Guferia ~ Giorno XIII —
È successo qualcosa di insolito, oggi. Debbo assolutamente scriverlo perché, ne sono sicuro, mi sarà utile più avanti. Sono certo che è qualcosa di fondamentale, per riuscire a capire da dove provenga questa Runa e con essa le visioni che ho. Avevo già accennato, in queste pagine, a ciò che ad intervalli irregolari squarcia la mia testa: dal nulla, da un luogo completamente candido ed asettico, a me ignoto, emergono ombre, i volti scuri, ma le bocche rosse e spalancate, le orbite vuote e quegli urli, quelle grida disumane che squarciano la mia testa. Nonostante sia passato del tempo dal mio risveglio, non c'è giorno che io non le veda e le senta: cerco di tenerle a bada, soprattutto a lezione o quando mi trovo con altre persone, ma altre volte è come se io non riuscissi a fare altro che afferrarmi la testa e cadere in ginocchio, mordendomi le labbra per non unirmi a quell'eco di urla. Quando torno lucido, mi sento debole, ho la nausea e il sudore scivola ghiacciato sul collo e sulla schiena. Mi dà conforto solo stringere la Runa, insieme alla benedizione dell'Ankh, pregando intimorito. E in quei momenti l'ansia si dissipa, sebbene il Vuoto che mi congela non accenni minimamente a lasciarmi andare. Va avanti così, da quando ho riaperto gli occhi, giorno dopo giorno. Ma sento che sto cominciando a prevalere, su quella Runa, perché so che tutto è collegato a lei. Ho allenato il mio Potere, so che ora sono in grado di controllarlo: per quanto? Mi chiedo, in ogni caso. Quanto posso ancora dire di essere in grado di utilizzarlo, quanto tempo ho, per raggiungere soluzioni, prima che mi distrugga?
Non so dirlo, non ancora almeno. Ma devo andare avanti, devo trovare delle risposte e le origini di tutto ciò. Di quei Golem, di quell'...uomo... o chiunque egli sia, che si spaccia per Dio ed ha osato invadere la Scuola e le nostre vite.
E proprio oggi, poco dopo cena, mentre ero intento a camminare per i corridoi del Quarto Piano (queste ronde a volte si rivelano dei momenti in cui posso starmene tranquillo, inaspettatamente), è successo. Ho capito subito che qualcosa era diverso, rispetto alle visioni precedenti: il Potere, quell'energia che giace dentro di me,improvvisamente, e fuori dal mio controllo come mai prima d'ora, si è coagulata verso il petto, mi ha stretto il cuore in quella sua morsa ghiacciata e ho sentito il tatuaggio squarciarsi di luce. Prima ancora che potessi impaurirmi, nel timore di rilasciare un'ondata d'aria in grado di abbattere mezzo muro, armature e Pix annessi, sono stato... risucchiato? Sì, direi che è il termine migliore; risucchiato da quel sogno. Non esistevano più corridoi di pietra, né chiacchiericcio lontano di studenti, né arazzi, né quadri: semplicemente, non ero ad Hogwarts. Ciò che mi scorse davanti agli occhi si susseguì come dei fotogrammi, uno dopo l'altro le immagini mi si paravano davanti mentre non potevo fare altro che lasciarmi assorbire. Dapprima, potevo osservare soltanto una striscia di terra rocciosa; mi richiamò alla mente subito immagini di scogliere o altopiani: perché, non so spiegarlo, ma sapevo come so tuttora, che quell'appezzamento rupestre si affacciava sul mare. E non è un'impressione: è verità.
Immediatamente dopo ne ebbi la conferma: si trattava di una scogliera, alta parecchie decine di metri e nei pressi, v'era una costruzione, simile ad una fattoria antica, parecchi prati di un verde lussureggiante a farle da contorno. E poi, così com'era comparso, tutto svanì e io mi ritrovai ancora una volta ad Hogwarts. Ero in piedi, appoggiato alla parete, ma illeso, al di fuori del mio respiro irregolare. Tutto sembrava dirmi che non erano passati più di pochi secondi. Il cuore, liberatosi dal Potere che si era dissolto come quelle immagini, batteva all'impazzata: era un indizio, lo sapevo bene. E così come avevo scoperto che quel luogo era nei pressi del mare, sentii che quel posto mostratomi in quella bizzarra visione era a nord della Scozia, più su della Scuola. Mi sforzai ancora e ancora, cercando di individuare altro, oltre a quella fattoria sulle scogliere. Che siano le Orcadi, nel Mare del Nord? Le visitai anni fa, quando mio padre era ancora con noi. E, vagamente, ricordo paesaggi molto simili. La locazione, coinciderebbe, quindi... tutto è possibile.
Ho deciso di appuntarlo, perché non riesco a togliermi dalla testa quest'istinto che mi dice "Vai a Nord, trova quel luogo". Sento che potrebbe essere l'inizio, fondamentale, per trovare le risposte che ambisco. Dal momento in cui ho avuto quella visione, le ombre hanno deciso di abbandonarmi per quest'oggi, nonostante ora siano passate diverse ore ed il coprifuoco sia, ormai, iniziato da un pezzo. Sono circa le tre del mattino; sono seduto sul davanzale della Guferia a guardare le stelle che si affacciano nel cielo visibile dalla grande finestra e, stranamente, mi sento lucido come non lo ero da tempo. Lucido ed incredibilmente... leggero... almeno, un po' più del solito. Poco mi importa di qualsiasi intruso. Il Mantello di Disillusione giace qui, accanto a me.
Avevo bisogno di pensare, il sonno non è ancora giunto ed io sento una febbrile eccitazione pervadermi da capo a piedi: voglio partire, voglio andare alla ricerca di quel luogo, nonostante io abbia come punti di riferimento solo l'Istinto e quelle visioni. Dovrò attendere, impaziente, la fine della Scuola. Tuttavia, non manca molto, ormai siamo a Maggio inoltrato: posso approfittarne per disporre tutto, per preparare tutto ciò che mi occorrerà in questo viaggio. Ne dovrò parlare con mia madre, non penso che sarà molto felice. Le ho accennato qualcosa, cedendo alle sue insistenze perché mi vedeva "strano". Il suo viso preoccupato si è trasfigurato in dolore: ha il terrore di perdermi, l'ha sempre avuto ed ora come non mai. Mi dispiace ferirla, ma io devo andare. Dovrà capire.
... E... devo parlarne con Mya. Ho bisogno di lei.
Ovunque io vada, metaforicamente e non, ho bisogno di Lei, per non perdermi
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— BEYOND —