la cosa migliore era ordinare, così non avrebbe più avuto motivo di tornare spesso al loro tavolo e avrebbero potuto parlare in pace. In fondo erano lì per quello e ciò che c'er scritto sul biglietto sembrava importante. Si rivolse quindi alla ragazzina
-Per me un thé gorgogliante- quindi, dopo aver atteso che anche Trhesy avesse fatto il suo ordine e che la ragazzina se ne fosse andata, decise di concentrarsi sull'argomento della loro conversazione. Non le restava che ascoltare e fu quanto fece, annuendo di tanto in tanto
-In effetti faccio in modo di non tornare mai ad Hogwarts. Mi trovi spesso a casa dei miei genitori a Bloomary Street, l'indirizzo che ti diedi tempo fa... o anche al Ministero, ogni tanto, specie quando ci si mette la gente che ti fa perdere tempo... - Non poté evitare quell'ultimo commento, ripensando all'ultima discussione avuta con Camille in quell'ufficio o a quella, davvero estenuante, che aveva sostenuto con Roxane Hodrui. Si riscosse poco dopo: che stupida, stava divagando
-Ma ovviamente, tu non sei qui per parlare di questo.- concluse, chiudendo da sé il discorso. Rimase quindi in silenzio, attendendo che la tassa spiegasse il motivo per cui aveva voluto vederla. Ed il silenzio durò alcuni istanti, quanti non avrebbe saputo dirlo. Vide Trhesy aprire la bocca e richiuderla, come chi, sul punto di dire qualcosa, viene colto da un ripensamento. Sollevò un sopracciglio: chissà cosa le passava per la testa. Presto la sua domanda trovò risposta. Trhesy le fece una ramanzina in piena regola, riguardo le decisioni prese in occasione della preparazione alla battaglia. Come lei, non aveva condiviso affatto l'idea dell'evacuazione. E come anche Patrick, ma lui non aveva avuto voce in capitolo su quella decisione, e lei, alla fine, si era adeguata al pensiero delle altre docenti. E nonostante la ragazza avesse ragione, Caroline non poté evitare un tono leggermente scocciato
-Ti sembra così facile prendere una simile decisione in un situazione del genere? Tu forse conosci la mia storia personale, almeno in parte, ma alla Bennet, alla Aton, alla Pride e a Swan l'ho raccontata quel giorno stesso.- Escluse volutamente Camille da quell'elenco: lei non aveva avuto bisogno di alcun racconto, lei sapeva, aveva visto con i suoi occhi quanto accaduto anni prima. Osservò Trhesy un po' scocciata, cercando, nel contempo di non perdere il filo di quel discorso complicato
-E oltre a questo, a tutti, ho dovuto fare un discorso su quello che mi era successo, su un pazzo che mi ha fatto trovare nuda e senza bacchetta, in una dimensione che non saprei classificarti. E non saprei dirti come ci sono arrivata. Non saprei dirti perché l'unico arredamento era una scala, né perché ci fosse una specie di altra me che era me ma non lo era- Stava sciorinando tutte quelle informazioni in maniera volutamente confusionaria in modo che la giovane tassa arrivasse a capire, almeno in parte, lo stato di confusione in cui si erano trovate le sue ex colleghe una volta appresa tutta quella storia. Neanche lei aveva condiviso l'idea dell'evacuazione, era stata contraria fin dall'inizio, ma era stata l'ultima a potersi esprimere in quel contesto.
-Nemmeno io ero d'accordo con l'evacuazione, ma le avevo convocate per sentire anche il loro parere e non potevo certo imporre il mio. Tutte le altre docenti si sono trovate d'accordo ed io l'ho accettato. Adesso so che sarebbe stato meglio che mi fossi imposta, ma all'epoca, nulla me ne dava la certezza. In fondo, se ci pensi, questo tizio, questo "dio", come gli piace farsi chiamare, aveva scavalcato una volta le barriere della scuola. Cosa mi dava la certezza che non avrebbe potuto rifarlo? Così mi sono adeguata, convinta che, forse, con le loro famiglie, i ragazzi sarebbero stati più al sicuro.- Sospirò, scuotendo la testa, per poi puntare gli occhi verdi su quelli castani della coetanea
-Non si può mai essere certi di prendere la decisione giusta, a volte bisogna agire seguendo le poche informazioni che si hanno. E poi, ci siamo fidati dei servizi segreti cinesi. Loro avevano già vissuto una situazione del genere, e assicuravano di essere preparati, seguire le loro indicazioni ci è sembrata una buona idea.- Aveva parlato tantissimo, fermandosi soltanto quando strettamente necessario. Tacque, quindi, in attesa che la ragazza di fronte a lei dicesse qualcosa.
 
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view post Posted on 29/4/2013, 19:06
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La cameriera si fece prontamente avanti con un listino di bevande, scorse rapidamente lo sguardo soffermandosi sulla parola Assenzio. Era meglio di no, troppo forte per il suo stomaco già scombussolato, non voleva rischiare di vomitare anche lì. La burrobirra alcolica era troppo pesante da ingerire, le veniva la nausea anche solo al sentirla nominare.
-Un Whisky incendiario andrà bene-
Disse restituendo il listino alla ragazza. Attese che la giovane si allontanasse per proseguire la conversazione con Caroline.
Ora che aveva lasciato la presidenza stava più a casa che ad Hogwarts, ma non le interessava molto sapere dove passasse il tempo; quello che voleva sapere era ben altro.
Forse era stata troppo rigida nell’esporre le opinioni che si era fatta negli ultimi giorni, il viso contrariato dell’ex-preside fu più eloquente della sua risposta.
Fece un po’ di confusione nel capire la prima parte del discorso, aveva parlato di dimensioni non ben definite, una scala...una lei che non era lei, ma lo era... no, non lo era... a cercare di capire le stata venendo di nuovo il mal di testa.
Ma quello che le disse dopo lo capì meglio. Anche lei pensava che l’evacuazione fosse una pessima idea. Ma allora per quale motivo approvarla? Questo proprio non lo concepiva.

-Certo che avrebbe dovuto imporsi-
La interruppe ad un certo punto, mentre accennava a qualcosa riguardo dei cinesi.
-Lei era la Preside! Da quello che ho capito era l’unica ad aver avuto contatti con questo folle maniaco-
La parola maniaco era d’obbligo, aveva detto lei che si era trovata nuda e senza bacchetta
-Invece di passare la presidenza e sperare per il meglio, forse avrebbe dovuto mostrarsi più autorevole...-
Sarebbe andata avanti, portando alla sua attenzione piccole decisioni sbagliate che avevano portato alla catastrofe. Molti avevano rischiato di morire, e molti erano morti davvero. Ma si fermò lì, ormai il danno era fatto, non si poteva cambiare il passato, ma si poteva fare qualcosa per il futuro.
-Non è la prima volta che sento parlare di questi cinesi, si può sapere chi sono? Perché vi fidate tanto di loro. Avranno già avuto a che fare con questo “dio” ma la loro scuola è andata distrutta, forse non sanno proprio quello che fanno-
Meno male che avrebbero dovuto avere esperienza e sapere quello che facevano! Se non fosse stato così cosa sarebbe successo? La sua mente faceva associazioni sarcastiche che le davano da pensare. Scosse la testa mentre un’idea le stuzzicava la mente...poteva essere
-A nessuno di voi è venuto in mente che questi cinesi potrebbero essere dei seguaci di questo Folle? Un po’ come i Mangiamorte per Tu-Sai-Chi-
L’aveva buttata lì; cercava di dare un senso alle poche informazioni che aveva, incastrando i pezzi come meglio poteva e se per farlo bisognava smussare gli angoli, pazienza.


 
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Melody Jackson
view post Posted on 29/4/2013, 19:32




- Whisky incendiario
- Tè gorgogliante


Trascrissi velocemente con la piuma autoscrivente. Quindi feci velocemente dietrofront per andare nelle cucine ,dove presi una bottiglia di whisky incendiario che posai sul bancone. Presi un bicchiere,lo sciquai velocemente con un incantesimo ( Queste piccole cose sono molto utili ) ,quindi versai il liquido nel bicchiere,che avevo posato su un vassoio in precedenza. Quindi rientrai nelle logore cucine e ordinai una tazza di tè gorgogliante

Urge una tazza di tè gorgogliante per il tavolo tre!

Dissi,mentre ragiungevo il cuoco che stava bollendo una bevanda. Quindi,afferrai la tazza nella quale voleva versare il liquido. Era sporca e alle pareti vi erano incrostature terribili : mai lavata. Sbuffai sonoramente ,e mentre un ghigno divertito si dipingeva sul volto del lezzo cuoco,tornai al bancone dove estrassi una tazza pulita (avevo sempre una scorta nel sotto bancone,protetta da un lucchetto. Non ero pienamente sicura che i cuochi sapessero usare la bacchetta,ma per precauzione avevo messo un incantesimo (piccolo) di protezione ). Riportai la tazza al cuoco che aveva finito di preparare il tè. Afferrai la caffetiera per versare il tè nel contenitore,quindi lo afferrai,feci una smorfia al cuoco che ricambiò,e mi diressi al bancone dove appoggiai il tè sul bancone. Guardai a distanza le due,quindi attesi un buco nel loro dicorso per intervenire frettolosamente,attenta a non versare niente di entrambi i liquidi.

Ecco qua,ve li appoggio qui

Dissi leggermente,appoggiando il vassoio sul tavolo numero 3.

1 falce per te

Dissi,rivolgendomi alla ragazza che avevo chiamata professoressa,scambiandola per un'altra persona

Mentre per te invece 5 falci

Mi allontanai frettolosamente dal banco,non prima di aggiungere:

Scusate il disturbo,volevo solo aggiungere che se preferite potetet lasciare i soldi sul tavolo,in modo che non vi interrompo ulteriormente. Se invece dovete avere il resto,basterà farmi un cenno ,sono sempre dietro il bancone. Buona giornata

Aggiunsi a entrambe,imbarazzata,mentre compievo un piccolo inchino per poi dileguarmi al mio posto : pulire i tavoli.
 
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view post Posted on 30/4/2013, 02:40
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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La cameriera se ne era andata e ora potevano parlare in pace… forse. Per qualche istante, Caroline non poté fare a meno di chiedersi dove mai le avrebbe portate quella conversazione. Era da tempo che non parlava con Trhesy, ma ricordava che era fin troppo seria e anche severa nei giudizi. E tale si dimostrò anche in quell’occasione. Sbuffò. Quella ragazza era convinta di sapere sempre tutto? Che tutto quello che pensava fosse sempre giusto? Beh, beata lei, ma era facile parlare quando le situazioni venivano viste dall’esterno e non vissute. Ascoltò lo sfogo della tassa, innervosita: aveva anche il coraggio di lamentarsi? Non ricordava bene quali fossero le condizioni della giovane, ma una cosa era certa: Trhesy aveva vissuto solo una parte di quanto era capitato a lei. Che fosse la parte peggiore, era innegabile, ma non era l’unica che aveva contribuito alle decisioni sue e delle sue colleghe. Sospirò, ascoltando lo sfogo della Tassa, lievemente scocciata. Alla prima pausa disponibile, aprì la bocca pronta a ribattere
-Sentimi bene ragazzina,cosa pretendevi che facessi? Tu non sai com’era la situazione, te l’ho raccontata, certo, ma non l’hai vissuta… non sei stata convocata in gran fretta perché in dieci giorni bisognava decidere come comportarsi con un potenziale omicida.- Sospirò, riprendendo fiato per un istante, quindi si bloccò: la cameriera stava tornando con le loro ordinazioni. Le rivolse un lieve cenno del capo per farle intendere di aver capito, dopodiché sorbì un sorso del suo tè, in attesa che la giovane tornasse al bancone. Giunta che fu la ragazzina ad una distanza sufficiente, Caroline si dette mentalmente il permesso di ricominciare a parlare:
-Oh, certo, io dovevo impuntarmi, vero? Quando non sapevo neanche se sarei riuscita a fare incantesimi più potenti di un Lumos, quando un essere che non so ancora definire era entrato nella MIA scuola, il luogo più protetto di tutti ed era riuscito con il minimo sforzo ad annullare una magia che, mi era stato detto, era irreversibile. Però dovevo impuntarmi e tenere tutti dentro la scuola, col rischio che quel tizio la facesse crollare addosso a voi, vero? Avresti fatto così?- Scosse la testa: perché era così difficile da capire? Lei, Camille, Persefone, Margaret e la Pride avevano solo cercato di agire per il meglio
-Certo, ero contraria all’evacuazione, così come Swam, ma nello stesso tempo sapevo che le altre non avevano tutti i torti. E se ho lasciato la presidenza non è stato, come forse crederai, per lavarmene le mani, tutt’altro. L’ho fatto perché non volevo generare più panico in voi ragazzi di quanto se ne sia poi venuto a creare. Cosa pensi che avrebbero fatto gli studenti, se li avessimo messi di fronte ad un tizio in grado di togliere dieci anni ad una persona con uno schiocco di dita? Una persona che, per tua stessa ammissione, non era neanche la prima venuta ma la PRESIDE di Hogwarts- Si era agitata anche troppo, ma sentire certi discorsi le faceva quell’effetto. Rimase in silenzio per gli istanti necessari a sorbire un altro sorso di tè. E Trhesy parlò di nuovo, ancora convinta di ciò che diceva. E le chiese dei Cinesi. A quella domanda, forse avrebbe saputo rispondere meglio Camille. Lei avrebbe detto ciò che sapeva, quando si fosse calmata.
-I cinesi… personalmente non so moltissimo di loro, il primo contatto ce l’ha avuto Camille. Ci siamo fidate perché loro conoscevano la situazione. Ci hanno detto di essersi trovati impreparati in occasione dell’attacco alla loro scuola, di non aver saputo in quel momento, come agire al meglio. Ma ci hanno assicurato che non avrebbero commesso un nuovo errore. E noi eravamo impreparate quanto lo erano stati loro, avremmo accettato aiuto da chiunque- Merlino , che situazione odiosa! Stava giustificando le sue scelte ad una ragazzina che, senza conoscere nulla pretendeva di farle la predica ed insegnarle come avrebbe dovuto agire. Ma chi si credeva di essere? L’ultima domanda la lasciò senza parole al ricordo di quanto era successo al Campo di Volo. No, in effetti non aveva mai pensato che i cinesi potessero essere alleati di quel nemico. E continuava a non pensarlo, nonostante le parole della ragazza. Scosse la testa
-No, nessuna di noi l’ha pensato e, da quanto ho visto, non lo credo possibile. Hanno condiviso con noi molte informazioni e ci hanno anche aiutato a presidiare i confini. Uno di loro ha anche combattuto al fianco mio e di Camille. Per quale motivo avrebbero dovuto farlo, se fossero stati contro di noi? Eravamo in tre, più il cinese, se avesse voluto, avrebbe potuto rivoltarsi contro di noi e aiutare l’essere che ci ha attaccati. Ma non l’ha fatto.- Questo era tutto quello che sapeva e di cui era assolutamente certa
-Ora ho io qualche domanda per te. Innanzi tutto, voglio sapere come stai, cosa ti è successo durante la battaglia, con chi eri… tutto quello che ti ricordi. E poi, una cosa più semplice. Scegli: o usi il “lei” o il “tu”. Vanno bene entrambi.- Quell’ultima precisazione era una sciocchezza, ma forse sarebbe servita ad alleggerire un po’ la tensione e ad allentare i loro nervi. E contenva anche un appiglio contro la ragazza:lei era assolutamente certa di quello che avrebbe fatto al suo posto.. però si perdeva in sciocchezze come il decidere se darle del “Lei” o del “tu”. Era un controsenso, ma Caroline non ritenne saggio sottolinearlo. Rimase in silenzio, attendendo.
 
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view post Posted on 30/4/2013, 21:33
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Cosa! Dieci giorni per decidere come agire? Questa non lo sapeva
-Dieci giorni?!-
Ripetè sorpresa proprio mentre la cameriera tornava con le loro ordinazioni.
E in dieci giorni tutto quello che avevano saputo partorire era stata un’evacuazione? Voluta dal folle maniaco per giunta!
Allungò la mano verso il bicchiere di whisky e ne bevve un sorso; quel sapore forte la aiutava a sciogliere i nervi.

-Sarò anche una ragazzina- come l’aveva apostrofata; come se lei fosse qualcosa di più. Certo Caroline aveva interpretato la parte dell’adulta per molto tempo, ma in realtà era una ragazzina tanto quanto lo era lei
-Ma anche io so capire che in caso di pericolo le difese vanno rafforzate e non abbassate. C’erano altri modi per svuotare la scuola, modi più sicuri delle passaporte. Col senno di poi è chiaro che questo Folle si era preparato per attaccare proprio durante l’evacuazione, quando sarebbe stato più facile invadere il Castello, ma questo gli Auror avrebbero dovuto prevederlo-
Non riusciva proprio a capire. Lei c’era arrivata, l’aveva pensato sin da subito che quell’idea era folle e sbagliata, perché se il tuo nemico ti chiede di fare una cosa è ovvio che ha un secondo fine.
-Magari non ho tutte le informazioni che avete voi, ed è per questo che ho voluto parlare con te-
Stava passando dal Tu al Lei in maniera confusionaria, ma era la situazione stessa ad essere confusa. Tendeva a darle del Lei perché era così abituata, visto che per lungo tempo era stata una sua insegnante e preside; ma vedendola così giovane, una coetanea, le veniva spontaneo anche il Tu. Forse, inconsciamente, con quel Lei si riferiva a quella parte adulta di Caroline che non vedeva più.
-Ho bisogno di sapere quello che non ci avete detto-
Aveva esordito quella conversazione dicendo la che Bennet non era stata molto prolissa, a loro, all’ES non aveva detto quasi niente, erano stati informati sommariamente su quanto accaduto e sperava vivamente che ci fossero più informazioni rimaste celate.
-Io sono viva-
Rispose alla sua ultima domanda. Non poteva propriamente dire che stava bene, ma essere ancora viva era più che sufficiente, visto quello che era successo.
-Ero ai cancelli di Hogwarts, con me c’era Patrick. Poi abbiamo sentito delle urla e siamo andati in soccorso di alcuni Auror. La creatura che ci ha attaccato era enorme, fatta di rovi, letale ed inarrestabile-
Al solo ricordare quella mostruosità fu colta da un brivido
-Siamo stati raggiunti da alcuni studenti, per via delle passaporte non funzionanti. Alcuni sono morti-
Abbassò la testa sul tavolo, bevendo un altro po’ di whisky e cercando di fare mente locale
-Quella creatura aveva una runa sulla fronte. Questo ti dice niente? Perché io mi sto scervellando per capire cosa...come abbia creato una cosa simile, ma non ne vengo a capo-


 
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view post Posted on 1/5/2013, 22:06
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Sospirò. Quando aveva accettato l’invito della Tassa aveva ovviamente messo in preventivo che avrebbero parlato di quella storia, ma di certo non avrebbe mai immaginato che quella conversazione avrebbe potuto essere così faticosa. Una persona come Trhesy era già difficile da reggere in condizioni normali, per via della sua convinzione che le sue idee fossero sempre le migliori possibili, in quel frangente la difficoltà era triplicata dalla situazione e dalle sue condizioni. Non aveva riportato ferite gravi, ma il colpo alla testa, seppur preso solo di striscio, le creava ancora qualche problema. Le avevano detto che era svenuta poco dopo essere giunta ai cancelli e il giorno prima aveva dormito parecchio. Tuttavia, se si innervosiva o agitava, la testa iniziava a pulsarle in maniera davvero fastidiosa. E fu quanto accadde anche in quel momento: sentì il sangue affluirle alla tesa e le tempie iniziare a pulsare più rapidamente. Si portò le mani ai due lati della testa appoggiandovi delicatamente le dita e chiuse gli occhi, in attesa che smettesse di pulsare. Quindi sollevò lo sguardo in direzione della tassa. Le avrebbe risposto, ma prima, avrebbe bevuto un sorso del suo tè, si sentiva la bocca arsa. Dopo averlo portato alle labbra, rimise a posto il bicchiere, quindi puntò gli occhi in quelli della tassa
-Allora…. vediamo di capirci. Innanzi tutto, scusa, sai, ma sono tornata dal S. Mungo stamattina. Mi hanno detto che sono stata ferita alla testa, anche se non gravemente, quindi è normale che quello che ti sto dicendo sia un po’ confusionario… mi vengono in mente le cose mentre te le racconto.- E non era una giustificazione, né nient’altro, era semplicemente la verità: tutti loro avevano riportato conseguenze più o meno gravi in quella storia, quelle erano le sue. Unite ovviamente all’abbassamento dell’età, ma quello era un discorso diverso, che in quel momento non c’entrava nulla. Si ripeté il discorso della ragazza di nuovo in mente, quindi proseguì
-Vuoi sapere qual era il piano? Bene, te lo dico. Quando mi è stato detto che avevo dieci giorni, la prima cosa che ho fatto è stato allertare Camille, Persefone, Margaret e la tua capocasa. Poi, abbiamo parlato con i cinesi, che ci hanno consigliato di organizzare un’evacuazione all’ultimo momento. C’erano da predisporre una serie di passaporte, che si attivassero a comando, stabilirne i luoghi di partenza, di arrivo e il numero di persone che avrebbero portato. C’erano da predisporre le difese, sia per scortare fuori i minorenni, sia per difendere la scuola.- Si fermò: riordinare tutte quelle informazioni le stava dando problemi e doveva dare anche a Trhesy il tempo di comprenderle.
-Abbiamo allertato più di duecento persone e centocinquanta ne sono venute dalla Cina per aiutarci. E questo ha richiesto del tempo, non potevano essere commessi errori. Oltre questo, sono stati predisposti due cerchi di protezione, uno dentro l’altro. Il primo erano le protezioni base che conosci anche tu, quelle che proibiscono la Smaterializzazione, in sostanza. Il secondo serviva, in pratica ad annullare il primo e a permettervi di partire con passaporte e Smaterializzazioni.- Santo Merlino, che confusione! Ricordava di non averci capito nulla neanche lei, al momento di organizzare il tutto. E infatti si erano visti i risultati.
-Ecco perché siete stati allertati così tardi. Non eravamo pronti, ancora, e non c’era motivo di generare maggiore panico. Quando è stato il momento, siete stati avvertiti. Poi non so cos’è successo, qualcosa non ha funzionato. Appena il nemico è arrivato, materializzandosi davanti a me e Camille abbiamo dato il segnale per attivare la passaporte e partire con le Smaterializzazioni, ma le protezioni sono saltate. Dentro il castello era rimasta solo Persefone con un gruppo non so quanto numeroso di studenti: li avrebbe fatti andare via dal camino della Presidenza, che è collegato alla metropolvere. Non ho notizie neanche di loro, ma forse, loro ce l'hanno fatta, erano gli unici che non utilizzavano passaporte. Il resto lo sai… almeno in parte. - Tacque ancora un po’, sorbendo il resto del suo tè, in attesa di riprendere fiato, per poter arrivare all’ultima parte del discorso.
- Io e Camille abbiamo combattuto contro quello che credo fosse il nemico principale, che però è fuggito. Il Cinese gli è andato dietro e da quel momento non sappiamo più niente di lui. A dire il vero, da quando sono uscita dal S. Mungo, tu sei la prima persona che incontro, non so nulla di cosa sia accaduto agli altri. Tu hai altre notizie? Sai di altri? Chi altri c’era con te e Patrick?- Non potevano essere solo loro due, soprattutto perché Patrick era un Caposcuola –il suo ex caposcuola- ed aveva la responsabilità di scortare fuori tutti i corvi… cos’era successo a tutti i Corvonero? A Jane, a Jessica, a Megan a Niko, a tutti suoi vecchi compagni di scuola… Merlino, se solo si fermava a pensarci… potevano essere rientrati tra quegli “alcuni” morti a cui aveva accennato la Tassa? Ma Trhesy non le diede il tempo di soffermarsi su quell’idea, ponendole un’altra domanda.
-Una runa? Senti, io di rune non so niente, non me ne intendo affatto, io… - Poi, l’illuminazione. Effettivamente, i cinesi avevano parlato proprio di rune e libri di rune…celtiche. Si fermò, cercando di ricordare bene, quindi riprese -…posso solo raccontarti ciò che mi è stato detto. A quanto pare, in Cina, sono stati rubati e bruciati dei libri relativi alla creazione e all’utilizzo delle rune celtiche. Era una specie di raccolta in cinque volumi: quattro sono andati distrutti e ci è stato raccomandato di mettere al sicuro il quinto. Ed ora che ci penso, anche il nostro nemico aveva una runa e due pietre. Purtroppo, come ti ho detto, io non so nulla di rune, ho frequentato a malapena una lezione e non ho mai avuto modo di approfondire l’argomento. Magari tu ne capisci di più. Le due pietre erano una rossa e una blu e sono state ricavate da due sfere, reciprocamente, rossa e blu. - Doveva raccontarle anche l’ultima parte? No, per il momento decise di no, quella era una questione che riguardava Camille e se Camille le aveva chiesto di disilludere la pietra sicuramente aveva avuto i suoi buoni motivi. Per questo tacque, attendendo una qualsiasi reazione della tassa.

Edited by Caroline Dalton - 4/5/2013, 18:00
 
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view post Posted on 7/5/2013, 10:16
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Ascoltò con attenzione il piano che avevano escogitato per evacuare la scuola. Erano state mobilitate molte persone, centocinquanta erano arrivate dalla Cina, più Duecento Inglesi, un simile spostamento di maghi aveva impegnato l’Ufficio per la cooperazione magica internazionale per giorni.
Forse il suo era un pensiero superbo, ma come membro dell’Ordine si aspettava di essere messa a conoscenza per tempo di simili situazioni, specialmente se la minaccia era imminente. Si era illusa, aveva pensato che la sua opinione avrebbe contato qualcosa; ma non era così. Fin quando portava cucito addosso il ruolo di studentessa, sarebbe stata solo una ragazzina troppo boriosa e smaniosa di fare, nulla di più.
Abbassò lo sguardo, ascoltando il resto del discorso.

-Non credo di avere capito-
La interruppe ad un certo punto.
-È stata creata una prima barriera di protezione ed una seconda che la annullava per consentire alle passaporte di funzionare? Se è così, come si poteva sperare che le protezioni reggessero-
Era un controsenso, se la seconda barriera annullava la prima, le protezioni non potevano esserci. Ma nonostante il contenuto della riflessione, non l’aveva esposta in tono polemico, voleva capire.
Le successive domande di Caroline erano più che giustificate, voleva sapere cose fosse accaduto agli altri.
In questo non avrebbe potuto aiutarla più di tanto.

-Non so cosa sia successo agli altri. Con me e Patrick c’era un auror, una donna. Tra gli studenti che ci hanno raggiunto conoscevo solo Arwen, lei è rimasta ferita, ma nulla di grave-
La rassicurò. Quella ragazza si era dimostrata un valido aiuto in quella situazione, l’aveva lasciata alle cure dei medi maghi, confidava nel fatto che si rimettesse. Mentre rifletteva se era il caso o no di cercarla, si ricordò di un’altra ragazza.
-C’era anche un’altra studentessa, sembrava che Patrick la conoscesse, forse una sua concasata. Aveva i capelli neri, lunghi, ma non so dirti il nome. Di altri non mi ricordo-
Ma la parte più interessante di tutto il discorso fu l’apprendere che il Folle Maniaco aveva rubato e distrutto dei libri sulle rune. A che scopo distruggere dei libri? L’unica spiegazione che riusciva a darsi era limitare la conoscenza. Se quei libri contenevano la chiave del suo potere, ovvero informazioni su come avesse fatto a creare quelle rune, allora distruggendoli impediva ad altri di conoscere.
Dopotutto andava in giro dicendo di essere un dio; e come poteva fare per convincere gli altri, dotati di potere magico come lui, che fosse vero? Manifestando un potere che solo lui conosceva, un potere che si era premunito di censurare eliminando le tracce scritte, di libri... e perché no, magari di persone. Forse era per questo che aveva distrutto quella scuola in Oriente, insegnanti e studenti di quella scuola magari conoscevano quei testi ed il loro contenuto...
La sua mente continuava a ragionare su ciò che aveva appesa saputo. Uno di quei libri era lì, Caroline aveva detto chiaramente che gli era stato raccomandato di metterlo al sicuro...ecco perché aveva attaccato Hogwarts.

-In questo caso credo che l’istruzione possa cambiare poco. Io ho un GUFO un Rune Antiche, ma questo sembra andare oltre le mie conoscenze. Ma dimmi di questo libro, è ad Hogwarts? Magari è quello che cerca. Lì dentro potrebbe esserci la chiave per capire...-
Tacque. Non era il caso di dire ad alta voce ciò a cui aveva pensato, già Caroline era rimasta visibilmente seccata dalle sue teorie sull’evacuazione e smontando la sua ipotesi che i Cinesi fossero coinvolti; se le diceva anche di quello non osava pensare alle conseguenze.
-...quelle rune-
Aggiunse.
-Quella che ti dicevo prima, l’ho presa. Ce l’ho addosso, letteralmente-
Non aggiunse altro.


 
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