Incontri lontano da occhi indiscreti, x Trhesy

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view post Posted on 8/5/2013, 19:55
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Finalmente sembrava che la testa avesse deciso di darle un po’ di tregua. Anche se al momento aveva l’aspetto di una ragazzina, doveva assolutamente smetterla di comportarsi come tale e fare in modo di tornare lucida e reattiva nel minor tempo possibile. Anche se quella battaglia sembrava essersi conclusa, erano ancora in emergenza e non sarebbe stata affatto una buona idea lasciarsi andare e perdere la testa proprio in quel momento. Tra l’altro, aveva già commesso un errore, spiegando male una parte del piano a Trhesy e la ragazza aveva giustamente sollevato un’obiezione. Sospirò, terminando la bevanda rimasta nel bicchiere quindi tornò a puntare le iridi verso quelle della tassa.
-Hai ragione, ho detto un’assurdità. Scusa, deve essere ancora l’effetto di tutto quello che è successo. C’erano effettivamente due barriere. La prima era quella che impediva di Smaterializzarsi e tu dovresti sapere bene che, per potersi Smaterializzare da scuola, occorre essere ai limiti della Foresta Proibita. La seconda avrebbe dovuto impedire soltanto l’entrata: permettere quindi a voi di uscire tramite le passaporte e la Smaterializzazione ma, nel contempo, impedire a chiunque volesse, di varcare i confini della scuola. E invece, a quanto pare, è successo esattamente il contrario.- Come fosse possibile che tutto fosse andato così storto non riusciva, sinceramente, ancora a spiegarselo. Ma più che di riflettere, quello era il momento di ascoltare e di ricevere il maggior numero di notizie riguardo gli altri. Peccato che, da quel punto di vista neanche la tassa potesse aiutarla molto: le nominò soltanto se stessa, Patrick, la Haryn, caposcuola Tassa e una corvonero dai lunghi capelli neri a cui non poté associare un nome. Ce n’erano tante di corvonero così! Ma di certo si sentiva sollevata al pensiero che almeno loro, almeno quattro dei suoi studenti, fossero riusciti a cavarsela. Poi scese un silenzio assorto. Aveva spiegato a Trhesy ciò che gli orientali avevano detto riguardo i libri e non aveva nient’altro da dirle in merito, quello che le aveva comunicato era tutto ciò che sapeva. Ascoltò la riflessione della ragazza, annuendo. Sì, in effetti aveva senso. Ma rimase un momento interdetta nel sentire l’ultima frase: che le fosse capitata la stessa sorte che era occorsa a Camille? Per scoprirlo, c’era solo un modo:
-Vuoi dire che è penetrata nella pelle anche a te? Ma … non la vedo…l’hai fatta disilludere anche tu?- In fondo era quello il trucco che avevano usato lei e Camille per nascondere la pietra sulla fronte della Ministra: che Trhesy avesse agito come loro? Ma soprattutto: cosa poteva comportare avere quelle pietre –quelle rune- addosso?
 
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view post Posted on 12/5/2013, 19:06
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I suoi dubbi riguardo la doppia barriera vennero chiariti, restava il fatto che qualcosa era andato storto. Ancora una volta l’idea che c’entravano i cinesi prevalse nella sua mente, ma non le sembrava il caso di riprendere quel discorso.
Finì di bere l’ultimo sorso di whisky rimasto nel suo bicchiere, ascoltando cos’altro aveva da dire Caroline.
Si aspettava di sapere qualcosa di più su quel libro: dove fosse, se qualcuno l’aveva letto o sapeva di cosa trattava, ma l’attenzione di Caroline si era focalizzata solo su un particolare di quanto le aveva detto poc’anzi. La runa.

-Anche?-
Ripetè aggrottando la fronte. Aveva ripetuto quella parola ben due volte nell’ultima frase
-Vuoi dire che non sono l’unica? Chi altro ce l’ha? Tu?-
Domande lecite da parte sua. Se altri avevano subito quel suo stesso destino significava che non era da sola, c’erano altri che soffrivano fisicamente come le era capitato, che avevano le sue stesse visioni e magari potevano confermare che non stava diventando pazza.
Caroline le aveva detto di essere confusa, di avere mal di testa, di non essere stata bene; le tornava tutto. Ma fu l’uso delle parole “anche tu” che la convinsero che lei possedeva una runa

-E comunque no, non l’ho dissimulata è solo... sotto i vestiti. In effetti non mi è proprio venuto in mente-
Perché dissimulare qualcosa che sarebbe stato comunque coperto, visto il posto in cui si trovava non l’avrebbe certo mostrata apertamente.
-Ma dimmi, a te come è successo?-


 
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view post Posted on 16/5/2013, 12:16
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Sospirò. Quella conversazione stava, lentamente, rientrando nei giusti toni. Se c’era una cosa di cui non avevano affatto bisogno in quel periodo era litigare tra loro, ma l’agitazione le aveva spesso giocato brutti scherzi. Avrebbe fatto bene ad essere più calma e a ponderare più attentamente le sue reazioni: in quel momento, la cosa più importante era capire quale fosse la situazione, fare la conta dei feriti, dei sopravvissuti….e anche dei morti. Dovevano ripartire, e continuare a combattere quel nemico che non era stato affatto sconfitto, ma non sarebbero mai potuti andare da nessuna parte se non fossero stati consapevoli delle loro effettive forze. E forse avrebbe dovuto raccontare ancora di più a Trhesy, coinvolgerla maggiormente… ma si sentiva frenata. D’accordo, al momento era anche più grande di lei, ma tutto quel pasticcio era avvenuto quando lei era preside. Non aveva potuto evitare di esservi coinvolta in prima persona e neanche di condividere ciò che era accaduto con le altre docenti, ma i ragazzi, i suoi studenti, dovevano essere tutelati il più possibile, anche se erano più grandi e più esperti di lei. Lei l’aveva vista la magia oscura, l’aveva vissuta sulla sua pelle più di una volta e avrebbe fatto tutto quanto era in suo potere perché, finché si trovavano ad Hogwarts, quei ragazzi ne stessero lontani il più possibile. Avevano già avuto un saggio sufficiente negli anni precedenti e molti di loro, Trhesy compresa, vi avrebbero avuto a che fare quotidianamente una volta terminata la scuola. Non era sufficiente? Per quanto la riguardava, sì. Ed era per quel motivo e solo per quello che aveva sempre fatto di tutto per coinvolgere il meno possibile gli studenti in quel tipo di faccende. Ma ormai non era più possibile indugiare, forse avrebbe dovuto riferire a Trhesy anche le ultime cose
-Non so molto più di quel che ti ho già detto, se non che questi libri erano molto rari in Cina, ma non qui da noi e che, credo, contenessero una specie di rituale, suddiviso tra i cinque volumi. Ma non mi chiedere a cosa servisse, il rituale perché non ne ho la più pallida idea,te l’ho detto che di rune non capisco nulla.- Quindi tacque,consapevole che, almeno per il momento, avevano esaurito l’argomento: ci sarebbero magari tornate quando fossero state un po’ più lucide ed in compagnia di altri che se ne intendessero. Per il momento, c’erano altri punti da chiarire, tanto per cominciare quello relativo alla runa. Sospirò: di nuovo Trhesy aveva frainteso ciò che le aveva detto, accidenti, quando avrebbe imparato a spiegarsi in maniera decente? E pensare che era stata professoressa fino a pochi giorni prima! Chissà quanto effettivamente avevano imparato i suoi alunni dalle sue lezioni. Scosse la testa, lasciando perdere quel pensiero idiota e tornando a concentrarsi su quello che le interessava della chiacchierata con la ragazza. Il loro sembrava una specie di do ut des: ad una domanda di Trhesy seguiva una sua risposta e poi una domanda dell’ex docente a cui la tasso rosso puntualmente rispondeva, per quanto le era possibile. Ed ora, era nuovamente il turno di Trhesy di rispondere. Anzi, era di nuovo il suo… ma la domanda di Trhesy equivaleva ad una risposta
-No, non sei l’unica. Mentre combattevamo contro il pazzo furioso, lui ci ha mostrato due pietre, quelle di cui ti parlavo prima, ricavate da due sfere. Camille ha cercato di attirarle a sé ed una è schizzata rapidissima verso di lei: non siamo riuscite a fare nulla e le si è letteralmente conficcata in fronte. Sembrava una di quelle principesse orientali delle favole babbane, non so se hai presente…- Una pausa, per riprendere il filo e fare mente locale, quindi continuò
-Poi ha afferrato anche l’altra, ma non le è successo niente di apparentemente rilevante, forse, il fatto di averne già una l’ha in qualche modo tutelata… o forse un organismo non può contenerne più di una, non saprei… Comunque Camille ce l’ha spiaccicata in fronte e l’abbiamo dissimulata. Sono due giorni che non la sento, ho subito una ferita alla testa che non ho curato per troppo tempo ed i medimaghi mi hanno tenuto in osservazione per un intero giorno. Effettivamente sei la prima persona che incontro dopo… quello che è successo.-
Quindi tacque, non sapendo cos’altro aggiungere. Magari sarebbe stata Trhesy a dare un nuovo spunto… o magari avrebbero semplicemente concluso la conversazione.
 
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view post Posted on 26/5/2013, 18:19
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Ascoltò con attenzione la spiegazione di Caroline riguardo la runa; non era lei ad averla, ma Camille. Più ascoltava e più la sua espressione mutava in stupore. Ciò che era successo a lei era molto simile a ciò che era successo a Camille, ma allo stesso tempo era diverso. Una cosa però le era chiara, il Folle Maniaco si serviva del potere di quelle rune per attaccare.
-Capisco, ma quella che ho io è un tantino diversa. Il mostro che ci ha attaccato aveva la pietra con la runa sulla fronte. Quando l’ho presa...appena l’ho toccata, la runa mi si è trasferita addosso-
Non sapeva essere più precisa di così, non ricordava altro riguardo quel frangente.
-Non so esattamente cosa sia successo, ho perso i sensi per un po’, ma il simbolo runico ce l’ho tatuato sulla pelle, come un marchio.
Non so se tutto questo abbia un senso oppure no, ma quei libri potrebbero esserci utili-

Guardò il suo bicchiere ormai vuoto e lo spostò di lato.
-C’è altro che dovrei sapere?-
Chiese mentre infilava una mano nella tasca dei pantaloni estraendo una manciata di monetine. Contò un Galeone, che tenne da parte e ripose le altre monete da dove le aveva prese.
Per sicurezza ricontò ciò che aveva in mano, erano 17 Falci tondi tondi, sufficienti a pagare entrambe le consumazioni e lasciare un rimasuglio di mancia per il servizio.





Per Melody: pago i 6 Falci delle consumazioni, più altri 11 di mancia ;)
 
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view post Posted on 26/5/2013, 20:08
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Quella conversazione stava lentamente giungendo al termine. Caroline sorbì gli ultimi sorsi della sua bibita, dopodiché, posato il bicchiere sul tavolo, tornò a concentrarsi sulle parole di Trhesy. Man mano, parlando, il quadro della situazione andava delineandosi e completandosi, nonostante restassero ancora svariate zone d’ombra, che sarebbero state chiarite solo una volta che si fossero ritrovati tutti insieme. Ma quello che le aveva detto la tassa era già qualcosa e di certo le avrebbe dato da riflettere almeno fino al giorno dopo e magari trovare dei punti in comune tra le varie situazioni. Intanto, una cosa era certa: entrambi i nemici erano in possesso di rune che si erano appiccicate a qualcuno. E nessuno di loro, di certo non lei, poteva ancora sapere quale effetto queste avrebbero potuto avere su chi ne era diventato l’involontario proprietario. Ascoltò attentamente le parole di Trhesy, valutandole, cercando delle somiglianze con quello che era accaduto a Camille… per poi tornare con la mente ai libri.
Già, i libri, chissà se poi la Pride ne aveva ricavato qualcosa alla fine.. non aveva più avuto modo di vedere neanche lei

-Che io sappia, di studiare quei libri si era incaricata la Pride, bisognerebbe sentire lei se ha scoperto qualcosa di interessante. Ma non la vedo da prima che l’attacco cominciasse, per quanto ne so potrebbe anche non avercela fatta.- Era un’ipotesi anche quella dopotutto, che poteva valere per chiunque ma che si era rifiutata di prendere in considerazione per chiunque… e allora perché lo faceva per la Pride? Sbuffò scuotendo la testa, certe volte non si capiva neanche lei.
-Lascia perdere i miei vaneggiamenti, certe volte non so neanche io che cosa dico. Ti ho detto tutto, non c’è altro, davvero- Rimase in silenzio, osservando Trhesy trafficare con le monete e notandola posarne sul bancone abbastanza da pagare entrambe le consumazioni
-Non era necessario, ma.. a buon rendere. E ricordati, non voglio più sentirti darmi del lei, a meno che non torni, per qualche motivo, ad essere la tua docente. Fino a quel momento, puoi benissimo usare il mio nome. Io farò altrettanto- Quindi si sollevò, era arrivato il momento per lei di andare a casa
-A presto Trhesy. Riguardati e... teniamoci in contatto, qualsiasi cosa succeda.-
 
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