Quattro passi ad Hogsmeade, Serena.

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Leah‚
view post Posted on 13/6/2013, 10:27




Il sole splendeva allegro, nel cielo turchese di quel cielo primaverile che si stendeva a perdita d'occhio sopra Hogsmeade. Leah camminava leggera per le strade della cittadina, guardandosi intorno curiosa: non era stata molto spesso da quelle parti, prima, e aveva proprio voglia di gustarsi tutto quello che avrebbe colpito la sua attenzione.
Portava la solita gonna a pieghe - blu e rossa, a fantasia scozzese, - una camicetta e i suoi calzettoni bianchi con le ballerine nere col cinturino. Si era portata dietro un golfino, ma l'aria era calda e ora lo teneva in mano facendolo ondeggiare ad ogni passo, ignara del fatto che una manica strusciava sul selciato raccogliendo polvere e terra ad ogni metro.
Con gli occhi luccicanti sotto la frangetta e i capelli raccolti in una treccia sul lato del viso, Leah si godeva la sua passeggiata sentendosi di ottimo umore. Era quasi certa che si sarebbe fermata a comprare qualcosa di buono da Mielandia per fare merenda... oppure avrebbe potuto andare a vedere se c'era qualcuno che conosceva ai Tre Manici di Scopa: la compagnia di qualcuno era quello che mancava, quel pomeriggio.
Non aveva avuto il coraggio di chiedere a Nia di uscire con lei - la sua amica sembrava piuttosto presa dai compiti di Trasfigurazione che lei aveva fatto il giorno prima, alla bell'e meglio, pur di levarsi il pensiero - e non è che conoscesse molte altre persone ad Hogwarts... non abbastanza da invitarli a una passeggiata, almeno. Così alla fine si era affidata al detto "meglio soli che male accompagnati" ed era uscita da sola.
Guardandosi intorno, però, dovette ammettere che non avere nessuno con cui commentare quel borgo così grazioso era un vero peccato.
 
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Serena Johnson
view post Posted on 13/6/2013, 10:55




Hogwarts, ore 9.00
Stesa sul letto della sua camera, una mano dietro la nuca, fissava il soffitto pensierosa. Non le aspettavano lezioni, quel giorno, perciò una giornata di meritato riposo era più che gradita. Le sue compagne di stanza erano già uscite a zonzo per il castello, ma lei non aveva sapeva che fare. Ok, sarebbe andata anche lei a "zonzo" per il castello, ma per fare che? Girò la testa verso destra e il suo sguardo si posò sul comodino. Un paio di pergamene sembravano chiamarla. Erano le pergamene con gli appunti di Pozioni, la cui lezione sulla Pozione Rinvigorente si era tenuta proprio il giorno prima, ma Serena non aveva intenzione di studiare, quel giorno. Guardò allora fuori dalla finestra aperta. Il cielo limpido di quella mattina di primavera era molto invitante, e per poco la Corvonero non optò per una passeggiata in giardino. Ma fu distratta dall'entrata in stanza dalla finestra di Sophie, la sua civetta bianca. Sophie si andò a posare proprio sul suo comodino, sopra le pergamene di Pozioni. Notò che aveva un rotolo di pergamena legato alla zampa e Serena subito pensò si trattasse di un messaggio per lei. Lo aprì velocemente e lesse con avidità, tanto da rendersi conto, alla fine del messaggio, che non aveva capito nulla, così rilesse con calma. Era da parte di sua madre. Il padre era stato ricoverato in ospedale per un incidente. In quelle poche righe scritte di fretta, la madre della ragazza cercò di rassicurarla, scrivendo che era tutto a posto, ora, che non era nulla di grave. Ma Serena non era tranquilla.

Hogsmeade, ore 11.30
Con un velo di malinconia sul volto, decise che una passeggiata ad Hogsmeade non potesse che farle bene. Del resto non aveva mai visitato quel piccolo borgo, ma ora che era al secondo anno poté farlo senza doversi portare dietro un Prefetto. Non che le desse fastidio, ma preferiva alla lunga stare da sola. Inoltre sarebbe stato un modo per distrarsi dalla notizia che poco prima l'aveva riempita di tristezza. Indossava dei jeans e una maglietta bianca - con, tanto per rimanere vicino alla sua davvero amata Casata, un piccolo corvo ricamato sul petto, all'altezza del cuore - con le maniche a tre quarti. Benché volesse godersi la bellezza di quel villaggio, non vi riusciva. I suoi pensieri erano diretti al padre. Camminava, pensierosa e malinconica, per le stradine di Hogsmeade, senza nemmeno sapere dove stesse andando. Girò l'angolo e... si ritrovò inaspettatamente davanti una ragazzina, e le andò a sbattere contro. Indietreggiò di un passo e, mortificata, si scusò:
- Scusami tanto, non volevo! Ero distratta e... non ti ho vista. -
Disse gesticolando. Poi aggiunse:
- Ti... ti sei fatta male? -
Sperava davvero di no, non avrebbe voluto rovinare una giornata a qualcuno per colpa della sua distrazione.

 
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Leah‚
view post Posted on 19/6/2013, 11:21




- Ouch! - Esclamò Leah quando si ritrovò davanti ad un ostacolo improvviso.
Mentre ritrovava l'equilibrio, sbattè le ciglia mettendo a fuoco la ragazzina contro cui si era scontrata: appena più alta di lei, bruna e con lo stemma dei Corvi ricamato sul petto.

- Sei stata richiamata qui dai miei pensieri? - Esclamò all'improvviso: non aveva fatto in tempo a pensare che avrebbe voluto condividere la passeggiata con qualcuno che l'aveva incontrata. Rendendosi conto un momento più tardi della sciocchezza che aveva appena detto scoppiò a ridere, facendole cenno di non fare caso alle sue parole.
- Dimentica quello che ho detto. - Si affrettò ad aggiungere: l'ultima cosa che voleva era farle pensare di essere completamente fuori di testa.
Una parte di lei, però, era veramente convinta che quella ragazzina comparsale davanti fosse stata una risposta alla sua inconscia richiesta di compagnia.

- Io sto bene, tu non ti sei fatta niente, spero. So essere veramente molto distratta, quando voglio... ed è la prima volta che vengo ad Hogsmeade, quindi sono attirata da tutto, tranne che da dove metto i piedi! - Esclamò ancora, ridendo.
Come al solito però la sua mania di monopolizzare la conversazione stava avendo la meglio sulle buone maniere. Tacque improvvisamente, ravviandosi la frangetta con il suo consueto gesto veloce e sorridendo alla sconosciuta nel modo più solare e disinvolto che conosceva, concedendole lo spazio di dire qualcosa prima di ricominciare a chiacchierare senza posa.
 
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Serena Johnson
view post Posted on 19/6/2013, 19:32




La vittima della sua distrazione era stata una ragazzina, poco più bassa di lei, forse più piccola, dai lunghi capelli castani.
- Sei stata richiamata qui dai miei pensieri? -
Disse la ragazza, prima che Serena potesse scusarsi nuovamente. La guardò attonita, poi esclamò:
- Che?! -
Ma l'altra subito scoppiò a ridere, suggerendole di dimenticare ciò che aveva appena detto. Dimenticando il motivo della sua angoscia, si lasciò trasportare dalle risate della ragazzina e rise anche lei. Per fortuna stava bene. Stavano bene entrambe. Ok, la Corvonero aveva capita che il rugby babbano non sarebbe mai stato uno sport adatto a lei. Quando vedeva le partite assieme a suo padre, notava che "dare spallate e spinte" era la frase chiave di quello sport. Già... suo padre. Pensando al rugby gli venne in mente di nuovo lui. E allora addio risate, benvenuta malinconia. S'incupì improvvisamente, tanto che quasi non sentì le parole di quella ragazzina.
- Cosa? Hogsmeade? Ah, sì... -
Disse, ascoltando distrattamente quello che l'altra aveva appena detto. Rielaborò le informazioni e finalmente capì ciò che la vittima della sua distrazione aveva veramente detto.
- In effetti, è la prima volta anche per me... ma non mi pare di aver visto granché. -
Eh, già, pensando alla lettera che aveva ricevuto quella mattina, cosa poteva vedere? Probabilmente ora la ragazzina avrebbe pensato che fosse cieca per non ammirare la bellezza di quel borgo. Ma Serena non ripensò alle sue parole. Non pensò a correggersi. Abbassò semplicemente il capo e i suoi pensieri tornarono al padre in ospedale. Come stava? Era grave? Questi gli interrogativi che sembravano tamburellarle in testa.
- Scusami. -
A testa china, si portò una mano agli occhi per nascondersi ancora di più. Gli divennero lucidi e una lacrima le rigò il volto. No, doveva assolutamente scacciare quei pensieri. La madre le aveva detto che era tutto apposto, eppure un pensiero negativo continuava ad affliggerla.

 
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Leah‚
view post Posted on 23/6/2013, 11:37




O la ragazzina che aveva incrociato non era molto loquace, o Leah era improvvisamente diventata una persona poco socievole: di solito la gente, quando la incontrava, rimaneva contagiata dal suo essere chiacchierona e sorridente... e le riservava lo stesso trattamento. La Corvonero appena incontrata pareva però persa nei suoi pensieri, così distratta da non starla nemmeno a sentire: rispose con vaghezza e noncuranza alle sue battute sul borgo e sembrava non avere voglia di parlare. Passando il peso da un piede all'altro, Leah non sapeva se superarla con un cenno di saluto, continuando in solitaria la sua passeggiata... oppure cercare di tirare fuori un mezzo sorriso a quella ragazzina così malinconica. Quando la sentì scusarsi ancora e la vide distogliere lo sguardo per nascondere un'espressione veramente triste, Leah agì senza nemmeno rendersene conto:
- Non c'è niente di cui scusarsi! - Esclamò allegramente, dandole un buffetto sulla spalla e sorridendo aperta e luminosa come solo lei sapeva fare. - Sono certa che in due riusciremo ad apprezzare meglio la bellezza di questo posto! E sono ancora più sicura che davanti a un bel boccale di Burrobirra il nostro scontro diventerà un incontro in men che non si dica... e potremo smetterla di scusarci per il piccolo incidente di poco fa. - Propose con allegria.
Si era resa conto che la sua compagna di scuola aveva qualcosa che la rendeva cupa - era anche quasi certa che aveva gli occhi lucidi - ma Leah proprio non era capace di rapportarsi con il dolore in modo diverso da quello: nessuna sofferenza poteva resistere a una risata, una chiacchierata spensierata e un bel sorriso. Proprio non riusciva a considerarlo.
Senza preoccuparsi troppo della mancanza di tatto che stava dimostrando a una quasi sconsociuta, proseguì con il suo discorsetto allegro senza pensarci due volte:

- Allora, che ne dici? Possiamo proseguire insieme? - Poi, inclinando la testa leggermente di lato e sorridendole ancora, aggiunse: - Offro io, naturalmente. -
 
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Serena Johnson
view post Posted on 23/6/2013, 17:48




Alzò lentamente il capo e, con gli occhi ancora lucidi, fissò quelli color nocciola della ragazzina di fronte a lei. Sorridente, cercò di "contagiare" con la sua allegria anche Serena. Si asciugò con il dorso della mano le lacrime che ancora le rigavano il volto. Ascoltò ciò che la sua forse nuova amica le stava dicendo. Rimase un attimo in silenzio poi, riuscendo finalmente a sorridere di nuovo, annuì, accettando la proposta della ragazzina.
- Grazie. Sei molto gentile. -
Ciononostante, la Corvetta non riuscì a nascondere né a dimenticare la sua malinconia. Difatti, il suo sorriso celava un velo di tristezza e angoscia difficile, per lei, da nascondere. Aveva accettato volentieri l'invito, pensando che un po' di compagnia non potesse che farle del bene. Quella ragazzina l'avrebbe aiutata a non pensare a Sophie, la sua civetta bianca, entrata in camera sua quella mattina portando la triste notizia. Si mise a destra della ragazzina e cominciò a passeggiare, stavolta senza pensare al padre in ospedale, ma osservando ogni angolo di Hogsmeade, incuriosita.
- Hai detto che è la prima volta che vieni a Hogsmeade, giusto? - Chiese, cercando di rimediare alla poca attenzione che, prima, aveva riservato alle parole della ragazzina. - Quindi dovresti essere minimo al secondo anno... o sbaglio? - Lo sperava, altrimenti quella ragazzina poteva ben scordarsi della sua passeggiatina. Agli studenti del primo anno era vietato recarsi ad Hogsmeade.
Ma... un momento! Cosa stava facendo? Stava facendo delle domande per conoscere una persona? Era la prima volta che lo faceva. Di solito aspettava fosse il suo interlocutore a porre delle domande. Ciò significava che stava crescendo, stava diventando più aperta, più socievole anche con gli sconosciuti. E questo venne confermato quando disse, tendendo la mano destra alla ragazzina:

- Che maleducata! Ti vado a finire addosso e non mi presento nemmeno! Mi chiamo Serena. -
Sorrise. Voleva davvero rimediare a ciò che era successo prima. E non allo scontro. Ma alla noncuranza che aveva mostrato alle parole dell'altra, mostrandosi fredda e distaccata. Aspettò che le venisse stretta la mano, poi avrebbero continuato a passeggiare. Serena voleva scoprire ogni angolo, ogni anfratto di quel borgo davvero molto carino. E quella ragazzina sembrava la compagnia ideale. Forse anche lei desiderava compagnia e la sua allegria avrebbe di sicuro aiutato la Corvetta a non pensare al padre.

 
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Leah‚
view post Posted on 24/6/2013, 20:34




Quando la ragazzina si asciugò le guance e tentò un sorriso, Leah si sentì incredibilmente sollevata: non c'era niente di più bello di riportare il sole nella vita di una persona. Era certa che quello che tormentava la Corvonero era ancora lì... ma bisognava concentrarsi su quello che si era ottenuto, non sul resto, giusto?
Quando la ragazza tentò anche di intavolare una discussione, la Tassina fu certa di aver fatto presa su di lei: non si sarebbe allontanata col broncio.

- No, non sono ancora al secondo anno. - Rispose, facendole cenno di incamminarsi verso I Tre Manici di Scopa assieme a lei - Ma i Tassorosso mi hanno nominata Prefetto... così, tra un impegno e l'altro, posso venire a farmi quattro passi qui. Che poi io mi chieda ancora come gli sia venuto in mente di fare una come me Prefetto, questa è un'altra questione! - Aggiunse ridendo.
E un attimo dopo, quando la Corvonero le tese una mano per presentarsi, Leah si rese conto di non averle nemmeno detto come si chiamava.

- Hai un nome bellissimo, non l'avevo mai sentito prima! - Disse ammirata - Io sono Leah, comunque. Piacere di conoscerti. - Disse stringendole la mano.
Mentre camminavano per le vie del borgo, Leah additava e commentava tutto quello che le circondava. Hogsmeade era così graziosa che sembrava di essere tornati indietro nel tempo: tetti di legno e pareti di pietra e mattoni, fiori alle finestre e maghi e streghe in abiti tradizionali che chiacchieravano o si salutavano mentre sbrigavano le loro commissioni. Com'era diverso dalla sua Londra, dove la gente - soprattutto Babbana - correva sempre a testa bassa inamidata nei suoi completi grigi, senza nemmeno rendersi conto del colore del cielo.

- Comunque fare una passeggiata qui è veramente un toccasana. Ti riempie di colore e di luce e di vita! Dove abito io non ci sono molti posti belli, un po' dovunque ci sono palazzi, enormi palazzi babbani tutti grigi e senza vita... - Commentò, pensando alla City e a come i quartieri residenziali della città stessero lentamente scomparendo.
 
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Serena Johnson
view post Posted on 25/6/2013, 17:06




Si sentì profondamente sollevata quando la ragazzina le disse che poteva tranquillamente passeggiare per le strade di Hogsmeade anche se era al primo anno perché era un Prefetto. Si incamminarono verso I Tre Manici di Scopa, un posto che, Serena, non conosceva e non aveva la minima idea di cosa si trattasse. Di nuovo, si fece trasportare e contagiare dalle risate della Tassina quando, con modestia e indirettamente, disse che non meritava di portare la spilla con la "P" di Prefetto.
- Devono averti vista come un possibile punto di riferimento e come una ragazzina diligente, per averti voluto dare questo ruolo. Prefetto, complimenti! - sorrise. - Devo fare attenzione, allora... o rischio di trovarmi nell'ufficio di un Caposcuola... o peggio, della Preside! - Aggiunse con ironia e facendole l'occhiolino. Di certo non correva questo pericolo. Da ragazzina educata e diligente se ne stava ben alla larga dai guai, anche perché non voleva privare la sua Casata di punti preziosi.
- Grazie! E' un nome italiano, infatti. - disse sorridendo, quando Leah le fece i complimenti per il suo bel nome e giustificò il fatto che la Tassina non lo conoscesse trattandosi di un nome italiano. Erano davvero pochi gli studenti che provenivano da zone diverse dalla Gran Bretagna. - Piacere mio! - aggiunse poi.
Ascoltava e osservava ciò che Leah le indicava e commentava. E lei, curiosa com'era, se ne stava a scrutare ogni angolo, ogni anfratto. Aveva finalmente ritrovato l'allegria che la caratterizzava e le sembrò che per qualche minuto era riuscita anche a non pensare più al padre. Quella Leah doveva avere dei poteri magici! E non quelli che aveva ogni mago, ma quelli di regalare allegra e serenità. Ben poche persone avevano quel dono.

- Suppongo lo siano un po' tutte le città babbane. - disse malinconica. - Io ho cambiato città due volte, e posso dire che, nonostante ci siano attrazioni, parchi e strutture magnifiche, quando un posto è impregnato di magia... è tutt'altra cosa. - Già. Secondo lei era la Magia che rendeva Diagon Alley e Hogsmeade posti così affascinanti.
Di nuovo, si accorse di come fosse d'un tratto diventata socievole. Le parole le uscivano di bocca senza che nemmeno se ne accorgesse.
*Ma 'sta ragazzina chi è?* Sorrise a quel pensiero. Dopo aver capito che Leah aveva il dono di regalare allegria, adesso cominciava a pensare che rendesse anche le persone più socievoli. O era Serena stessa che stava abbattendo il muro della sua timidezza?
Continuò a seguire la Tassina. Non sapeva nemmeno cosa fosse il luogo dove la stava portando, di certo non l'avrebbe potuto raggiungere da sola!

 
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Leah‚
view post Posted on 27/6/2013, 23:28




- Devono averti vista come un possibile punto di riferimento e come una ragazzina diligente, per averti voluto dare questo ruolo. -, aveva detto Serena.
Oh, quanto poco la conosceva!

- Pfff.. diligente io. Questa è buona! - Esclamò ridendo. - No, sinceramente, proprio non sono una che si ammazza di studio. Faccio i compiti perchè non sopporto punzioni e rimproveri. Butto giù qualcosa, quello che mi riesce, giusto per far contenti i professori... e il Caposcuola, Horus sa essere piuttosto convincente con i suoi discorsetti motivazionali. - Spiegò. - Comunque sono orgogliosa della carica che ho ricevuto, quindi accetto i tuoi complimenti. Ma non trattarmi da Prefetta, che proprio è un'etichetta che non mi si addice. -
Le scoccò un sorriso luminoso da sotto la frangetta, poi le fece cenno di attraversare la strada: i Tre Manici di Scopa non erano lontani e Leah pregustava già qualche dolcetto o qualcosa di delizioso da bere per rinfrescarsi e ristorarsi dalla passeggiata. Mentre coprivano chiacchierando le ultime centinaia di metri che le dividevano dal locale, Leah lasciò libero sfogo la sua lingua lunga e la sua curiosità, approfittando del fatto che la Corvonero sembrava più disponibile alle chiacchiere.
- E così hai un nome italiano. E dimmi, com'è l'Italia? - Si fermò un momento, perchè forse aveva date per scontato troppe cose - Beh, sei ci sei stata, ovviamente. Io ho un nome irlandese, ma sono sempre vissuta a Londra, dell'Irlanda ti posso parlare solo della cascina di mia nonna, dei prati e delle pecore lì intorno. Niente di troppo entusiasmante, temo. - Aggiunse con una smorfietta: la casa della nonna le piaceva, ma doveva ammettere che dopo Hogwarts le sarebbe sembrata di una banalità sconcertante.
 
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Serena Johnson
view post Posted on 29/6/2013, 15:31




La Tassina spiegò che lei non era per niente diligente. Faceva i compiti tanto per farli, soprattutto perché era condizionata dai "discorsi motivazionali" del Caposcuola Horus. Le rispose con un sorriso raggiante, che ormai aveva preso completamente il posto della malinconia e dell'angoscia.
Le fece poi cenno di attraversare la strada, per raggiungere i Tre Manici di Scopa, il quale Serena ancora non aveva capito di cosa si trattasse. Curiosa com'era, non riuscì a trattenersi.

- Ehm, scusami ma... sapendo così poco di Hogsmeade io... Insomma, i Tre Manici di Scopa... di cosa si tratta? -
Disse un po' timidamente. Non poteva dirigersi verso un luogo ignoto no? Sarebbe potuto essere stato anche un posto malvagio, no? *No.* No, ma allora cos'era? Un negozio? Probabile. Un'attrazione? Forse. Presto l'avrebbe scoperto.
Leah le chiese poi dell'Italia. Com'era l'Italia? Fu difficile per Serena elaborare una risposta. Per lei era bellissima, ma era un'opinione ovviamente soggettiva. Magari Leah l'avrebbe trovata "povera" e "banale".
*Tutto è banale dopo il Mondo Magico.* Pensò. Quasi certamente per tutti i Nati Babbani o una parte di Mezzosague era così. La Corvetta era un caso a parte, invece. Nonostante fosse Purosangue - quindi con entrambi genitori maghi - aveva sempre vissuto all'oscuro della magia di Hogwarts prima del suo undicesimo compleanno, il giorno fatidico per tutti gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria.
- Sono nata vicino Napoli, una metropoli italiana. Poi, quando ho compiuto dieci anni, ci siamo trasferiti in Inghilterra, a Cambridge. L'Italia è meravigliosa! Nella zona dove vivevo io non c'era granché, ma ci sono città balneari con un mare fantastico, e città turistiche che mostrano veri e propri pezzi di storia antica babbana! - Disse entusiasta, e da una parte anche orgogliosa del suo Paese. Sorrise, poi, a ciò che disse dell'Irlanda. - Non sono mai stata in Irlanda, mentre Londra, sì, ci sono stata un paio di volte. -
Sorrise, pensando che i presunti poteri "spruzza-allegria" e "diventa-socievole" di Leah stavano di nuovo facendo effetto. Nemmeno ripercorrendo la sua storia pensò al padre, no. Certo che ne aveva di fantasia, eh! Ora attribuiva strani poteri anche ad una ragazzina come lei!

 
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Leah‚
view post Posted on 6/7/2013, 22:37




Leah ascoltò attentamente il discorso di Serena sull'Italia: le città storiche non la interessavano più di tanto (troppi sassi e troppo poco verde per i suoi gusti), ma era abbastanza attirata dalle località balneari di cui aveva parlato la Corvonero... era stata al mare poche volte, e sempre nel freddo e rigido mare Irlandese, dove per fare il bagno avevi bisogno di un notevole strato di grasso di foca sopra... o sotto la pelle.
- Sembra proprio un bel posto. - Disse - Io non ho visto granchè, dell'Irlanda... ogni volta che andiamo è per andare a casa della mia nonna Babbana, quindi a parte la sua casa e i campi attorno non c'è granchè. Nè arte, nè storia nè mare. Prima o poi andrò in Italia, anche se ammetto che il mio sogno è andare in un posto veramente caldo, come i Caraibi. Ogni tanto mi fermo a guardare i cartelloni pubblicitari della Londra babbana e quando finisce la scuola sono sempre pieni di spiagge bianche e azzurre che ti fanno morire dalla voglia di visitarle... - Accorgendosi di stare di nuovo catalizzando l'attenzione su sè stessa e di stare monopolizzando la conversazione, si fermò bruscamente, cercando qualcosa di intelligente da dire che non fosse l'ennesima chiacchiera sugli Elliott. La presenza del locale alla fine della strada venne in suo aiuto proprio mentre le veniva in mente qualcosa di carino da chiedere: - Siamo arrivate! Vedi quel locale con le scope sull'insegna? - Disse indicandole il logo - Possiamo fermarci a fare due chiacchiere davanti a qualcosa di fresco, se ti va. Così magari mi puoi raccontare cosa hai fatto di bello in Italia quando eri più piccola. - Concluse allegramente, fiera di aver trovato un modo di far parlare anche la sua compagna.




O.T.: se hai voglia e per te va bene, rispondi pure qui e poi io apro ai Tre Manici ^^
 
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Serena Johnson
view post Posted on 13/7/2013, 15:13




Leah sembrava molto interessata al discorso che fece sull'Italia. Disse che le sarebbe piaciuto visitarla.
«Potresti fare una vacanza da qualche parte... Personalmente ti consiglierei di visitare la Sardegna, una grande isola italiana, a sud della Corsica. Lì ci sono certe spiagge... fantastiche! L'acqua è talmente limpida e cristallina che si può vedere sott'acqua senza l'ausilio di occhialini o maschere. E ci sono anche certe spiagge con della sabbia rosa... sono bellissime, quelle! E c'è pace, una pace che non ti immagini nemmeno!» disse sorridendo, entusiasta. La Sardegna era stata meta di parecchie vacanze di Serena e la sua famiglia e se fosse stato per lei, si sarebbero trasferiti là direttamente. Perché erano andati a Cambridge, invece? Cosa c'era a Cambridge?
Leah le indicò un locale alla fine della strada, con delle scope sull'insegna.

«Non credo ci sarà parecchio da dire.» sorrise, alla proposta della compagna. «Okay, andiamo!» esclamò.
Vicino al locale, notò che da fuori somigliava al suo Paiolo Magico.
*Sarà un locale di quel tipo...* si disse.
Ma la sua preoccupazione era un'altra. Non sapeva cosa raccontare alla nuova amica, o comunque, se l'avesse fatto, avrebbe rischiato di andare a finire col parlare del padre, Steven, e la cosa non si preannunciava molto buona.



O.T.: Va benissimo ^^
 
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11 replies since 13/6/2013, 10:27   100 views
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