Rosehill Road, La casa di Trhesy

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view post Posted on 1/5/2013, 18:23
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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A sud di Londra, nella via denominata Rosehill, via tipicamente Babbana, tra la moltitudine di case a schiera, c'è n'è una da sempre appartenuta ad una famiglia di maghi: i Torre.
L’abitazione si divide su due piani.
Un cancello in ferro battuto, con una recinzione bassa, delimita il piccolo giardino fiorito.
Esternamente la casa appare uguale a quelle circostanti, aiuole fiorite, cespugli verdi e ben curati e qualche alberello potato a forma ovale. In realtà il giardino appare ben curato per via di un incantesimo di illusione che serve a confondere babbani e non.
Le grandi finestre che danno sulla strada sono coperte da pesanti tende grigie che impediscono di vederne gli interni. Solo di sera, a luci accese si distinguono le ombre.


Il piano terra è molto spazioso, il portone principale si
apre in in piccolo ingresso che da sul salotto. La stanza è ampia
e luminosa con un grande caminetto collegato alla metropolvere.
Quando il camino non viene usato è chiuso da un pannello in ferro battuto. Una grande vetrata affaccia sulla strada e parallela ad essa
c'è una cassapanca lunga quanto la parete, ricoperta da comodi cuscini.



Il grande salone è collegato alla cucina da una porta in legno bianco. La cucina è pulita e ordinata, con arredamenti in legno e qualche utensile sempre all'opera, incantato per pulire, mescolare intrugli commestibili e non, o rammendare capi usurati.
Una seconda porta da sul retro, vicino ad essa c'è una cesta con gomitoli e cuscini, dimora del gatto di casa, che entra ed esce dalla stanza dallo sportellino presente sulla parte inferiore dell'uscio.





Ultima stanza del piano terra è il bagno, arredato con quadretti raffiguranti sirene o altre creature marine.



Una scala a chiocciola conduce dal salotto al piano di sopra. Le stanze sono divise da uno stretto corridoio con appesi ritratti di famiglia.
Una di esse è adibita a biblioteca, con scaffali ricolmi di libri, pergamene e mappe di vario genere. Essendo posizionata in corrispondenza del salotto, anche in questa stanza è presente un'ampia vetrata, alle spalle di uno scrittoio ricolmo di fogli di pergamena, piume e calamai. C'è anche un divano per leggere in comodità.






Dietro la seconda porta a destra c’è la stanza da letto, un’ampia stanza luminosa dove l’elemento d’arredo principale è il legno.



In fondo al corridoio si trova la porta del secondo bagno, più grande e spazioso di quello al piano di sotto.








Infine l’ultima porta, sulla sinistra, è quella della stanza di Trhesy





Edited by Trhesy - 6/9/2016, 22:35
 
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view post Posted on 6/9/2018, 19:21
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Apprendimento Occlumanzia - Livello intermedio


Ricordava sempre con piacere il tempo passato a Boston e ad Ilvermorny. Era stata una breve parentesi, come una boccata d’aria fresca. Le era servito per tagliare gli ultimi fili che la tenevano ancora ancorata al passato, un passato che voleva definitivamente lasciarsi alle spalle, ma che restava attaccato alla sua anima come una palla carceraria. Ma da quando aveva intrapreso lo studio dell’occlumanzia sentiva che era cambiato qualcosa. L’esperienza della Stanza delle Necessità era stata devastante per la sua psiche. Aveva guardato nello specchio della propria anima, grattando solo la superficie dell’abisso che si portava dentro, ed aveva rischiato di soffocare.
Eppure voleva andare avanti, proseguire su quel cammino che l’avrebbe portata verso una destinazione ancora ignota.
*perdersi è l’unico modo per ritrovarsi* continuava a ripetersi.
Ma non sarebbe tornata in quella Stanza, i suoi demoni le facevano ancora troppa paura e non voleva affrontarli di nuovo; non così presto.
Per questo aveva scritto a Robert. Era diventato un buon amico, sebbene il termine ‘amico’ era riduttivo. Robert era quel fratello che non aveva mai avuto. Insieme avevano riso, scherzato, parlato di cose serie, litigato perfino. Aveva imparato ad apprezzare i suoi modi, i suoi consigli e le sue ramanzine, e nonostante i diverbi erano rimasti amici.

Una burrobirra era quello che ci voleva. Dopo aver visitato i luoghi più In di Londra una tappa al Paiolo era quasi obbligatoria.
Aveva scarrozzato Robert per la Londra magica e non; glielo aveva promesso quando era partita, dopotutto lui era stato un buon Cicerone, tanto che si sentiva quasi obbligata a fare un piccolo sforzo per fargli conoscere la sua città.

-Ti devo chiedere un favore- annunciò mentre si asciugava la schiuma dal labbro superiore con il dorso della mano -Potresti darmi una mano con l’occlumanzia? Ho fatto dei passi avanti, ma da sola non riesco ad andare oltre- lo aveva già informato dei suoi tentativi e dei suoi fallimenti e sapeva che era molto più abile di lei con la legilimanzia.

Dopo la piccola tappa ristoratrice sarebbero andati a casa, avevano bisogno di pace e tranquillità.

 
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view post Posted on 12/10/2018, 00:23
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L’avventura per la giungla urbana di Londra era stata per Robert un’esperienza piacevole, di cui avrebbe a lungo conservato il ricordo. Stremato, ma mai quanto entusiasmato, aveva apprezzato la tappa al Paiolo come occasione per recuperare l’energia consumata. Non esisteva rimedio migliore di una burrobirra inglese in buona compagnia per staccare dalla frenesia appena affrontata.
Con il calice in mano, il gomito posato sul legno del tavolo, il palmo di quella libera a sorreggergli pigramente una guancia ed un mezzo baffo di schiuma sopra il labbro sorridente, aveva iniziato ad osservarti, incuriosito dalla tua richiesta. Conosceva i tuoi trascorsi con l’occlumanzia come glieli avevi presentati. Avrebbe dovuto pensarci bene prima di prendere parte al tuo percorso di crescita in quanto occlumante. Un rapido ragionamento gli aveva fatto comprendere che, in qualche modo, sarebbe finito ad invadere i tuoi pensieri, cosa che andava a scontrarsi con la riservatezza che ti contraddistingueva. L’aura di mistero che avvolgeva la tua figura e che, con il progredire della vostra amicizia, aveva iniziato a rimuovere, lo aveva sempre affascinato. Adorava fantasticare sui come e perché del tuo passato con lo scopo di vincere le proprie scommesse, ma temeva di consumare troppo in fretta uno dei suoi passatempi più intriganti.
Forse - ultimamente gli capitava troppo spesso - si stava facendo troppi problemi, o forse quello sarebbe stato un passo più lungo della gamba sulla buona strada che stavate percorrendo.
Impossibile. Sentiva di non poterti lasciare da sola.

Convincimi!
Mentre ancora nella sua testa si ingarbugliavano riflessioni via via più complesse, sbalzata dal subconscio la voce era sfuggita al suo controllo.
Ironizzando su una risposta che non poteva essere altro se non “sì”, in onore del vostro buon rapporto, aveva deciso di lanciarti una sfida. Quella semplice richiesta voleva dire tutto e niente, ma era il suo modo di metterti alla prova. Se lo conoscevi bene come lui pensava di conoscerti, era certo che ti saresti inventata qualcosa per corromperlo. Macchinava l’idea di domandarti un resoconto completo del tuo piano d’azione, arricchito da tutti i dettagli del caso, ma solamente al termine della sosta. In quel momento di pausa era in balia della tua fantasia.
 
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view post Posted on 5/11/2018, 20:04
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L’espressione incuriosita di Robert la fece ben sperare, ma bastò una parola, piccola e semplice, a mandarla in confusione.
*convincimi* Rimase a guardarlo per diversi minuti, con le labbra leggermente schiuse per la sorpresa. Voleva davvero essere convinto? E lei che per tutto quel tempo aveva pensato che non aspettasse altro! Ma poi quel sorrisetto malcelato la convinse che era uno dei suoi contorti giochetti. Non aveva mai capito se lo faceva per testare le sue reazioni e cogliere quanti più dettagli sulla sua personalità, o per mero divertimento. Probabilmente entrambe le cose.

-La prospettiva di frugare nella mia testa non è un incentivo sufficiente?- commentò ironicamente.
Aveva sempre apprezzato il tatto che le aveva mostrato nel corso della loro conoscenza; sebbene avesse sempre percepito, senza averne conferma, una curiosità morbosa nei confronti della sua vita e dei suoi trascorsi. Tuttavia aveva rispettato i limiti da lei posti, limiti che era disposta ad ampliare, ma non ad eliminare completamente.

-Ma potrai scalfire solo la superficie- aggiunse indirizzando l’indice destro verso di lui in segno di avvertimento. Doveva aspettarselo. Se aveva deciso di diventare Occlumante era proprio per nascondere tutto ciò che non voleva mostrare apertamente, compresi alcuni eventi, alcuni segreti che dovevano restare tali. Non avrebbe permesso che certe porte venissero aperte, aveva già delle conoscenze di base e questo le dava la convinzione -forse sbagliata- di poter tenere Robert alla larga da certi ricordi.
-Se non te la senti lo capisco, ma non tenermi sulle spine o potrei cambiare idea- Era ovviamente decisa ad andare fino in fondo, ma alla fine aveva ‘rivoltato la frittata’ lanciandogli una sfida a sua volta

 
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view post Posted on 29/11/2018, 00:59
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Più ci pensava e più si rendeva conto che nemmeno lui avrebbe saputo dire cosa volesse davvero. Robert in quel momento si sentiva perfettamente a suo agio nell’angolo di mondo in cui si era inserito. Londra gli era piaciuta tanto da ponderare di tornarci in futuro, complice l’ottima birra che stava sorseggiando. A Boston era diversa. Buona, sì, ma tra le due alternative quella Inglese trionfava con un notevole distacco.
Durante la breve pausa che ti eri concessa per via della botta di stupore incassata, il giovane statunitense aveva fatto scattare lo sguardo un paio di volte dalla tua solida figura a quella liquida della sua bevanda. Si era poi domandato, una volta destata dall’effetto sorpresa, se la prospettiva offerta fosse davvero sufficiente. Lui si considerava un tipo pragmatico. Illuminato dall’amore per quel magico intruglio, era riuscito a capire cosa davvero avrebbe potuto convincerlo, spazzando via ogni dubbio dalla tempesta di pensieri che gli vorticava in testa: un secondo giro! Certo, frugarti nella mente si sarebbe potuta rivelare un’attività davvero intrattenitiva. Ma lei, la sua amata, era lì, quasi agli sgoccioli.
L’avrebbe tradita. Era l’unica cosa giusta da fare.
Eeee… e così sia!
Con una finta - ed era palesemente tale - incertezza nella voce, l’americano aveva annunciato il verdetto definitivo. Prendere ciò che gli era stato offerto ed intascarlo senza dover fare complimenti, in fin dei conti non era poi tanto male. Restava da chiarire un ultimo dettaglio, per quanto lo riguardava.
Ma quando cercherò di andare a fondo sarai tu a dovermi fermare, è per questo che ti stai preparando.
Togliere le rotelline alla bicicletta era l’unica cosa che ti avrebbe permesso di restare in equilibrio da sola. Per come la vedeva lui non aveva senso andarci leggeri. Un giorno, non te lo augurava, ti saresti potuta ritrovare nella condizione di dover affrontare l’intrusione mentale di qualcuno abile tanto quanto lui, se non di più. Aveva bisogno di saperti pronta a tutto per evitarlo. Perché il mondo era un posto crudele. Perché nella comunità magica, dove la privacy dei propri componenti veniva costantemente invasa dagli stessi, dalle istituzioni perfino, i segreti si vendevano a peso d’oro. Lui lo sapeva bene e sperava che anche tu capissi, senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Ti considerava una ragazza sveglia, brillante, non aveva ritenuto necessario approfondire il discorso.
Robert si era mostrato estremamente serio, tanto da risultare glaciale. Doveva essere limpido e trasparente, non avrebbe voluto, a cose fatte, sentirsi in colpa per un errore di comprensione. Per questo, decapitata quella premessa, aveva voluto che tu rinnovassi il tuo consenso.
Io ci sono, ma se hai dei ripensamenti sono disposto a farmi da parte e lo sarò in qualsiasi momento.
In attesa di indicazioni sul da farsi, il turista improvvisato aveva dato un bacio d’addio alla sua burrobirra inglese, sferrando il colpo di grazia con un ultimo sorso. Poi, posato il boccale sul bancone, con il cuore abbandonato sul fondo di vetro, era tornato a studiarti con lo sguardo, mostrandoti un’espressione più distesa. Non era sua intenzione spaventarti, ma aveva ritenuto perlomeno corretto metterti in guardia. Era fatto così, mai abbastanza cauto per questioni così delicate.
 
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view post Posted on 14/1/2019, 21:29
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Il modo in cui Robert continuava a spostare lo sguardo sul boccale di birra, ormai agli sgoccioli, la indusse a pensare che era quella la sua priorità: continuare a bere.
Sorrise, scuotendo la testa e continuando ad ascoltare il resto.

-Nessun ripensamento. Anzi, non vedo l’ora di iniziare- ammise.
Prima iniziava, prima finiva; era quello l’obiettivo. Se stava troppo tempo a rimuginarci sopra, si sarebbe lasciata condizionare dalle proprie insicurezze ed era l’ultima cosa che voleva fare. Da quando aveva intrapreso quel cammino si era messa in testa si arrivare fino alla fine; voleva diventare Occlumante, su questo non aveva dubbi o ripensamenti, ed era disposta a percorrere la dovuta strada, anche se significava condividere i suoi segreti più profondi e riservati. Si alzò, incoraggiando il suo amico a fare lo stesso
-Dai; credo di averne una bottiglia a casa- si riferiva ovviamente alla burrobirra -Ma te la darò solo quando avremmo finito- si affrettò ad aggiungere
-Ti voglio lucido, altrimenti tenerti fuori dalla mia testa sarebbe troppo facile- era una battuta, il senso dell’umorismo non le mancava di certo. Allungò qualche falce per pagare la consumazione, lasciando le monete in bella vista sul tavolo, e si avviò verso la porta che dava su Diagon Alley, in modo da potersi smaterializzare senza dover badare ad eventuali babbani.
Quando si metteva in testa una cosa, andava avanti come un treno.
Se Robert non avesse mosso alcuna obiezione avrebbe optato per una smaterializzazione congiunta che li avrebbe portati dritti dritti nel cortile di casa sua.
Risparmiandogli i convenevoli si sarebbe diretta in salotto. Un po’ di nervosismo iniziava a farsi sentire, ma non si sarebbe lasciata scoraggiare da questo, fondamentalmente era
-Pronta-

 
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view post Posted on 10/2/2019, 19:11
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Se ne hai una anche a casa, affare fatto!
Robert si era risollevato dal suo posto a sedere, carico e pronto, quasi ringiovanito. Aveva sghignazzato rispettosamente in risposta alle tue parole di sfida, poi ti aveva assecondata nei tuoi spostamenti, acconsentendo a farsi dare un passaggio verso casa.
Un salto nel vuoto ed un atterraggio da manuale erano seguiti alla smaterializzazione congiunta. Quel modo di viaggiare veniva sempre un po’ sofferto dall’americano, che nonostante l’abitudine cadeva spesso vittima del senso di disorientamento. In quel caso specifico, però, non se l’era passata troppo male. Gli era bastata una boccata d’aria fresca per riprendersi. Nel mentre aveva accarezzato le mura dell’abitazione con una rapida occhiata, apprezzando l’armonia con cui si inseriva nella schiera di edifici gemelli. Aveva ammirato il colore delle pareti di mattoni per un paio di istanti, cercando di ritrovare il proprio naturale equilibrio, poi una volta pronto ti aveva seguita all’interno.
Anche dentro, facendo scattare gli occhi di qua e di là con discrezione, si era prodigato per studiare l’arredamento cogliendo quanti più dettagli possibile, individuando una poltrona che sembrava fatta apposta per sprofondarci comodamente, oltre i limiti del decoro.
Ti ho già fatto i complimenti per la disposizione del mobilio? Non so dirti perché, ma questo ambiente mi infonde un senso di armonia.
Robert divagava, tracciando nell’aria con movimenti fluidi delle mani la geometria equilibrata che animava il salotto. Gli era sembrato quantomeno corretto non arrivare subito al punto, per lasciarti il tempo di sgomberare la mente in vista della sessione di occlumanzia a te prossima. Intanto, quanto più signorilmente possibile, il ragazzo si era appostato su una delle due poltrone al centro della stanza, invitandoti a fare lo stesso neanche fosse stato lui il padrone di casa Torre. Con fare giocoso, si intende.
Ti va un esercizio di riscaldamento? Vado in cerca di un ricordo che entrambi condividiamo, così da non metterti subito troppa pressione addosso. Io cerco di accedervi e tu mi tieni fuori, è così che funziona questo gioco.
Premessa fatta, bacchetta in mano e contatto visivo agganciato. Non ti avrebbe lasciato molto tempo per rifletterci. Che la risposta fosse stata affermativa o negativa a lui poco importava, anche perché, per quanto innocue fossero al momento le sue intenzioni, nel mondo magico nessuno ti avrebbe domandato il permesso di introdursi furtivamente tra i tuoi pensieri.
Così, anticipando il tutto con uno schiocco di lingua, Robert aveva innescato il processo che lo avrebbe condotto dritto e spedito verso un momento vissuto da entrambi. Per la sua concezione ideologica di com’era strutturata la memoria umana, i ricordi superficiali erano quelli più facili da raggiungere. Le persone tendevano a seppellirci sotto esperienze preziose, che non potevano permettersi di lasciar riaffiorare facilmente. Angosce profonde erano un ottimo esempio per avvalorare la sua tesi. Le reminiscenze più dolorose, umilianti e traumatiche erano avvolte in un involucro a strati, che andava lentamente scorticato per poterle rievocare. Più ci si allontanava da quel nucleo, meno difficile diventava per un legilimens sfiorare le sfoglie desiderate.
Per te, quindi, ci sarebbe stato da faticare. Tenerlo distante da quella porzione di pensiero ti sarebbe costato un notevole impegno e l’americano desiderava ardentemente che tu ti opponessi alla sua indagine. A Robert avrebbe fatto piacere sapere che difendere le giornate trascorse in sua compagnia aveva una discreta importanza per te. In caso però non ci fossi riuscita, il prezzo irrisorio da pagare non ti sarebbe pesato sulla serenità d’animo. Lasciar trapelare cose già di dominio pubblico non avrebbe potuto arrecarti alcun danno. Inoltre la prospettiva di poter andare più a fondo rendeva la tua mente il parco giochi personale del tuo ospite. Un segno di debolezza da parte tua avrebbe potuto rendere molto più invitanti le attrazioni a lui sconosciute.


Trhesy, si parte! A te il compito di organizzare una strategia di difesa per impedire a Robert di raggiungere il suo scopo. Lasciami l’esito al condizionale ed al prossimo post avrai il responso. Descrivi tu il ricordo.
In bocca al lupo
 
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view post Posted on 30/3/2019, 21:20
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La prospettiva di iniziare da un riscaldamento era incoraggiante. Partire da qualcosa di facile per preparare la mente le avrebbe reso il compito meno gravoso.
Si sedette di fronte all’amico ed annuì con convinzione. Per un bravo Legiliments, quale era Robert, individuare un ricordo che conosceva già era un gioco da ragazzi. Furono proprio le sue parole a riportarle alla mente diversi episodi, ripercorrendo un po’ gli eventi più importanti che avevano consolidato la loro amicizia. L’episodio che più di tutti era impresso nella sua mente, forse perché era stata una delle giornate più divertenti trascorse insieme, era la partita di Quidditch tra Thunderbird e Wampus. Ricordava le urla di incitamento per i giocatori di Wampus, i salti di gioia quando il loro Cercatore aveva preso il boccino ed i festeggiamenti successivi a base di idromele. Ma il suo compito non era ricordare, bensì tenere Robert fuori dalla sua testa.
Quel ricordo, così come altri ad esso collegati, dovevano essere occultati. Fece un respiro profondo e provò a togliere quel ricordo dalla sua testa, spostando la sua attenzione su altro. Voleva svuotare la mente, non pensare a nulla e questo richiedeva concentrazione. Si concentrò sul proprio respiro –inspirare, espirare– fissando la punta del naso del suo amico. Quando pensò di essere sulla strada giusta provò a contrapporre una barriera tra la propria mente e quella dell’invasore, che in quell’esatto momento era proprio Robert.

*Occluments* Quella formula le dava una certa forza interiore, una sorta di spinta a voler tenere l’intruso fuori dalla sua testa.

 
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view post Posted on 25/4/2019, 19:56
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Yuhuuu, yuppiyù, evviva evviva: i Wampus schiacciano gli avversari!
Robert, espressosi con una discreta ironia, era riuscito a rimuovere tutto l'entusiasmo da quelle esclamazioni altresì gioiose. Avresti potuto scorgere una punta di apatia senza troppe difficoltà, giacché era rimasto molto deluso dal tuo fallimentare tentativo di schermare la mente ad una lettura superficiale. Non se l'era presa per davvero, almeno non più del dovuto. Un sorrisetto divertito, suscitato da quel ricordo felice, era infatti comparso sulle sue labbra. La nostalgia era entrata in circolo. Ciò nonostante il fatto di non essersi nemmeno dovuto impegnare, per accedere a quel breve momento di vita, lo aveva leggermente infastidito. L'americano non amava perdere il suo tempo, specialmente sapendo che la sua permanenza su quella sponda dell'Atlantico era estremamente limitata a qualche casella sul calendario. Se era tutto uno scherzone, le alternative non mancavano di certo! Si sarebbe divertito di più ad intrattenere un'ordinaria chiacchierata.
Così non ci siamo affatto. lo statunitense ti aveva bacchettata, impostazione spietata, sguardo severo. Hai commesso qualche errore di valutazione. Sottostimi il mio potenziale, sopravvaluti il tuo o c'è dell'altro?
Irrigiditosi di colpo dopo quella performance così deludente, si era sentito in dovere di fare un briciolo di analisi. Non voleva mancarti di rispetto, specie considerando che non solo era tuo amico, ma anche tuo ospite - e ne era conscio. Voleva aiutarti. Riteneva che approcciare la questione con un confronto diretto avrebbe potuto giovarti. Ottimizzava i processi logici necessari per risalire alla causa del problema: se ti avesse indorato la pillola era certo ti sarebbe andata di traverso. Era fatto così e puntò tutto sul grado di confidenza che avevate raggiunto.
Avanti, sputa il rospo, a costo di ripassare le basi: quali sono gli ingredienti per una difesa efficace?
Robert si era sentito in dovere di fare un passo indietro, dalla pratica alla teoria. Non pretendeva una definizione da vocabolario sul significato di Occlumanzia, né tantomeno una lista senz'anima di precauzioni e contromisure da adottare. Sebbene ci fossero delle norme generiche da tener presenti, si trattava di un'abilità e non di una scienza esatta: ognuno aveva il suo approccio e ciò che funzionava per qualcuno, magari non funzionava per un altro e viceversa. A quel punto era per lui necessario sapere come avresti affrontato quel puzzle. Dalla sua prospettiva era pronto a confermare o smentire quanto gli avresti riferito, elargendo consigli sulle strategie da adottare per tenerlo fuori dalla tua testa. In fin dei conti non sarebbe stata la prima volta che si trovava di fronte ad un muro, sapeva bene cosa gli rendeva difficile sondare la memoria altrui.


Allora Trhesy, il tentativo di difesa è ovviamente fallito, come si può evincere dal mio post. L'esercitazione è poco curata e relegata ad un paio di righe; il riferimento alla respirazione e all'allontanamento avrebbero potuto offrire spunti di approfondimento che non hai voluto cogliere e me ne dispiaccio. Non ti faccio eccessive pressioni per le tempistiche, ma ricorda che stai facendo richiesta per un livello più avanzato della vocazione: mi aspetto qualcosa di più, specie da un'utente navigata come te.
Inoltre, la formula "Occluments" è errata; l'incantesimo (non indispensabile) è "occlumens". È richiesta una dose maggiore di impegno nella stesura dei post e viene valutata quasi esclusivamente la componente mentale, che deve essere la colonna portante di ogni tua risposta. Destreggiati di più in questo senso e sarai in grado di ottenere ottimi risultati.
Con il tuo prossimo intervento, in ON, gradirei che scrivessi quali sono i fattori fondamentali per l'esito positivo della costruzione di una barriera mentale contro la lettura dei ricordi. Una volta individuati possiamo pensare a dei modi di rendere più personale, solida e raffinata la tua esecuzione, che è quanto previsto dal secondo step del percorso intrapreso.
Per chiarire dubbi e rispondere alle tue domande, nel caso ce ne fossero, sono disponibile in privato. In bocca al lupo, fatti valere fanciulla!
 
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view post Posted on 17/5/2019, 19:42
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Le parole erano giuste, ma i toni erano decisamente sbagliati.
L’apatica ironia di Robert aveva invaso il suo ricordo alterandone i contorni.
La delusione sul volto dell’amico era molto evidente e lei si ritrovò a replicare con uno sbuffo.

-Non pretenderai che ci riesca subito!- replicò mettendosi sulla difensiva.
-Mi serve tempo per ingranare e prima che tu lo dica, so bene che in un confronto serio con un legiliments il tempo è l’ultima cosa che ho- concluse incrociando le braccia al petto e stampandosi in faccia un cipiglio frustrato.
Non amava fallire e soprattutto non le piaceva mostrare il proprio fallimento ad altri, amici compresi.

-Concentrarsi, svuotare la mente ed erigere una barriera- elencò i tre passi necessari per occludere la mente, scandendoli uno ad uno svogliatamente. Erano solo tre, ma lei sapeva perfettamente che in realtà il suo problema era uno solo: la barriera psichica.
-In realtà non lo so- aggiunse stringendosi nelle spalle. Il fallimento che pesava su di sé la indusse a rivolgere lo sguardo verso una delle mattonelle che componevano il pavimento del salotto.
Qual era la base di tutto, come si faceva a tenere qualcuno fuori dalla propria mente?
Era così facile entrarci; la mente di una persona era talmente piena di ricordi, di emozioni, di informazioni, che riuscire a catturarne almeno uno era inevitabile. Diventava già più complicato se si cercava qualcosa di specifico. Ma di sicuro erano le emozioni che riaffioravano all’improvviso a rendere il lavoro facile ad un legiliments. Quelle riflessioni accesero la sua mente come un albero di Natale.

-Credo che il fine ultimo sia riuscire a compartimentalizzare le emozioni. Se riuscissi a controllarle, a spegnerle o ad accenderle a comando, potrei avere io il controllo- a quel punto guardò l’amico dritto in faccia, quasi come se volesse convincerlo della sensatezza della sua teoria.
-Se un legiliments sfrutta le emozioni per accedere più facilmente a certi ricordi, riuscire a controllare alcune emozioni potrebbe proteggere i miei ricordi più preziosi ed indirizzare il legiliments verso gli altri, quelli di poco conto- fece una pausa per dare a Robert il tempo di metabolizzare il suo pensiero. -Immagina. Tu accedi alla mia mente, ma quello che riesci a vedere è sempre la stessa cosa, sempre lo stesso ricordo, non riesci ad andare oltre- era solo un esempio, ma rendeva perfettamente l’idea di ciò che aveva in mente.
A quel punto non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto.
-Se funziona potrei scegliere io cosa mostrare e di conseguenza cosa non mostrare-

 
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view post Posted on 2/7/2019, 08:23
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Robert osservò compiaciuto il cipiglio frustrato comparso sul tuo volto. Era stato duro, non aveva ammesso il fallimento. Diletto personale a prescindere, mandarti su tutte le furie faceva parte del suo gioco: come avevi tu stessa spiegato, le emozioni giocavano un ruolo fondamentale nella lettura della mente; lo stesso valeva quando i ricordi dovevano essere messi in salvo dalla sonda di un legilimens preparato. Se non fossi riuscita a tenere a bada la tua emotività, si sarebbe trovato davanti ad un sentiero spianato. Divenire lo spettatore divertito dei tuoi trascorsi sarebbe stato una passeggiata, per così dire. La prospettiva di continuare ad osservare ciò che fu, senza il minimo intralcio, era stata una tentazione difficile a cui resistere, ma era allo stesso tempo conscio del suo ruolo e per forza di cose aveva dovuto adeguarsi. Voleva il tuo bene. Per tale ragione ascoltò con interesse le tue considerazioni, annuendo istintivamente a ciò che gli veniva proposto. Si trovava sulla tua stessa lunghezza d’onda per quanto riguardava il piano d’azione ed il progetto per depistare eventuali intrusi nella tua mente si prospettava avvincente. C’era qualche piccolo appunto da fare, qualche specifica che non poteva essere ignorata, ma li tenne per sé fino alla fine del tuo discorso. Solo allora si espresse: Come punto di partenza non è affatto male, ma deve diventare un procedimento meccanico. Qualcuno prova a leggere i tuoi ricordi e subito scatta la difesa, come una trappola.
Robert riacquisì la sua serenità, cosa che si poteva evincere anche dall’impostazione meno seria della sua voce. Sorrideva, mentre congiungendo le mani simulava il funzionamento di una tagliola: prima unì i polsi, poi le dita si intrecciarono tra loro, andando a serrare la bacchetta in una morsa ferrea.
Una volta che hai incastrato l’ospite indesiderato è tuo e puoi mostrargli quel che ti pare. Devi solo fare un po’ di pratica, non è facile, specialmente per chi è poco più che alle prime armi.
Si concesse una piccola pausa per lasciarti metabolizzare il ragionamento, poi concluse con un aneddoto personale.
Per esperienza diretta, quello che mi rende più difficile scandagliare i ricordi di un buon occlumante è la tempestività con cui lui mi sbarra la strada. Il cervello elabora le informazioni in fretta. Puoi anche essere l’individuo più capace sulla faccia del pianeta, ma se non sei reattivo prendo ciò che mi serve in un batter d’occhio e tanti saluti. Mostrami pure quel che ti pare, è tutto guadagnato.
Bastava rendersi conto di quanto ci voleva per pensare ad una frase e di quanto ci voleva per pronunciarla. Si risparmiò l’esempio pratico, era più che certo del fatto che ci saresti arrivata da sola.
Per ora lasciamo stare la prontezza di riflessi, ci penseremo più avanti. Mi adeguo ai tuoi ritmi. Se vogliamo fare come dici tu, però, più che svuotare la mente io ti suggerirei di concentrarti su un ricordo particolare, ovvero quello che vuoi mostrarmi. Ti risulterà più facile bloccarmi in quella porzione della tua memoria se sarà una reminiscenza di qualità, qualcosa che abbia un valore per te. Abbiamo parlato di emozioni, usale per saldarmi ad un avvenimento suggestivo, che ancora ti fa provare qualcosa.
Un ricordo intenso aveva un fascino magnetico per lo spettatore, anche a fronte dell’inutilità della sua scoperta. Inoltre, per l’occlumante era una passeggiata occupare i propri pensieri con un avvenimento vivido ed appassionato. Le due cose si sposavano perfettamente allo scopo di depistare un eventuale legilimens.
Robert alzò la mano destra, con il palmo aperto in tua direzione e le dita separate. Piegò il mignolo contro il palmo. L’anulare lo seguì. Poi il medio. Era un conto alla rovescia. Cinque, quattro, tre…

Secondo round!
Robert ci andrà piano, non si tufferà subito a fondo dei tuoi ricordi più tormentati, quindi elimina il fattore della velocità. Nel tuo prossimo intervento ti chiedo di selezionare e descrivere due ricordi: quello che vuoi mostrare a Robert ed un altro ricordo che ritieni di valore, pur non attribuendogli un’eccessiva importanza, che invece non vuoi mostrargli. Poi ti chiedo di erigere la tua difesa mentale sulla base di quanto emerso dalla discussione appena conclusa. Fatti valere!
 
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view post Posted on 15/12/2019, 17:37
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Dall’epoca dei miti e delle leggende

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Le sue teorie erano state ritenute valide da Robert. Conoscere la legilimanzia poteva essere vantaggioso per lei, sapeva bene cosa doveva contrastare e quale tipo di potere avevano i legiliments. In teoria doveva essere più facile per lei, ma in pratica non lo era affatto.
Lui le aveva suggerito un ricordo di valore, ma lei non era d’accordo su quella linea. I suoi ricordi erano tutti preziosi, alcuni molto più di altri, sicuramente, ma se aveva deciso di intraprendere quella strada c’era un solo motivo, la sua testa doveva essere inviolabile; nessun ricordo doveva essere messo nelle mani di un legiliments senza il suo volere
Ma la strada dell’apprendimento era lunga e piena di ostacoli da superare, per raggiungere il suo obiettivo doveva faticare, qualcosa sarebbe inevitabilmente sfuggita al suo controllo. Si fidava di Robert, altrimenti non l’avrebbe scelto per quel compito, ma c’erano cose che nemmeno lui poteva sapere.
Doveva riflettere bene su come agire e per farlo le serviva tempo.

-Mi serve una pausa- sentenziò alzandosi repentinamente dalla poltrona. Aveva bisogno di pensare e lo faceva meglio muovendosi senza meta per la stanza.
Se ripensava al suo passato, ai suoi ricordi, alle emozioni più vivide sia positive sia negative, le venivano in mente solo episodi di vita che voleva preservare. Il resto non emergeva in modo così chiaro. Passando vicino ad un mobile sfiorò con le dita la cornice di una foto della sua famiglia. Si ricordò di una mattina di Natale, quando scartando il suo regalo trovò la sua prima scopa. È strano come i ricordi che affiorano alla mente siano collegati tra di loro. Si era ricordata della partita di quidditch alla quale aveva assistito con Robert, della sua prima scopa ed ora le tornavano alla memoria i suoi primi tentativi di volo. L’emozione provata nel sollevarsi da terra per la prima volta; quella stretta allo stomaco che ti fa sorridere senza motivo e ti rende euforico e felice, che è capace di cancellare ogni pensiero negativo.
Poteva essere un buon ancoraggio per il suo apprendimento; poteva essere utile per occultare qualcos’altro.
Una delle cose di cui si vergognava ancora, nonostante il tempo trascorso e nonostante fosse cresciuta e maturata molto da allora, era il modo in cui si era comportata con Nicholas Black. Un ricordo intriso di imbarazzo, timore, inadeguatezza, tutte sensazioni che fecero riemergere qualcosa che era avvenuto molto tempo prima, e che aveva quasi dimenticato. Durante il suo primo anno ad Hogwarts aveva seguito la sua compagna di stanza Cornelia nella foresta proibita. La creatura che vi avevano incontrato aveva quasi ucciso la sua amica. Non aveva mai capito cosa fosse quella “cosa”, ma la Preside dell’epoca le aveva chiesto di mantenere il segreto, dopotutto aveva violato le regole, rischiava un’espulsione, non poteva permetterlo. E così aveva fatto; aveva taciuto sul fatto che il marito della Preside era un mostro. Ma quella sensazione di impotenza era ancora lì; al solo pensarci le vennero i brividi.
Sapeva cosa fare; o almeno cosa avrebbe voluto fare. Quel secondo ricordo doveva restare un segreto, come lo era stato per anni, mentre il primo sarebbe stato il suo cavallo di Troia, lo avrebbe esposto in bella vista per tenere Robert lontano da quella scomoda verità.
Senza dire nulla si riaccomodò sulla poltrona di fronte a Robert. La sua espressione era seria, lo sguardo fisso e deciso. Annuì leggermente. Era pronta a riprendere.
Cercò di concentrarsi su un momento particolare del suo ricordo. Ricordava la carta rossa con le renne disegnate sopra ed il fiocco giallo posto ad un’estremità. Le sue piccole dita avevano rotto la carta nella fretta di scoprire cosa c’era sotto. Cercò di far riemergere l’impazienza e la frenesia che da bimba aveva nello scartare il suo regalo di Natale. E la sorpresa nel vedere che nella scatola c’era una scopa. Ricordava che il suo primo pensiero fu quello di salirci sopra, ma sua madre fu categorica nel ribadire
-Non in casa. Ti farai male.- Suo padre le fece l’occhiolino e la condusse in giardino. Lei era impaziente, ma ascoltò i consigli, per poi ignorarli e fare di testa sua, come al solito.
Quello era solo l’inizio, l’inizio di una sorta di braccio di ferro tra lei e Robert. Ciò che voleva fare era tenerlo ancorato a quel ricordo ed impedirgli di guardare altrove. Si aspettava invasione da parte sua ed era preparata a riportarlo là, su quella carta rossa strappata, sulle lucine dell’albero di Natale che si riflettevano sul legno lucido della Scopalinda. Sul ginocchio sbucciato a seguito della sua prima caduta e su quell’intensa sensazione di stretta allo stomaco quando si era sollevata da terra per la prima volta.
Quel ricordo sarebbe stato la sua protezione, la sua barriera contro ulteriori invasioni, il suo diversivo. Cercò di visualizzare la carta rossa, il rumore che produsse mentre veniva strappata. Il sangue che colava dal ginocchio ed il suo odore metallico. Voleva fargli vedere quel ricordo e quello soltanto.

 
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view post Posted on 14/4/2020, 09:51
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Il Fato

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Va bene, facciamo una piccola pausa.
Robert aveva serrato la mano, rappresentando gestualmente la sospensione del conto alla rovescia. Immaginava quanto fosse stancante impedire ad un Legilimens l’accesso ai ricordi più preziosi, quanto fosse snervante e tensivo mettere a rischio le proprie esperienze di vita. Lui stesso lo aveva provato sulla propria pelle, ricordava bene quella sensazione di oppressione. Certo, era anche vero che un’altra persona non avrebbe indugiato ad approfittarsi dell’affaticamento per estorcere preziose informazioni, ma si trattava pur sempre di un addestramento in via amichevole. La fase dell’accanimento, per quanto necessaria, poteva attendere.
Con lo sguardo l’americano seguiva i tuoi movimenti all’interno della stanza. Ti osservava calcare il pavimento a passo lento, passando accanto a quegli elementi d’arredo a te cari. La sala doveva essere un ambiente pieno di ricordi, specialmente legati all’infanzia - era così per tutti, a maggior ragione per coloro che ad undici anni venivano sbattuti in una delle accademie per maghi e streghe sparse qua e là per il globo - cercava di dedurre a quali fossi più legata. Le foto di famiglia erano a suo modesto parere un ottimo catalizzatore di memorie ed emozioni.
Una volta ritornata ad occupare la poltrona, l’amico fece sfoggio di un sorriso incoraggiante. Era stato severo prima e ancora lo sarebbe stato, ma faceva tesoro di ogni buona occasione per alleggerire l’atmosferma. Riaprì la mano, il conto alla rovescia ripartì, concludendosi con l’ennesima intrusione mentale.
Per i primi momenti Robert credette di avere ampio spazio di manovra; andò alla ricerca di un’esperienza di vita vissuta che fosse degna di essere dissotterrata. Si mosse svelto, scavando tra i ricordi, fiutando quello adatto come un cane da tartufi. Sfortuna - o fortuna, a seconda dei casi - volle che qualcosa riuscì ad impedirglielo. In un batter di ciglia si ritrovò vittima di una trappola mentale, un trucchetto semplice, ma efficace, in grado di trarre in inganno anche un Legilimens preparato come lui. Rimase ancorato al ricordo del primo volo sulla scopa e ne ripercorse qualche spezzone, come il susseguirsi di quelle che i babbani chiamavano clip televisive. Per quanto lo stuzzicasse l’idea di riviverne ogni momento, non riuscì ad assaporare l’opera per intero e ne rimase amareggiato.
Ecco quello di cui parlavo! Mentre ancora l’ultima sequenza di immagini si dissolveva, Robert esclamò un incoraggiamento a gran voce. Ti stavi muovendo sulla strada giusta e lui provò un guizzo d’orgoglio nell’essere reso partecipe di quel progresso. Non si era nemmeno trattenuto.
Ti piace proprio volare sulla scopa. La constatazione dell’americano giunse puntuale al termine dello show. Prima la partita di quidditch, poi il primo volo. Se non ti avesse conosciuta così bene avrebbe pensato si trattasse di una vera e propria ossessione. Alzò entrambi i pollici in segno di approvazione, allargando quel sorrisetto furbo che ancora increspava la sua espressione. A questo punto direi che dobbiamo brindare! Anche se…
Riprendere il rituale a base di burrobirra lasciato in sospeso era un’idea allettante, ma quella non era l’unica questione della serata lasciata in sospeso. Aveva mancato un buon colpo per esplorare l’intimità della tua anima e si convinse che in quel frangente sarebbe stato meglio insistere, così da non perdersi il ricordo che tanto avevi tentato di celare alla sua lettura. Il contatto di viso sempre saldo e la bacchetta stretta in pugno erano gli unici segnali tangibili delle sue intenzioni. Questa volta il fattore tempo era cruciale, non si sarebbe fermato per fare una pausa: Robert andava respinto con ogni mezzo necessario. Era stato subdolo e non si sarebbe sorpreso di essere ripagato con la stessa moneta.

Ottimo lavoro Trhesy, sono molto contento di quest’ultimo post!
Adesso si riparte di nuovo, questa volta niente pause, si va dritti al punto. Robert cercherà di accedere al ricordo che volevi tenere segreto nel tuo ultimo intervento e devi fare del tuo meglio per evitare che ciò accada. Tieni a mente i requisiti che un Legilimens deve osservare per facilitarsi la lettura del pensiero, tieni a mente le procedure ed i suggerimenti discussi e preparati a vincere il braccio di ferro mentale. Sei libera di usare ogni espediente a tua disposizione per scacciare l’intruso, giustificando le tue scelte dove possibile.
PS: ti chiedo infinitamente scusa per il ritardo.
 
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view post Posted on 9/6/2020, 19:14
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La sua linea d’azione aveva avuto successo, almeno per il momento. Quanto tempo avrebbe impiegato Robert a capire il gioco e ad infrangere i suoi sogni di gloria?
-Mi piace davvero o è ciò che voglio farti credere?- rispose con un po’ di sfacciataggine al commento dell’amico. Forse quello poteva essere considerato un passo falso, sembrava che stesse scoprendo le sue carte, ma se voleva mantenere il controllo doveva destabilizzare l’avversario, infondergli dubbi.
Era sicura che Robert non si sarebbe arreso, ma lei era intenzionata più che mai a tenerlo fuori dal suo segreto e da altri segreti altrettanto preziosi. Per un lungo momento lo guardò fisso negli occhi, sapendo quanto quel contatto fosse fondamentale per lui; cercò di riportare alla mente il corridoio dei sotterranei che dalla Sala Comune di Tassorosso conduceva alle scale. In cima alla gradinata l’atrio centrale e la grande porta della Sala Grande addobbata a festa per il ballo di fine anno. Era il ricordo del suo primo ballo scolastico, stava cercando di ricordare quanti più dettagli possibili; il vorticare degli abiti al ritmo di musica ed un drappo di tessuto damascato che faceva da tenda ad una delle grandi finestre. Lo afferrò spostandolo energicamente come se fosse il sipario di un teatro che oscura la scena proprio sul più bello.
Distolse lo sguardo da Robert e voltò la testa di lato, sperava così di distrarre l’amico dalla sua lettura, calando un sipario metaforico. Tuttavia dubitava che ciò fosse sufficiente a farlo indietreggiare. Si concentrò su altro, sperando che lui seguisse le briciole di pane che stava disseminando lungo la via. Si concentrò sulla scena macabra di una delle battaglie alla quale aveva preso parte ad Hogwarts, quella che più di tutte l’aveva cambiata. Detriti ovunque, quella stessa Sala prima addobbata a festa trasformata in un ospedale da campo con i feriti doloranti, urlanti e sanguinanti. Era tempo di mandarlo via, di spingere Robert fuori dalla sua testa; diede forza a quella sua volontà e per dare maggiore enfasi al suo desiderio chiuse le porte dell’immenso salone come se fossero le porte della sua stessa mente, con forza e risolutezza.

 
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13 replies since 1/5/2013, 18:23   478 views
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